Bergamo, 5 Dicembre 2013 | di Rocco Artifoni
“Porcellum” incostituzionale: e adesso chiedete scusa.
La Corte Costituzionale – come era facilmente prevedibile – ha dichiarato l’incostituzionalità del “porcellum”, l’attuale legge elettorale per due questioni: l’assegnazione di un premio di maggioranza senza una soglia minima di consensi e le liste bloccate, cioè l’impossibilità di scelta dei candidati da parte degli elettori.
Prevedibile perché il contrasto della legge elettorale con la Costituzione era davvero stridente:
1) se il voto di ogni cittadino vale uno (“eguale” dice l’art. 48 della Carta), com’è possibile che chi vota per il primo partito possa raddoppiare il valore del suo voto e chi vota per un partito appena più piccolo debba dimezzare il valore del proprio voto, con il risultato finale che due voti eguali si differenziano di quattro volte come effetto sulla rappresentanza ottenuta?
2) se i candidati non sono scelti dagli elettori ma dai partiti, come si può sostenere che il voto è “libero” (art. 48 Costituzione) e che l’eletto rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato (art. 67 Costituzione)?
Bene: anche la Consulta ha di fatto dichiarato che la legge n. 270 del 2005 è una “porcata” (così fu definita dal suo fautore Calderoli) contro gli elettori per queste evidenti ragioni. In un paese normale, tutti quelli che hanno proposto e approvato la “porcata” dovrebbero dimettersi immediatamente o quanto meno chiedere scusa agli elettori.
Chi sono costoro? Tutti gli appartenenti alla Casa delle Libertà, costituita da Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC e Lega Nord. I leader di questi partiti si chiamano Berlusconi, Fini, Casini e Bossi. Tra questi il più convinto sostenitore del “porcellum” fu Silvio Berlusconi, che il 4 ottobre 2005 “minaccia la crisi di governo nel caso in cui non venisse approvata la riforma elettorale”. Ma a votare la “porcata” sono stati tutti i parlamentari di quei partiti, per esempio anche Alfano attuale leader del Nuovo Centro Destra.
Tutti pronti a vergognarsi? Ma quando mai. Ecco le prime dichiarazioni: Alfano dice che si tratta di una sentenza “ottima”, Casini si dichiara “soddisfatto”, mentre Calderoli sottolinea che di conseguenza tutti gli organi istituzionali elettivi sono delegittimati compresa la Corte Costituzionale (come se questa situazione fosse colpa di qualcun altro…).
C’è anche chi (Beppe Grillo e non solo) approfitta della situazione per dire che se il “porcellum” è incostituzionale si ritorna al “mattarellum”, cioè alla legge elettorale precedente, che prevedeva l’elezione dei parlamentari con un sistema maggioritario per il 75% e proporzionale per il 25%. Peccato che il “mattarellum” aveva analoghi difetti al “porcellum” in relazione ai due punti giudicati incostituzionali dalla Consulta, perché anche con il “mattarellum” c’era un forte premio di maggioranza nei collegi uninominali e c’erano le liste bloccate nei collegi proporzionali. Nessuno ricorda il 61 a 0 ottenuto con il “mattarellum” dalla Casa delle Libertà nel 2001in Sicilia? È con questi parlamentari che poi è stato approvato il “porcellum”. C’è poco da fare: il “porcellum” è il figlio legittimo del “mattarellum”, approvato nel 1993 con un voto quasi unanime, prima dai cittadini italiani attraverso un referendum e poi del Parlamento, da parte di partiti di centrodestra e di centrosinistra.
È il caso di ricordare che con l’introduzione del “mattarellum”, Giuseppe Dossetti, uno dei più autorevoli padri costituenti, nel 1994 aveva segnalato il pericolo, proponendo di alzare tutte le soglie per eleggere le cariche istituzionali più importanti, poiché la maggioranza dei parlamentari non rappresentava più necessariamente la maggioranza del popolo e non doveva assolutamente arrogarsi il potere di cambiare la Costituzione. L’appello di Dossetti di fatto cadde nel vuoto e così si sono succeduti i tentativi di modificare radicalmente la Carta costituzionale da parte di parlamentari eletti con una norma sostanzialmente incostituzionale. Oggi – con la sentenza della Consulta – gran parte della classe politica (che ha approvato il “mattarellum” e/o il “porcellum”) è nuda e dovrebbe vergognarsi. Ma altrettanto dovrebbe fare il popolo italiano, che votò con entusiasmo a favore del referendum che introdusse massicce dosi di maggioritario ed eliminò le preferenze. E che per 20 anni ha continuato a votare per una classe politica che si è ben guardata dal restituire agli elettori la possibilità di un voto davvero libero ed eguale.
Adesso tutti costoro sono già saliti sul carro della Corte Costituzionale, come se da due decenni si fossero sempre battuti contro le nefandezze delle ultime due leggi elettorali che loro stessi hanno approvato. Nessuno dei politici chiederà scusa e nessuno degli italiani chiederà scusa. Siamo un popolo che sbaglia troppo spesso, ma soprattutto siamo gente a cui piace perseverare negli errori.
Ci consola sapere che al vertice del nostro sistema istituzionale ci sono 15 saggi che finalmente hanno detto una parola di verità sulla legge elettorale. Una dimostrazione che la nostra Costituzione ha previsto molti antidoti contro l’arroganza del potere. Che almeno ci serva da lezione.