Coordinamento Provinciale di "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie"
 
Se i finanzieri tirano le orecchie al Governo… | di Rocco Artifoni

Se i finanzieri tirano le orecchie al Governo… | di Rocco Artifoni

Bergamo,  23 Ottobre 2013 | di Rocco Artifoni

Se i finanzieri tirano le orecchie al Governo…

La presentazione della Legge di stabilità – come al solito – fa discutere. Anche perché non si sono ancora sopiti i malumori per l’aumento di un punto dell’aliquota IVA dal 1° ottobre. E sull’IMU non tutto è chiaro. Come ogni anno si valutano se sono più rilevanti i tagli alla spesa o se pesano di più le nuove tasse.

In questo contesto i finanzieri del settore aeronavale hanno chiesto al Governo – fino ad ora senza esito positivo – di introdurre una patrimoniale equa, considerandolo un provvedimento utile per recuperare l’evasione fiscale e promuovere la coesione sociale, compromessa dalle eccessive disuguaglianze.

Infatti, il COBAR della Guardia di Finanza aeronavale ha approvato all’unanimità una delibera che analizza i problemi economici dell’Italia, dal debito pubblico al sistema tributario, senza fare sconti a nessuno: “i vari Governi – si legge nel testo approvato – che si sono succeduti negli anni, siano essi di centro, di destra, di sinistra o addirittura tecnici, sembra abbiano fatto a gara nella tutela di quei pochi ricchi e delle varie caste” . I Finanzieri fanno notare che con la crisi, oltre ad essere aumentati i risparmi degli  italiani, è cresciuta anche l’evasione fiscale. Gli ultimi dati forniti dall’Europa, infatti, segnalano per l’Italia un’evasione fiscale – cioè soldi illegalmente sottratti al fisco – di 181 miliardi di euro annui. Per alcune categorie di contribuenti, il tasso di evasione è pari addirittura all’80% del reddito totale prodotto.

Il documento evidenzia che in Italia – più che in altri Paesi europei – ci sono soldi che finiscono direttamente nei risparmi accumulati (evasione fiscale, corruzione, estorsione, ecc.) senza passare nella dichiarazione dei redditi. Ciò dipende dal fatto che l’Italia, al contrario di altri Paesi, non si è ancora dotata di un’efficace normativa a contrasto dell’autoriciclaggio.

I rappresentanti militari lanciano delle proposte ben precise: ritengono che per recuperare coesione e solidarietà sociale sia necessario un atto di giustizia riparativa attraverso il varo di un’imposta patrimoniale con “aliquota personale congrua”.  Si tratta di mettere a confronto i redditi dichiarati di ogni cittadino negli ultimi 20 anni con il patrimonio (mobiliare e immobiliare) posseduto. Maggiore sarà l’aderenza del patrimonio detenuto con la media dei redditi dichiarati, minore sarà l’aliquota dell’imposta patrimoniale, fino ad assumere valore pari a zero in caso di totale congruità.

Anche l’imposta di successione e donazione dovrebbe dipendere dalla congruità del patrimonio da trasferire con la media dei redditi dichiarati dal defunto al donante. In buona sostanza, un modo per far pagare chi finora non ha pagato o non ha contribuito in modo adeguato.

Gli ufficiali e agenti di polizia tributaria, infine, auspicano che il Parlamento, quando discuterà le riforme in materia di contrasto all’evasione, consulti preventivamente gli organismi di rappresentanza della Guardia di Finanza. Ciò in quanto la scelta di uno strumento di lavoro dovrebbe essere concertata con gli utilizzatori dello strumento, e non con coloro nei cui confronti lo strumento deve produrre i suoi effetti.

Interessante notare come tutte le analisi e le soluzioni proposte nel documento si fondano su un presupposto “costituzionale”, in particolare facendo riferimento agli art. 53 e 54 della Costituzione, quelli sull’equità della tassazione e sull’adempimento – con disciplina e onore – delle funzioni pubbliche.

In altre parole non si tratta di un’invasione di campo (i finanzieri che fanno politica), ma di un appello a seguire ed  attuare la Costituzione Repubblicana. Semmai è paradossale che – mentre i finanzieri  richiamano tutti alla Carta Fondamentale – il Governo e il Parlamento si ripromettono di cambiarla in modo sostanziale. Un segno dei tempi, che non sembrano essere particolarmente positivi.