2023 | Accusato di ‘ndrangheta, il Riesame lo scarcera | Era stato arrestato il 13 dicembre 2022 con l'accusa di essere legato alla ‘ndrangheta e in particolare al clan Bellocco, nell'ambito dell'operazione “Ritorno”. Il 5 gennaio 2023, invece, A.M. – originario di Reggio Calabria e residente ad Albano Sant’Alessandro – viene scarcerato: lo ha deciso il tribunale del Riesame di Brescia, annullando la precedente ordinanza di custodia cautelare. A.M. era stato in precedenza arrestato nel 2017, quando a Foresto Sparso sparò alcuni colpi di fucile contro l'abitazione di un imprenditore “del giro”. | Albano Sant'Alessandro | Maddalena Berbenni, Antonio Macrì e l'inchiesta sui Bellocco: «Costante contributo al clan», ma torna libero, Corriere della Sera - Bergamo, 7 gennaio 2023 |
2023 | Tentata estorsione, condanna definitiva. La 'ndrangheta sullo sfondo | Il 24 gennaio 2023 diventa definitiva la condanna a due anni e otto mesi per Antonio Settembrini, già titolare della Ppb di Seriate, azienda di trasporti con sede a Seriate. La condanna a Settembrini si inserisce in una complessa vicenda con legami alla ‘ndrangheta: in questo filone processuale, Settembrini era accusato di aver ingaggiato due uomini legati alle cosche per scoraggiare la concorrenza di un rivale nel settore degli autotrasporti. Allo stesso tempo, Settembrini è parte offesa nel processo per il rogo ai danni della Ppb avvenuto a dicembre 2014. Nelle motivazioni della sentenza, la Cassazione richiama indica come il gruppo criminale aveva un «sicuro e incontestabile collegamento con le strutture mafiose della ‘ndrangheta calabrese». | Seriate | Ortofrutta, condanna definitiva a Settembrini, L'Eco di Bergamo, 31 gennaio 2023; Giuliana Ubbiali, Ndrangheta, fu vittima del rogo dei tir alla Ppb. Ora è in carcere per l'aiuto chiesto al clan, Corriere della Sera - Bergamo, 31 gennaio 2023; Corte di Cassazione, Sentenza sui ricorsi proposti da Caminiti Carmelo e altri, n. 30582, anno 2023, presidente Luigi Agostinacchio, relatore Vincenzo Tutinelli |
2023 | Il killer della 'ndrangheta in fuga e i legami con Bergamo | Una storia vecchia di oltre vent'anni riemerge dalla cronaca. Il 30 gennaio 2023 Massimiliano Sestito – killer di 'ndrangheta – evade dagli arresti domiciliari nella sua abitazione di Pero (Milano), per poi essere ri-arrestato il 4 febbraio 2023. Era in attesa della sentenza della Cassazione per l'omicidio di Renato Lio, appuntato dei carabinieri ucciso il 20 agosto 1991 a Soverato, in Calabria; la condanna all'ergastolo arriverà poi il 2 marzo 2023. Sestito aveva un legame con Bergamo, perché le indagini sull'omicidio del 1991 portarono infatti alla luce due appartamenti tra Boltiere e Osio Sopra all'epoca intestati al killer della 'ndrangheta: due basi operative in cui fu rinvenuto dai carabinieri un “tesoretto” con armi, soldi e refurtiva varia | Boltiere, Osio Sopra | Luca Bonzanni, Il killer evaso dal carcere frequentava la Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 3 febbraio 2023 |
2023 | Le cooperative fallite e l'ombra delle 'ndrine, l'indagine procede | Il 2 febbraio 2023 arriva alla fase dell'udienza preliminare l'inchiesta su una rete di cooperative di facchinaggio e di servizi fallite nella Bassa bergamasca, ma anche nel Milanese e in altre città: sullo sfondo ci sarebbero anche contiguità con la 'ndrangheta, visto che la Direzione distrettuale antimafia di Brescia contesta l'aggravante mafiosa ad alcuni dei 32 indagati (per aver foraggiato la locale di Desio). Al centro ci sono due famiglie – una calabrese, l'altra siciliana – residenti tra Calvenzano e Treviglio. «Già in precedenza era stata chiesta una misura di prevenzione antimafia, ma il presidente del tribunale la respinse — ricorda l'avvocato di una delle famiglie sotto accusa —. Rimase il sequestro, ma per i reati fiscali». | Treviglio, Calvenzano | Giuliana Ubbiali, «Le coop in bancarotta e i soldi alla 'ndrina»: a giudizio anche le donne del clan, Corriere della Sera - Bergamo, 3 febbraio 2023 |
2023 | I fallimenti “pilotati” della 'ndrangheta e l'azienda di Suisio | Arrivano fino a Suisio, nell'Isola bergamasca, le indagini dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Varese che il 31 marzo 2023 portano a sei arresti ordinanze di custodia cautelare in Lombardia: al centro, gli interessi di cosche della 'ndrangheta radicate tra Vibo Valentia in Calabria e Legnano e Lonate Pozzolo tra Milano e Varese. Il modus operandi dei clan sarebbe stato quello – ormai collaudato – di commettere una serie di reati finanziari (false fatture, indebite compensazioni, intestazioni fittizie, bancarotta, riciclaggio) per ottenere indebiti vantaggi fiscali. In una delle vicende ricostruire dagli inquirenti, E.B., pluripregiudicato classe 1969, ritenuto la “mente” dell'operazione, avrebbe “svuotato” un'azienda di Suisio, la Otra-Officine Trasformazione Metalli, facendola infine fallire nel 2020; sarebbero stati omessi versamenti Iva per quasi 800mila euro a fronte di fatture emesse per 4 milioni di euro | Suisio | Luca Testoni, 'Ndrangheta e ditte fallite. Sei arresti, L'Eco di Bergamo, 1 aprile 2023; Maddalena Berbenni, 'ndrangheta a Bergamo, la «latitanza» pagata e i fiumi di contanti: quelle società svuotate all'ombra delle cosche, Corriere della Sera - Bergamo, 3 aprile 2023; Corte di Cassazione, Sentenza sul ricorso proposto da Ponzoni Maurizio, n. 46403/2023, presidente Rosa Pezzullo, relatore Rossella Catena, udienza del 6 novembre 2023 |
2023 | Atterra a Orio: arrestato latitante di 'ndrangheta | Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Torino sarebbe un affiliato alla 'ndrangheta operativo in Piemonte: la latitanza di Giuseppe Francesco Sganga finisce il 7 novembre 2023 all'aeroporto di Orio al Serio, appena rientrato da una latitanza in Georgia. L'uomo, su cui pendeva un mandato di cattura internazionale, era stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e ricettazione ed è imputato in un secondo processo per accesso abusivo a sistemi informatici e per tentate frodi informatiche | Orio al Serio | Aeroporto di Orio, latitante della 'ndrangheta arrestato dopo l'atterraggio, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 8 novembre 2023 |
2023 | Mafia nigeriana, un arresto a Ponte San Pietro | C'è anche un uomo residente a Ponte San Pietro tra i 16 nigeriani arrestati il 29 marzo 2023 perché sospettati di appartenere al clan Eiye, uno dei gruppi mafiosi nigeriani ormai operativo da tempo anche in Italia. Lo racconta un'inchiesta della procura di Torino, per fatti accaduti principalmente nel capoluogo piemontese: ai 16 nigeriani sono contestati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, rapina, estorsione, lesioni e reati in materia di stupefacenti. Secondo l'accusa, gli arrestati rappresenterebbero il vertice nazionale del “cult” degli Eiye, in costante contatto con i leader che si trovano in Nigeria, e direttamente incaricato delle nuove affiliazioni e della gestione dello spaccio nelle piazze torinesi. Sulla vicenda si veda anche: evento 14 Dossier 2019 | Ponte San Pietro | Alessandra Loche, Mafia nigeriana dello spaccio. Un arresto, L'Eco di Bergamo, 30 marzo 2023. |
2023 | Assalto al bar di Treviglio: era una faida sinti | Un'altra faida tra famiglie di etnia sinti, stavolta sfociata in un assalto al bar. Il 27 aprile 2023 la Polizia di Stato – sulla scorta delle indagini della Questura di Bergamo e del Commissariato di Treviglio – arresta nove persone (otto uomini e una donna) di etnia sinti per la spedizione punitiva avvenuta il 21 luglio 2022 al bar Cavour di Treviglio: nell'occasione furono picchiati i gestori e il loro nipote 14enne e venne rapinato l'incasso. Le indagini faranno luce sulle radici del raid: si tratta di una faida tra famiglie, costellata da altri episodi analoghi; già nell'agosto precedente alcune perquisizioni avevano portato al sequestro di una pistola. | Treviglio | Assalto al Cavour per la faida tra sinti. Nove in carcere, L'Eco di Bergamo, 28 aprile 2023. |
2023 | Brembate, regolamento di conti tra famiglie rom | Sprangate e colpi di pistola, sull'asfalto sangue ma nessun bossolo. È lo scenario che si compone il 18 maggio 2023 nella zona industriale di Brembate, in un piazzale tra via Veneto e via Piemonte: protagoniste del regolamento di conti sono due famiglie rom, probabilmente contrapposte a causa di una faida. | Brembate di Sopra | Remo Traina, Rissa dei rom tra i capannoni con spari, sprangate e un ferito, L'Eco di Bergamo, 19 maggio 2023. |
2023 | Albano Sant'Alessandro, raid al ristorante: l'ombra delle faide indiane | Prima la lite, poi gli spari. Nella notte tra il 10 e l'11 giugno 2023 si scatena una spedizione punitiva contro un ristorante indiano alla periferia di Albano Sant’Alessandro. La vicenda sembra inserirsi in un regolamento di conti tra fazioni della comunità indiana: un cliente del ristorante, un 35enne residente nel Cremonese, è stato ferito da un proiettile. Dopo l'episodio, la licenza del ristorante viene sospesa per 90 giorni. Per la questura il ristorante è un «locale di ritrovo di persone pericolose ed armate determinando gravi ripercussioni per l'ordine e la sicurezza pubblica». Il 2 agosto 2023 viene arrestato C.M., operaio 27enne residente a Fara Olivana con Sola, mentre un secondo uomo è riuscito a fuggire all'estero e verrà poi catturato a novembre 2023 in un ospedale a Dublino. Secondo le indagini, a scatenare la vendetta sarebbe stato un filmato diffuso sui social e ritenuto diffamatorio. | Albano Sant'Alessandro, Fara Olivana con Sola | Monica Armeli, Blitz alla festa, colpi d'arma da fuoco. Un ferito grave: ora è caccia all'uomo, L'Eco di Bergamo, 12 giugno 2023; Raid punitivi e intimidazioni, un circolo della violenza tra Bassa e Val Cavallina, L'Eco di Bergamo, 12 giugno 2023; Dopo la sparatoria, sigilli per il ristorante di Albano, L'Eco di Bergamo, 14 giugno 2023; Sparatoria per un video. Un arrestato, l'esecutore è fuggito all'estero, L'Eco di Bergamo, 3 agosto 2023; Maddalena Berbenni, Gli indiani della sparatoria ad Albano: «È lui Jasvir!». Così i carabinieri sono arrivati ai due sospetti, Corriere della Sera - Bergamo, 3 agosto 2023; Catturato in un ospedale di Dublino. Accusato della sparatoria del 10 giugno, L'Eco di Bergamo, 30 novembre 2023. |
2023 | Coinvolto nella sparatoria di Trescore, evade dall'ospedale | Era stato uno dei protagonisti della clamorosa sparatoria tra gruppi rom che nell'agosto 2017 aveva scatenato il caos a Trescore Balneario. Il 17 agosto 2023 Principe Horvat, esponente di spicco dell'omonima famiglia rom insediata nella val Cavallina, fa perdere le sue tracce con una clamorosa evasione dall'ospedale Sacco di Milano, dove era stato trasferito per motivi di salute dal carcere di Bollate in cui stava scontando una condanna per un'estorsione; in ospedale l'uomo non era piantonato dalle forze dell'ordine. Secondo l'avvocato di Horvat, il suo assistito «è affetto da una patologia importante e in carcere lamentava problemi riguardanti le cure. Credo che l'allontanamento si spiega solo con una ragione: il timore di tornare in cella e di non avere così la possibilità di curarsi adeguatamente. Io credo che si sia allontanato per andarsi a curare in modo opportuno». Per la sparatoria di Trescore era stato condannato a 5 anni in appello. Sulla vicenda si vedano anche: eventi 436 e 437 Dossier 2017, eventi 12 e 14 Dossier 2018, eventi 6 e 8 Dossier 2020, evento 4 Dossier 2021 | Trescore Balneario | Stefano Serpellini, Dal carcere trasferito all'ospedale. Ma Horvat evade: non era piantonato, L'Eco di Bergamo, 24 agosto 2023. |
2023 | Spirano, maxi-rissa tra fazioni indiane: due persone in ospedale, tre arrestate | Una maxi-rissa tra fazioni indiane, con coltelli e accette. Questa volta lo scenario è la zona occidentale della pianura bergamasca: è quanto accade nella tarda serata del 18 novembre 2023, nella centralissima piazza Libertà, col coinvolgimento di una quindicina di persone, tutte di nazionalità indiana. Due persone finiscono in ospedale, tre vengono arrestate. | Spirano | Niall Ferri, Maxi rissa tra indiani a Spirano. Due in ospedale e tre in manette, L'Eco di Bergamo, 20 novembre 2023; Federico Rota, Spirano, maxi rissa in centro paese: «Un indiano era a terra, un altro correva con una roncola», 21 novembre 2023 |
2023 | Bassa bergamasca, spedizione punitiva: 8 arresti | Un'altra spedizione punitiva nell'ambito di scontri tra le fazioni della comunità indiana. Avviene il 28 dicembre 2023 ai confini della Bassa bergamasca, dove un giovane indiano viene sequestrato e pestato da otto connazionali, come vendetta per un video privato diffuso sui social. La vicenda viene alla luce grazie a un'auto intercettata dai carabinieri di Treviglio e Calcio a Fontanella, mentre un'altra auto verrà trovata a Codogno. Scattano tre arresti, un fermo e quattro denunce a piede libero; viene anche scoperta una pistola semiautomatica calibro 7,65. | Fontanella, Codogno | Fontanella, sequestro, rapina e lesioni per motivi sentimentali: fermati 8 indiani, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 29 dicembre 2023; Fabio Conti, Video privato diffuso sui social. Sequestrato indiano: 8 indagati, L'Eco di Bergamo, 30 dicembre 2023. |
2023 | La maxioperazione parte da Bergamo: 119 arresti fino in Albania | I numeri sono impressionanti: 119 arresti (di cui 8 in Bergamasca) e 26 denunce a piede libero e il sequestro di 15 chili di eroina, 120 di cocaina, 129 di marijuana e 92 di hashish, oltre a un milione di euro in contanti. È la sintesi della maxi operazione antidroga coordinata dalla procura di Bergamo e conclusa il 26 gennaio 2023. L'indagine ha fatto luce su un vasto traffico di droga tra Italia e Albania. Tutto nasce dall'arresto nel 2017 di un corriere della droga a Seriate, fermato con due panetti di cocaina. Gli arrestati in Bergamasca vivevano tra Albano Sant’Alessandro, Terno d'Isola, Dalmine, Ponte San Pietro, Sarnico, Alzano Lombardo, Monasterolo del Castello e Stezzano; sono state individuate poi due raffinerie di droga a Cremona e Milano (che serviva a rifornire anche il “bosco” di Rogoredo). Nella rete delle indagini anche un viceministro albanese e un procuratore albanese. Il 19 febbraio 2023, il tribunale del Riesame di Brescia dispone la scarcerazione per sei persone. In seconda battuta, a ottobre 2023, scatta il sequestro di beni per altri tre milioni di euro, su disposizione del tribunale speciale di primo grado per la corruzione e la criminalità organizzata di Tirana: finiscono sotto sigilli, in Albania, 5 immobili, 5 società, tre auto e un peschereccio. | Seriate, Albano Sant'Alessandro, Terno d'Isola, Dalmine, Ponte San Pietro, Sarnico, Alzano Lombardo, Monasterolo del Castello, Stezzano, Milano, Cremona | Fabio Paravisi, Arrestati i trafficanti del boschetto di Rogoredo. Indagini nate da uno zainetto di droga trovato in autostrada, Corriere della Sera - Bergamo, 26 gennaio 2023; Droga, 119 arresti. Smantellata rete europea di spaccio, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2023; Nella rete viceministro e procuratori albanesi, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2023; Da un controllo a Seriate è partita la maxi inchiesta, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2023; L'organizzazione riforniva il «boschetto» di Rogoredo, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2023; Bergamo, in carcere per 10 chili di droga: il Riesame libera lui e altri cinque, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 20 febbraio 2023; La droga di Rogoredo (e non solo): ai narcotrafficanti in Albania sequestrato anche un peschereccio, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 20 ottobre 2023; Sequestri per tre milioni alla rete di spaccio albanese, L'Eco di Bergamo, 21 ottobre 2023. |
2023 | La coppia insospettabile e i 16,5 kg di droga | Due insospettabili trafficanti di droga. È quanto scopre la Polizia di Stato il 31 gennaio 2023, quando ferma per un controllo vicino al casello di Dalmine una coppia di bergamaschi incensurati (50 anni lui, 30 anni lei) residenti in valle Imagna. Attirati da un odore sospetto, i poliziotti perquisiscono l'auto e scoprono 3,650 chilogrammi di hashish; viene poi passata al setaccio l'abitazione della coppia, dove vengono trovati altri 12,573 chili di hashish, 135 grammi di cocaina e 185 grammi di marijuana. Totale: circa 16,5 chili di droga. | Dalmine | Fabio Conti, Odore di hashish nell'abitacolo. Coppia trovata con 16 kg di droga, L'Eco di Bergamo, 4 febbraio 2023. |
2023 | Osio Sotto, 61 chili di hashish nel garage | Tutto era nato da uno strano viavai nei garage di un palazzo. Quella segnalazione si è rivelata una pista concreta: il 6 marzo 2023 la polizia locale di Osio Sotto scopre infatti un carico di 61 chilogrammi di hashish divisi in panetti di varia dimensione, in un box di via Diaz. Il proprietario, di nazionalità marocchina, è stato arrestato. | Osio Sotto | Patrik Pozzi, «Strani viavai nei garage del palazzo»: la Polizia locale trova 61 chili di hashish, L'Eco di Bergamo, 7 marzo 2023. |
2023 | Val Cavallina, il pusher e la cliente da 73mila euro in un anno | È la dimostrazione di quanto sia invisibile ma capillare lo spaccio di droga in Bergamasca. Lo racconta l'indagine dei carabinieri di Casazza che il 19 luglio 2023 porta all'arresto di S.E., cinquantenne marocchino pregiudicato, residente a Endine Gaiano, accusato di essere un pusher di riferimento per la cocaina in val Cavallina. Una trentina i clienti: tra questi una donna che in un solo anno ha speso 73mila euro. | Endine Gaiano | Cocaina in Val Cavallina, preso il pusher. Operaia ha speso 73mila euro in un anno, L'Eco di Bergamo, 20 luglio 2023. |
2023 | I clan albanesi tra Italia e Svizzera: arresti anche in bergamasca | Un giro di droga internazionale, tra Italia, Svizzera e Albania. Aveva ramificazioni anche in Bergamasca il gruppo dedito al narcotraffico che viene smantellato il 13 settembre 2023 da un'operazione della Direzione distrettuale antimafia di Milano che porta complessivamente a 24 ordinanze di custodia cautelare. Due arresti riguardano cittadini residenti in Bergamasca, un 32enne albanese di Torre Boldone e un coetaneo bergamasco di Carobbio degli Angeli (ai domiciliari); in precedenza, nel corso delle indagini erano stati arrestati tre albanesi residenti tra Albino e Cavernago. Secondo gli inquirenti, questa rete del narcotraffico era gestita da due gruppi albanesi, in affari tra loro, che facevano capo alle famiglie dei Lusha di Peschiera Borromeo e ai Goseni di Cologno Monzese, con collegamenti operativi in Albania, basi logistiche in provincia di Milano e ramificazioni tra Monza, Bergamo, la Calabria e la Svizzera. Il gruppo era in grado di importare e poi spacciare grosse quantità di eroina e cocaina: nel corso delle indagini sono stati sequestrati complessivamente 42 chili di droga tra eroina, cocaina e hashish e altrettanti chili di sostanze da taglio. | Torre Boldone, Carobbio, Albino, Cavernago, Peschiera Borromeo, Cologno Monzese, Bergamo, Monza | Luca Testoni, Droga tra Italia e Svizzera. Due arresti in provincia, L'Eco di Bergamo, 14 settembre 2023. |
2023 | Loreto, il cane Loki fiuta 14 chili di hashish | Quattordici chili di hashish. Il fiuto di Loki, cane dell'unità cinofila della polizia locale di Bergamo, porta a un risultato importante il 27 settembre 2023 nel quartiere di Loreto, nei pressi di un cassonetto per gli abiti usati: partendo dalla segnalazione di un cittadino, gli agenti hanno approfondito la “dritta” riuscendo poi a scoprire un quantitativo di droga che sul mercato avrebbe fruttato almeno 150mila euro. | Bergamo | Bergamo, la droga nascosta nel cassonetto degli abiti usati: maxi sequestro grazie a un cittadino, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 29 settembre 2023. |
2023 | Traffico di droga con la Spagna: 5 bergamaschi coinvolti | Spagna-Italia, anche questa rotta del narcotraffico è sempre calda. Lo conferma l'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano che il 17 ottobre 2023 si conclude con l'esecuzione di 58 misure cautelari in tutta Italia, compresa la Bergamasca: tre bergamaschi residenti tra Curno, Zanica e Fornovo vengono arrestati, altri due, residenti a Ponte San Pietro e Fara Gera d'Adda, sono sottoposti a fermo. Tutti e cinque sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. La maxi-rete del narcotraffico in cui erano inseriti aveva proporzioni enormi: gli inquirenti hanno scoperto canali di approvvigionamento per circa 30 tonnellate tra marijuana e hashish, con transazioni per 42 milioni di euro e un giro di contanti da 26 milioni di euro. Il gruppo comprendeva membri di nazionalità italiana, spagnola, albanese e cinese. | Curno, Zanica, Fornovo San Giovanni, Ponte San Pietro, Fara Gera d'Adda | Luca Testoni, Traffico di droga con la Spagna, cinque arresti e fermi, L'Eco di Bergamo, 18 ottobre 2023. |
2023 | I tre corrieri della droga in bergamasca e l'indagine di Venezia | C'erano anche tre corrieri della droga attivi in Bergamasca tra le persone nel mirino dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, conclusa il 16 novembre 2023 con un totale di 19 arresti (14 in carcere, 5 ai domiciliari) su un ampio traffico di droga gestito da albanesi e italiani. Nelle fasi precedenti delle indagini erano stati infatti arrestati tre uomini – tutti di nazionalità albanese – operativi in provincia di Bergamo: un arresto era stato eseguito a Gorlago nel novembre 2021 per la cessione di un chilo di cocaina, un secondo arresto nel marzo 2022 a Brembate per un carico da 100 chili di droga (80 di hashish, 10 di cocaina e 10 di eroina), il terzo nel luglio del 2022 per un carico da 30 chili di droga custoditi in un'abitazione di Adrara San Martino. Complessivamente il gruppo finito nel mirino dell'Antimafia di Venezia avrebbe movimentato droga per un valore di almeno 34 milioni di euro. | Gorlago, Adrara San Martino, Brembate | Maxi indagine per droga. In provincia tre corrieri, L'Eco di Bergamo, 17 novembre 2023. |
2023 | Traffico di droga in Puglia, due arresti a Cologno al Serio | C'è anche una coppia di albanesi residenti a Cologno al Serio tra le 17 persone arrestate il 6 dicembre 2023 nell'ambito di un'operazione della procura di Foggia per un ampio giro di droga in Puglia. Gli accusati devono rispondere a vario titolo dei reati di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. | Cologno al Serio | Fabio Conti, Traffico di droga. Arrestata a Cologno una coppia albanese, L'Eco di Bergamo, 7 dicembre 2023. |
2023 | Rete dello spaccio tra Varese e Milano, un arresto a Treviglio | C'è anche un albanese residente a Treviglio tra i 22 destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Milano su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica del capoluogo lombardo: insieme ad altri 19 connazionali e 2 italiani, l'uomo – già arrestato due anni fa sempre per reati di droga – è accusato di far parte di un'associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. L'operazione scatta il 20 dicembre 2023: le indagini hanno fatto luce su un ampio giro di droga tra Milano, Varese e Lecco; nella fase investigativa sono stati sequestrati complessivamente 20 chilogrammi di cocaina, 10 di eroina, 81 di hashish (sul mercato avrebbero fruttato circa 3 milioni di euro) e oltre 450mila euro in contanti. | Treviglio | Luca Testoni, Rete dello spaccio, l'indagine da Varese arriva anche nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 21 dicembre 2023. |
2023 | Tentata estorsione a commerciante di Gazzaniga, due arresti | Un recupero crediti da 10mila euro, pistola in pugno. Il 19 marzo 2023 scattano due arresti per tentata estorsione ai danni di un commerciante di Gazzaniga, sulla scorta di un episodio avvenuto l'11 ottobre 2022. Un nordafricano, ritenuto l'esecutore materiale dell'intimidazione, finisce in carcere, mentre un italiano – il mandante dell'estorsione – va ai domiciliari. | Gazzaniga | Tentata estorsione a commerciante. Due arrestati, L'Eco di Bergamo, 20 marzo 2023. |
2023 | Il racconto del barista caduto nella rete degli usurai | «A un certo punto ero diventato un cane che si mordeva la coda: mi facevo prestare i soldi da uno per poter saldare il prestito ottenuto da un altro. Nessuno mi dava più una mano, la mia società non navigava in buone acque e non sapevo più come reperire denaro». È il racconto di un 53enne bergamasco, titolare di un bar nell'hinterland, quando il 28 novembre 2023 è chiamato in tribunale a Bergamo a testimoniare nell'ambito del processo per un giro di usura che lo ha visto vittima. Per la procura, il barista sarebbe infatti vittima di L.D.M.P., 72enne di Bonate Sopra, ex dj e titolare di una radio, arrestato per usura nell'aprile 2021 insieme ad altre due persone (già condannate con rito abbreviato). Sulla vicenda si veda anche: evento 28 Dossier 2021 | Bonate Sopra | «Così il dj Miky rivoleva i soldi a tassi usurari», L'Eco di Bergamo, 29 novembre 2023. |
2023 | Treviglio, rogo doloso alla Pizzeria: nessun racket, ma “truffa all’assicurazione” | Nessun racket o intimidazione, ma il tentativo di una truffa all'assicurazione. Sembra avere questa dinamica, almeno secondo la ricostruzione della procura di Bergamo, il rogo doloso che tra il 22 e il 23 dicembre 2019 aveva distrutto la pizzeria «La jungla» di Treviglio, all'interno del parco Baden Powell di via Marconi. La vicenda emerge in tribunale a Bergamo il 20 marzo 2023. A processo c'è il padre del giovane a cui era intestata l'attività: per gli inquirenti, aveva appiccato le fiamme per riscuotere 300mila euro di assicurazione; l'imputato si dichiara estraneo ai fatti. Sulla vicenda si veda anche: evento 43 Dossier 2019 | Treviglio | Pizzeria distrutta da un rogo doloso. L'accusa: «Fu truffa all'assicurazione», L'Eco di Bergamo, 21 marzo 2023. |
2023 | Chiuduno, molotov contro villa di imprenditore indagato per false fatture | Una bottiglia molotov contro l’abitazione di un imprenditore accusato di false fatture. Accade il 6 dicembre 2023 a Chiuduno, in via Montanari: vittima è un uomo coinvolto in un’inchiesta della procura di Bergamo per frodi fiscali. L’ipotesi degli inquirenti è che si tratti di un gesto intimidatorio maturato nell’ambito delle frodi al fisco. | Chiuduno | Stefano Serpellini, Molotov contro la villa dell'imprenditore indagato per le fatture, L'Eco di Bergamo, 12 dicembre 2023. |
2023 | Ranica, appalto truccato per la mensa: due condanne, un patteggiamento | Un patteggiamento e due condanne con rito abbreviato. Il 31 marzo 2023 si chiude così il processo di primo grado di fronte al tribunale di Milano per un'inchiesta su un giro di appalti pilotati per le mense scolastiche: le indagini erano culminate nel 2022 in alcune misure cautelari e avevano fatto luce anche su un appalto per la ristorazione pubblica indetto dal Comune di Ranica (il Comune è estraneo ai fatti, anzi si è costituito parte civile), oltre ad altre vicende simili tra Milano e Brescia. Imputati per turbativa d'asta e corruzione, in primo grado arrivano le condanne a tre anni e due mesi per Antonietta Monteleone, consulente dietista originaria di Reggio Calabria e residente a Monza, e a due anni e quattro mesi per Lorenzo Del Sarto, rappresentante di un'azienda di ristorazione; patteggia tre anni e sei mesi Carmelo Sparacino, ex dipendente di un'altra azienda della ristorazione. Stando all'accusa, Monteleone – con la complicità di Sparacino – avrebbe avvertito in anticipo Del Sarto della pubblicazione del bando del Comune di Ranica, così da consentirgli l'aggiudicazione dell'affidamento in concessione del servizio di refezione scolastica nel quadriennio 2021-2024. Tutto ciò in cambio della promessa di una mazzetta. Il 27 gennaio 2023, l'accusa – sostenuta dai pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri – aveva chiesto la condanna a 3 anni, 4 mesi e 20 giorni per Antonietta Monteleone e a 2 anni, 8 mesi e 20 giorni per Lorenzo Del Sarto. Sulla vicenda si veda anche: evento 36 Dossier 2022 | Ranica | Luca Testoni, «Ranica, appalti truccati per la mensa». Chieste due condanne, L'Eco di Bergamo, 28 gennaio 2023; Luca Testoni, Ranica, per l'appalto mensa condannata l'ex consulente, L'Eco di Bergamo, 1 aprile 2023. |
2023 | Falsi pascoli per ottenere contributi europei, 15 aziende bergamasche nel mirino | Un danno erariale da quattro milioni di euro, una frode ai danni dello Stato su contributi agricoli stanziati dall'Unione europea ed erogati da Regione Lombardia. È ciò che mette al centro l'operazione della procura lombarda della Corte dei conti, con le indagini svolte dalla Guardia di finanza di Como, e resa nota il 1° marzo 2023: secondo quanto ricostruito dagli investigatori, una novantina di aziende agricole lombarde, di cui una quindicina bergamasche, avrebbero simulato l'esistenza di diversi pascoli per ottenere i contributi europei. | Provincia di Bergamo | Luca Testoni, Falsi pastori per ottenere contributi europei: maxi frode da 4 milioni di euro, L'Eco di Bergamo, 2 marzo 2023. |
2023 | Foppolo, assolto in appello l'ex senatore accusato di corruzione | Assoluzione. È la sentenza pronunciata il 12 giugno 2023 dalla Corte d'appello di Brescia in favore di Enrico Piccinelli, ex senatore di Forza Italia ed ex assessore provinciale all'Urbanistica, imputato per corruzione nell'ambito dell'iter per approvare il Pgt di Foppolo. Secondo l'accusa, Piccinelli avrebbe intascato quasi un milione di euro per aggiustare le pratiche: in primo grado Piccinelli era stato condannato a 5 anni, in secondo grado arriva invece l'assoluzione. «È la liberazione da un incubo - commentano gli avvocati di Piccinelli dopo la sentenza. Il processo fin dal primo grado aveva dimostrato l'assoluta legittimità del suo comportamento e smentito le accuse nei suoi confronti. I fatti oggettivi hanno sostenuto quello che lui diceva. Qui c'era la verità dei fatti contro parole che poi sono state smentite dagli stessi fatti». A ottobre 2023 vengono depositate le motivazioni dell'assoluzione. I giudici della Corte d'appello scrivono che sono «troppe le incongruenze, troppe le illogicità e le contraddizioni perché Piccinelli possa essere ritenuto responsabile di corruzione». I giudici bresciani definiscono «inattendibili» i testimoni che accusavano l'ex assessore e senatore. Se anche la tangente ci fosse stata per davvero, scrivono i giudici, «non è dimostrato che sia poi arrivata veramente a Piccinelli». L'assoluzione diventa definitiva a novembre 2023 quando la procura generale di Brescia rinuncia a ricorrere in Cassazione. «La sentenza di primo grado era stata folle e incomprensibile - commenta infine Piccinelli -. Fortunatamente dal dibattimento in appello i giudici hanno analizzato con serenità e a fondo le carte e hanno smontato pezzo per pezzo tutte le accuse nei miei confronti, facendo emergere che erano infondate. Il fatto stesso che la Procura generale abbia deciso di non presentare ricorso in Cassazione significa che ci troviamo di fronte a una sentenza d'appello molto forte e senza alcuna possibilità di appiglio. Il mio nome è stato fatto a mia insaputa per estorcere del denaro a qualcuno». Sulla vicenda si vedano anche: evento 337 Dossier 2016, evento 376 Dossier 2017, evento 60 Dossier 2018, evento 49 Dossier 2019, evento 30 Dossier 2020, evento 34 Dossier 2021, evento 33 Dossier 2022 | Foppolo | Tangenti, Piccinelli assolto in Appello, L'Eco di Bergamo, 13 giugno 2023; «Tangente non provata. E se fu pagata non finì all'ex senatore Piccinelli», L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2023; Fabio Conti, Tangenti, assoluzione definitiva per Piccinelli: «È emersa la verità», L'Eco di Bergamo, 21 novembre 2023. |
2023 | "Soldi per saltare la lista d'attesa", primario ai domiciliari | Ci sono anche dei pazienti bergamaschi tra le presunte vittime di G.M., primario di Oculistica all'ospedale di Esine (Brescia) che il 19 giugno 2023 finisce agli arresti domiciliari con le accuse di truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e indebita induzione a dare o promettere utilità: secondo le accuse della procura di Brescia, condivise dalla gip Federica Brugnara, il professionista avrebbe intascato fino a 700 euro alla volta da diversi pazienti per saltare le liste d'attesa. | Provincia di Bergamo | Giuseppe Arrighetti, «Soldi per saltare la lista d'attesa». Primario finisce ai domiciliari, L'Eco di Bergamo, 20 giugno 2023. |
2023 | Fatture false per 160 milioni, indagati 6 bergamaschi | Ci sono anche sei bergamaschi e quattro società con sede nella provincia di Bergamo tra le 80 persone e le 50 imprese indagate nell'operazione della Guardia di finanza di Brescia che il 3 luglio 2023 porta complessivamente a dieci arresti con l'accusa di aver dato vita a un'associazione a delinquere finalizzata all'emissione e all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio dei metalli ferrosi e non ferrosi. Secondo gli inquirenti, gli imprenditori e le imprese hanno messo in piedi un giro di fatture false per 160 milioni di euro, in grado di evadere complessivamente 26 milioni di euro di Iva. Le società bergamasche coinvolte hanno sede tra Torre Boldone, Trescore Balneario, Casnigo e Ponte San Pietro, mentre gli indagati sono residenti a Bergamo, Vertova, Gazzaniga, Ponte San Pietro, Alzano Lombardo e Trescore Balneario. | Torre Boldone, Trescore Balneario, Casnigo, Ponte San Pietro, Bergamo, Vertova, Gazzaniga, Alzano Lombardo | Paolo Bertoli, Fatture false per 160 milioni. La Finanza indaga 6 persone, L'Eco di Bergamo, 4 luglio 2023. |
2023 | Falsi permessi di soggiorno e sussidi, una rete tra Brescia e Bergamo | Il sistema sembrava collaudato, almeno fino a quando non è stato scoperto dalla Guardia di finanza. Ci sono anche quattro immigrati in provincia di Bergamo tra le oltre cento persone coinvolte nella maxi-inchiesta delle Fiamme gialle di Clusone su un sistema di frode ai danni dello Stato per ottenere permessi di soggiorno o sussidi grazie a documenti falsi, oppure autentici ma con informazioni false. L'operazione si conclude il 2 novembre 2023 con undici arresti; dalle carte dell'inchiesta, condotta dalla procura di Brescia, emerge come anche quattro persone residenti in Bergamasca – tra Bergamo, Covo, Cologno al Serio e Romano di Lombardia – avrebbero acquistato documenti falsi. A gestire la rete erano in particolare un 51enne bresciano e la sua compagna, una 40enne tailandese, insieme ad altri complici italiani e stranieri. «Il gruppo – si legge nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Brescia Erica Battaglia – aveva acquisito una vera e propria posizione dominante nel mercato illecito, rappresentando un punto di riferimento per gli stranieri interessati a permanere illegalmente sul territorio nazionale mediante false assunzioni. Tutti i principali indagati hanno dimostrato di vivere nell'illegalità, quale spazio parallelo nel quale muoversi ordinariamente, tanto da considerare l'attività criminosa svolta alla stregua di un vero e proprio lavoro». | Clusone, Bergamo, Covo, Cologno al Serio, Romano di Lombardia | Paolo Bertoli, Facevano false assunzioni per avere sussidi: 11 arresti, L'Eco di Bergamo, 3 novembre 2023. |
2023 | Corruzione in Valtellina, perquisizioni anche in bergamasca | Toccano anche Bergamo le perquisizioni condotte dalla Guardia di finanza di Sondrio l'8 novembre 2023, nell'ambito di un'inchiesta della procura locale su episodi di corruzione nel Comune di Valdisotto, in Valtellina. Al centro dell'inchiesta c'è una presunta corruzione che coinvolge due dipendenti comunali e cinque imprenditori, con interessi anche fuori da Sondrio: per questo le perquisizioni toccano anche le province di Bergamo e Bologna. | Valdisotto, Bergamo | Corruzione in Valtellina. Perquisizioni e sequestri, L'Eco di Bergamo, 12 novembre 2023. |
2023 | La voluntary disclosure era "pulita", donna assolta (e 14 milioni restituiti) | Assoluzione. È la sentenza che pronuncia il 7 febbraio 2023 il tribunale di Bergamo, scagionando Carmen Testa perché il fatto non sussiste. La donna, residente ad Arcene, era accusata di aver messo in piedi una falsa voluntary disclosure – la procedura che consente di far rientrare soldi detenuti all'estero – per coprire i proventi di una bancarotta fraudolenta orchestrata dal marito (nel frattempo scomparso). Tutto era nato da una voluntary disclosure formalizzata nel 2015, che aveva insospettito la procura di Bergamo. La teoria accusatoria non ha retto al vaglio dei giudici di primo grado, che hanno accolto le tesi degli avvocati della donna, secondo cui le operazioni erano tutte regolari. La sentenza – sottolineano gli avvocati – «ha finalmente ristabilito la verità»; il tribunale ha disposto il dissequestro dei 14 milioni di euro su cui erano stati precedentemente messi i sigilli. Il 17 gennaio 2023 l'accusa aveva chiesto invece una condanna a 5 anni di reclusione. Sulla vicenda si veda: evento 59 Dossier 2019 | Arcene | Giuliana Ubbiali, Arcene, la vedova milionaria e i soldi della voluntary: per Carmen Testa chieste condanna e confisca, Corriere della Sera - Bergamo, 18 gennaio 2023; La vedova e i milioni scudati. Il pm: frutto di bancarotta. I legali: procedura in regola, L'Eco di Bergamo, 18 gennaio 2023; Assolta la vedova. Le vanno restituiti i 14 milioni scudati, L'Eco di Bergamo, 8 febbraio 2023; Arcene, il tesoretto del marito e la voluntary disclosure, assolta la vedova. Dissequestro immediato, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 7 febbraio 2023. |
2023 | "Frodi fiscali nell'edilizia": indagati 7 bergamaschi, sequestrati 163 milioni | Tocca anche Bergamo l'inchiesta della procura di Milano che il 9 febbraio 2023 porta al sequestro di 163 milioni di euro per un presunto sistema di frodi fiscali nell'edilizia, finalizzato – come scrive il gip del tribunale di Milano Stefania Sepe – «a dissimulare somministrazioni irregolari di manodopera attraverso contratti di appalto-subappalto sistematicamente fittizi e una sistematica evasione degli oneri fiscali e previdenziali dei lavoratori». Scattano sette misure cautelari, tutte ai danni di imprenditori e professionisti residenti in Bergamasca prevalentemente tra val Cavallina, val Calepio e zona dei laghi), oltre a 22 indagati a piede libero tra Bergamo e Brescia. Il 21 febbraio 2023, nell'interrogatorio di garanzia, gli indagati si avvalgono della facoltà di non rispondere. A maggio 2023 vengono scarcerati – e trasferiti ai domiciliari – due uomini originari di Palosco. | Palosco | Giuliana Ubbiali, Frode edilizia da 170 milioni: i soldi ripuliti in Croazia, Corriere della Sera - Bergamo, 10 febbraio 2023; Luca Testoni, Frodi nell'edilizia e soldi all'estero: sette indagati, 163 milioni «congelati», L'Eco di Bergamo, 10 febbraio 2023; Luca Testoni, Indagati per truffa nell'edilizia, scena muta davanti al gip, L'Eco di Bergamo, 22 febbraio 2023; Luca Testoni, A giudizio per frode nell'edilizia. Ma è conflitto di competenza, L'Eco di Bergamo, 10 maggio 2023.Giuliana Ubbiali, Frode edilizia da 170 milioni: i soldi ripuliti in Croazia, Corriere della Sera - Bergamo, 10 febbraio 2023; Luca Testoni, Frodi nell'edilizia e soldi all'estero: sette indagati, 163 milioni «congelati», L'Eco di Bergamo, 10 febbraio 2023; Luca Testoni, Indagati per truffa nell'edilizia, scena muta davanti al gip, L'Eco di Bergamo, 22 febbraio 2023; Luca Testoni, A giudizio per frode nell'edilizia. Ma è conflitto di competenza, L'Eco di Bergamo, 10 maggio 2023. |
2023 | Frode sull'IVA e cartiere, 6 aziende bergamasche nel mirino | Ci sono anche sei aziende con sede a Bergamo, in città, tra le imprese finite nel mirino dell'operazione della procura europea (sede di Milano) che il 17 febbraio 2023 sfocia nell'arresto di sei cittadini italiani, in 60 perquisizioni e in un decreto di sequestro preventivo dal valore di 40 milioni di euro. Oggetto delle indagini, condotte dalla Guardia di finanza di Varese, è una presunta maxi truffa sull'Iva – con proiezioni internazionali – messa in piedi grazie a società cartiere. | Bergamo | Luca Testoni, Blitz della Finanza, sequestrati i conti di 6 aziende, L'Eco di Bergamo, 18 febbraio 2023. |
2023 | Il mercante d'arte e la voluntary disclosure: condanna in appello e cassazione | Il 20 febbraio 2023 la Corte d'appello di Brescia conferma la condanna a tre anni per Gianfranco Cerea, manager residente a Bergamo, specializzato nel settore dell'arte, finito a processo per false dichiarazioni nell'ambito di una voluntary disclosure datata 2015. Secondo l'accusa, Cerea, facendosi passare per collezionista (e per mercante), avrebbe beneficiato di una tassazione agevolata risparmiando indebitamente imposte per quasi 2,2 milioni di euro: «L'imputato è un evasore fiscale e seriale», le parole del pm Emanuele Marchisio nella requisitoria di primo grado. Per la difesa, invece, il manager è un collezionista. La vicenda si chiude il 26 ottobre 2023, quando la Corte di Cassazione conferma in via definitiva la condanna a tre anni per Cerea. Sulla vicenda si vedano anche: evento 77 Dossier 2018, evento 38 Dossier 2020, evento 41 Dossier 2022 | Bergamo | Alessandra Loche, «Evase 2 milioni con false dichiarazioni». Condanna a 3 anni confermata in appello, L'Eco di Bergamo, 21 febbraio 2023; Evase 2 milioni, la Cassazione conferma: 3 anni, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2023; Giuliana Ubbiali, Gianfranco Cerea, i quadri e la voluntary: 3 anni definitivi. Ora l'udienza per la truffa a Cristina Caleffi, Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2023. |
2023 | Ghisalba, false fatture per 30 milioni: 7 arresti | Tre persone in carcere, altre quattro agli arresti domiciliari. Un'altra inchiesta su frodi fiscali, false fatture e società operanti nell'edilizia: è quanto viene alla luce il 29 maggio 2023, quando si conclude l'inchiesta della procura di Bergamo condotta dalla Guardia di finanza, che fa luce su in giro di cartiere e di società schermo tra Ghisalba e altre zone della Bassa, per un giro d'affari di 30 milioni di euro. In carcere – con le accuse di associazione per delinquere finalizzata a evasione, frode fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio – finiscono M.L., di Ghisalba, ex presidente di una squadra di calcio di Serie D, noto «per la sua attitudine – scrive il gip del tribunale di Bergamo Federica Gaudino – all'emissione di false fatture per operazioni inesistenti» e già condannato nel 2008 per associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e al commercio di prodotti con marchi falsificati; E. D., di Romano di Lombardia, commercialista e ritenuta la consulente del gruppo; A.M., di Pontoglio, con alle spalle due condanne per indebite compensazioni. Ai domiciliari finiscono R.R., di Milano, R.O., di Coccaglio, G.M.C., di Martinengo, e M.M., commercialista di Cividate al Piano, mentre un'altra cinquantina di persone è indagata a piede libero. Il gip ha disposto anche un sequestro di oltre 6,6 milioni di euro. | Ghisalba, Martinengo, Cividate al Piano, Coccaglio | Bergamo, frode fiscale da 37 milioni nell'edilizia: sette arresti, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 29 maggio 2023; Fatture false per 30 milioni: 7 arresti, L'Eco di Bergamo, 30 maggio 2023; Bergamo, maxi frode nell'edilizia. Soprannomi al telefono e società edili schermo, la consulente recidiva, Corriere della Sera - Bergamo, 30 maggio 2023. |
2023 | Frodi fiscali: Martinengo, imprenditore in carcere e sequestro da 80 milioni | Nel 2022 nella sua villa erano stati trovati cinque milioni di euro tra contanti e gioielli. Un anno dopo, approfondendo quegli indizi, il 28 giugno 2023 R.P., imprenditore di Calcinate, finisce in carcere con l'accusa di frode fiscale e autoriciclaggio, al termine di un'indagine della procura di Milano e della Guardia di finanza meneghina. Secondo l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Sara Cipolla, l'uomo avrebbe messo in piedi un complesso meccanismo di frodi fiscali, tramite l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni d'imposta. Ingenti le cifre: R.P., insieme a suo fratello M.P. (latitante negli Emirati Arabi), sono destinatari di un decreto di sequestro preventivo da 80 milioni di euro, cifre a loro riconducibili per via dei proventi delle frodi. Sulla vicenda si veda anche: evento 44 Dossier 2022 | Calcinate, Martinengo | Luca Testoni, Frode fiscale, imprenditore in carcere, L'Eco di Bergamo, 29 giugno 2023; Giuliana Ubbiali, Roberto Polese arrestato: quel tesoro nel caveau fiutato dal cane, valigie di denaro e tanti orologi di lusso, Corriere della Sera - Bergamo, 29 giugno 2023. |
2023 | IVA evasa per 7 milioni di euro, perquisita società con sede a Bergamo | Ha sede a Bergamo, in città, una delle due delle società al centro dell'operazione «Italian drink» della Guardia di finanza di Treviso che il 6 novembre 2023 porta a perquisizioni anche in terra orobica. Secondo gli inquirenti, le due aziende – quella di Bergamo amministrata da un 30enne domiciliato in provincia di Monza e Brianza – avrebbero emesse fatture false per oltre 39 milioni di euro, così da evadere 7 milioni di euro di Iva. In tutto sono dieci le persone indagate. | Bergamo | Alessandra Loche, Fatture false e frode dei drink: controlli anche a Bergamo, L'Eco di Bergamo, 7 novembre 2023. |
2023 | Bariano, due arresti per caporalato | Di giorno era un laboratorio per la produzione di dolci, la notte diventava un dormitorio per sette dipendenti clandestini con brandine tra sporco, insetti e cibo scaduto. Il 17 maggio 2023 i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro mettono sotto sequestro un capannone a Bariano, arrestando con l'accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in concorso due cittadini indiani, titolari del laboratorio dolciario. Secondo gli inquirenti, ai lavoratori venivano corrisposte retribuzioni non conformi alla legge ed erano costretti a vivere in alloggi degradati ricavati all'interno dei piccoli locali adibiti allo stoccaggio di merci alimentari, trasformati in camere con letti di fortuna realizzati con bancali di legno e materassi appoggiati a terra senza alcun rispetto delle norme di salute e sicurezza. | Bariano | Fabio Viganò, “Caporalato e sfruttamento del lavoro”, blitz in un capannone a Bariano: due arresti, 19 maggio 2023. |
2023 | "Traffico di rifiuti", processo bis per due bergamaschi | Ha preso il via il 29 marzo 2023, di fronte alla Corte d'appello di Milano, il processo di secondo grado per traffico illecito di rifiuti che coinvolge anche un'azienda di Lissone con sede legale a Costa Volpino. Alla sbarra ci sono anche due bergamaschi: la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha chiesto la condanna a quattro anni per G.B., 70enne di Bergamo, e a tre anni e sei mesi per M.R., 57enne di Costa Volpino; ad entrambi è contestato il delitto di traffico illecito organizzato di rifiuti, reato per cui erano stati assolti, mentre il solo G.B. era stato condannato per gestione non autorizzata di un impianto di rifiuti. Secondo l'accusa, l'azienda dei due bergamaschi avrebbe messo in piedi un giro di “bolle” e di prestanomi che avrebbe dato parvenza di legalità a un traffico di rifiuti invece illecito. | Bergamo, Costa Volpino, | Luca Testoni, Traffico illecito di rifiuti. A giudizio due bergamaschi, L'Eco di Bergamo, 30 marzo 2023. |
2023 | Egitto Bergamo, il racket dietro la rotta dei giovani migranti | Da Alessandria d'Egitto a Bergamo, con l'ombra di un racket. Sembra essere questa una delle rotte migratorie più drammatiche che vivono i minori stranieri non accompagnati, adolescenti che affrontano la traversata del Mediterraneo in solitaria. Spesso, a motivare queste partenze c'è la promessa di un lavoro nei cantieri lombardi, con vere e proprie organizzazioni che facilitano – dietro cospicuo pagamento – un viaggio pericolosissimo oltre che illegale. È quanto emerge da un'inchiesta pubblicata su L'Eco di Bergamo il 26 gennaio 2023. «Questo è quello che raccontano anche gli stessi ragazzi – spiega Leo Venturelli, garante per l'infanzia e l'adolescenza del Comune di Bergamo -. Spesso emergono canali ben strutturati, con un'organizzazione alle spalle che fa leva sulle promesse». «Bergamo e Cremona sono le mete dei maggiori arrivi», spiega Cristina Maggia, presidente del tribunale per i minorenni di Brescia. | Bergamo | Luca Bonzanni, Minori egiziani soli: «Arrivano con la falsa promessa di un lavoro», L'Eco di Bergamo, 26 gennaio 2023; Luca Bonzanni, «Famiglie d'origine indebitate per pagare le spese del viaggio», L'Eco di Bergamo, 26 gennaio 2023. |
2023 | Osio Sotto, duplice omicidio nel racket della prostituzione nel 1998: ora scatta la prescrizione | Fu una sanguinosissima vendetta per la gestione del racket della prostituzione lungo le strade della Bergamasca quella che il 10 ottobre 1998, a Osio Sotto, portò all'uccisione a colpi di pistola di Flamur e Astrit Kolaveri, cugini di nazionalità albanese. La vicenda giudiziaria si chiude clamorosamente il 7 luglio 2023, quando di fronte alla Corte d'appello di Brescia viene prosciolto – per intervenuta prescrizione – Veap Dehari, albanese che in primo grado nel 2022 era stato condannato a 16 anni per duplice omicidio aggravato. La prescrizione è scattata a causa di un cavillo legato alla cosiddetta Legge Cirielli del 2005. La vicenda si inseriva nella lotta tra bande albanesi per il controllo della prostituzione. Sulla vicenda si vedano anche: evento 87 Dossier 2019, evento 52 Dossier 2022 | Osio Sotto | Due albanesi uccisi fuori dal bar nel ‘98. Reato prescritto per un giorno: assolto, L'Eco di Bergamo, 8 luglio 2023 |
2023 | Tratta e sfruttamento della prostituzione | Un'associazione dedita alla tratta di persone, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. A capeggiarla ci sarebbe stato David Beniamin Vornicu, romeno classe 1992: nei suoi confronti l'8 novembre 2023 arriva una condanna a 8 anni e mezzo, ben quattro in più rispetto a quanto chiesto dall'accusa. Secondo gli inquirenti il romeno, insieme ad altre persone (giudicate in un altro filone), avrebbe organizzato l'arrivo in Italia di numerose giovani romene, anche minorenni, poi costrette con minacce e violenze a prostituirsi in strada. In particolare, Vornicu avrebbe avuto il compito di gestore e protettore di una ragazza, partecipando anche alla tratta delle giovani dalla Romania alla Bergamasca. | Bergamo | Alessandra Loche, Tratta e sfruttamento della prostituzione. Condannato a 8 anni, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2023. |
2023 | Il nuovo prefetto: "Attenzioni alle infiltrazioni" | Una «costante attenzione a intercettare infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico sano». È la strada indicata il 9 gennaio 2023 da Giuseppe Forlenza, nuovo prefetto di Bergamo. | Bergamo | Fabio Conti, Il nuovo prefetto, «pragmatico e concreto»: «Organico al 50%, tra pensioni e rinunce», L'Eco di Bergamo, 10 gennaio 2023. |
2023 | L'arresto di Matteo Messina Denaro e la dedica al carabiniere bergamasco | Il 16 gennaio 2023 è una data storica per la lotta alle mafie: a Palermo viene arrestato Matteo Messina Denaro, il più importante latitante di Cosa nostra. All'indomani del blitz, il colonnello Lucio Arcidiacono, comandante del Ros dei Carabinieri di Palermo che ha guidato l'operazione, dedica questo importantissimo risultato a Filippo Salvi, maresciallo dell'Arma originario di Sedrina, morto il 12 luglio 2007 a Bagheria cadendo in un dirupo mentre stava cercando di piazzare una telecamera nell'ambito delle indagini per arrivare all'arresto del boss. «Filippo Salvi era un ragazzo straordinario, un carabiniere valoroso», le parole di Arcidiacono a Repubblica. | Bergamo | Salvo Palazzolo, Il colonnello Arcidiacono, l'investigatore che ha arrestato Messina Denaro: “Appena l'ho visto mi sono detto, è uguale alle foto”, la Repubblica, 17 gennaio 2023. |
2023 | A Bergamo la "mafia dei servizi" | A Bergamo le mafie propongono «un'offerta di servizi agli imprenditori, come fatture per operazioni inesistenti che servono all'abbattimento fraudolento dell'Iva, il recupero crediti che si fa estorsione, l'acquisto di quote di società per ripulire il denaro sporco. Tanto che, a volte, sono gli stessi imprenditori a rivolgersi ai mafiosi e non viceversa. A scapito di chi agisce onestamente». È quanto spiega Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo, il 28 gennaio 2023 all'inaugurazione dell'anno giudiziario. | Bergamo | Stefano Serpellini, Processi, serve il turbo ma Bergamo rallenta, L'Eco di Bergamo, 29 gennaio 2023. |
2023 | La "nuova pelle" delle mafie al nord | «Oggi la mafia ha cambiato pelle, stili, regole e settori di attività, e si atteggia diversamente al Nord. Tutto ciò rende particolarmente difficile il lavoro di chi deve correttamente impostare un'indagine e sostenere l'accusa in tribunale. C'è una difficoltà dei nostri giudici ad applicare il 416-bis, in particolare per quelle che sono le prove a sostegno delle condizioni di assoggettamento e omertà. Una riflessione su come superare le rigidità della norma potrebbe essere utile». È la riflessione di Francesco Prete, procuratore capo di Brescia (dove ha sede la Direzione distrettuale antimafia competente anche per la Bergamasca), ospite l'11 marzo 2023 dell'Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo all'interno di un convegno promosso dall'Università degli Studi di Bergamo. Presente anche Maurizio De Lucia, procuratore capo di Palermo, secondo cui «bisogna avere uno sguardo particolarmente attento al possibile interesse della mafie per le risorse del Pnrr e i suoi appalti». | Bergamo | Luca Bonzanni, «La mafia silente punta i fondi del Pnrr», L'Eco di Bergamo, 12 marzo 2023. |
2023 | Gratteri: "Mafie in Lombardia, in troppi hanno finto di non vederle" | «La 'ndrangheta è presente da metà anni ‘70 nel Nord Italia, ma in molti non l'hanno vista o hanno fatto finta di non vederla». Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, tra i magistrati più esposti nella lotta alle mafie, lo sottolinea il 20 marzo 2023 a Mozzo, ospite della rassegna letteraria «Tierra!». «La Lombardia – ha aggiunto il magistrato – è la seconda regione italiana per penetrazione delle mafie dopo la Calabria, dove proprio la 'ndrangheta è nata. D'altro canto, questa è la regione più ricca del Paese: la criminalità organizzata è più presente dove c'è più ricchezza, perché è più facile riciclare i proventi dell'illegalità e mimetizzare la propria opulenza». | Bergamo | Fabio Viganò, Gratteri: “Come WhatsApp, le mafie si costruiscono piattaforme segrete per gli affari. E noi parliamo di ridurre le intercettazioni”, BergamoNews, 21 marzo 2023; Brian Arnoldi, Gratteri parla di antimafia e fa il tutto esaurito «Cosche ormai globali» , L'Eco di Bergamo, 24 marzo 2023. |
2023 | Provincia-Guardia di Finanza, protocollo anti-infiltrazioni per il PNRR | Un protocollo d'intesa per alzare l'attenzione sulle gare d'appalto. Lo firmano il 22 marzo 2023 la Provincia di Bergamo e la Guardia di Finanza, con l'obiettivo di rafforzare i controlli contro i tentativi d'infiltrazione da parte di criminalità e mafie. «L'arrivo di risorse ingenti provenienti dal Pnrr è un'opportunità che il territorio deve saper cogliere – ha affermato il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi –, ma presenta anche rischi che non possono essere sottovalutati, ed è quindi altrettanto importante farsi trovare pronti affinché questi fondi siano utilizzati in modo corretto». «Il fulcro operativo – ha spiegato il colonnello Marco Filipponi, comandante provinciale della Guardia di finanza – prevede che la Provincia segnalerà fatti e circostanze particolari in relazione a situazioni che potrebbero sottendere ad illeciti e irregolarità nel settore economico e finanziario, fornendo le informazioni in suo possesso. La possibilità di disporre dei dati in possesso della Provincia e di incrociarli con quelli della Finanza consentirà di agevolare le attività di prevenzione e di repressione degli illeciti, concentrando l'attenzione sui soggetti a rischio». | Bergamo | Sergio Cotti, Pnrr, intesa Provincia-Finanza contro le infiltrazioni mafiose, L'Eco di Bergamo, 23 marzo 2023. |
2023 | Ponteranica, nuova vita per la villetta confiscata | Da villa di un uomo ritenuto legato alla 'ndrangheta a casa per ospitare persone con disabilità. È il destino virtuoso di una villetta a Ponteranica, in via I Maggio. L'immobile era stato confiscato al termine di un'indagine avviata dalla Direzione investigativa antimafia, successivamente il Comune di Ponteranica ha presentato un progetto per il riutilizzo sociale: il 28 marzo 2023 il Consiglio comunale di Ponteranica approva l'acquisizione dell'immobile, il passo necessario per dare nuova vita alla villetta. «Abbiamo pensato di dare vita a un progetto residenziale-territoriale connesso alle altre progettualità di carattere sociale che il Comune promuove da diversi anni a favore di persone con disabilità o fragilità – spiega il sindaco Alberto Nevola -. L'idea è di dedicare una struttura abitativa, adeguatamente attrezzata anche per le esigenze di persone con grave disabilità, per realizzare un'esperienza di palestra-scuola di autonomia, basata sui fine settimana, e momenti infrasettimanali da trascorrere con il supporto di figure educative e volontari. L'intervento di adeguamento della villetta sarà finanziato dal Comune». | Ponteranica | Tiziano Piazza, Ponteranica, villa confiscata alla mafia. Diventerà una casa per persone disabili, L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2023. |
2023 | Il magistrato albanese: i clan balcanici anche a Bergamo | Bergamo è ormai territorio d'insediamento anche per i clan albanesi. Lo segnala Altin Domani, capo della Spak, la procura speciale albanese contro la criminalità organizzata e la corruzione, in un'intervista pubblicata su Repubblica l'11 aprile 2023: le indagini sui clan albanesi «riguardano principalmente il traffico di droga, il riciclaggio di denaro, il traffico di esseri umani, l'immigrazione illegale e le frodi informatiche», spiega il magistrato, e «si sospetta che queste attività criminali siano state svolte in diverse città come Roma, Milano, Firenze, Venezia, Ancona, Torino, Bari, Brescia, Bergamo, Pordenone, Pisa e Lecce». | Bergamo | Lirio Abbate, Il procuratore Altin Dumani: “I clan albanesi hanno inondato l'Italia di droga grazie alla Sacra Corona Unita. E riciclano con Cosa Nostra”, la Repubblica, 10 aprile 2023. |
2023 | Lavoro nero e sommerso: in bergamasca un giro da 1,5 miliardi di euro | Il giro d'affari è quello di una grandissima azienda. La stima è sulla base dei dati dell'Istat: in provincia di Bergamo il lavoro irregolare varrebbe circa 1,5 miliardi di euro. Lo riporta il 14 aprile 2023 L'Eco di Bergamo. Nel dettaglio, l'Istat indica che in Lombardia – e dunque anche in Bergamasca – il lavoro irregolare abbia un'incidenza del 3% sul valore aggiunto, cioè sul Pil regionale (e provinciale), a cui si aggiunge un altro 1,5% rappresentato da situazioni di «attività illegali, fitti in nero, mance, integrazione domanda-offerta». | Bergamo | Luca Bonzanni, Lavoro sommerso, giro d'affari da 1,5 miliardi, L'Eco di Bergamo, 14 aprile 2023. |
2023 | La DIA: cresce il peso dei clan albanesi nel narcotraffico | È la conferma ulteriore di un'evidenza ormai consolidata dalle inchieste e dalla cronaca: «Nelle province di Brescia e Bergamo, oltre agli insediamenti di clan di 'ndrangheta e di camorra, si affiancano gruppi stranieri dediti principalmente al traffico di stupefacenti, al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, alla tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e della manodopera clandestina e alla commissione di reati predatori». È quanto si legge nella Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia pubblicata ad aprile 2023 e riferita al primo semestre 2022. Di più: «La criminalità albanese, in particolare, risulta aver progressivamente assunto un maggior peso criminale nella gestione del traffico di stupefacenti». | Bergamo | Luca Bonzanni, Droga, l'allarme della Dia: «Nella Bergamasca l'ascesa di clan criminali albanesi», L'Eco di Bergamo, 19 aprile 2023. |
2023 | L'impegno della Chiesa bergamasca contro le mafie | Anche la Chiesa bergamasca è in campo contro le mafie. È il tema che affronta il 28 aprile 2023 monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, ospite di un convegno promosso dall'Università degli Studi di Bergamo sul ruolo della Chiesa nel contrasto alle mafie: «Se anche sul nostro territorio le infiltrazioni e le presenze di natura mafiosa non sono da sottovalutare, se i richiami dei vescovi del Meridione ci ricordano che la mafia non è una questione solo meridionale, sono due le questioni che interpellano la vita della Chiesa – le parole di monsignor Beschi -. La prima è l'aura religiosa che avvolge la vita dei mafiosi e della loro organizzazione; la seconda è la pervasività della mentalità mafiosa, che soprattutto al Nord rischia di non essere stigmatizzata, quasi a separare le azioni mafiose dalla mentalità che le alimenta e le giustifica. La Chiesa, riconoscendo il martirio di coloro che hanno pagato la vita con la loro testimonianza, ha dichiarato la mafia costitutivamente antievangelica. Di fronte a questa realtà dobbiamo scendere da cavallo, uscire dalle nostre sacrestie, dai recinti di sicurezza effimera, e impegnarci insieme in un rinnovato processo di liberazione». | Bergamo | Luca Bonzanni, «Educare alla legalità un impegno per la Chiesa», L'Eco di Bergamo, sabato 29 aprile 2023. |
2023 | Gratteri: "Qui la mafia ha messo solide radici" | «In questa regione e in questa provincia la mafia ha messo solide radici con imprenditori locali che hanno agito secondo logiche di convenienza adescati con prezzi bassi di manodopera e di trasporti. La 'ndrangheta cerca sempre di normalizzare la propria attività e si trasforma in una sorta di agenzia di servizi a beneficio di chi ha bisogno perché chi ha bisogno chiede e la risposta lo irretisce. Qui le mafie hanno trovato terreno fertilissimo». Sono le parole di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, ospite il 6 maggio 2023 di un incontro a Seriate. | Seriate | Emanuele Casati, Gratteri a Seriate: la mafia è capace di trasformare le crisi in opportunità, L'Eco di Bergamo, 17 maggio 2023. |
2023 | Lotta all'evasione, il comune di Bergamo ha recuperato 5,3 milioni in 13 anni | Oltre 5,3 milioni di euro recuperati tra 2008 e 2021. È quanto ha ricavato il Comune di Bergamo dagli accertamenti per contrastare l'evasione fiscale: è la quarta città d'Italia col miglior risultato, dopo Milano, Genova e Torino, secondo una relazione della Corte dei Conti diffusa a luglio 2023. «Sono risultati importanti, portati avanti ormai da lungo tempo, e che vedono stabilmente Bergamo al primo posto tra i comuni non capoluogo di regione», osserva Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al Bilancio di Bergamo. | Bergamo | Luca Bonzanni, Lotta all'evasione: Bergamo recupera oltre 5 milioni, L'Eco di Bergamo, 2 luglio 2023. |
2023 | Una rete contro le infiltrazioni nell'economia | Una rete per contrastare le infiltrazioni nell'economia Bergamo. È lo spirito del protocollo firmato l'11 luglio 2023 per sancire la nascita della «Rete di monitoraggio dei fenomeni di infiltrazione mafiosa e di illegalità nell'economia bergamasca», un progetto promosso dall'associazione Libera Bergamo con l'adesione iniziale di Ascom, Aspan, Cisl, Anolf, Coldiretti, Confcooperative, Confimi, Cgil, Cna, Lia e Uil. | Bergamo | Luca Bonzanni, In Bergamasca ogni anno 100 estorsioni. Una rete per contrastare le infiltrazioni, L'Eco di Bergamo, 12 luglio 2023. 61 Luca |
2023 | Ecomafie, Bergamo seconda in Lombardia per numero di reati | 205 reati, 101 persone denunciate, 82 sequestri. È il bilancio della criminalità ambientale in provincia di Bergamo nel 2022, secondo quanto rendicontato – sulla base dei dati di procure e forze dell'ordine – da Legambiente all'interno del nuovo Rapporto Ecomafie presentato a luglio 2023. Bergamo è la seconda provincia lombarda per numero di reati e la 35a a livello nazionale. | Bergamo | Luca Bonzanni, Ecomafie, illeciti in crescita. Bergamo seconda in regione, L'Eco di Bergamo, 13 luglio 2023. |
2023 | Suisio, un appartamento confiscato ospiterà housing sociale | Un appartamento per housing sociale rivolto alla salute mentale. È il destino di un appartamento confiscato alla criminalità e situato in un condominio di Suisio, in via Vittorio Emanuele: l'11 settembre 2023 il Comune di Suisio presenta il progetto che andrà a realizzare per il riutilizzo sociale del bene. «Il lavoro del Comune ha dato i suoi frutti: la vittoria della legalità sulle attività illecite, che tradotta in senso più ampio conduce al miglioramento dell'intera società», commenta Paola Pagnoncelli, sindaca di Suisio. Sarà così il terzo immobile confiscato a Suisio che troverà una nuova vita. | Suisio | Federica Fumagalli, Suisio, dai beni confiscati alla mafia un appartamento per housing sociale, L'Eco di Bergamo, 14 settembre 2023. |
2023 | Sarnico, un ufficio nell'ex panificio strappato alla 'ndrangheta | Era un panificio ed era di proprietà di una persona ritenuta legata alla 'ndrangheta. Nel futuro di un negozio di via Vittorio Veneto a Sarnico c'è il riutilizzo a favore dello stato: ospiterà degli uffici di Uniacque, la società pubblica che in Bergamasca gestisce il ciclo idrico integrato. L'inaugurazione avviene il 15 settembre 2023. «Abbiamo voluto inaugurare i nuovi spazi proprio il 15 settembre, giorno dell'anniversario della morte di don Pino – ha sottolineato Giorgio Bertazzoli, sindaco di Sarnico – perché la sua è stata una lotta dichiarata alla mafia che, sentendosi minacciata da questo sacerdote esemplare e dalla sua opera, commissionò la sua morte». Il Comune aveva chiesto l'affidamento dell'immobile già nel 2013, quando era ancora sequestrato. L'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati consegnerà l'immobile al Comune nel 2021. | Sarnico | Sarnico, l'edificio tolto alla 'ndrangheta diventa il nuovo sportello di Uniacque, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 1 settembre 2023; Mario Dometti, Uffici Uniacque nel panificio tolto alla mafia, L'Eco di Bergamo, 7 settembre 2023. |
2023 | La DIA: le mafie puntano le piccole e medie imprese | «Il Distretto della Corte d'appello di Brescia, che comprende le province di Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona, caratterizzato da una galassia di piccole e medie imprese con un notevole dinamismo economico- finanziario, offre le condizioni perfette per attrarre gli interessi delle organizzazioni criminali che proprio in questa area geografica intensificano i propri affari, investendo in attività di riciclaggio, usura e reimpiego di denaro. La disponibilità di ingenti capitali da parte delle organizzazioni criminali rappresenta fattore di attrazione per numerose imprese, le quali si rivolgono ai clan per accedere a forme di credito più facile e immediato, così acquisendo un vantaggio competitivo sul mercato a dispetto delle regole di libera concorrenza. In altri casi, invece, molte aziende in crisi economica si prestano loro malgrado ad operazioni di immissione di liquidità nelle proprie casse solo perché non riescono o non possono opporsi alle logiche della criminalità organizzata». Lo scrive la Direzione investigativa antimafia nella Relazione semestrale pubblicata a settembre 2023 e riferita al secondo semestre 2022. | Bergamo | Luca Bonzanni, «Mafie, mire sulle piccole e medie imprese», L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2023. |
2023 | Usura, 2 imprenditori su 3 sono preoccupati | Il 24,2% degli imprenditori del terziario bergamasco si dice «molto preoccupato» per l'usura, specie con riferimento alla zona in cui opera, e un altro 39,3% si dice «abbastanza preoccupato». In sostanza, due imprenditori bergamaschi su tre operanti nel terziario si dichiarano preoccupati dall'usura. Il pericolo del prestito a strozzo è parecchio sentito, come emerge da una rilevazione di Ascom Confcommercio Bergamo e Format Research, presentata l'11 dicembre 2023: rispetto al 2022, la preoccupazione per l'usura è cresciuta del 22,2%. «È l'onda lunga della pandemia e della stretta del credito, con una consapevolezza anche delle possibili infiltrazioni criminali», sintetizza Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo. | Bergamo | Luca Bonzanni, I commercianti e la stretta sul credito. Per due su tre è reale il rischio usura, L'Eco di Bergamo, 12 dicembre 2023. |
2023 | Riciclaggio, 2.030 operazioni sospette in un anno | Sono state 2.030 le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) in materia di antiriciclaggio registrate in provincia di Bergamo nel corso del 2023, secondo i dati dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. Pur in calo del 4,6% rispetto al record di 2.128 segnalazioni del 2022, il dato è il secondo più alto di sempre da quando Bankitalia diffonde questo tipo di dati. | Bergamo | Luca Bonzanni, Rischio riciclaggio, segnalazioni in calo. L'anno scorso 2.030 operazioni sospette, L'Eco di Bergamo, 5 febbraio 2024. |
2022 | "Estorsioni mafiose", condannati due imprenditori bergamaschi | Per l'accusa, è il «ribaltamento dell'immagine dell'imprenditore-vittima»: «Non sono i mafiosi che fanno toc-toc per chiedere il pizzo», ma sono gli imprenditori «che li chiamano, inquinando il territorio». Il 2 febbraio 2022 in tribunale di Bergamo si parla della vicenda della «Santini», importante azienda ortofrutticola con sede ad Azzano San Paolo i cui titolari – i fratelli Alessandro e Carlo Santini – sono accusati di estorsione per aver incaricato tra il 2013 e il 2017 alcuni soggetti ritenuti vicini alla 'ndrangheta per un'attività di recupero crediti. A dibattimento, la pm della Direzione distrettuale antimafia Claudia Moregola usa parole forti per chiedere condanne severe: 12 anni per Carlo Santini, 11 per Alessandro Santini, 16 anni per un calabrese accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, 4 anni e mezzo per un calabrese residente in Bergamasca accusato di favoreggiamento. Per la difesa, invece, si trattava di vicende in cui i soldi erano recuperati legalmente. Il 16 marzo 2022 arriva la sentenza di primo grado, che sposa la tesi dell'accusa riconoscendo l'estorsione con l'aggravante del metodo mafioso e dell'aver agevolato la 'ndrangheta: Carlo Santini è condannato a 12 anni e mezzo, Alessandro Santini a 11 anni; 15 anni e mezzo per il calabrese Demetrio Battaglia, assolto un altro calabrese residente a Sarnico. Nello specifico, il collegio presieduto dal giudice Patrizia Ingrascì condanna gli imprenditori per quattro delle sette estorsioni contestate, che avrebbero fruttato il recupero di 400mila euro (somma per cui il tribunale ha disposto la confisca). Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 461 Dossier 2017, evento 47 Dossier 2018, evento 4 Dossier 2019 | Azzano San Paolo, Sarnico, | «Estorsioni mafiose, condanna ai Santini». «No, i nostri soldi recuperati legalmente», L'Eco di Bergamo, 3 febbraio 2022; Giuliana Ubbiali, Il pm: 11 e 12 anni ai Santini. «Hanno portato qui i mafiosi», Corriere della Sera Bergamo, 3 febbraio 2022; Giuliana Ubbiali, Ortofrutta, estorsioni mafiose. Condannati i fratelli Santini, Corriere della Sera Bergamo, 17 marzo 2022 |
2022 | "Legato al clan Rinzivillo": appartamenti sequestrati a Terno d'Isola | Ci sono anche sette appartamenti a Terno d'Isola tra i beni sequestrati il 3 febbraio 2022 nell'ambito di una operazione della Direzione distrettuale antimafia di Bologna a carico di un uomo residente a Piacenza, condannato per 416-bis in quanto ritenuto appartenente al clan mafioso dei Rinzivillo di Gela. In totale all'uomo sono stati sequestrati beni per un totale di 10 milioni di euro tra Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Sicilia. | Terno d'Isola | PiacenzaSera, Mafia, i carabinieri di Piacenza sequestrano beni per 10 milioni di euro, 3 febbraio 2022; Mafia, sequestrate 7 abitazioni a Terno, Corriere della Sera Bergamo, 4 febbraio 2022 |
2022 | Strage di via Palestro, indagata una bergamasca | È una delle pagine più nebulose della storia recente. Per la strage mafiosa di via Palestro a Milano, che il 27 luglio 1993 causò cinque vittime (tra cui Alessandro Ferrari, vigile urbano del Comune di Milano, ma originario di Gandino), il 3 marzo 2022 emerge una clamorosa novità dalla maxi-inchiesta della procura di Firenze sulle bombe del 1993: una 57enne di Albano Sant'Alessandro, R.B., è stata iscritta sul registro degli indagati perché ritenuta colei che guidò e parcheggio la Fiat Uno imbottita di tritolo che poi esplose di fronte al Padiglione d'arte contemporanea. La donna, compagna di Rocco Di Lorenzo (campano già condannato per alcune estorsioni) e che nel 1992 finì in carcere per droga, è indagata per associazione di stampo mafioso finalizzata alla strage, con le aggravanti di aver agito per finalità di terrorismo e di eversione e per agevolare l'attività di Cosa nostra. A portare i carabinieri del Ros verso R.B. ci sono un identikit, una vecchia fotografia e dei materiali rinvenuti durante una perquisizione ad Alcamo, in Sicilia, nel 1993. La donna respinge ogni accusa. Interrogata il 10 aprile 2022 dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, R.B. conferma la propria versione: «Non sono io la donna dell'autobomba». La donna avrebbe però ammesso di essere lei la persona ritratta nella vecchia foto che ha dato una svolta alle indagini. | Albano Sant'Alessandro, Gandino | Maddalena Berbenni, La foto dei misteri, l'alibi flebile: «Ma con la strage non c'entro», Corriere della Sera Bergamo, 11 marzo 2022; Monica Armeli, Strage di via Palestro, indagata una donna: «Guidava l'auto-bomba». Lei: non sono io, L'Eco di Bergamo, 4 marzo 2022; Strage di via Palestro: «Non sono io la donna dell'autobomba», L'Eco di Bergamo, 11 marzo 2022; Massimo Pisa, Luca Serranò, Strage di via Palestro a Milano, l'ammissione dell'ultima accusata: “Sì, sono io la bionda della foto”, La Repubblica, 11 marzo 2022 |
2022 | Operazione "Papa", un nuovo filone: 33 arresti | È l'ennesima puntata di una lunga vicenda, quella dell'operazione «Papa». A partire dai primi arresti nel 2019, la maxi-inchiesta sulla presenza della 'ndrangheta in Bergamasca ha infatti vissuto una nutrita serie di blitz «collaterali». Una nuova retata di arresti – il terzo filone dell'inchiesta – scatta il 5 settembre 2022, con l'ennesima operazione della Direzione distrettuale di Brescia: 18 persone finiscono in carcere, altre 15 ai domiciliari. Secondo l'accusa, la 'ndrina degli Arena-Cicala di Isola di Capo Rizzuto avrebbe dato vita a un sistema di società-cartiere; al vertice del gruppo ci sarebbe M.T., 33enne calabrese residente dal 2018 a Pedrengo,compagno della nipote del capocosca Nicola Arena. Tra gli arrestati ci sono anche A.S. e F.P., marito e moglie di Grassobbio (e già ai domiciliari in passato, e in particolare l'uomo già condannato in secondo grado in un altro filone), cui faceva capo la «Ppb» di Seriate, l'azienda di trasporti “vittima” del rogo doloso di automezzi che nel 2015 fece da miccia per l'intera inchiesta «Papa». Stando alle accuse, ad esempio, i due coniugi avrebbero chiesto aiuto al clan Arena per vendicarsi del presunto mandante di quell'incendio; è anche in questo scenario che si inserirebbe la presenza di M.T.. Il giro di fatture false pare redditizio: il giudice per le indagini preliminari ha infatti disposto il sequestro finalizzato alla confisca per un totale di 6,5 milioni di euro, di cui 4,1 milioni a carico di M.T.. Il 6 dicembre il tribunale del Riesame di Brescia stabilisce che l'associazione a delinquere è di tipo “semplice”, e non di stampo mafioso. I due coniugi vengono scarcerati, con l'obbligo però di dimora a Seriate, mentre M.T. resta in carcere. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 312 Dossier 2015, evento 4 Dossier 2019, evento 1 Dossier 2020, evento 1 Dossier 2021 | Pedrengo, Grassobbio, Seriate | Estorsioni, usura e riciclaggio: 33 arresti per associazione per delinquere e legami con la 'Ndrangheta, BergamoNews, 5 settembre 2022; 'ndrangheta e fatture false: 33 arresti, L'Eco di Bergamo, 6 settembre 2022; Giuliana Ubbiali, «Giri di fatture false per riciclare i soldi della cosca Arena». In cella marito e moglie, Corriere della Sera Bergamo, 6 settembre 2022; E per Papaleo pena ridotta in Appello, Corriere della Sera Bergamo, 6 settembre 2022; Giuliana Ubbiali, «Tarasi, così L'uomo degli Arena curava gli affari della cosca», Corriere della Sera Bergamo, 2 ottobre 2022; «'ndrangheta e fatture false». Il Riesame: la mafia non c'entra, L'Eco di Bergamo, 7 dicembre 2022 |
2022 | "Holding occulta", un'inchiesta dell'antimafia sfiora la bergamasca | Arrivano fino a Predore le perquisizioni eseguite il 20 settembre 2022 dalla Direzione investigativa antimafia nell'ambito di un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze. Gli inquirenti cercano di far luce su un imprenditore 59enne di origini siciliane, da tempo attivo a Viareggio, che attraverso una serie di prestanome avrebbe gestito «una holding aziendale occulta», stringendo rapporti anche con pregiudicati per reati di mafia del Catanese. Nell'inchiesta è appunto indagato anche un 57enne di origini siciliane residente a Predore, che risultava socio di un'azienda nautica in Toscana. Nel resto d'Italia scattano quattro misure di custodia cautelare e sequestri per 1,1 milioni di euro. | Predore | Predore, un indagato per riciclaggio mafioso, Corriere della Sera Bergamo, 21 settembre 2022; Indagine della Dia, perquisizione anche a Bergamo, L'Eco di Bergamo, 21 settembre 2022 |
2022 | Clan di 'ndrangheta a Rho, le indagini arrivano a Bergamo | Arriva fino a Bergamo l'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano che il 22 novembre 2022 disarticola una cosca di 'ndrangheta insediata a Rho, alla periferia del capoluogo lombardo. Tra gli indagati a piede libero (la procura aveva richiesto una misura cautelare, il gip l'ha respinta) c'è anche un armiere 47enne originario di Fornovo San Giovanni, accusato di violazione della legge sulle armi e ricettazione: secondo i pm, l'uomo si sarebbe prestato a riparare una pistola con matricola abrasa che gli era stata consegnata a gennaio 2021 da uno degli arrestati, ritenuto il fornitore di armi del clan. Nell'ambito della stessa indagine viene invece arrestato un marocchino 34enne residente a Bergamo: avrebbe acquistato diverse armi – tra cui una pistola mitragliatrice Skorpion – dal clan. | Fornovo San Giovanni, Bergamo | Ndrangheta, 49 arresti a Milano: tra gli indagati il titolare di un'armeria di Caravaggio, BergamoNews, 22 novembre 2022; Luca Testoni, Clan di Rho, maxi retata. Indagato armiere di Fornovo, L'Eco di Bergamo, 23 novembre 2022 |
2022 | Operazione "Ritorno", nuovi arresti per 'ndrangheta | Sembra la riproposizione dell'operazione «'Nduja» del 2005, la prima che ha fatto luce in profondità sugli affari della 'ndrangheta in Bergamasca. A distanza di quasi vent'anni, quei nomi tornano a popolare le cronache. Il 13 dicembre 2022 si conclude l'operazione «Ritorno», condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, con 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, compresi diversi bergamaschi. Come scrive il gip del tribunale di Brescia Francesca Grassani, l'indagine certifica «l'attuale operatività nel distretto della Corte di Appello di Brescia (cioè Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova, ndr) di una organizzazione criminale riconducibile alla famiglia di 'ndrangheta Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria) la cui esistenza era già stata accertata con sentenza irrevocabile nel 2009». I Bellocco erano stati infatti protagonisti dell'operazione «'Nduja» del 2005, ma anche dell'operazione «Blue Call» del 2012. In manette finiscono A.M. e F.M. di Albano Sant'Alessandro e F.M., ritenuti contigui al clan, già indagati in precedenti inchieste, e poi D.R. di Bergamo, R.P. di Credaro, M.C. di Covo e R.G. di Stezzano, in carcere per aver fatturato – secondo la procura – operazioni inesistenti attraverso società fittizie nel settore dell'intermediazione della manodopera, così da foraggiare la cosca. Le indagini della procura di Brescia riguardano fatti avvenuti principalmente tra 2018 e 2020; l'uomo di punta sarebbe Umberto Bellocco, 39 anni, «elemento di vertice della proiezione operante in Lombardia»; era già finito in manette nel 2005 e poi anche nel 2012 nell'ambito dell'operazione «Blue call», e, benché detenuto, «avrebbe continuato a dirigere le attività illecite veicolando direttive ai propri familiari, concorrenti nei reati». Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dalla modalità mafiosa e associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e in materia di lavoro. Le indagini hanno consentito di individuare «i terminali calabresi (stanziali a Rosarno) della struttura criminale lombarda i quali concorrevano nella gestione delle molteplici attività economiche di interesse del sodalizio realizzate prevalentemente tramite un imprenditore» attivo tra Brescia e Bergamo nei settori edile e immobiliare. La “testa di ponte” avrebbe «fornito un fattivo contributo anche mediante la commissione di delitti tributari e di somministrazione fraudolenta di manodopera, attuati attraverso un articolato circuito di società-cartiere deputate all'emissione di fatture per operazioni inesistenti». Così, ancora una volta, ne esce un quadro che consente di «confermare l'esistenza di un fenomeno di colonizzazione»: la meta prediletta, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, sono «quei territori caratterizzati da un maggiore sviluppo economico e da un più ampio grado di ricchezza generale». Durante le perquisizioni, in un'abitazione di Villongo vengono ritrovati 202mila euro in contanti, murati in una parete, mentre nell'abitazione di un imprenditore a Lovere sono scovati 150mila euro in contanti. L'operazione si collega all'inchiesta «Blu Notte» della Dda di Reggio Calabria. Nell'interrogatorio di garanzia del 16 dicembre 2022, gli arrestati minimizzano i propri ruoli. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 101 Dossier 2015, evento 225 Dossier 2015 | Bergamo, Covo, Stezzano, Lovere | Maxi operazione contro la 'Ndrangheta: oltre 70 arresti, la cosca operava anche a Bergamo, BergamoNews, 13 dicembre 2022; Paolo Bertoli, 'ndrangheta, tutto come 13 anni fa, L'Eco di Bergamo, 14 dicembre 2022; Da Rosarno a Bergamo. Passando per Ostia, L'Eco di Bergamo, 14 dicembre 2022; Maddalena Berbenni, Spari, incendi e società cartiere. La rete Bellocco made in Bergamo, Corriere della Sera Bergamo, 14 dicembre 2022; Maddalena Berbenni, L'uomo dei Bellocco e le domande su «Nello» Signorelli prima dell'omicidio, Corriere della Sera Bergamo, 15 dicembre 2022; Paolo Bertoli, In una parete nascosti 200mila euro, L'Eco di Bergamo, 15 dicembre 2022; «Contatti con mafiosi? No, chiamavo mio cognato», L'Eco di Bergamo, 16 dicembre 2022; «Io, accusato di mafia perché feci per 4 mesi da prestanome in ditta», L'Eco di Bergamo, 17 dicembre 2022 |
2022 | Chiuduno, torna la "faida" tra famiglie sinti | A volte ritornano. Dopo la clamorosa sparatoria in centro Trescore del 2017 era seguito un lungo periodo di quiete. Il 22 settembre 2022 la faida tra famiglie sinti attive nella val Cavallina torna invece a occupare le cronache. A Chiuduno, in pieno giorno, due famiglie si affrontano armate di bastoni, coltelli e mazze da baseball, dopo uno speronamento tra due auto. Nessun ferito, ma quattro sinti residenti tra Trescore e Gorlago sono denunciati a piede libero con le accuse di danneggiamento, porto d'armi e minaccia aggravata; uno di loro era stato coinvolto anche nella “famosa” sparatoria del 2017. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 437 Dossier 2017, evento 12 Dossier 2018, evento 6 Dossier 2020 | Trescore Balneario, Gorlago, Chiuduno | Bastoni, lame e mazze da baseball. Scoppia il finimondo, nessun ferito, L'Eco di Bergamo, 23 settembre 2022 |
2022 | Traffico di coca, sgominata gang albanese: 44 indagati (e 12 arresti) | Si conclude il 1° febbraio 2022 l'operazione «Fontanella 2019», ampia inchiesta del Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo che porta all'esecuzione di 17 misure di custodia cautelare (12 gli arrestati, 5 le persone all'obbligo di dimora) in diverse parti d'Italia. L'indagine, avviata nel 2019, va a smantellare un traffico di cocaina che dall'Olanda faceva poi base a Trescore e Montello, ma con ramificazioni anche in altre aree della Bergamasca; a guidare l'organizzazione, un gruppo di albanesi. Sono in totale sono 44 gli indagati. Nel corso delle ultime perquisizioni vengono sequestrati 33 chili di hashish e 4 chili e mezzo di cocaina; nei blitz precedenti erano stati sequestrati 24 chili di cocaina a Romano di Lombardia nel 2017 e 8 chili e mezzo di cocaina a Fontanella nel 2019. Il 30 marzo 2022 viene arrestato l'ultimo latitante. Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 26 Dossier 2019 | Trescore Balneario, Fontanella, Montello, Romano di Lombardia | Maddalena Berbenni, Cocaina sulla rotta olandese. Maxi retata: 12 in carcere, Corriere della Sera Bergamo, 2 febbraio 2022; Partite di coca vendute sulle auto: in un caso c'era anche un bambino, L'Eco di Bergamo, 2 febbraio 2022; Preso latitante. Ultimo arresto dell'operazione Fontanella ‘19, L'Eco di Bergamo, 31 marzo 2022; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia. Gennaio-Giugno 2022, pubblicata ad aprile 2023, pag. 250; Tribunale di Bergamo, Ordinanza di custodia cautelare n. 1840/19 Rgnr e n. 2698/21 Rg Gip, emessa il 26 agosto 2021 |
2022 | Treviglio, corriere della droga dalla Spagna con 247 chili di hashish | Ben 247 chili di hashish, che sul mercato avrebbero fruttato circa un milione e mezzo di euro. È l'ingente sequestro messo a segno il 2 febbraio 2022 dalla Polizia stradale di Chiari in prossimità del casello Brebemi di Treviglio: finisce in carcere un 23enne marocchino, proveniente dalla Spagna. | Treviglio | Fabrizio Boschi, In auto con 247 chili di hashish. Arrestato, L'Eco di Bergamo, 5 febbraio 2022; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia. Gennaio-Giugno 2022, pubblicata ad aprile 2023, pag. 277; Tribunale di Bergamo, Ordinanza di custodia cautelare n. 1058/22 Rgnr e n. 801/21 Rg Gip, emessa il 4 febbraio 2022 |
2022 | Droga da Olanda e Belgio, 34enne ai domiciliari | C'è anche un 34enne albanese residente a Verdello tra i destinatari delle nove ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Firenze a conclusione di un'inchiesta della Guardia di finanza del capoluogo toscano su un traffico di cocaina che dal Belgio e dall'Olanda convergeva sull'Italia. L'uomo, incensurato, il 2 febbraio 2022 finisce agli arresti domiciliari. I reati contestati a vario titolo al gruppo sono quelli di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illeciti di stupefacenti, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio, poiché gli indagati avrebbero costituito un sodalizio alla importazione di cocaina dall'Olanda e dal Belgio per la successiva commercializzazione in Italia. I proventi del traffico sarebbero poi stati reimpiegati in due aziende di Firenze e Prato, intestate a congiunti degli indagati e sottoposte anch'esse a sequestro preventivo. | Verdello | Faceva il corriere della cocaina dall'Olanda, arrestato albanese, L'Eco di Bergamo, 3 febbraio 2022; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia. Gennaio-Giugno 2022, pubblicata ad aprile 2023, pag. 235; Tribunale di Firenze, Procedimento penale n. 1630/2019 Rgnr e n. 160/20 Rg Gip |
2022 | Finti agenti derubavano pusher: un arresto anche a Romano | Si fingevano agenti delle forze dell'ordine per pedinare, perquisire e derubare pusher. Il 2 febbraio 2022 si conclude una rilevante operazione dei carabinieri di Monza e della polizia penitenziaria di Milano, con 31 arresti in Italia e il sequestro – nel corso dei mesi – di 800 chili di droga e 640mila euro. Tra gli arrestati c'è anche un 25enne narcotrafficante marocchino residente a Romano di Lombardia; in un appartamento di Seriate a lui riconducibile erano stati trovati in passato 10 chili di cocaina. | Seriate, Romano di Lombardia | Pusher derubavano i rivali fingendosi agenti: 31 arresti, 1 a Romano, L'Eco di Bergamo, 3 febbraio 2022; Quei 10 chili di cocaina nascosti in un tavolo, Corriere della Sera Bergamo, 3 febbraio 2022 |
2022 | Curno, 14 chili di droga e una pistola in un box | Oltre dodici chili di hashish e due e mezzo di marijuana. È quanto scoprono il 10 febbraio 2022 gli agenti della Squadra mobile della questura di Bergamo a Curno, dove vive B.R., un 24enne bergamasco: il giovane era stato notato da una pattuglia, da lì è scattato l'inseguimento. La successiva perquisizione degli agenti nel garage del ragazzo porta alla luce la droga e anche una pistola semiautomatica clandestina calibro 7,65 pronta all'uso. Scattano le manette. | Curno | Scappa in moto. Nel box droga e armi: arrestato, L'Eco di Bergamo, 12 febbraio 2022; Dentro il garage 12 chili di droga e pistola carica, Corriere della Sera Bergamo, 12 febbraio 2022 |
2022 | Droga e armi, sgominata banda italo-albanese: operava anche a Bergamo | Era attivo anche in Bergamasca – oltre che nelle province di Brescia, Milano e Bolzano, e nelle Marche e nell'Umbria – il gruppo criminale sgominato dalla Squadra mobile di Milano il 16 febbraio 2022, con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 20 persone, tra italiani e albanesi: il reato contestato è quello di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso e dall'uso di armi. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia. Nel corso delle indagini la polizia ha sequestrato 1,4 chili di cocaina, 14 chili di eroina, 100 chili di sostanza da taglio e due pistole semiautomatiche. | Bergamo, Covo, Stezzano, Lovere | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia. Gennaio-Giugno 2022, pubblicata ad aprile 2023, pag. 251; Tribunale di Brescia, Ordinanza di custodia cautelare n. 14547/19 Rgnr e n. 13737/21 Rg Gip, emessa il 3 febbraio 2020 |
2022 | Dal fiuto di Tenai al sequestro: 6 chili di hashish | È un bottino significativo quello che Tenai – il cane dell'unità cinofila della polizia locale di Bergamo – permette di recuperare il 2 marzo 2022: oltre 6 chili di hashish. Tutto nasce dal fiuto di Tenai, che in zona stazione individua due pacchetti con delle tracce di droga: gli agenti della polizia locale notano così due sospetti (un 37enne e un 44enne), e le successive perquisizioni nelle abitazioni degli uomini, tra la città e la provincia, permettono di scoprire un totale di 6,4 chili di hashish. | Bergamo, Covo, Stezzano, Lovere | Sequestrati oltre 6 kg di hashish. In manette il pusher e il corriere, L'Eco di Bergamo, 4 marzo 2022 |
2022 | Doppio blitz a Bergamo e hinterland: 170 chili di droga | Oltre 170 chili di droga, tra marijuana (146 chili) e hashish (27,7 chili), oltre a 822 piantine di cannabis. È quanto scopre la Guardia di finanza il 3 marzo 2022 in un doppio blitz: i finanzieri hanno dapprima scoperto parte dello stupefacente occultato in un garage di Bergamo e nel prosieguo delle operazioni hanno esteso la perquisizione a un'azienda agricola nell'hinterland della città, dove è stata rinvenuta la coltivazione. Due bergamaschi finiscono in manette. | Bergamo | Marijuana in un box e in un campo: 180 kg e 800 piante, 2 arresti, L'Eco di Bergamo, 10 marzo 2022; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia. Gennaio-Giugno 2022, pubblicata ad aprile 2023, capitolo 15.b., pag. XXVII |
2022 | Spaccio tra Milano, Bergamo e Novara: 11 arresti | Nome in codice «Drug Mama». È l'operazione della Squadra mobile della questura di Milano che il 9 marzo 2022 porta a 11 arresti di soggetti di origine africana attivi nello spaccio di droga tra Milano e le province di Bergamo e Novara: nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 15 chili di droga tra marijuana, hashish e cocaina. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia. Gennaio-Giugno 2022, pubblicata ad aprile 2023, pag. 265; Tribunale di Milano, Ordinanza di custodia cautelare n. 1527/21 Rgnr e n. 992/21 Rg Gip, emessa il 25 febbraio 2022 |
2022 | Villa d'Adda, 5,5 chili di coca in auto | Tutto nasce da un'auto sospetta, che procede a passo lento avanti e indietro lungo la stessa via, fermandosi più volte in attesa di una persona. È il 18 aprile 2022 a Villa d'Adda: la polizia stradale nota quella vettura e decide di identificare il conducente e l'altra persona, scoprendo che sotto un sedile erano nascosti 5,5 chili di cocaina. Per i due uomini scatta l'arresto. | Villa d'Adda | In auto nascosti 5 chili di cocaina. Due arrestati a Villa d'Adda, L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2022 |
2022 | Capo ultrà milanista (con casa a Scanzo) e trafficante di droga: condannato | Aveva casa a Scanzorosciate, e gli è stata confiscata. Per Luca Lucci, capo ultrà della Curva Sud del Milan e residente in Bergamasca, il 4 maggio 2022 arriva la condanna a 7 anni di carcere (con rito abbreviato, dunque con sconto di un terzo della pena) per traffico di droga: secondo l'accusa, era «al vertice» di un'organizzazione dedita al narcotraffico di hashish, marijuana e cocaina. Lucci pianificava «l'attività illecita senza mai partecipare attivamente», ma «impartendo direttive attraverso il software Encrochat, installato su un telefono cellulare» con «utenza telefonica olandese», intrattenendo «le relazioni con i narcotrafficanti esteri». Aveva già patteggiato in passato una pena di due anni sempre per droga. | Scanzorosciate | Cocaina e chat criptate. Sette anni al capo ultrà, Corriere della Sera Bergamo, 5 maggio 2022 |
2022 | Droga e armi, in manette 49enne di Pedrengo | C'è anche un 49enne di Pedrengo, di origini napoletane, tra le persone finite in carcere il 17 maggio 2022 nell'ambito di una maxi-operazione antidroga della procura di Monza, con un totale di 30 arresti. Varie le accuse: traffico e illecita detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo e materiali esplodenti, traffico di cocaina e hashish, rapina, estorsioni, furto, ricettazione e riciclaggio. Il 49enne di Pedrengo, pregiudicato, era già ai domiciliari per alcune estorsioni: secondo quest'ultima inchiesta, il gruppo si rivolgeva a lui quando aveva bisogno di fondi per l'acquisto di droga, e lui – sempre secondo la procura – li trovava con furti e rapine. | Pedrengo | Droga e armi: anche 49enne di Pedrengo in carcere con la banda, Corriere della Sera Bergamo, 18 maggio 2022 |
2022 | "Seriana Blanca", dopo gli arresti arrivano le condanne | Una fitta rete dello spaccio, che non si era fermata nemmeno durante il primo lockdown. Per l'inchiesta «Seriana Blanca» che aveva fatto luce su un ampio giro di droga (hashish e cocaina) in Bergamasca, con carichi provenienti dal Marocco e un sistema di vendita al dettaglio che sfruttava le aperture dei supermercati, il 21 giugno 2022 arrivano 18 verdetti tra condanne in abbreviato, patteggiamenti e messe alla prova: tra le pene più alte quelle a un marocchino residente a Gazzaniga, Hicham Bounghlem, che ha patteggiato 5 anni; 3 anni anche alla moglie, 4 anni al fratello. Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 23 Dossier 2021 | Seriate, Gazzaniga, | Il supermercato per spacciare droga in pieno lockdown. Ora le condanne, Corriere della Sera Bergamo, 22 giugno 2022 |
2022 | Banda della droga, i vertici a calcio | Sarebbero due fratelli marocchini residenti a Calcio i “registi” della banda dedita allo spaccio di cocaina e hashish operativa tra le province di Bergamo, Monza, Varese, Como e Milano che la Guardia di finanza di Milano sgomina l'8 luglio 2022: sono complessivamente 11 le persone finite in manette (altre sette sono denunciate a piede libero), le indagini hanno permesso di sequestrare circa 12 chili di droga tra hashish e cocaina, oltre a 50mila euro in contanti e una pistola calibro 22 senza numero di matricola. L'inchiesta aveva portato anche a un blitz a Palosco a fine 2022, quando furono rinvenuti 8,6 chili di cocaina. | Calcio, Bergamo, Palosco | Luca Testoni, Spaccio, sgominata una banda: i registi due fratelli di Calcio, L'Eco di Bergamo, 9 luglio 2022 |
2022 | Marijuana. maxi sequestro a Lallio: 408 chili | Tutto nasce da un sequestro apparentemente modesto: tre chili di marijuana. È quanto rinviene a metà luglio 2022 il cane Tenai, l'unità cinofila della polizia locale di Bergamo, in un campo al Villaggio degli Sposi, alla periferia della città. Il cane fiuta poi un altro sacchetto: è vuoto, ma all'interno ci sono delle etichette con nome e indirizzo della filiale di una società lussemburghese operativa nello stoccaggio e distribuzione della cannabis “light”, legale. Gli agenti scelgono così di far visita al magazzino, al confine tra Bergamo e Lallio, dove viene rinvenuta una ingentissima quantità di marijuana. “Light”, secondo la giustificazione delle persone che in quel momento stavano lavorando nell'azienda: le successive analisi dell'Ats sulla sostanza hanno invece accertato che il principio attivo era superiore ai limiti, dunque era marijuana “vera”. In totale la polizia locale ha provveduto al sequestro di 408 chili di sostanze (il più importante mai messo a segno in Italia da un corpo di polizia municipale): sei persone, tutte italiane, sono state denunciate per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. | Lallio, Bergamo | Maxisequestro: 603 chili di marijuana, L'Eco di Bergamo, 21 luglio 2022; Dal fiuto di Tenai, 603 chili di droga, Corriere della Sera Bergamo, 21 luglio 2022 |
2022 | Seriate, 30 chili di hashish | Trenta chili di hashish in un box di Seriate. È quanto scoprono a inizio ottobre 2022 i poliziotti della Squadra mobile di Milano, nell'ambito di un'indagine su un giro di droga che ha come epicentro la Comasina, quartiere alla periferia del capoluogo lombardo. In manette finisce un 31enne marocchino, attivo sulla piazza milanese. | Seriate | Luca Testoni, Droga, maxi sequestro a Seriate. Trenta chili di hashish nel box, L'Eco di Bergamo, 6 ottobre 2022 |
2022 | Mozzo, 76 chili di droga in casa | È un bilancio importante quello del sequestro messo a segno la notte del 20 ottobre 2022 dai carabinieri di Bergamo in un appartamento di Mozzo: oltre 76 chili di hashish. Il blitz scatta dopo il controllo di un 30enne italiano, sulla cui auto vengono ritrovate alcune dosi di hashish, marijuana e cocaina; i militari decidono così di approfondire, perquisendo l'abitazione del giovane. È lì che viene scoperto l'ingente quantitativo di droga: il 30enne finisce in manette. | Mozzo | Un deposito di droga in garage: arrestato, Corriere della Sera Bergamo, 23 ottobre 2022; Nascondeva nel garage di casa oltre 76 chili di droga, L'Eco di Bergamo, 23 ottobre 2022 |
2022 | Pontirolo, 60 chili di droga | Erano tenuto d'occhio da qualche tempo, e gli indizi si sono presto tramutati in prove concrete. Il 26 ottobre 2022 la Squadra mobile di Bergamo arresta due nordafricani residenti a Pontirolo: dopo un primo controllo sulle loro vetture, gli agenti perquisiscono le abitazioni e i locali che utilizzavano per un'apparente attività di import-export, scoprendo 59,5 chili di hashish e 400 grammi di cocaina, oltre a 13.500 euro in contanti. Entrambi finiscono in carcere. | Pontirolo Nuovo | Blitz della polizia. Droga sequestrata e due arresti, L'Eco di Bergamo, 30 ottobre 2022 |
2022 | Narcotraffico Italia-Spagna, arresti in bergamasca | Ci sono anche diversi residenti in Bergamasca tra le persone arrestate il 10 novembre 2022 nell'ambito di un'operazione antidroga della Direzione distrettuale antimafia su un traffico di stupefacenti sull'asse Italia-Spagna. Circa quaranta le misure cautelari eseguite: nello specifico, in manette finiscono un 29enne italiano di Canonica d'Adda, un 40enne albanese di Bergamo e un connazionale 30enne residente a Treviglio; ai domiciliari anche un 30enne di Sant'Omobono, mentre nella stessa inchiesta – allora agli albori delle indagini – a febbraio 2020 era finito in manette un 37enne di Caravaggio (in un appartamento di Bonate Sopra a sua disposizione, erano stati trovati oltre 30 chili tra hashish e marijuana). Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 9 Dossier 2020 | Canonica d'Adda, Sant'Omobono, Bergamo, Treviglio, Caravaggio, Bonate Sopra | Traffico di droga, arrestati anche tre bergamaschi, L'Eco di Bergamo, 11 novembre 2022 |
2022 | Quindici chili di hashish, un arresto anche nella Bassa | Quindici chili di hashish, tra l'automobile e l'abitazione. È quanto scoprono la notte tra il 29 e il 30 novembre i carabinieri di Chiari, che a Urago d'Oglio (Brescia) fermano una vettura su cui viaggiavano due fratelli marocchini di 31 e 28 anni, il più giovane residente ad Antegnate; sull'auto trovano 3,5 chili di hashish, mentre nell'abitazione del 31enne a Pontoglio (Brescia) i militari troveranno altri 11,4 chili di hashish. A casa del più giovane, ad Antegnate, viene rinvenuto un bilancino di precisione. I due finiscono agli arresti domiciliari. | Antegnate | Paolo Bertoli, In auto e a casa 15 chili di hashish: tre nei guai, L'Eco di Bergamo, 2 dicembre 2022 |
2022 | Usuraio o "benefattore? Processo a un 74enne: condannato | «Ero disperato, lui tra i pochi ad aiutarmi». Così racconta M.C., un commerciante di Concesio il 15 febbraio 2022, nelle aule del tribunale di Bergamo: il «benefattore» di cui si parla è in realtà G.P.G., 74enne di Romano di Lombardia, agente di commercio in pensione, finito a processo perché accusato di usura, esercizio abusivo della concessione di prestiti e autoriciclaggio. Nell'episodio contestato, in particolare, il 74enne avrebbe erogato due prestiti da tremila euro ciascuno all'imprenditore bresciano, applicando – secondo l'accusa – tassi dell'86 e del 62%. La parte offesa, invece, difende il presunto usuraio. Il 74enne si difende in aula nella successiva udienza del 22 febbraio: «Non ho mai chiesto più soldi di quanti ne ho prestati, erano loro (i beneficiati dal prestito, ndr) che si offrivano di restituirne di più». L'avvocato di G.P.G. sostiene invece che i calcoli sui tassi d'interesse – che determinano la differenza tra un prestito “consentito” e l'ipotesi dell'usura – siano sbagliati. «Il fatto che le parti offese abbiano ridimensionato o che non ci siano state minacce, non toglie che il reati si configuri, quando l'imputato è consapevole che il denaro venga restituito con tassi di interesse sopra il limite», sostiene invece la pm Laura Cocucci. Il 26 aprile arriva la sentenza di primo grado: il 74enne viene condannato a tre anni per due episodi di usura (prestiti da 11mila euro, diventati 13.200 euro), mentre è assolto per alcuni altri episodi di presunto credito a strozzo. | Romano di Lombardia | Maddalena Berbenni, «Era un amico, non un usuraio. Ci ha anche rimesso i soldi», Corriere della Sera Bergamo, 16 febbraio 2022; Usura, parte offesa difende imputato: «Ero disperato, fu l'unico ad aiutarmi», L'Eco di Bergamo, 16 febbraio 2022; Usura, il pm chiede 5 anni. L'imputato: nessun tasso, Corriere della Sera Bergamo, 23 febbraio 2022; «Usura? No, da amici restituiti più soldi senza che li obbligassi», L'Eco di Bergamo, 23 febbraio 2022; Agente di commercio condannato a 3 anni per prestiti usurari, L'Eco di Bergamo, 27 aprile 2022; Maddalena Berbenni, «Prestava soldi a tassi da usura». Condannato il pensionato, Corriere della Sera Bergamo, 27 aprile 2022 |
2022 | Pizzo al barista, condanne per vent'anni | Oltre vent'anni di carcere. È il totale delle condanne che il 13 aprile 2022 il tribunale di Bergamo emette nei confronti di tre persone accusate di estorsione e tentata estorsione ai danni di Nicholas Anesa, già titolare del bar pasticceria «La dolce vita» a Bergamo in via Borgo Palazzo, poi consigliere comunale a Palazzo Frizzoni. La vicenda nasce a cavallo tra 2014 e 2015, quando Anesa diventa titolare del locale: da quel momento gli ex proprietari – originari di Roma e nel frattempo finiti nei guai con la giustizia per traffico di droga – iniziano a vessare pesantemente l'imprenditore, chiedendo, secondo quanto ricostruito dalla procura, 500 euro al mese di pizzo. Con coraggio, Anesa denuncia i fatti. Parte l'inchiesta e si arriva al processo, sino alla condanna in primo grado: 8 anni e 2 mesi per Medardo Marras, 7 anni e sei mesi per la compagna Rosa Gota Lestingi, 4 anni e 6 mesi per Gian Medardo Marras, figlio della coppia; assolto un quarto uomo. Dalle intercettazioni erano emerse pesanti minacce nei confronti di Anesa. «Ci terrei a far passare un messaggio: anche a Bergamo esistono queste realtà e bisogna denunciarle. Io, se non lo avessi fatto, non me ne sarei mai liberato», commenta Anesa al Corriere. Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 320 Dossier 2016 | Bergamo | Mattia Maraglio, Pizzo a barista, il pm chiede 20 anni per i 4 imputati, L'Eco di Bergamo, 7 aprile 2022; Pizzo al barista, oltre 20 anni di carcere per tre imputati, L'Eco di Bergamo, 14 aprile 2022; Maddalena Berbenni, L'ex candidato sindaco e «il pizzo». Chieste condanne per 19 anni, Corriere della Sera Bergamo, 7 aprile 2022; Maddalena Berbenni, Anesa, l'ex candidato M5S vittima del pizzo: le condanne. Lui: importante denunciare, Corriere della Sera Bergamo, 14 aprile 2022 |
2022 | "Recupero crediti": condanna a 2 anni e 4 mesi | Avrebbe commissionato un violento sequestro di persona per convincere un debitore a restituire i soldi che gli doveva. Il 3 maggio 2022 il pm Emanuele Marchisio chiede 8 anni di condanna per Delio Belotti, impresario di Ponteranica, accusato di estorsione come mandante di un recupero crediti poi effettivamente messo a segno da Paolo e Francesco Romano (già condannati a 8 anni con rito abbreviato), nipoti di Giuseppe «Pino» Romano, considerato vicino alla ‘ndrangheta. Il 27 settembre 2022 arriva la sentenza di primo grado, ben distante dalle richieste dell'accusa: Delio Belotti viene condannato a 2 anni e 4 mesi; L'uomo è stato infatti riconosciuto colpevole di una sola delle estorsioni contestate. È invece assolto Rocco Di Lorenzo, 65enne casertano di casa ad Albano Sant'Alessandro, già condannato a 11 anni in appello per altre estorsioni e marito della donna indagata per la strage di via Palestro: L'uomo era accusato di aver picchiato per conto di Belotti un uomo che gli doveva dei soldi; il reato è stato però derubricato da estorsione a esercizio arbitrario delle proprie ragioni, e giudicato non perseguibile in mancanza di querela. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 39 Dossier 2019, evento 26 Dossier 2020 | Albano Sant'Alessandro | Maddalena Berbenni, Il faccendiere e i nipoti del boss. Il pm: otto anni per l'estorsione da Far West, Corriere della Sera Bergamo, 4 maggio 2022; Il pm: 8 anni al mandante del sequestro, L'Eco di Bergamo, 4 maggio 2022; Maddalena Berbenni, «Nessuna estorsione. Di Lorenzo arrivò dopo la disputa». La difesa: va assolto, Corriere della Sera Bergamo, 25 maggio 2022; Maddalena Berbenni, I 57 «non ricordo» di Taiocchi: «Voleva farla pagare a Belotti», Corriere della Sera Bergamo, 21 settembre 2022; Maddalena Berbenni, Le estorsioni coi Romano. Per Belotti pena bassa ma auto confiscate, Corriere della Sera Bergamo, 28 settembre 2022; Estorsioni, in piedi resta una sola accusa. Condanna a 28 mesi, L'Eco di Bergamo, 28 settembre 2022 |
2022 | Da frodatori del fisco a vittime di usura | È un meccanismo apparentemente perverso che porta a esiti inediti. La vicenda ha come protagonisti un imprenditore di Verdellino e uno di Como: accusati di aver imbastito tra il 2012 e il 2019 un giro di frodi fiscali per ottenere false compensazioni (così da non versare tasse) in favore di alcuni «clienti», dal 2019 in poi diventano loro stessi vittime di usura. La vicenda viene raccontata in tribunale di Bergamo il 31 maggio 2022, dove i due imprenditori sono parti offese in un processo per usura che vede invece come imputati un imprenditore di Brignano Gera d'Adda e un suo socio. Il giro dei prestiti a strozzo ammonterebbe a diverse decine di migliaia di euro. | Bergamo, Brignano Gera d'Adda | Mattia Maraglio, Fanno F24 falsi. Clienti insolventi e loro diventano vittime di usura, L'Eco di Bergamo, 4 giugno 2022 |
2022 | Foppolo, gli sviluppi | Il filone della «Brembo Super Ski» Abbondanti sconti di pena in Appello per Giuseppe Berera e Santo Cattaneo, gli ex sindaci di Foppolo e Valleve protagonisti del crac di «Brembo Super Ski». Il 14 gennaio 2022 viene emessa la sentenza di secondo grado per il filone principale della vicenda che negli ultimi anni ha provocato un terremoto giudiziario nell'alta val Brembana: la pena di Berera scende a sei anni e mezzo (a fronte dei dieci e mezzo rimediati in primo grado), quella di Cattaneo a quattro anni e mezzo (rispetto agli otto del primo grado), in entrambi i casi con rito abbreviato (sconto di un terzo della pena); sono state riconosciute le attenuanti generiche che non erano state concesse dal gup in primo grado (mentre sempre in primo grado era già caduta l'accusa di associazione per delinquere). Per l'avvocato di Berera, che si riserva di ricorrere per Cassazione, la pena d'appello «è comunque troppo», sottolineando «l'atteggiamento collaborativo» dell'assistito. Sconti di pena anche per l'ex impiegata del Comune di Foppolo Luisa Piredda (un anno e 11 mesi con il concordato, cioè il patteggiamento di secondo grado), confermate le condanne per l'ex segretario comunale Saverio De Vuono (2 anni) e il consulente Mauro Bertelli (8 mesi). La vicenda ruota attorno alla bancarotta – da circa 30 milioni di euro – della Brembo Super Ski, società partecipata dai comuni di Foppolo, Valleve e Carona; la Corte d'appello ha confermato i risarcimenti milionari che i due ex sindaci sono chiamati a versare a diverse realtà lese dal crac della società pubblica. Il 28 giugno 2022 vengono depositate le motivazioni della sentenza di appello: «Quello che emerge è una gestione scaltra e oculata, con totale asservimento delle strutture amministrative presiedute dai due imputati (Berera e Cattaneo, ndr) a interessi economici, caratterizzati da natura illecita e finalità distrattive, ruotanti attorno alla società Bss», scrivono i giudici a proposito degli ex sindaci di Foppolo e Valleve, in un contesto che ha evidenziato la «mirata strumentalizzazione dei poteri amministrativi per la tutela di interessi del tutto estranei agli enti amministrati». Sono state riconosciute però le attenuanti perché hanno confessato. Gli ex sindaci ricorreranno in Cassazione. Il filone del Pgt C'è poi il filone legato alla presunta tangente (da circa mezzo milione di euro) per modificare il Pgt di Foppolo, in cui il principale accusato è l'ex assessore provinciale (e senatore di Forza Italia) Enrico Piccinelli. Il politico viene ascoltato in aula il 17 febbraio 2022 e nega nuovamente le accuse a suo carico. Sempre per questo filone, il 7 marzo 2022 viene archiviata la posizione di Santo Cattaneo, ex sindaco di Valleve. Sentito come testimone il 5 maggio 2022, l'ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo fornisce i propri ricordi: «Sono andato un po' di volte dai Boccolini (i due consulenti che hanno accusato Piccinelli di aver intascato la tangente, ndr). C'erano loro e Berera. Parlavano di soldi, però a me non me ne fregava niente perché io soldi da spendere non ne avevo». Ma di quali soldi parlavano?, domanda il pm. «Dare qualcosa al senatore Piccinelli per risolvere il problema – risponde Cattaneo -. Quali cifre? A spanne, 500mila euro. Ma io non ho mai visto soldi né valigette, non ho portato niente a nessuno». Nell'udienza del 16 giugno l'accusa chiede una condanna di 5 anni per Enrico Piccinelli. Per la vicenda hanno patteggiato per corruzione l'ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera (2 anni e 4 mesi) e i consulenti Fulvio e Maria Cristina Boccolini (2 anni per entrambi). Il 21 luglio 2022 Enrico Piccinelli viene condannato a 5 anni per corruzione in primo grado: il tribunale di Bergamo lo riconosce colpevole di aver fatto pressioni per l'approvazione in Provincia del Pgt di Foppolo in cambio di una tangente da 480mila euro, di cui 275 mila euro – è la ricostruzione della procura – finiti nelle sue tasche tra 2013 e 2014. «Sono stato condannato sulla base di dichiarazioni di persone che si sono autodefinite millantatori. In questa sentenza c'è una discrasia logica che non può esser cancellata – commenta Piccinelli. È stato dimostrato che tutta la procedura in Provincia è stata corretta. Sono stato condannato per un piano che ho bocciato, fatico a trovare una logica in questo». Nelle motivazioni della sentenza depositate il 2 novembre 2022, la giudice Bianca Maria Bianchi definisce credibili i testimoni – l'ex sindaco di Foppolo e i due commercialisti – che hanno accusato l'ex assessore provinciale. Il collegio giudicante segnala anche che nel luglio 2014, «con una collocazione cronologica contestuale ai fatti per cui si procede», Piccinelli aveva acquistato una casa da un milione di euro; il politico ha documentato le modalità di pagamento (mutui, cessioni di altri immobili, prestiti da parenti), ma per i giudici la somma prestata dai parenti, ad esempio, «è molto vicina a quella ricevuta a titolo di tangente». Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 337 Dossier 2016, evento 376 Dossier 2017, evento 60 Dossier 2018, evento 49 Dossier 2019, evento 30 Dossier 2020, evento 34 Dossier 2021 | Foppolo, Carona, Valleve | Maddalena Berbenni, Maxi processo Foppolo, pena quasi dimezzata per Berera, Corriere della Sera Bergamo, 15 gennaio 2022; Quasi dimezzate le pene ai due ex sindaci, L'Eco di Bergamo, 15 gennaio 2022; Maddalena Berbenni, «Le tangenti sul Pgt? Accuse senza logica». E spunta la massoneria, Corriere della Sera Bergamo, 18 febbraio 2022; «Mai chiesto tangenti sul Pgt. Tirato in ballo a mia insaputa», L'Eco di Bergamo, 18 febbraio 2022; Tangente sul Pgt, archiviato l'ex sindaco Santo Cattaneo, L'Eco di Bergamo, 8 marzo 2022; Maddalena Berbenni, «Parlavano dei soldi da dare al senatore», Corriere della Sera Bergamo, 6 maggio 2022; «Cinque anni all'ex senatore». La difesa: «È lui la vittima», L'Eco di Bergamo, 17 giugno 2022; «Ex sindaci scaltri, ma meritano le attenuanti perché confessarono», L'Eco di Bergamo, 29 giugno 2022; Maddalena Berbenni, «Gli ex sindaci scaltri, ma collaborarono. Con Lima macroscopica collusione», Corriere della Sera Bergamo, 29 giugno 2022; «Tangenti per il Pgt». L'ex senatore Piccinelli condannato a 5 anni, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2022; Maddalena Berbenni, Tangenti, 5 anni a Piccinelli: «Ho bocciato quel piano, non c'è nessuna logica», Corriere della Sera Bergamo, 22 luglio 2022; «La mazzetta all'ex senatore pagata da imprenditori assolti», L'Eco di Bergamo, 3 novembre 2022 |
2022 | Inchiesta sul carcere, 5 anni e 4 mesi all'ex direttore | Dopo circa trent'anni alla guida del carcere di Bergamo, nel 2018 era finito in manette perché accusato anche di aver intascato delle tangenti. L'inchiesta sulle presunte irregolarità nel carcere di Bergamo vive nuovi sviluppi: il 23 febbraio 2022 Antonino Porcino, ex direttore della casa circondariale di via Gleno, sceglie di andare a processo col rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena); tra gli episodi contestati, Porcino avrebbe ricevuto da un imprenditore – interessato a degli appalti di fornitura in un carcere – 21mila euro tra il 2015 e il 2018.Il 13 luglio il pm Emanuele Marchisio chiede 7 anni e mezzo di reclusione per Antonino Porcino. Il 26 ottobre arriva la sentenza di primo grado: Porcino è condannato a 5 anni, 4 mesi e 20 giorni; l'ex direttore è ritenuto colpevole per 14 dei 21 capi d'imputazione, tra cui la turbativa d'asta relativa a un appalto nel carcere di Monza e un episodio di concussione (nove dazioni di denaro, tra i 2.500 e i 3.000 euro ciascuna). Vengono condannate altre quattro persone; 5 gli assolti, 6 i rinviati a giudizio. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 62 Dossier 2018, evento 45 Dossier 2019, evento 28 Dossier 2020, evento 38 Dossier 2021 | Bergamo | Porcino, il caso in aula, Corriere della Sera Bergamo, 24 febbraio 2022; «Mazzette in carcere». Porcino sceglie il rito abbreviato, L'Eco di Bergamo, 24 febbraio 2022; Giuliana Ubbiali, Mazzette, abusi sessuali, farmaci. Il pm: per Porcino 7 anni e mezzo, Corriere della Sera Bergamo, 14 luglio 2022; «Mazzette in carcere». Chiesti 7 anni per Porcino, L'Eco di Bergamo, 14 luglio 2022; Giuliana Ubbiali, Denaro, farmaci e abusi sessuali: per Porcino 5 anni e 4 mesi, Corriere della Sera Bergamo, 27 ottobre 2022; Tangenti per gli appalti in carcere. Cinque anni all'ex direttore Porcino, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2022 |
2022 | "Tangente da 12mila euro", indagato ex ministro | Corruzione. È il reato per cui risulta indagato – inizialmente da parte della procura di Bergamo – Paolo Romani, già sottosegretario e ministro in diversi governi di centrodestra e a lungo esponente di Forza Italia. La notizia emerge il 30 marzo 2022, nell'ambito di un filone secondario dell'indagine sul crac della «Maxwork», società di lavoro interinale protagonista di un caso giudiziario che aveva coinvolto imprenditori e funzionari in Bergamasca. Secondo il pm Paolo Mandurino, Romani avrebbe incassato a gennaio 2015 una tangente da 12mila euro «come corrispettivo di atto contrario ai doveri del suo ufficio», ma non risulta chiaro il motivo che sarebbe alla base della presunta mazzetta. «Siamo perplessi, l'imputazione è monca, dobbiamo capire quale è l'atto contrario ai doveri di ufficio di un parlamentare», commenta l'avvocato di Romani. Secondo le annotazioni degli inquirenti, da una intercettazione telefonica tra i fratelli Stefano e Sandro Maullu (Stefano è un ex europarlamentare) «emerge chiaramente la dazione (da parte di soggetti inseriti nelle posizioni apicali di Maxwork, ndr) della somma in contanti di 12mila euro indirizzata a Romani, somma materialmente consegnata in un plico chiuso ritirato presso gli uffici della Maxwork a Maullu Antonio Sandro, su incarico di Maullu Stefano». I Maullu sono indagati per false dichiarazioni al pm, perché – si legge nel decreto di perquisizione a carico di Romani – nell'interrogatorio hanno «espressamente escluso di essersi mai recati presso gli uffici della Maxwork, nonostante la circostanza sia pienamente provata dalla richiamata intercettazione». Secondo quanto dichiara alla procura il 4 aprile Massimo Cavaliere, già ai vertici di «Maxwork» e indagato nella vicenda, quei soldi per Romani non rappresentavano una tangente, ma la restituzione di un prestito. Romani sceglie invece di non presentarsi all'interrogatorio: «Risponderò quando il pm chiarirà l'accusa». A settembre 2022 il fascicolo passa per competenza territoriale alla procura di Milano. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 409 Dossier 2017, eventi 61 e 73 Dossier 2018, evento 57 Dossier 2019, evento 31 Dossier 2020 | Bergamo | Maddalena Berbenni, «Tangente al senatore Romani». Lui: con Cottone solo un'amicizia, Corriere della Sera Bergamo, 31 marzo 2022; Il crac milionario: «Patto criminale». Dopo le condanne affidamento in prova, Corriere della Sera Bergamo, 31 marzo 2022; «Tangente da 12mila euro». Indagato il senatore Romani, L'Eco di Bergamo, 31 marzo 2022; Maddalena Berbenni, Quell'intercettazione che inguaia Romani (e i Maullu), Corriere della Sera Bergamo, 1 aprile 2022; «I 12mila euro? Prestito a Romani», L'Eco di Bergamo, 5 aprile 2022; Maddalena Berbenni, Romani, duello con la Procura. Cavaliere: «Era solo un prestito», Corriere della Sera Bergamo, 5 aprile 2022; Maddalena Berbenni, Romani e le banconote contate negli uffici della Maxwork, Corriere della Sera Bergamo, 7 aprile 2022; Maddalena Berbenni, Romani, l'indagine per corruzione va a Milano, 19 ottobre 2022 |
2022 | "Tangente per la mensa di Ranica", in manette una consulente esterna | C'è anche un risvolto bergamasco nell'inchiesta della procura di Milano che il 3 maggio 2022 porta a tre arresti nell'ambito di una serie di appalti truccati e mazzette per la gestione di alcune mense. In manette finisce infatti anche A.M., 55enne calabrese residente a Monza, consulente esterna della pubblica amministrazione: tra le vicende contestate, è anche accusata di aver ricevuto una “commissione” di 8.600 euro per un appalto per la gestione del servizio della mensa scolastica di Ranica. La donna è accusata di turbativa d'asta e corruzione. Il Comune di Ranica è completamente estraneo alla vicenda. Nel dettaglio, secondo gli inquirenti, gli arrestati era coordinati da una grande azienda milanese del settore e pagavano per ottenere informazioni riservate sui bandi di gara o per impostarli in modo che fossero tagliati su misura delle società implicate, oppure introducevano delle persone di fiducia nelle commissioni; in altri casi, avrebbero cercato di ottenere incarichi per il controllo della qualità. Dalle carte emerge anche il tentativo di inserirsi in un appalto del Comune di Bergamo, senza però esiti. Il 5 maggio 2022, nell'interrogatorio di garanzia, l'indagata respinge ogni accusa. Il 9 maggio 2022 il gip del tribunale di Milano respinge la richiesta di scarcerazione. Il 5 luglio la procura di Milano chiede il rinvio a giudizio immediato per una ventina degli indagati: c'è anche A.M. Nell'udienza del 2 dicembre il Comune di Ranica viene ammesso come parte civile nel processo con rito abbreviato. | Ranica | Luca Testoni, Tangenti sulle mense, in cella consulente. Ma il Comune: «Fu scelta in buona fede», L'Eco di Bergamo, 4 maggio 2022; Fabio Paravisi, Quella gara truccata per le mense a Ranica e i dubbi su Bergamo. Sequestrati documenti, Corriere della Sera Bergamo, 4 maggio 2022; Giuliana Ubbiali, Caso mense, l'arrestata anche in commissione per la gara di Bergamo, Corriere della Sera Bergamo, 5 maggio 2022; Luca Testoni, Ranica, la consulente nega: «Non ho mai preso un euro», L'Eco di Bergamo, 6 maggio 2022; Giuliana Ubbiali, Dopo Ranica, il pressing per pagare l'arrestata: «È in tante commissioni», Corriere della Sera Bergamo, 6 maggio 2022; Luca Testoni, Resta in carcere la consulente del Comune di Ranica, L'Eco di Bergamo, 10 maggio 2022; «Appalti truccati per le mense». Chiesto il processo per 20 persone, L'Eco di Bergamo, 6 luglio 2022; Luca Testoni, «Tangenti per i servizi mensa». Il Comune di Ranica parte civile, L'Eco di Bergamo, 3 dicembre 2022 |
2022 | Immigrazione illegale e sanitari compiacenti, l'inchiesta partita da Treviglio | È partita da Treviglio l'inchiesta della procura di Milano che il 10 giugno 2022 porta a dieci misure cautelari in diverse zone della Lombardia, con collegamenti investigativi anche in Albania. Viene così sgominato un gruppo composto da italiani e albanesi accusati – tra i vari reati – di associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, corruzione, reati di falso e traffico illecito di farmaci e droga. Dalla ricostruzione degli investigatori emergono diversi illeciti: medici e infermieri in servizio presso strutture sanitarie milanesi avrebbero favorito – in cambio di tangenti o benefici – l'ingresso illecito in Italia di diversi cittadini albanesi, tramite false attestazioni sulla necessità di urgenti cure sanitarie; nell'inchiesta rientra anche un presunto giro di farmaci ottenuti illecitamente in Italia e rivenduti in Albania. Lo spunto investigativo è nato da una precedente inchiesta della procura di Bergamo che aveva messo sotto la lente alcune irregolarità di un'agenzia di pratiche per immigrati operativa a Treviglio. | Treviglio | Maddalena Berbenni, Le mazzette albanesi per farsi curare gratis. Blitz dopo il caso Popa, Corriere della Sera Bergamo, 11 giugno 2022; Truffa al Sistema sanitario, l'indagine di Dda, Nas e polizia partita da Treviglio, L'Eco di Bergamo, 11 giugno 2022 |
2022 | Corruzione e favoreggiamento dell'immigrazione, chiusa l'inchiesta | Corruzione, falso ideologico, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Sono i reati ipotizzati nell'inchiesta che mette al centro le attività di E.P., 38enne albanese già titolare di un'agenzia di pratiche a Treviglio. A dicembre 2022 la procura di Bergamo chiude le indagini preliminari, dopo che già a marzo 2021 erano scattati due arresti. L'avviso di conclusione delle indagini è notificato a 12 persone, tra cui quattro pubblici ufficiali. La corruzione è contestata a E.P. e ad A.P., all'epoca sovrintendente della polizia di frontiera: secondo l'accusa, il poliziotto si sarebbe fatto promettere quasi 75mila euro per agevolare dei permessi di soggiorno. Un ex funzionario della prefettura avrebbe ricevuto favori sessuali in cambio di una corsia preferenziali per le pratiche dell'agenzia di Treviglio. | Treviglio | Maddalena Berbenni, «Tangenti e favori sessuali, così entravano i clandestini», Corriere della Sera Bergamo, 4 dicembre 2022 |
2022 | Scoppia il "Qatargate": al centro un ex europarlamentare bergamasco | È Antonio Panzeri, originario di Calusco d'Adda e lì ancora formalmente residente, l'ex europarlamentare italiano al centro del «Qatargate», lo scandalo che travolge Strasburgo a partire dal dicembre 2022. Secondo l'accusa, Panzeri – insieme ad altri funzionari ed esponenti politici – sarebbe stato “ingaggiato” dal Qatar, in cambio di laute prebende, per influenzare a proprio favore «le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo». Successivamente emerge anche il coinvolgimento del Marocco. In Belgio, Panzeri – già sindacalista della Cgil ed eletto tre volte all'Europarlamento col Partito democratico – è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio. Finiscono in carcere, e poi ai domiciliari, anche la moglie e la figlia. | Calusco d'Adda | Maddalena Berbenni, Nuovo giro di perquisizioni. Contanti anche a Calusco, Corriere della Sera Bergamo, 13 dicembre 2022; Panzeri davanti ai giudici. Majorino: «Il Pd rifletta», Corriere della Sera Bergamo, 14 dicembre 2022 |
2022 | Condannato a 19 anni per reati finanziari, in cella ex assessore provinciale | Dopo un decennio ritorna in Italia per scontare 19 anni di reclusione per reati finanziari. Il 13 gennaio 2022 si conclude la latitanza di Gianpaolo Bellavita, commercialista di Martinengo con studio in città in viale Vittorio Emanuele, già assessore provinciale al Bilancio dal 1999 al 2004 in quota centrodestra. L'uomo era latitante in Romania, in fuga da un cumulo di pene definitive pari a 19 anni, 8 mesi e 11 giorni per una serie di reati finanziari – associazione per delinquere finalizzata alla truffa, truffa nei confronti dell'Unione europea, false fatture, riciclaggio – e non solo, commessi dal 1990 in poi. Nella requisitoria del processo per truffa ai danni dell'Unione europea, il pubblico ministero Maria Cristina Rota l'aveva definito una persona di «indubbie capacità contabili» ma anche dalle «modalità spregiudicate», con un «multiforme ingegno» truffaldino. «Non si è opposto all'arresto», specifica il suo avvocato. Bellavita è stato tradotto nel carcere di Viterbo. | Martinengo | Latitanza finita, Bellavita in cella in Italia. Deve scontare 19 anni per reati finanziari, L'Eco di Bergamo, 14 gennaio 2022; Giuliana Ubbiali, La Romania estrada Bellavita. In fuga dall'Italia da 10 anni, Corriere della Sera Bergamo, 14 gennaio 2022; Giuliana Ubbiali, La lunga lista per cui Bellavita deve scontare 19 anni, Corriere della Sera Bergamo, 16 gennaio 2022 |
2022 | Il processo al "collezionista d'arte": 3 anni | Oltre cinque anni di carcere. È la richiesta che il pm Emanuele Marchisio avanza il 24 gennaio 2022 nell'ambito del processo contro Gianfranco Cerea, manager bergamasco con interessi nel mondo dell'arte, finito a processo per false dichiarazioni nell'ambito di una procedura sulla voluntary disclosure del 2015: secondo l'accusa, per risparmiare due milioni di tasse su un “condono”, si dichiarò collezionista di opere d'arte anziché mercante. «L'imputato è un evasore e falsificatore seriale – è un passaggio della requisitoria del pm -, una persona ricca che ha voluto arricchirsi in maniera spudorata ai danni della collettività, e che nel 2009 ha dichiarato 4.500 euro». Nell'udienza del 28 gennaio tocca alla difesa: gli avvocati di Cerea chiedono l'assoluzione «perché il fatto non sussiste», definendo «inverosimile» la testimone-accusatrice e spiegando che Cerea avrebbe acquistato 329 opere vendendone solo 3 (e dunque non sarebbe un mercante, ma un collezionista). Il 7 febbraio 2022 giunge la sentenza di primo grado: Gianfranco Cerea viene condannato a 3 anni; viene anche disposta la confisca di 2 milioni di euro (subordinata però al fatto che la sentenza di condanna diventi definitiva entro dicembre 2023, cioè prima della prescrizione). Il legale del manager ha parlato di «inchiesta col paraocchi». Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 77 Dossier 2018, evento 38 Dossier 2020 | Bergamo | «Arricchito a spese della collettività». Chiesti cinque anni per il manager, L'Eco di Bergamo, 25 gennaio 2022; Giuliana Ubbiali, «Cerea è un falsificatore seriale: è commerciante di opere d'arte». l'accusa chiede 5 anni e 6 mesi, Corriere della Sera Bergamo, 25 gennaio 2022; La difesa: «Cerea è un collezionista. Comprò 329 opere, ne vendette 3», L'Eco di Bergamo, 29 gennaio 2022; Giuliana Ubbiali, Cerea e le tele milionarie, la difesa: «Commerciante? Solo tre vendute. E la Caleffi smentita in sede civile», Corriere della Sera Bergamo, 29 gennaio 2022; Giuliana Ubbiali, I quadri all'estero, tre anni a Cerea. Confiscati 2 milioni, Corriere della Sera Bergamo, 8 febbraio 2022; «Evase 2 milioni con false dichiarazioni»: 3 anni al proprietario del Bacio di Hayez, L'Eco di Bergamo, 8 febbraio 2022 |
2022 | False "autofatture", sequestri per 14 milioni | Sono due le aziende bergamasche coinvolte nell'indagine della procura di Monza che il 2 febbraio 2022 porta a sequestri per complessivi 14 milioni di euro. Nel dettaglio, l'inchiesta ha ricostruito un sistema – che avrebbe riguardato anche le aziende bergamasche – di false fatture nel settore del commercio all'ingrosso di metalli. Per commettere gli illeciti, un imprenditore brianzolo avrebbe utilizzato un vero e proprio generatore di “autofatture” false, su consiglio di un commercialista (anch'egli indagato). Gli indagati bergamaschi sono V.S., 57enne di Nembro, e M.M., 64enne di Cisano Bergamasco. | Cisano Bergamasco, Nembro | Maddalena Berbenni, Fatture false (anche fai da te): sequestrati 14 milioni, Corriere della Sera Bergamo, 3 febbraio 2022; Fatture false: maxi sequestro della Finanza da 14 milioni, L'Eco di Bergamo, 3 febbraio 2022 |
2022 | "Riciclaggio nel ristorante", chiesti 4 anni di carcere | Quattro anni e due mesi di reclusione. È la condanna che il 25 maggio 2022 il pm Emanuele Marchisio chiede per Maurizio Di Matteo, napoletano già ritenuto vicino agli ambienti di camorra (è stato in carcere anche per omicidio), accusato di riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta «Crazy Water» della procura di Bergamo: secondo gli inquirenti, L'uomo avrebbe investito denaro di origine illecita (50mila euro) nella gestione del ristorante Acqua Pazza di via XXIV Maggio in città. L'avvocato di Di Matteo chiede l'assoluzione: quei soldi erano di provenienza lecita. «Ho chiuso i conti col passato», assicura Di Matteo a margine dell'udienza. Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 50 Dossier 2019 | Bergamo | Maddalena Berbenni, «I soldi del clan nella pizzeria». Chiesti 4 anni, Corriere della Sera Bergamo, 26 maggio 2022 |
2022 | Il "cash dog" fiuta un tesoro da 5 milioni di euro | Oltre due milioni e mezzo di euro in contanti, oltre a 40 orologi, e poi diamanti, gioielli, lingotti d'oro, 2.600 monete d'oro e d'argento. È quanto viene scoperto a giugno 2022 in una villa di Martinengo grazie a Grisby, “cash dog” (cane specializzato nel fiutare il denaro) della Guardia di finanza di Milano: le Fiamme gialle erano giunte lì nell'ambito di un'indagine contro due persone, marito e moglie, R.P. e L.S., accusate di aver emesso fatture false. Il tesoretto – dal valore complessivo di 5 milioni di euro, tra contanti e altri beni – finisce sotto sequestro: si tratta di una ricchezza «senza una plausibile giustificazione», secondo la Finanza. Il motivo del sequestro è legato appunto alla sproporzione tra i beni scoperti (5 milioni in tutto, appunto) e i redditi lordi dichiarati dalla coppia negli ultimi dieci anni (235mila euro in totale), e anche perché sono state documentate fatture per operazioni inesistenti oltre i 200mila euro. «I soldi che mi hanno sequestrato sono proventi leciti che non hanno niente a che vedere con questa indagine», dichiara L'uomo, che fa ricorso al Riesame contro il sequestro. | Martinengo | Luca Testoni, Fabrizio Boschi, Il cash-dog fiuta 5 milioni «fantasma»: due indagati, L'Eco di Bergamo, 30 giugno 2022; Maddalena Berbenni, I 5 milioni nel caveau della villa: «Con l'indagine non c'entrano», Corriere della Sera Bergamo, 30 giugno 2022 |
2022 | Evasione fiscale, riciclaggio e un buco da 37 milioni: prime condanne | Un buco da 37 milioni di euro e un ventaglio di reati: bancarotta fraudolenta, riciclaggio, evasione fiscale. È l'inchiesta «Tribe» sul fallimento della «Jd Service», azienda della ristorazione con più di 700 dipendenti, finita al centro delle cronache a fine 2019 con 5 arresti. Il 22 giugno 2022 giungono le prime condanne: 5 anni e 4 mesi per Fabio Premi (di Seveso), amministratore della società incaricata della gestione degli F24; 4 anni e 8 mesi per Natale Bacis (di Verdellino), consulente finanziario; 2 anni e 8 mesi per Giovanni Etzi (di Olgiate Olona), legale rappresentante di una società legata alla Jd Service; 3 anni e 4 mesi per Davide Tinè (di Gerenzano), titolare di un'altra società. Patteggiano poi pene minori (da 4 a 6 mesi) altre due persone, mentre in 7 sono stati rinviati a giudizio. Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 58 Dossier 2019 | Verdellino | Maddalena Berbenni, Il crac da 37 milioni di euro e la società «svuotata». Jd Service, titolare a processo, Corriere della Sera Bergamo, 23 giugno 2022; Ditta della ristorazione svuotata di 37 milioni: prime condanne, L'Eco di Bergamo, 23 giugno 2022 |
2022 | Falsi F24, in 23 a processo | Secondo l'accusa si trattava di un «sistema fraudolento di indebite compensazioni di imposte»: un ampio insieme di falsi modelli F24 con un giro d'affari milionario. Il 24 giugno 2022 viene disposto il rinvio a giudizio per 23 indagati dell'inchiesta «Pecunia facilis», tra cui un ex direttore dell'Inps di Bergamo, già indagato per corruzione. D.P., trevigliese, per l'accusa sarebbe stato il regista di un gruppo di esperti contabili che avrebbero procacciato aziende cui offrire “speciali” modelli F24 per abbattere le imposte dovute. Durante le perquisizioni a carico di uno degli indagati era emerso anche un dossier contro il pm Nicola Preteroti che all'epoca conduceva l'indagine. È un'inchiesta con diversi “link” all'operazione «Tribe». Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 58 Dossier 2019 | Bergamo, Treviglio | Maddalena Berbenni, Tangenti al direttore dell'Inps e frode fiscale: tutti a processo, Corriere della Sera Bergamo, 25 giugno 2022; Mattia Maraglio, «Falsi crediti erariali», a processo ex direttore dell'Inps con altri 22, L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2022 |
2022 | Maxi-frode, 9 bergamaschi nei guai | Ci sono anche 9 bergamaschi – residenti a Lovere, Brembate, Adrara San Martino, Bolgare, Treviglio, Vertova, Grumello, Clusone e Villa d'Adda – tra le persone che il 7 settembre 2022 vengono raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Brescia per una presunta maxi-frode fiscale. Le accuse vanno dall'evasione fiscale al riciclaggio, dall'autoriciclaggio all'emissione di fatture per operazioni inesistenti: il giro d'affari sarebbe imponente, perché nell'ambito dell'operazione scatta anche il sequestro di beni per un totale di 93 milioni di euro; in tutto gli indagati sono 73. | Lovere, Brembate, Adrara San Martino, Bolgare, Treviglio, Vertova, Grumello, Clusone, Villa d'Adda | Riciclaggio, 73 indagati e sequestrati 93 milioni, L'Eco di Bergamo, 8 settembre 2022 |
2022 | "Riciclaggio": sequestrati 4,5 milioni di euro | Quattro milioni e mezzo di euro. È il valore del sequestro disposto dal tribunale di Milano ed eseguito il 24 novembre 2022 ai danni di Pierino Zanga, imprenditore di Chiuduno coinvolto nell'ambito dell'operazione «Underground» della Direzione distrettuale antimafia di Milano nel 2016. Il bergamasco – a cui erano contestati vari reati, tra cui l'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione diretta all'acquisizione di opere pubbliche, bancarotta fraudolenta, truffa ai danni dello Stato – aveva rimediato una pena di quattro anni tramite il concordato in appello (una sorta di patteggiamento in secondo grado). Il processo inizialmente contestava una contiguità alla 'ndrangheta, ma ogni accusa su questo fronte è caduta. Condannato in via definitiva per riciclaggio, sono scattati i sequestri di 13 fabbricati e 27 terreni tra Bergamo e Brescia: i giudici milanesi sottolineano «gli «elementi di pericolosità sociale» di Zanga, parte delle cui provviste illecite sarebbero state «ripulite» mediante trasferimento su un conto corrente alle Bahamas. La difesa di Zanga respinge le accuse e ha chiesto il dissequestro. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 344 Dossier 2016, evento 459 Dossier 2017, evento 58 Dossier 2018 | Chiuduno, Bergamo | Luca Testoni, Subappalti truccati. Sequestro da 4,5 milioni, L'Eco di Bergamo, 25 novembre 2022 |
2022 | "Money metal", chiesta la conferma delle condanne per due bergamaschi | L'inchiesta, denominata «Money Metal», era culminata in diversi arresti nell'inverno del 2021 facendo luce su un presunto traffico illecito di rifiuti con connessioni con la 'ndrangheta. Dopo le condanne di primo grado, il 14 giugno 2022 il sostituto procuratore generale di Milano Maia Gualtieri chiede la conferma delle pene anche in secondo grado per tutti e 10 gli imputati di fronte alla Corte d'appello di Milano: tra questi ci sono anche un 45enne di Curno, amministratore unico di un'azienda bergamasca con sede a Grassobbio operativa nella gestione degli scarti, e una 37enne di Alzano Lombardo, braccio destro dell'imprenditore, rispettivamente condannati in primo grado a 2 anni e 9 mesi e a un anno e 10 mesi. Secondo l'accusa, i due bergamaschi avrebbero «ottemperato in tutto e per tutto alle direttive del boss (Cosimo Vallelonga, legato alla 'ndrangheta e ritenuto il dominus dell'organizzazione, ndr) per l'acquisto in nero e la rivendita dei rifiuti, il riciclaggio del denaro sporco e la distruzione della documentazione contabile della società» con sede a Grassobbio così da «ostacolare la ricostruzione degli affari e l'accertamento delle attività illecite». Il 12 luglio viene emessa la sentenza di secondo grado, con qualche sconto di pena: Cosimo Vallelonga (ritenuto un boss della ‘ndrangheta lecchese) passa da 20 a 14 anni di condanna; quanto ai bergamaschi, F.M. (di Curno) scende da 2 anni e 9 mesi a 2 anni e 8 mesi, mentre per J.B. (di Alzano) c'è la conferma a un anno e 10 mesi. Per concorso in usura è stata confermata la condanna a 3 anni per una donna di Urgnano, M.L. Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 57 Dossier 2021 | Alzano Lombardo, Curno, Grassobbio, Urgnano | Luca Testoni, «Processo Money Metal: confermare la condanna agli imputati bergamaschi», L'Eco di Bergamo, 15 giugno 2022; Luca Testoni, Milano, processo Money Metal. Qualche sconto di pena in appello, L'Eco di Bergamo, 13 luglio 2022 |
2022 | I due pusher uccisi a Bariano: le condanne definitive | È l'ultima parola su una storia di sangue e di droga. A febbraio 2022 la Cassazione deposita le motivazioni che chiudono la vicenda legata agli omicidi di Abdenassar El Moursali, 23 anni, e Nabil El Karfi, 25 anni, pusher marocchini uccisi a Bariano, in riva al Serio, il 20 luglio del 2017. A sparare fu Manuele Ferrari, di Ghisalba, e con lui c'era Gianluca Forlanelli, di Mornico, che sfilò il marsupio a una delle due vittime. Bottino: 2mila euro e 110 grammi di droga tra eroina e cocaina. Entrambi sono stati condannati a 20 anni in appello; Ferrari non ha impugnato quella sentenza, Forlani invece sì, ma la Cassazione infine boccia questo ricorso. Per Forlani viene riconosciuto un concorso «pieno» nell'omicidio, perché quel drammatico epilogo «non può considerarsi eccezionale e imprevedibile», ma un «ordinario possibile sviluppo della rapina». Non si trattò infatti di un omicidio su commissione per il controllo dello spaccio, ma più banalmente di una rapina – pur nel variegato mondo della droga – finita tragicamente. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 428 Dossier 2017, evento 93 Dossier 2019. | Bariano | Giuliana Ubbiali, I pusher uccisi in riva al Serio. Per i due amici 20 anni definitivi, Corriere della Sera Bergamo, 1 marzo 2022 |
2022 | Il boss con cinque condanne per omicidio, più un furto a Martinengo | Nel suo lungo curriculum criminale, questa pare una voce quasi banale: condanna a un mese per il furto di un “muletto” a Martinengo, dove era stato in soggiorno obbligato. Passa così anche da Bergamo la vicenda giudiziaria di Domenico Belforte, capo clan di Marcianise, nome di spicco della camorra con cinque condanne per omicidio (compreso un duplice omicidio commesso a Roncadelle, nel Bresciano, nel 1998). Nel marzo 2022 Belforte ha infatti presentato ricorso in Cassazione per rivedere il cumulo di pena, calcolato da ultimo dalla procura di Bergamo proprio per quel reato di poco conto. | Martinengo | Giuliana Ubbiali, Ha 5 condanne per omicidio. Il boss prova a evitare l'ergastolo, Corriere della Sera Bergamo, 18 marzo 2022; Giuliana Ubbiali, Ergastolo, «l'autodifesa» del boss. In aula battaglia con il procuratore, Corriere della Sera Bergamo, 19 marzo 2022 |
2022 | Duplice omicidio per il racket della prostituzione, la condanna dopo 24 anni | La vicenda è ormai datata, ma rimane la fotografia plastica della violenza che impera nell'ambito dello sfruttamento della prostituzione. Per l'omicidio di Flamur e Astrid Kolaveri, cugini albanesi assassinati il 10 ottobre 1998 all'esterno di un bar di Osio Sotto, si aggiunge un nuovo capitolo giudiziario: il 25 marzo 2022 il tribunale di Bergamo condanna a 16 anni per duplice omicidio aggravato Veap Dehari, albanese 53enne, arrestato in Albania nel 2019 su mandato di arresto internazionale emesso nel 2007, al termine di un lungo e complesso iter giudiziario. Per la stessa vicenda era già stato condannato un altro albanese, Almir Aruni, che sta scontando l'ergastolo in patria anche per il duplice omicidio di una prostituta e del suo protettore ritrovati morti sulla Maresana il 14 marzo 2006. Sulla vicenda si veda anche la seguente voce nei dossier precedenti: evento 87 Dossier 2019. | Osio Sotto | Maddalena Berbenni, I fratelli uccisi nel 1998, ora la condanna a 16 anni, Corriere della Sera Bergamo, 26 marzo 2022; Cugini albanesi uccisi fuori dal bar. Sedici anni a un connazionale, L'Eco di Bergamo, 26 marzo 2022 |
2022 | Treviglio, incendio doloso contro concessionaria | Otto auto e un furgone distrutti. È il bilancio del rogo che divampa la sera del 6 maggio 2022 nel piazzale esterno di «Facile Auto», rivendita di veicoli usati a Treviglio in via Monte Sant'Elia. Il rogo è doloso, come emerge dalle tracce di benzina. Vendetta o sgarro? I due titolari sono marocchini residenti nel Cremasco, entrambi incensurati. «Non abbiamo idea di chi possa averlo fatto, né abbiamo mai ricevuto minacce», afferma il fratello di uno dei titolari. I sospetti ricadono su una persona che in passato ha avuto rapporti lavorativi con i titolari: nei giorni seguenti al rogo scatta una denuncia. | Treviglio | Rosanna Scardi, Il rogo alla rivendita d'auto. L'ipotesi di una vendetta: «Mai ricevuto minacce», Corriere della Sera Bergamo, 8 maggio 2022; Pietro Tosca, Auto bruciate, la pista lavorativa. Svolta nei filmati. C'è un denunciato, Corriere della Sera Bergamo, 10 maggio 2022 |
2022 | Impresario condannato, interdittiva per azienda di bonifiche | Il 2 novembre 2022 la prefettura di Bergamo emette una nuova interdittiva antimafia (la dodicesima in due anni), cioè il divieto di contrarre appalti pubblici. La destinataria è un'azienda bergamasca attiva nelle bonifiche: il titolare è infatti stato condannato per i reati di acquisto e alienazioni di schiavi e sfruttamento della prostituzione ed era già indagato per trasferimento fraudolento di valori, appropriazione indebita e autoriciclaggio. | Bergamo | Antimafia, stop appalti pubblici a ditta di bonifiche, L'Eco di Bergamo, 3 novembre 2022; Titolare condannato per mafia, interdittiva del Prefetto a una società di bonifica ambientale, BergamoNews, 2 novembre 2022 |
2022 | Inchiesta fiera, gli sviluppi | Secondo l'accusa, tra il 2006 e il 2019 sarebbero spariti da «Promoberg» – la società che gestisce la Fiera di Bergamo – oltre 900mila euro, tra peculati e truffe soprattutto attraverso false note spese. Era così nata un'importante inchiesta, che il 25 novembre 2022 vede un nuovo snodo: il pubblico ministero Silvia Marchina chiede il rinvio a giudizio per quattro dei sei indagati (tra cui l'allora direttore S.T. e l'allora segretario generale L.T.). Le difese invocano invece il non luogo a procedere, perché si tratta di appropriazione indebita e non di peculato. Tra le parti civili ammesse al procedimento penale c'è la Camera di Commercio. Sulla vicenda si vedano anche le seguenti voci nei dossier precedenti: evento 48 Dossier 2019, evento 29 Dossier 2020. | Bergamo | Maddalena Berbenni, «Le ruberie in Fiera del direttore». Adesso in sei rischiano il processo, Corriere della Sera Bergamo, 24 marzo 2022; Maddalena Berbenni, Cristini e gli altri pronti al processo con il rischio di una truffa in più, Corriere della Sera Bergamo, 21 maggio 2022; Giuliana Ubbiali, Fiera, per Cristini altre due accuse. «Non cambia nulla, si vuole difendere», Corriere della sera Bergamo, 15 ottobre 2022; «Cristini e Trigona a giudizio». Le difese: «No al processo», L'Eco di Bergamo, 26 novembre 2022 |
2022 | Bergamo, un regolamento di conti per i beni confiscati | Un regolamento per il riutilizzo dei beni confiscati. È quanto prevede la delibera di giunta varata nel gennaio 2022 dal Comune di Bergamo: «Abbiamo voluto dotarci di uno strumento che potrebbe esserci utile nei prossimi mesi o nei prossimi anni: un regolamento snello e adatto a lavorare su un tema importante», spiega Marzia Marchesi, assessore con delega a Legalità e Trasparenza. | Bergamo | Luca Bonzanni, Sì al regolamento per il riutilizzo dei beni confiscati, L'Eco di Bergamo, 9 gennaio 2022 |
2022 | Fatture false a rischio 'ndrangheta | «Le indagini più recenti hanno evidenziato che soggetti, in particolare legati alla 'ndrangheta, avviano sul territorio attività imprenditoriali a volte reali, altre volte fittizie, ed entrano in affari con imprenditori in difficoltà e perciò maggiormente esposti al rischio di rimanere schiacciati nel rapporto. Tali soggetti possono contare su un enorme flusso di liquidità e possono offrire servizi per la commissione di lucrosi reati economici. In tale contesto l'evasione fiscale in forma organizzata si pone come volano per l'espansione delle organizzazioni criminali». È una fotografia ampia quella che Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia (competente anche sulla provincia di Bergamo), condensa nella relazione d'inizio anno giudiziario presentata il 22 gennaio 2022. «Questo fenomeno è un campanello d'allarme delle infiltrazioni mafiose. Invito le categorie professionali a riflettere su questo dato, dovrebbero essere interessate perché questo è uno dei varchi delle infiltrazioni», specifica Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo. Nella zona d'ombra resta invece la corruzione: «I delitti contro la pubblica amministrazione – aggiunge Rispoli – sono prossimi all'evanescenza. O si pensa che i relativi fenomeni criminali non esistano più, il che all'evidenza non è, oppure bisogna seriamente interrogarsi su cosa fare per consentirne la riemersione, anche perché sono noti i gravissimi danni che producono non solo all'economia del Paese, ma soprattutto alle casse dello Stato che sono già esangui». | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, Reati fiscali, l'allarme del procuratore: «Un varco per le infiltrazioni mafiose», Corriere della Sera Bergamo, 23 gennaio 2022; Stefano Serpellini, Allarme maltrattamenti. I reati nella Bergamasca. Due casi al giorno tra le mura domestiche, L'Eco di Bergamo, 23 gennaio 2022; Stefano Serpellini, Corruzione, emersi pochi casi: «Bisogna combatterla meglio», L'Eco di Bergamo, 23 gennaio 2022 |
2022 | La cifra oscura della corruzione | «Dal punto di vista del dato statistico, c'è una evanescenza. È evidente però che i fenomeni di corruzione non possano essere così rari, e che ci sia invece una cifra oscura». Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia (competente anche per Bergamo), intervistato da L'Eco di Bergamo in occasione dei trent'anni di Tangentopoli il 17 febbraio 2022, segnala come le statistiche giudiziarie riferite alla corruzione siano sottostimate: a Bergamo, per esempio, nei precedenti tre anni giudiziari (dal 2018-2019, 2019-2020, 2020-2021) si sono contati rispettivamente 20, 3 e 7 fascicoli per corruzione, e ancora meno per concussione (2 procedimenti nel 2019-2020, uno solo nel 2020-2021). «Quando corrotto e corruttore hanno entrambi interessi illeciti da coltivare ed entrambi ottengono benefici, la condotta illecita è più difficile da individuare», spiega Rispoli. | Bergamo | Luca Bonzanni, Mani pulite, 30 anni dopo poche inchieste: «La corruzione ora è opaca e sommersa», L'Eco di Bergamo, 17 febbraio 2022 |
2022 | Dalle imprese ai clan, la relazione della DIA | Ben 7 interdittive antimafia in soli sei mesi, la seconda provincia lombarda dopo Lecco. È un bilancio pesante quello segnalato dalla relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia pubblicata ad aprile 2022 e riferita al primo semestre 2021: sono state infatti 7 le interdittive emesse dalla prefettura di Bergamo nei confronti di imprese ritenute vicine agli ambienti della criminalità organizzata. Quanto alla presenza dei clan, la Dia spiega che «accanto a insediamenti di gruppi di criminalità organizzata tradizionale riferibili in particolare alla 'ndrangheta e alla camorra emerge l'operatività di gruppi stranieri, dediti principalmente a traffici di stupefacenti, reati predatori, immigrazione clandestina, tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e della manodopera clandestina». | Bergamo | Luca Bonzanni, Provvedimenti antimafia, 7 imprese nel mirino della Dia, L'Eco di Bergamo, 8 aprile 2022 |
2022 | La criminalità economica approfitta del Covid | Il malaffare ha prosperato anche nel Covid. Secondo un report dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia pubblicato nell'aprile 2022 (e riferito al 2020 e al 2021), in Bergamasca si sono registrate tra le 50 e le 100 segnalazioni di operazioni sospette per illeciti legati all'emergenza Covid: un campionario ampio, dalle frodi legate ai ristori ai tentativi di truffe sui dispositivi di protezione individuale. La Lombardia ha sommato 945 segnalazioni di questo tipo. | Bergamo | Luca Bonzanni, Covid, ristori e truffe. Al vaglio un centinaio di operazioni sospette, L'Eco di Bergamo, 8 aprile 2022 |
2022 | Usura, il timore dei commercianti | Per tre imprese bergamasche su dieci, la minaccia principale è rappresentata dall'usura. È quanto rileva una ricerca di Ascom Confcommercio Bergamo diffusa il 20 aprile 2022, redatta sulla base delle risposte di un campione rappresentativo di imprenditori locali, specie di aziende medio-piccole del terziario. Per il 29% degli intervistati, infatti, è l'usura il timore maggiore. «Una novità figlia di questi tempi – commenta il direttore di Ascom Oscar Fusini –, visto che storicamente nella nostra provincia faceva fatica a passare il messaggio del rischio di usura e di infiltrazioni mafiose». | Bergamo | Benedetta Ravizza, L'usura spaventa più di furti e rapine: «Momento delicato per il commercio», L'Eco di Bergamo, 21 aprile 2022 |
2022 | Il bilancio della Guardia di Finanza, tra antimafia e fondi Covid | Ben 63 accertamenti patrimoniali nell'ambito della normativa antimafia: è uno dei tanti fronti dell'impegno della Guardia di Finanza di Bergamo evidenziato il 24 giugno 2022, in occasione dell'annuale festa delle Fiamme gialle; il bilancio comprende l'intero 2021 e i primi 5 mesi del 2022. Per quanto riguarda l'indebita percezione di aiuti per la pandemia, le Fiamme gialle hanno rilevato illeciti per 5,4 milioni di euro. | Bergamo | Fondi Covid illeciti: danno da 5,4 milioni. Reddito di cittadinanza, 122 frodi scoperte, L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2022 |
2022 | Quasi 50mila lavoratori irregolari in bergamasca | Potrebbero essere circa 50mila i lavoratori irregolari in Bergamasca. È la stima su scala locale che si ricava da uno studio della Cgia di Mestre diffuso il 30 luglio 2022. In totale in Lombardia sarebbero 489.500, per un giro d'affari pari a 12,6 miliardi di euro. Dietro questo «esercito di invisibili» c'è un caleidoscopio di realtà: dal «semplice» lavoro nero alla criminalità più organizzata. | Provincia di Bergamo | Cgia Mestre, Il lavoro forzato è sempre più diffuso, comunicato stampa, 30 luglio 2022; Luca Bonzanni, Lavoratori irregolari, l'altra zona grigia. In Lombardia quasi mezzo milione, L'Eco di Bergamo, 23 agosto 2022 |
2022 | La prefettura: contro le infiltrazioni vigiliamo sui fondi del PNRR | «Il gruppo di lavoro interforze antimafia si riunisce tutte le settimane qui in Prefettura: l'attenzione è molto alta soprattutto per evitare che le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto sociale bergamasco possano arrivare a utilizzare i fondi del Pnrr destinati al territorio». È il commento di Enrico Ricci, prefetto di Bergamo, a proposito della relazione semestrale della Direzione antimafia pubblicata il 1° ottobre 2022: la Dia segnala infatti l'importante numero di interdittive antimafia emesse in Bergamasca, ben 9, e la mole rilevante di controlli sulle aziende per la certificazione antimafia, ben 11.545 in dodici mesi. Il settore più a rischio è quello degli autotrasporti, con 5 interdittive. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, Luca Bonzanni, L'Antimafia: «Vigiliamo sui fondi del Pnrr». Verifiche su 11.545 aziende, 9 nella lista nera, L'Eco di Bergamo, 2 ottobre 2022 |
2022 | "Bergamo terreno fertile per la criminalità organizzata" | «La provincia di Bergamo non pare subire un controllo del territorio e un radicamento familiare 'ndranghetista in pianta stabile. Piuttosto si coglie una predisposizione dei clan a dominare alcuni pezzetti del mondo criminale, con il tentativo di inserirsi in svariati settori dell'economia legale. La provincia sembra in tal senso terreno fertile per la criminalità organizzata per investire e riciclare denaro nel settore immobiliare». È così che viene descritta la provincia di Bergamo all'interno di una ricerca elaborata dall'Osservatorio sulla criminalità organizzata (Cross) dell'Università degli Studi di Milano per conto della Commissione Antimafia del Consiglio regionale lombardo e presentata il 28 ottobre 2022. | Bergamo | Luca Bonzanni, Mafie favorite dalla crisi: in crescita usura, frode fiscale e riciclaggio, L'Eco di Bergamo, 29 ottobre 2022 |
2022 | "Infiltrazioni dei clan, nessun territorio è esente da rischi" | «Non esistono territori esenti dai tentativi della criminalità organizzata, in particolare la 'ndrangheta, di inserirsi nel tessuto economico sano, soprattutto in questa fase in cui si devono gestire grandi risorse del Pnrr per la ripartenza. Per questo ho cercato di dare la priorità a questo aspetto, tanto che il Gruppo interforze antimafia si riunisce in Prefettura ogni settimana». È una delle riflessioni con cui il prefetto Enrico Ricci si congeda da Bergamo, per assumere lo stesso incarico a Catanzaro. Intervistato da L'Eco di Bergamo il 24 novembre 2022, Ricci sottolinea in particolare il lavoro per prevenire le infiltrazioni dei clan nell'economia. | Bergamo | Fabio Conti, «Dopo la sofferenza, Bergamo è ripartita», L'Eco di Bergamo, 24 novembre 2022 |
2022 | Il procuratore: "Qui il radicamento dei clan" | «La fattura falsa è il “prodotto” principale della zona di confine tra Bergamo e Brescia». Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo, usa questa metafora il 15 dicembre 2022, intervenendo alla seduta dell'Osservatorio sulla legalità del Comune di Bergamo, all'indomani di importanti arresti per mafia anche in Bergamasca. «Qui non si può più parlare solo di infiltrazione, ma ormai di radicamento dei clan», aggiunge il magistrato, segnalando tuttavia che «l'interdittiva antimafia è stata depotenziata. La nuova legislazione in materia di reati tributari ha complicato la possibilità di procedere ai sequestri». Inoltre, prosegue Chiappani, occorre parlare di «mafie al plurale: spesso, per esempio, ci sono connubi tra 'ndrangheta e clan albanesi nel traffico di droga. C'è poi da monitorare il problema della mafia russa». Nella stessa occasione Nando dalla Chiesa, direttore dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata (Cross) dell'Università degli Studi di Milano, spiega che «in Bergamasca ci sono delle enclave dove ciclicamente le organizzazioni criminali hanno operato, a partire dalle raffinerie di droga. Qui non c'è una colonizzazione mafiosa, ma una presenza che ha familiarità con questi territori e tende a incistarsi sfruttando un sostrato fertile. Tra le opportunità della provincia di Bergamo ci sono le valli per una questione logistica e l'aeroporto per la mobilità». Per Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo, una criticità è la «vulnerabilità del tessuto economico bergamasco dopo la pandemia, soprattutto nel commercio e nel turismo. Circa il 15% delle nostre imprese trova porte chiuse dal sistema bancario, ciò espone al rischio di aggressione da parte delle mafie. Occorre prestare attenzione alle compravendite di alcune aziende, con operazioni formalmente perfette ma indicatori sospetti. L'aggravarsi della situazione economica mi inquieta». | Provincia di Bergamo | Mauro Paloschi, Infiltrazioni mafiose, Dalla Chiesa: “Attenzione all'aeroporto di Orio e alle valli bergamasche”, BergamoNews, 16 dicembre 2022; Luca Bonzanni, Il «virus mafia» si diffonde nei territori indeboliti dalla crisi, L'Eco di Bergamo, 16 dicembre 2022 |
2022 | I numeri delle ecomafie | 178 reati, con 104 persone denunciate e 95 sequestri. È il bilancio della criminalità ambientale in provincia di Bergamo nel corso del 2021, secondo il dossier Ecomafie 2022 presentato da Legambiente il 15 dicembre 2022: Bergamo è la seconda provincia lombarda per numero di reati, dopo Brescia. «Le operazioni contro le locali di 'ndrangheta di queste ultime settimane a Rho, Pioltello e Brescia testimoniano ancora una volta con forza la presenza e il radicamento delle organizzazioni mafiose nel nostro tessuto socio-economico – dichiara Sergio Cannavò, responsabile Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lombardia –. Per questo motivo temiamo che l'avvio dei cantieri delle opere finanziate dal Pnrr e per l'organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026 diventino occasioni particolarmente allettanti di malaffare e di infiltrazioni criminali ai danni del territorio. Alle istituzioni, alla politica e alla società civile è richiesto il massimo sforzo per vigilare e prevenire condotte illecite in questi ambiti». | Provincia di Bergamo | Legambiente, Centro di documentazione sull'illegalità ambientale, archivio digitale di Legambiente (www.noecomafia.it); Legambiente Lombardia, Ecomafia 2022: Lombardia territorio fertile per eco-criminali, quarta regione per corruzione ambientale. A rischio Olimpiadi e interventi del PNRR, comunicato stampa, 15 dicembre 2022 |
2022 | Riciclaggio, l'anno record delle operazioni sospette | Un nuovo record. Nel 2022 sono state 2.128 le segnalazioni di operazioni sospette («Sos» è l'acronimo) in materia di riciclaggio in provincia di Bergamo, secondo il consuntivo dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. È il dato più alto da quando vengono pubblicate queste statistiche: si segnala una crescita del 9% rispetto alle 1.952 segnalazioni del 2021, il primato precedente. | Bergamo | Banca d'Italia, Unità di informazione finanziaria, Quaderni dell'antiriciclaggio dell'Unità di Informazione Finanziaria. Dati statistici - II semestre 2022, pubblicato a marzo 2023 |
2021 | Indagine "Papa", tra processi e arresti | È l'ennesima puntata dell'indagine «Papa», fotografia plastica e dettagliata degli interessi della 'ndrangheta nel settore dei trasporti e dell'ortofrutta in Bergamasca. Dopo il primo blitz del 2019, il 10 febbraio 2021 scattano infatti altri arresti: vengono fermati A. S. e la moglie F. P., di Seriate, titolari di un'azienda di trasporti e accusati di estorsione e bancarotta fraudolenta, i calabresi P. A. e P. T., accusati uno di estorsione e l'altro di usura, e anche M. T., residente a Pedrengo e indicato come persona di spicco della cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto. Sullo sfondo c'è una vicenda di incendi dolosi e intimidazioni per sopraffare la concorrenza o per spartirsi gli affari. Il 12 febbraio 2021 i coniugi A. S. e F. P. vengono scarcerati: per il gip non sussiste il pericolo di fuga. Il 22 aprile 2021 scattano altri 13 arresti da parte della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, sempre legati a estorsioni nel mondo dei trasporti. Proseguono intanto le udienze per il filone già arrivato a processo di fronte al tribunale di Bergamo cioè per chi ha scelto il rito ordinario dopo gli arresti del 2019. Nell'udienza del 10 marzo 2021 si cerca di far luce su un giro di pagamenti tramite Postepay: secondo l'accusa quei soldi erano il pizzo per un detenuto (ritenuto tra i protagonisti degli affari della 'ndrangheta ricostruiti dall'operazione «Papa»); secondo il teste di giornata (l'aiutante di un commerciante ortofrutticolo milanese) si trattava invece del pagamento di merce. Nell'udienza del 17 marzo 2021, invece, un carabiniere – chiamato a testimoniare – racconta di come la vittima di un raid incendiario (che però in un altro filone è accusato di estorsione) possa aver fatto pressione su alcuni elementi calabresi per far placare le pretese di un imprenditore concorrente (che a sua volta sarebbe il mandante del raid incendiario). Nell'udienza del 21 aprile 2021 emergono delle pressioni su altri imprenditori del settore ortofrutticolo. Il 19 maggio 2021 l'accusa chiede condanne per un totale di 30 anni a carico dei tre imputati che hanno scelto il rito ordinario: il pm Emanuele Marchisio parla di «contesto tipicamente mafioso» per descrivere lo scenario in cui sono maturati gli incendi dolosi e le estorsioni. Il 7 giugno 2021 arriva la sentenza di primo grado: condanna a 12 anni per Giuseppe Papaleo, crotonese domiciliato a Predore, 9 anni per Domenico Lombardo, reggino domiciliato a Rovato, e 8 anni per Vincenzo Iaria, reggino residente a Gavardo. Le condanne si riferiscono in particolare all'incendio che nella notte del 6 dicembre 2015 danneggiò 14 automezzi in un'azienda di trasporti di Seriate, operativa nel settore ortofrutticolo. Regge l'aggravante del metodo mafioso. Il 15 marzo 2021, nello stralcio per chi aveva scelto il rito abbreviato sempre dopo gli arresti del 2019, la Corte d'appello di Brescia conferma l'esistenza dell'associazione per delinquere di stampo mafioso: un clan di 'ndrangheta, in sostanza, ha messo a segno una serie di estorsioni e intimidazioni in Bergamasca, per regolare con metodi violenti la concorrenza tra imprese operanti nei trasporti. In particolare, la Corte ha sancito la condanna a 7 anni e 4 mesi per Maurizio Schicchitani, a 6 anni e 8 mesi per Antonio Francesco Pizzimenti, a 2 anni e 8 mesi per Antonio Settembrini, a 10 anni per Paolo Malara; condanna ridotta a 7 anni e 10 giorni per Anna Maria Franco, vedova di uno dei presunti boss della vicenda, a 7 anni e 4 mesi per Carmelo Caminiti junior, a 4 anni e 2 mesi per Giovanni Condò, 5 anni a Michele Fabio Caminiti, a 2 anni e 2 mesi per Antonio Pizzi. | Bergamo, Pedrengo, Seriate | Le mani della 'ndrangheta sui trasporti, 5 in carcere, L'Eco di Bergamo, 11 febbraio 2021; Armando Di Landro, «La cosca in azienda dopo il rogo dei tir». Imprenditore in cella, è scontro sul fermo, Corriere della sera Bergamo, 11 febbraio 2021; L'azienda infiltrata, oggi gli interrogatori, Corriere della sera Bergamo, 12 febbraio 2021; 'Ndrangheta, gli intrecci dai trasporti al turismo, L'Eco di Bergamo, 12 febbraio 2021; «Non sussiste il pericolo di fuga». 'Ndrangheta, coppia scarcerata, L'Eco di Bergamo, 13 febbraio 2021; Maddalena Berbenni, Le foto con gli uomini del clan e la vacanza in Calabria: «L'ho cercato per l'incendio», Corriere della sera Bergamo, 13 febbraio 2021; Maddalena Berbenni, «Giravano voci che fossero mafiosi ma per me erano persone perbene», Corriere della sera Bergamo, 11 marzo 2021; «I pagamenti su Postepay erano il pizzo per l'amico carcerato», L'Eco di Bergamo, 11 marzo 2021; I clan dell'ortofrutta. L'appello conferma: associazione mafiosa, L'Eco di Bergamo, 16 marzo 2021; La tregua fra i due imprenditori dopo le pressioni dalla Calabria, L'Eco di Bergamo, 18 marzo 2021; Giuliana Ubbiali, Ortofrutta, rogo e pax mafiosa: «Con il paesano è andata bene», Corriere della sera Bergamo, 18 marzo 2021; Giuliana Ubbiali, L'azienda subì il rogo dei Tir e fu estromessa dai trasporti. Il teste: «Non ho deciso io», Corriere della sera Bergamo, 8 aprile 2021; «Vinse l'appalto, ma subì pressioni e voleva ritirarsi», L'Eco di Bergamo, 22 aprile 2021; Giuliana Ubbiali, La guerra dell'Ortofrutta: «Rinuncio all'appalto», Corriere della sera Bergamo, 22 aprile 2021; Armando Di Landro, I tir e l'arrivo del clan Arena: «I trasporti sono nostri», Corriere della sera Bergamo, 23 aprile 2021; Faida con roghi e 'ndrangheta, 13 arresti, L'Eco di Bergamo, 23 aprile 2021; Giuliana Ubbiali, Rogo dei tir, l'esecutore confessa. Poi accusa: lo chiese il ragioniere, Corriere della sera Bergamo, 6 maggio 2021; «Bruciarono camion del rivale». Chiesti 30 anni per i tre imputati, L'Eco di Bergamo, 20 maggio 2021; Armando Di Landro, Rogo, chieste condanne per 29 anni e mezzo: «Fu opera di Papaleo», Corriere della sera Bergamo, 20 maggio 2021; Giuliana Ubbiali, «Rogo dei Tir, la vittima si rivolse a Stato e antistato. Papaleo non è il mandante», Corriere della sera Bergamo, 27 maggio 2021; Giuliana Ubbiali, «Io, tu, lui e Pino al 100%». Il pm: parlano di Papaleo, la conferma del rogo dei Tir, Corriere della sera Bergamo, 1 giugno 2021; Rogo nella ditta del rivale, tre condanne, L'Eco di Bergamo, 8 giugno 2021; Giuliana Ubbiali, Rogo dei Tir, 12 anni di cella per Papaleo. Regge l'aggravante del metodo mafioso, Corriere della sera Bergamo, 8 giugno 2021; Maddalena Berbenni, «Le botte? Erano solo chiacchiere», Corriere della sera Bergamo, 16 settembre 2021 |
2021 | "Vendetta di 'ndrangheta", perquisizioni anche a Bergamo | Si spingono sino a Bergamo, il 4 ottobre 2021, le perquisizioni chieste dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia nell'ambito di un'importante inchiesta sul clan Crea, gruppo di 'ndrangheta originario di Rizziconi ma con solide propaggini anche nel Bresciano. L'inchiesta della Dda porta a cinque fermi tra Brescia, Flero, Nuvolera, Reggio Calabria e Vibo Valentia: secondo gli inquirenti, le persone arrestate stavano progettando alcuni omicidi, come ritorsioni nell'ambito di una faida di 'ndrangheta. | Bergamo | «Progettavano omicidi e attentati». La vendetta della 'ndrangheta, 5 fermi, L'Eco di Bergamo, 5 ottobre 2021 |
2021 | Frodi fiscali ed estorsioni in odor di 'ndrangheta | Si chiama «Atto finale» l'operazione della Direzione distrettuale antimafia di Brescia che il 25 ottobre 2021 culmina in 14 arresti in tutta Italia, per un totale di 67 indagati: i reati contestati sono usura, estorsione, riciclaggio e fatture false, con l'aggravante del metodo mafioso. Ci sono anche cinque residenti in Bergamasca tra gli indagati: R. F., calabrese di Pumenengo, finisce in carcere; gli altri quattro – residenti tra Castelli Calepio, Seriate, Pedrengo e Telgate – sono denunciati a piede libero. Il gruppo, secondo gli inquirenti, faceva capo alla potente cosca di 'ndrangheta dei Facchineri, da lungo tempo radicata nel Bresciano. | Castelli Calepio, Seriate, Pedrengo, Telgate | Estorsioni mafiose, 5 bergamaschi indagati, L'Eco di Bergamo, 26 ottobre 2021 |
2021 | Le truffe, "un sistema di vita" | «Un sistema criminale qualificabile come un vero e proprio sistema di vita». Così il gip del tribunale di Bergamo Lucia Graziosi definisce la presunta associazione a delinquere contestata a due fratelli rom, esponenti della famiglia Horvat, negli anni protagonista di alcune vicende criminali in Bergamasca. È un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare che a fine maggio 2021 porta in carcere i due fratelli, accusati di aver messo in piedi una finta concessionaria di auto. | Bergamo | Armando Di Landro, Auto di lusso e truffe: «Quello degli Horvat è un sistema di vita», Corriere della sera Bergamo, 29 maggio 2021 |
2021 | Cinque chili di coca sul furgone | Si spostava in zona rossa senza alcun motivo. Quando i carabinieri lo fermano, nei dintorni del casello dell'A4 di Bergamo, si scopre il motivo del suo nervosismo: il 20 gennaio 2021 scattano le manette per un albanese di 35 anni, sul cui furgone vengono infatti rinvenuti 5 chili di cocaina nascosti in un'intercapedine. | Bergamo | Fabio Conti, Nell'intercapedine del furgone 5 chili di coca: arrestato, L'Eco di Bergamo, 21 gennaio 2021 |
2021 | "Riciclava i soldi del padre narcotrafficante". Prescritto dopo 15 anni | Era stato accusato di aver utilizzato nella propria azienda un'ingente quantità di denaro – 290mila euro – che gli sarebbero arrivati dal padre, P. C. L., di Almenno San Bartolomeo, tra i più importanti broker mondiali della cocaina. Un lungo caso giudiziario – i fatti risalivano a 15 anni prima, l'arresto a 10 anni prima – si conclude in un nulla di fatto il 2 febbraio 2021, quando il tribunale di Bergamo dispone nei confronti del figlio del narcotrafficante il «non doversi procedere» per intervenuta prescrizione. | Almenno San Bartolomeo | Maddalena Berbenni, «Soldi dal padre narcotrafficante»: caso chiuso, Corriere della sera Bergamo, 3 febbraio 2021 |
2021 | Banda dello spaccio al Nord, un arresto a Lallio | C'è anche un 31enne albanese di Lallio tra le persone arrestate il 9 febbraio 2021 nell'ambito di un'importante operazione antidroga della procura di Milano, che porta in totale a 24 misure cautelari (18 persone in carcere, 6 ai domiciliari) tra Milano, Bergamo, Monza, Torino e Sassari: sono tutti accusati di traffico di droga. Secondo le indagini della polizia di Stato, la banda era dedita allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana in Lombardia e non solo. | Bergamo | Fabio Conti, Smantellata banda dalle menti ai pusher. Un arresto a Lallio, L'Eco di Bergamo, 10 febbraio 2021; Spaccio durante il lockdown, uno dei capi era a Lallio, Corriere della sera Bergamo, 10 febbraio 2021 |
2021 | Cividate, sei chili di hashish | Sei chili di hashish nascosti sotto il letto, oltre a 160 grammi di cocaina in auto. È con questa accusa che il 17 marzo 2021 viene arrestato a Cividate al Piano un 40enne di origini marocchine. | Cividate al Piano | Nascondeva sotto il letto 6 chili di hashish: arrestato, L'Eco di Bergamo, 18 marzo 2021 |
2021 | Zingonia, sgominata rete dello spaccio | Tre anni d'indagini, poi gli arresti. Il 1° aprile 2021 si conclude con otto indagati (due in carcere) un'operazione del comando provinciale dei carabinieri e della tenenza di Zingonia volta a sgominare una rete dello spaccio con epicentro a Ciserano: decine gli episodi di cessione di droga documentati dai carabinieri. | Ciserano, Zingonia | Zingonia, spaccio tra il supermercato e l'ex pizzeria: smantellata la banda, L'Eco di Bergamo, 2 aprile 2021 |
2021 | Zingonia, quasi 20 chili di droga | Oltre 18 chili di hashish e uno di marijuana, oltre a 67mila euro in contanti. È il bilancio dell'operazione della squadra mobile della questura di Bergamo che il 1° aprile 2021 porta all'arresto di un 40enne marocchino residente a Zingonia, da tempo attenzionato dalle forze dell'ordine. | Zingonia | Trovato con oltre 18 chili di hashish: arrestato 40enne, L'Eco di Bergamo, 3 aprile 2021; Venti chili di hashish e 66 mila euro. Va in carcere, Corriere della sera Bergamo, 3 aprile 2021 |
2021 | Bonate Sotto, quattro chili di droga | Quattro chili di droga tra marijuana, hashish e cocaina, e poi anche dei funghi allucinogeni. Il 2 aprile 2021 i carabinieri della compagnia di Bergamo intervengono a Bonate Sotto nell'ambito di un controllo del territorio: rinvengono questo significativo carico di droga e arrestano un 27enne di Chignolo d'Isola e un 37enne di Bonate Sotto. | Chignolo d'Isola, Bonate Sotto | Oltre 4 chili di droga e funghi allucinogeni. Due in manette, L'Eco di Bergamo, 4 aprile 2021 |
2021 | Giro di coca nella bassa, affare da 350mila euro | Gestivano lo spaccio nella zona della Bassa a cavallo tra Bergamasca e Bresciano, con un «fatturato» ingente: il 9 aprile 2021 i carabinieri della stazione di Rudiano (Brescia) arrestano un uomo e una donna, entrambi stranieri, residenti a Martinengo; secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avevano messo in piedi un giro di spaccio di cocaina – tra Rudiano, Calcio, Urago, Martinengo e Cividate – che avrebbe fruttato 350mila euro. | Calcio, Martinengo, Cividate al Piano | Coca nella Bassa: due arresti. Un «giro» da 350 mila euro, L'Eco di Bergamo, 11 aprile 2021 |
2021 | Spaccio su Milano, un arresto ad Azzano | C'è anche un 30enne peruviano residente ad Azzano San Paolo tra i 37 destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare (27 persone in carcere, 10 agli arresti domiciliari) per un giro di spaccio nel Milanese: è il risultato di un'operazione dei carabinieri della compagnia Duomo conclusa il 12 aprile 2021 nell'intera Lombardia. Secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Milano, il gruppo aveva legami anche con ambienti vicini alla ‘ndrangheta. | Azzano San Paolo | Luca Testoni, Spaccio a Milano. Trentasette arresti, uno ad Azzano, L'Eco di Bergamo, 13 aprile 2021 |
2021 | Broker della droga, condanna a 24 anni, | Armando Di Landro, «Brebemi, da Locatelli materiale più che adeguato», Corriere della Sera Bergamo, 15 febbraio 2019; Scorie proibite? Pochi metri cubi subito rimossi», L'Eco di Bergamo, 15 febbraio 2019; Giuliana Ubbiali, Brebemi, il rebus delle analisi con doppio esito, Corriere della Sera Bergamo, 22 febbraio 2019; «Valori ritoccati in laboratorio. E le scorie diventavano regolari», L'Eco di Bergamo, 22 febbraio 2019; Brebemi e rifiuti: i periti contestano il valore dei test, L'Eco di Bergamo, 25 febbraio 2019; Processo rifiuti, Brebemi: «Noi siamo parte offesa», L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2019; «Quella carta di Brebemi che scagiona Locatelli», Corriere della Sera Bergamo; Alessandra Loche, «Coscienza tranquilla. Mai voluto inquinare». Lo sfogo di Locatelli, L'Eco di Bergamo, 16 ottobre 2019; Maddalena Berbenni, «Ho la coscienza a posto. Per le analisi, le scorie non erano pericolose», Corriere della Sera Bergamo, 16 ottobre 2019. | Almenno San Bartolomeo | Luca Testoni, Narcotraffico, 24 anni a Locatelli nel processo bis, L'Eco di Bergamo, 15 maggio 2021 |
2021 | Canonica d'Adda, 64 chili di hashish | 64 chili di hashish, suddivisi in oltre 300 sfere col marchio «Xbox». È quanto scoprono gli agenti della squadra mobile di Milano quando fermano – il 18 giugno 2021 – una 26enne marocchina di Canonica d'Adda; in manette finiscono anche un 36enne di Cavenago Brianza e un 27enne senza fissa dimora. | Canonica d'Adda | A casa 64 chili di droga con il marchio «Xbox», Corriere della sera Bergamo, 19 giugno 2021; Luca Testoni, Maxisequestro di hashish, 300 sfere a marchio Xbox, L'Eco di Bergamo, 19 giugno 2021 |
2021 | Canonica d'Adda, 10 chili di hashish | Al posto della ruota di scorta aveva oltre 10 chili di hashish e 25.600 euro in contanti. È quanto scoprono gli uomini della Guardia di finanza di Bergamo, durante un controllo a Canonica d'Adda il 14 luglio 2021: finisce in manette un 23enne di Ponte San Pietro, senza precedenti specifici. Sul mercato, la droga avrebbe fruttato circa 100mila euro. | Canonica d'Adda, Ponte San Pietro | Dieci chili di hashish al posto della ruota di scorta, arrestato, L'Eco di Bergamo, 16 luglio 2021 |
2021 | Villaggio degli sposi, 4,5 chili di droga | È grazie al fiuto di Tenai, l'unità cinofila della polizia locale di Bergamo, che il 20 luglio 2021 vengono scoperti in un garage del complesso Aler di via Martin Luther King, al Villaggio degli Sposi in città, 4,5 chili di droga tra hashish e marijuana. Viene arrestato un 43enne. | Bergamo | Alessio Malvone, Il fiuto di «Tenai» scova 4,5 chili di droga in un garage, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2021 |
2021 | Malpensata, sequestro record: 170 chili di hashish | Un maxisequestro di droga. È quello portato a termine il 21 luglio 2021 in via Ozanam a Bergamo della Guardia di finanza: perquisendo un garage, le Fiamme gialle della compagnia di Bergamo scoprono 170 chili di hashish divisi in panetti. Finisce in manette un 45enne. | Bergamo | Alessio Malvone, Malpensata, trovati in un box 170 chili di hashish: un arresto, L'Eco di Bergamo, 23 luglio 2021 |
2021 | Doppia operazione, scovati 26 chili di droga | Un'operazione in più atti. A luglio i carabinieri della sezione radiomobile di Bergamo completano un'inchiesta antidroga che porta a diversi arresti e a importanti sequestri. Prima, il 3 luglio 2021, durante un controllo a un'automobile, vengono scoperti due chili di cocaina e 35mila euro in contanti: scatta l'arresto per un 24enne di Mapello, un 33enne di Grumello del Monte e un 52enne con residenza in Belgio. Approfondendo le indagini e risalendo la filiera dello spaccio, il 22 luglio 2021 i militari del nucleo investigativo del comando provinciale di Bergamo arrestano anche – a Gardone Valtrompia, nel Bresciano – un 26enne albanese e la compagna 25enne italiana, trovati in possesso di 24 chili tra cocaina e hashish, ritenuti in contatto con i tre arrestati a inizio mese. Il gruppo avrebbe operato a cavallo tra le due province. | Mapello, Grumello del Monte | Fidanzati arrestati con 24 chili di droga, L'Eco di Bergamo, 24 luglio 2021 |
2021 | Lurano, un chilo di coca e 200mila euro in contanti | Un chilo di coca e 200mila euro in contanti. È quanto sequestrano i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Treviglio il 29 luglio 2021. Durante un normale controllo del territorio a Treviglio, i militari intimano l'alt a una Bmw, che però scappa: l'inseguimento termina a Cologno al Serio, quando i carabinieri riescono a bloccare un 33enne marocchino domiciliato a Lurano, con precedenti per droga. Viene perquisita l'abitazione: lì i militari trovano un chilo di cocaina e 200mila euro in contanti. | Cologno al Serio, Lurano, Treviglio | Scappa all'alt dei carabinieri. In casa ha un chilo di cocaina, L'Eco di Bergamo, 31 luglio 2021 |
2021 | Chili di marijuana, bergamasco arrestato a Bologna | Aveva 22 chili di marijuana in auto. È per questo motivo che il 10 agosto 2021 un 40enne pregiudicato bergamasco viene arrestato dalla Guardia di finanza di Bologna, al termine di un controllo stradale al casello di Casalecchio di Reno. La droga avrebbe fruttato sul mercato circa 260mila euro. | Bergamo | Arrestato a Bologna 40enne con 22 chili di marijuana in auto, L'Eco di Bergamo, 14 agosto 2021 |
2021 | Lo spaccio a Bolzano e gli arresti nella Bassa | Arriva sino in Bergamasca un'importante operazione antidroga della squadra mobile della questura di Bolzano e della locale Direzione distrettuale antimafia, che il 28 settembre 2021 porta a 23 arresti in tutta la penisola: finiscono infatti in manette anche due cittadini stranieri residenti nella Bassa, un 38enne tunisino di Fara Gera d'Adda e un 42enne albanese di Fontanella. L'indagine ha fatto luce su un giro di spaccio operativo nell'area di Bolzano ma con proiezioni anche nei territori circostanti. Sequestrati 3,4 chili di cocaina, 6 di eroina e 4 di hashish. | Fara Gera d'Adda, Fontanella | Spaccio in Alto Adige, 2 arresti nella Bassa, L'Eco di Bergamo, 29 settembre 2021 |
2021 | Spaccio in Val Seriana, 18 arresti | È un ramificato giro di spaccio, con «vedette» fuori dai supermercati (uno dei canali più utilizzati per la cessione di droga, lasciando le dosi sugli scaffali), quello smantellato dai carabinieri della compagnia di Clusone nell'operazione «Seriana Bianca». Il 14 ottobre 2021 si concludono 18 arresti: la banda operava soprattutto in Valle Seriana. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 4 chili di droga tra cocaina e hashish e segnalati oltre cento assuntori di stupefacenti. | Clusone | Fabio Conti, Spaccio tra le corsie dei market: 18 arresti, L'Eco di Bergamo, 15 ottobre 2021; Maddalena Berbenni, Per spacciare nel lockdown lasciavano la coca negli scaffali, Corriere della sera Bergamo, 15 ottobre 2021 |
2021 | Osio Sopra, 20 chili di hashish | È un bottino consistente quello che scoprono il 1° dicembre 2021 gli agenti della squadra mobile della questura di Bergamo, impegnati in un controllo a Osio Sopra: oltre 20 chili di hashish. In manette finiscono due cittadini marocchini. | Osio Sopra | Venti chili di hashish nell'armadio di casa. Arrestati due giovani, L'Eco di Bergamo, 4 dicembre 2021 |
2021 | Droga e riciclaggio "globale": un arresto a Osio | C'è anche una persona domiciliata a Osio Sotto tra le dieci persone indagate e accusate – secondo l'operazione del comando provinciale dei carabinieri di Milano conclusa il 15 dicembre 2021 – di aver messo in piedi un vasto circuito internazionale dello spaccio di droga e del riciclaggio dei proventi dei traffici. Un viaggio articolato, quello dei soldi sporchi della droga, che passava dalla Cina e arrivava al Marocco: secondo gli inquirenti, sarebbero stati ripuliti 200 milioni di euro. L'inchiesta ha permesso di sequestrare 720 chili di droga tra marijuana, hashish, cocaina e Mdma. La banda era attiva in tutta Italia. | Osio Sotto | Droga e denaro dalla Cina al Marocco. Stop al circuito: un arresto a Osio Sotto, L'Eco di Bergamo, 16 dicembre 2021 |
2021 | Ultrà e narcotrafficante, nuovo arresto | Un nuovo arresto per L. L., storico capo ultrà della curva del Milan e più volte finito nei guai per droga. Le manette scattano il 17 dicembre 2021 a Scanzorosciate, dove risiede e dove era sottoposto alla sorveglianza speciale: in quest'ultima indagine, coordinata dalla squadra mobile della questura di Milano, l'ultrà è accusato in concorso con altre sette persone dell'importazione di ingenti quantitativi di marijuana e hashish dal Marocco e di cocaina dal Brasile. | Scanzorosciate | Luca Testoni, Droga da Brasile e Marocco con linee criptate, ultrà nei guai, L'Eco di Bergamo, 18 dicembre 2021; Armando Di Landro, Hashish, coca e identità criptate. Ancora in cella l'ultrà Lucci, Corriere della sera Bergamo, 18 dicembre 2021 |
2021 | Prestano 80mila euro, ne rivogliono 210mila | Da un prestito iniziale di 80mila, le richieste di restituzione lievitano fino a 210mila euro. Una tipica vicenda di usura, secondo la Guardia di finanza di Bergamo che il 19 febbraio 2021 chiude il cerchio e arresta N. B., commercialista di Verdellino con precedenti, e l'imprenditore P. D'A., napoletano residente in città, anch'egli con precedenti, mentre ai domiciliari finisce A. F., imprenditore nato a Urgnano ma residente nel Napoletano, anch'egli noto alle forze dell'ordine. La vittima è un ragioniere brianzolo in difficoltà economiche, che tramite un commercialista suo conoscente viene messo in contatto con le persone poi arrestate: gli imprenditori concedono dapprima un prestito al ragioniere, ma la somma da restituire crescerà sempre più. Il ragioniere si rivolge così alla Guardia di finanza, che avvia le indagini e arriva agli arresti. Gli arrestati respingono però le accuse. | Verdellino, Urgnano | Fabio Conti, Usura, rivogliono 210 mila euro per 80 mila prestati: tre arresti, L'Eco di Bergamo, 20 febbraio 2021; Giuliana Ubbiali, «Non hai idea di chi sono, ti fanno a pezzi». Da 80 a 210mila euro, tre arresti per usura, Corriere della sera Bergamo, 20 febbraio 202 |
2021 | Un milione di debiti con gli usurai. Tre arresti | Una storia di usura con un copione tristemente classico. È quanto ricostruiscono i carabinieri del comando provinciale di Bergamo che il 19 aprile 2021 concludono l'operazione «Handbrake»: due persone finiscono in manette, un terzo uomo – inizialmente latitante – si costituirà alcuni giorni dopo, e altre quattro persone risultano indagate a piede libero. La vittima è un piccolo imprenditore, un barista tra l'altro consigliere di un’associazione di commercianti; quattro anni fa, di fronte ad alcune difficoltà economiche, chiede a un conoscente un prestito da 20mila euro, che in breve lievita a 100mila euro, da restituire con rate dal tasso mensile del 12%. Poi arriva il Covid, e la pandemia acuisce la crisi finanziaria del barista: questi si rivolge ad altri strozzini, in un vorticoso giro di prestiti che diventa insostenibile. Rapidamente l'imprenditore accumula debiti per un milione di euro. Iniziano le minacce, sempre più pesanti: in un caso gli strozzini si presentano nel bar della vittima brandendo una pistola e minacciandolo di morte, un'altra volta le minacce sono con una pistola, un'altra volta ancora gli aguzzini si presentano nel centro estetico gestito dalla moglie della vittima strattonandola violentemente. La vicenda arriva all'attenzione dei carabinieri grazie a una serie di intercettazioni telefoniche; i principali usurai erano ben noti alle forze dell'ordine e hanno pesanti precedenti: uno degli arrestati girava in Maserati, ma percepiva il reddito di cittadinanza. Ci sarebbero anche altre vittime, che però non hanno denunciato. | Bergamo | Alessio Malvone, Barista minacciato dagli usurai, due arresti, L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2021; Girava in Maserati ma prendeva il reddito di cittadinanza, L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2021; Fabio Paravisi, Prestiti a catena con gli usurai e i debiti arrivano a un milione, Corriere della sera Bergamo, 20 aprile 2021; Fabio Paravisi, Il primo dj che scoprì la Lega. Arresti, fughe e redditi invisibili. La vita turbolenta del Miky, Corriere della sera Bergamo, 20 aprile 2021; Fabio Conti, «Così mi sono buttato dall'auto in A4». Usura, vittime tra minacce e pestaggi, L'Eco di Bergamo, 21 aprile 2021; Inchiesta usura, ricercato si costituisce. Un passato nella banda della Valcavallina, L'Eco di Bergamo, 27 aprile 2021; Giuliana Ubbiali, La fuga da film, poi l'usura. Ex rapinatore si costituisce, Corriere della sera Bergamo, 27 aprile 2021 |
2021 | Banda delle estorsioni, le motivazioni della condanna | Un'«associazione stabile,» finalizzata «alla commissione di una pluralità di azioni criminose, di estorsioni e minacce», con una «stabile struttura». È uno stralcio delle motivazioni, depositate il 1° giugno 2021, della condanna a 11 anni per Rocco Di Lorenzo, casertano residente ad Albano Sant'Alessandro, e a Gazmend Prenga, albanese, nell'ambito di un'importante inchiesta su un giro di estorsioni in Bergamasca. Il casertano, in particolare, ritenuto «capo e promotore» dell'associazione per delinquere, è stato condannato per 17 capi d'imputazione. | Albano Sant'Alessandro, | «Pluralità di condotte estorsive con sede, auto e armi da fuoco», L'Eco di Bergamo, 2 giugno 2021; Maddalena Berbenni, «Vittime opache ma credibili. Il ruolo egemonico dello “zio”», Corriere della sera Bergamo, 2 giugno 2021 |
2021 | Tentata estorsione, due bergamaschi in manette | Avevano chiesto 450mila euro a un imprenditore bresciano, con lettere e telefonate minacciose. Con quest'accusa, il 24 giugno 2021 finiscono in manette due bergamaschi residenti nella Bassa, accusati di tentata estorsione. | Provincia di Bergamo | In una lettera gli chiedono 450 mila euro poi cercano di aggredirlo: due in carcere, L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2021 |
2021 | Incendi nei parcheggi attorno all'aeroporto, definitiva la condanna al mandante | Vengono depositate a luglio 2021 le motivazioni della sentenza della Cassazione che rende definitiva la condanna a 10 anni di carcere per Giuseppe La Manna, ritenuto il mandante degli incendi dolosi appiccati a due parcheggi a pagamento nei dintorni dell'aeroporto di Orio al Serio, nel giugno del 2017. La sentenza di Cassazione indica che in appello L'uomo, un 40enne campano residente a Grassobbio, aveva confessato, seppur cercando di ridimensionare le proprie colpe. Nella sentenza di primo grado i giudici del tribunale di Bergamo lo avevano definito «spregiudicato, privo di scrupoli, rancoroso e vendicativo», con un «elevatissimo spessore criminale». | Orio al Serio, Grassobbio | Giuliana Ubbiali, Orio, il rogo dei parking e l'ammissione tardiva. Dieci anni al mandante, Corriere della sera Bergamo, 13 luglio 2021 |
2021 | Usura ed estorsione, nei guai un calabrese di Pumenengo | Usura, estorsione, rapina, sequestro di persona, lesioni, ricettazione, detenzione e porto abusivo di arma, abusiva attività finanziaria, con l'aggravante del metodo mafioso. Sono le accuse mosse dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia a R. F., 45enne calabrese residente a Pumenengo: L'uomo, già detenuto per altre vicende, è raggiunto da una nuova ordinanza di misure cautelari il 10 novembre 2021. Secondo questa nuova inchiesta R. F., ritenuto vicino alle cosche di Vibo Valentia, avrebbe avviato un giro di prestiti a tassi usurari ai danni di imprenditori in difficoltà, con contorni intimidatori; in manette anche il fratello, residente a Lumezzane nel Bresciano. Tra le vittime c'è anche un bergamasco che era già stato vittima di altri strozzini, quelli arrestati ad aprile nell'operazione «Handbrake». | Pumenengo, Bergamo | Usura ed estorsioni a imprenditori. Detenuto accusato, L'Eco di Bergamo, 11 novembre 2021; Imprenditore «stritolato». Tassi di usura fino al 400% e minacce con la pistola, Corriere della sera Bergamo, 11 novembre 2021 |
2021 | Estorsioni, due imprenditori bergamaschi vittime del clan | «Siamo come le raccomandate, arriviamo direttamente a casa». È l'eloquente minaccia, captata in un'intercettazione, contenuta nelle carte di un'importante operazione antimafia della Direzione distrettuale antimafia di Milano che il 16 novembre 2021 porta a 54 fermi tra Lombardia, Svizzera e Calabria. L'inchiesta racconta anche la storia di due bergamaschi, gestori di un distributore di benzina nella Bassa, costretti a versare nel 2020 oltre 200mila euro a due uomini – poi arrestati – ritenuti legati ai clan di ‘ndrangheta Molè e Piromalli. Uno dei due bergamaschi è stato anche vittima di un sequestro-lampo. | Bergamo | Luca Testoni, Estorsioni e sequestri lampo. Incubo per due imprenditori, L'Eco di Bergamo, 17 novembre 2021; Armando Di Landro, «Vi facciamo tutti a pezzi». L'estorsione con sequestro, Corriere della sera Bergamo, 18 novembre 2021 |
2021 | Foppolo, gli sviluppi | Proseguono gli sviluppi giudiziari del caso-Foppolo, vicenda che da anni tiene banco tra cronache e uffici giudiziari. Il 12 gennaio 2021 la pm Silvia Marchina chiede il rinvio a giudizio per E. P., ex senatore di Forza Italia ed ex assessore provinciale all'Urbanistica: il politico, che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, è accusato di aver intascato una tangente per “aggiustare” e far approvare – nei vari organi provinciali – il Pgt di Foppolo. Quattro indagati chiedono invece di patteggiare. Il 9 febbraio 2021 il gup Giovanni Petillo decide per il rinvio a giudizio dell'ex senatore, accogliendo la richiesta del pm: il giudice ha riconosciuto la sussistenza della corruzione, ma ha ritenuto inesistente il traffico di influenze illecite. Sempre nell'udienza preliminare, vengono condannati a 2 anni i fratelli Maria Cristina Boccolini e Fulvio Boccolini. Poi, le decisioni sui patteggiamenti proposti: l'ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera patteggia 2 anni e 4 mesi, l'ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo patteggia 2 anni. È invece disposto il non luogo a procedere per l'imprenditore bresciano S. L., per l'amministratore di una fiduciaria R. B. e per l'imprenditore G. M. Prosciolti in abbreviato gli imprenditori M. R., F. P. e B. V.: erano accusati di aver raccolto i soldi della presunta tangente per l'ex senatore. Il Comune di Foppolo viene ammesso come parte civile nel processo per la bancarotta fraudolenta della Brembo Super Ski. Il 18 marzo 2021 si apre il processo a carico dell'ex senatore: nella prima udienza è stata accolta la richiesta del Comune di Foppolo di costituirsi parte civile. Nell'udienza del 9 settembre 2021 la presunta intermediaria e l'ex sindaco di Foppolo testimoniano che l'ex senatore incassò la tangente. «Ha messo in tasca i 150 mila euro ed è uscito. Io gli ho detto: “Guarda che è pericoloso”. E lui mi ha risposto: “Sono un senatore, non possono perquisirmi”», racconta la commercialista M. C. B. L'ex senatore respinge le accuse. Le accuse vengono però ribadite dal consulente F. B. anche nell'udienza del 7 ottobre 2021; un ex dirigente della Provincia afferma tuttavia di «non aver ricevuto pressioni» da parte dell'ex senatore (ed ex assessore provinciale all'Urbanistica) per aggiustare il Pgt. L'architetto inquadra così il Pgt proposto dal comune di Foppolo: «Erano talmente macroscopiche le incompatibilità con il Piano territoriale di coordinamento provinciale che ci mettemmo solo 63 giorni per dare un parere sul Pgt di Foppolo». Il parere fu di approvazione con prescrizioni radicali su sei ambiti di trasformazione. Quanto al filone per il crac della Brembo Super Ski (a dibattimento ci sono sette imputati), nell'udienza del 23 novembre 2021 vengono ascoltati gli investigatori della Guardia di finanza: dalla loro testimonianza emerge il sospetto che la gara per l'installazione della telecabina Ronchi-Montebello, sempre a Foppolo, «fosse stata pilotata» e che in comune conoscessero già i vincitori al momento dell'indizione del bando. Nell'udienza del 7 dicembre 2021 la testimonianza di un maresciallo dei carabinieri – che ha contribuito alle indagini – racconta i diversi casi in cui le delibere dei comuni del comprensorio sciistico sarebbero state artefatte al fine di ottenere prestiti. | Foppolo, Valleve, Carona | Maddalena Berbenni, Chiesto il processo per Piccinelli, gli accusatori verso l'uscita, Corriere della sera Bergamo, 13 gennaio 2021; Presunta tangente. Chiesto il processo per l'ex senatore, L'Eco di Bergamo, 13 gennaio 2021; Presunta maxi tangente per il Pgt. L'ex senatore finisce a processo, L'Eco di Bergamo, 10 febbraio 2021; Maddalena Berbenni, La ragioniera e le carte che costano a Piccinelli il processo per tangenti. Prosciolti i costruttori, Corriere della sera Bergamo, 10 febbraio 2021; Ex senatore a processo. Il Comune è parte civile, L'Eco di Bergamo, 19 marzo 2021; «L'ex senatore prese i soldi della tangente e li mise in tasca», L'Eco di Bergamo, 10 settembre 2021; «Il senatore prese i soldi». Ma Epinati lo scagiona, L'Eco di Bergamo, 8 ottobre 2021; Maddalena Berbenni, «Il Pgt di Foppolo? A Piccinelli dissi: sono fuori di testa», Corriere della sera Bergamo, 8 ottobre 2021; «Per la telecabina due gare pilotate. In Comune conoscevano già i vincitori», L'Eco di Bergamo, 24 novembre 2021; Maddalena Berbenni, «La gara pilotata e le delibere negli scatoloni», Corriere della sera Bergamo, 24 novembre 2021; Crack Brembo Ski: «Delibere artefatte per ottenere prestiti», L'Eco di Bergamo, 8 dicembre 2021; Maddalena Berbenni, In banca delibere false per fare avere i soldi alla Brembo Super Ski, Corriere della sera Bergamo, 8 dicembre 2021 |
2021 | Chiedono i ristori, ma sono evasori totali | Ci sono anche (almeno) sei evasori fiscali totali tra gli oltre 20mila bergamaschi che hanno richiesto indennizzi per le aziende colpite dai riflessi economici della pandemia. È un primo bilancio – presentato a marzo 2021 – dei controlli avviati dalla Guardia di finanza di Bergamo. | Bergamo | Fabio Conti, Oltre 20 mila richieste di contributi: in 6 casi da evasori totali, L'Eco di Bergamo, 2 marzo 2021 |
2021 | Un milione di ristori Covid: "Ma l'azienda non ne aveva diritto" | Aveva chiesto e ottenuto un milione e 150mila euro dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese colpite dall'emergenza Covid. Ma a quel «ristoro» non aveva diritto, perché in passato aveva ricevuto tre interdittive antimafia. Con quest'accusa, il 1° marzo 2021 la Guardia di finanzia di Bergamo porta a termine un sequestro da 895mila euro ai danni di un'azienda ortofrutticola di Azzano San Paolo; il legale rappresentante dell'azienda, C. S., è stato denunciato a piede libero per indebita percezione di erogazione in danno dello Stato. L'azienda respinge le accuse. | Azzano San Paolo | Fabio Conti, Aiuti Covid, ditta ottiene un milione. Ma non le spettava: scatta sequestro, L'Eco di Bergamo, 2 marzo 2021; Armando Di Landro, Fondi Covid tra evasori totali e interdittive antimafia: i sequestri, Corriere della sera Bergamo, 2 marzo 2021 |
2021 | Corte dei Conti, condanne per 700mila euro | 700mila euro. È l'ammontare delle condanne ai danni di cittadini bergamaschi che lavorano nella pubblica amministrazione, secondo il rendiconto presentato il 5 marzo 2021 dalla Corte dei Conti all'inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Tra i casi che hanno portato alle condanne nel 2020, la lente si è posata sulle attività extra-lavorative dei professori universitari a tempo pieno e su almeno un paio di medici. | Provincia di Bergamo | Luca Testoni, Dalla Corte dei Conti condanne in Bergamasca per 700 mila euro, L'Eco di Bergamo, 6 marzo 2021 |
2021 | Inchiesta sul carcere, chiesti 16 rinvii | Per oltre trent'anni ha diretto il carcere di Bergamo, ma nel giugno del 2018 era stato lui a finire in manette. Per l'inchiesta sulle presunte mazzette – e varie altre irregolarità – nella gestione della casa circondariale di Bergamo, il 29 novembre 2021 il pm Emanuele Marchisio chiede il rinvio a giudizio di 16 persone, tra cui A. P., appunto ex direttore dell'istituto. Sono 33 i capi d'imputazione; tra i reati contestati, l'induzione indebita, la turbativa d'asta, il falso, la truffa, la concussione, il peculato e la violenza sessuale. | Bergamo | «Mazzette in carcere», chiesto il processo per Porcino e altri 15, L'Eco di Bergamo, 30 novembre 2021; Maddalena Berbenni, Abusi, mazzette, wc rubati. Per l'ex direttore del carcere la Procura vuole il processo, Corriere della sera Bergamo, 30 novembre 2021 |
2021 | Sebino, frodi fiscali per 40 milioni | Quattro persone arrestate (tre in carcere, una ai domiciliari) e 24 indagate. È il bilancio dell'operazione del comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo e della tenenza di Sarnico che si conclude il 15 gennaio 2021: le accuse, a vario titolo, sono di riciclaggio, usura, estorsione, frodi fiscali. Secondo le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Pansa, alcuni imprenditori avrebbero messo in piedi un giro di false fatture per 40 milioni di euro attraverso società operanti tra edilizia, meccanica e commercio di bancali in legno. In manette finiscono L. Z. di Scanzorosciate, O. C. di Telgate e S. R. di Pontoglio; ai domiciliari L. O. di Soncino. Sotto sequestro 27 milioni di euro, compresi alcuni immobili tra Palosco (una villa con piscina), Scanzorosciate, Santa Teresa di Gallura, Predore, Trescore, Villa di Serio, Ponte di Legno, e anche terreni in Val Calepio. | Scanzorosciate, Telgate, Palosco, Predore, Trescore Balneario, Villa di Serio | Luca Cuni, Usura e fatture false per oltre 40 milioni. Blitz: quattro arresti, L'Eco di Bergamo, 16 gennaio 2021; Maddalena Berbenni, «Bancali d'oro e soldi riciclati». Maxi sequestro, tre in carcere, Corriere della sera Bergamo, 16 gennaio 2021 |
2021 | Maxifrode da 270 milioni, tre bergamaschi nei guai | False fatture per operazioni inesistenti per un totale di 270 milioni di euro. È il giro d'affari record smascherato dall'operazione della Guardia di finanza di Brescia che il 19 gennaio 2021 porta a una raffica di misure cautelari in tutta Italia: due bergamaschi finiscono ai domiciliari, un terzo bergamasco è destinatario della misura interdittiva della professione. Secondo l'accusa, i magheggi finanziari avrebbero consentito di abbattere l'Iva per 47 milioni ed evadere l'Ires per 58 milioni di euro. I promotori della frode sono consulenti fiscali. | Provincia di Bergamo | Maxi frode fiscale da 127 milioni. Due bergamaschi ai domiciliari, L'Eco di Bergamo, 20 gennaio 2021 |
2021 | Frodi fiscali, sotto la lente una società di Verdello | C'è anche un'azienda con sede a Verdello tra le 35 società coinvolte in tutta Italia in un'indagine della Guardia di finanza di Venezia che smaschera, il 29 gennaio 2021, una frode fiscale e contributiva da 16 milioni di euro. Secondo gli inquirenti, la società edile di Verdello – che impiega 70 persone – fa capo a un prestanome, che finisce indagato: la Srl nel 2020 avrebbe attuato illecite compensazioni di debiti previdenziali e assistenziali per 350mila euro, attraverso artifici fiscali. | Verdello | Frode fiscale. Coinvolta società edile di Verdello, L'Eco di Bergamo, 30 gennaio 2021 |
2021 | Sequestri per 40 milioni, un bergamasco arrestato | C'è anche un bergamasco tra le cinque persone arrestate il 26 febbraio 2021 nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Guardia di finanza di Verona: le Fiamme gialle danno esecuzione all'inchiesta «Wooden Pallets», che colpisce un gruppo di imprenditori ritenuti responsabili di reati tributari volti a occultare al fisco i ricavi di diverse operazioni finanziarie. Vengono disposti sequestri per 40 milioni di euro. | Bergamo | Evasione Fisco, 5 in manette. C'è anche un bergamasco, L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 2021 |
2021 | Frodi per fondi Covid, un arresto a Canonica | C'è anche un 50enne calabrese di casa a Canonica d'Adda tra i 58 indagati della procura di Monza per un'inchiesta che si muove su un doppio filone: da un lato le false fatturazioni, dall'altro le truffe su fondi statali. Secondo le indagini, le società dell'uomo e di altri indagati avrebbero ottenuto indebitamente finanziamenti per oltre 8 milioni di euro, di cui la metà garantiti dallo Stato nell'ambito delle misure di sostegno per l'emergenza Covid. Una volta ottenuti i finanziamenti, le società sarebbero state fatte fallire. Il 20 aprile 2021 l'indagine culmina in 21 misure cautelari, di cui appunto una ai danni dell'uomo residente a Canonica d'Adda. | Canonica d'Adda | Armando Di Landro, Fondi Covid alle imprese. Il faccendiere di Canonica e le truffe per 8 milioni, Corriere della sera Bergamo, 21 aprile 2021 |
2021 | Indebite compensazioni, sequestrati 10 milioni | Ci sono anche degli imprenditori bergamaschi – un 57enne di Calcinate, un 50enne di Sarnico e un 57enne di Palosco – tra i destinatari delle misure cautelari emesse il 18 maggio 2021 al termine di un'indagine dei carabinieri di Milano e di Bergamo. Tema dell'inchiesta: un meccanismo di indebite compensazioni e false operazioni per frodare il fisco. Scatta anche un sequestro di beni per quasi 10 milioni di euro. | Calcinate, Sarnico, Palosco | Bancarotta e frode al fisco: sequestri per 10 milioni, Corriere della sera Bergamo, 19 maggio 2021 |
2021 | Fatture false nell'edilizia, quattro bergamaschi nei guai | Due bergamaschi in carcere (uno di Gandosso, l'altro di Carobbio) e altri due ai domiciliari (uno di Palosco, l'altro di Villongo). Sono i risvolti orobici di un'operazione conclusa dalla Guardia di finanza di Modena il 9 giugno 2021, che ha fatto luce su un giro di false fatture nell'edilizia. Le Fiamme gialle hanno anche sequestrato beni per 7 milioni di euro, pari alla somma delle imposte evase. | Villongo, Palosco, Carobbio, Gandosso | Fatture false nell'edilizia: in manette 4 bergamaschi, sequestrati 7 milioni, L'Eco di Bergamo, 10 giugno 2021 |
2021 | Maxisequestro per frodi: sigilli anche a Piazzatorre | C'è anche un appartamento a Piazzatorre nella lunga lista di beni sequestrati ai danni di M. M., 49enne imprenditore cremonese, accusato di aver messo in piedi un sistema per frodare il fisco con ingenti profitti: secondo la Guardia di finanza di Cremona che ha condotto le indagini, le truffe dell'uomo avrebbero sottratto alla tassazione oltre 120 milioni di euro, così da evadere 44 milioni di Iva. Il 7 luglio 2021 scattano i sigilli su un totale di 85 immobili (tra cui appunto l'appartamento in Bergamasca, dal valore di 400mila euro), 42 terreni, svariati beni mobili per un valore totale di 72 milioni di euro. | Piazzatorre | Frode, sequestri anche a Piazzatorre, Corriere della sera Bergamo, 8 luglio 2021 |
2021 | Usura, estorsioni, riciclaggio: chiesto il processo per 24 imputati | L'inchiesta era nata nel 2014 e aveva fatto luce su un giro di usure, truffe, estorsioni, riciclaggi e altri reati ancora. Per l'operazione «Tabula rasa», condotta dalla Guardia di finanza di Bergamo, il 18 agosto 2021 il pm Emanuele Marchisio chiede il rinvio a giudizio per 24 imputati, 11 dei quali residenti in Bergamasca. | Provincia di Bergamo | Usure, estorsioni, isotopo rubato e falsi: chiesto il processo per 24, L'Eco di Bergamo, 19 agosto 2021 |
2021 | Palosco: riciclaggio ed evasione, arrestato imprenditore | Frode, evasione fiscale e autoriciclaggio. Sono le accuse mosse dalla procura di Cremona – accolte dal giudice delle indagini preliminari – che il 10 settembre 2021 portano all'arresto di un 54enne imprenditore di Palosco, con azienda a Soncino. Le indagini, coordinate dal comando provinciale della Guardia di finanza di Cremona, fanno leva su un presunto giro di società utilizzate per emettere fatture per operazioni inesistenti: secondo le Fiamme gialle il meccanismo avrebbe portato a un'evasione dell'Iva per 3 milioni di euro. Vengono sequestrati beni mobili e immobili per 270mila euro; denunciati 23 prestanome. | Palosco | Frode, riciclaggio ed evasione fiscale. Imprenditore in cella, L'Eco di Bergamo, 11 settembre 2021 |
2021 | Maxievasione, 19 bergamaschi indagati | Ci sono anche 19 bergamaschi tra gli indagati di una maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia di Brescia conclusa il 13 settembre 2021. L'inchiesta, denominata «Sweet water», nasce dal sequestro di 31 chili di hashish a Rezzato, nel Bresciano, ma porta poi a individuare un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali: un meccanismo di evasione ed elusione, con conti correnti all'estero, che avrebbe portato a trasferire verso altri Paesi almeno 32 milioni di euro. Sono 15 le persone condotte in carcere, a cui si aggiungono altre 15 misure cautelari tra arresti domiciliari e interdizione dalla professione; 13 i milioni di euro sequestrati. | Provincia di Bergamo | Maxi evasione fiscale con società «cartiere»: 19 prestanome indagati, L'Eco di Bergamo, 14 settembre 2021 |
2021 | Indebite compensazioni, nei guai due aziende | L'inchiesta era nata nel 2014 e aveva fatto luce su un giro di usure, truffe, estorsioni, riciclaggi e altri reati ancora. Per l'operazione «Tabula rasa», condotta dalla Guardia di finanza di Bergamo, il 18 agosto 2021 il pm Emanuele Marchisio chiede il rinvio a giudizio per 24 imputati, 11 dei quali residenti in Bergamasca. | Chiuduno, Bergamo | Fabio Paravisi, False compensazioni. Sequestri per 1,2 milioni a due imprenditori, Corriere della sera Bergamo, 12 ottobre 2021; False compensazioni fiscali. Sequestri per 760 mila euro, L'Eco di Bergamo, 12 ottobre 2021 |
2021 | "Scatole vuote" per aggirare l'IVA, tre indagati | Tre imprenditori indagati e sequestri per un milione di euro. È il bilancio dell'operazione conclusa il 5 novembre 2021 dalla tenenza della Guardia di finanza di Clusone: secondo le indagini, gli imprenditori – attivi in val Seriana – avrebbero creato un sistema di scatole vuote nel settore immobiliare, con una significativa elusione dell'Iva. | Clusone | Luca Cuni, Iva «dribblata» nel settore immobiliare. Tre denunce e sequestri per un milione, L'Eco di Bergamo, 6 novembre 2021; Giuliana Ubbiali, «Beni ceduti per non pagare l'Iva». Sigilli a conti, immobili e gioielli, Corriere della sera Bergamo, 6 novembre 2021 |
2021 | "Pecunia olet", sei persone a processo | L'inchiesta – denominata «Pecunia olet» – era partita anni fa, ora si prova a chiudere il cerchio. Il 10 novembre 2021 la procura di Bergamo chiede il rinvio a giudizio per sei persone, accusate di aver dato vita a un giro milionario di riciclaggio transnazionale; tra gli indagati c'è una famiglia di imprenditori edili di Calcio, ma anche un politico svizzero. Il 15 dicembre 2021 il gup Maria Beatrice Parati accoglie le richieste della procura e dispone il rinvio a giudizio per i sei imputati. | Calcio | Armando Di Landro, Riciclaggio tra Calcio e la Svizzera. Processo chiesto 5 anni dopo, c'è anche un assessore di Lugano, Corriere della sera Bergamo, 11 novembre 2021; «Milioni riciclati in Svizzera»: chiesto il processo per sei, L'Eco di Bergamo, 11 novembre 2021; Riciclaggio, impresari edili e politico svizzero a processo, L'Eco di Bergamo, 16 dicembre 2021 |
2021 | Cooperative di facchinaggio nell'orbita della 'ndrangheta? Indagini concluse | Sono 32 i destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia il 16 marzo 2021, al termine di un prolungato approfondimento investigativo su un sistema di cooperative dai contorni opachi. La procura antimafia contesta l'esistenza di due associazioni a delinquere, facenti capo a due gruppi di famiglie residenti a Treviglio, con l'aggravante di aver favorito la 'ndrangheta: secondo l'accusa le cooperative degli indagati, impiegate prevalentemente nel facchinaggio e nella somministrazione di manodopera, avrebbero creato un giro di false fatture finalizzate a sostenere una cosca di 'ndrangheta. Gli accusati respingono ogni accusa. | Treviglio | Armando Di Landro, Dai soldi in valigia alle finte assunzioni. Inchiesta sulle coop. «Accuse infondate», Corriere della sera Bergamo, 17 marzo 2021 |
2021 | Discarica abusiva a Val Brembilla | Una discarica abusiva a Val Brembilla. È ciò che scoprono i carabinieri forestali a inizio febbraio 2021: nello spazio, un capannone apparentemente in disuso, erano ammassati soprattutto rifiuti ferrosi, su un'area di 200 metri quadrati. Viene denunciato a piede libero un 65enne della valle, ex dipendente di una azienda di gestione rifiuti, mentre l'area viene posta sotto sequestro. | Val Brembilla | Seguono camion e trovano una discarica abusiva, L'Eco di Bergamo, 25 febbraio 2021 |
2021 | Cividate al Piano, da cascina a discarica abusiva | Tre imprenditori indagati e sequestri per un milione di euro. È il bilancio dell'operazione conclusa il 5 novembre 2021 dalla tenenza della Guardia di finanza di Clusone: secondo le indagini, gli imprenditori – attivi in val Seriana – avrebbero creato un sistema di scatole vuote nel settore immobiliare, con una significativa elusione dell'Iva. | Cividate al Piano | Pietro Tosca, Discarica abusiva, cinque denunciati, Corriere della sera Bergamo, 5 febbraio 2021 |
2021 | Traffico di rifiuti, condannato autotrasportatore | Un anno e otto mesi. È la condanna che matura il 18 febbraio 2021 per Maurizio Assanelli, 57enne autotrasportatore di Pagazzano, coinvolto in un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano su un traffico illecito di rifiuti speciali tra Milano, Varese, Como e Monza: il bergamasco era accusato di essersi occupato in prima persona del trasporto e del conferimento di parte dei rifiuti nei diversi siti abusivi. | Pagazzano | Luca Testoni, Traffico di rifiuti. Un anno e otto mesi all'autotrasportatore, L'Eco di Bergamo, 19 febbraio 2021 |
2021 | Traffico di rifiuti e 'ndrangheta, l'inchiesta arriva a Bergamo | Un traffico di rifiuti nell'intera Lombardia, e legami con la 'ndrangheta. È il doppio scenario emerso nell'operazione conclusa dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano il 9 febbraio 2021, con dodici persone in carcere e otto ai domiciliari, tra cui tre donne bergamasche residenti tra Alzano, Bergamo e Calcinate. Tra le accuse mosse all'operazione «Cardine-Metal Money» si ipotizzano infatti – a vario titolo – i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, autoriciclaggio ed estorsione. Tra gli arrestati c'è anche C. V., reputato uno storico boss della 'ndrangheta in Lombardia e coinvolto in precedenti maxi-operazioni contro le cosche al Nord; l'inchiesta è partita dalla testimonianza di un bergamasco che aveva denunciato di essere vittima di un'estorsione. Il filone sul traffico di rifiuti aveva individuato la presenza di capannoni a Grassobbio e Zingonia utilizzati come depositi per stoccare i materiali. Tra le pagine dell'inchiesta, emergono altri elementi: per esempio che un boss della 'ndrangheta, tramite un prestanome, avrebbe cercato di riciclare denaro acquistando un ristorante affacciato lungo la Villa d'Almè-Dalmine. Alcuni indagati scelgono il rito abbreviato e già il 17 settembre 2021 arrivano le condanne di primo grado; tra i principali indagati, rimediano 20 anni i boss Cosimo Vallelonga e 8 anni Paolo Valsecchi, residente a Calolziocorte. Scelgono il rito abbreviato anche alcuni bergamaschi: Jennifer Buonavoglia, ritenuta responsabile di aver predisposto documenti falsi per coprire i traffici illeciti di rifiuti, è condannata a un anno e 20 giorni; Roberto Novelli, titolare di un'azienda di autotrasporti, è condannato a un anno e 4 mesi; un anno e 4 mesi anche per Marco Ricci, ritenuto tra i fornitori stabili di rifiuti ferrosi. | Alzano Lombardo, Calcinate, Villa d'Almè, Dalmine, Grassobbio, Zingonia | Armando Di Landro, I rifiuti illeciti e il ristorante a Curno: «Tutto gestito dalla 'ndrangheta», Corriere della sera Bergamo, 10 febbraio 2021; Fabio Conti, Usura e traffico di rifiuti, 18 arresti: «Radioattivi come a Chernobyl», L'Eco di Bergamo, 10 febbraio 2021; Armando Di Landro, I metodi della cosca. La pistola alla testa del broker finanziario, Corriere della sera Bergamo, 12 febbraio 2021; Desirée Spreafico, Estorsioni e rifiuti. Vent'anni al boss Cosimo Vallelonga, Corriere della sera Bergamo, 18 settembre 2021 |
2021 | Traffico di rifiuti in Calabria, un indagato in bergamasco | C'è anche un calabrese residente a Ranica tra i 29 destinatari – il 19 ottobre 2021 – di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Reggio Calabria per i reati di associazione di tipo mafioso, disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti, intestazione fittizia di beni, estorsione, ricettazione, peculato, falso, danneggiamento aggravato; il calabrese residente in Bergamasca, la cui posizione è comunque definita «marginale», è stato colpito dal provvedimento dell'obbligo di firma. Secondo i magistrati calabresi, il gruppo avrebbe messo in piedi un traffico illecito di rifiuti tramite aziende fittizie. | Ranica | Traffico illecito di rifiuti, indagato un bergamasco, Corriere della sera Bergamo, 20 ottobre 2021; Traffico illecito di rifiuti speciali: 29 indagati, anche nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo 20 ottobre 2021 |
2021 | Discarica abusiva nell'ex cava? Il processo | L'ex cava doveva diventare un terreno agricolo poi fu proposta un'altra destinazione, quella di parco agricolo. Ma lì, all'ex cava alla Cascina Vallere tra Mornico e Martinengo, in realtà si sarebbe messa in piedi una discarica abusiva. È su questo sospetto che verte il processo «Cavenord» in corso di fronte al tribunale di Bergamo. Nell'udienza del 18 novembre 2021 l'accusa sostiene che nell'area fossero state conferite quasi due milioni di tonnellate di rifiuti, comprese scorie ferrose e terra inquinata da zinco e rame. Nella successiva udienza del 25 novembre 2021, la testimonianza di un ispettore dei carabinieri forestali indica che nella cava fossero presenti zinco e idrocarburi. | Mornico, Martinengo | «Nell'ex cava due milioni di tonnellate di rifiuti», L'Eco di Bergamo, 19 novembre 2021; Mattia Maraglio, Processo Cavenord: «Nell'ex cava zinco e idrocarburi», L'Eco di Bergamo, 26 novembre 2021 |
2021 | Bergamo, minacce al sindaco: denunciato un 49enne | Il 9 luglio 2021 un cartello di minacce viene lasciato fuori dal municipio di Bergamo, in piazza Matteotti: «Occhio Gori, se sbagli muori. Ti sto addosso. Ti spacco il cranio». La Digos di Bergamo avvia subito le indagini, che il 13 luglio 2021 portano all'individuazione e alla denuncia per minacce di un italiano 49enne, residente in città, ritenuto l'autore delle minacce. Non è chiaro il movente: secondo la questura L'uomo ha ammesso la propria responsabilità, «ma non è stato in grado di spiegare con lucidità» le ragioni del gesto. | Bergamo | Minacce di morte a Gori. Denunciato un 49enne, Corriere della sera Bergamo, 14 luglio 2021 |
2021 | Racket della prostituzione nella bassa, altri 9 arresti | Nel 2019 la Direzione distrettuale antimafia di Brescia aveva catturato il presunto capo della banda, un 45enne romeno residente a Bonate Sopra, e la sua spalla, una connazionale 27enne, già condannati a oltre 10 anni. Il 30 giugno 2021 scattano però nuovi arresti nell'ambito di un'indagine sullo sfruttamento della prostituzione nella Bassa Bergamasca, lungo la Provinciale Francesca tra Cologno, Ghisalba e Mornico: nove gli arrestati tra Bergamo e la Romania, tutti parenti dei due presunti capobanda. In particolare, in questa prosecuzione dell'inchiesta si contestano i reati di usura, riciclaggio e autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni. | Cologno, Ghisalba, Mornico | Giuliana Ubbiali, Sfruttate e vittime di usura: «Sei qui a produrre soldi». Sette arresti e sequestri, Corriere della sera Bergamo, 1 luglio 2021; Racket della prostituzione: nel 2019 arrestati i capi, ora in manette i parenti, L'Eco di Bergamo, 1 luglio 2021 |
2021 | "Volevano uccidere Maniero", in manette anche un bergamasco | Progettavano l'omicidio di Felice Maniero, ex boss della mafia del Brenta. La Direzione distrettuale antimafia di Venezia interviene prima che il piano prenda concretezza: il 1° dicembre 2021 scattano 25 arresti in tutta Italia, e in manette finisce anche un bergamasco. È F. R., 67enne di Telgate, esponente della vecchia malavita bergamasca: per l'accusa avrebbe procurato tre bombe che sarebbero potute servire all'eliminazione di Maniero. | Telgate | «Volevano uccidere Maniero». In cella anche un bergamasco, L'Eco di Bergamo, 2 dicembre 2021; Giuliana Ubbiali, Volevano uccidere Maniero. «Ma era in carcere a Bergamo», Corriere della sera Bergamo, 1 dicembre 2021 |
2021 | "Vicino al clan Mazzei": truffe per 1,4 milioni, coinvolte aziende bergamasche | Sceglievano società inattive ma ancora con partita iva, le acquistavano e immettevano denaro fresco nel capitale sociale così da farle ritenere affidabili. Dopodiché, le utilizzavano per fare grossi acquisti che però non pagavano. È una truffa da 1,4 milioni di euro quella scoperta dalla Guardia di finanza di Padova, che il 27 settembre 2021 porta a termine tre arresti: al vertice c'era un uomo ritenuto vicino al clan Mazzei di Cosa nostra. Tra le aziende utilizzate per dar vita a queste truffe c'erano anche due società con sede ad Arcene e Verdello. | Arcene, Verdello | Truffe milionarie con vecchie aziende, Corriere della sera Bergamo, 28 settembre 2021 |
2021 | Gratteri: "Pandemia, le mafie stanno iniziando a muoversi" | «Le mafie ci stanno studiando e stanno iniziando a muoversi, per rilevare a pochi soldi le aziende in crisi». È l'allarme che Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, tra i magistrati più impegnati nella lotta alla 'ndrangheta, lancia in collegamento virtuale con le scuole bergamasche il 29 gennaio 2021, ospite del ciclo d'incontri «Vite dedicate» promosso dal Cpl di Bergamo e dall'Ufficio scolastico di Bergamo in collaborazione col Comune. «Le mafie sono presenti al nord sin da metà anni Settanta - ricorda Gratteri -, prima in modo sparuto e ora in modo sistematico e massiccio. Con le entrate della droga, cercano di comprare tutto ciò che è in vendita». | Bergamo | Maddalena Berbenni, «Siamo in un periodo di svendite. Le mafie ci stanno osservando», Corriere della sera Bergamo, 30 gennaio 2021; Luca Bonzanni, «Aziende in crisi, le mafie in agguato», L'Eco di Bergamo, 30 gennaio 2021 |
2021 | Anno giudiziario, tra Covid e mafie | False fatture per ottenere i ristori dedicati alle imprese in difficoltà a causa del Covid. Poi le frodi fiscali: 100 milioni evasi tra imposte e Iva, 186 milioni di Irap non versati, provvedimenti di sequestro per reati tributari per un totale di 65 milioni. Sono solo alcuni dei dati – riferiti al periodo tra luglio 2019 e giugno 2020 – condensati nella relazione che il 30 gennaio 2021 apre il nuovo anno giudiziario. Nel distretto di Brescia, e dunque anche in Bergamasca, non mancano poi i tentacoli delle mafie. «Dall'estorsione si è passati alla consulenza fiscale, il kalashnikov si è trasformato in un innocuo modello di versamento F24», si legge nella relazione di Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia. Quanto alla Bergamasca, si riscontra la presenza «della 'ndrina dei Paparo, già operante nell'hinterland milanese, i cui vertici si sono trasferiti nella provincia di Bergamo, dove, inserendosi nel tessuto socio-economico, hanno acquisito, attraverso dei prestanome, due aziende operanti nel settore della carpenteria metallica». «In Bergamasca – conferma il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani – sono in corso attività anche da parte della Dda di Brescia. I segnali di allarme - infiltrazioni nel tessuto bergamasco - ci sono, favoriti anche da questo periodo di crisi economica dovuto alla pandemia». | Provincia di Bergamo | Stefano Serpellini, «I vertici della 'ndrina Paparo trasferiti nella Bergamasca», L'Eco di Bergamo, 31 gennaio 2021; Stefano Serpellini, Col virus frodi informatiche alle stelle. E fatture false usate per ottenere ristori, L'Eco di Bergamo, 31 gennaio 2021; Giuliana Ubbiali, «I vertici di una 'ndrina in due carpenterie». Con la crisi aumenta il rischio di infiltrazioni, Corriere della sera Bergamo, 31 gennaio 2021; «Con l'indagine Covid ho chiesto 4 pm in più. Il Csm non ha risposto», Corriere della sera Bergamo, 31 gennaio 2021. |
2021 | Riciclaggio, gli effetti della pandemia | La pandemia ha frenato anche l'economia sporca. Ma appena s'è innescata la ripartenza, anche la criminalità economica ha trovato nuova linfa. È quanto emerge in filigrana ai dati sul 2020 dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, secondo un report diffuso a gennaio 2021. Nel 2020, infatti, in provincia di Bergamo si sono registrate 1.537 operazioni sospette in materia di riciclaggio, in calo del 15% rispetto al 2019. Se si scompongono i dati, però, emerge che il calo più forte si è registrato nel primo semestre, quello più condizionato dai riflessi economici del Covid; nel secondo semestre, con le progressive ripartenze, la differenza rispetto al pre-Covid è stata invece più lieve. La tendenza si confermerà poco più tardi, come testimoniato da un aggiornamento – ad agosto 2021 – dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. Nel primo semestre del 2021, infatti, le segnalazioni di operazioni sospette aumentano del 57,5% rispetto allo stesso periodo del 2020, passando da 662 a 1.043. L'aumento bergamasco è decisamente superiore sia al trend regionale (+37,61%) sia al trend nazionale (+35,2%): la criminalità economica sembra essere tornata a livelli pre-Covid. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Riciclaggio «frenato» dal lockdown. Ma sta ripartendo, L'Eco di Bergamo, 30 gennaio 2021; Luca Bonzanni, Rischio riciclaggio, Bergamo maglia nera con 1.043 transazioni sospette in sei mesi, L'Eco di Bergamo, 20 agosto 2021 |
2021 | "I clan, dalla lupara all'F24" | «La criminalità organizzata di un tempo sparava, ora, invece, per arricchirsi si avvale anche dei modelli F24 frodando l'erario. In terre ricche come Brescia e Bergamo le modalità criminali sono diverse rispetto a quelle in Calabria o in Sicilia». È la metafora che Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia, tratteggia in un'intervista sull'edizione bergamasca del Corriere della sera, il 12 febbraio 2021, dopo le ennesime inchieste che hanno confermato la presenza dei clan in terra bergamasca. | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, Le nuove sfide della 'ndrangheta: «Il kalashnikov di oggi è l'F24», Corriere della sera Bergamo, 12 febbraio 2021 |
2021 | Beni confiscati, salgono a 150 quelli bergamaschi | Salgono a 150 i beni confiscati alla criminalità organizzata in provincia di Bergamo, secondo un aggiornamento presentato il 7 marzo 2021 in occasione del venticinquesimo anniversario della legge sul riutilizzo sociale delle proprietà strappate ai clan. In particolare sono 41 i comuni bergamaschi interessati dalla presenza di almeno un bene: si tratta di 136 immobili (di cui 45 già destinati, gli altri ancora in mano all'Agenzia nazionale) e 14 aziende. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Sempre più beni strappati al malaffare. Ora sono 136 immobili e 14 aziende, L'Eco di Bergamo, 7 marzo 2021 |
2021 | "Risorse per la ripresa: evitare che finiscano nelle mani sbagliate" | «L'evasione fiscale si muove sempre nella direzione opposta rispetto all'economia nazionale: aumenta quando c'è la recessione e viceversa. Oggi siamo in una fase delicata per la congiuntura economica sfavorevole causata dall'impatto devastante della pandemia: bisogna dunque lavorare perché le risorse destinate alla ripresa economica non finiscano in mani sbagliate, ma ai cittadini onesti e all'imprenditoria sana». È la prima riflessione del colonnello Marco Filipponi, che il 23 marzo 2021 si insedia come nuovo comandante provinciale della Guardia di finanza di Bergamo, in un'intervista a L'Eco di Bergamo. | Bergamo | Fabio Conti, Finanza, Filipponi comandante. E Salerno a Roma con il ministro, L'Eco di Bergamo, 24 marzo 2021 |
2021 | "L'usura c'è, ma si fatica a denunciare" | Gli arresti per usura che scattano il 19 aprile 2021 aprono un dibattito importante in Bergamasca sul fenomeno. «L'usura nella Bergamasca c'è e ci sono diverse indagini in corso – afferma Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo, a L'Eco di Bergamo -, è un reato spesso collegato a riciclaggio, droga e in alcuni casi alla criminalità organizzata, per cui indaga la Dda di Brescia. Riguarda principalmente piccoli imprenditori a cui alla fine gli usurai portano via l'attività. Che sia aumentata durante la pandemia è difficile dirlo perché le vittime spessissimo non denunciano, per paura e per vergogna». «È un reato oscuro – spiega Alessandro Nervi, comandante provinciale dei carabinieri -, viene scoperto solo quando la vittima lo denuncia, quando c'è il reato-fine, come le lesioni, o quando ci sono indagini come quella che abbiamo condotto». «Capiamo le difficoltà, ma rivolgetevi a noi e alle forze dell'ordine», è l'appello delle associazioni di categoria. | Provincia di Bergamo | Giorgio Lazzari, Le associazioni di categoria: «Siamo qui per aiutarvi», L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2021; Katiuscia Manenti, Nervi: «Un reato oscuro, in pochi lo denunciano», L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2021 |
2021 | "Evitare che i soldi del recovery vadano alla criminalità" | «Sono due essenzialmente i fronti più importanti sui quali stanno lavorando le forze di polizia e la magistratura. Da un lato l'attenzione ai reati tributari, dall'altro la prevenzione per fare in modo che i soldi che arriveranno dall'Europa vadano a finire nelle mani degli imprenditori onesti e non in quelle della criminalità organizzata. Sono in corso una serie di attività di predisposizione di mezzi e risorse che ci permetteranno di non farci trovare impreparati». È quanto dichiara Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia, competente anche su Bergamo, in un'intervista pubblicata su L'Eco di Bergamo il 24 aprile 2021. Tema della conversazione, gli interessi della criminalità organizzata nel nostro distretto. | Bergamo | Katiuscia Manenti, «La criminalità organizzata punterà ai soldi del Recovery», L'Eco di Bergamo, 24 aprile 2021 |
2021 | L'antidroga: 176 kg sequestrati | 176 chili di droga. È la somma dei sequestri avvenuti in Bergamasca nel 2020, secondo la relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) del ministero dell'Interno, presentata il 18 giugno 2021. 266 le persone indagate (201 arrestate, 65 denunciate a piede libero): nel dettaglio, sono stati sequestrati 17,47 kg di eroina, 26,55 kg di cocaina, 77,88 kg di hashish e 55,93 kg di marijuana. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, Antidroga: in un anno sequestrati 176 chili. Più hashish e marijuana, è tornata l'eroina, L'Eco di Bergamo, 18 giugno 2021 |
2021 | Guardia di Finanza, sequestri per 30 milioni di euro | 35 evasori fiscali scoperti, 30 milioni di beni sequestrati nell'ambito di frodi fiscali (10 milioni sequestrati nell'ambito di inchieste sul riciclaggio), 66 denunciati per truffe del reddito di cittadinanza, 965 segnalazioni di operazioni sospette, 1.825 accertamenti in materia di normativa antimafia. Sono alcuni dati del bilancio 2020 del comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo, presentati il 24 giugno 2021. «Le frodi che abbiamo intercettato nel 2020 riguardano per lo più l'edilizia, il tessile e il commercio dei prodotti petroliferi», spiega il comandante provinciale Marco Filipponi in un'intervista a L'Eco di Bergamo: per intercettare le infiltrazioni della criminalità organizzata è «molto importante l'analisi dei flussi finanziari». | Provincia di Bergamo | Stefano Serpellini, Reati fiscali, in provincia sequestrati 30 milioni, L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2021; Stefano Serpellini, «La lotta all'evasione fiscale è tutela degli onesti», L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2021 |
2021 | Usura, il 71% delle imprese è preoccupato | Il 71% delle imprese bergamasche ritiene che l'usura sia un fenomeno che preoccupa «molto o abbastanza», mentre il 16% è preoccupato dalla possibilità che il fenomeno sia presente anche nel proprio quartiere. Il 64% degli intervistati, inoltre, ritiene che il fenomeno della malavita che cerca di impadronirsi delle aziende debba essere «molto o abbastanza temuto». Sono i risultati di un'indagine promossa da Ascom Bergamo su un tema di forte attualità in tempi di pandemia, presentata il 14 luglio 2021. «Gli indici di fiducia delle imprese sono crollati. L'indice del fabbisogno finanziario è nettamente al di sopra del pre Covid. Il sistema, anche a Bergamo, è vulnerabile come mai prima», spiega Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo. | Provincia di Bergamo | Desirée Spreafico, Crisi di liquidità e usura, commercianti a rischio: «Adesso servono aiuti», Corriere della sera Bergamo, 15 luglio 2021; Luca Bonzanni, Usura, per 7 imprese su 10 è considerata una minaccia, L'Eco di Bergamo, 15 luglio 2021 |
2021 | La relazione della DIA | C'è anche parecchio materiale sulla Bergamasca nella relazione semestrale (relativa alla seconda parte del 2020) della Direzione investigativa antimafia presentata a settembre 2021: una quindicina le inchieste che hanno toccato la terra orobica, tra 'ndrangheta, camorra, mafia siciliana e organizzazioni straniere. In Lombardia, si legge nel report, a causa della pandemia «la criminalità organizzata potrà tentare di accreditarsi presso gli imprenditori in crisi di liquidità per offrire/imporre forme di welfare e di sostegno finanziario prospettando la salvaguardia della continuità aziendale ma con il reale intento di subentrare negli asset proprietari». | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Le imprese in crisi nel mirino dei clan: «Così offrono liquidità per infiltrarsi», L'Eco di Bergamo, 24 settembre 2021 |
2021 | "'Ndrangheta a Bergamo, il radicamento c'è" | La mafia – soprattutto la 'ndrangheta – c'è anche a Bergamo. Con un modus operandi specifico, da monitorare e contrastare: «Non sono presenze estemporanee, limitate solo a singoli reati magari “di servizio”, ma allo stesso tempo non esprimono un controllo del territorio militare come nella casa madre calabrese. Fenomeni di radicamento, di presenze assidue, però ci sono: famiglie che comprano immobili, sono stabili per anni. Cercano di mettere le radici: e se non si interviene in tempo, la pianta cresce». È la fotografia che traccia Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia, in un'intervista a L'Eco di Bergamo il 25 settembre 2021. Nella stessa intervista, Rispoli annuncia che sarà potenziato il personale della sezione della Dia di Brescia: vengono raddoppiati gli uomini in servizio. | Bergamo | Luca Bonzanni, «Presenza stabile dei clan». E il personale Dia raddoppia, L'Eco di Bergamo, 25 settembre 2021 |
2021 | "Con la pandemia la mafia ha trovato nuovi spazi e affari" | «La mafia non è cambiata, ma ha approfittato della pandemia per trovare nuovi spazi e terreni per affari, anche perché è calato il livello di attenzione che collettivamente viene prestato». È la riflessione di Nando dalla Chiesa, docente di Sociologia della criminalità organizzata all'Università degli Studi di Milano e presidente onorario di Libera, durante una serata organizzata dall'organizzazione a Ponteranica, il 5 novembre 2021. | Ponteranica | Gabriella Pellegrini, «Con la pandemia la mafia ha trovato nuovi spazi e affari», L'Eco di Bergamo, 6 novembre 2021 |
2021 | Criminalità ambientale, un reato ogni due giorni | 170 reati in un anno, praticamente uno ogni due giorni, per un totale di 163 denunciati, 48 sequestri. La criminalità ambientale presenta numeri importanti anche in Bergamasca: è quanto emerge relativamente al 2020, secondo il nuovo dossier Ecomafie presentato da Legambiente il 17 novembre 2021. Il settore dei rifiuti è quello maggiormente colpito: solo in quell'ambito, nel 2020 si sono contati 61 reati, 68 denunciati e 15 sequestri. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, Ecomafie, 170 reati e 48 sequestri, L'Eco di Bergamo, 17 novembre 2021; Reati ambientali, secondi in regione: «Allarme sulle risorse pubbliche», Corriere della sera Bergamo, 17 novembre 2021 |
2020 | Il racket dell'ortofrutta: tre diversi filoni | È un mosaico che si compone di diversi tasselli, criminali e giudiziari. l'operazione «Papa», che nel marzo 2019 aveva portato a 19 misure cautelari disvelando gli interessi della ‘ndrangheta in Bergamasca, vive nuove tappe. Dodici anni di reclusione, con rito abbreviato: è la condanna che matura il 22 giugno 2020, in tribunale a Brescia, per Carmelo Caminiti, originario di Reggio Calabria, al centro di questo stralcio; 7 anni anche alla moglie Anna Maria Franco e 10 anni a Paolo Malara, considerato tra i “registi” della vicenda. In particolare, secondo l'impianto dell'accusa, il gruppo, ritenuto legato a clan calabresi, avrebbe promosso estorsioni nel settore dell'ortofrutta con epicentro in Bergamasca. Il processo con rito ordinario prosegue invece di fronte al tribunale di Bergamo, con udienze lungo tutto l'anno. Un procedimento parallelo è infine quello portato avanti di fronte al tribunale di Firenze per un'inchiesta della locale direzione distrettuale antimafia, i cui protagonisti ritornano anche nelle carte dell'operazione «Papa»: anche qui, al centro c'è un presunto racket nell'ortofrutta. Il 20 luglio 2020, in primo grado, Carmelo Caminiti viene condannato a 11 anni e due mesi per estorsione; 9 anni anche a Paolo Malara. Secondo la procura fiorentina, i mandanti del racket sarebbero imprenditori bergamaschi. | Bergamo | Maddalena Berbenni, «Mi affacciai, i tir bruciavano e due uomini stavano scappando», Corriere della sera Bergamo, 23 gennaio 2020; Alessandra Loche, «Il rogo dei tir e quella tanica sporca di sangue», L'Eco di Bergamo, 23 gennaio 2020; Armando Di Landro, L'invito in caserma che incastrò gli esecutori materiali del rogo, Corriere della sera Bergamo, 5 febbraio 2020; Armando Di Landro, Un processo simbolo della salita al Nord. Tra indagini e dialetto, Corriere della sera Bergamo, 5 febbraio 2020; La Cassazione sui roghi: «Estorsione, si rivaluti», L'Eco di Bergamo, 5 febbraio 2020; Armando Di Landro, Gli esecutori del rogo e la rete di contatti con le cosche, Corriere della sera Bergamo, 20 febbraio 2020; Alessandra Loche, Roghi ai tir, quei «fiori» (i soldi) non consegnati, L'Eco di Bergamo, 20 febbraio 2020; Armando Di Landro, L'imputato risarcito e la ‘ndrangheta che c'è. Piovono condanne, Corriere della sera Bergamo, 23 giugno 2020; «Estorsione dell'ortofrutta». Due condanne per il racket, L'Eco di Bergamo, 21 luglio 2020; I calabresi dissero che erano della «famiglia», Corriere della sera Bergamo, 1 ottobre 2020. |
2020 | "Legati alla 'ndrangheta": Nembro, nei guai nonno e nipote | Ci sono anche un nonno di 86 anni e il nipote di 26, entrambi residenti a Nembro, tra i destinatari delle misure cautelari che scattano il 26 febbraio 2020 nell'ambito dell'operazione «Eyphemia» della Dda di Reggio Calabria: l'anziano finisce ai domiciliari, il giovane in carcere; oltre 60, in totale, le persone arrestate nel blitz che ha attraversato l'Italia. Nonno e nipote, nati rispettivamente a Messina e a Palmi, sono entrambi accusati di associazione di stampo mafioso e detenzione di armi; secondo gli inquirenti, il nonno – indicato come un affiliato di lungo corso – avrebbe chiesto al boss di un importante clan di poter far entrare il nipote nelle gerarchie della mafia calabrese. | Nembro | Blitz contro le cosche. Nonno e nipote arrestati a Nembro, L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 2020 |
2020 | "'Ndrangheta": mini-sequestro a Torre Boldone | Quote pari al 2% di cinque unità immobiliari in via Martinella a Torre Boldone, tutte di pochi metri quadrati. È quanto viene sequestrato il 3 giugno 2020 ad Alfredo Bordogna, 54enne di Villa d'Almè, accusato di aver fatto da prestanome a un uomo ritenuto legato alla ‘ndrangheta. La misura preventiva scatta su disposizione del tribunale di Roma e su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia: si tratta di una appendice dell'operazione antimafia «Hydra», condotta dalla Guardia di finanza della Roma, che nel 2015 aveva messo ai domiciliari il bergamasco. | Torre Boldone, Villa d'Almè | Giuliana Ubbiali, ‘Ndrangheta, sequestri anche a Torre Boldone, Corriere della sera Bergamo, 4 giugno 2020; ‘Ndrangheta, la Gdf sequestra 5 immobili a Torre Boldone, L'Eco di Bergamo, 4 giugno 2020 |
2020 | Inchiesta della DDA di Reggio Calabria, perquisizioni anche a Bergamo | C'è anche la sede bergamasca della «Savini Slot srl» tra gli uffici toccati dalle perquisizioni della Guardia di finanza di Reggio Calabria, il 2 settembre 2020, nell'ambito dell'operazione che porta al sequestro di 9 milioni di euro al «Gruppo Sapone», azienda attiva nei videopoker: per gli inquirenti, il gruppo sarebbe legato a un clan calabrese. | Bergamo | Le slot e la cosca: scatta il blitz, Corriere della sera Bergamo, 3 settembre 2020 |
2020 | Il concessionario "fantasma" e i fratelli della sparatoria | Ci sono anche sei rom bergamaschi, compresi due fratelli della famiglia Horvat già coinvolti nell'inchiesta sulla sparatoria di Trescore dell'8 agosto 2017, tra i destinatari delle misure cautelari eseguite il 14 gennaio 2020 dalla polizia di Stato nell'ambito di un'inchiesta della procura di Brescia su un concessionario “fantasma” e falsi annunci relativi ad automobili anche di lusso: una truffa da 230mila euro secondo gli investigatori, con una quindicina di vittime. | Trescore Balneario | Fabio Conti, Auto pagate, salone sparito. Truffa da 230mila euro, L'Eco di Bergamo, 15 gennaio 2020; Truffa delle auto sparite. Altri guai per i fratelli Horvat, Corriere della sera Bergamo, 15 gennaio 2020 |
2020 | Sparatoria di Trescore, l'appello | 5 anni e 5 mesi per Giorgio Nicolini, 4 anni per la moglie Angelica, 3 anni per il figlio Elvis, 2 anni (pena sospesa) per l'altro figlio Kevin. Sono le condanne che arrivano in “concordato”, una sorta di patteggiamento di secondo grado, il 15 gennaio 2020 nell'ambito del processo di appello per uno dei filoni giudiziari legati alla sparatoria dell'8 agosto 2017 tra famiglie rom della Bergamasca. Secondo i legali dei Nicolini, non sarebbero stati loro a “volere” la sparatoria, ma gli Horvat. | Trescore Balneario | Sparatoria in piazza, i Nicolini patteggiano 14 anni in appello, L'Eco di Bergamo, 16 gennaio 2020; La sparatoria di Trescore: Nicolini, pena dimezzata, Corriere della sera Bergamo, 16 gennaio 2020 |
2020 | Treviglio, maxi rissa tra famiglie rom | Un inseguimento e poi la rissa, a colpi di spranghe e tirapugni. È quanto avviene il 16 settembre 2020 a Treviglio: a “confrontarsi” in mezzo alla strada, di fronte all'ex Baslini, sono in totale una quarantina di uomini appartenenti a diverse famiglie rom, per questioni “sentimentali”; quattro persone sono state arrestate per rissa, due denunciate a piede libero. | Treviglio | Pietro Tosca, Inseguimento e rissa. Scontro tra clan rom, Corriere della sera Bergamo, 17 settembre 2020 |
2020 | Sparatoria di Trescore, condannata anche l'altra fazione | Un secondo pezzo del puzzle. Il 28 ottobre 2020 arrivano le condanne in primo grado anche per l'altra fazione coinvolta nella sparatoria di Trescore: 5 anni per Principe Horvat, 3 anni e 6 mesi a testa per Desiderio e Fardi Horvat e per Maurizio Pittalis, accusati di tentato omicidio. Le difese avevano chiesto l'assoluzione, sostenendo che non ci fosse alcuna volontà di uccidere; la procura, invece, aveva chiesto 10 anni. | Trescore Balneario | Armando Di Landro, Spari da 85 metri: «Gli Horvat non volevano uccidere nessuno», Corriere della sera, 23 luglio 2020; Maddalena Berbenni, Condannati anche gli Horvat per il Far West nel piazzale, Corriere della sera Bergamo, 29 ottobre 2020 |
2020 | Bonate Sopra, 34 kg di hashish | L'operazione è partita da Milano e ha cercato di ricostruire una filiera internazionale della droga. All'interno di una più ampia indagine, il 19 febbraio 2020 la squadra mobile della questura di Milano effettua un blitz anche a Bonate Sotto: ci arrivano arrestando un 34enne di Segrate, noto esponente della tifoseria organizzata dell'Inter, nella cui auto vengono inizialmente sequestrati 12 kg di hashish; sono poi perquisite le abitazioni nelle sue disponibilità, e i poliziotti rinvengono prima un kg di hashish a Segrate e poi 34 kg di marijuana in un appartamento a Bonate Sopra. | Bonate Sopra, Bonate Sotto | Luca Testoni, Preso con 34 chili di marijuana nascosti in casa, L'Eco di Bergamo, 28 febbraio 2020 |
2020 | "Mai una gioia", condanne e assoluzioni | Tredici condanne per trent'anni di carcere. È il bilancio con cui si chiude, il 20 febbraio 2020 in primo grado, l'inchiesta «Mai una gioia», condotta dalla squadra mobile della questura di Bergamo su un ramificato giro di spaccio di droga, tra il mondo della movida e gli ambienti ultras. Nove le assoluzioni; l'accusa aveva chiesto pene per cinquant'anni. | Bergamo | Inchiesta droga, movida e ultrà. Condannati in 13, assolti in nove, L'Eco di Bergamo, 21 febbraio 2020; Giuliana Ubbiali, Droga tra movida e tifo. Tredici condanne per 30 anni di carcere, Corriere della sera Bergamo, 21 febbraio 2020 |
2020 | Calcio, sequestrati 10 kg di coca | Sul mercato, quella droga avrebbe fruttato tre milioni di euro. Il 23 febbraio 2020 a Calcio i carabinieri sequestrano oltre dieci chili di cocaina: quattro chili erano occultati in una Citroen C4 con uno scompartimento nascosto, altri 6,5 kg erano stoccati su un tir. Nel blitz, avvenuto in uno spiazzo a lato di una strada provinciale, vengono arrestati tre cittadini albanesi, due domiciliati in Abruzzo e uno residente nel Vicentino. | Calcio | Fabio Conti, Cocaina nell'auto: trucco alla Diabolik. Sequestrati 10 chili, valgono 3 milioni, L'Eco di Bergamo, 25 febbraio 2020 |
2020 | Una raffineria a Fontanella: oltre 10 kg di eroina | Una raffineria di eroina tra le mura di un appartamento. La scoprono il 26 febbraio 2020 a Fontanella gli uomini della squadra mobile della questura di Milano, nell'ambito delle indagini sulla piazza di spaccio del Parco delle Groane, tra il capoluogo milanese e la Brianza. Nella località della Bassa bergamasca, in via dei Donatori di Organi, il blitz delle forze dell'ordine scatta dopo un'attività di pedinamento che li ha portati fin lì: vengono sequestrati dieci chili di eroina e uno di cocaina, oltre a cinque chili di sostanza da taglio; in manette finiscono tre albanesi incensurati. | Fontanella | Luca Testoni, Nascosti nel trolley 11 chili di droga. Blitz nella raffineria, L'Eco di Bergamo, 1 marzo 2020 |
2020 | Il garage pieno di droga e la condanna per il narcos bergamasco | Nel 2008, in un garage di via Rosolino Pilo a Valtesse, in città, i carabinieri di Villa d'Almè avevano trovato più di 900 chili di hashish. Per quella vicenda, nel marzo 2020 diventa definitiva la condanna a sei anni e otto mesi nei confronti di Pasquale Claudio Locatelli, notissimo narcotrafficante originario di Almenno San Bartolomeo. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso di Locatelli. | Almenno San Bartolomeo, Valtesse | Mille chili di hashish nel box. Definitivi i sei anni al narcos, L'Eco di Bergamo, 11 marzo 2020 |
2020 | Dalmine, un blitz "ricco" | È di 150 mila euro in contanti e di tre chili di droga – tra cocaina ed eroina – il bilancio del blitz condotto dalla polizia locale di Dalmine l'8 giugno 2020, in una palazzina di Sforzatica. La donna che viveva nell'appartamento viene arrestata. | Sforzatica | Gloria Vitali, Tre chili di droga e 150 mila euro nascosti in una botola del garage, L'Eco di Bergamo, 11 giugno 2020 |
2020 | Quel traffico di droga "sarda" gestito da Bergamo | Si sviluppa anche sull'asse Cagliari-Bergamo l'operazione dei carabinieri del Ros che si conclude il 7 luglio 2020, per un totale di 33 ordinanze di custodia cautelare, che smantella un vasto traffico di droga. Tra gli arrestati c'è Umberto Sanna, 71enne sardo residente a Villa di Serio, che secondo l'accusa teneva i contatti con la criminalità albanese e calabrese per far giungere in Sardegna circa 7 chili di droga al mese; un traffico che sarebbe stato reso possibile dal ruolo di una coppia di corrieri bergamaschi (L'uomo è finito in carcere, la donna ai domiciliari) che usavano – stando alla ricostruzione dei carabinieri – i figli minori per simulare vacanze in Sardegna. | Villa di Serio | Traffico di droga Bergamo-Sardegna. I corrieri con i figli fingevano le vacanze, L'Eco di Bergamo, 8 luglio 2020; Fabio Paravisi, Il traffico da Bergamo: «Per la Sardegna 7 chili di coca al mese», Corriere della sera Bergamo, 8 luglio 2020 |
2020 | Castel Rozzone, 11 kg di coca in auto | Nel sottofondo del bagagliaio della sua auto c'erano 11 chili di cocaina: è quanto scoprono il 27 luglio 2020 i militari della Guardia di finanza di Brescia, supportati dai colleghi di Treviglio, quando intercettano la vettura di un 47enne albanese a Castel Rozzone. Il sospetto è che dietro quel carico di droga, gestito da un semplice corriere, ci sia un “giro” più ramificato. | Castel Rozzone | Nascosti nel bagagliaio 11 chili di cocaina: arrestato, L'Eco di Bergamo, 30 luglio 2020 |
2020 | Blitz a Gorle, 2 kg di coca | Due chili di cocaina, per un valore di 100 mila euro: è il bilancio dell'operazione della Digos di Bergamo che si conclude il 20 agosto 2020 a Gorle, e che porta anche a due arresti. | Gorle | Katiuscia Manenti, Cocaina per 100 mila euro in casa. Gorle, la Digos arresta due persone, L'Eco di Bergamo, 22 agosto 2020 |
2020 | La droga nella casa di un "insospettabile" | Incensurato e insospettabile, eppure l'11 settembre 2020 i carabinieri di Villa d'Almè arrivano a lui, in una villetta di Sorisole, e trovano 50 chili di marijuana: è per questo motivo che finisce in manette un geometra 29enne lì residente. «La droga non era mia», si difende in tribunale in direttissima L'uomo, senza però fornire troppi dettagli. | Sorisole | Maddalena Berbenni, Il geometra alle dipendenze dei pusher: 50 chili di droga, Corriere della sera Bergamo, 13 settembre 2020 |
2020 | Casirate, 30 kg di hashish nel garage | Cercavano un pesce piccolo, ne hanno trovato uno più grosso. Il 15 settembre 2020 i carabinieri di Treviglio effettuano una perquisizione a Casirate d'Adda nei confronti di un 45enne che tenevano d'occhio, rinvenendo 90 grammi di hashish. I militari provano però ad allargare il raggio delle perquisizioni nello stesso condominio, e passando al setaccio un altro box scoprono 30 chili di hashish suddivisi in 60 panetti: viene arrestato il proprietario del garage, un 63enne di origini campane incensurato. | Casirate d'Adda | In casa 90 grammi di hashish, denunciato. Ma il vicino ha 30 chili nel box: arrestato, L'Eco di Bergamo, 17 settembre 2020 |
2020 | Inchiesta internazionale, arresti anche in bergamasca | Olanda, Belgio e la Bergamasca. È ampia l'operazione conclusa il 15 settembre 2020 dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, col supporto dei carabinieri delle compagnie di Clusone e Breno, su un giro di droga che spostava 10-15 chili di cocaina ogni due-tre settimane dal Belgio e dall'Olanda verso il Bresciano e il Nord Italia; tra le 13 persone arrestate, ci sono anche tre albanesi residenti in Bergamasca a Ponte San Pietro, Sarnico e nel capoluogo. | Ponte San Pietro, Sarnico, Bergamo | Giuseppe Arrighetti, Cocaina da Olanda e Belgio. Maxi operazione, 13 in manette, L'Eco di Bergamo, 17 settembre 2020 |
2020 | Bonate Sotto, in auto con 7 chili di hashish | Sono sette i chili di hashish “intercettati” dai carabinieri del nucleo radiomobile di Bergamo la sera del 21 settembre 2020 durante un controllo in via Papa Giovanni XXIII a Bonate Sotto, quando fermano un'auto guidata da un 32enne marocchino domiciliato a Dalmine: L'uomo finisce in manette. | Dalmine, Bonate Sotto | Bloccato: in auto 7 chili di hashish. Arrestato 32enne, L'Eco di Bergamo, 23 settembre 2020; Sei chili di hashish in auto. Uno arrestato, l'altro è in fuga, Corriere della sera Brescia, 23 settembre 2020 |
2020 | Tra Bergamo e Milano, grosso carico di eroina | È residente a Bergamo il 48enne albanese incensurato finito in manette il 25 settembre 2020 a Milano, in zona City Life: in un appartamento nelle sue disponibilità in via Sardegna, la squadra mobile della questura meneghina ha rinvenuto 21 chili di eroina. | Bergamo | Luca Testoni, In un appartamento 21 chili di eroina. Operaio arrestato, L'Eco di Bergamo, 28 settembre 2020 |
2020 | Treviglio, 6 kg di eroina | Dovevano notificargli gli arresti domiciliari, finisce in altri guai per droga. Il 2 ottobre 2020 gli agenti della squadra mobile della questura di Milano si presentano a casa di un 43enne albanese residente a Treviglio, in via Cellini: perquisendo la cantina dell'uomo, rinvengono oltre 6 chili di eroina. | Treviglio | Va arrestato, a casa altri 6 chili di eroina, Corriere della sera Bergamo, 3 ottobre 2020 |
2020 | "Pay to live", sequestrate 19 auto a un imprenditore | Un vero e proprio parco auto: il 29 gennaio 2020, la Guardia di finanza di Bergamo esegue un sequestro preventivo ai fini di confisca nei confronti di un imprenditore di Ponteranica coinvolto l'anno precedente nell'operazione «Pay to live», vicenda di recupero crediti sfociata anche nella violenza; le Fiamme gialle mettono così i sigilli a 19 auto, alcune di lusso. | Ponteranica | Auto di lusso in nero e botte ai debitori. Confiscati 19 bolidi a un imprenditore, L'Eco di Bergamo, 30 gennaio 2020 |
2020 | Banda delle estorsioni, condannato il "capo" | È una pena pesante, 11 anni di reclusione, quella a cui viene condannato in primo grado Rocco Di Lorenzo, 61enne casertano residente ad Albano Sant'Alessandro, il 28 luglio 2020 di fronte al tribunale di Bergamo. È l'esito iniziale del processo sulla banda di estorsori di cui Di Lorenzo – secondo le ricostruzioni dell'accusa che trovano accoglimento di fronte ai giudici – era il capo: 17 i capi d'imputazione per cui è stato condannato il campano, per fatti riferiti al 2016-2017. Durante la requisitoria, il pm Emanuele Marchisio aveva parlato di «soggetti con un pedigree criminale poco invidiabile», che agivano «con una metodologia di tipo para-mafioso». l'accusa, tra l'altro, aveva chiesto la condanna a 9 anni per Di Lorenzo: il collegio presieduto da Giovanni Petillo ha scelto una condanna ancora più pesante. | Albano Sant'Alessandro | Maddalena Berbenni, «Meglio i calabresi dei campani. La violenza per il recupero crediti», Corriere della sera Bergamo, 30 gennaio 2020; Maddalena Berbenni, «Minacce e intimidazioni. Così Rocco e la sua banda estorcevano il denaro», Corriere della sera Bergamo, 30 gennaio 2020; Maddalena Berbenni, «Minacce asfissianti, obbligato a denunciare», Corriere della sera Bergamo, 7 febbraio 2020; Maddalena Berbenni, «Le vittime selezionate e i metodi para mafiosi». Il pm: 9 anni a Di Lorenzo, Corriere della sera Bergamo, 8 luglio 2020; «Sono estorsioni para mafiose. 9 anni al capo dell'associazione», L'Eco di Bergamo, 8 luglio 2020; Maddalena Berbenni, Banda delle estorsioni. Condannato anche il capo, Corriere della sera Bergamo, 29 luglio 2020; Simone Pesce, «Estorsioni grazie a crediti inventati: 11 anni al presunto capo, 7 al complice», L'Eco di Bergamo, 29 luglio 2020 |
2020 | "Pay to live", le prime condanne | Otto anni a testa, con rito abbreviato. Sono le condanne che maturano il 4 novembre 2020 per i fratelli Paolo e Francesco Romano, calabresi di Briatico ma attivi nella Bergamasca, arrestati nel 2019 nell'ambito dell'inchiesta «Pay to live» della procura di Bergamo, volta a sgominare un giro di recupero crediti; estorsione, tentata estorsione, sequestro di persona, violenza privata, lesioni aggravate e rapina le accuse nei confronti dei Romano, tra l'altro nipoti di quel Pino Romano ritenuto da tempo riferimento della criminalità organizzata calabrese in Bergamasca. | Provincia di Bergamo | Armando Di Landro, «Ti faccio saltare in aria». Otto anni ai nipoti del boss, Corriere della sera Bergamo, 5 novembre 2020 |
2020 | Permessi di soggiorno pilotati, condanne pesanti | Otto anni, con rito abbreviato: è la condanna che giunge l'11 giugno 2020 in primo grado per Leandra Arnaldo Pavorè, imprenditrice bergamasca al centro dell'inchiesta su un giro di pratiche illecite legate all'ottenimento di permessi di soggiorno, grazie ad agganci all'interno della macchina della pubblica amministrazione; cinque anni a un impiegato amministrativo della questura, sei anni a un agente della polizia locale di Bergamo, quattro anni a un altro agente, quattro anni e due mesi al comandante della polizia locale di Orio al Serio. Ha patteggiato due anni, con sospensione della pena, Saverio De Vuono, segretario comunale di Orio, già coinvolto nell'inchiesta su Foppolo. Il 2 luglio 2020 viene invece assolto «perché il fatto non sussiste» un impiegato comunale all'epoca dei fatti in servizio ad Albano Sant'Alessandro, la cui posizione era stata stralciata. | Orio al Serio, Foppolo, Bergamo | Permessi a cinesi, 9 condanne. Otto anni alla titolare di agenzia, L'Eco di Bergamo, 12 giugno 2020; Mazzette sui permessi ai cinesi. Assolto l'impiegato comunale, Corriere della sera Bergamo, 3 luglio 2020 |
2020 | Inchiesta-carcere, gli sviluppi | Si è chiusa ad agosto 2020 la fase preliminare dell'inchiesta che aveva travolto l'ex direttore del carcere di Bergamo Antonino Porcino. Una ventina le persone per cui la procura ha valutato la richiesta di rinvio a giudizio, con un ruolo chiave appunto per Porcino; tra le accuse, si contestavano i reati di corruzione per alcuni appalti “sospetti” per la gestione di distributori automatici (accusa poi derubricata in induzione indebita), truffa, violenza sessuale, peculato, appropriazione indebita. È stata archiviata la posizione di Lara Magoni, assessore regionale al Turismo, accusata inizialmente di corruzione elettorale con l'allora dirigente medico del carcere: non s'è riscontrato alcun elemento concreto a supporto di quest'ipotesi investigativa. | Bergamo | Stefano Serpellini, Mazzette in carcere, chiusa l'indagine. Porcino verso la richiesta di processo, L'Eco di Bergamo, 18 agosto 2020 |
2020 | Inchiesta fiera: sequestri e sviluppi | Sei indagati. È con questo “bilancio” che a novembre 2020 la procura di Bergamo chiude l'indagine sugli ex vertici della Fiera di Bergamo, per le presunte irregolarità nella gestione dell'ente tra 2006 e 2019, con una spartizione di circa 900 mila euro ipotizzata dai pm. L'indagato principale è Stefano Cristini, ex direttore di Promoberg, accusato di peculato; a Cristini nel settembre 2020 era stato sequestrato oltre mezzo milione di euro, frutto secondo l'accusa dei “magheggi” legati alla conduzione societaria. Archiviate le posizioni di Ivan Rodeschini, ex presidente del cda di Promoberg, e di Gianfranco Ceruti, membro del collegio sindacale di Promoberg. «L'indagine della magistratura ha restituito la verità, vale a dir la correttezza e l'assoluta estraneità del mio assistito rispetto ai fatti e alle condotte contestate», commenta l'avvocato di Rodeschini. Nessun commento da parte dei legali di Cristini. | Bergamo | Maddalena Berbenni, Conti sequestrati per Cristini: «Così gli portavo i contanti», Corriere della sera Bergamo, 30 settembre 2020; Fiera, all'ex direttore sequestrato oltre mezzo milione di euro, L'Eco di Bergamo, 30 settembre 2020; Maddalena Berbenni, L'imprenditore «evasore» su Cristini: mi pagava solo se era di buonumore, Corriere della sera Bergamo, 2 ottobre 2020; Maddalena Berbenni, Fiera, chiusi i conti sugli intrallazzi, Corriere della sera Bergamo, 14 novembre 2020; Rodeschini e Ceruti fuori dall'inchiesta, L'Eco di Bergamo, 14 novembre 2020 |
2020 | Foppolo, una saga infinita | È una vicenda ancora ampia e in divenire, quella legata alla mala amministrazione di Foppolo e dintorni. Dopo le inchieste e le prime condanne, anche il 2020 è una sequela di avvenimenti che riflettono quanto accaduto negli anni precedenti. Il 24 gennaio 2020 la procura di Bergamo chiede il processo per Enrico Piccinelli, ex senatore ed ex assessore provinciale, accusato di corruzione nell'ambito di un presunto “aggiustamento” del Pgt di Foppolo; l'ex politico si è sempre dichiarato innocente. Il 27 maggio 2020 vengono depositate le motivazioni della sentenza di primo grado (con rito abbreviato) che aveva visto la condanna – tra gli altri – dell'ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera (10 anni e 6 mesi) e dell'ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo (8 anni): secondo i giudici, è emerso «un quadro di malaffare che portava gli amministratori a spartirsi denari frutto della corruzione generalizzata». È però caduta l'associazione per delinquere, perché «talvolta gli imputati sono coinvolti non da un accordo continuativo per una serie indeterminata di reati, ma ciascuno di essi anche solo per un delitto». Il 10 novembre, nell'ambito del filone sulla presunta tangente sul Pgt, diversi “protagonisti” avanzano richiesta di patteggiamento: due anni e quattro mesi la proposta di Giuseppe Berera, due anni quella di Santo Cattaneo, tre anni quella dei fratelli Boccolini che si erano definiti intermediari dell'operazione; hanno chiesto invece il giudizio abbreviato quattro imprenditori, che si professano innocenti. Il 1° dicembre si apre lo stralcio del processo per bancarotta fraudolenta che vede imputati, tra gli altri, l'imprenditore Sergio Lima e l'ex sindaco di Carona Giovanni Bianchi. Intanto, le sorti del comune brembano rimangono complicate da un punto di vista finanziario: a metà 2020 restano da risanare – nel piano di rientro finanziario – 5,3 milioni di euro, di cui 4,5 derivanti dalla Brembo Super Ski, la società partecipata al centro degli illeciti contestati a Berera & Co; a luglio, il comune dichiara il dissesto finanziario. | Foppolo, Carona, Valleve | «Maxi tangente per Foppolo». Chiesto il processo per Piccinelli, Corriere della sera Bergamo, 25 gennaio 2020; «Tangente per approvare il Pgt»: 14 luglio via al processo, L'Eco di Bergamo, 25 gennaio 2020; Giovanni Ghisalberti, Comune di Foppolo verso il dissesto: «Debiti insanabili», L'Eco di Bergamo, 20 maggio 2020; Simone Pesce, «Intorno a Brembo Ski sistema di corruzione generalizzata», L'Eco di Bergamo, 28 maggio 2020; Maddalena Berbenni, Foppolo, debiti e garbugli. Il sindaco chiede il dissesto, Corriere della sera Bergamo, 1 luglio 2020; Giovanni Ghisalberti, Foppolo, il Consiglio vota per il dissesto. Seggiovie: trovato il gestore per l'estate, L'Eco di Bergamo, 6 luglio 2020; Giovanni Ghisalberti, Foppolo: debiti oltre 6 milioni, dissesto, L'Eco di Bergamo, 18 luglio 2020; Maddalena Berbenni, I debiti, il rebus seggiovie e la telecabina al pascolo. L'era del dissesto a Foppolo, Corriere della sera Bergamo, 6 agosto 2020; Maddalena Berbenni, Impianti e piazzale alberghi. Foppolo, l'opposizione incalza, Corriere della sera Bergamo, 7 agosto 2020; Giovanni Ghisalberti, Senza commissario Foppolo resta al palo, L'Eco di Bergamo, 17 settembre 2020; Maddalena Berbenni, Foppolo, c'è il dissesto. E le seggiovie verso un altro giro a vuoto, Corriere della sera Bergamo, 18 settembre 2020; Giovanni Ghisalberti, Debiti, arrivato a Foppolo il curatore straordinario, L'Eco di Bergamo, 29 ottobre 2020; Maddalena Berbenni, Foppolo e la maxi tangente sul Pgt: Piccinelli pronto anche al processo, Corriere della sera Bergamo, 11 novembre 2020; Stefano Serpellini, Presunta tangente per il Pgt. Gli ex sindaci: patteggiamo, L'Eco di Bergamo, 11 novembre 2020; Maddalena Berbenni, Dai Cda segreti ai nuovi falsi. Il caso Foppolo torna in aula, Corriere della sera Bergamo, 2 dicembre 2020; Brembo Ski, al via il processo per l'ex sindaco di Carona, L'Eco di Bergamo, 2 dicembre 2020 |
2020 | Crac Maxwork, "un accordo criminale" | Un «accordo criminale per dividersi le risorse in denaro sottratte dalle casse della società fallita». È quanto scrive la Cassazione, nelle motivazioni della sentenza definitiva – depositate il 30 gennaio 2020 – che conferma in via definitiva le sei condanne per i principali imputati del crac della Maxwork, società di lavoro interinale con sede a Bergamo, fallita nel 2015 con debiti per decine di milioni di euro; bancarotta fraudolenta, reati fiscali, falso in atto pubblico, truffa all'Inps e induzione alla corruzione le accuse passate in giudicato. | Bergamo | Caso Maxwork, «Strategica volontà di portarla al fallimento», L'Eco di Bergamo, 31 gennaio 2020; Giuliana Ubbiali, Il crac di Maxwork: «Accordo criminale per spartirsi il denaro sottratto dalle casse», Corriere della sera Bergamo, 31 gennaio 2020 |
2020 | "Evasione per un milione": imprenditrice ai domiciliari | Una presunta evasione dell'Iva per 1,1 milioni di euro, nell'anno fiscale 2014-2015, quando era alla guida di una importante azienda edile, la Bergamo Scavi, poi fallita. Con questa accusa, il 14 febbraio 2020 finisce ai domiciliari una 71enne di Villongo; sulla donna, tra l'altro, risultava anche una condanna definitiva per violazione delle norme sull'attività di gestione dei rifiuti. I legali hanno chiesto la revoca dei domiciliari. Il nome della Bergamo Scavi, inoltre, spuntava nelle carte dell'operazione «Infinito» perché su di essa aveva messo gli occhi il racket della ‘ndrangheta. | Villongo | «Evasa Iva per 1 milione». Arrestata imprenditrice, L'Eco di Bergamo, 15 febbraio 2020; «Ha evaso l'Iva per 1,1 milioni». La difesa: revoca dei domiciliari, L'Eco di Bergamo, 18 febbraio 2020 |
2020 | "Evasione continua", otto bergamaschi nei guai | «Evasione continua». È il nome dell'ampia operazione della Guardia di finanza di Brescia che il 18 febbraio 2020 porta a 22 misure di custodia cautelare in tutta Italia, di cui due in Bergamasca (dove risiedono anche sei indagati a piede libero); 85 in tutto gli indagati, compresi imprenditori, commercialisti e avvocati. L'inchiesta ha ricostruito una complessa evasione fiscale da 80 milioni, con fatture false per 500 milioni di euro; le accuse contemplano anche l'associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio. «Siamo davanti a una vera e propria officina dell'evasione», le parole dei pm bresciani. | Provincia di Bergamo | Fatture false, due arrestati e 6 indagati, L'Eco di Bergamo, 19 febbraio 2020 |
2020 | Evasione da 8 milioni, arresti e sequestri | Ammonta a 8 milioni di euro, secondo l'accusa, l'evasione fiscale messa in piedi dai titolari di un'impresa edile di Telgate: con questa accusa il 30 aprile 2020 finisce in carcere un bresciano di 66 anni e ai domiciliari un bresciano di 61 anni, mentre un albanese 49enne, destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, risulta irreperibile. Secondo la Guardia di finanza di Sarnico, l'azienda sarebbe stata avviata nel 2017 proprio con lo scopo di mettere a segno un'ingente evasione, poi liquidata due anni dopo. Scatta anche il sequestro di beni per 2,3 milioni di euro, compresi 11 immobili. | Telgate, Sarnico | Evasione da 8 milioni. Due arrestati. Sequestrate 11 case, Corriere della sera Bergamo, 1 maggio 2020 |
2020 | Evasione fiscale, tre indagati e sigilli a 14 appartamenti | Fatture per operazioni inesistenti per oltre un milione di euro, a partire dal 2013. È quanto sostiene la Guardia di finanza di Treviglio all'interno di un'indagine – portata alla luce il 1° giugno 2020 – su una società immobiliare con sede a Romano di Lombardia; finiscono indagati un uomo e due donne, ritenuti al vertice della società e accusati a vario titolo di omessa presentazione di dichiarazione, dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture false. Sono scattati anche sequestri per un valore di 800 mila euro, compresi 14 appartamenti in un palazzo di nuova costruzione a Cividate al Piano. | Cividate al Piano, Romano di Lombardia | «Fatture false per un milione di euro». Sequestrato un palazzo a Cividate, L'Eco di Bergamo, 2 giugno 2020 |
2020 | Fatture false per oltre 1,5 milioni di euro: inchiesta a Leffe | Un arrestato e altri tre indagati a piede libero. È il bilancio di un'operazione della Guardia di finanza di Clusone conclusa il 21 luglio 2020: nei guai finiscono quattro persone di nazionalità cinese, in particolare un imprenditore tessile 57enne (ai domiciliari), residente a Leffe, e i suoi prestanome. Secondo le Fiamme gialle, l'imprenditore aveva dato vita a un giro di fatture false per oltre un milione e mezzo di euro. | Leffe | Luca Cuni, Biancheria e fatture false per 1,7 milioni. Un arresto e 3 denunce per frode fiscale, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2020 |
2020 | Tra Cecina e Bergamo, maxi frode fiscale | Parte dalla Toscana ma arriva sino a Bergamo l'operazione «Confusion» della Guardia di finanza di Cecina che il 17 settembre 2020 porta a 22 indagati per un sistema di fatture false, operazioni inesistenti e crediti illegittimi per 93 milioni, in grado di fruttare un'evasione dell'Iva per 16 milioni di euro: 7 indagati vivono in Bergamasca, compreso il presunto ideatore del sistema, un 42enne di origini toscane ma domiciliato in città; le accuse spaziano dalle dichiarazioni fraudolente al riciclaggio. Scattano anche sequestri per 6,3 milioni di euro. | Bergamo | Evasi 16 milioni di Iva: 7 indagati in Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 18 settembre 2020 |
2020 | Il "collezionista" e la voluntary disclosure: rinvio a giudizio | L'accusa è di false dichiarazioni nella relazione di accompagnamento alla voluntary disclosure: il 15 ottobre 2020 viene rinviato a giudizio Gianfranco Cerea, manager 57enne di Bergamo, coinvolto in un'inchiesta della procura di Bergamo con proiezioni internazionali. Secondo l'accusa, infatti, Cerea avrebbe aderito alla voluntary disclosure – la procedura di autodenuncia per la regolarizzazione dei patrimoni all'estero – in maniera strumentale, cioè presentandola quattro giorni dopo una verifica fiscale della Guardia di finanza: avrebbe così cercato di “scudare” un patrimonio di opere d'arte, sostenendo di detenerlo in qualità di collezionista e non di commerciante d'arte, così da evadere due milioni di euro. Cerea, che respinge le accuse, era stato posto ai domiciliari nell'ottobre 2018: la Cassazione, pronunciandosi sulle misure cautelari, aveva però poi annullato l'ordinanza e ritenuto insussistente l'accusa di riciclaggio; successivamente, il tribunale del riesame aveva disposto per Cerea solo il sequestro di beni “liquidi”, non delle opere d'arte detenute dal manager. | Bergamo | Per il mercante d'arte ora sequestro di 2 milioni, Corriere della sera Bergamo, 3 gennaio 2020; Cerea, salvo il Bacio di Hayez. Ma da «congelare» due milioni, L'Eco di Bergamo, 3 gennaio 2020; «Falsità nella voluntary». Cerea andrà a processo, L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 2020; Il manager collezionista. La cassazione conferma il sequestro di due milioni, Corriere della sera Bergamo, 9 ottobre 2020; «Falsa voluntary»: Cassazione boccia il ricorso di Cerea, L'Eco di Bergamo, 9 ottobre 2020; «Falsa voluntary per evadere due milioni»: manager a giudizio, L'Eco di Bergamo, 16 ottobre 2020 |
2020 | "Evasione": confiscato un appartamento a Calcio | C'è anche un appartamento a Calcio, dal valore di circa 100 mila euro, tra i beni confiscati il 18 novembre 2020 dalla Guardia di finanza di Pesaro a un cittadino romeno attivo come imprenditore edile nella città marchigiana – ma domiciliato appunto a Calcio – e ritenuto responsabile di un'evasione fiscale da oltre due milioni di euro. L'uomo è stato anche condannato a due anni. | Calcio | Calcio, evasore condannato a 2 anni. Confiscata la casa, L'Eco di Bergamo, 19 novembre 2020 |
2020 | "Manodopera a bassissimo costo", 8 milioni sequestrati | «Manodopera a bassissimo costo, di fatto in nero», e con numeri importanti. È il cuore di un'inchiesta condotta dalla procura di Bergamo e dalla Guardia di finanza di Treviglio che nel dicembre 2020 porta a sequestri per 8 milioni di euro. Gli indagati sono 79, le società coinvolte oltre una sessantina: secondo l'accusa, era stato messo in piedi un giro di contratti di subappalto stipulati tramite “cartiere” che non versavano i contributi ai lavoratori, con compensazioni basate su fittizi crediti di imposta. Le indagini riguardano episodi consumati tra 2012 e 2017, con un giro di fatture false per oltre 33 milioni di euro. | Provincia di Bergamo | Stefano Serpellini, Offrivano manovalanza «in nero». Sequestri per 8 milioni, 79 indagati, L'Eco di Bergamo, 11 dicembre 2020. |
2020 | Rogo alla Valcart, fascicolo alla DDA | C'è la lente della Direzione distrettuale antimafia di Brescia sul rogo alla Valcart, azienda di recupero di rifiuti a Rogno. A gennaio 2020, infatti, emerge la notizia che il fascicolo sull'incendio è passato nelle mani dei pm specializzati in indagini sulla criminalità organizzata. Le telecamere dell'azienda, la sera del rogo, avvenuto il 21 aprile 2021, avevano immortalato due persone in fuga: la pista del dolo è al vaglio degli inquirenti, che vogliono approfondire eventuali interessi della ‘ndrangheta; quella notte bruciarono più di mille tonnellate di materiale. | Rogno | Giuliana Ubbiali, L'ombra dei calabresi. Sull'incendio doloso ora indaga l'antimafia, Corriere della sera Bergamo, 14 gennaio 2020 |
2020 | Deposito di rifiuti a Fornovo, verso il processo | Deposito incontrollato di rifiuti. Per questo motivo, il 18 marzo 2020 la procura di Bergamo dispone il processo per citazione diretta nei confronti delle due persone indagate per quanto avvenuto nei capannoni della «C2F» di Fornovo San Giovanni, dove era stata rinvenuta una rilevante quantità di rifiuti – chimici e speciali – al di fuori di quanto prescritto dalla normativa. I rifiuti, tuttavia, sono rimasti ancora lì. | Fornovo San Giovanni | Patrik Pozzi, Scarti pericolosi, due a giudizio. E i rifiuti sono ancora all'ex ditta, L'Eco di Bergamo, 19 marzo 2020 |
2020 | Rifiuti verso l'Africa, un indagato a Calusco | C'è anche un nordafricano residente a Calusco d'Adda tra i sedici indagati dell'operazione «Spedizioni pericolose» conclusa l'11 giugno 2020 dalla Guardia di finanza di Genova: al centro, un traffico di 130 tonnellate di rifiuti pericolosi, raccolti da aziende committenti per risparmiare sui costi di smaltimento e pronti a essere spediti in Africa, dove sarebbero stati stoccati al di fuori delle regole. | Calusco d'Adda | Rifiuti da smaltire in Africa: denunciato anche in Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 12 giugno 2020 |
2020 | Rifiuti e trasporti, le lenti della magistratura sul bergamasco | L'inchiesta è ampia, a più puntate. Il 2 luglio 2020 c'è anche un 56enne autotrasportatore di Pagazzano tra i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) nell'ambito di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano su un traffico illecito di rifiuti; in totale, 14 le persone destinatarie di misure cautelari per accuse che vanno dalla frode fiscale all'associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Il bergamasco, secondo l'accusa, avrebbe contribuito alla movimentazione dei rifiuti; era già stato arrestato con accuse analoghe nel giugno 2019 e per questo primo filone viene condannato a due anni, con rito abbreviato, il 15 luglio 2020. | Pagazzano | Luca Testoni, Traffico illecito di rifiuti, 14 arresti dalla Finanza, L'Eco di Bergamo, 3 luglio 2020; Luca Testoni, Traffico illecito di rifiuti. Due anni a trasportatore, L'Eco di Bergamo, 16 luglio 2020 |
2020 | Rifiuti, altri guai per l'autotrasportatore di Pagazzano | L'epicentro dell'inchiesta è tra Como e Varese, ma c'è anche un'appendice bergamasca nell'operazione conclusa dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano che il 20 ottobre 2020 porta a 23 misure cautelari. Al centro, smaltimenti illeciti di rifiuti: ai domiciliari finiscono anche un autotrasportatore di Pagazzano, al terzo arresto in un anno e mezzo nell'ambito di inchieste legate al traffico di rifiuti, e altre due persone residenti a Costa Volpino e a Bergamo; tra gli indagati, ma senza misure cautelari, ci sono anche un 43enne residente in città e un 74enne di Parzanica. | Pagazzano, Bergamo | Armando Di Landro, Traffico illecito di rifiuti. Imprenditore arrestato tre volte in sedici mesi, Corriere della sera Bergamo, 21 ottobre 2020 |
2020 | Racket della prostituzione nella bassa, sei arresti | Sei arresti e un racket svelato. Si conclude l'11 settembre 2020 un'operazione dei carabinieri di Bergamo e Treviglio volta a sgominare un giro di prostituzione nella Bassa: in manette finiscono un albanese e cinque romeni, accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione; la “banda” avrebbe fatto arrivare in Italia giovani donne dall'Est Europa, sfruttandole poi con violenza, minaccia e inganno. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, Infastidiva lucciole. Investito e travolto. Scattano 7 arresti, L'Eco di Bergamo, 12 settembre 2020; Fabio Conti, Ragazze arruolate in patria. A volte i genitori d'accordo, L'Eco di Bergamo, 12 settembre 2020; Maddalena Berbenni, Cliente molesto investito da uno degli sfruttatori. Svelato il racket: 6 in carcere, Corriere della sera Bergamo, 12 settembre 2020 |
2020 | Criminalità ambientale, l'attenzione della DIA per Bergamo | «Unico episodio di sicura rilevanza». Se il fenomeno degli incendi negli impianti di stoccaggio di rifiuti sembra calare, c'è un evento “bergamasco” che accende l'attenzione degli investigatori. È il rogo alla Valcart di Rogno, segnalato anche all'interno della relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia presentata a gennaio 2020. Sono numerose le indagini relative al territorio ricordate all'interno del documento. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, I tentacoli dei clan nella Bergamasca tra affari e incendi, L'Eco di Bergamo, 20 gennaio 2020 |
2020 | "'Ndrangheta, presenza storicamente dimostrata" | «La presenza di cosche di ‘ndrangheta calabrese è storicamente dimostrata da indagini di polizia giudiziaria che hanno messo in evidenza come queste siano impegnate nell'inserirsi in particolare nell'edilizia, nella ristorazione, nella gestione di locali notturni». È un passaggio della relazione del comando provinciale dei carabinieri di Bergamo incluso nel documento che la procura orobica presenta per l'inaugurazione del nuovo anno giudiziario, il 1° febbraio 2020. «Bergamo non è un'isola felice, indubbiamente c'è la presenza della ‘ndrangheta», conferma Maria Cristina Rota, procuratore aggiunto di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, Sequestri per 191 milioni: «Cosche radicate», Corriere della sera Bergamo, 2 febbraio 2020; Vittorio Attanà, «Le nuove mafie, società fornitrici di illeciti servizi», L'Eco di Bergamo, 2 febbraio 2020 |
2020 | Bergamo contro l'evasione | Quasi cinque milioni di euro recuperati in dieci anni. È il risultato ottenuto dal Comune di Bergamo tra 2009 e 2019, secondo i dati dell'Agenzia delle entrate diffusi a febbraio 2020: si tratta del valore più alto pro capite tra i capoluoghi italiani. «Soldi recuperati e riutilizzati per i servizi», sottolinea l'assessore al Bilancio Sergio Gandi. | Bergamo | Benedetta Ravizza, Lotta all'evasione, Bergamo prima in Italia, L'Eco di Bergamo, 5 febbraio 2020; Silvia Seminati, Evasione, quasi 5 milioni accertati in dieci anni, Corriere della sera Bergamo, 5 febbraio 2020 |
2020 | Il nuovo procuratore generale: "Pandemia, occasione allettante per la criminalità" | «La pandemia offre purtroppo delle occasioni allettanti per la criminalità. Le imprese in crisi di liquidità possono diventare facile preda di chi dispone di risorse finanziarie occulte e che quindi ha maggiore facilità a infiltrarle presentandosi come un investitore che non richiede particolari garanzie e quindi quasi sotto le false spoglie di un benefattore. La criminalità, soprattutto quella organizzata, cercherà in tutti i modi di dirottare parte dei consistenti flussi nei propri circuiti illegali. Analogamente accadrà per commesse e appalti». È l'allarme che lancia Guido Rispoli, nuovo procuratore generale di Brescia, in un'intervista pubblicata il 25 aprile 2020, ancora in piena prima ondata Covid. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, «La pandemia una ghiotta occasione per la criminalità e la sua economia», L'Eco di Bergamo, 25 aprile 2020 |
2020 | Prefetture, emesse due interdittive antimafia | A maggio 2020 la prefettura di Bergamo emette due interdittive antimafia: i provvedimenti colpiscono un'azienda attiva nelle bonifiche ambientali e una attiva negli autotrasporti: «L'adozione delle citate interdittive conferma l'innalzamento del livello di attenzione sulla diffusione dei fenomeni criminali che, in questo grave momento emergenziale, possono costituire una minaccia agli equilibri del mercato dei beni e servizi e al rispetto delle ordinarie regole della concorrenza», si legge nella nota di via Tasso. | Provincia di Bergamo | Antimafia e bandi. Prefettura interdice due imprese, L'Eco di Bergamo, 9 maggio 2020 |
2020 | "Non cadere nell'usura", l'appello di Ascom | «La pandemia offre purtroppo delle occasioni allettanti per la criminalità. Le imprese in crisi di liquidità possono diventare facile preda di chi dispone di risorse finanziarie occulte e che quindi ha maggiore facilità a infiltrarle presentandosi come un investitore che non richiede particolari garanzie e quindi quasi sotto le false spoglie di un benefattore. La criminalità, soprattutto quella organizzata, cercherà in tutti i modi di dirottare parte dei consistenti flussi nei propri circuiti illegali. Analogamente accadrà per commesse e appalti». È l'allarme che lancia Guido Rispoli, nuovo procuratore generale di Brescia, in un'intervista pubblicata il 25 aprile 2020, ancora in piena prima ondata Covid. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, L'economia riparte, ma c'è il nodo liquidità: «Non cadete nella trappola degli usurai», L'Eco di Bergamo, 8 maggio 2020 |
2020 | Rifiuti e rischi illeciti, la relazione regionale | 205 pagine, allegati inclusi. È l'ampiezza della relazione conclusiva della commissione d'inchiesta regionale sulla gestione dei rifiuti, presieduta dal consigliere bergamasco Niccolò Carretta, approvata il 26 maggio 2020 all'unanimità dal Pirellone. Una mappatura di quanto avviene in tutta la Lombardia e anche in Bergamasca, con forti rischi di illeciti. Un mix di fattori internazionali (il blocco delle esportazioni di rifiuti soprattutto verso la Cina) e nazionali (lo Sblocca Italia che ha aumentato l'importazione in Lombardia di rifiuti-extra regione, la carenza relazioni istituzionali, dichiarazioni pubbliche, commenti, statistiche di impianti al Sud, l'aumento dei costi) ha però creato in Lombardia un «sovraccarico di rifiuti rispetto al numero di impianti». Con conseguenze anche criminali: questo “tappo”, unito alla presenza di un'ampia geografia di capannoni abbandonati, «favorisce l'infiltrazione delle organizzazioni criminali e lo svolgimento di attività illecite». Sul tema dei controlli «è emerso il problema della carenza di risorse tecniche (dotazioni di sorveglianza, impianti di videosorveglianza, sistemi antincendio) e di personale qualificato, soprattutto nelle province e nei piccoli comuni». Dalla commissione arriva infine una serie di proposte per prevenire le attività illecite: si va dall'attivazione in tutte le prefetture di specifici “Nuclei ambiente” (a oggi sono presenti solo a Pavia e Brescia) al censimento costante delle aree abbandonate e dei capannoni dismessi. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Troppi rifiuti in Lombardia «Così la mafia si fa avanti», Avvenire, 27 maggio 2020 |
2020 | GDF: "Focus su usura e riciclaggio" | «Dobbiamo in questa fase impedire che capitali di provenienza illecita finiscano nei circuiti legali, attraverso prestiti usurai o la rilevazione di imprese in difficoltà da parte di soggetti vicini ad ambienti criminali. Per il futuro abbiamo dunque questo difficile compito: concentrarci sui fenomeni illeciti come l'usura e il riciclaggio». Sono le parole del colonnello Mario Salerno, comandante provinciale della Guardia di finanza di Bergamo, il 24 giugno 2020 in occasione del bilancio annuale delle attività delle Fiamme gialle, con particolare attenzione ai riflessi potenzialmente criminali dell'emergenza Covid. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, «Casi di usura tra imprenditori», L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2020; Fabio Conti, «Scongiuriamo le infiltrazioni criminali nel tessuto economico di Bergamo», L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2020; Giuliana Ubbiali, Imposte, evasi 131 milioni: «Società e giri di denaro. Più allerta dopo il Covid», Corriere della sera Bergamo, 25 giugno 2020 |
2020 | Il nuovo procuratore: "Flussi di denaro, la mafia tende a inserirsi" | «La criminalità, e parlo soprattutto delle mafie, in genere tende a inserirsi dove arriva denaro. E quindi, di questi tempi, andranno monitorati i grandi flussi che derivano dai finanziamenti in relazione alla crisi economica creata dal Covid». È la “traccia di lavoro” di Antonio Chiappani, nuovo procuratore capo di Bergamo, alla vigilia del suo insediamento in piazza Dante il 10 settembre 2020. | Provincia di Bergamo | Stefano Serpellini, «Covid, aiuti alle imprese. Le mafie tenteranno di intercettare i fondi», L'Eco di Bergamo, 10 settembre 2020 |
2020 | Reati ambientali, il focus di Legambiente | 38 reati nel ciclo del cemento, con 42 denunciati. 44 reati nel ciclo dei rifiuti, con 56 denunciati. Sono i numeri della criminalità ambientale in provincia di Bergamo, riferiti al 2019 e ricapitolati nel dossier Ecomafie 2020 pubblicato da Legambiente a dicembre 2020. In totale, nel 2019 i reati ambientali in Lombardia sono stati 1.994, con 1.933 persone denunciate e 534 sequestri. Numeri in assoluta crescita, quelli regionali: +20% i reati ambientali, +39% gli indagati, +15% i sequestri, quasi moltiplicati per sei gli arresti. I dati bergamaschi, invece, sono in calo rispetto al 2018. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Reati ambientali: calano in provincia. Male la Lombardia, L'Eco di Bergamo, 13 dicembre 2020 |
2020 | "Imprenditori, denunciate l'usura" | «Per gli imprenditori l'appello è di non cedere alle necessità. L'omertà non ha mai aiutato nessuno e soprattutto in questa fase non è certamente una vergogna denunciare di avere difficoltà finanziarie. Invitiamo a comunicare anche in forma anonima ad Ascom o alle forze dell'ordine i nominativi di soggetti che si sono offerti per concedere credito». È l'appello di Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo, in un'intervista pubblicata il 5 dicembre 2020 a proposito del rischio usura che si corre anche in terra orobica. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Imprese del terziario in crisi finanziaria. Allarme Ascom: attenti al rischio usura, L'Eco di Bergamo, 5 dicembre 2020 |
2019 | Il presunto boss di 'ndrangheta e la condanna definitiva per estorsione | È considerato da fonti investigative un riferimento della ‘ndrangheta in provincia di Bergamo e finì al centro dell'operazione ‘Nduja, ma non è mai stato condannato definitivamente per associazione mafiosa. Il 22 febbraio 2019, però, Giuseppe “Pino” Romano, calabrese di Vibo Valentia da tempo residente a Romano di Lombardia, torna in carcere: deve scontare una condanna definitiva a cinque anni per estorsione, sentenza maturata nell'ambito dell'indagine «Squalo» su alcuni imprenditori vittime di recupero crediti. | Romano di Lombardia | Armando Di Landro, Estorsioni alle imprese: il boss condannato va in cella, Corriere della Sera Bergamo, 23 febbraio 2019. |
2019 | La società sequestrata in centro e le maxi-inchieste sulle cosche siciliane | C'è anche una società con sede a Bergamo in viale Papa Giovanni XXIII (al civico 106), la M Fuel srl, che si occupa di commercio di prodotti petroliferi (ma risulta inattiva), tra i beni sequestrati l'1 marzo 2019 a Rosario Marchese, 33 anni, imprenditore e commercialista originario di Caltagirone ma residente a Lonato del Garda (Brescia). La misura scatta su richiesta della Direzione distrettuale antimafia: secondo gli inquirenti, L'uomo sarebbe legato al clan dei Rinzivillo di Gela, ma avrebbe rapporti anche con la Stidda; in totale, i sequestri disposti dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Caltanissetta valgono 15 milioni di euro e comprendono – in tutta Italia – undici società, due ditte individuali e persino un quadro fiammingo dal valore di sei milioni di euro. Il 9 aprile 2019 per Rosario Marchese scattano poi le manette (l'accusa è di aver simulato crediti d'imposta per pagare meno tasse), così come per altre cinque persone; in totale, l'indagine della procura di Gela coinvolge 117 soggetti, nel dettaglio 66 persone e 51 imprese. Tra il giugno 2010 e il settembre 2019, il suo nome compare in 14 diverse inchieste; da ultimo, la maxi-operazione Leonessa della Dda di Brescia: «Ho incontrato persone in odore di mafia, ma non sono un mafioso e non faccio parte di un clan», è la sua difesa. | Bergamo | Maddalena Berbenni, La società in centro, il rampollo del clan e l'opera da 6 milioni, Corriere della Sera Bergamo, 2 marzo 2019; Mafia, beni per 15 milioni sequestrati a imprenditore, L'Eco di Bergamo, 2 marzo 2019; Giorgio Ruta, Gela, truffa da 22 milioni all'erario: arrestato un commercialista, 66 indagati, la Repubblica Palermo (edizione online), 9 aprile 2019; «Ho incontrato uomini d'onore, ma non faccio parte di un clan», Giornale di Brescia, 11 ottobre 2019. |
2019 | Il duplice omicidio di Caravaggio, il "link" alla mafia siciliana e l'assoluzione | Un fatto di sangue con richiami al mondo delle cosche. Era il 4 aprile 2018 quando a Caravaggio, in una sala slot, venivano uccisi Carlo Novembrini, siciliano di Gela ma trapiantato nella Bassa bergamasca, un passato al 41-bis perché ritenuto affiliato nel clan Madonia della mafia siciliana, e la compagna Maria Rosa Fortini, di Offanengo. A fare fuoco è Maurizio Novembrini, fratello di Carlo, con precedenti ma estraneo al mondo dei clan; un terzo fratello, Giuseppe Novembrini, già residente a Treviglio, ha invece una condanna per estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Per l'omicidio di Caravaggio, però, la pista mafiosa non c'entra. Il 5 marzo 2019, infatti, Maurizio Novembrini è dichiarato incapace di intendere e di volere dal gup di Bergamo Maria Luisa Mazzola, assolvendolo dal reato ma disponendo 15 anni di misura di sicurezza in una casa di cura apposita, cioè una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems, l'ex Opg). | Caravaggio, Treviglio | Giuliana Ubbiali, Uccise il fratello e la cognata: «Incapace di intendere e di volere», Corriere della Sera Bergamo, 31 gennaio 2019; Uccise fratello e cognata: «Ha un vizio di mente». Va verso l'assoluzione, L'Eco di Bergamo, 1 febbraio 2019; «Carlo, la mia ossessione: ma perdonatemi», L'Eco di Bergamo, 1 febbraio 2019; «Novembrini incapace di intendere e volere e socialmente pericoloso», L'Eco di Bergamo, 20 febbraio 2019; Maddalena Berbenni, Ammazzò il fratello e la cognata: assolto ma 15 anni in psichiatria, Corriere della Sera Bergamo; Tiziano Tista, Uccise due persone. Assolto, ma 15 anni in una casa di cura, L'Eco di Bergamo, 6 marzo 2019. |
2019 | Operazione Papa: la 'ndrangheta a Bergamo | l'operazione Papa, che l'11 marzo 2019 porta a 19 misure cautelari (16 persone in carcere, 3 ai domiciliari), rappresenta l'esito della più importante indagine antimafia condotta nel territorio bergamasco negli ultimi anni, dai tempi dell'operazione ‘Nduja (2005). L'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia col lavoro investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Bergamo, ha mosso accuse di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, danneggiamento a seguito d'incendio, riciclaggio e frode: in particolare, si legge nelle carte, sarebbe emersa l'esistenza «un'associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetista operante sul territorio nazionale e in particolare nel distretto della corte d'appello di Brescia (con “epicentro” a Bergamo), caratterizzata da autonomia programmatica, operativa e decisionale rispetto alle cosche calabresi (il clan Franco e quello dei Tegano-De Stefano) a cui risultava legata da rapporti soggettivi e federativi, con la finalità di commettere plurimi delitti contro il patrimonio e la persona quali estorsioni, violenze e minacce». Gli indagati per 416-bis sono nove: i promotori sono identificati in Paolo Malara e Carmelo Caminiti, i quali si sarebbero occupati di «compiere le estorsioni mediante la forza di intimidazione derivante dall'appartenenza alla ‘ndrangheta». L'inchiesta nasce da un incendio che nel dicembre 2015 distrugge diversi mezzi di un'azienda di autotrasporti a Seriate; quell'episodio ha permesso di approfondire uno scenario composto da recupero crediti e scoraggiamento della concorrenza, in una commistione – così sostengono gli inquirenti – tra clan di ‘ndrangheta e imprenditori intenzionati a beneficiare di servizi illegali per migliorare le proprie performance aziendali. Non solo “criminali di professione”, ma anche imprenditori bergamaschi: nell'inchiesta sono coinvolti anche i fratelli Alessandro e Carlo Santini, alla guida mafie tradizionali dell'omonima azienda di Azzano San Paolo, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso; avrebbero assoldato Caminiti per operazioni di recupero crediti. Come riassume la Direzione investigativa antimafia (Dia), l'operazione Papa «ha evidenziato l'infiltrazione del gruppo criminale in vaste aree del nord Italia, nel settore del commercio di prodotti ortofrutticoli, realizzata attraverso un'offerta di servizi ad alcuni settori del mondo imprenditoriale particolarmente sensibili al metodo mafioso». L'infiltrazione della ‘ndrangheta, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, in questo caso si sarebbe «realizzata non mediante uno stabile radicamento territoriale, quanto piuttosto attraverso l'operatività di un gruppo di soggetti caratterizzati da elevata mobilità sul territorio nazionale». Il 24 ottobre 2019 si apre il processo con rito immediato (7 imputati) in tribunale a Bergamo, con importanti misure di sicurezza; solo due delle dieci parti offese si costituiscono parti civili. Il filone con rito abbreviato si svolge invece a Brescia: il 5 dicembre 2019, la Dda formula richieste di condanna per 69 anni di carcere per undici imputati; la richiesta più alta è per Carmelo Caminiti “senior”, 13 anni. | Bergamo, Seriate, Azzano San Paolo | Mauro Paloschi, Incendi e minacce, le mani della ‘ndrangheta sul trasporto di frutta in Bergamasca: 19 arresti, BergamoNews, 11 marzo 2019; Maddalena Berbenni, Estorsori calabresi assoldati dalle imprese. «È ‘ndrangheta»: scattano 19 arresti, Corriere della Sera Bergamo, 12 marzo 2019; Armando Di Landro, «Cellula mafiosa autonoma sul territorio», Corriere della Sera Bergamo, 12 marzo 2019; Simone Pesce, Le mani della ‘ndrangheta sull'ortofrutta. Incendi ed estorsioni: 4 arresti a Bergamo, L'Eco di Bergamo, 12 marzo 2019; «Aziende sensibili alle cosche», L'Eco di Bergamo, 12 marzo 2019; Mauro Paloschi, “Usavano la ‘ndrangheta” i fratelli fruttivendoli arrestati al mercato di Celadina, BergamoNews, 12 marzo 2019; Armando Di Landro, «Anche l'anello di mia madre per pagare gli estorsori mafiosi», Corriere della Sera Bergamo, 13 marzo 2019; «Nessun reato associativo contestato ai Santini», L'Eco di Bergamo, 13 marzo 2019; I roghi e i clan: «Accusato solo per il cognome», L'Eco di Bergamo, 15 marzo 2019; Roghi dell'ortofrutta. Accolto il ricorso della difesa Santini, L'Eco di Bergamo, 12 luglio 2019; Estorsione, i due fratelli dalla cella ai domiciliari, L'Eco di Bergamo, 23 agosto 2019; Armando Di Landro, Estorsioni e minacce agli imprenditori. Processo per mafia, Corriere della Sera Bergamo, 12 ottobre 2019; Maddalena Berbenni, «Quel mandato mafioso: il processo non si sposta», Corriere della Sera Bergamo, 25 ottobre 2019; Rimane a Bergamo il processo per mafia. Alla sbarra sette imputati, L'Eco di Bergamo, 25 ottobre 2019; I clan dell'ortofrutta. A Brescia richieste di condanna per 70 anni, L'Eco di Bergamo, 6 dicembre 2019; Tribunale di Brescia, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza sulla richiesta di applicazione della misura cautelare nel procedimento a carico di Battaglia Demetrio Andrea + 23, Rgnr n. 10380/2015 Dda, Rggip n. 72/2017, giudice Carlo Bianchetti, 11 febbraio 2019; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia nel periodo gennaio-giugno 2019, trasmessa alla Presidenza della Camera dei Deputati il 30 dicembre 2019. |
2019 | Presunto "boss", respinta la confisca | Nessuna confisca. Il 5 aprile 2019, il tribunale delle misure di prevenzione di Bergamo respinge la confisca di un appartamento a Romano di Lombardia e delle quote di una società edile riconducibili a Giuseppe “Pino” Romano. Il sequestro era stato proposto dalla Dia di Brescia, che sosteneva una sproporzione tra i redditi di Romano e la disponibilità di quei beni. | Romano di Lombardia | Per il boss nessuna confisca, Corriere della Sera Bergamo, 6 aprile 2019. |
2019 | La Stidda e la maxi-frode bresciana: arresti anche in bergamasca | Arriva anche in Bergamasca la maxi-inchiesta «Leonessa» della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, che il 26 settembre 2019 porta in tutta Italia a 75 arresti e a sequestri per 35 milioni di euro, ricostruendo un presunto sistema di evasione fiscale riconducibile a un gruppo di Stidda ben radicato nel Bresciano (230 milioni di euro il giro d'affari). Per quanto riguarda la terra orobica, le misure cautelari colpiscono un 54enne di Sarnico, ritenuto titolare di una società “cartiera”, e un 63enne di Costa Volpino, considerato un “procacciatore” dell'organizzazione. | Sarnico, Costa Volpino | Mafia ed evasione, 75 arresti. Coinvolti due bergamaschi, L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2019; Giuseppe Arrighetti, Corruzione, tra gli arrestati due finanzieri presi dai colleghi, L'Eco di Bergamo, 28 settembre 2019;Tribunale di Brescia, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza sulla richiesta di applicazione di misure cautelari nei confronti di Biondi Generoso + 18, giudice Carlo Bianchetti, 24 giugno 2019. |
2019 | La camorra e le truffe agli anziani: l'indagine partita da Bergamo | Un caro parente coinvolto in un incidente, la richiesta di un avvocato che pretendeva soldi in cambio di intermediazione. In realtà una truffa, rivolta agli anziani, e in odor di camorra: il giro d'affari arrivava a 200 mila euro a settimana. È quanto scoperto da un'inchiesta della procura di Napoli conclusasi l'8 novembre 2019 con 51 misure cautelari in tutta Italia. A scoperchiare il sistema è stata un'indagine nata a Bergamo e condotta dai carabinieri del comando provinciale di via delle Valli su una serie di truffe compiute dapprima in Bergamasca (a Bergamo, Pontirolo, Calvenzano, Dalmine, Paladina,Treviglio, Cologno al Serio, Calcinate, Lallio) tra 2015 e 2016, per un totale di venti episodi. Il lavoro investigativo è poi confluito in un fascicolo a Napoli, che ha svelato come le fila fossero rette dal clan camorristico dei Contini. «Segnalateci i casi sospetti», è l'appello del comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Paolo Storoni. | Bergamo, Pontirolo Nuovo, Calvenzano, Dalmine, Paladina, Treviglio. Cologno al Serio, Calcinate, Lallio | Carmen Tancredi, Truffe agli anziani, la regia della camorra, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2019; «Segnalateci anche i casi sospetti», L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2019. |
2019 | La maxi-operazione contro il clan Mancuso arriva anche a Bergamo | Otto anni a testa, con rito abbreviato. Sono le condanne che maturano il 4 novembre 2020 per i fratelli Paolo e Francesco Romano, calabresi di Briatico ma attivi nella Bergamasca, arrestati nel 2019 nell'ambito dell'inchiesta «Pay to live» della procura di Bergamo, volta a sgominare un giro di recupero crediti; estorsione, tentata estorsione, sequestro di persona, violenza privata, lesioni aggravate e rapina le accuse nei confronti dei Romano, tra l'altro nipoti di quel Pino Romano ritenuto da tempo riferimento della criminalità organizzata calabrese in Bergamasca. | Grassobbio, Sedrina, Romano di Lombardia | Blitz contro le cosche, 3 arresti a Bergamo, L'Eco di Bergamo, 20 dicembre 2019; Fabio Paravisi, Maxi operazione anti ‘ndrangheta. Tre arrestati nella Bergamasca, Corriere della Sera Bergamo, 20 dicembre 2019;Tribunale di Catanzaro, Sezione Gip-Gup, Ordinanza sulla richiesta di applicazione di misure cautelari nei confronti di Accorinti Ambrogio + 415, Rgnr n. 2239/2014 Dda, Rggip n. 1359/2014, giudice Barbara Saccà, 12 dicembre 2019. |
2019 | "Monitorato dalla DIA", scattano le confische | Pericolosità sociale e sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio. È sulla base di queste motivazioni che il 23 dicembre 2019 viene eseguito dalla Direzione investigativa antimafia di Brescia un decreto di confisca, chiesto dal sostituto procuratore delle Dda bresciana Paolo Savio e firmato dal presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Brescia Giovanni Pagliuca, ai danni degli eredi di Antonio Monaco, scomparso a maggio 2017, calabrese già residente a Ponteranica con una serie di condanne per insolvenza fraudolenta, truffa, bancarotta fraudolenta, “monitorato” appunto anche dall'Antimafia. Pur mai indagato o condannato per mafia, il suo nome era finito nelle carte dell'operazione «Grillo parlante» della Dda di Milano sulla compravendita di voti da parte dell'ex assessore regionale Domenico Zambetti: Eugenio Costantino, condannato poi a 16 anni e mezzo per associazione mafiosa, intercettato, definiva Monaco «il numero uno in assoluto, lui è milionario ed è lì a Bergamo», indicando Monaco come vicino al clan Piromalli. Il provvedimento di confisca riguarda dieci immobili, tra cui la villetta di famiglia a Ponteranica, due appartamenti a Trescore e due in città, per un valore complessivo di un milione di euro. | Ponteranica, Bergamo, Trescore Balneario | Giuliana Ubbiali, «Pregiudicato e pericoloso». Lui è morto due anni fa, case confiscate agli eredi, Corriere della Sera Bergamo, 24 dicembre 2019; Droga e bancarotta. Maxi confisca di dieci immobili, L'Eco di Bergamo, 24 dicembre 2019; Direzione investigativa antimafia, La Dia di Brescia confisca oltre un milione di euro agli eredi di Antonio Monaco, imprenditore pluripregiudicato di origini calabresi già residente in provincia di Bergamo, comunicato stampa, 23 dicembre 2019. |
2019 | Faida tra fazioni indiane, condanne per regolamento di conti | Un vero e proprio regolamento di conti tra fazioni rivali, che per poco non sfociò in un omicidio. Per la maxi-rissa con machete e coltelli scoppiata il 29 giugno 2017 a Montello tra diversi gruppi di indiani, il 22 gennaio 2019 arrivano tre condanne (rissa aggravata e tentato omicidio le accuse) in primo grado, con rito abbreviato: 10 anni a testa per Bindu Balwinder Singh e Sandhu Mandeep, 9 anni e 2 mesi per Kumar Balwinder. Alla base della rissa, la volontà di predominio sulle tante anime della comunità indiana di quell'area della Bergamasca. Tra le parti offese c'è Sandhu Singh, ritenuto il leader del gruppo Taigar che avrebbe preso parte alla spedizione punitiva che il 10 settembre 2017, a Palosco, terminò con l'omicidio di Amandeep Singh. | Montello, Palosco | Imputato di omicidio ma anche vittima. Tre condanne per ventinove anni, Corriere della Sera Bergamo, 23 gennaio 2019; Rissa con tentato omicidio, tre condanne, L'Eco di Bergamo, 23 gennaio 2019. |
2019 | Mafia nigeriana, un arresto a Capriate | Un presunto anello di collegamento «con le altre cellule della medesima organizzazione presenti sul territorio nazionale». Si parla di mafia nigeriana anche in Bergamasca, quando il 23 gennaio 2019 la squadra mobile arresta Anthony Leonard Izedonmi, detto Phyno, 27enne nigeriano accusato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, ma anche di associazione mafiosa: l’uomo sarebbe un componente di una «confraternita nigeriana di tipo cultista dedicata ad attività criminali», i Vikings. L’accusa è mossa dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, che chiude un’indagine che porta in totale a 16 fermi, di cui 14 all’interno del Cara di Mineo, dove il clan gestiva alcuni traffici interni. | Capriate San Gervasio | «Mafia nigeriana tra i richiedenti asilo». Un complice arrestato a Capriate, Corriere della Sera Bergamo, 29 gennaio 2019; Katiuscia Manenti, Mafia nigeriana, un arresto a Capriate, L'Eco di Bergamo, 29 gennaio 2019. |
2019 | Dal sequestro della DIA alla banda delle truffe online | Un caro parente coinvolto in un incidente, la richiesta di un avvocato che pretendeva soldi in cambio di intermediazione. In realtà una truffa, rivolta agli anziani, e in odor di camorra: il giro d'affari arrivava a 200 mila euro a settimana. È quanto scoperto da un'inchiesta della procura di Napoli conclusasi l'8 novembre 2019 con 51 misure cautelari in tutta Italia. A scoperchiare il sistema è stata un'indagine nata a Bergamo e condotta dai carabinieri del comando provinciale di via delle Valli su una serie di truffe compiute dapprima in Bergamasca (a Bergamo, Pontirolo, Calvenzano, Dalmine, Paladina,Treviglio, Cologno al Serio, Calcinate, Lallio) tra 2015 e 2016, per un totale di venti episodi. Il lavoro investigativo è poi confluito in un fascicolo a Napoli, che ha svelato come le fila fossero rette dal clan camorristico dei Contini. «Segnalateci i casi sospetti», è l'appello del comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Paolo Storoni. | Cologno al Serio, Lurano, Treviglio | Fabio Conti, Tutto finto: siti, telefoni e «Poste». Veri solo i bolidi rubati: 11 arrestati, L'Eco di Bergamo, 8 febbraio 2019; Armando Di Landro, Truffe su Porsche e Maserati. In cella il rom del mutuo sospetto, Corriere della Sera Bergamo, 8 febbraio 2019;Tiziano Tista, Truffa delle auto, condanne per 10 anni, L'Eco di Bergamo, 1 maggio 2019. |
2019 | L'omicidio Palosco: "boss" indiani e condanne | Un processo che nei suoi vari tasselli disvela ciò che succede all'interno di una parte della comunità indiana bergamasca. L'1 marzo 2019 in Corte d'appello a Brescia vengono definite cinque condanne (attraverso il concordato, il patteggiamento di secondo grado) per l'omicidio di Amandeep Singh, ucciso a Palosco il 10 settembre 2017 con un colpo di pistola da un connazionale, al culmine di una spedizione punitiva. Le condanne d'appello riguardano presunti esponenti del Taigar Group, una sorta di clan indiano: secondo l'accusa, i cinque avrebbero contribuito a “infiammare” la faida, poi sfociata in tragedia. In tribunale a Bergamo si svolge invece il processo in dibattimento a Sandhu Bhupinderejeet Singh, detto Johnny, presunto mandante del gruppo. Nell'udienza dell'8 marzo 2019 depone il responsabile nazionale della comunità indiana: «In più occasioni, come siamo soliti fare, ho riferito alle autorità dell'esistenza di diversi gruppi che si contrappongono. Tra questi nella Bergamasca ne agivano due, fin dal 2014, quando ho fatto una prima segnalazione: uno aveva base a Palosco, l'altro a Gorlago e a capo di quest'ultimo c'era Sandhu. Avevano anche armi a disposizione. Per questo il 12 settembre 2017 sono stato anche a Treviglio a parlare coi carabinieri. Ancora oggi ci sono elementi che creano problemi alla comunità, e ogni volta li segnaliamo, ma dopo l'omicidio e gli arresti la situazione è un po' migliorata». Nella stessa udienza, parla un testimone: «Sandhu era un po' un boss nella comunità indiana, aiutava anche a riscuotere crediti». Nella requisitoria, così si era espresso il pm Emanuele Marchisio: «È certo che negli ultimi anni non abbia mai lavorato, ha vissuto sulle spalle della comunità indiana, andava a recuperare i crediti, faceva il capobastone». «Evocazioni fascinose, ma non ci sono prove oltre ogni ragionevole dubbio», la posizione della difesa. Il 5 giugno 2019 il tribunale di Bergamo condanna a 23 anni e 6 mesi Sandhu Bhupinderejeet Singh, riconoscendolo colpevole del reato di concorso in omicidio. | Palosco, Gorlago | Indiano ucciso da uno sparo. Condanne per 55 anni in appello, L'Eco di Bergamo, 2 marzo 2019; Tiziano Tista, «La pistola dell'assassino era nascosta in casa mia», L'Eco di Bergamo, 9 marzo 2019; Giuliana Ubbiali, «Johnny mi consegnò la pistola ma disse: solo se sparano loro», Corriere della Sera Bergamo, 23 marzo 2019; Delitto di Palosco: «Non siamo andati per sparare», L'Eco di Bergamo, 23 marzo 2019; Omicidio di Palosco: «Sì, ho sparato io però avevo bevuto», L'Eco di Bergamo, 13 aprile 2019;Tiziano Tista, Omicidio di Palosco, Sandhu non parla, L'Eco di Bergamo, 18 maggio 2019; «Armò la spedizione». Il pm chiede 25 anni, L'Eco di Bergamo, 25 maggio 2019;TizianoTista, L'omicidio di Palosco. Condannato il mandante, L'Eco di Bergamo, 6 giugno 2019; Maddalena Berbenni, «Ordinò l'omicidio dell'indiano»: condannato, Corriere della Sera Bergamo, 6 giugno 2019. |
2019 | Mafia nigeriana, regolamenti di conti e arresti in bergamasca | Presenze di un certo spessore criminale. Il 18 luglio 2019, un'inchiesta coordinata dalle procure di Bologna e Torino porta complessivamente a 29 fermi in tutta Italia volti a infliggere un duro colpo alla mafia nigeriana; e proprio il reato di associazione mafiosa viene mosso a molti degli indagati. Gli arresti in terra orobica scattano a Presezzo, dove viveva Landy Uyioghosa Obanor, detto Light, 38 anni, che all'interno della Famiglia Vaticana – una delle ramificazione della Maphite – avrebbe rivestito l'importante carica di “Main Chief”, “ministro della difesa”, a Bergamo dove viene fermato Jacob Prince, 23enne, e a Bariano dove è tratto in arresto Aiwague Mike Osak Polor, 24enne; sono tutti accusati di associazione mafiosa. Le indagini ricostruiscono anche una serie di regolamenti di conti tra i membri della Maphite e quelli del gruppo rivale dei Viking, avvenuti anche nei pressi della stazione ferroviaria di Bergamo tra ottobre e novembre 2018. Per la stessa inchiesta, un quarto fermo in Bergamasca scatta il 27 luglio 2019 ad Albano Sant'Alessandro. «Questi gruppi emulano le organizzazioni criminali nostrane come la ‘ndrangheta», ha spiegato Giuseppe Amato, procuratore capo di Bologna. | Albano Sant'Alessandro, Presezzo, Bariano | Mafia nigeriana, maxi operazione. Tre fermi: c'è anche il «capo della difesa», L'Eco di Bergamo, 19 luglio 2019; Giuliana Ubbiali, Mafia nigeriana, a Presezzo preso il «ministro della difesa», Corriere della Sera Bergamo, 19 luglio 2019; Mafia nigeriana, quarto fermo. In cella un 22enne di Albano, L'Eco di Bergamo, 28 luglio 2019. |
2019 | "Portami 5mila euro o ti rimando tuo padre a pezzi" | Hanno prelevato di forza un uomo, un 63enne di Verderio, lo hanno caricato su una Mercedes e poi si sarebbero rivolti così a uno dei figli: «Portami 5 mila euro o ti rimando tuo padre a pezzi». Per questo sequestro di persona a scopo di estorsione, avvenuto sulla sponda lecchese dell'Adda, il 23 luglio 2019 scattano tre arresti tra Calusco d'Adda e Osio Sotto operati dai carabinieri: in manette finiscono Peter Hudorovich, Gabriele Hudorovich e Gabriele Arnesto, di origini rom. Il sequestro sarebbe stato messo a segno come ritorsione nei confronti di uno dei figli (che aveva un debito di alcune migliaia di euro), titolare di una concessionaria gestita dagli Hudorovich, famiglia che ciclicamente torna alla ribalta delle cronache. Gli arrestati hanno minimizzato le accuse. Nell'ordinanza di convalida dell'arresto, il gip Ilaria Senesi descrive i fatti come «gravissimi e indice di una spiccata pericolosità». | Verderio, Osio Sotto, Calusco d'Adda | «Portami 5 mila euro o ti rimando tuo padre a pezzi», L'Eco di Bergamo, 25 luglio 2019; I rapitori: «Da noi nessuna minaccia». Ma restano in cella, L'Eco di Bergamo, 26 luglio 2019; Maddalena Berbenni, «Sequestrato per soldi». Confermato il carcere, Corriere della Sera Bergamo, 26 luglio 2019; «Sequestro per estorsione». I rapitori rischiano 30 anni, L'Eco di Bergamo, 27 luglio 2019. |
2019 | Zingonia, l'ultimo blitz nelle torri | L'ennesimo maxi blitz, l'ultimo prima dell'abbattimento delle torri. È quello che scatta a Zingonia all'alba del 23 gennaio 2019, con oltre 100 carabinieri della compagnia di Treviglio impegnati in un'operazione di setaccio dei “palazzoni”: sequestrato un chilo di droga, tra hashish e cocaina. | Zingonia | Fabio Conti, A Zingonia l'ultimo blitz. Le torri giù dal 12 febbraio, L'Eco di Bergamo, 24 gennaio 2019; Rosanna Scardi, Zingonia, ancora droga e clandestini nei palazzoni, Corriere della Sera Bergamo, 24 gennaio 2019. |
2019 | Il network degli "ovulatori", Orio epicentro | Hanno prelevato di forza un uomo, un 63enne di Verderio, lo hanno caricato su una Mercedes e poi si sarebbero rivolti così a uno dei figli: «Portami 5 mila euro o ti rimando tuo padre a pezzi». Per questo sequestro di persona a scopo di estorsione, avvenuto sulla sponda lecchese dell'Adda, il 23 luglio 2019 scattano tre arresti tra Calusco d'Adda e Osio Sotto operati dai carabinieri: in manette finiscono Peter Hudorovich, Gabriele Hudorovich e Gabriele Arnesto, di origini rom. Il sequestro sarebbe stato messo a segno come ritorsione nei confronti di uno dei figli (che aveva un debito di alcune migliaia di euro), titolare di una concessionaria gestita dagli Hudorovich, famiglia che ciclicamente torna alla ribalta delle cronache. Gli arrestati hanno minimizzato le accuse. Nell'ordinanza di convalida dell'arresto, il gip Ilaria Senesi descrive i fatti come «gravissimi e indice di una spiccata pericolosità». | Orio al Serio | Fabio Conti, Traffico di droga, Orio crocevia europeo. Arrestati 67 corrieri: sequestrati 78 chili, L'Eco di Bergamo, 9 marzo 2019; Maxitraffico di droga svelato da tre fermi della Finanza a Orio, Corriere della Sera Bergamo, 9 marzo 2019. |
2019 | I trafficanti di Osio Sotto che rifornivano Milano | Vivevano a Osio Sotto ma gestivano un importante giro di droga nel Milanese. Il 13 marzo 2019, i carabinieri della compagnia di Porta Monforte di Milano arrestano una coppia di tunisini residenti nel comune bergamasco, trovando nell'appartamento una borsa con 52 mila euro in contanti, ritenuti provento della droga; proseguendo le indagini, i militari hanno scovato anche il “deposito”: era a Pozzo d'Adda, dove sono stati sequestrai 8,7 chili di eroina purissima. | Osio Sotto | Presi con quasi nove chili di eroina. Rifornivano i pusher di Milano, L'Eco di Bergamo, 14 marzo 2019. |
2019 | Il maxisequestro di Dalmine e la rete internazionale | Diciassette arresti per un traffico internazionale di droga. È la sintesi dell'operazione conclusa il 15 maggio 2019 dalla squadra mobile di Milano contro un gruppo composto prevalentemente da nordafricani: l'inchiesta era nata in realtà in Bergamasca, col sequestro a Dalmine di 128 kg di hashish messo a segno dalla polizia nell'aprile 2016, che portò all'arresto di un corriere della droga nordafricano. In tutto, l'inchiesta consente il sequestro di 290 kg di droga. | Dalmine | Sequestro di hashish, poi 17 arresti, Corriere della Sera Bergamo, 16 maggio 2019; Fabio Conti, Spaccio, banda smantellata. Scovati 290 chili: 17 arresti, L'Eco di Bergamo, 16 maggio 2019. |
2019 | Calcio, 39 kg di cocaina e i collegamenti con la 'ndrangheta | Sul mercato quella droga avrebbe fruttato circa due milioni e mezzo di euro. E sullo sfondo c'è l'ombra della ‘ndrangheta. All'alba del 16 maggio 2019, a Calcio scatta un blitz congiunto della Guardia di finanza e della squadra mobile della questura di Bergamo: due persone in manette, 39 chili di cocaina sequestrati. Gli arrestati sono Vincenzo Ferrinda, 37enne residente a Urago d'Oglio, e Antonio Gerace, residente a Torino, entrambi di origini calabresi e con precedenti specifici. La droga sarebbe stata importata dal Sudamerica; il nome di Ferrinda ritorna nell'inchiesta «Cicala» conclusa nel novembre 2013 dalla Dda di Reggio Calabria contro i clan Pesce e Bellocco trapiantati nell'hinterland milanese. | Calcio | Carmen Tancredi, Simone Pesce, Blitz all'alba, nell'auto 40 kg di cocaina. Al dettaglio avrebbe fruttato 2,5 milioni, L'Eco di Bergamo, 17 maggio 2019; Fabio Paravisi, Il vano segreto per il carico di coca. Sequestrati 39 chili per 2,5 milioni, Corriere della Sera Bergamo, 17 maggio 2019. |
2019 | 6.500 cessioni di droga in 18 mesi | In un anno e mezzo, la “banda” avrebbe messo a segno circa 6.500 cessioni di droga, spesso utilizzando galoppini pagati tremila euro al mese, inondando soprattutto di cocaina la città e l'hinterland. È quanto ricostruito dalla squadra mobile di Bergamo con l'operazione «Snowfall», conclusa il 22 maggio 2019 con un totale di 15 arresti – a carico di cittadini italiani, albanesi e marocchini – disposti dall'ordinanza firmata dal gip Marina Cavalleri su richiesta della pm Maria Cristina Rota. L'indagine, grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, ha ricostruito una rete ramificata e “transclassista”, perché la clientela coinvolgeva – tra gli altri – ristoratori, camionisti, infermieri e giornalisti. Nel corso delle indagini è stata sequestrata anche una pistola con nove cartucce. Altri tre arresti scattano a metà giugno. | Provincia di Bergamo | Fabio Paravisi, La droga per gli insospettabili. In carcere banda di spacciatori con 6.300 cessioni in 18 mesi, Corriere della Sera Bergamo, 23 maggio 2019; Spaccio in città e hinterland, 15 in carcere, L'Eco di Bergamo, 23 maggio 2019; Spaccio, gli arresti salgono a 18. Altri tre albanesi presi a Orio, L'Eco di Bergamo, 19 giugno 2019; Questura di Bergamo, La Polizia di Stato arresta tre dei soggetti irreperibili dell'operazione “Snowfall”, comunicato stampa, 18 giugno 2019. |
2019 | L'arresto di Ciserano e la coca della 'ndrangheta | Un anello di congiunzione tra i trafficanti nell'orbita della ‘ndrangheta e gli spacciatori di strada. Sarebbe questo il ruolo di Adrian Rereza, detto Tani, albanese residente a Ciserano, arrestato il 13 giugno 2019 nell'ambito dell'operazione «Edera», condotta dai carabinieri del Ros (all'arresto di Rereza ha collaborato il comando provinciale di Bergamo) con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per un totale di una trentina di misure cautelari in tutta Italia, volta a colpire le famiglie del mandamento della ‘ndrangheta della costa ionica. Dalle carte emerge il racconto di come le grandi partite di cocaina – che la mafia calabrese importa dal Sudamerica – divengano poi piccole “porzioni” da distribuire sul territorio. | Ciserano | Armando Di Landro, Dea americana e Ros sulla via della cocaina. Intermediario in cella, Corriere della Sera Bergamo, 14 giugno 2019. |
2019 | Droga, la rete della Sacra corona unita fino a Madone | C'è la Sacra corona unita a tessere le fila del traffico di droga smantellato dall'operazione della Direzione distrettuale antimafia di Lecce conclusa il 24 giugno 2019 con trenta persone sottoposte a misure cautelari in tutta Italia. Anche in Bergamasca: tra i destinatari, anche una coppia di residenti a Madone, Hamid Hakim, marocchino, in carcere, e la moglie Francesca Ferrandi, originaria di Lecce, agli arresti domiciliari; i due erano già stati arrestati dai carabinieri di Zogno nel novembre 2017 per detenzione di cocaina. | Madone, Zogno | Fabio Paravisi, La cocaina del clan pugliese da una coppia di Madone, Corriere della Sera Bergamo, 25 giugno 2019; Antimafia: droga e armi. Trenta arresti, 2 a Madone, L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2019. |
2019 | Seriate, 31 chili di droga | Quell'appartamento, probabilmente, era una base d'appoggio per rifornire pusher tra Bergamo, Brescia e Lecco. Il 10 luglio 2019, i carabinieri di Seriate, col supporto dei militari della compagnia di Bergamo, mettono a segno un blitz a Seriate in un bilocale di via Libertà, trovando 31 chili tra cocaina (18 chili) e altre sostanze (tra cui 8 chili di hashish e 4 di marijuana), oltre a tre pistole, tra cui una Beretta 6,35 con il silenziatore montato e il colpo in canna. In manette finisce Emiliano Keci, nato nel 1981, da un paio di settimane in città. Sul mercato, gli stupefacenti avrebbero fruttato circa tre milioni di euro. Nell'interrogatorio di convalida del fermo, L'uomo ha affermato di essere pagato per custodire la droga. | Seriate, Bergamo | Rosanna Scardi, La pistola carica dentro il comodino e droga in casa per 3 milioni di euro, Corriere della Sera Bergamo, 13 luglio 2019; Preso con 31 chili di droga e 3 pistole. La cocaina era nel motore del frigo, L'Eco di Bergamo, 13 luglio 2019; «I 31 chili di droga? Mi pagavano per custodirli», L'Eco di Bergamo, 14 luglio 2019. |
2019 | Da Seriate alla Sardegna: 11 chili di coca | Arrestato in Sardegna con undici chili di cocaina. Succede nella notte tra il 19 e il 20 luglio 2019 a un 30enne di Seriate, già gestore di un bar in città, pizzicato dai carabinieri con un carico di droga in auto, in compagnia della moglie e del figlio minorenne di lei. Valore di mercato della “merce”: 1,5 milioni di euro. | Seriate | Nascondeva 11 chili di cocaina in auto: arrestato a Cagliari, L'Eco di Bergamo, 21 luglio 2019. |
2019 | Fontanella, 8,5 chili di coca e 185mila euro | 8,5 chili di cocaina e 185 mila euro. È il bilancio dell'ennesimo blitz, messo a segno il 30 luglio 2019 a Fontanella dai carabinieri di Calcio e della Compagnia di Treviglio, col coordinamento del sostituto procuratore Chiara Monzio Compagnoni; in arresto il 36enne Mohamed Atiq. | Fontanella | Carmen Tancredi, Nella Bassa l'ultimo maxi blitz. In casa 8,5 kg di coca: arrestato, L'Eco di Bergamo, 1 agosto 2019; Maddalena Berbenni, Cocaina e contanti, in cella. Quasi 50 chili di droga sequestrati da inizio anno, Corriere della Sera Bergamo, 1 agosto 2019. |
2019 | Corrieri della droga, tre arresti a Orio | Il via vai degli “ovulatori” non si ferma. Il 23 settembre 2019, la Guardia di finanza di stanza all'aeroporto di Orio al Serio arresta una donna (in arrivo da Bruxelles) e due uomini (appena atterrati da Francoforte), tutti e tre nigeriani, che avevano in pancia complessivamente oltre tre chili di droga tra cocaina ed eroina. | Orio al Serio | Tre chili di droga nascosti in corpo. Arrestati una donna e due uomini, L'Eco di Bergamo, 24 settembre 2019. |
2019 | Urgnano, 35 chili di hashish | Da un normale controllo a un ingente sequestro. Il 25 settembre 2019, i finanzieri della compagnia di Bergamo rinvengono 35 chili di hashish – valore sul mercato: 80 mila euro – su una Volkswagen Golf apparentemente abbandonata in un parcheggio in centro a Urgnano. Scattano le manette per il proprietario della vettura, un 45enne incensurato residente a Martinengo: al gip, che ha convalidato l'arresto disponendo il carcere, L'uomo dirà di averlo fatto per via delle difficoltà economiche. | Martinengo, Urgnano | Insospettiti dall'auto malridotta. Dentro trovano 35 chili di hashish, L'Eco di Bergamo, 28 settembre 2019. |
2019 | Il clan albanese con "cuore" a Osio | Il nome dell'operazione è «Sotto Sopra», perché la svolta all'indagine è arrivata proprio da una perquisizione a Osio Sopra che fruttò un sequestro da 157 kg di droga tra cocaina (24 kg), hashish (83 kg) e marijuana (50 kg). L'11 ottobre 2019, il Gruppo operativo antidroga (Goa) della Guardia di finanza di Brescia e le Fiamme gialle del comando provinciale di Bergamo concludono un'inchiesta che porta in totale a 32 misure cautelari e al rinvenimento della droga, per un giro d'affari di almeno sei milioni di euro. La banda era composta prevalentemente da albanesi; sette gli indagati residenti in Bergamasca, di cui tre sottoposti a custodia cautelare in carcere: Saimir Prenga e Gjergji Luli, di Gorle, Malfred Cukaj, di Albano Sant'Alessandro. Le rotte della droga toccavano Spagna, Olanda e Albania e facevano tappa a Bergamo, dove la “merce” era smistata verso Brescia e Monza. | Osio Sopra, Albano Sant'Alessandro, Bergamo | Fabio Paravisi, Con i libri mastri del trafficante ricostruito il maxi giro di droga, Corriere della Sera Bergamo, 12 ottobre 2019; Nel box un deposito di droga: 32 arrestati, L'Eco di Bergamo, 12 ottobre 2019. |
2019 | Droga dal nord alla Toscana, due arresti in bergamasca | Ci sono anche due albanesi residenti in Bergamasca, uno a Sarnico e l'altro a Ponte San Pietro, tra le 18 persone arrestate nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia conclusa il 5 novembre 2019, volta a disarticolare un “cartello” di narcotrafficanti albanesi attivi tra il Nord Italia e la Toscana; a condurre le indagini, i carabinieri di Clusone e di Breno. La droga veniva importata dal Belgio e dall'Olanda: nell'ambito delle indagini sono stati sequestrati 11 chili di cocaina, uno di marijuana e 50 mila euro in contanti. | Sarnico, Ponte San Pietro | Giuseppe Arrighetti, Finti turisti per importare cocaina. Banda sgominata, 18 in manette, L'Eco di Bergamo, 6 novembre 2019. |
2019 | Il "cartello" albanese nella bassa | Auto col doppio fondo, appartamenti come magazzini. Il 9 dicembre 2019 si conclude un'operazione del comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, coordinata dal pm Gianluigi Dettori, che smantella una banda di narcotrafficanti albanesi con base nella Bassa bergamasca: 16 le persone arrestate per concorso in traffico di sostanze stupefacenti; all'operazione – denominata Romano 2017, proprio perché nata da un sequestro di 115 grammi di cocaina messo a segno nel 2017 a Romano di Lombardia – hanno partecipato anche l'Interpol e la polizia albanese. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 24 chili di cocaina, mezzo di eroina, una pistola calibro 7,65 di fabbricazione ungherese e 300 mila euro in contanti; si stima però che la banda abbia trafficato 100-150 chili di droga in un anno e mezzo, per un “fatturato” di sette milioni di euro. L'inchiesta «dimostra il controllo del mercato dello stupefacente da parte della criminalità albanese», ha affermato in conferenza stampa il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri. | Romano di Lombardia | Fabio Paravisi, Cocaina dall'Olanda alla Bassa nelle automobili coi doppifondi, Corriere della Sera Bergamo, 10 dicembre 2019; La droga degli albanesi dall'Olanda alla Bassa. Sedici in carcere, L'Eco di Bergamo, 10 dicembre 2019. |
2019 | Droga a Venezia a Bergamo, due persone coinvolte | Arriva sino in Bergamasca l'operazione antidroga della Guardia di finanza di Venezia conclusa il 10 dicembre 2019. Tra i destinatari delle 32 misure cautelari chieste dalla Dda lagunare e accolte dal locale tribunale, ci sono infatti anche due giovani di origine marocchina residenti tra Romano di Lombardia e San Paolo d'Argon, che avrebbero avuto un ruolo nello smercio e nello spaccio della droga. L'inchiesta, nata nel 2016, ha portato al sequestro di 20 chili di droga e 117 mila euro. | Romano di Lombardia, San Paolo d'Argon | Droga dall'Olanda a Venezia. Blitz anche nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 11 dicembre 2019. |
2019 | Terno d'Isola, 2 kg di coca e molti contanti | Due chili di cocaina e 103 mila euro in contanti nascosti in auto. È con questo “bottino” che, il 10 dicembre 2019, viene “pizzicato” dalla squadra mobile di Bergamo un 40enne marocchino residente a Terno d'Isola, Abdelkarim Karami. Per L'uomo sono scattate le manette con l'accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. | Terno d'Isola | Cocaina e oltre 100 mila euro nascosti nell'auto: in carcere, L'Eco di Bergamo, 12 dicembre 2019; In macchina 103 mila euro e due chili di cocaina, Corriere della Sera Bergamo, 12 dicembre 2019. |
2019 | Usura milionaria: denunce e sequestri | Tassi d'interesse del 17% a settimana, su un prestito in contanti da ben cinque milioni di euro. È la classica vicenda di usura, con importi elevatissimi, quella svelata a febbraio 2019 dalla Guardia di finanza di Sarnico, che raccoglie la denuncia della vittima e avvia indagini che portano in totale a otto indagati (le accuse principali sono rivolte a un imprenditore di Chiuduno) e a un sequestro di beni per tre milioni di euro, tra cui una villa con piscina a Palosco. | Sarnico, Chiuduno, Palosco | «Ville, vigneti e orologi di lusso comprati con il frutto dell'usura»: otto denunciati, L'Eco di Bergamo, 1 marzo 2019; Giuliana Ubbiali, La spirale dell'usura su 5 milioni di euro partita da 100 mila, Corriere della Sera Bergamo, 2 marzo 2019. |
2019 | Incendi parking Orio, le condanne | Quelle fiamme avevano rievocato dei precedenti già noti, ma soprattutto un modus operandi tipico di altri mondi. Per gli incendi dolosi scoppiati tra il 14 e il 16 giugno 2017 ai parcheggi Azzurro Park e Blu parking di Grassobbio, a due passi dall'aeroporto di Orio al Serio, arrivano le sentenze. Il 26 marzo 2019, con rito abbreviato, sono condannati con rito abbreviato gli ucraini Georgii Prekob (4 anni e 8 mesi) e Dmytro Lazurko (4 anni e 4 mesi), le “braccia” dell'incendio, che avrebbero appiccato il fuoco per 750 euro; 5 anni e 4 mesi per il presunto reclutatore, Alessandro De Simone. Le difese hanno annunciato ricorso. Il 23 maggio 2019 viene condannato a 12 anni anche il presunto mandante dei roghi, il campano Giuseppe La Manna, residente a Grassobbio, già titolare di due parcheggi con prezzi particolarmente bassi. Nella requisitoria, il pubblico ministero Raffaella Latorraca lo aveva definito «spregiudicato, assetato di denaro e potere». Nelle motivazioni della sentenza, depositata a fine settembre, così scrivono i giudici: «La Manna aveva la precisa volontà di vendicarsi di quelli che considerava nemici e aveva interesse a farlo proprio in quel momento, l'alta stagione, di redditività dei parcheggi»; L'uomo è definito di «elevatissimo spessore criminale», poiché avrebbe ideato e commissionato i due incendi mentre era ai domiciliari per un'altra vicenda. Anche la difesa di La Manna annuncia ricorso in appello: «Non c'è una prova che sia una, solo indizi. La pena è spropositata», dichiara il difensore. | Grassobbio, Orio al Serio | Roghi auto, in due patteggiano. Cinque anni all'intermediario, L'Eco di Bergamo, 27 marzo 2019; «È lui il mandante dei roghi». 12 anni a ex titolare di parking, L'Eco di Bergamo, 24 maggio 2019; Armando Di Landro, «Assetato di soldi e potere». 12 anni per i roghi ai parking, Corriere della Sera Bergamo, 24 maggio 2019; «Roghi dolosi nei parking. Faremo appello», L'Eco di Bergamo, 25 maggio 2019; «Ordinò i raid nei parcheggi mentre era ai domiciliari», L'Eco di Bergamo, 1 ottobre 2019; Giuliana Ubbiali, «Roghi, il mandante con un elevatissimo spessore criminale», Corriere della Sera Bergamo, 1 ottobre 2019. |
2019 | Tentata estorsione e spari, rinviato a giudizio | Rinviato a giudizio per tentata estorsione e danneggiamento. È la decisione che matura il 16 aprile 2019 nei confronti di Francesco Figliuzzi, imprenditore di origini calabresi residente a Carobbio degli Angeli, accusato di aver chiesto un milione di euro al proprio commercialista nell'ambito di una compravendita immobiliare, esplodendo poi alcuni colpi di pistola contro l'abitazione del commercialista per fargli pressione. Dopo lo sparo sarebbero seguiti anche dei messaggi intimidatori. | Carobbio degli Angeli | Spari alla villa del commercialista. Accusato di tentata estorsione, L'Eco di Bergamo, 17 aprile 2019. |
2019 | Banda delle estorsioni e "metodologia camorristica", le prime condanne | Per l'accusa era una associazione per delinquere finalizzata all'estorsione ai danni di imprenditori dell'hinterland di Bergamo, con un corollario di botte e intimidazioni. Il 13 giugno 2019 uno degli imputati, Marcello Sipione, siciliano residente a Stezzano, patteggia una pena di quattro anni e otto mesi; nell'ambito dello stesso procedimento contro la presunta “banda”, il gup Federica Gaudino dispone il rinvio a giudizio in dibattimento per Rocco Di Lorenzo, ritenuto al vertice del gruppo, Giovanni Cerrone, Gazmend Prenga, mentre Roberto Ianniello e Giovanni Luordo hanno scelto il rito abbreviato. Tutti gli imputati hanno sempre respinto o ridimensionato le accuse. Il 17 settembre 2019 arrivano poi i primi verdetti: condanna a otto anni con rito abbreviato per Roberto Ianniello, origini napoletane e residenza a Bergamo, e sei anni per Giovanni Luordo, residente ad Arcene. Nella requisitoria, il pm Emanuele Marchisio ha parlato di «metodologia camorristica», anche se penalmente non sono mai state contestate aggravanti mafiose. | Stezzano, Arcene, Bergamo | Estorsioni, tre a giudizio. Imputato patteggia 4 anni, L'Eco di Bergamo, 14 giugno 2019; Maddalena Berbenni, La banda delle estorsioni in aula. Il «boss» si ribella alle guardie, Corriere della Sera Bergamo, 14 giugno 2019; Armando Di Landro, «Metodologia camorristica». Armi e estorsioni, le condanne, Corriere della Sera Bergamo, 18 settembre 2019. |
2019 | Imprenditore-usuraio, scatta l'arresto | Un tasso d'interesse di oltre il 50% e un corollario di minacce. È lo sfondo della vicenda che ad agosto 2019 porta all'arresto di un imprenditore bergamasco 50enne del settore meccanico, accusato di usura, e del suo complice albanese, accusato di estorsione. L'imprenditore bergamasco avrebbe prestato alcune migliaia di euro a un imprenditore bresciano in difficoltà economiche, pretendendo tuttavia interessi altissimi. Sarebbero così iniziate pretese e minacce sempre più pressanti, sino alla scelta della vittima di presentare una denuncia. «Voglio sottolineare l'importanza di denunciare sempre questi episodi. Oggi ci sono gli strumenti per intervenire e bisogna usarli, ricordando che questi fenomeni esistono anche nelle nostre province ed è bene parlarne, tutelando chi denuncia», le parole del tenente colonnello Salvatore Russo, comandante della Guardia di finanza di Brescia. Nell'abitazione del presunto usuraio sono stati sequestrati 130 mila euro in contanti e 100 mila euro in gioielli, nascosti in buste per la spesa e pacchetti del caffè. | Bergamo | Tiziano Tista, Usuraio arrestato, in garage gioielli per centomila euro, L'Eco di Bergamo, 4 settembre 2019. |
2019 | Estorsione: tre arresti e quei legami col "boss" | «Mandami 2 mila euro solo per il disturbo, sennò ti metto una bomba a casa». È un'intercettazione che riassume il modus operandi dei protagonisti dell'operazione «Pay to Live», conclusa il 25 novembre 2019 dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Bergamo, con il coordinamento del pm Emanuele Marchisio: al centro, un'estorsione con qualche richiamo al mondo della ‘ndrangheta. Tre le persone portate in carcere: il presunto mandante, Delio Belotti, originario di Villongo e residente a Ponteranica, e gli “esecutori”, i fratelli Francesco e Paolo Romano, di Briatico (Vibo Valentia), nipoti di Pino Romano, ritenuto legato alla ‘ndrangheta e presenza criminale storica a Romano di Lombardia, già in carcere. Secondo l'accusa, Belotti acquista una Porsche Cayenne da un imprenditore di Dalmine, ma la vettura presenterebbe dei problemi, risolti con riparazioni per 15 mila euro; siccome il venditore non intende rimborsare Belotti, Belotti assolda i fratelli Romano, che con modi spicci – minacce e botte, anche in centro Bergamo; c'è anche l'accusa di sequestro di persona – “invitano” a pagare. La vessazione si conclude quando la vittima sceglie di rivolgersi alle forze dell'ordine. | Dalmine, Bergamo, Ponteranica, Romano di Lombardia | Tribunale di Bergamo, Sezione del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Belotti Delio + 2, giudice Federica Gaudino, Rgnr n. 11398/2019, Rggip n. 9477/2019, 15 novembre 2019; «I miei soldi o ti metto una bomba». Estorsione e rapina, tre arrestati, L'Eco di Bergamo, 27 novembre 2019; Fabio Paravisi, Sequestro e botte in centro per farsi pagare un debito. In cella mandante ed esecutori, Corriere della Sera Bergamo, 27 novembre 2019. |
2019 | Dalmine, due automezzi dati alle fiamme | Due furgoni dolosamente dati alle fiamme. Succede la sera dell'11 gennaio 2019 a Dalmine, in via Partigiani (zona Brembo): alcuni testimoni avrebbero visto una persona scappare rapidamente dal luogo del rogo. | Dalmine | Gloria Vitali, Rogo doloso, danni a due mezzi e allarme per le bombole del gas, L'Eco di Bergamo, 13 gennaio 2019. |
2019 | Incendi, spari e minacce: arresto a Osio | Voleva comprare un terreno per ampliare il proprio maneggio, e di fronte al rifiuto ha dato il via a una sequela terrificante di intimidazioni, con incendi dolosi, spari, minacce. Con le accuse di tentate estorsioni continuate, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco, incendi dolosi e atti persecutori, il 5 marzo 2019 finisce in manette Giovanni Oberti, 37enne di Osio Sotto, la cui furia si è abbattuta contro una famiglia proprietaria di un terreno confinante. Molteplici gli episodi: a giugno 2018 le prime minacce, ripetute poi a fine luglio quando sparge benzina sulla falciatrice dei vicini; il 26 agosto 2018 spara due colpi di pistola contro l'abitazione della famiglia “rivale”, il 2 settembre li minaccia con una pistola, il 28 ottobre incendia l'azienda agricola. La famiglia vittima delle angherie di Oberti ha presentato 13 denunce di danneggiamenti e incendi avvenuti tra l'agosto 2008 e il gennaio 2017. | Osio Sotto | Katiuscia Manenti, Incendi e spari. La folle vendetta per i terreni negati, L'Eco di Bergamo, 6 marzo 2019; Lite per un terreno: spari, minacce e incendi dolosi, Corriere della Sera Bergamo, 6 marzo 2019. |
2019 | Predore, due barche in fumo: è "giallo" | C'è l'ombra del dolo sull'incendio che nella notte tra il 29 e il 30 marzo 2019 distrugge due barche ormeggiate al porto Ponecla di Predore: un anno prima, negli stessi luoghi erano andate in fumo altre due imbarcazioni. | Predore | Margary Frassi, Rogo al porto Ponecla. Due barche distrutte. C'è l'ombra del dolo, L'Eco di Bergamo, 31 marzo 2019. |
2019 | Treviglio, rogo sospetto distrugge pizzeria | Sospetto dolo. C'è un'ombra pesante dietro il rogo che nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019 distrugge la pizzeria La Jungla a Treviglio, all'interno del parco Baden Powell. Non è stato trovato l'innesco, ma la struttura è bruciata repentinamente, come se fosse presente un accelerante. Secondo i vigili del fuoco ci sarebbero delle anomalie nella dinamica. «Non abbiamo mai ricevuto minacce e sempre portato avanti con tranquillità la nostra attività», ha dichiarato il titolare. | Treviglio | Patrik Pozzi, Pizzeria in fumo, l'ombra del dolo, L'Eco di Bergamo, 23 dicembre 2019; Fabrizio Boschi, Il rogo della pizzeria: «Mai ricevute minacce». Un precedente 6 anni fa, L'Eco di Bergamo, 24 dicembre 2019. |
2019 | "Mario di Madrid", la partita giudiziaria prosegue | Un iter giudiziario complesso, che si dirama in diversi rivoli. Al centro c'è Pasquale Claudio Locatelli, narcotrafficante di fama mondiale nato ad Almenno San Bartolomeo, soprannominato “Mario di Madrid”. Nel gennaio 2019 emerge la notizia dell'annullamento, per via di un difetto di notifica, di una condanna definitiva a 26 anni per narcotraffico; il broker della droga rimane però ugualmente in carcere per altri processi. Parallelamente prosegue il procedimento per riciclaggio che riguarda il figlio Patrizio, un'inchiesta nata a Napoli e poi trasferita a Bergamo: secondo le accuse, avrebbe reimpiegato in una propria azienda 290 mila euro ricevuti dal padre: il 7 maggio 2019, il gup Vito Di Vita lo rinvia a giudizio; la vicenda, risalente nel tempo, è comunque a rischio prescrizione. | Almenno San Bartolomeo | Armando Di Landro, Mancata notifica, annullata maxi condanna, Corriere della Sera Bergamo, 10 gennaio 2019; Armando Di Landro, «La Lopav spa e altre due aziende usavano i soldi del re dei narco», Corriere della Sera Bergamo, 10 gennaio 2019; Chiesto il processo otto anni dopo l'avvio delle indagini, L'Eco di Bergamo, 10 gennaio 2019; Armando Di Landro, Il processo nullo: coca a tonnellate e fuga pagata un miliardo nel 1989, Corriere della Sera Bergamo, 11 gennaio 2019; Luca Testoni, Locatelli, processo azzerato. Errore di notifica in Spagna, L'Eco di Bergamo, 11 gennaio 2019; Luca Testoni, Mille kg di hashish nel box. 6 anni al narcos di Almenno, L'Eco di Bergamo, 19 marzo 2019; «Denaro dal padre in cella per narcotraffico»: a giudizio, L'Eco di Bergamo, 8 maggio 2019; Luca Testoni, Processo bis a Mario di Madrid. In fumo tutte le intercettazioni, L'Eco di Bergamo, 18 ottobre 2019. |
2019 | Favori in cambio di soldi, nuova bufera in carcere | La bufera era scoppiata inizialmente nel giugno 2018 con l'inchiesta sull'ex direttore Antonino Porcino, ma una nuova burrasca si abbatte sul carcere di Bergamo il 2 aprile 2019: quel giorno scatta un nuovo giro di perquisizioni nella casa circondariale di via Gleno, con la notizia di undici agenti di polizia penitenziaria indagati, oltre a tre dipendenti dell'azienda che consegna i pasti e a un medico. Secondo le accuse degli inquirenti coordinati dal pm Emanuele Marchisio, vi sarebbe stato un “sistema” di favori (per esempio, far entrare dei cellulari nelle celle) in cambio di soldi e tangenti di altra natura, compresi liquori pregiati e orologi. Le ipotesi di reato: spaccio, corruzione, abuso d'ufficio e ricettazione; nel corso del blitz sono stati sequestrati anche 250 grammi di hashish e marijuana. «C'era bisogno di una svolta, ma per puntare sul cambiamento devi estirpare quello che il cambiamento lo ha bloccato», sono le dichiarazioni di Teresa Mazzotta, dal 15 febbraio 2019 direttrice del carcere di Bergamo: «L'obiettivo è lo scardinamento di un sistema che andava avanti da tempo». | Bergamo | Maddalena Berbenni, «I secondini corrotti. Nelle celle arrivavano droga e telefonini», Corriere della Sera Bergamo, 4 aprile 2019; Soldi per cellulari e droga ai detenuti. Altra bufera sul carcere, 15 indagati, L'Eco di Bergamo, 4 aprile 2019; Maddalena Berbenni, Quegli strani spostamenti e la droga entrava nelle celle. Gioielli in una ruota di scorta, Corriere della Sera Bergamo, 5 aprile 2019; Carcere, gioielli in auto e proiettili in casa, L'Eco di Bergamo, 5 aprile 2019; Maddalena Berbenni, «C'era bisogno di una svolta. Gli agenti vogliono legalità», Corriere della Sera Bergamo, 6 aprile 2019;Vittorio Attanà, «In carcere c'era un sistema da scardinare. Ora in atto un processo di cambiamento», L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2019. |
2019 | Permessi di soggiorno "aggiustati", dieci arresti | Il tariffario era preciso e noto, pur caro, e permetteva anche di oliare le pratiche eventualmente più difficili da sbloccare. Andando però oltre i limiti della legge. È quanto ricostruito dalla squadra mobile di Bergamo, che il 6 maggio 2019 conclude un'operazione che sgomina un presunto “sistema” che ruotava attorno all'ottenimento di permessi di soggiorno e altri documenti legati alla cittadinanza: cinque persone finiscono in carcere e altre cinque ai domiciliari, misure cautelari disposte dal gip Ilaria Sanesi e richieste dalla pm Carmen Santoro che ha coordinato le indagini. Le accuse, a vario titolo, parlano di favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, alterazione di documenti al fine di determinare il rilascio di un titolo di soggiorno, corruzione. Al centro dell'inchiesta ci sono le agenzie di pratiche amministrative Pavorè & Dong e Pavorè Agenzia d'Affari, in via Borgo Palazzo 104; la titolare è Leandra Arnaldo Pavorè, 58enne brasiliana, già candidata con Forza Italia alle elezioni comunali di Bergamo, arrestata così come il socio Xiaochao Dong, detto Giovanni, cinese; in carcere anche Andrea Sciortino, agente della polizia locale di Bergamo, mentre un altro collega, Leo Pezzimenti, è ai domiciliari; domiciliari anche per Mattia Cirrone, comandante della polizia locale di Orio al Serio, Saverio De Vuono, segretario comunale di Orio al Serio (già coinvolto nell'inchiesta su Foppolo) e Pierpaolo Perozziello, coadiutore contabile in servizio alla questura di Bergamo. In sintesi, nel corso degli anni circa 80 persone, soprattutto cinesi, si sarebbero rivolti all'agenzia per ottenere un permesso di soggiorno (seimila euro il prezzo richiesto dall'agenzia) o un ricongiungimento familiare (novemila euro): l'agenzia aveva a disposizione una decina di appartamenti che utilizzava come residenza fittizia dei clienti, dopodiché, grazie agli “agganci” nella polizia locale, concordava gli orari delle visite per l'accertamento della residenza; gli immigrati erano fatti arrivare in tempo per l'ispezione, e poi fatti ripartire immediatamente. Una «catena di Sant'Antonio», così viene descritto il sistema nell'ordinanza di custodia cautelare. «L'indagine dimostra che il sistema ha gli anticorpi e che il rispetto delle leggi vale soprattutto per le stesse forze dell'ordine», il commento di Maurizio Auriemma, questore di Bergamo; lo spunto iniziale dell'inchiesta era arrivato infatti dalla segnalazione di un assistente capo dell'Ufficio immigrazione della questura, insospettito dall'atteggiamento di un collega. Mezzo milione di euro il presunto giro d'affari legato all'ottantina di pratiche passate al vaglio dagli inquirenti. Gli indagati respingono gli addebiti, in particolare per quanto riguarda la corruzione. Il 12 settembre 2019 la procura di Bergamo chiede il rinvio a giudizio per gli undici indagati dell'inchiesta, con un totale di 82 capi d'imputazione. | Bergamo, Orio al Serio | Fabio Paravisi, Permessi di soggiorno, mazzette e 10 arrestati, Corriere della Sera Bergamo, 7 maggio 2019; Maddalena Berbenni, Il segretario che mimava le manette, Corriere della Sera Bergamo, 7 maggio 2019; Permessi falsi, 10 arresti. Nei guai 5 pubblici ufficiali, L'Eco di Bergamo, 7 maggio 2019; Al socio: «Saverio è andato due volte in Comune per me», L'Eco di Bergamo, 7 maggio 2019; Il questore: «Abbiamo gli anticorpi contro il malcostume», L'Eco di Bergamo, 7 maggio 2019; Alessandra Loche, Il segretario comunale coinvolto nell'inchiesta di Foppolo, L'Eco di Bergamo, 7 maggio 2019; «Una catena di Sant'Antonio il sistema dei permessi falsi», 8 maggio 2019; «Mai presi soldi dall'agenzia pratiche». Falsi permessi, il vigile nega favori, L'Eco di Bergamo, 10 maggio 2019; Maddalena Berbenni, I cinesi e gli indirizzi fasulli. Il vigile: lo feci come favore ma non ho mai preso soldi, Corriere della Sera Bergamo, 10 maggio 2019; «Il permesso? 11 mila euro». Ecco il tariffario per i cinesi, L'Eco di Bergamo, 11 maggio 2019; Maddalena Berbenni, Tronisti, politici e bustarelle. Le due facce di Leandra, Corriere della Sera Bergamo, 12 maggio 2019; Mazzette per i cinesi: carcere confermato per quattro arrestati. L'impiegato al lavoro, Corriere della Sera Bergamo, 15 maggio 2019; Permessi ai cinesi: «Mai versato soldi per chiedere favori», L'Eco di Bergamo, 15 giugno 2019; Maddalena Berbenni, «Immigrati e bustarelle». In due mesi chiuse le indagini sul «sistema» Pavorè, Corriere della Sera Bergamo, 10 luglio 2019; Soldi per falsi permessi a cinesi. La Procura: vadano a processo, L'Eco di Bergamo, 13 settembre 2019. |
2019 | "Patenti facili", le prime condanne | Nove anni di carcere. È la condanna emessa il 23 maggio 2019 contro Richard Paul Vitti, funzionario della motorizzazione civile di Bergamo accusato di concussione, corruzione, falso e truffa ai danni dello Stato, al centro di una maxioperazione culminata in un giro di arresti nel 2018. Nelle motivazioni della sentenza, depositate ad agosto, il collegio presieduto dal giudice Bianca Maria Bianchi evidenzia come l'esaminatore abbia fatto del proprio ruolo «un uso strumentale al perseguimento di finalità illecite»: ne sarebbe nato un sistema di piccoli favori e mazzette dall'importo contenuto (150-250 euro) per “agevolare” le prove pratiche di guida. «L'importo delle somme pretese e conseguite», si legge nella sentenza contro Vitti, «è modesto e paradossalmente renderebbe ancor più grave il mercimonio della funzione pubblica». Per chi non pagava, l'esame si faceva complicato e a rischio di bocciatura; i fatti risalirebbero al periodo tra fine 2016 e inizio 2017. La difesa di Vitti aveva chiesto l'assoluzione: «Le statistiche sulle bocciature sono in linea con quella degli altri esaminatori», sostiene il legale del funzionario. «Non ho mai rubato, ho sempre fatto solo il mio dovere», ha dichiarato Vitti a margine della pronuncia della sentenza. Il 4 luglio 2019 giungono altre sentenze nell'ambito dell'indagine condotta dal pm Fabrizio Gaverini e dalla polizia stradale di Bergamo: in abbreviato viene condannata una funzionaria (2 anni e 8 mesi, accusata di corruzione), e vengono comminati sei mesi con pena sospesa per tre titolari e dipendenti di autoscuole; assolti gli ingegneri della motorizzazione Giuseppe Panzera e Rosario Miano, la dipendente della motorizzazione Maria Angela Scopelliti e il dipendente di un'autoscuola, Alfredo Mutti. | Bergamo | Maddalena Berbenni, «Esami guida assurdi. Poi Vitti mi disse che dovevo pagare», Corriere della Sera Bergamo, 15 marzo 2019; Maddalena Berbenni, «Spregiudicato per poco denaro. Nove anni e 7 mesi al funzionario», Corriere della Sera Bergamo, 12 aprile 2019; Alessandra Loche, Patenti facili, chiesti 9 anni per il funzionario sotto accusa, L'Eco di Bergamo, 12 aprile 2019; Patenti facili, la difesa: «Assolvete Vitti», L'Eco di Bergamo, 17 maggio 2019; «I numeri non tornano. Assolvete Vitti». Le richieste della difesa, Corriere della Sera Bergamo, 18 maggio 2019; Maddalena Berbenni, Corruzione e truffa. Nove anni al «furbetto» della Motorizzazione, Corriere della Sera Bergamo, 24 maggio 2019; Patenti facili in cambio di soldi e regali. Motorizzazione, 9 anni a esaminatore, L'Eco di Bergamo, 24 maggio 2019; Maddalena Berbenni, Patenti, condannato per i favori: «Pieni di benzina a mia insaputa», Corriere della Sera Bergamo, 26 maggio 2019; Patenti facili, altre 4 condanne. 2 anni e 8 mesi all'esaminatrice, 5 luglio 2019; E il trillo del cellulare smascherò Vitti: fingeva malattia, era negli Usa, L'Eco di Bergamo, 21 agosto 2019; Maddalena Berbenni, «Bresaola e patenti, così la funzionaria si è svenduta con i titolari delle scuole guida», Corriere della Sera Bergamo, 15 ottobre 2019; «Bresaola e gnocchi, regali di cortesia? No, corruzione», L'Eco di Bergamo, 15 ottobre 2019. |
2019 | L'inchiesta che travolge la fiera | Quasi 140 mila euro intascati in nero a partire dal 2006, attraverso falsi rimborsi spese. Peculato. È con questa accusa che il 3 luglio 2019 finisce agli arresti domiciliari Stefano Cristini, direttore tecnico di Promoberg, la società che gestisce la Fiera di Bergamo. L'inchiesta, più larga, condotta dalla Guardia di finanza di Bergamo e coordinata dai sostituti procuratori Emanuele Marchisio e Silvia Marchina, ha un totale di sette indagati, chiamati a rispondere, a vario titolo, di concorso nel peculato e favoreggiamento. Nell'ordinanza che applica le misure cautelari, il gip Federica Gaudino definisce «istrioniche» le giustificazioni avanzate da Cristini di fronte al consiglio d'amministrazione del 30 maggio 2019 in cui si è discusso dei falsi rimborsi. «Chiariremo l'estraneità ai fatti», dichiarano i legali di Cristini, sottolineando peraltro come Promoberg sia un ente privato e non pubblico, e che dunque sia problematico contestare il reato di peculato. Il 27 luglio 2019, il tribunale del riesame di Brescia conferma i domiciliari respingendo il ricorso di Cristini: nelle motivazioni, viene sottolineato come «all'indagato debba essere riconosciuta la qualifica di incaricato di pubblico servizio: non si richiede che l'attività svolta sia direttamente imputabile a un soggetto pubblico, essendo sufficiente che il servizio realizzi finalità pubbliche», come appunto avviene per la fiera; «le ingenti risorse finanziarie» che Cristini avrebbe «drenato all'ente fiera di Bergamo per oltre un decennio» giustificano quindi l'accusa di peculato. Sempre il Riesame definisce quella di Cristini una figura «opaca e inquietante». Cristini ricorre in Cassazione: il 9 ottobre 2019 la suprema corte annulla i domiciliari, rinviando il provvedimento al Riesame affinché si accerti la natura pubblica dei soldi intascati da Cristini. | Bergamo | Armando Di Landro, Gli stipendi raddoppiati: i sospetti e i soldi in nero, Corriere della Sera Bergamo, 4 luglio 2019; Armando Di Landro, «Il direttore incassava da anni falsi rimborsi, Trigona l'ha coperto: non voleva Gori al Cda», Corriere della Sera Bergamo, 4 luglio 2019; Stefano Serpellini, Bufera giudiziaria sulla Fiera: 7 indagati, arrestato il direttore, L'Eco di Bergamo, 4 luglio 2019; Stefano Serpellini, Le scuse «istrioniche»: soldi per la scorta armata a Napoli, L'Eco di Bergamo, 4 luglio 2019; I legali: «Chiariremo l'estraneità ai fatti dei nostri assistiti», L'Eco di Bergamo, 4 luglio 2019; Armando Di Landro, Pulizie e hostess, contratti ai raggi X. In Procura parlano gli imprenditori, Corriere della Sera Bergamo, 5 luglio 2019; Armando Di Landro, Rimborsi nell'armadio blindato. Altri 400 mila euro sospetti, Corriere della Sera Bergamo, 5 luglio 2019; Stefano Serpellini, Nel magazzino «blindato» rimborsi per 400 mila euro, L'Eco di Bergamo, 5 luglio 2019; Armando Di Landro, Cristini, sul conto un milione e mezzo. E di fronte al giudice resta in silenzio, Corriere della Sera Bergamo, 6 luglio 2017; I legali di Cristini: «Ente privato, non ci fu peculato», L'Eco di Bergamo, 24 luglio 2019; Caso Promoberg, il Riesame conferma i domiciliari a Cristini, L'Eco di Bergamo, 28 luglio 2019; Fabio Paravisi, Fiera, no del Riesame al ricorso di Cristini. L'ex direttore rimane ai domiciliari, Corriere della Sera Bergamo, 28 luglio 2019; «Strumentali le dimissioni di Cristini. Può inquinare le prove e ripetere i reati», L'Eco di Bergamo, 1 agosto 2019; Giuliana Ubbiali, «Fiera, finalità pubblica: intascare soldi è peculato. Cristini figura inquietante», Corriere della Sera Bergamo, 1 agosto 2019; Armando Di Landro, Fiera, Cristini torna alla carica con il ricorso in Cassazione. E intanto l'Ascom fa denuncia, Corriere della Sera Bergamo, 10 settembre 2019; Fiera, Cristini fa ricorso in Cassazione. Ascom querela «a tutela degli associati», L'Eco di Bergamo, 10 settembre 2019; Armando Di Landro, Cristini, la Corte annulla i domiciliari. Ma sembra reggere l'accusa di peculato, Corriere della Sera Bergamo, 10 ottobre 2019; Cristini, stop ai domiciliari. Vietati gli incarichi pubblici, L'Eco di Bergamo, 19 ottobre 2019; «Si accerti se Cristini prese soldi pubblici», L'Eco di Bergamo, 5 novembre 2019. |
2019 | Caso Foppolo, le prime condanne | Dopo la bufera degli arresti, la partita del sistema-Foppolo si sposta tutta nelle aule di tribunale, con più puntate. Il 10 settembre 2019 arrivano i primi verdetti. L'imprenditore Giuseppe Montini, bresciano, coinvolto come “ponte” nella presunta tangente versata dall'imprenditore bresciano Sergio Lima all'ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera, patteggia due anni; patteggiamenti anche per l'ex impiegata di Brembo Super Ski (e moglie di Berera) Roberta Valota (accusata di alcuni falsi: 1 anno e 8 mesi con confisca di beni per 230 mila euro), Alberto Boselli (2 anni) ed Elena Zaccarini (8 mesi), ritenuti prestanome di Lima. Anche Lima aveva proposto un patteggiamento di 2 anni e 11 mesi, ma il giudice ha respinto la proposta. Nella stessa occasione, viene invece archiviato il capitolo relativo all'incendio degli impianti di salita del luglio 2016, l'episodio da cui è nata l'inchiesta del pm Gianluigi Dettori che ha scoperchiato il malaffare dell'alta valle. Il 10 dicembre 2019 arrivano le condanne con rito abbreviato: 10 anni e mezzo a Giuseppe Berera (tra i reati “confermati”, bancarotta fraudolenta, truffa, turbativa d'asta, concussione ambientale), 8 anni all'ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo, 3 anni all'ex impiegata comunale Luisa Piredda, 2 anni all'ex segretario comunale Saverio De Vuono, 10 mesi con pena sospesa al consulente bresciano Mauro Bertelli. Berera e Cattaneo sono anche interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e condannati a versare 3,4 milioni di euro alla Regione (Berera anche 4,5 milioni al Comune di Foppolo) e 700 mila euro a Brembo Super Ski. Cade per tutti l'accusa più simbolica, quella dell'associazione a delinquere. De Vuono, Piredda e Bertelli, tramite i propri avvocati, avevano chiesto l'assoluzione. I legali dei due ex sindaci avevano usato una metafora: Berera e Cattaneo sono degli «sprovveduti che si sono fidati di persone più scaltre di loro, come Pinocchio e Lucignolo». «È una pena molto alta, valuteremo l'appello dopo aver letto le motivazioni», dichiara dopo la sentenza Enrico Pelillo, avvocato dei due ex primi cittadini. Vi è poi un ulteriore filone, quello della presunta corruzione (da un milione di euro) attorno al Pgt di Foppolo: il 1° ottobre 2019 la procura di Bergamo chiude le indagini, che vedono coinvolte undici persone in quattro capi d'accusa che spaziano dalla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio sino al millantato credito, alla bancarotta fraudolenta e alle false comunicazioni sociali; sono chiamati a rispondere di corruzione l'ex sindaco Giuseppe Berera, l'ex senatore e assessore provinciale all'Urbanistica Enrico Piccinelli, il costruttore Mauro Regazzoni, l'immobiliarista Battista Vistalli, l'architetto Flavio Papetti, i commercialisti Fulvio e Maria Cristina Boccolini, l'imprenditore Giacomo Martignon. | Foppolo, Valleve, Carona | Maddalena Berbenni, Foppolo, il rogo resta impunito. Niente sconti per il bresciano, Corriere della Sera Bergamo, 11 settembre 2019; Simone Pesce, Foppolo, archiviato l'incendio. E arrivano i primi patteggiamenti, L'Eco di Bergamo, 11 settembre 2019; Maddalena Berbenni, «Quando il senatore se ne andò con le tasche imbottite di banconote», Corriere della Sera Bergamo, 2 ottobre 2019; «Tangente da un milione per il Pgt». L'ex senatore replica: tutto regolare, L'Eco di Bergamo, 2 ottobre 2019; Alessandra Loche, Richiesta di assoluzione per 3 imputati del caso Foppolo, L'Eco di Bergamo, 30 ottobre 2019; Foppolo, il Comune chiede 4,4 milioni all'ex sindaco, L'Eco di Bergamo, 31 ottobre 2019; Maddalena Berbenni, «Gli ex sindaci ricordano Pinocchio e Lucignolo: sprovveduti, non banditi», Corriere della Sera Bergamo, 13 novembre 2019; «I due ex sindaci vittime come Pinocchio e Lucignolo», L'Eco di Bergamo, 13 novembre 2019; Giuliana Ubbiali, Gli intermediari 5 ore dal pm: «Berera ci parlò di Martignon». L'imprenditore: esagerava, Corriere della Sera Bergamo, 26 novembre 2019; Tangente per fare approvare il Pgt 2014: «Berera ci fece il nome di Martignon», L'Eco di Bergamo, 26 novembre 2019; Maddalena Berbenni, Foppolo, stangata agli ex sindaci. Ma non c'è stato nessun «clan», Corriere della Sera Bergamo, 11 dicembre 2019; Simone Pesce, Caso Foppolo, 10 anni e mezzo a Berera. Risarcimenti per più di 9 milioni di euro, L'Eco di Bergamo, 11 dicembre 2019. |
2019 | Frodi fiscali, un omicidio di camorra e i ristoranti sequestrati | Falsi crediti Iva per importi nell'ordine di milioni di euro, indebite compensazioni, bancarotta, autoriciclaggio. E sullo sfondo il mondo della camorra, con un personaggio già condannato per un omicidio legato a questioni di mafia napoletana, e altri nomi finiti già nei guai per un giro di estorsioni in Bergamasca. E c'è di più: un ristorante appena fuori dal centro di Bergamo in cui sarebbero stati riciclati parecchi soldi. Sono i tasselli dell'operazione «Crazy Water» conclusa l'11 gennaio 2019 dalla Guardia di finanza di Bergamo, con tre arresti (gli indagati in tutto sono sette) richiesti dal pm Emanuele Marchisio e disposti dall'ordinanza firmata dal gip Massimiliano Magliacani: in manette finiscono Roberto Ianniello, presunto capo della “banda”, già nei guai per estorsioni nell'hinterland orobico, Maurizio Di Matteo, napoletano già condannato per omicidio, con residenza a Verdello, e Maurizio Perretta, milanese. Gli indagati avrebbero spolpato due società, la Servizi Integrati e la Integra srl, entrambe con sede a Treviglio; in totale, tramite un giro di fatture per operazioni inesistenti, la Servizi Integrati avrebbe accumulato complessivamente un credito sull'Iva di dieci milioni di euro (cifra che è stata sequestrata per equivalente). Sequestrate anche parte delle quote della società Acqua Pazz', che gestiva il ristorante All'Acqua Pazza in via XXIV Maggio a Bergamo, in cui sarebbero state reimpiegate somme di origine illecita. Il 4 marzo 2019, nell'ambito degli sviluppi della stessa indagine, viene sequestrato anche il ristorante La Paranza, nato sulle ceneri dell'Acqua Pazza; sigilli anche sul centro estetico La Maison di Venere, sempre in città. | Bergamo, Verdello, Treviglio, | Armando Di Landro, Il ristorante in via XXIV Maggio aperto da un ex killer della Camorra, Corriere della Sera Bergamo, 15 gennaio 2019; Simone Pesce, «Bancarotta riciclata nel ristorante». Tre in carcere, sequestro da 10 milioni, L'Eco di Bergamo, 15 gennaio 2019; Frode da 10 milioni. Quel filo con la banda «dei napoletani», L'Eco di Bergamo, 16 gennaio 2019; Maddalena Berbenni, Il locale dei campani sotto inchiesta: Rolex, Maserati e fiumi di contanti, Corriere della Sera Bergamo, 19 gennaio 2019; «Quella è gente che comanda». L'ombra dei clan sulla maxi frode, L'Eco di Bergamo, 19 gennaio 2019; Armando Di Landro, «La camorra in città». Dai magheggi fiscali agli appalti a Milano, Corriere della Sera Bergamo, 22 gennaio 2019; Il crac delle società, l'arrestato ammette, Corriere della Sera Bergamo, 9 febbraio 2019; Frode al fisco da 10 milioni: «Mai fatto false fatture», L'Eco di Bergamo, 9 febbraio 2019; Armando Di Landro, «Denaro ripulito dai napoletani». Sequestro anche per «La Paranza», Corriere della Sera Bergamo, 5 marzo 2019; «Autoriciclaggio». Sotto sequestro anche il ristorante, L'Eco di Bergamo, 3 marzo 2019; Armando Di Landro, Dalla Maxwork fino ai ristoranti. Quella rete d'affari a sfondo mafioso, Corriere della Sera Bergamo, 7 marzo 2019; Armando Di Landro, Quel tentato omicidio in auto per le mancate fatture false, Corriere della Sera Bergamo, 21 maggio 2019; Procura di Bergamo, Richiesta di misura cautelare personale e di sequestro preventivo nei confronti di Ianniello Roberto + altri, Rgnr n. 6524/2016, sostituto procuratore Emanuele Marchisio, 28 novembre 2018; Tribunale di Bergamo, Giudice per le indagini preliminari e dell'udienza preliminare, Ordinanza ex art. 292 Cpp nei confronti di Ianniello Roberto + 6, Rgnr n. 6524/2016, Rggip n. 7096/207, giudice Massimiliano Magliacani, 4 gennaio 2019. |
2019 | Le frodi col lavoro somministrato: anche Bergamo nella maxi-inchiesta napoletana | Ci sono anche due persone residenti in Bergamasca tra i destinatari delle misure cautelari eseguite il 26 marzo 2019 nell'ambito di una maxi-operazione della procura di Napoli su un sistema di elusione fiscale attraverso società di lavoro somministrato, in particolare la Alma con sede a Roma: ai domiciliari finiscono anche Florinda Granozio, di Treviglio, ed Edoardo Rinaldi, di Carvico, accusati di associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale. Ma nelle carte dell'inchiesta si fanno anche i nomi della Servizi Integrati, con sede a Verdello, già al centro dell'operazione Crazy Water della procura di Bergamo. Per Alma, la Finanza ha calcolato indebite compensazioni per 57 milioni di euro tra 2015 e 2017. | Verdello,Treviglio, Carvico | Armando Di Landro, Lavoro somministrato, altro maxi buco fiscale. La connection campana, Corriere della Sera Bergamo, 27 marzo 2019. |
2019 | Dalle frodi fiscali alla scorta per il PM | L'inchiesta aveva già vissuto pagine importanti nel 2018, tra cui l'arresto dell'ex direttore dell'Inps di Bergamo Angelo D'Ambrosio, e prosegue anche nel 2019. nell'ambito dell'inchiesta «Pecunia Facilis», su un sofisticato e ampio giro milionario di falsi crediti col fisco, il 22 gennaio 2019 finisce in carcere Stanislao Copia, ex direttore amministrativo del liceo Falcone, poi consulente aziendale e fiscale con studio in passaggio don Seghezzi, in centro Bergamo: Copia è accusato di associazione a delinquere finalizzata a reati fiscali ed è destinatario anche di un sequestro preventivo da 12 milioni di euro tra conti correnti e otto immobili a Bergamo. Copia sarebbe, secondo l'ordinanza firmata dal gip Marina Cavalleri, «un soggetto operante dietro le quinte», «occulto regista», «mai apertamente coinvolto nelle operazioni di indebite compensazioni operate dalle società di consulenza e tuttavia sempre presente e attivamente coinvolto in tali attività». Durante le perquisizioni nella casa di Copia, viene ritrovato anche un dossier dedicato al sostituto procuratore di Bergamo Nicola Preteroti, titolare dell'inchiesta: per questo motivo, al magistrato è assegnato un servizio di sorveglianza dinamica delle forze dell'ordine. Nell'interrogatorio di garanzia Copia respinge le accuse e ricorre al tribunale del riesame di Brescia, che il 20 febbraio 2019 dispone gli arresti domiciliari ma descrive il consulente come un soggetto dotato di una «capacità intimidatoria correlata alla sua superiorità gerarchica». nell'ambito dell'inchiesta «Pecunia Facilis» scattano poi altri sequestri, riconducibili ad altri indagati: il 25 febbraio 2019 vengono messi i sigilli a due immobili a Bergamo in via Sant'Alessandro (ai civici 2 e 8), per un valore complessivo di 1,8 milioni di euro, il 29 marzo 2019 il Riesame di Brescia ne dispone il dissequestro, ma il 6 maggio 2019 la procura di Bergamo dispone un nuovo sequestro. Nel fascicolo, spuntano anche riferimenti a David Rossi, ex responsabile della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena morto suicida in circostanze mai del tutto chiarite il 6 marzo 2013. | Bergamo | Armando Di Landro, «Regista occulto della maxi evasione». In carcere il consulente dai mille volti, Corriere della Sera Bergamo, 23 gennaio 2019; F24, in cella consulente. Aveva un dossier sul pm, L'Eco di Bergamo, 23 gennaio 2019; Simone Pesce, Inchiesta sui falsi F24, la scorta per il pm, L'Eco di Bergamo, 24 gennaio 2019; Falsi F24, il consulente contrattacca: «Quelli fuori vogliono incastrarmi», L'Eco di Bergamo, 25 gennaio 2019; Armando Di Landro, Il consulente resta in cella. «Appunti sospetti», Corriere della Sera Bergamo, 29 gennaio 2019; Armando Di Landro, «Il sistema vi crollerà addosso». I misteri del consulente, Corriere della Sera Bergamo, 1 febbraio 2019; Consulente al Riesame. Il pm: ancora indagini, Corriere della Sera Bergamo, 20 febbraio 2019; Frode dei falsi F24. Il consulente lascia la cella: ai domiciliari, L'Eco di Bergamo, 21 febbraio 2019; Giuliana Ubbiali, Fisco raggirato, il sequestro. Via due case in pieno centro, Corriere della Sera Bergamo, 26 febbraio 2019; Giuliana Ubbiali, «Torbida rete di confidenti. Ma basta carcere per Copia», Corriere della Sera Bergamo, 20 marzo 2019; «Sì ai domiciliari per l'età ma emerge spessore criminale», L'Eco di Bergamo, 20 marzo 2019; Armando Di Landro, Evasione con le coop: «Incontrammo anche David Rossi nella filiale di Mps», Corriere della Sera Bergamo, 23 marzo 2019; Falsi F24, dissequestrata casa in centro: «Non è riconducibile all'indagato»,L'EcodiBergamo,30marzo2019;Falsi F24, sequestrato yacht. E tornano i sigilli alla casa,L'EcodiBergamo,7maggio2019; Falsi F24, restano i sigilli ai gioielli del consulente, L'Eco di Bergamo, 14 maggio 2019; Armando Di Landro, Ex direttore a scuola. Sequestrato tesoretto da mezzo milione, Corriere della Sera Bergamo, 14 maggio 2019; Falsi F24. Via i sigilli allo yacht sequestrato, L'Eco di Bergamo, 22 maggio 2019. |
2019 | La scomparsa di Garatti e l'inchiesta per fatture false | Fatture false per operazioni inesistenti, così da creare passivi fittizi da compensare ed evadere così il fisco, per un milione di euro complessivo. È l'accusa che viene mossa alla Fb srl Production and Assembling of Metallic Structures di Rovetta, al centro di una inchiesta della tenenza della Guardia di finanza di Clusone che il 25 febbraio 2019 porta a sequestri per 153 mila euro; sei le persone indagate, tra cui un socio “storico” di Fabrizio Garatti, scomparso da Costa Volpino nel maggio del 2016 e mai più ritrovato (si indaga per omicidio; Garatti aveva precedenti per traffico di droga, ma la sua scomparsa potrebbe essere legata a un giro d'usura). | Costa Volpino, Clusone | Lo scomparso Garatti e le fatture false del socio, Corriere della sera Bergamo, 27 febbraio 2019; «Fatture false da società cartiere». Sequestrati i conti di azienda meccanica, L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 2019. |
2019 | Il sistema del riciclaggio con le coop, un indagato a Sarnico | Arriva fino alla provincia di Bergamo la maxi-inchiesta «Black Monkey» condotta dai carabinieri di Legnago (Verona), che il 13 marzo 2019 disvela 81 indagati in tutta Italia per un sistema di riciclaggio tra società cooperative, giro d'affari da 75 milioni di euro: tra gli indagati, appunto, c'è anche un 62enne residente a Sarnico, ritenuto il gestore di alcune cartiere. | Sarnico | Disoccupato, con vita di lusso. In manette 62enne di Sarnico, L'Eco di Bergamo, 14 marzo 2019. |
2019 | La coppia di commercialisti e il sistema per frodare il fisco | Frode fiscale. È l'accusa con cui l'8 aprile 2019 finisce agli arresti domiciliari Mihaela Gina, residente a Misano Gera d'Adda, professionista nell'ambito della consulenza fiscale, moglie di Giovanni Barzagò, commercialista già condannato definitivamente a 13 anni e 4 mesi per frode fiscale: secondo le accuse – le indagini sono state svolte dalla Guardia di finanza di Bergamo col coordinamento del pm Antonio Pansa; l'ordinanza è stata firmata dal gip Federica Gaudino – la donna avrebbe architettato, in collaborazione col marito, una frode fiscale da otto milioni di euro, principalmente tramite false fatture. Indagate a piede libero, con accuse tra cui omessa dichiarazione fiscale, indebite compensazioni d'imposta e bancarotta, ci sono altre 17 persone tra professionisti e rappresentanti legali d’impresa. | Misano Gera d'Adda | Fabio Conti, Falsi crediti Iva, maxi frode da 8 milioni. Professionista ai domiciliari: 49 nei guai, L'Eco di Bergamo, 9 aprile 2019; Fabio Paravisi, Marito già in carcere per frode fiscale. Ora moglie agli arresti, Corriere della Sera Bergamo, 9 aprile 2019. |
2019 | Riciclaggio, confische tra Trescore e Cenate Sotto | Il 28 maggio 2019, la guardia di Finanza di Padova esegue un decreto di confisca di beni immobiliari dal valore di circa 300 mila euro tra Trescore Balneario (una villetta e un terreno edificabile) e Cenate Sotto (tre terreni agricoli), riconducibili a un promotore finanziario di Trescore. La confisca avviene nell'ambito dell'indagine «Uanes», coordinata dalla procura di Padova, su una presunta associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale di denaro proveniente da reati tributari. | Trescore Balneario, Cenate Sotto | Riciclaggio, la Gdf confisca Beni per 300 mila euro, L'Eco di Bergamo, 29 maggio 2019. |
2019 | Crac Maxwork, le condanne confermate in cassazione | L'ultima sentenza. Il 20 settembre 2019, la Cassazione chiude il filone principale del caso Maxwork, il crac da 75 milioni di euro della società di lavoro interinale con sede a Bergamo; confermate in sostanza le condanne di appello: 5 anni per Massimiliano Cavaliere, 4 anni e 4 mesi per Giovanni Cottone, 4 anni per Gianpiero Silan, 4 anni per Placido Ilario Sapia, 3 anni e 4 mesi per Paola Stucchi, 3 anni per Giuliana Sassari. Nell'inchiesta erano stati sequestrati diversi immobili che dovrebbero così avviarsi alla confisca. | Bergamo | Maddalena Berbenni, Maxwork, pene confermate. Scattano i maxi risarcimenti, Corriere della Sera Bergamo, 21 settembre 2019; Processo Maxwork. Pene confermate dalla Cassazione, L'Eco di Bergamo, 21 settembre 2019. |
2019 | Bancarotta e riciclaggio: arresti e sequestri per 29 milioni di euro | Un buco da 37 milioni di euro e una società, la Jd Service, ex colosso della ristorazione con 767 dipendenti creditori, trasformata in un “bancomat”. L'8 novembre 2019, la Guardia di finanza di Bergamo conclude l'operazione «Tribe», con accuse di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e false compensazioni: 19 gli indagati – l'inchiesta è stata coordinata dal pm Emanuele Marchisio, l'ordinanza di misure cautelari firmata dal gip Marina Cavalleri – di cui tre in carcere e due ai domiciliari, sequestrati 29 milioni di euro. Il principale indagato è Luca Triberti, con casa in pieno centro Bergamo, ex dominus della Jd Service, che avrebbe ideato un sistema complesso per aggirare il fisco e trarre guadagni importanti: il gip lo definisce scaltro e spregiudicato, di «rilevante caratura delinquenziale». L'inchiesta è nata grazie alla segnalazione del curatore fallimentare della Jd Service, il commercialista Stefano Mecca, scomparso tragicamente il 27 settembre 2019 in seguito a un incidente aereo. | Bergamo | Bancarotta e riciclaggio: 5 arresti, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2019; Il curatore scomparso in aereo fece scattare le indagini, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2019; Maddalena Berbenni, «Società spolpata per arricchirsi». Il caso sollevato dal curatore-pilota, Corriere della Sera Bergamo, 9 novembre 2019; Maddalena Berbenni, Il gip: scaltro e pericoloso. «Voleva comprare il Parco delle Cornelle», Corriere della Sera Bergamo, 9 novembre 2019; «Per l'indagato rischio fuga in Repubblica Dominicana», L'Eco di Bergamo, 10 novembre 2019; Maddalena Berbenni, «Il tesoretto del bancarottiere. Tentò di passare per vittima», Corriere della Sera Bergamo, 10 novembre 2019. |
2019 | Voluntary disclosure "opaca", richiesto il rinvio a giudizio | Nel 2018 era stata la prima inchiesta in tutta Italia nata da una voluntary disclosure. Il 22 novembre 2019 la procura di Bergamo chiude le indagini nei confronti di Carmen Testa, 60enne operaia di Arcene, e chiede il rinvio a giudizio per riciclaggio, false dichiarazioni e falso ideologico: la donna avrebbe infatti riportato in Italia, dalla Svizzera, un importante patrimonio che sarebbe il frutto di una bancarotta fraudolenta messa a segno dal defunto marito. Nel corso delle indagini erano stati sequestrati beni per 9 milioni di euro (il valore della voluntary disclosure); nel dicembre 2019, la Cassazione respinge la richiesta di dissequestro del “tesoretto” presentata dai legali della donna. Nel frattempo, peraltro, la procura di Bergamo aveva chiesto e ottenuto ulteriori “sigilli”, portando il valore totale delle misure a circa 15 milioni di euro. | Arcene | Il tesoretto svizzero dell'operaia. Il pm: «Processo per riciclaggio», L'Eco di Bergamo, 23 novembre 2019; Maddalena Berbenni, L'”operaia” e il tesoretto in Svizzera. Il sequestro sale da 9 a 15 milioni, Corriere della Sera Bergamo, 23 novembre 2019; Tesoretto dell'operaia. Cassazione: no al dissequestro, L'Eco di Bergamo, 6 dicembre 2019. |
2019 | L'ennesimo sistema di frodi: 4 arresti | L'ennesima cricca dedita alle frodi fiscali viene alla luce il 13 dicembre 2019, quando la Guardia di finanza di Bergamo conclude l'operazione «Cash River», coordinata dal pm Nicola Preteroti, con epicentro tra Seriate e il Sebino, che porta all'arresto di quattro persone, tre imprenditori residenti tra le province di Bergamo e Brescia e un avvocato ungherese, ritenuti i principali esponenti di un'associazione a delinquere, transnazionale, dedita all'emissione di fatture per operazioni inesistenti utilizzate da numerose imprese italiane per evadere il fisco. Il valore della frode si aggira sui 16 milioni di euro; complessivamente, gli indagati a piede libero sono una dozzina. Nelle carte è spuntato anche il nome di un malavitoso che partecipò, nel 1990, all'uccisione, a Tradate (Varese), di Roberto Cutolo, figlio di Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata. | Seriate, Sebino | Armando Di Landro, I consigli del killer della Camorra: «I soldi nel doppio fondo dell'auto», Corriere della Sera Bergamo, 14 dicembre 2019; Fatture false grazie al legale ungherese. Quattro in manette, L'Eco di Bergamo, 14 dicembre 2019. |
2019 | Racket dei vestiti usati, depositi a Castelli Calepio e Torre Boldone | Tre euro all'ora per smistare vestiti usati, accatastati in cassonetti installati senza autorizzazione nei pressi di supermercati, recuperati, rivenduti e destinati ad arricchire gli sfruttatori. Era la paga di una trentina di migranti, richiedenti asilo, vessati da una banda che agiva anche in Bergamasca, con due depositi tra Torre Boldone e Castelli Calepio: il 22 gennaio 2019, la squadra mobile di Cremona conclude l'inchiesta contro il racket dei vestiti usati – che sarebbero stati poi rivenduti sul mercato africano, con margini di guadagno significativi – eseguendo sette misure cautelari (tre persone in carcere, due ai domiciliari, tre all'obbligo di firma; altre due persone sono risultate irreperibili) contro persone di nazionalità nordafricana e un italiano, accusati di sfruttamento illecito del lavoro. Un filmato, captato da una telecamera posizionata dagli inquirenti, ha immortalato le immagini di un gruppo di migranti sfruttati a Castelli Calepio, costretti a bere da una pozzanghera per dissetarsi dopo una giornata di sfruttamento. | Torre Boldone, Castelli Calepio | Armando Di Landro, Immigrati pagati 3 euro l'ora per raccogliere abiti usati. Scattano quattro arresti, Corriere della Sera Bergamo, 23 gennaio 2019; Patrik Pozzi, Migranti pagati tre euro l'ora. Stop al racket dei vestiti usati, L'Eco di Bergamo, 23 gennaio 2019. |
2019 | Caporalato, loverese ai domiciliari | Caporalato, cioè sfruttamento illecito della manodopera. È l'accusa con cui il 26 febbraio 2019 finisce agli arresti domiciliari un 44enne residente a Lovere, coinvolto in un'inchiesta della procura di Brescia. Secondo l'accusa, L'uomo, in qualità di consigliere delegato di un'azienda di Passirano (Brescia), reclutava lavoratori stranieri, anche richiedenti asilo, per la raccolta nei campi in condizioni di sfruttamento. La paga oscillava tra i 4 e i 5 euro all'ora, inferiore del 40% a quella stabilita dai contratti vigenti, rileva il gip di Brescia Giulia Costantino. 600 i lavoratori coinvolti nell'inchiesta. | Lovere | Giuseppe Arrighetti, Inchiesta caporalato. Arresti domiciliari per un loverese, L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 2019. |
2019 | Cooperative e manodopera "grigia", indagini chiuse | Indagini chiuse e rinvio a giudizio per reclutamento e utilizzo di manodopera approfittando dello stato di bisogno, estorsione e tentata estorsione. È la decisione arrivata il 13 giugno 2019 nei confronti di Francesco Provenza, di origini siciliane residente a Gorgonzola, presidente del consorzio Italian Service di Inzago, di Gioacchino Talamo, palermitano residente a Treviglio, amministratore delegato della consorziata Clg, e di Salvatore Pace, salernitano residente a Brugherio, collaboratore di Provenza, nell'ambito di un'inchiesta della procura di Bergamo coordinata dal pm Nicola Preteroti. L'indagine, nella quale sarebbero emerse presunte minacce ai lavoratori e irregolarità negli orari e nel pagamento, si collega a un altro fascicolo della Dda di Brescia e riguarda in particolare la Bassa bergamasca. Secondo lo Slai Cobas, «il mondo grigio delle cooperative e dell'intermediazione per recuperare manodopera è diffuso». Gli accusati respingono gli addebiti. | Treviglio | Giuliana Ubbiali, Operai sfruttati, a processo i vertici delle coop, Corriere della Sera Bergamo, 14 giugno 2019 |
2019 | Lavoro nero ed elusione fiscale in Valcalepio, due denunce | Lavoro nero o irregolare per 94 persone. E dunque evasione ed elusione fiscale e contributiva, per un totale di oltre un milione e mezzo di euro. È quanto scoperto, il 27 giugno 2019, al culmine di un'operazione della tenenza di Sarnico della Guardia di Finanza, che ha passato al vaglio undici aziende del territorio, evidenziando un sistema di frode finalizzata all'utilizzo di manodopera. Tra le vicende più rilevanti, quella di un'azienda di pulizie con sede a Castelli Calepio che avrebbe operato dal 2014 senza dichiarazioni fiscali, senza versare imposte e contributi previdenziali e amministrativi: i lavoratori venivano poi messi a disposizione di altre aziende, creando, secondo le accuse, ulteriori “giochi” per eludere le normative e trarre guadagno. Due persone, una residente a Castelli Calepio e l'altra in Brianza, sono state denunciate per somministrazione illecita di manodopera, omessa presentazione della dichiarazione, emissione di fatture false e distruzione di contabilità. | Castelli Calepio | Luca Cuni, Blitz della Finanza in Valcalepio. Scoperti 94 lavoratori irregolari, L'Eco di Bergamo, 28 giugno 2019. |
2019 | Mornico al Serio, caporalato: arresto in flagranza di reato | Indagini chiuse e rinvio a giudizio per reclutamento e utilizzo di manodopera approfittando dello stato di bisogno, estorsione e tentata estorsione. È la decisione arrivata il 13 giugno 2019 nei confronti di Francesco Provenza, di origini siciliane residente a Gorgonzola, presidente del consorzio Italian Service di Inzago, di Gioacchino Talamo, palermitano residente a Treviglio, amministratore delegato della consorziata Clg, e di Salvatore Pace, salernitano residente a Brugherio, collaboratore di Provenza, nell'ambito di un'inchiesta della procura di Bergamo coordinata dal pm Nicola Preteroti. L'indagine, nella quale sarebbero emerse presunte minacce ai lavoratori e irregolarità negli orari e nel pagamento, si collega a un altro fascicolo della Dda di Brescia e riguarda in particolare la Bassa bergamasca. Secondo lo Slai Cobas, «il mondo grigio delle cooperative e dell'intermediazione per recuperare manodopera è diffuso». Gli accusati respingono gli addebiti. | Mornico al Serio | Maddalena Berbenni, «Sfruttavano i lavoratori». Arrestati per caporalato, Corriere Bergamo, 17 dicembre 2019; Maddalena Berbenni, Caporalato, caccia alle aziende «complici». I due fratelli arrestati pagano per riaprire, Corriere della Sera Bergamo, 18 dicembre 2019; Caporalato, fratelli ai domiciliari. Il legale: «Un pasticcio, niente dolo», L'Eco di Bergamo, 18 dicembre 2019 |
2019 | Tangenziale di Orzivecchi, "abnorme uso" di scorie non trattate | Un «impiego sovrabbondante» di scorie, un «abnorme uso», una «rilevantissima mole». Il tutto, attraverso uno «strategico apparato predisposto dall'impresa appaltatrice per dare al transito presso l'impianto di Biancinella del materiale di provenienza delle acciaierie la parvenza di esser stato lavorato. Come confermato, peraltro, dalle dichiarazione di alcuni degli autisti, che avevano riferito di aver portato materiale direttamente dalle acciaierie al cantiere, dunque senza “passare” per l'impianto citato». Sono alcuni stralci eloquenti delle motivazioni – rese note il 2 gennaio 2019 – con cui la corte di cassazione ha condannato definitivamente a sei anni Pierluca Locatelli, imprenditore di Grumello del Monte, accusato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e frode in pubbliche forniture nell'ambito del processo sulla tangenziale di Orzivecchi, arteria stradale nel Bresciano costruita appunto dalla Locatelli, dove sarebbero state interrate scorie di fonderia non opportunamente trattate (accuse simili a quelle avanzate per la Brebemi, il cui processo è ancora in corso). nell'ambito dello stesso procedimento, la suprema corte ha confermato anche le condanne nei confronti di altre cinque persone che collaboravano con Locatelli. Come già sancito dalla corte d'appello di Brescia, nella vicenda non si è evidenziata alcuna «minima presa di coscienza dei pericoli a cui l'ambiente e la salute della collettività è stata esposta». | Grumello del Monte | Cassazione, Sezione III penale, Sentenza sui ricorsi proposti da Rocca Orietta Pace + 5, sent. n. 58448/2018, presidente Luca Ramacci, udienza del 25 ottobre 2018; Giuliana Ubbiali, Orzivecchi, la condanna di Locatelli: «Nessuna minima presa di coscienza dei pericoli per l'ambiente e la salute», Corriere della Sera Bergamo, 2 gennaio 2019. |
2019 | Scorie sotto la Brebemi? Il processo continua | Prosegue in tribunale a Bergamo, con l'ombra però della prescrizione in agguato, il processo per il presunto interramento di scorie nei cantieri della Brebemi gestiti dalla Locatelli, storica impresa edile di Grumello del Monte poi fallita per le indagini giudiziarie che hanno travolto il proprietario, Pierluca Locatelli. Nell'udienza del 14 febbraio 2019, un capocantiere depone in aula: «Scorie proibite? Si trattava di pochi metri cubi subito rimossi». Alcune intercettazioni, tuttavia, disegnerebbero uno scenario diverso. Secondo però il direttore dei lavori del consorzio Bbm, il general contractor della Brebemi, «non era emerso alcun inquinamento nella falda», dunque il materiale era più che adeguato. Nell'udienza del 21 febbraio 2019 è chiamato invece a testimoniare un carabiniere forestale che partecipò alle indagini, spiegando come alcune analisi di laboratorio sarebbero state ritoccate per far risultare regolari i valori: «Nella maggior parte degli 87 fogli di lavoro le indicazioni erano scritte a matita. Nel rapporto di prova del 25.1.11 il valore del cromo è di 20 (sotto la soglia dei 50 stabilita dalla norma), mentre nei fogli di lavoro il picco è di 200. Nel rapporto di prova del 9.2.11 il cromo totale è a 81. Viene rifatto il test e il dato diventa 36. Nel foglio di lavoro dell'11.3.2011 ci sono cancellature in merito al valore del cianuro, che passa da 111 a 5». Secondo l'investigatore, c'era «collusione, accordo» tra il laboratorio e il committente, cioè la Locatelli. Nell'udienza del 24 settembre 2019, i consulenti delle difese contestano i valori dei test eseguiti dagli inquirenti. Nell'udienza del 3 ottobre 2019, Andrea David Oldrati, titolare della Terraverde, società di consulenza cui si appoggiava Locatelli, sostiene che il materiale proveniente dalle acciaierie fosse già lavorato, lo testimonierebbe un documento depositato proprio da Brebemi in procura, e quindi le scorie non erano rifiuti ma materie prime secondarie. Il 15 ottobre 2019 è il turno di Pierluca Locatelli: «Ci ho messo anima, corpo, vita e famiglia. Ci sarà stato un sasso più grosso o più piccolo (riferendosi alla granulometria, ndr) ma non era mia intenzione creare inquinamento. Ho preso sei anni e me li sto facendo con questo peso. Poi quando in carcere mi vengono a trovare e abbraccio i miei figli, io sono con la coscienza tranquilla. I controlli nei cantieri erano costanti. Per le analisi, le scorie non erano pericolose». | Provincia di Bergamo | Armando Di Landro, «Brebemi, da Locatelli materiale più che adeguato», Corriere della Sera Bergamo, 15 febbraio 2019; Scorie proibite? Pochi metri cubi subito rimossi», L'Eco di Bergamo, 15 febbraio 2019; Giuliana Ubbiali, Brebemi, il rebus delle analisi con doppio esito, Corriere della Sera Bergamo, 22 febbraio 2019; «Valori ritoccati in laboratorio. E le scorie diventavano regolari», L'Eco di Bergamo, 22 febbraio 2019; Brebemi e rifiuti: i periti contestano il valore dei test, L'Eco di Bergamo, 25 febbraio 2019; Processo rifiuti, Brebemi: «Noi siamo parte offesa», L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2019; «Quella carta di Brebemi che scagiona Locatelli», Corriere della Sera Bergamo; Alessandra Loche, «Coscienza tranquilla. Mai voluto inquinare». Lo sfogo di Locatelli, L'Eco di Bergamo, 16 ottobre 2019; Maddalena Berbenni, «Ho la coscienza a posto. Per le analisi, le scorie non erano pericolose», Corriere della Sera Bergamo, 16 ottobre 2019. |
2019 | Macerie gestite irregolarmente, tre denunce | Centinaia di metri cubi di macerie edilizie – per la legge, rifiuti speciali – utilizzati in maniera irregolare per realizzare terrapieni e riempimenti. È quanto scoperto il 15 febbraio 2019 dai carabinieri forestali della stazione di Almenno San Salvatore in tre cantieri tra Pontida, Palazzago e Caprino Bergamasco; i militari hanno così denunciato tre piccoli imprenditori di aziende con sede a Calolziocorte, Terno d'Isola e Pontida, elevando multe per 19.500 euro. | Pontida, Palazzago, Caprino Bergamasco, Terno d'Isola, Almenno San Salvatore | Rinaldo Mangili, Scarti nel sottosuolo. Multe per 19.500 euro, L'Eco di Bergamo, 16 febbraio 2019. |
2019 | Fornovo, sequestrato capannone pieno di rifiuti | Un copione ormai noto soprattutto in Lombardia: il capannone di un'azienda in fallimento che si trasforma in un deposito abusivo di rifiuti. È quanto scoperto a Fornovo San Giovanni, nel sito dell'ex C2F lungo la Rivoltana al confine con Mozzanica, dai carabinieri della compagnia di Treviglio e dai forestali di Bergamo il 27 febbraio 2019, al termine di un'ispezione nata da alcune segnalazioni di cittadini. I militari hanno rinvenuto decine di tonnellate di rifiuti chimici speciali, bidoni o cisterne contenenti acido cloridrico, cianuro di sodio, acido solforico, soda caustica, cloro ferrico, ipoclorito di sodio, acetilene, gas. «La pericolosità è stata riscontrata anche nel fatto che da alcuni contenitori colavano dei liquidi che entravano poi a contatto direttamente con il terreno, in un'area di campagna dove sono presenti anche canali e rogge di scolo», ha dichiarato in conferenza stampa il maggiore Davide Onofrio Papasodaro, comandante della compagnia dei carabinieri di Treviglio. Il capannone è stato sequestrato; l'amministratore unico della C2F e il rappresentante della Aspetec, la società proprietaria dell'area che ha rilevato la C2F, sono stati indagati a piede libero per attività di gestione di rifiuti non autorizzata». | Fornovo San Giovanni, Mozzanica | Bidoni di acidi e sostanze tossiche. La fabbrica è una discarica abusiva, Corriere della Sera Bergamo, 8 marzo 2019; Fabio Conti, Tonnellate di rifiuti chimici e pericolosi. Ex ditta sequestrata, L'Eco di Bergamo, 8 marzo 2019. |
2019 | Strozza, ex cava trasformata in discarica abusiva? Chiuse le indagini | 28 indagati. È il “bilancio” che emerge, l'8 aprile 2019, dalla chiusura delle indagini sull'ex cava di Strozza, trasformata, secondo le accuse della direzione distrettuale antimafia di Brescia, in una discarica abusiva. Secondo la ricostruzione dei carabinieri forestali, nell'ex cava sarebbero stati conferiti circa 230 mila metri cubi di materiale senza autorizzazioni e certificazioni, con 12 mila metri cubi con valori di mercurio, zinco, selenio, rame e idrocarburi pesanti oltre i limiti. Tra gli indagati figurano i vertici della società Quarzifera Bergamasca che gestiva la cava e anche due ex sindaci della valle Imagna, Carlo Natali già primo cittadino di Almenno San Salvatore e Ruggero Persico già primo cittadino di Strozza, che respingono fermamente le accuse, oltre ad alcuni tecnici comunali e consulenti. | Strozza, Almenno San Bartolomeo | Tiziano Tista, «Rifiuti nell'ex cava di Strozza». Chiusa l'indagine: 28 indagati, L'Eco di Bergamo, 9 aprile 2019. |
2019 | Caravaggio, altro capannone sequestrato | Ancora un capannone sequestrato. È ciò che scoprono a Caravaggio, nella zona ex Ceramtec, il 9 aprile 2019 gli agenti della polizia locale e i carabinieri della compagnia di Treviglio, individuando un deposito di indumenti usati – ma anche rifiuti – gestito da nordafricani; il materiale sarebbe stato poi spedito all'estero. Nella stessa area, a poche decine di metri, a dicembre 2018 la Guardia di finanza aveva sequestrato 400 tonnellate di rifiuti. | Caravaggio | Pietro Tosca, Rifiuti nei capannoni. Un altro sequestro, Corriere della Sera Bergamo, 11 aprile 2019. |
2019 | Gestione illecita di rifiuti, indagati padre e figlia | Prima era stata indagata la figlia, ora anche il padre, con la medesima accusa di gestione illecita di rifiuti. L'aggiornamento giunge il 12 aprile 2019, nell'ambito di un'operazione dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Firenze, coordinata dalla procura di Prato in collaborazione con i colleghi di Brescia e di Caserta, che ha messo nel mirino anche due persone di origini campane residenti a Bergamo, in via Sant'Orsola: secondo l'accusa, la figlia 19enne sarebbe una prestanome del padre (e di un altro uomo campano) nell'ambito di una società che gestisce un impianto di recupero di rifiuti speciali a Galciana, in provincia di Prato, finito sotto sequestro poiché nel sito sarebbero state stipate, senza alcuna autorizzazione, centinaia di tonnellate di cascami tessili e rifiuti. La società aveva peraltro commerci con gran parte dell'Europa. | Bergamo | Fabio Paravisi, Traffico illecito di rifiuti gestito da una famiglia dal centro di Bergamo, Corriere della Sera Bergamo, 13 aprile 2019; «Gestione illecita di rifiuti». Indagati padre e figlia, L'Eco di Bergamo, 13 aprile 2019. |
2019 | Rogno, incendio in azienda trattamento rifiuti. La pista del dolo | Un rogo violentissimo che impregna l'aria, con rischi per la salute, e manda in fumo cento tonnellate di materiale. E l'ombra del dolo, inquietante soprattutto per il settore in cui opera l'azienda. Nella notte tra il 20 e il 21 aprile 2019, le fiamme distruggono la Valcart di Rogno, società che opera nello smaltimento e nel recupero di rifiuti (ne tratta 60 mila tonnellate l'anno), provocando danni per un milione di euro. Sin dal primo momento, si propende per l'origine dolosa dell'innesco; la procura di Bergamo, tramite la pm Letizia Ruggeri, ha aperto un fascicolo per incendio doloso che poi passerà per competenza alla Direzione distrettuale antimafia di Brescia. «No, mai, non abbiamo mai avuto screzi né problemi con nessuno. La nostra è un'azienda familiare che va avanti da quasi cinquant'anni. I nostri dipendenti per noi sono come una grande famiglia: pensi che abbiamo qui gente da più di trent'anni che ha sempre lavorato per noi», afferma Giacomina Filippi, legale rappresentante della Valcart, azienda fondata nel 1974, escludendo di aver ricevuto minacce. | Rogno | Fabio Paravisi, Il rogo da cento tonnellate nella ditta di raccolta rifiuti. Fascicolo per incendio doloso, Corriere della Sera Bergamo, 23 aprile 2019; Giuseppe Arrighetti, Rogo distrugge la Valcart. C'è l'ombra del dolo, L'Eco di Bergamo, 23 aprile 2019; Giuseppe Arrighetti, «Mai ricevuto minacce: le indagini siano veloci», L'Eco di Bergamo, 23 aprile 2019; Giuseppe Arrighetti, Elisa Riva, Cento tonnellate di rifiuti in fumo. Filmati al vaglio, L'Eco di Bergamo, 24 aprile 2019. |
2019 | Associazione a delinquere e scorie, imprenditori assolti | Il 18 luglio 2019, con rito abbreviato, il tribunale di Brescia assolve sei imprenditori bergamaschi e bresciani accusati di associazione a delinquere finalizzata a reati ambientali: l'indagine della procura di Brescia aveva portato nel 2016 a sei arresti tra Valsabbia Valcamonica, compreso Maurizio Visinoni, di Rogno, titolare dell'omonimo gruppo (condannato però a 8 mesi per gestione non autorizzata di rifiuti); secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli imprenditori non avrebbero gestito correttamente le scorie, non trattandole e anzi reimmettendole illegalmente nel ciclo siderurgico, ma già il tribunale del riesame aveva evidenziato come mancassero i gravi indizi di colpevolezza sia sull'associazione per delinquere sia sul traffico illecito di rifiuti. | Rogno | Traffico di rifiuti a Rogno. Tutti assolti, L'Eco di Bergamo, 19 luglio 2019. |
2019 | Locatelli, scatta l'accusa di associazione a delinquere | Più tasselli sono diventati un mosaico unico, con un’accusa pesante: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di reati in materia ambientale, di frode in pubbliche forniture e di truffa aggravata ai danni di enti pubblici realizzati attraverso il conferimento illecito, in siti pubblici e privati, di ingenti quantitativi di rifiuti. L’inchiesta sulla Locatelli, l’azienda di costruzione di Grumello del Monte, si fa più complessa quando il 25 settembre 2019 viene deciso il rinvio a giudizio per 23 persone, di cui nove accusate del reato associativo. Secondo la ricostruzione dell’accusa, sostenuta dalla pm Claudia Moregola della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, Locatelli attraverso una rete di collaboratori avrebbe dato vita a sistema di smaltimento illecito di rifiuti, DOSSIER 2019 25 interrando scorie non trattate (ma simulando i trattamenti nell’impianto di Biancinella di Calcinate di sua proprietà) in diversi cantieri in cui operava. Nel processo si costituiscono parti civili i comuni di Treviolo, Mornico e Martinengo, mentre è escluso il ministero dell’Ambiente. | Treviolo, Mornico al Serio, Martinengo, Calcinate, Grumello del Monte | Tribunale di Brescia, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Decreto che dispone il giudizio nei confronti di Castelli Vittorio + 22, Rgnr n. 5924/12, Rggip n. 9990/2012, giudice Alessandra Di Fazio, 15 ottobre 2018; Polo scolastico e cava, 23 a processo a sette anni dal sequestro del cantiere, L'Eco di Bergamo, 26 settembre 2019; Armando Di Landro, Locatelli, scatta l'accusa di associazione a delinquere, Corriere della Sera Bergamo, 27 settembre 2019; Tre Comuni parti civili per la gestione dei rifiuti, L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2019; Polo scolastico, il ministero non sarà parte civile, L'Eco di Bergamo, 29 novembre 2019. |
2019 | Calcinate, azienda diventa discarica abusiva | Una discarica abusiva all'interno di un'azienda. È quanto scoprono il 14 ottobre 2019 a Calcinate, lungo la Soncinese, i carabinieri del Noe di Brescia, nell'ambito di un accertamento nei confronti di un'azienda con sede legale a Brescia, specializzata nel settore dell'igiene urbana e nel trattamento di rifiuti. I militari dispongono il sequestro dell'area – 1.500 metri cubi la quantità di rifiuti urbani accatastati nel piazzale, oltre a una ventina di container stracolmi – e denunciano a piede libero per gestione illecita di rifiuti il proprietario della società. | Calcinate | Niall Ferri, Montagne di rifiuti. Scatta il blitz del Noe, L'Eco di Bergamo, 15 ottobre 2019; Niall Ferri, Montagna di rifiuti a Calcinate. sequestro e un denunciato, L'Eco di Bergamo, 18 ottobre 2019. |
2019 | Rogno, il fantoccio "accoltellato" sulla maxi-panchina | Un fantoccio con un coltello infilzato nel petto. È il “messaggio” inquietante che appare il 28 febbraio 2019 a Rogno, durante la campagna elettorale, sulla Big Bench, la maxi-panchina promossa dal sindaco uscente Dario Colossi: secondo il primo cittadino, si tratterebbe di una intimidazione indirizzata nei propri confronti. | Rogno | Giuseppe Arrighetti, Fantoccio «accoltellato». Colossi: un'intimidazione, L'Eco di Bergamo, 1 marzo 2019. |
2019 | Armi, nuovi arresti per i Sallaku | Di nuovo in carcere. L'11 gennaio 2019 scattano ancora le manette per i fratelli Sallaku, famiglia di imprenditori albanesi attivi nel Bresciano ma con interessi anche in Bergamasca: i carabinieri delle compagnie di Clusone e Breno eseguono un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei cinque fratelli (in carcere; due di loro erano già detenuti)e di due donne della famiglia (queste ultime ai domiciliari), sulla scorta dell'operazione «Reticolo» della procura di Brescia che aveva smantellato una presunta rete di spaccio di droga tra Bassa bergamasca,Valcamonica e provincia di Brescia. L'inchiesta stavolta parla di detenzione di armi e della pericolosità dei fratelli. | Provincia di Bergamo | Mara Rodella, Armi illegali. I Sallaku tornano in cella, Corriere della Sera Bergamo, 12 gennaio 2019; Giuseppe Arrighetti, Nuova ordinanza sui Sallaku. Tornano in cella i fratelli, L'Eco di Bergamo, 12 gennaio 2019. |
2019 | Treviolo, Martinengo, Calcinate, Grumello del Monte | Arriva sino a Mornico l'inchiesta della procura di Taranto contro un gruppo accusato di aver organizzato una tratta di donne dall'Europa orientale, poi costrette a prostituirsi sulle strade di diverse parti d'Italia, tra cui anche la zona di Mornico al Serio. Tredici, in totale, gli arresti eseguiti il 15 gennaio 2019, tutti a carico di italiani residenti nel Tarantino. | Mornico | Contro il racket delle lucciole a Mornico 13 arresti, L'Eco di Bergamo, 16 gennaio 2019. |
2019 | Stezzano, tre tonnellate di sigarette di contrabbando | Tre tonnellate di sigarette di contrabbando. È quanto rinvengono il 16 gennaio 2019 gli uomini della compagnia di Treviglio della Guardia di finanza in un capannone di Stezzano, in via Toti. Arrestati due uomini, Artan Budan, residente a Calvenzano, e Giuseppe Bonanno, di Calcinate. Il carico forse era destinato all'estero e avrebbe fruttato circa 600 mila euro. Il gip ha convalidato gli arresti e disposto per entrambi i domiciliari. | Stezzano | Tiziano Tista, Sigarette nascoste dalle bottiglie di birra. Sequestrate 3 tonnellate, due arresti, L'Eco di Bergamo, 19 gennaio 2019; Giuliana Ubbiali, Bionde di contrabbando, due arresti e un giallo, Corriere della Sera Bergamo, 19 gennaio 2019. |
2019 | Sfruttamento prostituzione alla Grumellina, un arresto | Le indagini sullo sfruttamento della prostituzione nella zona di Grumello del Piano, nella periferia di Bergamo, portano a un arresto il 22 gennaio 2019, quando la squadra mobile di Bergamo mette le manette a Costantin Zama, albanese classe 1982 domiciliato a Suisio, già denunciato per sfruttamento della prostituzione da una connazionale. Durante la perquisizione, gli agenti hanno sequestrato anche 18 grammi di cocaina e una pistola scacciacani modificata sino a renderla perfettamente funzionante per proiettili calibro 9. | Bergamo, Suisio | Questura di Bergamo, La Polizia di Stato prosegue l'attività di contrasto al fenomeno della prostituzione ed al traffico di stupefacenti, ed arresta un uomo per detenzione di cocaina e di un'arma clandestina da sparo, comunicato stampa, 23 gennaio 2019; Prostituzione e droga. Albanese arrestato a Suisio, L'Eco di Bergamo, 24 gennaio 2019. |
2019 | Orio, 170 kg di "bionde" di contrabbando: 4 condanne | Un carico pesante bloccato in dogana. Il 3 aprile 2019, nel processo per direttissima, arrivano le condanne per quattro persone (le pene variano tra i 16 e i 18 mesi), ree di aver tentato di contrabbandare 170 chili di sigarette attraverso l'aeroporto di Orio al Serio: gli uomini erano stati bloccati mentre erano in procinto di decollare per Madrid. | Orio al Serio | Contrabbando di sigarette: 4 condanne, L'Eco di Bergamo, 4 aprile 2019. |
2019 | Sequestro Panattoni: fascicolo (ri)aperto e poi archiviato | Indagini riaperte e poi archiviate dopo 46 anni. Il 19 aprile 2019, una svolta incredibile su un “cold case” bergamasco, il rapimento di Mirko Panattoni, datato 1973, il primo bambino sequestrato dai clan nel Nord Italia: emerge la notizia della riapertura delle indagini, con un fascicolo a carico di ignoti aperto dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia. Alla base delle novità ci sarebbe un'impronta digitale del presunto autista della banda, una traccia associata – grazie al lavoro della squadra mobile di Bergamo – a un pregiudicato (incensurato però nel 1973) di 69 anni di origini campane residente in Brianza: tuttavia, il caso viene archiviato per intervenuta prescrizione. | Bergamo | Maddalena Berbenni, Mirko Panattoni. Le indagini riaperte 46 anni dopo il sequestro, Corriere della Sera Bergamo, 19 aprile 2019; Sequestro Panattoni, riaperto il caso. Lui sceglie il silenzio: voglio dimenticare, L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2019; Maddalena Berbenni, Il pm dei giorni del sequestro: «Ci spiazzò la scelta di un bimbo. Ma eravamo sicuri del rilascio», Corriere della Sera Bergamo, 20 aprile 2019; Sequestro Panattoni. Spunta un'impronta del presunto autista, L'Eco di Bergamo, 6 luglio 2019; Maddalena Berbenni, Sequestro Panattoni. Impronta sull'auto porta a un nome. Ma è tutto prescritto, Corriere della Sera Bergamo, 6 luglio 2019; Maddalena Berbenni, Panattoni: «Cercherò la verità in ricordo del mio amato babbo», Corriere della Sera Bergamo, 7 luglio 2019; Maddalena Berbenni, «Quell'ufficiale che voleva il blitz nella via dei misteri», Corriere della Sera Bergamo, 9 luglio 2019. |
2019 | Racket della prostituzione, blitz tra Bergamo e la Romania | Dalla Romania le ragazze erano fatte arrivare in Italia, poi costrette a prostituirsi sulla strada provinciale Francesca, nella Bassa bergamasca. Il 4 giugno 2019 scattano otto arresti tra Italia e Romania, con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione con l'aggravante transnazionale, prostituzione minorile: è l'esito di una indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo e dalla polizia romena, col coordinamento della pm Claudia Moregola della Direzione distrettuale antimafia di Brescia e dell'omologo romeno Iftodi Iulian della Direzione d'inchiesta dei reati di criminalità organizzata e terrorismo. A capo della “banda” ci sarebbe Costantin Munariu, 43enne residente a Bonate Sopra; gli altri arrestati vivono proprio tra Bonate Sopra, Bergamo, Scanzorosciate e Dalmine. Almeno 15 le ragazze finite nella rete del racket: «In 2 anni ho raccolto 400 mila euro in strada, tutti investiti in case in Romania. A me ne hanno lasciati solo 6 mila», ha raccontato una di loro. | Bonate Sopra, Bergamo, Dalmine, Scanzorosciate | Fabio Conti, Sgominato il racket delle nuove schiave sulle strade: 8 fermi, L'Eco di Bergamo, 7 giugno 2019. |
2019 | Prostituzione nigeriana, tre condanne | Avrebbero organizzato, gestito e controllato un giro di prostituzione nigeriana tra Osio, Capriate e Vaprio d'Adda: per questo, il 6 giugno 2019 arrivano tre condanne in primo grado, con rito abbreviato, tutte a quattro anni e quattro mesi di reclusione, nei confronti di Joy Ojo, nigeriana, accusata di aver esercitato anche pressioni psicologiche attraverso riti voodoo, la figlia Love Ogbemuda, e l'italiano Gian Pietro Verna (quest'ultimo ritenuto un semplice accompagnatore o “palo” delle ragazze che si prostituivano in strada). L'inchiesta era stata condotta dalla squadra mobile di Bergamo, col coordinamento del pm Davide Palmieri; alla base, la denuncia di una vittima. «Faremo appello, avevamo avanzato riserve sull'attendibilità della parte offesa e sulla linearità del suo racconto, confidando in un contenimento della pena», ha dichiarato il legale delle due donne condannate. | Osio Sotto, Capriate San Gervasio, Vaprio d'Adda | «Sister joy», prostituzione e riti voodoo. Quattro anni a madre, figlia e fidanzato, L'Eco di Bergamo, 7 giugno 2019. |
2019 | "Lanterne on the road", quattro arresti | «Lanterne on the road». È il nome dell'operazione della squadra mobile di Bergamo, diretta dal vicequestore Salvatore Tognolosi, col coordinamento del pm Gianluigi Dettori, che il 2 luglio 2019 porta all'arresto di tre cittadini romeni e di un albanese, accusati di aver gestito un giro di prostituzione – una trentina le ragazze-vittime, quasi tutte romene – prevalentemente lungo l'ex Statale 525, tra Ciserano, Boltiere, Osio Sotto e Sopra, ma anche Dalmine e Valbrembo; l'inchiesta vede anche alcuni italiani indagati a piede libero, accusati di fare da autisti delle prostitute per conto della “banda” | Ciserano, Boltiere, Osio Sotto, Osio Sopra, Dalmine, Valbrembo | Questura di Bergamo, Operazione Lanterne on the road, comunicato stampa, 2 luglio 2019; Prostitute e piazzole, smantellata la banda, Corriere della Sera Bergamo, 3 luglio 2019; Fabio Conti, Racket piazzole sull'ex 525. «A sera 250 euro»: 4 arresti, L'Eco di Bergamo, 3 luglio 2019. |
2019 | Duplice omicidio per il controllo della prostituzione, arrestato dopo 21 anni | Una latitanza durata 21 anni; sullo sfondo, il controllo del racket della prostituzione lungo l'ex Statale 525. Il 4 luglio 2019, in Albania viene catturato Sokol Tace, ricercato dal 1998 perché ritenuto responsabile, insieme al complice Almir Haruni, del duplice omicidio dei fratelli Astrit e Flamur Kolaveri, uccisi a colpi di pistola fuori dal bar Smile di Osio Sotto. Nel dicembre 2019, Tace è estradato in Italia. | Osio Sotto | Giuliano Ubbiali, Il duplice omicidio e il nome cambiato. Preso dopo 21 anni, Corriere della Sera Bergamo, 5 luglio 2019; Fabio Conti, Fratelli uccisi al bar, svolta dopo 20 anni. Le impronte inchiodano l'altro complice, L'Eco di Bergamo, 5 luglio 2019; Giuliana Ubbiali, Duplice omicidio. Sarà processato dopo ventidue anni, Corriere della Sera Bergamo, 6 dicembre 2019; Fratelli uccisi al bar: estradato dopo 21 anni, L'Eco di Bergamo, 6 dicembre 2019. |
2019 | Scanzorosciate, sequestrata villetta del capo ultrà milanista | Arrivano fino a Scanzorosciate le indagini su Luca Lucci, 38enne milanese a capo della Curva Sud del Milan. Il 26 luglio 2019 viene sequestrata una sua villetta a tre piani in via Verdi, su provvedimento del tribunale di Milano, sezione misure di prevenzione: secondo l'accusa (le indagini sono coordinate dalla squadra mobile di Milano), sarebbe stata acquistata con proventi illeciti, tra cui un presunto traffico di droga. La villa è intestata alla moglie di Lucci, bergamasca. In totale, i sequestri contro Lucci ammontano a un milione di euro. | Scanzorosciate | «Comprata coi soldi della droga». Sequestrata villa di ultrà milanista, L'Eco di Bergamo, 27 giugno 2019. |
2019 | La scomparsa e quella montagna di soldi. Caso archiviato | Un caso irrisolto. È quello di Fabrizio Garatti, scomparso il 26 maggio 2016 a Costa Volpino. L'uomo era stato coinvolto negli anni precedenti in un importante traffico internazionale di droga; durante le indagini legate alla scomparsa, i carabinieri ritrovano nell'abitazione del padre un milione e 200 mila euro in contanti, poi altri 265 mila euro in banconote, possibile provento di un giro di usura avviato dallo stesso scomparso. Dopo aver battuto diverse piste, però, il 20 settembre 2019 la procura di Bergamo richiede l'archiviazione del fascicolo per omicidio. | Costa Volpino | Giuliana Ubbiali, Quel milione nel pollaio, gli amici e i traffici loschi. Il cold case del «Biscio», Corriere della Sera Bergamo, 21 settembre 2019. |
2019 | Gli appartamenti sequestrati agli sfruttatori | Sequestri per 350 mila euro. A tanto ammontano le misure eseguite il 20 settembre 2019 dai carabinieri di Bergamo, nell'ambito del secondo “round” di un'operazione contro un giro di prostituzione gestito prevalentemente da romeni. Sotto sigilli finiscono un appartamento in viale Lombardia a Seriate e un altro (con giardino e box) in via Sant'Agostino a Bonate Sopra. Il decreto di sequestro preventivo è firmato dalla pm Claudia Moregola della Dda di Brescia. Qualora si arrivasse alla confisca, l'intenzione è di utilizzare gli appartamenti come alloggi per carabinieri. | Bonate Sopra, Seriate | Ville e conti correnti sequestrati al racket della prostituzione, L'Eco di Bergamo, 21 settembre 2019; Il futuro degli immobili? Alloggi di servizio per l'Arma, L'Eco di Bergamo, 21 settembre 2019; Fabio Paravisi, Le case dei trafficanti di ragazze saranno alloggi per i carabinieri, Corriere della Sera Bergamo, 21 settembre 2019. |
2019 | Denuncia lo sfruttamento: scattano quattro arresti | La sua schiavitù era iniziata con un giuramento di fedeltà all'organizzazione e al rito juju. Aveva 17 anni ed era stata costretta a prostituirsi su una strada di Baranzate, nel Milanese. Dopo cinque anni ha trovato la forza per denunciare, rivolgendosi ai carabinieri di Bergamo, facendo arrestare i propri aguzzini. Così, il 28 ottobre 2019 scattano quattro arresti, tutti contro cittadini nigeriani: Joy Ofoha, 28enne di Inveruno (Milano), la maman, il compagno Osas Michael Oronsaye, 36enne, la sorella di lui Joy Ogiamien e Beauty Joh, residente a Torino. | Bergamo | Maddalena Berbenni, Il rito, poi la strada. Quattro in carcere per prostituzione, Corriere della Sera Bergamo, 29 ottobre 2019; Scappa dagli aguzzini a Bergamo e fa arrestare quattro nigeriani, L'Eco di Bergamo, 29 ottobre 2019. |
2019 | "Raccolta d'armi da guerra": chiesti quasi vent'anni | 19 anni e 10 mesi. A tanto ammontano le richieste avanzate il 26 novembre 2019 dal pm Emanuele Marchisio nei confronti di cinque persone imputate, di fronte al tribunale di Bergamo, per un presunto imponente giro di armi da guerra: pezzi di artiglieria, pistole e mitragliette conservate tra un appartamento alla Malpensata, un cascinale a Nembro e un box a Grumello del Piano. Le difese chiedono l'assoluzione: si sarebbe trattato di collezionismo. | Nembro, Bergamo, Grumello del Piano | Alessandra Loche, Il pm: «Raccolta d'armi da guerra». Per i 5 imputati chiesti 19 anni e 10 mesi, L'Eco di Bergamo, 27 novembre 2019; Armi, chiesti 6 anni per l'autista dell'Atb, Corriere della Sera Bergamo, 27 novembre 2019. |
2019 | Il duplice omicidio di Bariano, una storia di droga: due ergastoli | Sembrava essere un omicidio per il controllo di una piazza di spaccio, invece lo scenario finale racconta una storia di disperazione e violenza. Il 6 dicembre 2019 vengono emesse le condanne di primo grado, con rito abbreviato, per il duplice omicidio avvenuto a Bariano, nel parco Tanganì, il 20 luglio 2017, quando vennero uccisi a colpi di pistola i pusher marocchini Nabil El Karfi e Abdenassar El Moursali. La sentenza infligge l'ergastolo ai due killer, Manuele Ferrari, di Ghisalba, e Gianluca Forlanelli, di Mornico al Serio; l'accusa aveva chiesto pene inferiori rispetto a quanto poi stabilito dal gup Massimiliano Magliacani. La dinamica del duplice delitto sarebbe quella di una rapina a mano armata per droga finita tragicamente. Le difese hanno annunciato appello. | Mornico, Bariano | Armando Di Landro, I pusher uccisi in riva al Serio. C'è l'ergastolo per i due amici, Corriere della Sera Bergamo, 7 dicembre 2019; Uccisero due giovani per duemila euro. Ergastolo ai killer del parco Tanganì, L'Eco di Bergamo, 7 dicembre 2019. |
2019 | Traffico di esseri umani, arresti in bergamasca | Scattano tre fermi anche a Bergamo il 10 dicembre 2019 nell'ambito di un'inchiesta della squadra mobile di Torino e della polizia di frontiera francese – col supporto di Europol – volta a sgominare una presunta banda dedita al traffico di esseri umani; in totale, sono eseguiti otto fermi di indiziato di delitto e due mandati di arresto in Italia e un ulteriore arresto in Francia. Un giro d'affari milionario che conduceva persone dal Pakistan, dall'India o dal Bangladesh all'Italia: dopo un passaggio in alcuni appartamenti “sicuri” tra Torino e Seriate, i migranti venivano accompagnati in Francia o in Spagna, in condizioni disumane su furgoni e auto. L'organizzazione avrebbe utilizzato anche minacce e violenza contro le persone vessate da questo traffico illegale, affinché non rivelassero ad alcuno l'esistenza del sistema criminale. | Seriate, Bergamo | Migranti clandestini dall'Asia. Smantellata banda criminale, L'Eco di Bergamo, 11 dicembre 2019. |
2019 | Il ritorno dell'eroina, l'ascesa dei clan albanesi | Un ritorno ormai consolidato. È quello dell'eroina in Bergamasca, droga che oggi fa di nuovo breccia tra i giovanissimi, complice il prezzo basso. Secondo le stime pubblicate dal Corriere della Sera Bergamo il 7 gennaio 2019, basate sullo studio Espad promosso da Ats Bergamo, sono 220 i ragazzi bergamaschi tra i 15 e i 19 anni che usano spesso eroina. E la piaga sociale si lega al fenomeno criminale, che vede un ruolo sempre più forte dei gruppi albanesi: «Anche noi abbiamo verificato il ritorno del consumo di eroina – spiega il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri, al Corriere della Sera di Bergamo: oggi costa un terzo o anche meno della cocaina, e la pratica di inalarla ha un aspetto psicologico che ha favorito l'incremento della domanda. I livelli sono quattro: il consumatore, il pusher, il distributore e il grosso trafficante internazionale. In provincia di Bergamo il mercato è nelle mani dei distributori albanesi che hanno una buona rete sul territorio, rapporti diretti con le organizzazioni straniere e non hanno contrasto dalla criminalità italiana. A differenza di Milano dove invece predomina la ‘ndrangheta. La criminalità organizzata si diffonde su un territorio a partire dalla presenza di personalità di spicco. A Bergamo non ci sono e lo straniero ha preso il sopravvento». | Provincia di Bergamo | Fabio Paravisi, Torna l'allarme eroina per i più giovani con prezzi bassi e senza la paura dell'ago, Corriere della Sera Bergamo, 7 gennaio 2019; Fabio Paravisi, «Mercato della droga dominato dagli albanesi, bisogna alzare il livello dell'azione», Corriere della Sera Bergamo, 7 gennaio 2019. |
2019 | Mafie e corruzione, la "fotografia" di carabinieri e procure | «La presenza di soggetti facenti capo ad associazioni malavitose nazionali e transnazionali nel territorio della provincia di Bergamo è acclarata da numerose indagini svolte negli ultimi anni. Da tempo si registra una nutrita presenza di soggetti riferibili all'area calabrese, mentre, per quanto riguarda la criminalità transnazionale, è stata censita una massiccia presenza di gruppi di nazionalità albanese, maghrebina, romena e in minor numero nigeriana, ognuno dei quali inserito in ambiti criminali ben precisi. L'analisi dei reati “spia” (estorsioni, incendi, ndr) e il monitoraggio dei soggetti di origine calabrese con precedenti specifici o comunque con legami parentali/ambientali a cosche di ‘ndrangheta non hanno permesso di delineare nella provincia una chiara suddivisione territoriale come invece accade nelle province di Milano, Monza, Pavia, Varese, Lecco e Como, dove è stata mappata la presenza di “locali” e ‘ndrine con una struttura sovraordinata denominata “Camera di controllo Lombardia”». È la “panoramica” che i carabinieri del comando provinciale di Bergamo condensano nell'informativa inserita dal procuratore di Bergamo Walter Mapelli nella relazione presentata per l'inaugurazione del nuovo anno giudiziario, il 26 gennaio 2019 a Brescia. Nell'occasione, vengono presentati parecchi indicatori, tra cui i 67 milioni di euro di sequestri ottenuti dalla procura di Bergamo. Una parte importante della relazione del procuratore Mapelli è dedicata poi alla corruzione: «Il numero e la complessità delle citate inchiesta (Foppolo, l'ex direttore dell'Inps, l'ex direttore del carcere, la motorizzazione civile, ndr) dimostra che anche il territorio bergamasco non è alieno da fenomeni corruttivi diffusi e protratti nel tempo». Un passaggio interessante lo offre anche Pier Luigi Maria Dell'Osso, procuratore generale di Brescia, nel paragrafo della propria relazione dedicato al circondario di Brescia: «Sono stati rilevati importanti contatti tra soggetti calabresi, impiegati in incarichi strategici nelle amministrazioni comunali e pregiudicati, legati a famiglie criminali calabresi, allo scopo di favorire il conseguimento di autorizzazioni, permessi o l'assegnazione di appalti». | Provincia di Bergamo | Stefano Serpellini, Reati finanziari. Sigilli della Procura su 67 milioni di euro, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2019; Stefano Serpellini, Le mafie in Bergamasca non si spartiscono il territorio, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2019; Giuliana Ubbiali, Corruzione. Inchieste, il nuovo corso, Corriere della Sera Bergamo, 27 gennaio 2019; Giuliana Ubbiali, Ancora più sequestri: 26 milioni di euro. «E in cassa già altri 40», Corriere della Sera Bergamo, 27 gennaio 2019; Corte di appello di Brescia, Anno giudiziario 2019, assemblea generale, 26 gennaio 2019. |
2019 | Carabinieri forestali, attenzione sulla gestione dei rifiuti | 742 illeciti rilevati, di cui 158 per violazioni penali che hanno portato alla denuncia di 185 persone; e poi ancora 31 sequestri penali e 584 illeciti amministrativi. Sono i numeri del bilancio 2018 dei carabinieri forestali di Bergamo, presentato il 14 febbraio 2019: tra i temi più “caldi”, la gestione irregolare dei rifiuti, soprattutto da parte delle aziende edili, con 54 reati e 77 denunciate su questo versante. | Provincia di Bergamo | Fabio Paravisi, Forestali, nel mirino rifiuti delle imprese e discariche abusive, Corriere della Sera Bergamo, 15 febbraio 2019; Rinaldo Mangili, Lotta all'abusivismo e bracconaggio. Sanzioni per oltre 600 mila euro, L'Eco di Bergamo, 15 febbraio 2019. |
2019 | Il procuratore nazionale antimafia: "inutile negarlo, la mafia c'è anche a Bergamo" | «Inutile negarlo, la mafia c'è anche a Bergamo ed è al servizio di certi imprenditori locali. Anzi, spesso sono gli stessi bergamaschi a cercare le prestazioni malavitose dei calabresi, al fine di rientrare da posizioni creditorie verso terzi, nella piena consapevolezza della loro condotta mafiosa e violenta». Sono le parole di Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia, a margine della conferenza stampa che l'11 marzo 2019 svela i risultati dell'operazione Papa contro la ‘ndrangheta in Bergamasca. | Provincia di Bergamo | Mauro Paloschi, Il procuratore nazionale: “A Bergamo la mafia c'è, se ne servono alcune imprese”, BergamoNews, 12 marzo 2019. |
2019 | "Traffico di rifiuti, serve collaborazione dei cittadini" | «Contrastare il crimine organizzato non è solo compito di magistrati e polizia. Se pensassimo così avremmo già perso in partenza. Abbiamo scoperto decine di capannoni utilizzati come luoghi di stoccaggio. Per arrivare a stoccare così tanti rifiuti ci sarà stato, giorno dopo giorno, un via vai di camion. Possibile che nessuno abbia visto nulla? Se notate in paese movimenti sospetti, segnalatelo alle forze dell'ordine». Sono le parole di Alessandra Dolci, procuratore aggiunto di Milano a capo della locale direzione distrettuale antimafia, pronunciate il 18 marzo 2019 durante un incontro organizzato dal Centro salesiano don Bosco e dal comune di Treviglio. Il magistrato si è soffermato in particolare sugli illeciti di rifiuti, citando come esempio il recente sequestro di quattro capannoni a Caravaggio. | Treviglio, Caravaggio | Patrik Pozzi, «Se c'è indifferenza la criminalità cresce e mette le sue radici», L'Eco di Bergamo, 19 marzo 2019. |
2019 | Quei soggetti in affari con la criminalità organizzata | «Dove ci sono i soldi ci sono soggetti che cercano di farli. Per fortuna qui c'è una Guardia di finanza molto attiva capace di governare i flussi. Ma per ora sono emersi solo soggetti che con la criminalità organizzata facevano soltanto affari». È un passaggio dell'intervista “di saluto”, apparsa sul Corriere della Sera Bergamo del 23 marzo 2019, di Girolamo Fabiano, questore di Bergamo dal 2015 al marzo 2019, passato a dirigere il Compartimento della polizia ferroviaria per la Lombardia, a Milano. | Provincia di Bergamo | Fabio Paravisi, Il questore saluta: sul delitto Roveri si lavora ancora, Corriere della Sera Bergamo, 23 marzo 2019. |
2019 | "Bergamo, flusso di affari importante" | «Bergamo è una realtà importante, con un territorio esteso e un certo flusso di affari che va tenuto assolutamente in considerazione». Con queste parole, apparse sul Corriere della Sera Bergamo il 27 marzo 2019, si presenta Maurizio Auriemma, nuovo questore di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Armando Di Landro, Il nuovo questore: qui flusso d'affari rilevante, Corriere della Sera Bergamo, 27 marzo 2019. |
2019 | Riciclaggio, 250 possibili operazioni sospette dei clan | 1.571 transazioni opache. È quanto registrato della Banca d'Italia nella bergamasca durante il 2018, secondo gli ultimi dati sulle segnalazioni di operazioni sospette in materia di riciclaggio (Sos) pubblicati a marzo 2019. Il dato è stabile rispetto al 2017, quando furono 1.562. Di queste operazioni, proiettando su Bergamo i dati regionali della Dia, circa 250 potrebbero essere riconducibili a organizzazioni mafiose. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Mafie, 250 operazioni sospette all'anno, L'Eco di Bergamo, 17 marzo 2019. |
2019 | Gli imprenditori bergamaschi e il "brand mafia" | «Abbiamo disarticolato organizzazioni appartenenti alla ‘ndrangheta e contigue alla camorra, dedite alle estorsioni e ad altri reati ai danni di imprenditori bergamaschi. Il meccanismo è subdolo: con grande facilità riescono a infiltrarsi in questi nostri ricchi territori, ma mi preme evidenziare quanto spregiudicati imprenditori bergamaschi abbiano voluto usare l'immagine del brand criminale per poter ottenere la rapida riscossione di crediti. Reati ambientali? Un fenomeno che teniamo monitorato costantemente, grazie all'apporto dei carabinieri forestali: abbiamo individuato siti di stoccaggio clandestini e capannoni che sono stati oggetto di controlli e sequestri». Sono le parole del colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri, riportate da L'Eco di Bergamo il 6 giugno 2019, a margine del bilancio annuale delle attività dell'Arma in Bergamasca. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, «Per prevenire, dobbiamo ascoltare», L'Eco di Bergamo, 6 giugno 2019. |
2019 | Criminalità economico-finanziaria, il bilancio della GdF | 220 milioni di imposte evase e 158 evasori totali scoperti. 33 indagini in materia di criminalità economica finanziaria, con 17 milioni sequestrati. Sono alcuni dei dati che emergono dal bilancio annuale del comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo, presentato il 24 giugno 2019. «Le novità introdotte nel codice antimafia ci consentono di andare ad aggredire i patrimoni di soggetti ritenuti pericolosi anche da un punto di vista economico-finanziario. Soggetti con precedenti o denunce per reati fiscali di cui si ritiene che i beni siano frutto delle attività illecite», dichiara il colonnello Mario Salerno, comandante provinciale delle Fiamme gialle. | Provincia di Bergamo | Maddalena Berbenni, Gli evasori? Pericolosi. Chiesti 15 milioni di euro di sequestri preventivi, Corriere della Sera Bergamo, 25 giugno 2019; Fabio Conti, Frodi, exploit di sequestri. Scovati 158 evasori totali, L'Eco di Bergamo, 25 giugno 2019. |
2019 | Illeciti ambientali, Bergamo sul triste podio lombardo | Primati non certo invidiabili. Sono quelli della provincia di Bergamo nel campo degli illeciti ambientali: l'ultimo dossier Ecomafie realizzato da Legambiente, presentato il 4 luglio 2019 e riferito ai dati del 2018, racconta di 102 denunce in Bergamasca (prima provincia lombarda) per illeciti nel ciclo dei rifiuti e 62 infrazioni (seconda provincia lombarda, a pari di Pavia). «La nostra regione si conferma uno dei centri pulsanti dell'economia e della finanza nazionale all'interno della quale però le famiglie mafiose, dopo essersi infiltrate, hanno proseguito una vera colonizzazione d'interi settori economici», rimarca Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. | Provincia di Bergamo | Giuseppe Arrighetti, Rifiuti, cemento e animali. A Bergamo il brutto podio dei delitti ambientali, L'Eco di Bergamo, 5 luglio 2019. |
2019 | Droga, focus su Bergamo | 395 chili di droga. È il bilancio dei sequestri di droga messi a segno dalle forze dell'ordine in Bergamasca durante il 2018, in netto calo rispetto ai 622 del 2017. Nel 2018, in totale, si sono contate 233 operazioni antidroga in terra orobica, per un totale di 343 persone denunciate; nel dettaglio, “intercettati” 186,9 kg di hashish, 164,48 di marijuana, 22,97 di cocaina e 17,46 di eroina. Sono i numeri “certificati” dalla relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) del Viminale presentata a luglio 2019. «Il dato certo è che sul territorio aumenta l'uso di stupefacenti, con un ritorno consolidato di droghe che sembravano andate nel dimenticato», afferma il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri. Sotto la lente c'è anche l'aeroporto: «È in corso un'attività importante di monitoraggio e di collaborazione con il Comando generale, in particolare col II Reparto che si occupa di coordinamento informativo e relazioni internazionali, e la Dcsa: si studiano rotte e comportamenti e vi è uno scambio di informazioni a livello nazionale e internazionale tra le forze dell'ordine che presidiano gli scali aeroportuali», spiega il colonnello Mario Salerno, comandante provinciale della Guardia di finanza. «È già da diversi anni che la circolazione dell'eroina è tornata su livelli alti. Perché? Non esiste una spiegazione univoca, ma intreccia più fattori: sicuramente incide il prezzo, più basso rispetto a quello della cocaina, benché anche i prezzi della cocaina siano scesi rendendola più accessibile», commenta il vicequestore Salvatore Tognolosi, dirigente della squadra mobile della questura di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Lotta allo spaccio. Sequestrato un chilo di droga al giorno, L'Eco di Bergamo, 1 agosto 2019. |
2018 | "'Ndranghetista di Calvenzano": condanna definitiva | Uno 'ndranghetista di seconda generazione. Il 30 gennaio 2018 viene portato in carcere Vincenzo Cotroneo, nato a Treviglio nel 1973 e residente a Calvenzano, origini calabresi, condannato definitivamente a 6 anni e 10 mesi per associazione mafiosa finalizzata all'usura, all'estorsione e all'esercizio abusivo del credito. Cotroneo era stato coinvolto nell'operazione Seveso condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano: gli inquirenti avevano scoperto appunto a Seveso una vera e propria banca (ovviamente illegale) messa in piedi dalla 'ndrangheta, sotto la guida del boss Pino Pensabene, co-reggente della locale di Desio. In anni precedenti alla condanna, Cotroneo aveva gestito il centralissimo bar Impero a Treviglio, in via XXV Aprile (che ha poi cambiato nome e gestione). | Calvenzano, Treviglio | Corte di Cassazione, Sezione V penale, Sentenza n. 3019/2018, presidente Paolo Antonio Bruno, 29 settembre 2017; Armando Di Landro, 'Ndrangheta 2.0. Condanna definitiva per l'imprenditore cresciuto a Treviglio, Corriere della Sera - Bergamo, 1 febbraio 2018; 'Ndrangheta. Condanna definitiva per Cotroneo, L'Eco di Bergamo, 1 febbraio 2018. |
2018 | Albano, revocata confisca per 'ndrangheta | Confisca revocata. Il 7 marzo 2018, la Corte di cassazione annulla la confisca di un appartamento ad Albano Sant'Alessandro, in via Schiavi, ritenuto riconducibile a Francesco Mercuri, accusato di essere un riferimento in Bergamasca di Umberto Bellocco, nome di spicco dell'omonima cosca di 'ndrangheta originaria di Rosarno (attiva anche in provincia di Bergamo). Mercuri era stato condannato a nove anni in appello nel processo seguito alle inchieste “Tramonto”, “Blue call” e “Vento del Nord”. La confisca è stata annullata in quanto secondo la Suprema corte era venuta meno la pericolosità sociale di Mercuri. | Albano Sant'Alessandro | Revocati i sigilli alla presunta casa della cosca Bellocco, L'Eco di Bergamo, 21 marzo 2018; Cassazione, Sezione I penale, Sentenza n. 12563/2018, udienza 7 marzo 2018, presidente Novik Adet Toni. |
2018 | Armi, Pino Romano arrestato (e poi liberato) | Pistole. E un passato vicino ai clan. L'8 marzo 2018 finisce ancora in manette Giuseppe “Pino” Romano, calabrese residente da decenni a Romano di Lombardia, considerato da forze dell'ordine e magistratura riferimento della 'ndrangheta nella Bassa bergamasca. Stavolta è coinvolto in una storia di armi iniziata qualche mese prima. nell'ambito di un'altra indagine, infatti, a ottobre 2017 la Guardia di finanza arriva a effettuare una perquisizione nella casa di Massimo Taiocchi, 59enne bergamasco con precedenti per ricettazione: nell'appartamento dell'uomo i finanzieri trovano una pistola semiautomatica Mauser Hsc calibro 7,65 di fabbricazione tedesca, 124 cartucce e anche una particolare penna-pistola, un “aggeggio” micidiale che si sta rapidamente diffondendo nel mondo delle gang perché lascia poche tracce dopo aver sparato colpi potenzialmente letali. Le Fiamme gialle ritengono che quelle armi non siano di Taiocchi (che però per quella vicenda resta tre mesi in carcere), ma che L'uomo le custodisca solamente: le indagini si fanno sempre più approfondite, sino a imboccare la pista che porta a Pino Romano. Cosa collega i due? Romano era stato assunto come dipendente nel bar che Taiocchi gestisce in zona Celadina (l'assunzione sarebbe un favore che Taiocchi gli doveva); una volta in carcere per la storia delle armi, Taiocchi – così ricostruiscono le intercettazioni – ordina all'ex compagna di licenziare «tu sai chi», cioè, secondo gli inquirenti, proprio Romano, come conseguenza di quella vicenda di armi. Nell'interrogatorio di garanzia, Romano nega che le armi siano sue; il 30 marzo, il Riesame annulla l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Ciro Iacomino e richiesta dal pm Emanuele Marchisio. Il bar di Taiocchi, l'Espresso Monte-Carlo di via Borgo Palazzo, a ottobre 2018 viene poi posto sotto sequestro ai fini della confisca (sequestro richiesto dal pm e accolto dal tribunale di Bergamo) per via di precedenti inchieste su Taiocchi e per la sproporzione tra possedimenti e redditi dichiarati. Pino Romano, presenza storica nella Bassa, è stato in passato al centro di diverse inchieste. La più importante è l'operazione 'Nduja sulla 'ndrangheta nella pianura orobica: condannato per 416-bis in primo grado e appello, la Cassazione ha successivamente annullato la condanna per via di alcuni vizi nell'autorizzazione delle intercettazioni con rinvio; nel processo-bis, viene comunque condannato a 7 anni e 8 mesi, ma non per associazione mafiosa. Finisce nuovamente in manette nel 2012 con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore bresciano. Nel 2015, l'allora procuratore capo di Brescia Tommaso Buonanno, in un'audizione in Commissione parlamentare antimafia, afferma: «A Bergamo e Brescia si è evidenziato come personaggio di rilevanza Giuseppe Romano, anch'egli appartenente alla 'ndrangheta». | Romano di Lombardia, Bergamo | Maddalena Berbenni, La penna micidiale usata dalle cosche fa finire in carcere il «boss» della Bassa, Corriere della Sera - Bergamo, 10 marzo 2018; Simone Pesce, Nel nascondiglio la penna-pistola. In cella presunto boss della Bassa, L'Eco di Bergamo, 10 marzo 2018; Luca Bonzanni, Una lunga sequela di arresti e sequestri, L'Eco di Bergamo, 10 marzo 2018; Maddalena Berbenni, «Già lo sanno». E lo sfogo del barista tradisce il boss, Corriere della Sera - Bergamo, 13 marzo 2018; Pistole nascoste in casa di un amico. Negati i domiciliari al presunto boss, L'Eco di Bergamo, 15 marzo 2018; Maddalena Berbenni, Pino Romano libero. Resta il mistero della penna-pistola, 31 marzo 2018; Armi, torna libero Pino Romano. Il Riesame accoglie il ricorso, L'Eco di Bergamo, 31 marzo 2018; Maddalena Berbenni, «Il gestore fa il ricettatore». Sotto sequestro il bar con il boss tra i dipendenti, Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2018. |
2018 | Caravaggio, un duplice omicidio che porta al clan Madonia | Un duplice omicidio, un'esecuzione, e un contesto che porta sino a Cosa nostra. Il 4 aprile 2018, nella sala slot Gold Cherry di Caravaggio restano a terra i cadaveri di Carlo Novembrini, 51enne originario di Gela ma da tempo presente in Bergamasca, e della compagna Maria Rosa Fortini, 40enne residente a Senago nel Cremasco, uccisi a colpi di pistola, una semiautomatica 9,21 con matricola abrasa. A sparare è Maurizio Novembrini, fratello di Carlo. Carlo Novembrini apparteneva al clan Madonia, inserito nell'universo di Cosa nostra, ed era stato al 41-bis, il carcere duro, mafie tradizionali perché condannato nell'ambito di un'inchiesta su estorsioni con metodo mafioso. Già nel 1992 era stato arrestato ad Arcene; uscito di prigione nel 1999, si stabilisce definitivamente nella Bassa bergamasca. Il fratello Maurizio Novembrini ha precedenti per furto e ricettazione, non per mafia. Un terzo fratello, Giuseppe Novembrini, insediatosi da tempo a Treviglio, era stato arrestato (nuovamente) a metà 2017 su esecuzione di un'ordinanza di carcerazione emessa dal tribunale di Gela per una condanna a 7 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso (i fatti erano risalenti al 1995-1996). Secondo gli investigatori, Carlo Novembrini, L'uomo ucciso, avrebbe frequentato a più riprese Vincenzo Cotroneo, calabrese di seconda generazione residente a Calvenzano, condannato definitivamente per ‘ndrangheta. I rapporti tra Carlo e Maurizio Novembrini si erano fatti sempre più tesi col passare del tempo. Il reale movente dell'omicidio, tuttavia, appare nebuloso. | Arcene, Caravaggio, Calvenzano, Treviglio | Armando Di Landro, Pietro Tosca, Nella notte sotto torchio il fratello, Corriere della Sera - Bergamo, 5 aprile 2018; Ucciso con la compagna. Fermati fratello e sorella, L'Eco di Bergamo, 5 aprile 2018; Fabrizio Boschi, Luca Bonzanni, «Da poco a Sergnano, erano riservati», L'Eco di Bergamo, 5 aprile 2018; Giuliana Ubbiali, Nella Bassa dopo il carcere in via Gleno, Corriere della Sera - Bergamo, 6 aprile 2018; Duplice omicidio. In cella il fratello: «Un'esecuzione», L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2018; Luca Bonzanni, Le radici del «clan familiare» da Gela alla pianura orobica, L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2018; Armando Di Landro, Il condannato per mafia e i contatti con la vittima, Corriere della Sera - Bergamo, 7 aprile 2018; Corte di Cassazione, Sezione II penale, Sentenza n. 30248/2017, presidente Antonio Prestipino, udienza del 22 febbraio 2017 |
2018 | Pistola rubata a Presezzo rispunta a casa del figlio di boss di 'ndrangheta | Quella pistola era sparita dalla casa di un agente di polizia locale residente a Presezzo (ma che lavora in un altro comune della Bergamasca) ed è rispuntata a Corsico, roccaforte milanese della 'ndrangheta, in un garage riconducibile a un uomo dei clan. Il 4 maggio 2018 viene arrestato Domenico Sergi, figlio incensurato di Francesco Sergi, già condannato all'ergastolo per 416-bis, sequestro di persona e omicidio, nonché figura di primo piano dell'omonima cosca di 'ndrangheta originaria di Platì: Domenico Sergi (peraltro nipote di Antonio Papalia, altro boss di 'ndrangheta) è accusato della detenzione di cinque chili di hashish e appunto della detenzione dell'arma che era “partita” da Presezzo. La pistola, una Tanfoglio 9,21, era stata rubata durante un furto nell'abitazione dell'agente, che aveva immediatamente denunciato l'accaduto ai carabinieri di Ponte San Pietro. Resta da chiarire come quell'arma sia finita dalla cassaforte del vigile (estraneo all'inchiesta) al box di Sergi. | Presezzo | Luca Testoni, Trovato con un'arma rubata a un vigile. Manette per 32enne, L'Eco di Bergamo, 4 maggio 2018 |
2018 | Estradato Vincenzo Macrì, "lavorò" per la raffineria di Rota Imagna | Aveva “trafficato” anche in Bergamasca Vincenzo Macrì, esponente di spicco della 'ndrangheta estradato dal Brasile in Italia il 5 giugno 2018. Macrì, 53 anni, originario di Siderno, è ritenuto elemento di spicco della mafia calabrese, in particolare per le rotte della droga tra Sudamerica e Italia: tra 1989 e 1990, secondo quanto emerso nel processo Nord-Sud, aveva partecipato – trattando l'acquisto di “eroina bianca” – a uno degli affari collegati alla raffineria di eroina che il clan Sergi aveva impiantato a Rota Imagna. | Rota Imagna | Corte d'assise di Milano, Sezione IV, Sentenza nella causa penale contro Agil Fuat + 132, presidente Renato Samek Lodovici, 30 aprile 1998; Luca Bonzanni, Il boss dei due mondi in manette, le sue orme anche in Valle Imagna, L'Eco di Bergamo, 6 giugno 2018 |
2018 | Il boss della 'ndrangheta abruzzese arrestato a Martinengo | Sulle spalle aveva una condanna in primo grado a 28 anni per traffico di droga ed è ritenuto un riferimento importante per la 'ndrangheta in Abruzzo (faceva base a Francavilla al Mare, in provincia di Chieti) e anche in Molise, ma s'era dato alla latitanza per sfuggire alla giustizia. La fuga di Simone Cuppari, calabrese inserito in una 'ndrina reggina originaria di Brancaleone, ricercato da febbraio 2017, è finita il 31 luglio 2018 a Martinengo, in un appartamento di via San Zeno, dove è stato arrestato dai carabinieri di Chieti. A incastrarlo, come ultimo indizio decisivo dopo mesi di indagini, una telefonata per prenotare una vacanza in un camping di Eraclea Terme: nell'operazione sono stati sequestrati otto telefonini, documenti falsi e una decina di “pizzini” che utilizzava per comunicare con i suoi sodali. Le indagini hanno fatto leva anche sui voli dalla Calabria a Orio al Serio utilizzati dalle persone a lui vicine. Secondo gli inquirenti, Cuppari aveva la “dote” (cioè il grado, nel gergo 'ndranghetista) di “vangelista”: una “qualifica” molto alta. | Martinengo, Orio al Serio | Latitante tradito dalla prenotazione per le vacanze, L'Eco di Bergamo, 2 agosto 2018; Pietro Tosca, Giuliana Ubbiali, I pizzini al boss portati in aereo. Ma le vacanze lo hanno tradito, Corriere della Sera - Bergamo, 2 agosto 2018. |
2018 | "Vicina ai clan catanesi": confiscate quote di società bergamasca | C'è anche il 25% delle quote della Sei Servizi Editoriali srl di Bergamo, in via Statuto, tra le società oggetto delle confische disposte dal tribunale di Catania l'1 agosto 2018, nell'ambito del procedimento a carico del catanese William Alfonso Cerbo, ritenuto legato al clan Mazzei, gruppo criminale orbitante nella galassia della mafia siciliana. Il provvedimento del tribunale di Catania ha interessato nel complesso otto società e 28 immobili sparsi in tutta Italia, per un valore di circa 32 milioni di euro. La Sei Servizi Editoriali, non più in attività, era stata già sequestrata nel 2014 nell'ambito di un'inchiesta su Francesco Ivano Cerbo, padre di William. | Bergamo | E «Scarface» faceva affari anche nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 2 agosto 2018; Una vita tra Mazzei e “Scarface”, confiscato patrimonio a William Alfonso Cerbo, NewsSicilia.it, 1 agosto 2018 |
2018 | Estorsioni di 'ndrangheta in bergamasca: condanne definitive | Sì, era ’ndrangheta quella che era arrivata fino a Lallio e Brembate Sopra. Il 25 ottobre 2018 arrivano le condanne definitive del filone con rito abbreviato del maxiprocesso Aemilia sulla ’ndrangheta nel Centro Italia, con proiezioni su tutto il Nord: la Cassazione conferma la condanna a 12 anni per associazione mafiosa ed estorsione per Antonio Gualtieri, ’ndranghetista originario di Cutro e insediatosi a Reggio Emilia, e la condanna a 8 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione per Roberta Tattini, commercialista bolognese. I due erano coinvolti anche in una vicenda che vedeva come vittime due imprenditori bergamaschi, con ditte tra Lallio e Brembate Sopra: attraverso la Tattini, Gualtieri era entrato in contatto con l’imprenditore di Lallio, offrendosi per un’attività di recupero crediti e prendendo poi il controllo dell’azienda, spolpandola e taglieggiando anche un imprenditore di Brembate Sopra. Un giro d’affari che ha estorto agli impresari bergamaschi decine di migliaia di euro: i due hanno subito anche gravi intimidazioni, mentre le aziende coinvolte si sono avviate al fallimento. | Lallio, Brembate di Sopra | Luca Bonzanni, Estorsione a Lallio, confermate le due condanne, L'Eco di Bergamo, 1 novembre 2018 |
2018 | Clan nomade, sequestrata villa a Cologno al Serio | Sulla carta, è nullafacente. Però ha acquistato una villa dal valore di mercato di oltre mezzo milione di euro. Per questa discrepanza, il 9 marzo 2018 scatta il sequestro preventivo ai fini della confisca per un immobile di lusso (300 metri quadri, dieci stanze) a Cologno al Serio, in via Amerigo Vespucci 5, intestato a Fardi Hudorovich, pregiudicato appartenente all'omonimo “clan” nomade attivo nella Bergamasca. L'indagine è stata condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo, col supporto della Direzione distrettuale antimafia di Brescia. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto di Brescia Sandro Raimondi, Fardi Hudorovich si sarebbe servito di parenti e amici e di un giro di compravendite e permute immobiliari fittizie per intestarsi la villa. E quei soldi, secondo gli inquirenti, hanno una provenienza tutta da verificare. | Cologno al Serio | Giuliana Ubbiali, Mutuo di 300.000 euro estinto in tempi record. Sigilli alla villa dei rom, Corriere della Sera - Bergamo, 11 marzo 2018; Nullafacente, ma con maxi-villa. A Cologno scatta il sequestro, L'Eco di Bergamo, 11 marzo 2018 |
2018 | La faida indiana, il clan, l'omicidio di Palosco e le condanne | Tassello dopo tassello, il mosaico s'è composto, svelando un sottofondo fatto di violenze, omertà, business illegali. È lo scenario dell'omicidio di Amandeep Singh, giovane indiano ucciso con un colpo di pistola a Palosco il 10 settembre 2017. A pianificare il delitto, e a deliberarlo in particolare dopo un summit, sarebbe stato il “Taigar group”, una “banda” costituita da diversi indiani residenti nella parte occidentale della Bergamasca: i membri del “clan”, sui social, diffondevano foto in momenti “conviviali” armati di asce, mannaie, mazze da cricket. A capeggiare il “clan”, secondo le indagini del pm Emanuele Marchisio condotte in collaborazione con la compagnia dei carabinieri di Treviglio, è Sandhu Bjupinderjeet Singh. Amandeep Singh (nonostante le omonimie, non ci sono parentele) fu ucciso nell'ambito di una spedizione punitiva; la vittima aveva un credito di circa 500 euro col “boss” del “Taigar” e ne reclamava la restituzione. Nell'incrocio di cornici criminali, uno degli uomini del “Taigar” arrestati era stato coinvolto anche nella rissa (alla base, una faida legata anche al controllo di alcuni posti di lavoro) che culminò, l'8 settembre 2013, con la morte di Eleonora Cantamessa e Baldev Kumar a Chiuduno. Nelle intercettazioni, alcuni uomini del “clan” definiscono «i nostri eroi» le prime persone arrestate per il delitto di Palosco. Il 10 settembre 2018, a un anno esatto dall'omicidio, il gup del tribunale di Bergamo Massimiliano Maccagliani condanna con rito abbreviato in primo grado cinque indiani della “banda”, con pene complessive per 66 anni: 16 anni a Hardeep Sing detto Deepa, ritenuto esecutore materiale dell'omicidio; 16 anni per Harpinder Lally, accusato di aver incitato Deepa a sparare; 10 anni per Hardeep Sing detto Happy; 10 anni per Amanpreet Singh; 14 anni per Baksish Singh. Le difese hanno annunciato appello. Sandhu Bjupinderjeet Singh, il capo del “clan”, ha invece scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio. Il legale di parte civile della famiglia della vittima ha così ricostruito ciò che sta alla base della faida: «A maggio 2017 avevo denunciato il salto di qualità delle faide tra indiani - spiega l'avvocato Benedetto Maria Bonomo -, paventando la comparsa di pistole. E il concetto l'avevo ribadito il 26 aprile 2017 in un'intervista con L'Eco di Bergamo: “Stiamo passando dai machete alle pistole”, avevo dichiarato. Forze dell'ordine e sindaci avevano ribattuto che la situazione non era allarmante. Poi invece s'è verificato l'omicidio. Il pm Marchisio ha avuto il merito di trattare le varie risse non come singoli episodi, ma come eventi concatenati all'interno di uno stesso fenomeno e così siamo potuti risalire agli autori e arrivare alle condanne». | Palosco, Chiuduno | Giuliana Ubbiali, Palosco, altri due in cella: «Nessun pentimento», Corriere della Sera - Bergamo, 23 maggio 2018; Fabio Conti, Omicidio di Palosco, altri due arrestati. In cella l'«autista» e chi passò la pistola, L'Eco di Bergamo, 23 maggio 2018; Indiani, l'intreccio con il delitto, Corriere della Sera - Bergamo, 18 luglio 2018; Indiano ucciso. Il pm: a processo la banda dei Taigar, L'Eco di Bergamo, 24 agosto 2018; Omicidio di Palosco: «Jonny» va a processo. Abbreviato per altri 5, L'Eco di Bergamo, 6 settembre 2018; Indiano ucciso con la pistola in una rissa. Il gup condanna cinque connazionali, L'Eco di Bergamo, 11 settembre 2018; Armando Di Landro, Omicidio a Palosco: condanne per 66 anni. Poi le espulsioni, Corriere della Sera - Bergamo, 11 settembre 2018; Tiziano Tista, Indiano ucciso da sparo. Connazionale a processo, L'Eco di Bergamo, 20 ottobre 2018; Giuliana Ubbiali, Il delitto in 4 minuti. L'indagine sul «capo» attraverso Facebook, Corriere della Sera - Bergamo, 15 dicembre 2018 |
2018 | Sparatoria tra "clan" nomadi, condannati i Nicolini | Era stata una sparatoria furiosa, quella dell'8 agosto 2017 a Trescore Balneario in piazzale Pertini. Si erano sfidate due famiglie rom – i Nicolini e gli Horvat, attivi da anni soprattutto nei dintorni della val Cavallina – tra cui era in corso una profonda faida, in pieno stile malavitoso. Per quei fatti, il 23 ottobre 2018 arrivano pesanti condanne con rito abbreviato in primo grado: 10 anni e 8 mesi al capofamiglia Giorgio Nicolini (il pm Antonio Pansa aveva chiesto 4 anni e 11 mesi), 6 anni per la moglie Angelica Pellerini, 3 anni e 1 mese per il figlio Elvis Nicolini, 3 anni e 4 mesi per l'altro figlio Kevin Nicolini; l'accusa, per tutti, è di tentato omicidio. Gli avvocati degli imputati hanno sostenuto che si trattò di legittima difesa, per reagire agli spari che ricevettero dalla fazione avversaria. Le due famiglie nel frattempo sarebbero giunte a una pacificazione, “annunciata” anche attraverso Facebook. | Trescore Balneario | Giuliana Ubbiali, Sparatoria, dieci anni al capofamiglia. La pace parallela tra Horvat e Nicolini, Corriere della Sera - Bergamo, 24 ottobre 2018; Simone Pesce, Sparatoria in piazza, 23 anni ai Nicolini, L'Eco di Bergamo, 24 ottobre 2018; Simone Pesce, Ma tra le fazioni scatta la pace. Gli anziani dicono: adesso basta, L'Eco di Bergamo, 24 ottobre 2018 |
2018 | San Paolo d'Argon, confiscata "porzione" di villa a Giorgio Nicolini | La villa è formalmente intestata a un'altra persona, ma per l'accusa era sostanzialmente nella disponibilità di Giorgio Nicolini, il capofamiglia dell'omonimo “clan”, già condannato in primo grado per la sparatoria di Trescore. La tesi dell'accusa è diventata “inattaccabile” il 15 novembre 2018, quando la Cassazione ha reso definitiva la confisca di una porzione di una villa a San Paolo d'Argon, in via Leonardo da Vinci, ritenuta riconducibile appunto a Giorgio Nicolini. I sigilli sull'immobile erano scattati anni prima come misura di prevenzione applicata per la pericolosità sociale di Nicolini, che tra 2003 e 2011 aveva riportato condanne per violenza privata, usura, estorsione, truffa. La villa era stata acquistata nel 2014 da Maria Daniela Hudorovich per 215 mila euro, di cui 160 mila erano stati corrisposti da Giorgio Nicolini. Un'intestazione fittizia, per gli investigatori; un prestito, invece, secondo la difesa del capofamiglia. La Cassazione ha invece confermato l'impianto accusatorio. Nicolini, scrive la suprema corte citando la corte d'appello di Brescia, «negli anni di interesse non risulta aver mai presentato dichiarazioni dei redditi (in alcuni anni le aveva depositate ma denunciando redditi minimi) nonostante l'attività di compravendita degli immobili». | San Paolo d'Argon | Cassazione, Sezione IV penale, Sentenza n. 57154/2018, presidente Gerardo Sabeone, udienza del 15 novembre 2018; «Non ha mai dichiarato redditi». Confiscata villa al rom che sparò, L'Eco di Bergamo, 21 dicembre 2018; Confiscata la casa pagata da Nicolini, Corriere della sera - Bergamo, 21 dicembre 2018 |
2018 | Faida rom, in manette anche gli Horvat | Sulla sparatoria di Trescore, il cerchio si chiude all'alba del 29 novembre 2018, quando le indagini dei carabinieri di Bergamo portano all'arresto degli ultimi presunti partecipanti al regolamento dei conti, appartenenti alla fazione degli Horvat. Sei le persone arrestate: Desiderio Horvat, Principe Horvat, Fardi Horvat, tutti formalmente residenti a Trescore (Desiderio è il padre dei fratelli Principe e Fardi), poi il sardo Maurizio Pittalis, residente a Mapello, Gimmi Nicolini, residente a San Paolo d'Argon, ed Elia Hudorovich, residente a Mozzanica. Sono tutti accusati di tentato omicidio e detenzione e porto illegale di arma da fuoco; a Gimmi Nicolini ed Elia Hudorovich sono contestate anche le lesioni personali aggravate. Scrive il gip Massimiliano Magliacani che ha nella sostanza accolto la tesi del pm Antonio Pansa: si è «reiterato per anni un conflitto armato tra famiglie rivali», con «professionalità delinquenziale acquisita in anni di esperienze criminali»; alla base della faida, spiegano il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e il comandante della compagnia dei carabinieri di Bergamo Dario Di Iorio, ci sono «dissidi, mancato riconoscimento della supremazia di una famiglia, rivalse». In un'intercettazione, Maurizio Pittalis, amico di Principe Horvat (i due possiedono quote di un ristorante di Mozzo), afferma parlando con la moglie: «Uno (uno dei Nicolini, ndr) doveva cadere. Avrebbero imparato tutti»; per il giudice, «cadere» significa «uccidere». Le indagini hanno ricostruito una lunga storia di agguati tra le due famiglie. Negli interrogatori di garanzia, Desiderio Horvat sostiene di non aver preso parte alla sparatoria, mentre gli altri arrestati scelgono di non rispondere al gip. | Mozzanica, Mozzo, Trescore Balneario, Mapello, San Paolo d'Argon | Carabinieri, Comando provinciale di Bergamo, Indagine “Piccolo Principe” (P.P. N. 1511/2018 RGNR): Nota riassuntiva, 29 novembre 2018; Giuliana Ubbiali, Far west, Horvat in cella. Incastrati dalle sfide lanciate via Facebook, Corriere della Sera - Bergamo, 30 novembre 2018; Simone Pesce, Sparatoria di Trescore, altri sei in carcere: ci sono anche gli Horvat, L'Eco di Bergamo, 30 novembre 2018; «Uno doveva cadere»: la rabbia dell'amico di Principe, L'Eco di Bergamo, 30 novembre 2018; Giuliana Ubbiali, Champagne, Rolex e Lamborghini. Sui social il lusso esibito degli Horvat, Corriere della Sera - Bergamo, 1 dicembre 2018; Il capofamiglia rom: «Ero a casa mia», Corriere della Sera - Bergamo, 4 dicembre 2018; Sparatoria di Trescore. Gli Horvat non rispondono, L'Eco di Bergamo, 4 dicembre 2018 |
2018 | Droga pagata con Bitcoin: diretta anche a Bergamo | Quella droga, tanta droga, avrebbe rifornito anche il mercato bergamasco. La particolarità: il metodo di pagamento. A inizio gennaio 2018, la Guardia di finanza di Como intercetta un tir a Ponte Chiasso, carico di ben quattro quintali di droga (hashish e marijuana) che sarebbe stata poi immessa sulle “piazze” di Como, Milano, Varese, Bologna e Bergamo, oltre che in Svizzera. L'autista era spagnolo, in manette finiscono tre persone italiane considerati rilevanti nell'“affare”: stavano mettendo a punto un sistema per pagare la droga con i Bitcoin. | Bergamo | Droga nel Tir. Quattro quintali pagati in Bitcoin, L'Eco di Bergamo, 17 gennaio 2018 |
2018 | Dalmine, nel tir quasi 12 kg di marijuana | Quasi dodici chili di marijuana. È quanto scopre la squadra mobile della questura di Bergamo il 15 gennaio 2018, “pizzicando” un uomo che stava “trafficando” da un tir parcheggiato nella periferia di Dalmine. In manette finisce il serbo Milan Ristic. | Dalmine | Dalmine, nel borsone 12 chili di marijuana, L'Eco di Bergamo, 17 gennaio 2018 |
2018 | Romano di Lombardia, droga: arrestato nipote del "boss" | Suo zio è Pino Romano, ritenuto un riferimento della ‘ndrangheta in Bergamasca, già al centro dell'operazione ‘Nduja. Lui, un ragazzo di 29 anni, viene arrestato dai carabinieri il 18 gennaio 2018: nel suo appartamento di Romano di Lombardia, a cui i militari giungono grazie a un'attività investigativa, vengono rinvenuti otto grammi di cocaina. | Romano di Lombardia | Cocaina nascosta nel cuscino del divano: arrestato, L'Eco di Bergamo, 20 gennaio 2018; Cocaina in un cuscino. Arrestato nipote del boss, Corriere della Sera - Bergamo, 20 gennaio 2018 |
2018 | Traffico di eroina dal Pakistan a Orio: condanne | Partendo dal Pakistan e passando dalla Grecia, secondo l'accusa, avevano importato più volte eroina, facendola “atterrare” anche a Orio al Serio grazie a diversi corrieri che ingerivano la droga in ovuli. Il 23 gennaio 2018 arrivano con rito abbreviato le condanne in primo grado per la “banda” dei pakistani: 10 anni e otto mesi a Muhammad Saqlain, 6 anni e 10 mesi per Muhammad Arshid, 6 anni e 8 mesi per Muhammad Irfan, 5 anni e 4 mesi per Imran Sajid. Nel 2015, erano stati sequestrati ai corrieri della banda circa 1,8 chili di eroina. | Orio al Serio | Traffico di eroina dalla Grecia. Pakistano condannato a 10 anni, L'Eco di Bergamo, 24 gennaio 2018; Eroina dal Pakistan. Condanne per 30 anni, Corriere della Sera - Bergamo, 24 gennaio 2018 |
2018 | Traffico di marijuana, l'indagine di Catanzaro porta a Bergamo | C'è anche un uomo residente a Fontanella e originario di Reggio Calabria, Cristian Burzì, tra i 25 arresti che scattano l'1 marzo 2018 nell'ambito dell'operazione Stammer 2 - Melina, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro: in totale l'inchiesta ha fatto luce su cinque tonnellate di marijuana importate dall'Albania, con un giro d'affari di 10 milioni di euro. Secondo l'accusa, Burzì avrebbe partecipato insieme a molte altre persone alla gestione di una partita di circa 400 chili di “erba” nascosti in un garage di Milano prima di essere immessa sul mercato; nell'affare sarebbe coinvolto anche Domenico Mancuso, figura di spicco dell'omonimo clan di ‘ndrangheta di Limbadi. A Bergamo, si legge nell'ordinanza, si “muoveva” anche un altro uomo dei clan, Pasquale Pittito. l'operazione è la “coda” dell'operazione Stammer che nel gennaio del 2017 fece luce su maxicarichi di cocaina dal Sudamerica all'Italia; nelle carte, spuntarono incontri a San Simone, in alta valle Brembana, tra narcos colombiani e uomini vicini alla ‘ndrangheta. | Bergamo, San Simone | Tribunale di Catanzaro, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di Anello Rocco + 45, giudice Pietro Caré, 26 febbraio 2018; Marijuana dall'Albania. Indagato in Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 2 marzo 2018; Tribunale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misure cautelari a carico di Autolitano Domenico + 30, giudice Andrea Ghinetti, 5 febbraio 2016, pp. 156-158 |
2018 | Comun Nuovo, in auto con mezzo quintale di "erba" | Cinquantuno chili di marijuana. Nella notte tra il 6 e il 7 marzo 2018, la Guardia di finanza di Bergamo arresta a Comun Nuovo un cinquantenne residente fuori provincia, pizzicato con un grosso carico di droga a bordo della sua utilitaria. | Comun Nuovo | Fabio Conti, Nel baule 50 kg di marijuana. Finanza arresta cinquantenne, L'Eco di Bergamo, 8 marzo 2018; Nel baule 51 chili di marijuana, Corriere della Sera - Bergamo, 8 marzo 2018 |
2018 | Maxi-indagine, in totale scovati 300 chili di droga | Un'indagine articolata, con piccoli passi verso un risultato complessivo davvero ingente. L'8 marzo 2018, la Guardia di finanza conclude l'operazione denominata Tano, coordinata dal pm Fabio Pelosi, relativa a un importante traffico di droga dal Marocco alla provincia orobica: in totale ci sono 7 arresti e 14 denunciati, mentre gli inquirenti sono riusciti a risalire a 300 chili di droga che sul mercato avrebbe fruttato oltre tre milioni di euro. La “banda” era formata da albanesi e marocchini; le basi operative, tra Verdello e Antegnate. | Verdello, Antegnate | Fabio Conti, Nascosti tra la frutta, 300 kg di hashish, L'Eco di Bergamo, 9 marzo 2018 |
2018 | Dal pedinamento al blitz: 12 chili di coca e un tesoretto | Droga e soldi cash. Il 9 marzo 2018, i carabinieri della compagnia di Treviglio mettono a segno un importante blitz, dopo aver pedinato due automobili sospette: a Romano di Lombardia, i militari riescono così a sequestrare 12 chili di cocaina e 114 mila euro in contanti. Arrestate tre persone di nazionalità albanese. | Romano di Lombardia | Fabrizio Boschi, Presi con 12 kg di coca e un «tesoretto», L'Eco di Bergamo, 11 marzo 2018; Pietro Tosca, Nei vani segreti 12 chili di coca e 114.000 euro, Corriere della Sera - Bergamo, 11 marzo 2018 |
2018 | Da Milano a Cologno al Serio: colpo al traffico di hashish | Ancora un maxisequestro di droga. Succede il 12 marzo 2018 a Cologno al Serio: la squadra mobile della questura di Milano, al termine di un'indagine, arriva a Cologno al Serio, dove nel box dell'abitazione di un 39enne marocchino vengono rinvenuti 87 chili di hashish, che al dettaglio avrebbero fruttato circa 600 mila euro. | Cologno al Serio | Fabio Conti, Droga, Bergamo crocevia dei traffici. Scovati altri 90 kg, L'Eco di Bergamo, 15 marzo 2018 |
2018 | Ketamina dall'Olanda, 5 arresti | Non era shampoo, era droga. Il 15 marzo 2018, la Guardia di finanza conclude un'operazione volta a stroncare un traffico di ketamina: in totale sono finiti in manette cinque giovani, per complessivi 7 chili di droga sequestrati (sul mercato avrebbero fruttato 350 mila euro). La rotta principale partiva dall'Olanda e portava allo scalo di Orio al Serio; tutto è nato dal sequestro di 1,7 chili di “keta” occultati in tre flaconi di shampoo che una ventenne milanese incensurata aveva con sé nella valigia sul volo Eindhoven-Orio. | Orio al Serio | Fabio Conti, Nello shampoo la droga della movida. A Orio il maxi sequestro di ketamina, L'Eco di Bergamo, 16 marzo 2018; Fabio Paravisi, La droga atterra a Orio. Ketamina nei flaconi di shampoo, Corriere della Sera - Bergamo, 16 marzo 2018 |
2018 | Zingonia al setaccio: 10 kg di droga | Un blitz imponente con 150 carabinieri in azione, uno spiegamento di forze da record con rinforzi arrivati anche da Milano. All'alba del 20 marzo 2018, l'Arma torna a setacciare le “torri” di Zingonia: il bilancio, sul fronte della lotta alla droga, è di dieci chili di stupefacente sequestrato, soprattutto hashish. | Zingonia | Patrik Pozzi, Palazzi al setaccio. Blitz all'alba con 150 militari, L'Eco di Bergamo, 21 marzo 2018; Pietro Tosca, La droga in cassaforte o nascosta nei tombini. E spunta un ergastolano, Corriere della Sera - Bergamo, 21 marzo 2018 |
2018 | L'albanese di Pedrengo, la droga e il killer di Cosa nostra | C'è anche un albanese residente a Cenate Sotto, Pavlin Delia, tra gli arresti che scattano il 27 marzo 2018, su disposizione del gip di Firenze Paola Balsito. L'uomo è accusato di far parte di una “banda” dedita al traffico di droga, in particolare marijuana che dalla Spagna giungeva in Toscana e poi prendeva altre strade, appunto fino alla Bergamasca. Delia era già stato arrestato nel 2015 a Pedrengo per un “carico” da 22 chili di marijuana. L'ultima operazione della procura di Firenze ha coinvolto anche Giovanni Sutera, esponente di Cosa nostra e già condannato per due omicidi negli anni Ottanta, in tempi recenti operativo appunto in Toscana. | Cenate Sotto | Simone Innocenti, Il bar gestito dal killer mafioso con i soldi del traffico di droga, Corriere Fiorentino, 28 marzo 2018; Traffico di marijuana dalla Spagna. Quattro arresti, L'Eco di Bergamo, 28 marzo 2018 |
2018 | Auto sospetta: 5 kg di hashish | Una Fiat Punto sospetta tra Bergamo e Seriate, la segnalazione e la scoperta: il 18 aprile 2018, la squadra mobile della questura di Bergamo intercetta un'auto e al termine di un controllo scova cinque chili di hashish, arrestando due uomini marocchini. | Bergamo, Seriate | In autostrada con cinque chili di hashish, Corriere della Sera - Bergamo, 20 aprile 2018; Sull'auto con 5 kg di hashish, due arresti in A4, L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2018 |
2018 | Corrieri della droga sull'A4: 29 kg intercettati | Viaggiava “carico”: nel baule aveva 27 chili di marijuana. È la scoperta che la mattina del 28 maggio 2018 fanno gli agenti della Polizia stradale di Seriate dopo aver fermato una Seat Ibiza all'altezza di Bagnatica: in manette finisce un albanese. Nel pomeriggio della stessa giornata, all'altezza di Grumello del Monte, gli agenti della Polstrada fermano poi una Volkswagen Golf: a bordo c'erano due chili di hashish; arrestati un turco e un afgano. | Bagnatica, Grumello del Monte | Fabio Conti, Viaggia in autostrada con 27 kg di marijuana. Tenta la fuga: preso, L'Eco di Bergamo, 29 maggio 2018 |
2018 | La droga in autostrada: quasi 5 kg di eroina | Ancora un corriere della droga che viaggia in A4. Il 29 maggio 2018, la Polizia stradale di Seriate arresta un albanese nell'area di servizio Brembo, all'altezza di Osio Sopra: nella sua vettura c'erano 4,6 chili di eroina. | Osio Sopra | La droga corre in A4. Altro arresto con 5 chili, L'Eco di Bergamo, 31 maggio 2018 |
2018 | Bergamo-Bolzano, sgominato giro di hashish | Tra Bergamo e Bolzano, un fiorente business illegale. Il 14 giugno 2018, la squadra mobile della questura di Bergamo esegue tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti marocchini residenti tra Bergamo e Bolzano attivi nel traffico di droga tra le due “piazze”; in totale, sequestrati dieci chili di hashish. | Bergamo | Questura di Bergamo, Comunicato stampa operazione “Tutto Benni 2018”; Spaccio Bergamo-Bolzano, 10 chili di hashish: 4 arresti, L'Eco di Bergamo, 20 giugno 2018 |
2018 | Clan Rosa, condanne definitive per i "vertici" | Il 20 luglio 2018, la Cassazione conferma la condanna d'appello per i “vertici” della famiglia Rosa di Monasterolo del Castello, un “clan” accusato di aver avviato un florido traffico di droga con epicentro in Bergamasca. Per Gerardo Rosa, condanna a 7 anni e 6 mesi; per Luca Rosa, 10 anni; per Daniel Rosa, 3 anni e 6 mesi. Viene invece annullata con rinvio alla Corte d'appello di Brescia la posizione più marginale di una quarta persona. Durante l'inchiesta sui Rosa, venne utilizzato anche un agente infiltrato, che in tribunale testimoniò con elevate misure di sicurezza. | Monasterolo del Castello | Corte di Cassazione, Sezione IV penale, Sentenza n. 47767/2018, presidente Fausto Izzo, udienza del 20 luglio 2018; Giuliana Ubbiali, Clan dei Rosa, pene definitive. Una complice ritorna in appello, Corriere della Sera - Bergamo, 28 ottobre 2018 |
2018 | Negozio di cannabis legale, ma anche pusher | Era socio di un negozio di cannabis legale a Stezzano, ma in casa a Comun Nuovo i carabinieri gli hanno trovato 15 chili di droga (illegale: hashish). La sera del 14 settembre 2018, finisce in manette Marco Frosio Roncalli, appunto residente a Comun Nuovo: gli investigatori lo tenevano d'occhio da qualche tempo, la droga “pizzicata” avrebbe fruttato almeno 50 mila euro. | Stezzano, Comun Nuovo | Maddalena Berbenni, Il negozio di cannabis legale. Ma a casa dei genitori nascondeva 15 chili di droga, Corriere della Sera - Bergamo, 16 settembre 2018; Socio nel negozio di canapa: a casa vendeva hashish, L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2018 |
2018 | Cinque chili di "erba" sotto il letto | 4,7 chili di marijuana sotto il letto e nascosti in un trolley. Per questo il 24 settembre 2018 viene arrestato un 24enne romeno incensurato residente a Costa di Mezzate. | Costa di Mezzate | Alessandra Loche, Marijuana nel trolley e sotto il letto. In manette il giovane «custode», L'Eco di Bergamo, 26 settembre 2018; In casa 5 chili di marijuana. Arrestato, Corriere della Sera - Bergamo, 26 settembre 2018 |
2018 | Colpo allo spaccio di eroina in stazione | Sarebbero “anelli” rilevanti nella complessa filiera dello spaccio di eroina attorno alla stazione di Bergamo, in particolare nell'ex scalo merci. Il 3 ottobre 2018, la squadra mobile della questura di Bergamo chiude un'importante operazione che porta all'arresto in città di Ahmed Hanachi, Manai Mohamedan, Essam Zaki e Brahim Ashraf, al sequestro complessivo di oltre due etti di eroina e di 52mila euro in contanti “stipati” in appartamenti che fungevano da basi logistiche per il business della droga. Gli agenti rinvengono anche un “taser”, uno storditore elettrico che potrebbe essere stato utilizzato per risolvere dispute nel mondo dello spaccio. | Bergamo | Questura di Bergamo, Comunicato stampa, 4 ottobre 2018; Sergio Cotti, Market della droga all'ex Scalo merci. Quattro arresti e 52 mila euro sequestrati, L'Eco di Bergamo, 5 ottobre 2018; Il market dell'eroina sui binari, 4 arrestati. In casa 52.000 euro, Corriere della Sera - Bergamo, 5 ottobre 2018 |
2018 | "Raffineria" di eroina a Osio Sotto: 12,5 kg di droga | Quell'anonimo appartamento era in realtà una “raffineria” per le fasi conclusive della lavorazione della droga. Eroina, in particolare. Il 13 ottobre 2018, i carabinieri fanno irruzione in una palazzina di Osio Sotto, in via Trieste lungo l'ex Statale 525, sequestrando 12,5 chili di eroina “nascosti” da una famiglia albanese; tre le persone arrestate, la droga avrebbe fruttato circa mezzo milione di euro. L'indagine, condotta dai carabinieri di Breno e di Clusone, era nata in valle Camonica e complessivamente ha portato all'arresto di nove persone – quattro italiani, cinque albanesi – e anche al sequestro di un chilo di cocaina, dieci di marijuana e mezzo di oppio, oltre a 70 mila euro in contanti. | Osio Sotto, Clusone | Fabio Conti, «Raffineria» in casa, famiglia arrestata, L'Eco di Bergamo, 17 ottobre 2018 |
2018 | Mezzo quintale di marijuana a Calusco | In arresto è finito un “corriere”. Il 16 ottobre 2018, i carabinieri di Clusone e Breno arrestano a Calusco d'Adda un 34enne albanese con precedenti, Aslan Hoxa, “beccato” con 50 chili di marijuana, occultati prevalentemente in un garage: l'operazione è il colpo di coda della più vasta operazione antidroga scattata qualche giorno prima tra valle Camonica e Osio Sotto. | Osio Sotto, Calusco d'Adda | Fabio Conti, Nel box 50 chili di marijuana. Corriere arrestato a Calusco, L'Eco di Bergamo, 18 ottobre 2018; Cinquanta chili di marijuana trovati in un garage, Corriere della Sera - Bergamo, 18 ottobre 2018 |
2018 | Orio, un nuovo tipo di metanfetamina dall'Olanda | Una nuova droga è sbarcata anche all'aeroporto di Orio al Serio. Il 20 novembre 2018, la Guardia di finanza dello scalo bergamasco arresta Daniele Pollastro, 36enne svizzero, appena atterrato dall'Olanda: nel trolley aveva 3,5 chili di “Crystal ice”, un nuovo tipo di metanfetamina che si sta diffondendo negli ultimi tempi tra i giovani. | Orio al Serio | Fabio Conti, «Crystal ice», primo sequestro a Orio, L'Eco di Bergamo, 22 novembre 2018; Orio, 3 chili di metanfetamina, Corriere della Sera - Bergamo, 22 novembre 2018 |
2018 | Scacco ai clan albanesi, arresti anche a Romano | Ci sono anche due albanesi residenti a Romano di Lombardia tra i 32 arresti scattati il 20 novembre 2018 nell'ambito di una maxioperazione della procura di Brescia contro tre “clan” albanesi dediti al narcotraffico con proiezioni in mezza Europa e “base” appunto nel Bresciano. l'accusa è di traffico internazionale di cocaina: nel corso delle indagini durate lungo tempo, sono stati sequestrati complessivamente 130 chili di droga. | Romano di Lombardia | Traffico di cocaina dal Nord Europa. Base a Brescia, i corrieri a Romano, L'Eco di Bergamo, 23 novembre 2018 |
2018 | Castel Rozzone, 10 kg di droga e 200 mila euro in contanti | “Grossisti” della droga. Il 4 dicembre 2018, i carabinieri della compagnia di Treviglio mettono a segno un blitz a Castel Rozzone, in via Manzoni, scoprendo in un appartamento sei chili di cocaina purissima e quattro chili di hashish, ma anche 200 mila euro in contanti. In manette finiscono due fratelli marocchini, Abdelmajid e Hamza Meziane. «La Bassa bergamasca si conferma un hub della droga», afferma il maggiore Davide Onofrio Papasodaro, comandante della compagnia dei carabinieri di Treviglio. «Qui siamo a un livello di traffico di droga più alto», sottolinea il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri. | Castel Rozzone | Fabio Conti, Mezzo milione di droga in casa: 2 arresti, L'Eco di Bergamo, 6 dicembre 2018; Maddalena Berbenni, Contanti, cocaina e banconote false. Due arresti nel deposito della droga: «La Bassa un hub dello spaccio», Corriere della sera - Bergamo, 6 dicembre 2018 |
2018 | Verdello, altro sequestro ingente di hashish | «Dichiarata “guerra” al traffico di stupefacenti nella Bassa bergamasca». Lo affermano in un comunicato i carabinieri della compagnia di Treviglio, dando conto dell'ultimo importante blitz messo a segno: il 9 dicembre 2018 a Verdello, i militari scoprono un “corriere” con 12 chili di hashish, arrestando un 34enne marocchino residente a Osio Sotto. Sul mercato, quella droga avrebbe fruttato oltre 100 mila euro. «Una nuova “spallata” allo spaccio di sostanze stupefacenti di “livello superiore” nella Pianura Bergamasca», rimarca l'Arma. | Verdello, Osio Sotto | Compagnia Carabinieri di Treviglio, Comunicato stampa del 10.12.2018, 10 dicembre 2018; Alessandra Loche, Auto imbottita di hashish. Nel cruscotto 100 panetti. Arrestato un corriere, L'Eco di Bergamo, 11 dicembre 2018; Una Yaris foderata di hashish. Trovati 12 chili, valore 100 mila euro, Corriere della Sera - Bergamo, 11 dicembre 2018 |
2018 | Brebemi, 15 kg di droga sotto la sella | Seppur in moto, viaggiava “carico”. A metà dicembre 2018, la Polizia stradale di Chiari arresta in territorio di Bariano, lungo la Brebemi, un corriere della droga, un catanese 52enne: sotto la sella dello “scooterone” aveva 15 chili di hashish. | Bariano | Fabio Conti, Sotto la sella 15 kg di hashish. Corriere preso sulla Brebemi, L'Eco di Bergamo, 16 dicembre 2018 |
2018 | Taglieggia imprenditore in difficoltà: un arresto a Trescore | La vittima è un imprenditore in difficoltà economiche, che aveva bisogno di liquidità e a cui le banche non erogavano credito; un conoscente allora lo aveva indirizzato ad un personaggio noto nel giro, ma è lì che sono iniziati i suoi guai. Poi si è rivolto ai carabinieri, raccontando di aver ricevuto un prestito di 2mila euro da restituire entro un mese con interessi del 75%. Entrato in quel vortice, è andata sempre peggio: viste le difficoltà iniziali a rientrare del prestito, la richiesta dell'estorsore – secondo il racconto della vittima, accompagnata da minacce anche di morte – è schizzata a 25mila euro. L'incubo dell'imprenditore (che aveva consegnato all'estorsione già 11mila euro) è finito il 9 gennaio 2018, quando i carabinieri della compagnia di Bergamo arrestano Pasquale Bul, detto “Pino”, rom con diversi precedenti penali residente a Trescore Balneario, lo stesso comune in cui viveva l'imprenditore-vittima. l'arresto è avvenuto proprio a Trescore, in piazzale Pertini, il luogo già teatro della feroce sparatoria dell'agosto 2017 tra le famiglie Nicoli e Horvat (Bul non è parente dei due “clan”). Accusato di estorsione, Bul viene condannato il 23 ottobre 2018 a quattro anni di reclusione con rito abbreviato. | Trescore Balneario | Maddalena Berbenni, «I soldi o ti ammazzo». Scambio-trappola: preso, Corriere della Sera – Bergamo, 11 gennaio 2018; Fabio Conti, Chiede interessi del 1.200%. Rom in cella per estorsione, L'Eco di Bergamo, 11 gennaio 2018; Minacce per i soldi. Quattro anni al nomade «Pinco», L'Eco di Bergamo, 24 ottobre 2018; Quattro anni per estorsione. Ma dubbi sulla parte offesa, Corriere della Sera - Bergamo, 24 ottobre 2018 |
2018 | Usura ed estorsione, scattano le manette a Zingonia | Un prestito iniziale di tremila euro, poi gli interessi altissimi (del 20%), le richieste pressanti, le minacce di morte. Il 12 gennaio 2018, la squadra mobile della questura di Bergamo arresta Leon Bata, romeno 38enne con precedenti residente a Zingonia, accusato di estorsione e usura: avrebbe vessato per diversi mesi un artigiano di Osio Sotto in difficoltà economiche, che si era rivolto a lui per ottenere la liquidità necessaria per provare a mandare avanti la sua attività. Invece è iniziato l'incubo, fino a minacce pesanti: «Se non paghi il debito, ti spezzo le gambe», ha raccontato la vittima. La questura, commentando l'accaduto, si è rivolta agli imprenditori: «Denunciate attività usurarie o estorsive». | Zingonia, Osio Sotto | Giuliana Ubbiali, «Se non paghi il debito ti spezzo le gambe», Corriere della Sera - Bergamo, 14 gennaio 2018; «Dammi 6mila euro o ti rompo le ossa». Estorsione e usura: arrestato romeno, L'Eco di Bergamo, 14 gennaio 2018 |
2018 | Incendi parking Orio, quattro arresti | Le fiamme erano divampate nel giugno 2017, distruggendo una cinquantina di automobili e rievocando un vecchio fantasma: quello del racket. Il 12 marzo 2018, i carabinieri arrestano quattro persone accusate di essere gli autori degli incendi dolosi all'interno dell'Azzurro Park e del Blue Parking di Grassobbio, parcheggi a lunga sosta utilizzati da chi parte dall'aeroporto di Orio al Serio. Secondo gli inquirenti, a organizzare il rogo sarebbe stato Giuseppe La Manna, napoletano residente a Grassobbio con precedenti per ricettazione, truffa e riciclaggio, già gestore di due parcheggi a Seriate: avrebbe così voluto intimidire gli imprenditori concorrenti, per ritagliarsi un ruolo importante in un business redditizio. «Voleva imporre la sua supremazia su imprenditori storici del settore», è la definizione data dal sostituto procuratore Raffaella Latorracca che ha coordinato le indagini. Per mettere in atto il piano, La Manna avrebbe assoldato come “manovalanza” tre uomini ucraini, tutti arrestati, reclutati attraverso il cugino Alessandro De Simone (posto all'obbligo di dimora): Georgii Prekob, Dmytro Lazyrko e Andrii Chubaiko erano stati pagati 750 euro per la loro “azione”. Walter Mapelli, procuratore capo di Bergamo, ha affermato che si tratta di un «fatto criminale che ha destato allarme, del genere che si è abituati a vedere in altre zone d'Italia». Il 13 marzo, a poche ore dagli arresti, un misterioso “raid” all'interno del parcheggio P2 porta al danneggiamento di una ventina di veicoli. | Orio al Serio, Grassobbio, Seriate | Giuliana Ubbiali, Roghi nei parcheggi, quattro in cella: «Volevano imporsi sui concorrenti», Corriere della Sera - Bergamo, 13 marzo 2018; Giuliana Ubbiali, I prezzi dimezzati ma le auto finivano in strada o erano usate per andare in Versilia, Corriere della Sera - Bergamo, 13 marzo 2018; Quattro in cella per gli incendi nei parcheggi, L'Eco di Bergamo, 13 marzo 2018; Il procuratore: «Offesa per il nostro territorio», L'Eco di Bergamo, 13 marzo 2018; Roghi a Orio, i sospetti dell'arrestato: «Ma dove ha trovato i soldi?», Corriere della Sera - Bergamo, 14 marzo 2018; Vittorio Attanà, Orio, parcheggi di nuovo nel mirino. Venti auto danneggiate all'aeroporto, L'Eco di Bergamo, 14 marzo 2018 |
2018 | Spari contro imprenditore rivale, condanna a 5 anni | Aveva chiesto a un imprenditore concorrente di “passargli” dei clienti. Quando si è visto rispondere “picche”, ha sparato quattro colpi di fucile contro l'abitazione dell'imprenditore rivale di Foresto Sparso. Per quei fatti accaduti a fine 2016, c'è ora una condanna: il 10 aprile 2018, il tribunale di Bergamo infligge in primo grado cinque anni (con rito abbreviato) per tentata estorsione, ricettazione di un fucile, detenzione abusiva di una pistola e spari in luogo pubblico ad Antonio Macrì, giovane calabrese residente ad Albano Sant'Alessandro, all'epoca titolare di un'azienda di autotrasporti con sede a Bolgare e cognato di una persona già in carcere per 'ndrangheta. | Albano Sant'Alessandro, Bolgare, Foresto Sparso | Armando Di Landro, Spari contro la casa di un imprenditore. «È estorsione»: 5 anni, Corriere della Sera - Bergamo, 11 aprile 2018; Spari all'abitazione di chi gli negò il lavoro: 5 anni a un giovane, L'Eco di Bergamo, 11 aprile 2018 |
2018 | Il clan campano-albanese: estorsione, violenze e arresti | Sceglievano imprenditori con qualche ombra nel passato, per questo meno propensi alla denuncia, e dopo averli messi nel mirino iniziavano a taglieggiarli. Soldi e minacce pesanti, per “svuotare” le casse delle aziende vittime del loro racket. Con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, la mattina dell'11 settembre 2018 finiscono in carcere Rocco Di Lorenzo, pregiudicato casertano di Mondragone residente ad Albano Sant'Alessandro Giovanni Cerrone, napoletano di Pedrengo, Gazmend Prenga, albanese di Urgnano, Marcello Sipione, siciliano di Stezzano; era invece già in carcere Giovanni Luordo, di Battipaglia, mentre risulta irreperibile l'albanese Ndou Gentian. In cella, ma non accusato di associazione, ci va anche il napoletano Roberto Ianniello, con precedenti per associazione camorristica. È una banda di estorsori campano-albanesi quella individuata dalle indagini del pm bergamasco Fabio Pelosi, con episodi a cavallo tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017: in un caso, un imprenditore della Bassa viene minacciato da Di Lorenzo e dai suoi sodali per avere 250 mila euro; in un'intercettazione, Di Lorenzo avrebbe ordinato di rapire un debitore per minacciarlo, dopo il rifiuto di versare alla “banda” 100 mila euro. Ci sono le violenze ai danni degli imprenditori e anche le armi: nella ditta di Roberto Ianniello, la Guardia di finanza aveva in precedenza rinvenuto due pistole con silenziatore. L'indagine è partita da un giro di spaccio, per poi allargarsi. Tredici gli episodi di estorsione segnalati dall'accusa. Il destino per le aziende che cadevano nelle mani del “clan” era spesso segnato: un'autofficina di Osio Sopra, per esempio, finì in procedura fallimentare. Gli indagati, negli interrogatori di garanzia, hanno negato gli addebiti. Partendo dalle indagini sulle estorsioni della “banda Di Lorenzo” contro una carrozzeria di Osio Sopra, si apre un altro fronte: vengono indagati sette tra autisti e sorveglianti in forza all'Accademia della Guardia di finanza di Bergamo (sei dei sette indagati) e alla compagnia Gdf di Orio (il settimo indagato); i finanzieri, comunque non impiegati in attività di formazione o in attività investigative, sono accusati di concussione e istigazione alla corruzione per aver lucrato sulle assicurazioni, facendo anche delle pressioni su un carrozziere. A ottobre, i finanzieri vengono sospesi dal servizio per tre mesi; le difese fanno appello contro la decisione del tribunale di Bergamo. | Albano Sant'Alessandro, Pedrengo, Urgnano, Stezzano, Bergamo, Orio al Serio, Osio Sopra | Armando Di Landro, Estorsioni. La banda dei campani, Corriere della Sera - Bergamo, 12 settembre 2018; Maddalena Berbenni, La catena di diamanti e l'officina spolpata. Gli obiettivi del «clan», Corriere della Sera - Bergamo, 12 settembre 2018; Le pistole clandestine nascoste nelle poltrone e la corsa per recuperarle, Corriere della Sera - Bergamo, 12 settembre 2018; «Estorsione grazie a crediti inventati». In cella banda terrore degli imprenditori, L'Eco di Bergamo, 12 settembre 2018; Maddalena Berbenni, L'amministratore sordomuto, il bancario e i meccanici gratis: «Così la carrozzeria è fallita», Corriere della Sera - Bergamo, 13 settembre 2018; «Le foto sulla Rolls Royce della vittima? Segno di amicizia», L'Eco di Bergamo, 14 settembre 2018; Maddalena Berbenni, «Estorsioni? No, soltanto uno schiaffo a un vecchio amico», Corriere della Sera - Bergamo, 14 settembre 2018; Maddalena Berbenni, Armi, estorsioni e aiuti alle famiglie: «Così Di Lorenzo gestiva il clan», Corriere della Sera - Bergamo, 16 settembre 2018 |
2018 | Estorsione, condannato a Firenze imprenditore bergamasco | Un imprenditore bergamasco e uomini legati ai clan. Il 5 ottobre 2018, il gup del tribunale di Firenze Fabio Frangini condanna a 3 anni e 4 mesi l'imprenditore bergamasco Alessandro Santini, di Azzano San Paolo, titolare dell'omonima azienda di import-export ortofrutticolo. L'uomo, arrestato nel novembre 2017, era accusato di estorsione dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo toscano per aver assoldato per un recupero crediti due calabresi, Carmelo Caminiti e Paolo Malara, ritenuti affiliati alla cosca di 'ndrangheta dei De Stefano-Tegano. Secondo la difesa di Santini, i due uomini del clan si erano presentati come una regolare società di recupero crediti. | Azzano San Paolo | «Estorsione ai debitori falliti». Tre anni all'imprenditore, L'Eco di Bergamo, 6 ottobre 2018 |
2018 | Casirate, altro rogo contro apicoltore | Tre episodi in due anni. E un sospetto. Nella notte tra il 19 e il 20 febbraio 2018, un rogo, a una prima valutazione di origine dolosa, distrugge una porzione della cascina San Luigi a Casirate d'Adda, in via Seriole, utilizzata come magazzino da un apicoltore di Cassano d'Adda: è il terzo incendio in due anni appiccato contro l'apicoltore. | Casirate d'Adda | Patrik Pozzi, Arnie distrutte da un rogo doloso. È il terzo episodio in due anni, L'Eco di Bergamo, 21 febbraio 2018 |
2018 | Negozio pronto per l'inaugurazione, incendio lo devasta | Il negozio era pronto per l'inaugurazione, ma un incendio, forse doloso, lo ha devastato. Succede la mattina del 5 marzo 2018 a Romano di Lombardia, nell'ortofrutta «La frutta di Romano» di via Isonzo; circa un mese prima, il locale era stato vittima di atti vandalici durante i lavori di preparazione per l'inaugurazione. La dinamica è da accertare. | Romano di Lombardia | Mauro Paloschi, Romano, negozio di frutta in fiamme a due giorni dall'apertura, BergamoNews.it, 15 marzo 2018; Pietro Tosca, Mazzate alle vetrine, poi l'incendio. Negozio distrutto prima dell'apertura, Corriere della Sera - Bergamo, 16 marzo 2018; Fabrizio Boschi, Rogo nel negozio pronto per l'inaugurazione, L'Eco di Bergamo, 16 marzo 2018 |
2018 | Costa Volpino, fiamme dolose contro bar appena aperto | Due taniche, il segnale che quelle fiamme non erano casuali. Succede a inizio giugno 2018 a Costa Volpino, dove un incendio presumibilmente doloso danneggia il bar «K2», aperto da circa un mese sulla strada per Pisogne: i vigili del fuoco ritroveranno due taniche di benzina vuote a poca distanza dal locale. A Costa Volpino negli anni scorsi si sono avuti dei precedenti: nel gennaio 2012 un incendio doloso distrusse il locale «Punto G» nella zona di Ponte Barcotto, stessa zona in cui a maggio 2013 bruciò il «Barracuda». | Costa Volpino | Giuseppe Arrighetti, Bar danneggiato dalle fiamme. Trovate due taniche, L'Eco di Bergamo, 5 giugno 2018 |
2018 | Romano di Lombardia, veicoli a fuoco in autodemolizione | Potrebbero avere agito in due. La sera del 17 giugno 2018, due veicoli da demolire vengono dati dolosamente alle fiamme a Romano di Lombardia all'interno della «Mtm», ditta di autodemolizioni. Indagano i carabinieri. | Romano di Lombardia | Fabrizio Boschi, Rogo all'autodemolizioni Mtm. Allarme piromane a Romano, L'Eco di Bergamo, 18 giugno 2018 |
2018 | Zingonia, la guerra dei fuochi per lo spaccio | Uno stillicidio di episodi e una pista che porta al controllo dello spaccio. A Zingonia è un susseguirsi di roghi sospetti. Un incendio alle ore 13 del 25 giugno 2018: a fuoco un materasso al primo piano dei palazzi Athena. Il 26 luglio invece prende fuoco un ammasso di rifiuti nei palazzi Anna. Dell'immondizia s'incendia anche a mezzogiorno del 1° agosto nel palazzo Anna 1. Poi alle 18 del 2 agosto scoppia un rogo anche in un appartamento al quarto piano del condominio Anna 3. Il 24 agosto tocca invece a un'abitazione al quarto piano del condominio Anna 2. Il 27 agosto è la volta della palazzina Athena 2: in un appartamento al sesto piano, brucia un materasso. E ancora: il 9 settembre le fiamme scoppiano nel condominio Anna 1. Compresi altri accadimenti precedenti, si arriva a nove episodi in pochi mesi. L'ipotesi di chi indaga è che dietro a questi roghi ci sia una guerra tra gang dello spaccio: una “banda” dà fuoco agli appartamenti dove la “banda” rivale tiene nascosta una partita di droga. Il 14 settembre arrivano le prime due denunce: si tratta di due nordafricani. | Zingonia | Paura alle Torri. Questa volta per un incendio, Corriere della Sera - Bergamo, 26 giugno 2018; Rifiuti in fiamme ai palazzi «Anna», L'Eco di Bergamo, 27 luglio 2018; Patrik Pozzi, Tutti fuori dalla torre Athena 1. Ma gli incendi non si fermano, L'Eco di Bergamo, 2 agosto 2018; Pietro Tosca, Zingonia, vigile del fuoco ferito, Corriere della Sera - Bergamo, 3 agosto 2018; Patrik Pozzi, Di nuovo fiamme nelle Torri. Anna 3 svuotato, stop a gas e luce, L'Eco di Bergamo, 3 agosto 2018; Patrik Pozzi, Ancora roghi nelle torri. La pista degli scontri tra pusher concorrenti, L'Eco di Bergamo, 24 agosto 2018; Rosanna Scardi, Zingonia, sesto incendio: «L'ombra del piromane», Corriere della Sera - Bergamo, 24 agosto 2018; Fabrizio Boschi, Altro rogo alle torri. Paura e speranze per la nuova Zingonia, L'Eco di Bergamo, 28 agosto 2018; Rosanna Scardi, Ottavo incendio doloso: «Guerra fra pusher», Corriere della Sera - Bergamo, 28 agosto 2018; Fabrizio Boschi, Zingonia, nono rogo ai palazzi. Tre intossicati al piano di sopra, L'Eco di Bergamo, 10 settembre 2018; Fabio Conti, La «faida dei roghi» tra officine abusive e i pusher-sentinelle, L'Eco di Bergamo, 13 settembre 2018; Pietro Tosca, Zingonia, due denunciati per gli incendi alle torri, Corriere della Sera - Bergamo, 15 settembre 2018; Patrik Pozzi, Palazzi di Zingonia. Ci sono due indagati per gli incendi, L'Eco di Bergamo, 15 settembre 2018 |
2018 | Cazzano Sant'Andrea, in fiamme insegna pubblicitaria appena posata | Nella tarda serata del 2 settembre 2018, in via Conte Greppi a Cazzano Sant'Andrea prende fuoco un'insegna pubblicitaria appena installata, per sponsorizzare la vendita di nuove villette: «Incendio doloso, non è una bravata», sintetizza il vicesindaco. | Cazzano Sant'Andrea | Gaiti, Insegna pubblicitaria va a fuoco: «Incendio doloso, non è una bravata», L'Eco di Bergamo, 4 settembre 2018 |
2018 | Spirano, incendio doloso devasta showroom | Le fiamme divampano all'1:30 della notte tra il 17 e il 18 settembre 2018, e sono dolose. A finire distrutto è lo showroom della falegnameria «La Bergamasca» di Spirano, in via Campo Romano. Secondo una prima ricostruzione, i piromani avrebbero scavalcato la recinzione, poi avrebbero infranto una vetrata e cosparso del liquido infiammabile sul pavimento, appiccando infine il fuoco: ingenti i danni. | Spirano | Stefano Bani, Fiamme dolose in falegnameria. Distrutto showroom a Spirano, L'Eco di Bergamo, 19 settembre 2018; Pietro Tosca, Rogo nell'azienda di porte e infissi. I titolari: «È doloso», Corriere della Sera - Bergamo, 19 settembre 2018 |
2018 | Ponte San Pietro, due roghi sospetti nel ristorante cinese | Un primo rogo il 29 settembre 2018. Poi un alto, ancora più distruttivo. La dinamica è da chiarire, l'ombra pesante è quella del dolo. Soprattutto dopo il secondo incendio, quello del 26 ottobre 2018 che devasta ancor di più il ristorante cinese «Dragone d'oro» di Ponte San Pietro, affacciato lungo la Briantea e aperto da oltre una decina d'anni. | Ponte San Pietro | Maddalena Berbenni, Ristorante cinese distrutto. Sul rogo l'ombra del dolo, Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2018; Silvia Salvi, Remo Traina, Rogo nella notte. Ristorante cinese distrutto a Ponte, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2018 |
2018 | Estorsione e usura, otto anni al "Ragno Jr" | Le accuse sono pesanti: estorsione, usura, tentato sequestro. Anche la sentenza lo è: il 7 marzo 2018, Mattia Zambetti viene condannato a otto anni e sei mesi dal tribunale di Bergamo. È il figlio di Giambattista Zambetti, il «Ragno» della val Cavallina, nome storico della malavita bergamasca, ultima condanna per una vicenda di prestiti a strozzo in cui era coinvolto anche il figlio, la cui posizione era stata stralciata dal processo principale. Nella requisitoria, il pm Maria Cristina Rota aveva parlato di «assoluta omertà» tra le vittime, «a volte comprensibile per le minacce di soggetti capaci non solo di rapine a mano armata ma anche di tentativi di sequestro di persona»: «La forza intimidatoria di questi soggetti è data non solo dalla forza fisica ma anche dalla fama». Per la difesa, il suo ruolo nella “banda” era defilato. Il 28 febbraio 2018, Mattia Zambetti era stato condannato a quattro anni in primo grado per una rapina a Vipiteno nel 2009. | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, Le estorsioni insieme al padre: «Dieci anni al figlio del Ragno», Corriere della Sera - Bergamo, 1 febbraio 2018; «Figlio del Ragno pericoloso. Condannatelo a 10 anni», L'Eco di Bergamo, 1 febbraio 2018; Rapina in Trentino, Zambetti junior incastrato dal Dna, Corriere della Sera - Bergamo, 1 marzo 2018; Giuliana Ubbiali, Estorsioni e usura. Otto anni e mezzo a Zambetti junior, Corriere della Sera - Bergamo, 8 marzo 2018; Il clan estorsioni. Condannato il figlio del Ragno, L'Eco di Bergamo, 8 marzo 2018; Maddalena Berbenni, «Atti vandalici inesistenti per truffare l'assicurazione». Indagati sette finanzieri, Corriere della Sera - Bergamo, 25 settembre 2018; «Truffa su danni alle auto». Sotto inchiesta 7 finanzieri, L'Eco di Bergamo, 26 settembre 2018; Finanzieri indagati: «Lavori gratis anche per gli amici», L'Eco di Bergamo, 29 settembre 2018; «Truffa e concussione». Sospesi i 7 finanzieri, Corriere della Sera - Bergamo, 16 ottobre 2018; «Incutevano timore con la loro qualifica». Sospesi per tre mesi i finanzieri indagati, L'Eco di Bergamo, 16 ottobre 2018; Finanzieri indagati. Le difese fanno appello, L'Eco di Bergamo, 26 ottobre 2018 |
2018 | Tentata concussione sul PGT, condannato ex sindaco | Una condanna, ma con la prescrizione immediatamente dietro l'angolo. Il 7 febbraio 2018, il gup di Bergamo Ilaria Sanesi condanna con rito abbreviato in primo grado a un anno e otto mesi Ferruccio Bonacina, ex sindaco di Palazzago, per tentata concussione nell'ambito della compravendita di un terreno su cui sarebbero state fatte indebite pressioni al proprietario dell'area. La vicenda si inserisce nella maxi-inchiesta avviata anni prima dalla procura di Bergamo, con un totale di 150 indagati circa, incentrata prevalentemente su presunte irregolarità legate al Pgt di Palazzago e su altre condotte simili in comuni della zona, fatti avvenuti tra 2008 e 2009; l'indagine si è poi sgonfiata, con una sensibile riduzione degli indagati e finora un unico rinvio a giudizio, appunto quello di Bonacina, stralciato dal fascicolo principale. Secondo l'accusa, l'ex primo cittadino avrebbe cercato di costringere un agricoltore di Palazzago a vendere a Gabriele Cimadoro, ex deputato dell'Udc e dell'Italia dei Valori, un appezzamento di terreno di 1.200 metri quadri al prezzo di 120 euro al metro quadro anziché ai 250 euro/mq che richiedeva l'agricoltore o ai 170 euro/mq proposti da Cimadoro, «minacciando in caso contrario di procedere con l'esproprio per finalità pubbliche». Il tribunale di Bergamo ha condannato l'ex primo cittadino, ma la prescrizione è scattata nel corso dello stesso 2018. | Palazzago | Stefano Serpellini, Vicenda Pgt, scendono a 40 gli indagati. Chiesto il processo solo per l'ex sindaco, L'Eco di Bergamo, 24 gennaio 2018; Ex sindaco condannato ma nel 2018 si prescrive, Corriere della Sera - Bergamo, 8 febbraio 2018; Venti mesi a ex sindaco. Ma sarà tutto prescritto, L'Eco di Bergamo, 8 febbraio 2018 |
2018 | "Cricca" degli imprenditori, le condanne d'appello | Secondo l'accusa, era stato “chiamato” da un imprenditore bergamasco per poter spazzare via la concorrenza nel mondo degli appalti. Per questo era finito nell'inchiesta Underground portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, insieme a molti imprenditori bergamaschi della val Cavallina con interessi in appalti di grandi opere, con l'accusa principale di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione diretta all'acquisizione di subappalti, truffa ai danni dello Stato, intestazione fittizia di beni. Il 24 febbraio 2018 Salvatore Piccoli, imprenditore calabrese ritenuto dagli inquirenti legato alla 'ndrangheta (ma l'associazione mafiosa non è stata rilevata dai giudici) poi trasferitosi a Zandobbio, “concorda” in appello (cioè con il patteggiamento previsto in secondo grado) una condanna di 5 anni e 4 mesi; in primo grado era stato condannato a sette anni e due mesi. Il 24 settembre anche Pierino Zanga, imprenditore di Bolgare ritenuto il dominus del “sistema”, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione diretta all'acquisizione di subappalti di opere pubbliche, truffa ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia, illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza, ricorre al concordato in appello: la pena scende a 4 anni e 14 giorni di reclusione; in primo grado la condanna era stata di 7 anni e 10 mesi con rito abbreviato. Concordato d'appello anche per altri bergamaschi: Venturino Austoni, di Telgate, vede scendere la pena a 5 anni e 2 mesi (dai 9 anni e 8 mesi del primo grado); Pierluigi Antonioli di Trescore è condannato a 3 anni e 8 mesi (8 anni in primo grado); Massimo Martinelli di Entratico “concorda” un anno e 10 mesi con pena sospesa (3 anni in primo grado) per concorso in corruzione. «Mi preme sottolineare che la stessa impostazione della procura di Milano ha escluso che questa vicenda giudiziaria abbia avuto connotazione o matrice mafiosa», dichiara il legale di Zanga dopo la sentenza di secondo grado. | Telgate, Trescore Balneario, Entratico, Zandobbio, Bolgare | Luca Testoni, Inchiesta sugli appalti. Pena ridotta a Piccoli, L'Eco di Bergamo, 25 febbraio 2018; Luca Testoni, Inchiesta subappalti «truccati». Dimezzata la pena per Zanga, L'Eco di Bergamo, 25 settembre 2018 |
2018 | "Corruzione alla motorizzazione": arresti per "patenti facili" | Una corruzione spiccia, di poco valore, ma sistemica. È l'accusa che sta al centro dell'inchiesta sulla motorizzazione civile di Bergamo condotta dalla Polizia stradale orobica e dal pm bergamasco Fabrizio Gaverini, culminata il 24 febbraio 2018 nell'esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Ilaria Sanesi, ai danni di funzionari dell'ente e titolari o dipendenti di scuole guida della provincia. Le accuse principali, a vario titolo, sono di corruzione e concussione. Sono contestati una ventina di episodi: in alcuni casi, per esempio, funzionari e autoscuole si mettevano d'accordo per “aggiustare” gli esami di guida (gli esaminandi erano inconsapevoli di questo meccanismo), creando una buona reputazione per quelle autoscuole; per le autoscuole che non si piegavano ai meccanismi, la “ripicca” sarebbe stata quella di mettere alla prova gli aspiranti patentati con prove di guida difficili, così da giungere alla bocciatura e creare una cattiva fama. Il meccanismo era oliato con “donazioni” di alcune centinaia di euro, ma anche borse della spesa, pieni di benzina o lavaggi alle auto dei funzionari, ricariche telefoniche, buoni carburante. L'inchiesta è nata grazie alla denuncia del titolare di un'autoscuola che non ha voluto piegarsi al “sistema” corruttivo. | Bergamo | Maddalena Berbenni, Mazzette e bresaola per la patente. E l'ufficiale malato era in vacanza, Corriere della Sera - Bergamo, 25 febbraio 2018; Fabio Conti, Patenti facili in cambio di spesa o benzina. Indagati in 12 tra funzionari e istruttori, L'Eco di Bergamo, 25 febbraio 2018; Maddalena Berbenni, «Boccia senza pietà». Così il funzionario infedele vessava chi non pagava, Corriere della Sera - Bergamo, 27 febbraio 2018; Sergio Cotti, Simone Pesce, «Denaro, gnocchi e affettatrici per superare gli esami di guida», L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 2018; Maddalena Berbenni, «La funzionaria prendeva regali e promuoveva tutti in mezzora», Corriere della Sera - Bergamo, 1 marzo 2018 |
2018 | Il "sistema Foppolo" | Un «sistema», lo definiscono gli inquirenti. Al centro, amministratori locali, imprenditori e professionisti che si sarebbero spartiti un pezzo di alta valle Brembana. L'inchiesta su Foppolo – nata dopo l'incendio doloso che nel luglio 2016 distrusse due seggiovie, la partenza del Montebello e l'arrivo della Quarta Baita – vive diverse “puntate”. Il crack di Brembo Super Ski Il 16 aprile 2018 finiscono ai domiciliari Giuseppe Berera e Santo Cattaneo, sindaci rispettivamente di Foppolo e Valleve: all'interno di un'inchiesta ampia, si contestano ai due primi cittadini i reati di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta per la vicenda di Brembo Super Ski (la società partecipata di Foppolo, Valleve e Carona fallita con un buco milionario), al falso e alla truffa ai danni di Regione Lombardia per 1,3 milioni di euro. La tesi dell'accusa – l'indagine è coordinata dal sostituto procuratore Gianluigi Dettori – è che gli amministratori abbiano falsificato fatture e spese per far ottenere a Brembo Super Ski finanziamenti regionali; non solo, Berera e Cattaneo sono accusati anche di aver distratto delle somme dai conti della società partecipata, e così circa 700 mila euro sarebbero stati “bonificati” a una società di consulenza con sede a Hong Kong (per la difesa, quei soldi servivano a cercare investitori asiatici interessati a rilanciare Brembo Super Ski). Nella richiesta di misure cautelari, la procura ha anche avanzato l'ipotesi che il bando per l'assegnazione dei nuovi lavori per la telecabina di Foppolo (bando vinto dalla Graffer, azienda riconducibile all'imprenditore bresciano S. L., anch'egli indagato) sia stato “aggiustato”; il gip, su questo punto, non ha ravvisato gravi indizi, «pur sussistendo indizi della turbativa d'asta». Lo “spaccato” della vita amministrativa di Foppolo appare controllato da una “cricca”: «La capacità criminale di Berera e Cattaneo – scrive il gip Bianca Maria Bianchi – è dimostrata dalla spregiudicatezza e dalla sistematicità delle condotte, commesse, parallelamente, sia nella veste di sindaci e dunque di pubblici ufficiali, sia nella veste di amministratori della Brembo Super Ski». Il gip parla di «radicato inserimento» dei due sindaci «nel sodalizio che da oltre un decennio domina incondizionato il territorio dell'alta valle Brembana». Ancora: «Brembo Super Ski, dominata dalla figura di Berera, è stata concepita e gestita come lo strumento di una gestione domestica e spregiudicata del territorio, al fine di accentrare nei suoi esponenti l'incondizionato controllo economico e politico del territorio». Si è avuta, «da parte di ciascuno degli associati», la «permanente consapevolezza di far parte del sodalizio integrante il centro indiscusso del potere locale e con la costante disponibilità ad attuarne il programma». L'ordinanza del gip Bianca Maria Bianchi dispone altre misure cautelari: Luisa Carla Piredda, addetta alla contabilità del comune di Foppolo e consigliere comunale a Valleve, è sospesa dall'esercizio del pubblico ufficio per otto mesi, l'ex impiegata di Brembo Super Ski (e moglie di Berera) Roberta Valoti all'obbligo di firma, per gli ingegneri Andrea e Giovanni Semperboni il divieto di esercitare la professione con la pubblica amministrazione per otto mesi. Tra gli indagati, senza misure cautelari, ci sono poi anche Giovanni Alberto Bianchi, ex sindaco di Carona; S. L., imprenditore bresciano titolare della Graffer, l'azienda che ha vinto la gara d'appalto per la telecabina indetta dopo il rogo; Saverio De Vuono, segretario comunale di Foppolo. L'avvocato di Berera, Enrico Pelillo, afferma: «Berera, quando ha spiegato agli inquirenti ammettendo le proprie responsabilità, ci ha tenuto a dire che non l'ha fatto per sé, ma per tenere in piedi la Brembo Super Ski srl e con essa tutta l'economia e i posti di lavoro che in questi anni hanno ruotato intorno. Per sé Berera non ha intascato nulla». La Regione annuncia che si costituirà parte civile nel processo. Il 23 aprile il gip Bianca Maria Bianchi respinge la richiesta di una misura cautelare più attenuata presentata dal difensore di Berera, segnalando il «radicato inserimento» e il «potere incondizionato» del sindaco di Foppolo; respinta anche la richiesta dei legali di Santo Cattaneo e di Roberta Valota. Il 16 maggio si pronuncia il tribunale del Riesame di Brescia ritenendo che la misura cautelare adeguata per Berera e Cattaneo sia il carcere, e non gli arresti domiciliari: dall'inchiesta è emerso «uno spaccato non occasionale non solo di collusione ma anche di atti violenti o di intimidazione verso soggetti che non si conformavano all'agire e al volere dei due amministratori». I giudici segnalano l'«esistenza di un più generale atteggiamento intimidatorio nei confronti dei soggetti che non fossero in linea con la gestione amministrativa ed economica della valle così come mantenuta da Berera e Cattaneo stessi», «un clima di prevaricazione e sopraffazione diffuso». Il 18 maggio scatta il sequestro preventivo di beni (immobili, conti, terreni) nelle disponibilità di Berera e Cattaneo. Il 25 settembre anche la Cassazione si pronuncia sulle misure cautelari: la Suprema corte accoglie la tesi del Riesame (e di conseguenza quella del pm Gianluigi Dettori) e dispone il carcere per Berera e Cattaneo; ai domiciliari invece S. L. Scrive la Cassazione: «Nessuna incongruenza è dato ravvisare nella doverosa valutazione, da parte del Tribunale bresciano, dell'esistenza non solo di un quadro indiziario connotato dalla gravità richiesta dalla legge per altri allarmanti reati - associazione per delinquere, falsi, abuso d'ufficio, ecc. - ma anche delle relative esigenze cautelari, alla luce dell'emergenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine ad ulteriori due reati contro la P.A., per certo idonei, non solo per titolo ma per concrete modalità di realizzazione, a rendere più vivido e presente il concreto pericolo di recidiva». Berera e Cattaneo vengono scarcerati il 5 ottobre, ma col divieto di dimora in provincia di Bergamo; stessa misura anche per L. A inizio novembre la procura di Bergamo chiude le indagini per il filone principale, quello della bancarotta di Brembo Super Ski e della presunta truffa ai danni di Regione Lombardia: gli indagati sono 17, i capi d'accusa 45. Va verso l'archiviazione invece il filone sull'incendio doloso che ha scoperchiato tutto il malaffare dell'alta valle. Copia degli atti è stata acquisita ad aprile anche dall'Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. 22 LIBERA . BERGAMO Le intimidazioni Nelle carte dell'indagine, si scava negli anni passati, alla ricerca delle “origini” del «sistema Foppolo». Ne esce un quadro costellato da atti intimidatori (incendi dolosi, danneggiamenti delle auto) che vedono come vittima soprattutto la famiglia di Gianfranco Quarti, professionista che nel 2002 aveva presentato un progetto di sviluppo turistico per Foppolo: la procura ha ricostruito almeno due intimidazioni a ottobre 2004, altre due nel febbraio 2005, un caso nell'ottobre 2006, uno nel dicembre 2006, due incendi dolosi tra ottobre e novembre 2007. Il pm Gianluigi Dettori ipotizza una concussione ai danni di Franco Quarti (figlio di Gianfranco), amministratore della San Simone Evolution, società proprietaria di impianti di risalita: secondo il magistrato, Berera e Cattaneo avrebbero abusato dei propri poteri per costringere Franco Quarti ad affidare «indebitamente e gratuitamente a Brembo Super Ski, da costoro (Berera e Cattaneo, ndr) gestita, il ramo d'azienda impiantistico di proprietà della San Simone Evolution, strumentalizzando per lo scopo l'adozione del Piano di Governo del Territorio e dell'istituto giuridico dell'esproprio per pubblica utilità, la riscossione dei tributi e le decisioni in merito all'apertura degli impianti di San Simone»; a Franco Quarti, secondo l'accusa, sarebbe stato imposto da Berera e Cattaneo «di adottare provvedimenti a lui economicamente sfavorevoli». Il gip non ha però accolto questa tesi, non rilevando la concussione. La mazzetta austriaca Il 19 aprile 2018 si apprende che Giuseppe Berera è indagato anche per corruzione: si parla di una presunta mazzetta di 75 mila euro che – stando alla ricostruzione della procura – il sindaco di Foppolo avrebbe ricevuto da S. L., imprenditore bresciano che ha vinto la gara per i lavori della telecabina di Foppolo; nella vicenda avrebbe un ruolo, sostanzialmente come intermediario, anche G. M., imprenditore originario di Brescia. Per dar vita alla corruzione sarebbe stato utilizzato un conto corrente aperto in una banca di Innsbruck, formalmente intestato a M. Berera si difende affermando che i soldi prelevati da quel conto sono il frutto di un prestito. Il 25 giugno Giuseppe Berera e gli imprenditori S. L. e M. finiscono in carcere per la presunta tangente austriaca; il 27 giugno, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al gip Ilaria Sanesi, Berera e L. ammettono la mazzetta, poi il 2 luglio anche M. fa ammissioni. Il 9 luglio vengono così concessi i domiciliari a M., stessa decisione di cui il 13 luglio beneficia L., poi il 20 luglio tocca a Berera. Il filone del Pgt Un ulteriore filone dell'inchiesta si svela il 24 luglio 2018. Diverse persone sono indagate per il presunto tentativo di “aggiustare” il Piano di Governo del Territorio di Foppolo, con una maxitangente sullo sfondo: il reato è appunto concorso in corruzione. Secondo la ricostruzione degli investigatori guidati dal pm Gianluigi Dettori, un gruppo di imprenditori interessati a progetti di sviluppo economico-turistico (possibili investimenti fino a 150 milioni di euro, con 130 mila metri cubi di alberghi, negozi, appartamenti) avrebbe dato vita a una “colletta” per versare attorno al 2014 una tangente – per un importo complessivo da quasi un milione di euro – a Enrico Piccinelli, all'epoca assessore provinciale all'Urbanistica, poi senatore di Forza Italia, che avrebbe dovuto favorire l'approvazione del Pgt che in quel momento si trovava “bloccato” negli uffici della Provincia per valutarne la compatibilità con il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp). Un ruolo cruciale, nel favorire la “colletta”, lo avrebbe avuto Berera. Oltre al sindaco di Foppolo (proprio alcune sue rivelazioni hanno dato lo spunto agli inquirenti) e Piccinelli (che ha fermamente respinto ogni addebito), tra gli indagati per concorso in corruzione ci sono i fratelli Maria Cristina e Fulvio Boccolini, commercialisti con studio a Bergamo, gli imprenditori Battista Vistalli, originario di Serina, e Mauro Regazzoni, di Olmo al Brembo, e l'architetto Fulvio Papetti, di Piazza Brembana. Interrogati il 30 luglio, Maria Cristina Boccolini e Fulvio Boccolini confermano sostanzialmente il racconto di Berera, cioè la “colletta” e il versamento di circa mezzo milione di euro a Piccinelli; gli altri indagati si avvalgono della facoltà di non rispondere o respingono le accuse. A fine ottobre viene disposto il sequestro preventivo di 480 mila euro a carico di Enrico Piccinelli, di Giuseppe Berera e dei fratelli Fulvio e Maria Cristina Boccolini. Sotto sigillo finiscono immobili, terreni, conti correnti: la cifra corrisponderebbe a parte del giro di soldi necessario per la presunta mazzetta. Questo lo scenario ipotizzato dalla Guardia di finanza: per sbloccare il Pgt, Berera si sarebbe rivolto ai Boccolini, in buoni rapporti con Piccinelli, e i Boccolini avrebbero suggerito all'ex sindaco di pagare una tangente a Piccinelli, proponendosi come intermediari. Berera avrebbe così promosso la “colletta” tra gli imprenditori, poi tra fine 2013 e inizio 2014 la corruzione si sarebbe concretizzata: Berera, sostiene l'accusa, si sarebbe recato nello studio dei Boccolini, a Bergamo, con una valigetta colma di 430 mila euro in contanti, e 150 mila euro sarebbero stati immediatamente dati a Piccinelli. Emerge che tra gli indagati ci sono anche Renzo Bordogna, amministratore delegato di una fiduciaria svizzera con residenza a Mendrisio, S. L., già al centro degli altri filoni, e Giacomo Martignon, amministratore delegato di Devil Peak srl, amministratore unico di Foppolo Risorse (società partecipata al 23,5% dal comune di Foppolo) e anche socio di Belmont House (la società che sta portando avanti l'imponente progetto dell'hotel Belmont). Soldi “pubblici” per ristrutturare la casa L'ennesimo tassello che compone il mosaico di Foppolo riguarda una vicenda di peculato, cioè soldi di un'azienda a partecipazione pubblica utilizzati per fini personali. A Giuseppe Berera è contestato di aver utilizzato – staccando degli assegni – circa 55 mila euro delle casse di Brembo Super Ski per pagare le rate della sua abitazione di via Moia DOSSIER 2018 23 a Foppolo. Per questa vicenda, il 10 settembre 2018 il pm Gianluigi Dettori chiede il processo per l'ex sindaco. Il 14 dicembre arriva la condanna di primo grado, emessa dal gup Massimiliano Magliacani: 4 anni e 10 mesi, con rito abbreviato, per peculato e bancarotta fraudolenta. Un nuovo rogo e i sospetti All'alba del 18 dicembre 2018, un incendio devasta a Carona, frazione Pagliari, la baita di Fulvio Berera, già vicesindaco di Foppolo (ma mai coinvolto nell'inchiesta sugli illeciti della vita amministrativa del comune), poi in rotta col sindaco Giuseppe Berera (suo cugino, che gli ritirò le deleghe) e con gli imprenditori del Belmont. Non ci sono indizi che facciano pensare a un innesco doloso del rogo, anche se per i carabinieri tutte le ipotesi restano aperte; nessuno, negli ultimi tempi, aveva utilizzato la baita. I “destini” delle amministrazioni comunali di Foppolo e Valleve In mezzo alle inchieste, ci sono gli smottamenti politico-amministrativi. Il 18 aprile 2018 si dimettono gli ultimi consiglieri di Valleve e il comune viene commissariato. Il 2 maggio 2018 Giuseppe Berera si dimette da sindaco di Foppolo; nei giorni precedenti si erano dimessi diversi consiglieri: anche il comune di Foppolo viene così commissariato. | Foppolo, Valleve, Carona | Tribunale di Bergamo, Sezione del giudice per le indagini preliminari e della udienza preliminare, Ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di Berera Giuseppe + altri, giudice Bianca Maria Bianchi, 11 aprile 2018; Procura di Bergamo, Richiesta per l'applicazione di misure cautelari nei confronti di Berera Giuseppe + altri, sostituto procuratore Gianluigi Dettori, 30 giugno 2017; «Truffa e bancarotta». Arrestati due sindaci, L'Eco di Bergamo, 17 aprile 2018; Dai fratelli ingegneri al segretario comunale. Ecco gli altri indagati, L'Eco di Bergamo, 17 aprile 2018; Fatture false per i fondi regionali. Berera: sì, documenti alterati, L'Eco di Bergamo, 17 aprile 2018; Vittorio Attanà, Quei 700 mila euro finiti a Hong Kong, L'Eco di Bergamo, 17 aprile 2018; Il pm: «Cabinovia, l'appalto fu truccato». Il gip: indizi non gravi, L'Eco di Bergamo, 17 aprile 2018; «Berera ha fatto tutto per la valle. Non ha intascato un euro per sé», L'Eco di Bergamo, 17 aprile 2018; Maddalena Berbenni, «Associazione per delinquere. I sindaci truffavano la Regione», Corriere della Sera - Bergamo, 17 aprile 2018; Giuliana Ubbiali, Quarti, la guerra dei 15 anni tra l'imprenditore e i Comuni: «Ma non c'è stata concussione», Corriere della Sera - Bergamo, 17 aprile 2018; Maddalena Berbenni, Quei 678 mila euro a una misteriosa società di Hong Kong, Corriere della Sera - Bergamo, 17 aprile 2018; Fabio Paravisi, «La Regione parte civile». L'attacco di Attilio Fontana. La politica: subito chiarezza, Corriere della Sera - Bergamo, 17 aprile 2018; Maddalena Berbenni, «Tangenti in Austria», Corriere della Sera - Bergamo, 19 aprile 2018; Giuliana Ubbiali, «I 50 mila euro di Montini? Un prestito come amico», Corriere della Sera - Bergamo, 19 aprile 2018; Maddalena Berbenni, Quel giro di soldi a «Foppolandia», Corriere della Sera - Bergamo, 19 aprile 2018; Soldi in Austria. Il pm: sono tangenti per il sindaco Berera, L'Eco di Bergamo, 20 aprile 2018; Giuliana Ubbiali, «Berera non si è mai dimesso. Radicato in Comune e in valle», Corriere della Sera - Bergamo, 24 aprile 2018; Inchiesta Foppolo, si muove anche l'Anac, L'Eco di Bergamo, 24 aprile 2018; Tribunale di Brescia, Terza sezione penale e del riesame, Ordinanza sull'atto di appello proposto dal Pubblico Ministero di Bergamo in data 18.4.2018 avverso l'ordinanza del G.i.p. di Bergamo del 10.4.2018, presidente Giovanni Pagliuca, 8 maggio 2018; Armando Di Landro, «Per i due ex sindaci serve il carcere. E la turbativa sull'appalto c'è stata», Corriere della Sera - Bergamo, 17 maggio 2018; Case, conti, terreni e vecchie moto. Tutto sequestrato ai due ex sindaci, Corriere della Sera - Bergamo, 19 maggio 2018; Truffa alla Regione, sequestrate le case degli ex sindaci di Foppolo e di Valleve, L'Eco di Bergamo, 19 maggio 2018; Maddalena Berbenni, «Tangenti tramite il conto in Austria». In carcere Berera e due imprenditori, Corriere della Sera - Bergamo, 26 giugno 2018; Berera in carcere: «Intascò tangente da Lima e Montini», L'Eco di Bergamo, 26 giugno 2018; Armando Di Landro, Berera ammette. E parlerà ancora, Corriere della Sera - Bergamo, 28 giugno 2018; Tangente, due arrestati ammettono. Parla Arioli: «Quello era un metodo», L'Eco di Bergamo, 28 giugno 2018; Montini: «I soldi da Lima a Berera transitati sul mio conto in Austria», L'Eco di Bergamo, 3 luglio 2018; Maddalena Berbenni, Soldi in Austria. Anche Montini confessa la tangente per l'ex sindaco, Corriere della Sera – Bergamo, 3 luglio 2018; Caso Foppolo. Ai domiciliari l'imprenditore Montini, L'Eco di Bergamo, 10 luglio 2018; Lima ai domiciliari a casa della madre, Corriere della Sera - Bergamo, 14 luglio 2018; Inchiesta Bss, dopo Montini anche Lima va ai domiciliari, L'Eco di Bergamo, 14 luglio 2018; Berera lascia la cella: domiciliari. «Ha ammesso le responsabilità», L'Eco di Bergamo, 46 LIBERA . BERGAMO 21 luglio 2018; Simone Pesce, Inchiesta Foppolo, spunta maxitangente: «Un milione di euro per sbloccare il Pgt», L'Eco di Bergamo, 25 luglio 2018; Maddalena Berbenni, «La nostra maxi tangente per l'ex senatore Piccinelli», Corriere della Sera - Bergamo, 25 luglio 2018; Maddalena Berbenni, I due intermediari collaborano: «Maxi tangente arrivata a Piccinelli», Corriere della Sera - Bergamo, 31 luglio 2018; L'inchiesta di Foppolo. Interrogatorio fiume per i fratelli Boccolini, L'Eco di Bergamo, 31 luglio 2018; Inchiesta Foppolo, Regazzoni non parla, L'Eco di Bergamo, 2 agosto 2018; Maddalena Berbenni, «Così Berera usò soldi della società per le rate della sua villa chalet», Corriere della Sera - Bergamo, 11 settembre 2018; «Pagò la casa con i soldi della Bss». Chiesto processo per l'ex sindaco, L'Eco di Bergamo, 11 settembre 2018; Maddalena Berbenni, Pugno duro della Cassazione. Gli ex sindaci vanno in carcere, Corriere della Sera - Bergamo, 27 settembre 2018; Brembo Ski, in carcere gli ex sindaci, L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2018; Giuliana Ubbiali, «Esilio» per Berera e Cattaneo. Il gip: via dalla valle, Corriere della Sera - Bergamo, 6 ottobre 2018; «Atteggiamento collaborativo». Berera e Cattaneo scarcerati, L'Eco di Bergamo, 6 ottobre 2018; Maddalena Berbenni, Tangenti a Foppolo: «Piccinelli uscì con le tasche imbottite di soldi», Corriere della Sera - Bergamo, 30 ottobre 2018; «Il senatore uscì con 150 mila euro in tasca». La storia della presunta tangente per il Pgt, L'Eco di Bergamo, 30 ottobre 2018; «Parcheggi “gonfiati” per pagare la tangente», L'Eco di Bergamo, 31 ottobre 2018; Stefano Serpellini, Martignon indagato lascia le cariche. Il Belmont si blocca, L'Eco di Bergamo, 1 novembre 2018; Maddalena Berbenni, Indagato per la tangente L'uomo del Belmont lascia, Corriere della Sera - Bergamo, 1 novembre 2018; Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, Avviso della conclusione delle indagini preliminari e comunicazione della nomina del difensore d'ufficio e dei diritti di difesa nei confronti di Arioli Mauro + 16, sostituto procuratore Gianluigi Dettori, 5 novembre 2018; Maddalena Berbenni, «Il territorio sottomesso agli interessi privati», Corriere della Sera - Bergamo, 13 novembre 2018; Maddalena Berbenni, E il rogo alle seggiovie da cui partì l'inchiesta va verso l'archiviazione, Corriere della Sera - Bergamo, 13 novembre 2018; Dal crack sulle piste ai soldi a Hong Kong. Sono 17 gli indagati nel «sistema» Foppolo, L'Eco di Bergamo, 13 novembre 2018; Giuliana Ubbiali, Berera, 4 anni e 10 mesi per i soldi dello chalet in cui ora non può vivere, Corriere della Sera - Bergamo, 15 dicembre 2018; Pagò casa con i soldi della Bss, 4 anni e 10 mesi, L'Eco di Bergamo, 15 dicembre 2018; Silvia Salvi, Baita distrutta da incendio. Resta il giallo sulle cause, L'Eco di Bergamo, 19 dicembre 2018; Maddalena Berbenni, Un altro rogo misterioso in valle. All'alba il fuoco distrugge la baita del titolare del K2 di Foppolo, Corriere della Sera - Bergamo, 19 dicembre 2018; Cassazione, Sezione VI penale, Sentenza n. 49853/2018, presidente Giorgio Fidelpo, udienza del 25 settembre 2018; Tribunale di Bergamo, Sezione del Giudice per le indagini preliminari e per l'udienza preliminare, Decreto di sequestro preventivo nei confronti di Berera Giuseppe + altri, giudice Ilaria Sanesi, 15 ottobre 2018; Giovanni Ghisalberti, Si è dimesso il Consiglio di Valleve, L'Eco di Bergamo, 19 aprile 2018; Foppolo, Berera lascia. E ora sui domiciliari riesame di pm e difesa nello stesso giorno, Corriere della Sera - Bergamo, 3 maggio 2018; Giovanni Ghisalberti, Si dimette anche il sindaco Berera. Il Consiglio di Foppolo sarà sciolto, L'Eco di Bergamo, 3 maggio 2018 |
2018 | Mazzette: l'inchiesta sull'ex direttore dell'INPS Bergamo | Le accuse sono quelle di corruzione e rivelazione del segreto d'ufficio. È per questo che il 29 maggio 2018 finisce ai domiciliari Angelo D'Ambrosio, ex direttore dell'Inps di Bergamo, poi in servizio a Sondrio. Secondo l'accusa, D'Ambrosio, durante il suo “mandato” bergamasco, avrebbe ricevuto mazzette (per un totale di 50 mila euro) e “regali” da un imprenditore di Ciserano ed ex vicesindaco del comune della Bassa, Antonio Mario Cattaneo, anch'egli ai domiciliari, vicepresidente della cooperativa Interjob con sede a Lallio, attiva nella somministrazione di manodopera: sarebbe stata messa in piedi una rete di imprenditori e professionisti amici e compiacenti. Da un lato, denaro, cene, viaggi; dall'altro, soffiate su possibili ispezioni o situazioni su cui si sarebbero potuti eseguire accertamenti. Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip Marina Cavalleri scrive di «mercimonio della pubblica funzione» e di «asservimento» di D'Ambrosio a Cattaneo per fornire «su richiesta ma anche di propria iniziativa» notizie riservate. Durante una perquisizione negli uffici dell'Inps di Sondrio, verranno poi trovate due buste con un totale di 6 mila euro in contanti. In un'intercettazione tra D'Ambrosio e Cattaneo, captata sull'auto dell'imprenditore di Ciserano e datata 3 febbraio 2017, il vicepresidente della cooperativa Interjob di Lallio racconta un episodio legato a una vicenda che s'intreccia con l'indagine sull'agenzia di lavoro Maxwork: «Ho un amico, insomma uno conosciuto a Bergamo... calabro... che è imparentato con i Piromalli (nota famiglia di 'ndrangheta, ndr). Quando mi sono fatto accompagnare dal ragazzo (a un incontro, ndr) gli ho detto: mi guardi un po' le spalle. Mi ha detto: tranquillo, sarà fatto. Poi mi ha detto: in questo momento non ti tocca nessuno perché sarebbe stupido». A carico di Cattaneo emerge poi l'ulteriore accusa di tentata estorsione: secondo gli inquirenti, avrebbe commissionato a due investigatori privati un video in cui si filmava la consegna della mazzetta (50 mila euro) da Cattaneo a D'Ambrosio; scopo del video sarebbe quello di poter eventualmente ricattare il direttore dell'Inps (che nell'episodio è parte offesa). Nell'interrogatorio di garanzia del 1° giugno, D'Ambrosio e Cattaneo si avvalgono della facoltà di non rispondere; sempre il 1° giugno, l'Inps sospende D'Ambrosio. Il 17 settembre, i domiciliari vengono confermati. | Bergamo, Ciserano, Lallio | Giuliana Ubbiali, «Soldi e vacanze in cambio di favori», Corriere della Sera - Bergamo, 30 maggio 2018; Giuliana Ubbiali, Maxwork e la protezione chiesta ad un uomo del «clan» Piromalli, Corriere della Sera - Bergamo, 30 maggio 2018; «Soldi e regali da imprenditore». Arrestato l'ex direttore dell'Inps, L'Eco di Bergamo, 30 maggio 2018; D'Ambrosio, in ufficio scoperte due buste con 6.000 euro contanti, L'Eco di Bergamo, 1 giugno 2018; Giuliana Ubbiali, Il direttore con 6.000 euro in ufficio, Corriere della Sera - Bergamo, 1 giugno 2018; D'Ambrosio resta in silenzio. L'Inps: sospeso dal servizio, L'Eco di Bergamo, 2 giugno 2018; «Se serve, ricatterò il direttore». La Procura: è tentata estorsione, L'Eco di Bergamo, 7 giugno 2018; Armando Di Landro, Il video della tangente: «Tentata estorsione», Corriere della Sera - Bergamo, 7 giugno 2018; Maddalena Berbenni, L'imprenditore e l'ex direttore dell'Inps restano ai domiciliari, Corriere della Sera - Bergamo, 18 settembre 2018 |
2018 | L'inchiesta sul carcere, ex direttore in cella | Avrebbe ricevuto una mazzetta, e in cambio avrebbe “favorito” un appalto all'interno del carcere di Monza. Poi ci sono altre accuse: peculato, falso ideologico, tentata truffa. L'11 giugno 2018 viene arrestato Antonino Porcino, direttore del carcere di Bergamo per 33 anni (era andato in pensione il 1° giugno 2018), al centro di una vasta inchiesta della procura di Bergamo, coordinata dai sostituti procuratori Emanuele Marchisio e Maria Cristina Rota, con un totale di 27 indagati. Porcino avrebbe ricevuto “benefit” e soldi (in un'occasione, il 29 marzo 2018, almeno 3.800 euro) dai titolari (finiti poi ai domiciliari) della Alfa Express di Urgnano per “facilitare” un appalto per i distributori automatici all'interno del carcere di Monza; il tramite sarebbe stato Daniele Alborghetti, commissario capo della polizia penitenziaria di Bergamo in quel momento in distacco appunto a Monza. Porcino, accusano gli inquirenti, avrebbe anche ristrutturato la casa di Lallio utilizzando due water nuovi “sottratti” al carcere. Ai domiciliari anche Francesco Bertè, dirigente medico del carcere, e Antonio Ricciardelli, comandante della polizia penitenziaria di Bergamo, accusati di abuso d'ufficio. Per Porcino ci sarebbero state anche irregolarità sui certificati di malattia. Il gip Lucia Graziosi ricostruendo l'ampio quadro di illeciti contestati parla di una «complessiva e delittuosa tendenza di considerare l'amministrazione di appartenenza come strumento di ausilio al fine dell'ottenimento di vantaggi personali e privati». Nell'ordinanza, a proposito di Porcino si legge: «Di chiaro spessore cautelare sono i contatti con soggetti conosciuti in contesti di giochi presso il casinò di Saint Vincent, all'evidenza, peraltro, appartenenti al mondo della malavita». Nell'inchiesta è indagata per voto di scambio anche Lara Magoni, assessore regionale al Turismo: per la procura si tratta di un atto dovuto (il nome della Magoni è emerso in alcune intercettazioni tra Porcino e Bertè, che discutono di come portare voti all'esponente politica candidata alle Regionali con Fratelli d'Italia), la diretta interessata respinge le accuse riponendo fiducia nel lavoro della magistratura. Il 14 giugno 2018, nell'interrogatorio di garanzia, Porcino si avvale della facoltà di non rispondere. Il giorno seguente, nel suo interrogatorio di garanzia, l'imprenditore Mario Metalli, di Urgnano, accusato di aver pagato una mazzetta a Porcino, parla approfonditamente della vicenda: Metalli sostiene di aver subìto da Porcino richieste di denaro negli ultimi tre anni, cioè da quando la sua azienda, la Alfa Express, ha iniziato ad operare nella gestione di distributori automatici nel carcere di via Gleno. Pagava per paura di perdere l'appalto, racconta Metalli, per un totale di diverse migliaia di euro. Daniele Alborghetti, commissario della polizia penitenziaria, respinge invece l'accusa di aver preso denaro da Metalli: il 22 giugno 2018 torna libero, dopo la revoca dei domiciliari da parte del gip; i domiciliari verranno revocati poco dopo anche per Ricciardelli e Bertè. Il 6 luglio 2018 il tribunale del Riesame di Brescia dispone gli arresti domiciliari per Porcino (che prima era stato in carcere a Parma, poi a Ferrara): per i giudici, le condotte dell'ex direttore di via Gleno non sono così gravi da giustificare la detenzione in cella (l'unico fatto grave è la corruzione; i casi di peculato «sono modesti»). Ad agosto emerge poi la notizia che anche la responsabile dell'infermeria del carcere, Adriana Teresa Cattaneo, è indagata per peculato: per la procura, avrebbe custodito a casa decine e decine di scatole di farmaci. Il 18 ottobre 2018 giungono invece nuove accuse a carico di Porcino: violenza sessuale e tentata violenza sessuale, concussione a sfondo sessuale, peculato sui medicinali, truffa al Sistema sanitario nazionale e fraudolento danneggiamento di mezzi assicurati, reati contestati in una nuova ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Lucia Graziosi che “rinnova” gli arresti domiciliari; in particolare, alcune donne che lavorano all'interno del carcere (in un caso, anche una detenuta) hanno denunciato di aver subito avance sessuali – o ricatti – da parte di Porcino. | Bergamo | Tribunale di Bergamo, Sezione del Giudice per le indagini preliminari e della udienza preliminare, Ordinanza di custodia cautelare a carico di Porcino Antonino + altri, giudice Lucia Graziosi, 8 giugno 2018; Armando Di Landro, In cella l'ex direttore del carcere, Corriere della Sera - Bergamo, 12 giugno 2018; Giuliana Ubbiali, Al dottore sulla «falsa» malattia: «Quali sintomi devo accusare?», Corriere della Sera - Bergamo, 12 giugno 2018; Maddalena Berbenni, Water e bidet sequestrati a casa della moglie, Corriere della Sera - Bergamo, 12 giugno 2018; Maddalena Berbenni, Un fruscio in auto: «Contava i soldi», Corriere della Sera - Bergamo, 12 giugno 2018; Corruzione, in cella l'ex direttore del carcere, L'Eco di Bergamo, 12 giugno 2018; Dai wc sottratti all'auto nel fosso: agenti usati a fini privati, L'Eco di Bergamo, 12 giugno 2018; Il rom al casinò che «spacca i milioni», L'Eco di Bergamo, 12 giugno 2018; Giuliana Ubbiali, Elezioni, telefonate ambigue con Porcino. Indagata l'assessore regionale Magoni, Corriere della Sera - Bergamo, 13 giugno 2018; Porcino, i pm ipotizzano altre tangenti. Due politici indagati, posizioni marginali, L'Eco di Bergamo, 13 giugno 2018; Armando Di Landro, Giuliana Ubbiali, «Ho votato per lei, con foto alla scheda». Magoni: massima fiducia nei magistrati, Corriere della Sera - Bergamo, 14 giugno 2018; Quel selfie dalla cabina elettorale: «Ho votato Magoni», L'Eco di Bergamo, 14 giugno 2018; Giuliana Ubbiali, «È molto provato». Il silenzio di Porcino davanti al giudice, Corriere della Sera - Bergamo, 15 giugno 2018; «Troppo sconvolto»: Porcino in silenzio. Indagato un finanziere, L'Eco di Bergamo, 15 giugno 2018; Giuliana Ubbiali, L'imprenditore dei distributori: «Porcino chiese soldi per anni». Nuova ondata di interrogatori, Corriere della Sera - Bergamo, 16 giugno 2018; «Porcino lo stavo pagando da tre anni», L'Eco di Bergamo, 16 giugno 2018; Alborghetti torna libero. Il gip revoca i domiciliari, L'Eco di Bergamo, 23 giugno 2018; Giuliana Ubbiali, Il tribunale del Riesame: «Fatti non così gravi». Domiciliari per Porcino, Corriere della Sera - Bergamo, 7 luglio 2018; Il Riesame concede i domiciliari a Porcino, L'Eco di Bergamo, 7 luglio 2018; Carcere, torna libero il direttore sanitario, L'Eco di Bergamo, 29 luglio 2018; Libero il medico del carcere. Può lavorare solo in privato, Corriere della Sera - Bergamo, 29 luglio 2018; Armando Di Landro, Farmaci del carcere trovati a casa. Via la responsabile dell'infermeria, Corriere della Sera - Bergamo, 8 agosto 2018; A casa farmaci del carcere. Indagata capo infermeria, L'Eco di Bergamo, 9 agosto 2018; «Avance a detenute e dipendenti». Via Gleno, nuove accuse per Porcino, L'Eco di Bergamo, 19 ottobre 2018; Maddalena Berbenni, «Ricatti sessuali». Il metodo Porcino, Corriere della Sera - Bergamo, 19 ottobre 2018 |
2018 | Aviatico, indagati gli ex sindaci: "abuso d'ufficio" | Le perquisizioni della Guardia di finanza in municipio scattano il 7 settembre 2018. La procura di Bergamo ha indagato per abuso d'ufficio Stefano Anselmo Dentella e Michele Villarboito, ex sindaci di Aviatico, in alta val Seriana, rispettivamente dal 2003 al 2013 e dal 2013 al 2017, insieme all'ex segretario comunale Saverio De Vuono (quest'ultimo già indagato nel caso-Foppolo). La vicenda è legata alla vendita, avvenuta nel 2016, delle quote della Monte Poieto srl, società partecipata del comune di Aviatico che gestisce gli impianti di risalita e un rifugio in quota (la principale “attrazione” del comune). Nel 2016, appunto, il 56% della società è stato acquisito dall'ex sindaco Dentella (per un periodo anche amministratore della società Monte Poieto srl); alla base dell'acquisizione, una delibera del 2010 (anno in cui Dentella era sindaco). Secondo la procura, la compravendita sarebbe «illegittima» perché avvenuta «a condizioni peggiorative per il Comune rispetto a quelle contenute nel bando del 15 luglio 2010». Gli indagati si dicono certi di aver agito nella piena legalità. | Aviatico, Foppolo | Laura Arnoldi, Monte Poieto, indagati due ex sindaci, L'Eco di Bergamo, 8 settembre 2018; Laura Arnoldi, «Siamo tranquilli, un atto dovuto». De Vuono: si tratta di una faida di paese, L'Eco di Bergamo, 8 settembre 2018; Maddalena Berbenni, Affare Monte Poieto, il blitz. Indagati due ex sindaci, Corriere della Sera - Bergamo, 8 settembre 2018; Laura Arnoldi, Inchiesta sul Poieto. Sconforto in paese: «Si faccia chiarezza», L'Eco di Bergamo, 9 settembre 2018; Maddalena Berbenni, Poieto, quei titoli greci. Per la Corte dei Conti la vendita non è valida, Corriere della Sera - Bergamo, 9 settembre 2018; Indagine ad Aviatico. L'ex sindaco ribatte: «Mai tratto vantaggi», L'Eco di Bergamo, 12 settembre 2018; Dentella «disponibile ad essere ascoltato», L'Eco di Bergamo, 15 settembre 2018; |
2018 | "Tutto incluso" per evadere 1,3 miliardi euro | All inclusive è il nome in codice dell'operazione, perché agli imprenditori interessati a evadere il fisco veniva offerto un pacchetto «tutto incluso». L'11 gennaio 2018 viene eseguita una ordinanza di custodia cautelare che porta in carcere sette persone e altre nove ai domiciliari, culmine di un'inchiesta che vede in totale 86 indagati con 176 società coinvolte. Ai vertici dell'organizzazione, secondo l'accusa del pm bresciano Fabio Salamone, c'è un commercialista di Cortenuova, Graziano Gesti, finito in carcere, titolare di uno studio con sede a Milano; gli indagati bergamaschi sono in totale 17. Lo studio, sostiene l'ipotesi investigativa, metteva a disposizione degli interessati tutti gli strumenti per aggirare le normative fiscali: notai, domiciliazione fittizia, prestanome, contabilità, assistenza nell'emissione di fatture false. Ipotizzati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture false, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, indebita compensazione, truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Nell'operazione sono stati sequestrati complessivamente 199 immobili, 58 automezzi e 22 terreni in nove province; in Bergamasca, in particolare, i sigilli sono scattati per sei appartamenti, due ville, quattro box. L'evasione stimata grazie a questo sistema è di 1,3 miliardi di euro. Negli interrogatori di garanzia, gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. | Cortenuova | Fabio Paravisi, Un kit tutto incluso per evadere il fisco. Somme non versate per 1,3 miliardi, Corriere della Sera - Bergamo, 12 gennaio 2018; Pacchetto all inclusive per frodare il fisco. Operazione Gdf, 17 arresti e 86 indagati, L'Eco di Bergamo, 12 gennaio 2018; Frode fiscale. I tre non parlano, L'Eco di Bergamo, 14 gennaio 2018; Frode al fisco da 1,3 miliardi: tutti zitti davanti al gip, L'Eco di Bergamo, 16 gennaio 2018 |
2018 | "Noleggi fantasma", 8 milioni di fatture false | Un sofisticato giro di fatture fittizie e di compensazioni per mascherare il noleggio di mezzi di cantiere: in totale, secondo le stime della Guardia di finanza, fatture false per otto milioni di euro e Iva evasa per due milioni. Ci sono anche due imprenditori bergamaschi, uno dell'Isola e uno della valle Seriana, tra i 32 indagati nell'operazione Ghost Rental, condotta dalla Guardia di finanza di Edolo, che viene resa pubblica il 21 febbraio 2018; l'epicentro della presunta organizzazione è in Valcamonica. | Provincia di Bergamo | Fatture per falso noleggio di mezzi. Denunciati due imprenditori edili, L'Eco di Bergamo, 22 febbraio 2018; Lilina Golia, Noleggi fantasma per fatture false. Nei guai in 32, 16 sono bresciani, Corriere della Sera - Brescia, 22 febbraio 2018 |
2018 | Frode milionaria, tre bergamaschi nei guai | Ci sono anche tre bergamaschi, residenti tra Covo, Gaverina Terme e Seriate, tra i destinatari delle misure cautelari (due ai domiciliari, uno all'obbligo di dimora) eseguite il 6 marzo 2018 nell'ambito di un'inchiesta della procura di Busto Arsizio. Al centro dell'indagine, una presunta frode fiscale, con fatture false, false compensazioni, “teste di legno”, da un volume totale di 25 milioni di euro, con circa quattro milioni e mezzo di Iva non versata e otto milioni di euro di falsi crediti indebitamente compensati e 1.500 lavoratori irregolari; le irregolarità, in particolare, vertono attorno al pagamento dei contributi Inps. La Guardia di finanza sequestra beni immobili (di cui due in Bergamasca), autovetture e quote societarie per circa due milioni di euro; complessivamente 17 gli indagati per reati tra cui associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, presentazione di dichiarazioni fiscali fraudolente, false fatturazioni, riciclaggio, evasione contributiva. | Covo, Gaverina Terme, Seriate | Pino Vaccaro, Giro milionario di fatture false in Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 7 marzo 2018; La maxi frode dei contributi Inps, Corriere della Sera - Bergamo, 7 marzo 2018 |
2018 | Pecunia olet, chiesto il rinvio a giudizio | Avrebbero trasferito in modo illecito oltre cinque milioni di euro, così da ripulirli. Il 6 aprile 2018 il pm Davide Palmieri chiede il rinvio a giudizio per sei persone, indagate nell'ambito dell'inchiesta Pecunia olet della procura di Bergamo. Al centro dell'indagine c'è Isabella Sirani, residente a Calcinato nel Bresciano, che avrebbe agito in collaborazione con alcuni familiari residenti a Calcio, in Bergamasca: il fratello Fausto Iennis, il padre Innocente, la madre Pierina Pesenti; indagato anche un politico svizzero, Tiziano Galeazzi, deputato del Canton Ticino, che per gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo per ripulire il denaro (il politico è di professione consulente finanziario), e un altro svizzero, Roger Claude Maibach, accusato di aver fatto da prestanome. In precedenza erano stati sequestri preventivi per circa dieci milioni di euro. | Calcio | Famiglia accusata di riciclaggio: la Procura chiede il processo, L'Eco di Bergamo, 7 aprile 2018 |
2018 | "Riciclaggio pro-jihad", due indagati in bergamasca | Un giro di soldi che avrebbe finanziato il terrorismo in Siria. C'è anche un residente a Bottanuco, il marocchino Ahmed Hakim, titolare di un phone center a Capriate, già in carcere per un'inchiesta simile, tra i destinatari il 10 maggio 2018 di misure cautelari nell'ambito di un'operazione (nome in codice: Foreign fighters) condotta dalla Guardia di finanza di Brescia e dalla polizia di Sassari, col coordinamento delle Direzioni distrettuali antimafia (e antiterrorismo) di Brescia e Cagliari e della Procura nazionale antiterrorismo; una decina, in totale, le persone finite in carcere. Secondo i magistrati, Hakim avrebbe fatto da intermediario, insieme ad altre persone, nel passaggio di denaro tra siriani frodi fiscali e riciclaggio residenti in Svezia, Ungheria e Turchia; su quei passaggi di denaro, avrebbe incassato delle commissioni. Scrive il gip Carlo Bianchetti nell'ordinanza che Hakim era «custode, cassiere del denaro e operatore intermediario hawala» (il sistema hawala è un metodo di trasferimento di denaro). Nell'inchiesta risulta indagata a piede libero anche una donna marocchina residente a Brembate, indicata dagli inquirenti come «collaboratrice» di Hakim. | Bottanuco, Capriate San Gervasio, Brembate | Soldi ai terroristi. In cella titolare di un phone center, L'Eco di Bergamo, 11 maggio 2018; «Banda ripuliva i soldi per la jihad». In cella il cassiere, Corriere della Sera - Bergamo, 11 maggio 2018; Giuliana Ubbiali, «La garanzia siamo noi». La banca islamica parallela, Corriere della Sera - Bergamo, 12 maggio 2018 |
2018 | Le cartiere della Bassa: arresti e sequestri | La Guardia di finanza stima in 16 milioni l'evasione di Iva, imposte dirette e contributi: 11 grazie a false fatturazioni per operazioni inesistenti e 5 per non aver versato contributi e imposte ai dipendenti. Con le accuse di false fatturazioni, riciclaggio e intermediazione abusiva di manodopera, il 16 maggio 2018 giunge al culmine un'inchiesta su un giro di “cartiere” nella Bassa bergamasca: in carcere finiscono quattro persone, Marco Marcello Grassi di Vailate, il biellese Matteo Di Bella, Pier Daniele Alagna di Antegnate e Marco Vattiato di Treviglio; venti, in totale, gli indagati per reati di vario tipo. Disposto un sequestro preventivo di oltre 7 milioni di euro. In circa un anno, la “banda” avrebbe emesso 400 fatture, per un giro d'affari da 11 milioni di euro; nella rete, composta soprattutto da aziende del settore edili, la Finanza ha segnalato anche diverse “teste di legno”. Le cartiere, secondo gli inquirenti, avrebbero anche somministrato manodopera in modo illecito. La difesa degli arrestati contesta la sussistenza delle esigenze cautelari. | Vailate, Antegnate, Treviglio | False fatture con 13 società fantasma. Frode da 16 milioni, quattro in carcere, L'Eco di Bergamo, 17 maggio 2018; Armando Di Landro, Valzer delle false fatture, pioggia di contanti veri. Sequestri e 4 in carcere, Corriere della Sera - Bergamo, 17 maggio 2018 |
2018 | Frodi e sequestri nel Basso Sebino | Il volume d'affari sarebbe di 16 milioni di euro; su quella cifra, non sarebbero stati pagati 7 milioni di euro di imposte sui redditi e sarebbero stati evasi 1,7 milioni di euro di Iva. Il 22 maggio 2018, un'inchiesta della Guardia di finanza Sarnico e coordinata dalla procura di Milano culmina con il sequestro preventivo di una villa a Foresto Sparo, di terreni, autorimesse e quote societarie, e alla denuncia di tre persone residenti a Foresto Sparso. Nella ricostruzione degli investigatori, tre società del settore edile, con sede legale a Milano ma operanti nel Basso Sebino, avrebbero organizzato un redditizio meccanismo di false compensazioni, con crediti di imposta inesistenti per non pagare i contributi. | Foresto Sparso | Giuliana Ubbiali, La soffiata del nonno e la Panda. E si scoprì la frode da 16 milioni, Corriere della Sera - Bergamo, 23 maggio 2018; Luca Cuni, «Frode al Fisco per 16 milioni». Sequestrate auto e villa di lusso, L'Eco di Bergamo, 23 maggio 2018 |
2018 | Banda dei "riciclatori" veneti, anche un bergamasco in manette | In totale, per gli investigatori, avrebbero ripulito 46 milioni di euro, con “proiezioni” tra Svizzera e Dubai. C'è anche un bergamasco, originario di Trescore Balneario ma residente in Svizzera, Marco Suardi, promotore finanziario, tra i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dalla Guardia di finanza di Padova il 26 maggio 2018. Cinque, complessivamente, gli arrestati: secondo chi indaga, avrebbero dato vita a un'organizzazione per riciclare denaro frutto di illeciti finanziari, intascando una percentuale sulle transazioni. Il meccanismo faceva leva soprattutto su una serie di bonifici dalla Svizzera diretti a società fittizie in Repubblica Ceca e Slovacchia; da lì, i soldi ripartivano poi verso Dubai. | Trescore Balneario | Armando Di Landro, I soldi dalla Svizzera a Dubai e ritorno. 5 in cella per riciclaggio, Corriere della Sera - Bergamo, 27 maggio 2018; «Riciclaggio da 46 milioni»: 5 arresti. C'è anche un promotore di Trescore, L'Eco di Bergamo, 27 maggio 2018 |
2018 | False fatturazioni nel Basso Sebino | Nel disegno dell'accusa, c'era una frode fiscale per operazioni inesistenti da una trentina di milioni di euro nel settore edile, con riflessi anche nella somministrazione di manodopera. E l'accusa, in primo grado, regge. Il 30 maggio 2018, nell'ambito del processo «Golden Brick» nato dal lavoro investigativo della Guardia di finanza di Sarnico, il tribunale di Milano condanna a tre anni e otto mesi per false fatturazioni Alessandro Acerbis di Credaro (ritenuto la mente del “sistema”), indicato come amministratore di fatto di alcune società con sede legale a Milano e attive nel Basso Sebino; due anni e cinque mesi anche per Mario Tallarini di Credaro e Silvio Betti di Adrara San Rocco, legali rappresentanti di società riconducibili ad Acerbis, anch'essi imputati per false fatturazioni. Il giudice Roberto Crepaldi, che ha comminato pene più alte di quanto richieste dall'accusa, ha disposto la confisca di conti correnti, abitazioni, autorimesse, terreni, auto e anche un motoscafo. | Credaro, Adrara San Rocco | Luca Testoni, Frode da 31 milioni. Tre condannati, L'Eco di Bergamo, 31 maggio 2018 |
2018 | Maxwork, le condanne in appello | Il 22 giugno 2018 il processo sul caso Maxwork, l'agenzia per il lavoro con sede a Bergamo al centro di una bancarotta con parecchie altre “ramificazioni”, giunge alle condanne di secondo grado, stabilite in Corte d'appello a Brescia attraverso il concordato tra le parti (il patteggiamento in secondo grado): tra gli imputati principali, 4 anni e 4 mesi per Giovanni Cottone e 5 anni per Massimo Cavaliere; entrambi beneficiano di un lieve sconto rispetto al primo grado. | Bergamo | Maxwork, in appello pene ridotte a Cottone e Cavaliere, L'Eco di Bergamo, 23 giugno 2018; Giuliana Ubbiali, Crac Maxwork, pene ridotte. Cottone: «Finolli? Più sentito», Corriere della Sera - Bergamo, 23 giugno 2018 |
2018 | Il "clan dei macellai": coinvolti anche due bergamaschi | Il 5 luglio 2018, anche due bergamaschi finiscono ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della Guardia di finanza di Rho su una presunta frode all'erario da 300 milioni di euro. Il “sistema” affonda le radici nel consorzio Servizi Globali spa con sede a Cornaredo, nel Milanese, attivo nel settore della macellazione e della lavorazione di carni. Per la Guardia di finanza, il consorzio riceveva le commesse per lavorare le carne e le dava in subappalto alle società consorziate, che fornivano la manodopera ma che avrebbero però generato crediti Iva inesistenti per un totale di 300 milioni di euro, con cui sarebbero stati compensati debiti di natura tributaria e in alcuni casi anche contributivi dei dipendenti; il consorzio riusciva così anche grazie a questi stratagemmi a tenere bassi i prezzi. Scrive il gip di Milano Guido Salvini che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare accogliendo le richieste dei pm Gianfranco Gallo e Maurizio Ascione: la struttura consortile è stata «utilizzata dai vertici del sodalizio criminale come mezzo per la progressiva operazione di monopolio sistematico del mercato nazionale di riferimento e per la movimentazione di ingenti masse di capitali illeciti». Complessivamente, sono 21 i destinatari delle misure cautelari; sequestrati 90 immobili in tutta Italia. | Provincia di Bergamo | Maddalena Berbenni, Il «clan» dei macellai, ai domiciliari il presidente, Corriere della Sera - Bergamo, 6 luglio 2018; Luca Testoni, Macellatori, ma di crediti Iva. Due «teste di legno» nei guai, L'Eco di Bergamo, 6 luglio 2018 |
2018 | "Dichiarazioni fiscali fraudolente": arresti e sequestri nel Sebino | Fatture false, indebite compensazioni, riciclaggio, sono le condotte contestate dalla Guardia di finanza. Totale della frode: oltre 12 milioni di euro. Con questa accuse, nel luglio 2018 giunge al culmine un'operazione avviata dalla Guardia di finanza di Sarnico e coordinata dal pm bergamasco Emanuele Marchisio, imperniata su una serie di irregolarità che avrebbe compiuto l'azienda Edilimpianti di Rogno (oggi con sede a Pian Camuno nel Bresciano): finisce in carcere Fabrizio Franzoni, di Pisogne, mentre va ai domiciliari Gian Luca Giacomini, di Pian Camuno; figurano come semplici dipendenti dell'azienda, ma per gli investigatori sarebbero gli amministratori di fatto dell'azienda. Otto gli indagati a piede libero, tra cui alcuni bergamaschi. Per le Fiamme Gialle, la Edilimpianti, che ha lavorato anche nei cantieri di Expo, avrebbe prodotto dichiarazioni fiscali fraudolente per oltre 10 milioni di euro, ottenendo indebiti vantaggi; nelle carte si parla anche di riciclaggio attraverso un giro di assegni. Firmando l'ordinanza, il gip Marina Cavalleri si è così espressa sui due principali indagati: «Notevole capacità criminale e costante ricerca del profitto individuale a totale spregio dell'interesse sociale». I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in occasione dell'interrogatorio di garanzia. Scattano sequestri su decine di appartamenti, tra cui una villa di lusso, e persino un cavallo. | Bergamo | Luca Cuni, Maxifrode al Fisco per 12 milioni. Due in manette, L'Eco di Bergamo, 14 luglio 2018; Maddalena Berbenni, Fatture false e soldi riciclati. Due imprenditori in arresto, Corriere della Sera - Bergamo, 14 luglio 2018; Fabio Paravisi, Gli evasori restano senza ville e auto d'epoca, Corriere della Sera - Bergamo, 1 agosto 2018; Luca Cuni, Maxi evasione fiscale. Sigilli anche al cavallo, L'Eco di Bergamo, 1 agosto 2018 |
2018 | "Falsa voluntary disclosure": sequestro da 9 milioni ad Arcene | Un sequestro preventivo da 9 milioni di euro per una presunta falsa voluntary disclosure. Il primo provvedimento di questo genere in Italia viene eseguito a ottobre 2018 ad Arcene. Al centro dell'inchiesta coordinata dal pm Nicola Preteroti c'è la figura di Carmen Testa, residente ad Arcene, formalmente operaia, indagata a piede libero per riciclaggio. Per gli inquirenti avrebbe utilizzato in maniera fraudolenta, nel 2015, lo strumento della voluntary disclosure, cioè la procedura per far rientrare legalmente in Italia capitali detenuti all'estero (sanando eventuali irregolarità): quei soldi fatti rientrare in Italia partendo dalla Svizzera sarebbero infatti – questo il disegno accusatorio della procura di Bergamo, accolto poi anche dal Riesame – frutto dei reati fallimentari e fiscali commessi dal marito della donna, morto nel 2007; L'uomo era stato condannato definitivamente nel 2005 per associazione a delinquere, fatture false e bancarotta fraudolenta e avrebbe appunto portato nel paese elvetico quei soldi (di provenienza illecita) che la moglie ha fatto poi rientrare in Italia anni dopo. Alla presentazione della richiesta di voluntary disclosure, scrive il Riesame, la donna «forniva dati e notizie non rispondenti al vero e taceva dolosamente l'origine delle somme detenute all'estero». Nel sequestro preventivo rientrano la villa di Arcene in cui vive la donna, quote di una società immobiliare e altri 25 immobili riconducibili alla donna. «Ci sono valide ragioni per sostenere in punto di diritto l'estraneità della nostra assistita», ribattono i legali della donna. Il 7 novembre, il gip conferma il sequestro; a dicembre, i legali di Carmen Testa ricorrono in Cassazione. | Arcene | Maddalena Berbenni, «Operaia» con 9 milioni sul conto. La procura: ha finto di «scudarli», Corriere della Sera - Bergamo, 12 ottobre 2018; Patrik Pozzi, Stop al rientro di 9 milioni dalla Svizzera. Sequestrati, l'accusa: frutto di bancarotta, L'Eco di Bergamo, 12 ottobre 2018; «Non c'è riciclaggio se è spontanea l'emersione del patrimonio rimasto sconosciuto al fisco», L'Eco di Bergamo, 12 ottobre 2018; La vedova rivuole 7,5 milioni. Il gip: restano sotto sequestro, L'Eco di Bergamo, 8 novembre 2018; Maxisequestro. Nuovo ricorso, L'Eco di Bergamo, 6 dicembre 2018 |
2018 | Il collezionista d'arte e la voluntary disclosure dalla Svizzera | Un sequestro da 25 milioni di euro e un manager agli arresti domiciliari. Sono le misure che scattano a ottobre 2018, nell'ambito di una nuova operazione della procura di Bergamo contro una voluntary disclosure ritenuta “falsa”. Ad essere accusato di autoriciclaggio e di false dichiarazioni nell'ambito della procedura di collaborazione volontaria avviata nel 2015, è Gianfranco Cerea, consulente residente in città, esperto d'arte. Tra le operazioni finite sotto la lente degli inquirenti, c'è la vendita di opere d'arte per 11,1 milioni di euro a una collezionista, a cui però sarebbe stato lo stesso Cerea a fornire i soldi per acquistarle: da qui l'accusa per autoriciclaggio. La procura chiede e ottiene sequestri per 25 milioni di euro, un valore “generato” anche dalle 200 opere d'arte finite con i “sigilli”: tra queste, anche una delle quattro versioni del celebre Bacio di Hayez. Il 6 novembre, i legali di Cerea chiedono al Riesame di Brescia la scarcerazione del proprio assistito, sostenendo l'infondatezza delle contestazioni e l'insussistenza delle esigenze cautelari; il Riesame rigetta però la richiesta, confermando i domiciliari per Cerea. | Bergamo | Tribunale di Bergamo, Giudice per le indagini preliminari e dell'udienza preliminare, Ordinanza ex art. 292 Cpp nei confronti di Cerea Gianfranco, giudice Massimo Magliacani, 17 ottobre 2018; Tribunale di Bergamo, Giudice per le indagini preliminari e dell'udienza preliminare, Ordinanza ex art. 321 Cpp nei confronti di Cerea Gianfranco, giudice Massimo Magliacani, 17 ottobre 2018; Giuliana Ubbiali, Da Modigliani al Bacio di Hayez. Sequestrate opere per 25 milioni, Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2018; «Il bacio» di Hayez nascosto al Fisco. Domiciliari e sequestro da 25 milioni, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2018; Nel tesoretto anche opere di Modigliani e statue romane, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2018; Giuliana Ubbiali, Non solo il Bacio di Hayez. Tra i beni sequestrati lingotti nascosti in garage, Corriere della Sera - Bergamo, 28 ottobre 2018; «Sono come Goldfinger». Così si vantava il manager, L'Eco di Bergamo, 31 ottobre 2018; Cerea, i legali chiedono scarcerazione al Riesame, L'Eco di Bergamo, 7 novembre 2018; Il Riesame su Cerea: «È inaffidabile: resti ai domiciliari», L'Eco di Bergamo, 9 dicembre 2018; Evasione fiscale per il mercante d'arte, Corriere della Sera - Bergamo, 9 dicembre 2018 |
2018 | Pecunia facilis, sequestri e indagati | Una valanga di F24 falsi. È questo lo scenario di fondo ipotizzato nell'inchiesta Pecunia facilis coordinata dal pm Nicola Preteroti. L'inchiesta parte da Lecco ma ha il suo cuore in Bergamasca; al centro vi è un presunto gruppo guidato da Domenico Piscicelli, imprenditore di Treviglio, che avrebbe agito in particolare di concerto col “procacciatore” Stanislao Copia, bergamasco, accusati a piede libero. Il gruppo, secondo l'accusa, proponeva – i fatti contestati sono tra 2012 e 2016 – ad aziende e cooperative un “pacchetto” fatto di indebite compensazioni col fisco, cioè falsi crediti, attraverso un sistema di versamenti a società di comodo e grazie a modelli F24 “aggiustati”; ad usufruire delle prestazioni sarebbe stata anche la cooperativa Interjob amministrata di fatto da Antonio Mario Cattaneo, indagato nell'ambito della presunta corruzione all'ex direttore dell'Inps di Bergamo. L'8 novembre 2018 scattano così i primi sequestri preventivi: una quindicina di immobili in Bergamasca, il valore del sequestro (per equivalente) disposto è di 16 milioni di euro. Nell'inchiesta si racconta anche una presunta estorsione: Marco Sarti, inizialmente “collaboratore” di Piscicelli, nel 2016 sceglie di uscire dal gruppo, e proprio per questo motivo Sarti avrebbe subito da Piscicelli una richiesta di 2,5 milioni di euro, con minacce anche al figlio; Sarti nell'aprile 2016 sceglie di denunciare il tentativo di estorsione alla questura di Lecco. In totale, sono 31 gli indagati nell'inchiesta. | Treviglio, Bergamo | Maxi frode fiscale, 16 milioni sequestrati tra Bergamo e Lecco, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2018; Armando Di Landro, Barbara Gerosa, Falsi crediti fiscali per 16 milioni di euro. Via Porsche e stampe di De Chirico, Corriere della Sera - Bergamo, 10 novembre 2018; «Pecunia facilis, la banda dei falsi F24». Porsche, ville e quadri: sigilli su 16 milioni, L'Eco di Bergamo, 10 novembre 2018; Armando Di Landro, Falsi crediti, al mediatore trentamila euro al mese, Corriere della Sera - Bergamo, 11 novembre 2018; Stefano Serpellini, Calvin Kloppenburg, «Sappi che ti controlliamo». Le minacce al consulente, L'Eco di Bergamo, 13 novembre 2018; Armando Di Landro, «Così ci spareranno alle gambe». Le minacce per la guerra delle coop, Corriere della Sera - Bergamo, 14 novembre 2018; Armando Di Landro, Quella guerra per le coop tra furti sospetti, intimidazioni e l'ex consulente della Procura, Corriere della Sera - Bergamo, 16 novembre 2018; Armando Di Landro, «Una strana soffiata sulle indagini. Mi avvisò il direttore della banca», Corriere della Sera - Bergamo, 17 novembre 2018; Armando Di Landro, l'altra frode delle cooperative. Sequestrati casa e terreno anche se intestati alla fidanzata, Corriere della Sera - Bergamo, 19 dicembre 2018 |
2018 | Gli "affari" del consorzio delle cooperative | Un vortice di cooperative per aggirare il fisco attraverso l'omissione di dichiarazioni fiscali, così da non versare imposte, Iva e contributi. Totale del presunto danno erariale: 34 milioni di euro, secondo i calcoli della Guardia di finanza. Nel dicembre 2018 viene arrestato Giuseppe D'Armento, pugliese residente a Cenate Sotto, presidente del Consorzio Soluzioni Globali, con sede prima a Bergamo e poi ad Azzano, accusato di frode fiscale ed evasione. Ci sarebbe lui, secondo l'inchiesta coordinata dal pm Antonio Pansa, al vertice di un gruppo che avrebbe utilizzato il “solito” metodo dei falsi F24, della creazione di falsi crediti e della compensazione di spese inesistenti. Attorno al Consorzio orbitavano numerose cooperative di facchinaggio: il Consorzio, secondo lo schema tracciato dagli inquirenti, stipulava contratti di fornitura con i clienti e poi li subappaltava alle cooperative che fornivano i lavoratori; quindi, dopo una serie di altri passaggi, il Consorzio – così delineano gli investigatori – inviava all'Agenzia delle Entrate degli F24 diversi da quelli inviati ai clienti (i clienti erano ignari al meccanismo). Grazie al meccanismo, il Consorzio avrebbe così offerto ai clienti tariffe più basse rispetto alla concorrenza. Oltre a D'Armento, sono indagate a piede libero altre otto persone. Il legale di D'Armento ha dichiarato che il suo cliente «non è riconducibile alle cooperative e alle loro condotte illecite». Scattano sequestri per quasi tre milioni di euro: 2,6 milioni su conti bancari e in contanti, altri 600 mila euro tra beni immobili (tra cui la villetta di D'Armento a Cenate Sotto, una villetta a Treviolo e un appartamento a Stezzano) e mobili. | Cenate Sotto, Treviolo, Stezzano | Fabio Paravisi, Una frode fiscale da 33 milioni con le coop. In carcere il capo del consorzio, caccia ai soldi, Corriere della Sera - Bergamo, 18 dicembre 2018; Simone Pesce, «Contributi non pagati per 34 milioni». Nove indagati, imprenditore in carcere, L'Eco di Bergamo, 18 dicembre 2018; Fabio Paravisi, «Imprenditore troppo spregiudicato. Il carcere unico modo per fermarlo», Corriere della Sera - Bergamo, 19 dicembre 2018; Frode da 34 milioni: «Fatture di società croate alle coop», L'Eco di Bergamo, 19 dicembre 2018 |
2018 | Azzardo illegale online, il ruolo del bergamasco condannato in Calabria | Era «perfettamente consapevole delle dinamiche criminali» e ha «curato la commercializzazione» di una società chiave per gli affari della “banda”. È il ruolo che il gup di Reggio Calabria Nicolò Marino tratteggia per Luca Battista Gagni, imprenditore ed esperto informatico di Costa di Mezzate, condannato a 4 anni e 8 mesi in rito abbreviato in primo grado nell'ambito dell'inchiesta Gambling su un vasto giro d'illeciti nel settore del gioco d'azzardo online, con richiami anche al mondo della ‘ndrangheta e proiezioni in tutta Italia. Lo si legge nelle motivazioni depositate a fine gennaio 2018. | Costa di Mezzate | Ilaria Calabrò, Le motivazioni della sentenza “Gambling”, il gup di Reggio Calabria: “Mario Gennaro garante dell'infiltrazione della ‘ndrangheta nei giochi”, StrettoWeb, 24 gennaio 2018 |
2018 | Scommesse online, le mani delle mafie. Ai domiciliari due bergamaschi | Tre procure al lavoro (Bari, Catania e Reggio Calabria), la Direzione nazionale antimafia a coordinare le inchieste e 68 misure cautelari in tutta Italia. Il 14 novembre 2018 viene assestato un duro colpo ai tentacoli che 'ndrangheta (i clan Tegano, Pesce, Bellocco) e mafia siciliana (il clan Santapaola) hanno messo sul gioco d'azzardo online, in particolare nelle scommesse che si giocano in rete: ai domiciliari finiscono anche i bergamaschi Andrea Gaiti, nato a Gazzaniga e residente a Bergamo, già coinvolto alcuni anni fa nell'inchiesta sul calcioscommesse, e Gianpaolo Mapelli, di Treviglio; secondo gli inquirenti, erano tra i referenti al Nord dell'organizzazione. | Bergamo, Gazzaniga | Mafia, scommesse on line: due arresti, L'Eco di Bergamo, 15 novembre 2018; Mafie e scommesse online: «Contatti commerciali puliti», L'Eco di Bergamo, 23 novembre 2018 |
2018 | "Caporalato" nei trasporti: tre denunce | Dieci ore di lavoro, ma pagate come quattro. Tradotto in linguaggio penale, secondo l'Ispettorato del lavoro di Bergamo è intermediazione illecita con sfruttamento della manodopera. A fine maggio 2018, vengono denunciate a piede libero tre responsabili – due pachistani e un italiano – di due ditte bergamasche in cui lavorano le quattro persone vittime di questa situazione, che si protraeva da almeno due anni; i lavoratori sfruttati erano formalmente dipendenti di un'azienda ma lavoravano concretamente per un'altra. «Non si tratta del classico caporalato di cui abbiamo sentito parlare – ha spiegato Carlo Colopi, direttore dell'Ispettorato del lavoro di Bergamo –, ma di tipologie di sfruttamento del lavoratore, con un pagamento inferiore rispetto a quanto spettante». Sono scattate sanzioni per 8.600 euro. | Bergamo | Fabio Conti, Lavorano 10 ore, ma pagati 4: è caporalato, tre denunciati, L'Eco di Bergamo, 6 giugno 2018; Caporalato, stipendi a metà. Tre denunciati, Corriere della Sera - Bergamo, 6 giugno 2018 |
2018 | Compensi da fame, due denunciati | Il compenso andava da un euro e mezzo ai tre euro l'ora, per fare la classica “sbavatura” della gomma. È la situazione scoperta a fine giugno 2018 dall'Ispettorato del lavoro di Bergamo, in collaborazione con Guardia di finanza e Inps, nel “distretto della gomma”, tra Credaro e Villongo: a essere sfruttate erano sette donne senegalesi e un'indiana; per questi illeciti sono stati denunciati due albanesi che lavorano come terzisti per aziende della zona. | Credaro, Villongo | Paghe sotto i 3 euro l'ora per la gomma, Corriere della Sera - Bergamo, 28 giugno 2018 |
2018 | "Caporalato", sfruttamento e frodi fiscali: indagini fino a Casirate | Un'ampia rete di cooperative impegnate nella logistica, dietro cui – è l'accusa della Guardia di finanza di Pavia – si nascondeva un meccanismo per frodare il fisco, con pesante sfruttamento per i lavoratori. Il 27 luglio 2018 finisce ai domiciliari Daniele Corapi, 34enne residente a Casirate, originario di Catanzaro, coinvolto in un'ampia inchiesta con accuse di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, all'intermediazione illecita di manodopera e allo sfruttamento del lavoro approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori. L'indagine è nata dagli accertamenti sulle cooperative impegnate nella Ceva Logistics di Stradella, nel Pavese: le Fiamme gialle contestano per il 2016 e il 2017 un'evasione dell'Iva per 5,8 milioni di euro e un omesso versamento di contributi per 9,2 milioni, attraverso un sistema di false compensazioni. I lavoratori sfruttati potevano essere impiegati anche 12-14 ore al giorno, sette giorni su sette, con retribuzione al di sotto di quanto previsto dai contratti nazionali di lavoro; in alcuni casi, i lavoratori avrebbero dovuto restituire parte del proprio stipendio a un “caporale”. | Casirate d'Adda | Turni di 14 ore sette giorni su sette. Caporalato, ai domiciliari 34enne, L'Eco di Bergamo, 28 luglio 2018; Frode fiscale e caporalato: un arresto a Casirate, Corriere della Sera - Bergamo, 28 luglio 2018 |
2018 | Allarme caporalato nei trasporti | I lavoratori erano “prestati” da una ditta all'altra, con stipendi da fame: quattro euro l'ora (anziché i dodici previsti dal contratto collettivo nazionale), con turni anche da dieci ore. E il sospetto che parte del compenso venisse trattenuto dall'azienda che “prestava” i lavoratori all'altra. Secondo i carabinieri dell'Ispettorato del lavoro di Bergamo e secondo l'Inps, ci sono gli estremi per la denuncia per intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento, in pratica “caporalato”: a inizio ottobre 2018 finiscono denunciate tre persone; a essere coinvolte sono due aziende, una di Dalmine e l'altra di Pedrengo. «Questa è solo la punta dell'iceberg - è il commento di Doriano Bendotti, segretario provinciale della Federazione autotrasportatori di Bergamo - di quello che succede nel settore. Con il mercato e il costo del lavoro di oggi sono tante le aziende che se ne approfittano». «Abbiamo messo il naso in qualcosa di grosso», è il parere di Carlo Colopi, capo dell'Ispettorato di Bergamo. | Dalmine, Pedrengo | Fabio Paravisi, Camionisti in prestito a quattro euro l'ora. Tre imprenditori indagati per caporalato, Corriere della Sera - Bergamo, 12 ottobre 2018 |
2018 | Sei lavoratori clandestini nel laboratorio tessile cinese per la griffe della moda | Un laboratorio tessile con parecchie irregolarità in centro città. Il 28 novembre 2018, un blitz dell'Ispettorato del lavoro e dei carabinieri in un locale in via Pinamonte da Brembate, a Bergamo, porta alla scoperta di sei lavoratori cinesi clandestini; nella struttura era presente anche un dormitorio con dodici posti letto, dove vivevano gli immigrati, in condizioni non certo ottimali. Il laboratorio lavora anche per conto di una grande griffe di moda milanese. In totale sono state elevate sanzioni per 25mila euro. | Bergamo, Brembate | «Clandestini cinesi al lavoro per le griffe», Corriere della Sera - Bergamo, 30 novembre 2018; Blitz nel laboratorio tessile. Scoperti sei clandestini cinesi, L'Eco di Bergamo, 30 novembre 2018 |
2018 | Rifiuti sotto la Brebemi? Il processo prosegue (a rilento) | «Volevamo monitorare una cava per il prelievo di materiale inerte a Castrezzato, nel bresciano, per capire se ci fossero infiltrazioni della 'ndrangheta. La Dda di Milano aveva da poco arrestato 35 persone collegate alle 'ndrine, che si occupavano anche di movimentazione terra, settore a cui la malavita organizzata è interessata». È così che nacque l'inchiesta sul presunto smaltimento illecito di rifiuti sotto il manto della Brebemi, secondo quanto afferma Alberto Rossini, luogotenente del nucleo investigativo dei carabinieri di Brescia, il 12 giugno 2018 in tribunale a Bergamo, nell'ambito del processo contro l'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli. Secondo Rossini, i camion della Locatelli hanno scaricato nel cantiere della nuova autostrada materiale non a norma: in un caso, i risultati di un prelievo disposto dagli inquirenti hanno confermato «la presenza di cromo superiore alla media: si registrò la presenza di fresato al 90%, quando il limite è al 2%». Il processo procede a rilento (i fatti risalgono al 2011) e si avvia alla prescrizione. Il 9 novembre 2018, però, gli autisti della Locatelli in aula dichiarano che il materiale scaricato nei cantieri era formato da «scorie trattate, dunque utilizzabili, e non rifiuti». | Provincia di Bergamo | L'Eco di Bergamo, «Paura di infiltrazioni mafiose. Così iniziò l'inchiesta Brebemi», L'Eco di Bergamo, 13 giugno 2018; Processo Brebemi. Autisti: sui camion materiale regolare, L'Eco di Bergamo, 10 novembre 2018 |
2018 | Il rogo di rifiuti a Corteolona e il riferimento a Bergamo | Quelle fiamme, alzatesi a Corteolona (Pavia) il 3 gennaio 2017, hanno acceso i riflettori sulla Terra dei fuochi lombarda. L'11 ottobre 2018 scattano sei arresti per quella vicenda, eseguiti dai carabinieri forestali di Milano e Pavia al culmine di un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano: sei persone in manette, cinque italiani e un romeno, con le accuse di incendio doloso, gestione illecita di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Un sistema “nascondi e brucia”, in cui sono coinvolte società per il trattamento rifiuti con regolari autorizzazioni, che avrebbero però scelto la strada dell'illegale per contenere i costi, dando vita a roghi di rifiuti in capannoni in cui abusivamente vengono stoccate tonnellate e tonnellate di “monnezza”. Attraverso le conversazioni intercettate nell'ambito dell'inchiesta su Corteolona, gli investigatori hanno ipotizzato che una delle persone coinvolte avesse già preso in affitto dei depositi anche a Bergamo – oltre che in altre parti della Lombardia – per mettere in piedi un meccanismo analogo a quanto avvenuto a Corteolona. | Bergamo | Simone Marcer, Arrestata la banda della terra dei fuochi, Avvenire, 12 ottobre 2018; Monica Serra, Traffico di rifiuti pericolosi, arrestato il gruppo che incendiò il deposito di Corteolona nel pavese, La Stampa (edizione online), 11 ottobre 2018 |
2018 | Calcinate, capannone dismesso trasformato in discarica abusiva | Il via vai di un camion è diventato sospetto, poi una certezza. A ottobre 2018 si scopre che un capannone dismesso di Calcinate, in via Presolana in località Bettole, è stato trasformato in un magazzino per stoccare abusivamente rifiuti: da luglio a settembre, un gruppo di persone si è finto titolare del deposito, originando un via vai che ha prodotto l'accumulo di tonnellate di scarti di lavorazione, materiali fortunatamente non tossici secondo quanto rilevato dalle prime analisi. | Calcinate | Nial Ferri, Si fingevano titolari per riempire di rifiuti un capannone dismesso, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2018 |
2018 | Discarica di amianto a Cappella Cantone, la condanna d'appello | Una conferma, seppur con “sconto”. Il 18 ottobre 2018, la Corte d'appello di Milano condanna a un anno e otto mesi (in abbreviato, con pena sospesa: in primo grado, la condanna era stata di due anni) l'ex imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli per corruzione: Locatelli, già coinvolto nei processi su presunti smaltimenti illegali di rifiuti nei cantieri della Brebemi e della tangenziale di Orzivecchi, aveva versato nel 2011 una mazzetta da oltre 100 mila euro a Franco Nicoli Cristiani, ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, e al funzionario dell'Arpa Lombardia Giuseppe Rotondaro, per sbloccare le pratiche relative all'autorizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona) su cui Locatelli aveva importanti interessi. Nicoli Cristiani e Rotondaro avevano in precedenza patteggiato la pena, rispettivamente di due anni e di un anno e otto mesi. | Calcinate | Luca Testoni, Tangente per la discarica d'amianto. La Corte d'appello riduce le condanne, L'Eco di Bergamo, 19 ottobre 2018 |
2018 | Rifiuti sotto la tangenziale di Orzivecchi, condanna definitiva per Locatelli | Sentenza definitiva. Il 25 ottobre 2018, la Cassazione “certifica” la condanna a sei anni di carcere all'ex imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, per traffico illecito di rifiuti e frode in pubbliche forniture nell'ambito del cantiere della tangenziale di Orzivecchi, nel Bresciano. Sotto l'asfalto di quel cantiere, ha confermato la suprema corte, è stato provato «l'utilizzo di scorie di acciaieria in termini ben superiori a quello contrattualmente previsto», «un massiccio, abnorme uso di scorie di acciaieria, in notevole parte non lavorate, sì da integrare un quantitativo ingente di rifiuti». Il sistema, secondo i giudici, era il seguente: i camion carichi di scorie di fonderia dovevano passare dall'impianto di trattamento alla Biancinella di Calcinate di solito utilizzato dall'impresa di Locatelli, ma invece molto spesso quei camion andavano direttamente al cantiere, scaricando lì il materiale non “bonificato”. «Una puntuale pianificazione delle operazioni. Diversamente - spiega la Cassazione - non si comprenderebbero gli esiti delle analisi chimiche, le preoccupazioni legate al fatto che fossero state viste scaricare scorie ancora calde, le numerosissime incongruenze riscontrate sui documenti di trasporto». Nel ricorso presentato in Cassazione (e rigettato dai giudici), la difesa di Locatelli faceva leva sull'intervenuta prescrizione e sull'incompetenza territoriale. «Non ho mai inquinato», ha aggiunto. Dal 12 novembre 2018, l'ex imprenditore è in carcere a Bergamo. | Calcinate | Corte di Cassazione, Sezione III penale, Sentenza n. 58448/2018, presidente Luca Ramacci, udienza del 25 ottobre 2018; Armando Di Landro, Locatelli, condanna definitiva: «Ma non ho mai inquinato», Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2018; Locatelli, pure dal Pg richiesta che valeva la prescrizione, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2018; Stefano Serpellini, Rifiuti sotto la tangenziale, sentenza definitiva. Da ieri Locatelli è in cella, L'Eco di Bergamo, 13 novembre 2018; Armando Di Landro, Locatelli in carcere: il saluto della figlia. Sei anni da scontare, Corriere della Sera - Bergamo, 13 novembre 2018; Giuliana Ubbiali, Orzivecchi, la condanna di Locatelli: «Nessuna minima presa di coscienza dei pericoli per l'ambiente e la salute», Corriere della Sera - Bergamo, 2 gennaio 2019 |
2018 | Zanica, doppia discarica abusiva di pneumatici | Due discariche abusive di pneumatici e di ricambi per auto scoperte a Zanica dalla Polizia stradale di Bergamo in pochi giorni, tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2018. Sono state denunciate a piede libero due persone, accusate di violazione delle normative ambientali. | Zanica | Stefano Bani, Zanica, trovata un'altra discarica di pneumatici, L'Eco di Bergamo, 3 novembre 2018 |
2018 | Capannone trasformato in discarica: sequestro a Caravaggio | Il sospetto degli inquirenti è che quei depositi fossero pronti per essere incendiati, così da far sparire ciò che vi era stato accumulato, come troppe volte già accaduto in Lombardia. Il 13 dicembre 2018 vengono scoperti a Caravaggio, nella zona produttiva ex Ceramtec, quattro capannoni zeppi di tonnellate di rifiuti: in un capannone c'erano 50 tonnellate di tessuto filtrante, 16 tonnellate di materiale plastico e 100 metri cubi di pallet; nel secondo capannone, 400 tonnellate di scarti di tessuto; nel terzo, 200 metri cubi di rifiuti vari e 40 frigoriferi dismessi; nel quarto, 150 metri cubi di rifiuti vari, 700 litri di olio esausto, 50 chili di vernice. l'operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza di Treviglio, dalla polizia locale di Caravaggio e dall'Arpa Lombardia - Dipartimento di Bergamo; nell'ultimo periodo era stato notato un via vai di camion nell'area. I capannoni sono di proprietà di una società immobiliare dichiarata fallita appena pochi giorni prima, il 27 novembre 2018, il cui rappresentante legale è stato denunciato per attività di gestione di rifiuti non autorizzata. La vicenda sarebbe collegata ad un altro sequestro messo a segno dalla Guardia di finanza a Cassano d'Adda a inizio dicembre. | Caravaggio | Patrik Pozzi, Quattro capannoni imbottiti di rifiuti. Scatta il sequestro, L'Eco di Bergamo, 14 dicembre 2018; Pietro Tosca, Quattro capannoni come discariche abusive. Scattano i sequestri, Corriere della Sera - Bergamo, 14 dicembre 2018 |
2018 | Da Palazzago a Calabria: intimidazione sotto casa | Abita a Palazzago, ma finisce coinvolto come vittima di intimidazione in una faida calabrese. Il 4 aprile 2018, a Caroniti, frazione di Joppolo, comune in provincia di Vibo Valentia, viene preso di mira un cinquantenne originario del posto ma da trent'anni residente a Palazzago: L'uomo era tornato da qualche giorno in Calabria per le festività pasquali, ma sotto casa qualcuno gli ha fatto trovare un cane impiccato alla finestra. E una scritta: «Così è la vostra fine». Il messaggio intimidatorio, secondo gli inquirenti, si inserisce in una faida contro la famiglia Cocciolo-Panzitta, cui è legato L'uomo da anni residente a Palazzago. | Palazzago | Intimidazioni: cane impiccato sotto una finestra a Caroniti di Joppolo, Il Vibonese, 5 aprile 2018; Faida in famiglia a Pasqua. Cane impiccato sotto casa, L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2018 |
2018 | Night di Cologno: prostituzione, droga e arresti. Lo spunto da un omicidio | Le accuse sono varie: favoreggiamento aggravato della prostituzione, spaccio di droga, porto illegale di armi da fuoco, furti in abitazione. Tre arresti e sette indagati è il bilancio dell'operazione Occhio di Ra, scattata tra l'11 e il 12 aprile 2018: l'epicentro delle vicende è un night club, appunto l'Occhio di Ra di Cologno al Serio, dove secondo gli inquirenti si consumava un giro di prostituzione e di spaccio, con un sottobosco fatto di armi. In carcere finisce Claudio Feriti, 50enne di Cavernago, titolare del locale; ai domiciliari la collaboratrice Graziana Manzella, di Palosco; obbligo di dimora notturno per il bresciano Fabio Carone. Sei gli indagati a piede libero. Ai misfatti del locale si è giunti incidentalmente indagando sull'omicidio di Alben Vorfi, albanese freddato a colpi di pistola a Treviglio nell'ottobre del 2016, probabile vittima di un regolamento di conti tra bande dedite ai furti in appartamento. Gli arrestati e gli indagati si sono detti estranei alle vicende. | Cologno al Serio, Treviglio, Cavernago | Fabio Paravisi, Sesso a pagamento, chiuso night club. Tre arrestati e 7 indagati, Corriere della Sera - Bergamo, 13 aprile 2018; Fabio Conti, Giro di droga e armi nel night a luci rosse. Indagate 10 persone, L'Eco di Bergamo, 13 aprile 2018; Inchiesta sul night, titolare ai domiciliari, Corriere della Sera - Bergamo, 18 aprile 2018; Tribunale di Bergamo, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di misure cautelari, giudice Marina Cavalleri, 23 marzo 2018 |
2018 | Fermato con un colpo in canna: già coinvolto in sparatoria mortale tra gang | Era stato coinvolto nella sparatoria tra gang che il 3 dicembre 2010, a Mornico al Serio, nell'ambito di un regolamento di conti per il controllo della prostituzione, portò alla morte del 24enne albanese Ervis Tafa. A distanza di anni, il 2 maggio 2018 viene arrestato a Ghisalba Ibrahimi Fatmir, albanese 35enne, pregiudicato, con l'accusa di porto illegale di arma da sparo: i carabinieri del nucleo radiomobile di Treviglio lo hanno fermato per un normale controllo, trovandogli però nel borsello una semiautomatica clandestina di provenienza probabilmente balcanica, con un colpo già in canna, pronto per essere sparato. | Mornico, Treviglio | Già coinvolto in sparatoria, arrestato con una pistola, L'Eco di Bergamo, 4 maggio 2018 |
2018 | Sfruttamento prostituzione col voodoo, tre arresti | Ha avuto il coraggio di ribellarsi al giogo della prostituzione, denunciando i suoi aguzzini. Dal racconto di una vittima della tratta, nasce un'indagine che il 16 ottobre 2018 porta a tre arresti. È l'operazione Sister Joy condotta dalla squadra mobile della questura di Bergamo: in manette con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, su ordinanza chiesta dal pm Davide Palmieri e firmata dal gip Federica Gaudino, finiscono Joy Ojo, 44enne nigeriana, la figlia Love Ogbemuda, 22 anni, e Gian Piero Verna, ex guardia giurata 58enne di Cassano d'Adda. L'inchiesta nasce dalla denuncia di una ventenne nigeriana: secondo gli inquirenti, nel 2015 la giovane aveva deciso di lasciare la sua patria e così si era messa in contatto con Joy Ojo, che l'ha convinta a raggiungerla in l'Italia, facendole contrarre un debito da 35mila euro con la promessa però di diventare modella. In realtà, una volta giunta in Italia, Joy Ojo avrebbe costretto la giovane migrante a prostituirsi a Osio Sotto, vessandola psicologicamente con un rito voodoo. Per gli inquirenti, la figlia di Joy Ojo si occupava di riscuotere le somme di denaro, mentre Gian Pietro Verna forniva supporto. Nell'interrogatorio di garanzia, gli arrestati hanno respinto le accuse. | Osio Sotto | Questura di Bergamo, Comunicato stampa, 16 ottobre 2018; Giuliana Ubbiali, La Mama, i riti voodoo e le preghiere per «scampare ai rimpatri di Salvini», Corriere della Sera - Bergamo, 17 ottobre 2018; Riti vudù per costringere ragazze a prostituirsi: tre in manette, L'Eco di Bergamo, 17 ottobre 2018; «Nessun rito voodoo sulla prostituta», Corriere della Sera - Bergamo, 20 ottobre 2018 |
2018 | Dalmine, confiscato negozio | C'è anche un negozio ubicato a Dalmine tra i 23 immobili che il 22 novembre 2018 vengono confiscati definitivamente nell'ambito dell'inchiesta Gerico 2, coordinata dalla Guardia di finanza di Pavia e che ha visto al centro una maxi evasione: tramite un giro di “cartiere”, un gruppo criminale avrebbe emesso fatture false per circa 100 milioni di euro; i proventi dei benefici d'imposta venivano impiegati per l'acquisto di immobili. L'immobile di Dalmine era riconducibile a un 50enne bresciano. | Dalmine | Inchiesta sull'evasione. Immobile confiscato, Corriere della Sera - Bergamo, 23 novembre 2018; Frode fiscale da 100 milioni. Confiscato un negozio, L'Eco di Bergamo, 23 novembre 2018 |
2018 | "Trafficanti di clandestini", un arresto a Treviglio | C'è anche uno snodo bergamasco, nello specifico trevigliese, sulla rotta del traffico di esseri umani svelato dall'indagine Passeur coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano: tra i dieci arresti che la Guardia di finanza varie di Lodi esegue il 28 novembre 2018, c'è anche un egiziano 43enne domiciliato di fatto a Treviglio. L'uomo si sarebbe occupato di impartire direttive agli “autisti” che operavano in “viaggi” sulle rotte dell'immigrazione clandestina, con destinazione finale soprattutto in Francia; i clienti venivano arruolati direttamente dagli scafisti, i migranti pagavano 4-5mila euro per ogni viaggio della speranza. Gli arrestati (otto egiziani e due pakistani) sono indagati a vario titolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e riciclaggio. | Treviglio | Luca Testoni, Trafficanti di clandestini. Un «autista» a Treviglio, L'Eco di Bergamo, 29 novembre 2018; Traffico di immigrati, 10 arresti: Treviglio crocevia dei viaggi, Corriere della Sera - Bergamo, 29 novembre 2018 |
2018 | "Sappiamo tutto di te, occhio". Brembate Sopra, minacce al consigliere | «Tu e il tuo gruppo avete rotto i... Gli interessi nel comune non sono da toccare, pensa a tua figlia. Sappiamo tutto di te, occhio». Le parole intimidatorie sono scritte in stampatello, su una lettera recapitata nella cassetta della posta. Succede a ottobre 2018 a Tiziano Ravasio, capogruppo della lista di minoranza Patto Civico a Brembate Sopra, già candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2017. Le pesanti minacce inducono Ravasio alle dimissioni. Già nel 2017 una candidata della stessa lista aveva ricevuto una lettera minatoria. «Si pensa sempre che queste cose succedano lontano da noi, invece anche qui...», ha commentato Ravasio. | Brembate di Sopra | Fausta Morandi, Lettera di minacce. Si dimette il capogruppo, L'Eco di Bergamo, 11 ottobre 2018 |
2018 | Caravaggio, intimidazioni contro sindaco e assessori | Prima, un sospetto pedinamento in auto. Poi un'auto danneggiata. Infine, tentativi d'accesso illeciti a un account di posta elettronica. Lo denunciano il 18 ottobre 2018, in una conferenza stampa, il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini, così come gli assessori Federica Banfi (Ambiente e Viabilità) e Pierluigi Lanzeni (Lavori pubblici ed Edilizia Privata): per il primo cittadino, si tratta di «atti persecutori di cui siamo stati oggetto negli ultimi giorni e per i quali abbiamo presentato formale denuncia alle autorità competenti. Con intimidazioni e danneggiamenti si cerca di interdire la libertà e l'autonomia del ruolo istituzionale che ricopriamo». | Caravaggio | Pietro Tosca, Auto rigate, mail violate e pedinamenti. La giunta denuncia, Corriere della Sera - Bergamo, 19 ottobre 2018; Patrik Pozzi, «Assessori pedinati, auto vandalizzate. Atti persecutori contro me e la Giunta», L'Eco di Bergamo, 19 ottobre 2018 |
2018 | Bergamo, "operativi sodalizi di stampo 'ndranghetista" | «Nel circondario bergamasco si è registrata anche una crescita di reati spia, attestanti l'operatività sul territorio di sodalizi criminali di stampo 'ndranghetista». Lo afferma Pier Luigi Maria Dell'Osso, procuratore generale presso la Corte d'appello di Brescia, competente anche sul territorio bergamasco, in occasione dell'inaugurazione del nuovo anno giudiziario, avvenuta il 27 gennaio 2018 a Brescia «Le indagini avviate – scrive nella relazione presentata in questa occasione – hanno consentito di acclarare le dinamiche connesse con la presenza di criminali di origine calabrese stanziali sul territorio bergamasco, ma strettamente legati a famiglie malavitose del reggino, del vibonese e del crotonese. Come fondatamente rilevato dal procuratore bergamasco, permane un grande interesse per il riciclaggio dei mezzi movimento terra: è stata scoperta l'esistenza di consolidati canali di esportazione di mezzi d'opera rubati dai cantieri del nord Italia e destinati ai Paesi dell'area mediterranea, grazie alla regia di alcuni pregiudicati calabresi specializzati nel settore, che si avvalgono di corregionali cospicuamente presenti in tutto il Nord Italia o titolari di società di autotrasporti, per alimentare costantemente il mercato di questi mezzi oggetto di furto e garantirne il trasporto oltre i confini nazionali». «Credo che i rischi di infiltrazioni siano più accentuati da Bergamo in giù, soprattutto nella Bassa, perché economicamente più sviluppata», riflette il procuratore di Bergamo Walter Mapelli. | Provincia di Bergamo | Procuratore generale del distretto di Brescia, La “questione criminale” nella Lombardia orientale: peculiarità e linee evolutive, relazione di apertura dell'anno giudiziario 2018; Stefano Serpellini, «Mutuo soccorso e 'ndrangheta. Si indaga anche in Bergamasca», L'Eco di Bergamo, 28 gennaio 2018; Stefano Serpellini, «Prescrizione, meglio che i reati “muoiano” dal pm: costa meno», L'Eco di Bergamo, 28 gennaio 2018; Giuliana Ubbiali, Reati fiscali, sequestrati 20 milioni: «Non basta, si può salire ancora», Corriere della Sera - Bergamo, 28 gennaio 2018 |
2018 | "Bergamo, territorio di grande interesse per le mafie" | «È un territorio ricco quello bergamasco, quindi di grande interesse per le organizzazioni mafiose, in primis il riciclaggio di denaro sporco. Siamo in una fase di studio, ci stiamo lavorando con interesse». Lo afferma in un'intervista a BergamoNews.it del 29 gennaio 2018 il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Mauro Paloschi, Il comandante dei carabinieri Storoni: “Occhi puntati sulle infiltrazioni mafiose”, BergamoNews, 29 gennaio 2018 |
2018 | Imprese "grigie", Bergamo sopra la media regionale | Nel 10% delle aziende bergamasche ci sono soggetti dal passato opaco. È quanto risulta da un ampio studio condotto dal Comitato antimafia promosso dal Comune di Milano, con la partecipazione di magistrati ed esperti del settore. Il report, presentato a febbraio 2018, ha avuto come campione 16.382 società in Lombardia, di cui 1.605 con sede in Bergamasca (e ricavi totali per 29,4 miliardi di euro): secondo il Comitato, nelle imprese orobiche il 10,1% degli amministratori ha precedenti per reati “tipici” di criminalità organizzata (associazione mafiosa, estorsione, usura, traffico di droga, illecito smaltimento di rifiuti), una proporzione più alta della media lombarda; il 26% degli amministratori ha invece precedenti per reati “non tipici”, dai reati fallimentari e fiscali sino a quelli più personali (come le violenze). «I fenomeni di inquinamento criminale sembrano colpire esclusivamente le piccole e medie imprese», è scritto nel documento. Quali sono le conseguenze del contagio? «L'impresa inquinata viene distorta e strumentalizzata al fine di occultare e reintrodurre nel sistema legale flussi di liquidità illecita», diventando strumento di riciclaggio. | Provincia di Bergamo | Comitato per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalità organizzata, Programma “Luce sul grigio”. La vulnerabilità della città di Milano al rischio criminalità organizzata, presentato nel febbraio 2018; Luca Bonzanni, Una società su dieci ritenuta «vulnerabile», L'Eco di Bergamo, 12 marzo 2018 |
2018 | Bassa, "attenzione particolare: bergamasca non esente da potenziali infiltrazioni" | Un rinforzo importante per la compagnia dei carabinieri di Treviglio, con grande esperienza in particolare sui temi di contrasto a criminalità organizzata, narcotraffico e terrorismo. Da aprile 2018 entra in servizio nella Bassa il tenente Giuseppe Romano, nuovo comandante del nucleo operativo di Treviglio, reduce da un'esperienza ventennale al Ros di Milano: «È un'attenzione particolare dell'Arma e mia personale che parte dal presupposto che la Bergamasca non è esente da potenziali infiltrazioni del crimine organizzato», commenta il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri. | Treviglio | Fabio Conti, Bassa, nuovo tenente dal Ros: «Le infiltrazioni nel mirino», L'Eco di Bergamo, 13 aprile 2018; E al comando arriva l'esperto di criminalità organizzata, Corriere della Sera - Bergamo, 13 aprile 2018 |
2018 | Riciclaggio, i canali delle "nuove" gang | I mille canali del riciclaggio, tra mafie nostrane, nuovi clan e terrorismo. L'attenzione della Guardia di finanza di Bergamo sul tema è alta, in ogni sfaccettatura. Per esempio, spiega il colonnello Mario Salerno, comandante della Guardia di finanza di Bergamo, in un'intervista del 15 marzo 2018, «anche in Bergamasca sono attenzionati i money transfer, perché rappresentano un elemento di rischio. Nei money transfer si fanno soprattutto operazioni frazionate in importi piccoli: indagini pregresse hanno rilevato che questi circuiti sono stati utilizzati dai gruppi criminali cinesi per ripulire i proventi della contraffazione, da quelli nigeriani per ciò che deriva dal traffico di stupefacenti». | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, «Oggi basta un “clic” per spostare capitali», L'Eco di Bergamo, 15 aprile 2018 |
2018 | "Mafie, spesso si fa fatica a trovare collaborazione" | «Fare sistema» contro le infiltrazioni della criminalità organizzata. Lo afferma il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri, in occasione del bilancio annuale sui risultati conseguiti in Bergamasca dall'Arma, presentato il 4 giugno 2018: «Ho notato che qui spesso si fa fatica a trovare collaborazione, anche se dietro questa reticenza c'è spesso solo l'ingenua consapevolezza di vivere in un territorio storicamente esente da certe situazioni. Così, però, si tende a sottovalutare alcuni fenomeni. Per questo, in futuro, auspico anche sotto questo profilo una maggiore attenzione da parte della cittadinanza». Ma a Bergamo ci sono o no le infiltrazioni delle mafie? «Dal punto di vista formale no, ma il volume di affari qui come in tutto il nord - aggiunge Storoni - è tale che difficilmente la Bergamasca è da considerare esente. L'attenzione sul fenomeno c'è. Rispetto ad altre province le presenze paiono meno marcate perché c'è una minore denuncia. Ancora spesso, la popolazione ritiene che i problemi della criminalità debbano appartenere alle sole forze di polizia». | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, «Infiltrazioni, la gente non parla per riservatezza e per difendere l'immagine del nord laborioso», Corriere della Sera - Bergamo, 5 giugno 2018; Fabio Conti, «Lotta al terrorismo. Contro i “lupi solitari” è necessario fare rete», L'Eco di Bergamo, 5 giugno 201 |
2018 | "Illegalità nella pubblica amministrazione, attenzione molto alta" | «Esistono fenomeni di illegalità nella pubblica amministrazione su cui l'attenzione è molto alta, anche se non ne parlerei in termini di allarme. Ma se sono emerse significa che i nostri fari in questi anni sono sempre stati accesi. E preziose sono le segnalazioni dei cittadini: se c'è qualcosa che non va, l'invito è sempre quello di chiamarci». Lo afferma il colonnello Mario Salerno, comandante provinciale della Guardia di finanza di Bergamo, il 22 giugno 2018, in occasione della presentazione del bilancio delle attività annuali delle Fiamme gialle sul territorio orobico. «Le direttrici della nostra attività sono la lotta all'evasione e alle frodi fiscali, la tutela della spesa pubblica e il contrasto della criminalità economica finanziaria». | Provincia di Bergamo | Gdf, è caccia ai grandi evasori fiscali. Scoperti 312 milioni e 361 denunce, L'Eco di Bergamo, 23 giugno 2018; Maddalena Berbenni, La Finanza e la lotta alle frodi fiscali. Chiesti sequestri per 120 milioni, Corriere della Sera - Bergamo, 23 giugno 2018 |
2018 | La "zona grigia" dell'agricoltura | «Sacche di lavoro non standard». Nel panorama bergamasco dell'agricoltura, c'è anche questo. La denuncia è contenuta nelle pagine della nuova edizione del dossier Agromafie e caporalato, pubblicato a luglio 2018 dalla Flai-Cgil, il sindacato dei lavoratori dell'agricoltura e dell'industria alimentare. In Bergamasca, si legge nel rapporto, vi sono «situazioni che non possiamo che definire di natura servile e di mero sfruttamento, soprattutto con i braccianti avventizi di origine straniera. Abbiamo aziende che da qualche anno si sono incamminate su un crinale intermedio tra area della legalità e quella dell'illegalità, laddove, per mera convenienza economica, si spostano ora verso l'una e ora verso l'altra, preferendo, di gran lunga, per i facili risultati che si raggiungono, lo stazionamento nell'area illegale». In alcuni casi si registrano «afflussi, più o meno consistenti, di braccianti/raccoglitori: sia per le vendemmie che per le insalate/verdure. Una parte di questa manodopera è organizzata da cooperative spurie e da società di servizi al settore agricolo che nella sostanza svolgono attività di reclutamento e di inserimento lavorativo per soddisfare i picchi produttivi locali. Sono forme di caporalato mascherate, in quanto si mimetizzano dietro formule societarie e si interfacciano con i potenziali braccianti in tal maniera, dando così una parvenza di ufficialità a relazioni sostanzialmente ingannevoli, impositive e di assoggettamento servile per una parte non trascurabile di maestranze». | Provincia di Bergamo | Agromafie e caporalato. Quarto rapporto, a cura dell'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil, Bibliotheka Edizioni, Roma, 2018, pp. 149-153; «Il caporalato? S'insinua tra vigne e serre», L'Eco di Bergamo, 21 ottobre 2018 |
2018 | "Consolidamento delle mafie in bergamasca. E intimidazioni agli amministratori" | «Si registra un consolidamento delle organizzazioni mafiose nella provincia di Bergamo, con diversi episodi di intimidazione di amministratori locali». Lo si legge nel rapporto sul monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia, realizzato per conto della Regione dall'Osservatorio sulla criminalità organizzata (Cross) dell'Università degli Studi di Milano diretto dal professor Nando dalla Chiesa. Il documento viene presentato al Pirellone il 18 luglio 2018: «Si è verificata nelle valli bergamasche - segnala il report - una presenza sempre più accentuata dei clan calabresi che hanno esautorato le precedenti bande criminali autoctone. Sulla piazza bergamasca opera oggi una pluralità di organizzazioni, di diversa matrice etnica e territoriale, ciascuna tendenzialmente votata a occupare una determinata area e a commerciare una determinata sostanza». | Provincia di Bergamo | Osservatorio sulla criminalità organizzata dell'Università degli Studi di Milano, Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia – Parte I, in collaborazione con PoliS-Lombardia, presentato il 18 luglio 2018; Luca Bonzanni, Mafia, dossier sull'avanzata dei clan: «Minacciano amministratori locali», L'Eco di Bergamo, 19 luglio 2018 |
2018 | Estorsioni in aumento | Un aumento del 26% in un anno. È quanto si rileva per le denunce di estorsione in provincia di Bergamo, 139 casi nel 2017: un'impennata rispetto all'anno precedente, come evidenziato a ottobre 2018 dai nuovi dati dell'Istat. «È un reato-spia per il crimine organizzato», commenta Girolamo Fabiano, questore di Bergamo, anche se in questo caso la crescita è dovuta «da un lato all'aumento della microcriminalità tra i ragazzi, che sfocia spesso in vere e proprie estorsioni per ottenere, per esempio, il cellulare», e dall'altro lato da «un'impennata di raggiri web». | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, Bullismo e web, estorsioni in aumento, L'Eco di Bergamo, 23 ottobre 2018 |
2018 | "Reati economici, emergono nuove condotte" | «Negli ultimi due anni il gruppo della procura che lavora sui reati economici si sta imbattendo in una serie di condotte nuove, soprattutto in materia societaria, con l'utilizzo di prestanome. Soprattutto nella Bassa ci sono infiltrazioni, attenzionate dalla Procura». Lo ha dichiarato Gianluigi Dettori, sostituto procuratore di Bergamo, intervenendo il 16 novembre 2018 nell'ambito di un convengo su «Identità, privacy e antiriciclaggio» organizzato dal Consiglio notarile di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Allarme frodi immobiliari: «Occhio ai documenti falsi», L'Eco di Bergamo, 17 novembre 2018 |
2018 | Illeciti nei rifiuti, situazione critica per Bergamo | C'è il ruolo delle mafie tradizionali, che mettono in pratica un «modello di gestione mafiosa del ciclo dei rifiuti», e ci sono «le responsabilità da parte degli imprenditori del settore e il sorgere di una criminalità, non necessariamente di derivazione mafiosa o 'ndranghetista, ma autonoma e specializzata nel trattamento illecito dei rifiuti». E Bergamo, nella “classifica” degli illeciti ambientali, ha numeri preoccupanti. Lo segnala il Rapporto di ricerca su incendi e traffico di rifiuti elaborato dall'Osservatorio sulla criminalità organizzata (Cross) dell'Università degli Studi di Milano e illustrato nella Commissione speciale Antimafia del Consiglio regionale lombardo il 10 dicembre 2018 dalla ricercatrice Federica Cabras. Nel 2017, in provincia di Bergamo si sono registrate 44 infrazioni, 59 denunce e 3 sequestri in materia di illeciti nel ciclo dei rifiuti; solo Brescia ha numeri maggiori. «È il panorama di una situazione – ha commentato Monica Forte, presidente della Commissione Antimafia – che rende necessario un approfondimento visto che ancora non si hanno gli esiti delle inchieste giudiziarie. Sicuramente i dati evidenziati da questa ricerca rendono necessario un ulteriore monitoraggio, su cui la Commissione Antimafia lavorerà nei prossimi sei mesi». | Provincia di Bergamo | Ufficio Stampa Consiglio Regionale della Lombardia, Roghi e rifiuti, presentato in Commissione Antimafia il primo monitoraggio sulla situazione in Lombardia, comunicato stampa, 11 dicembre 2018; Patrik Pozzi, Rifiuti: roghi dolosi e criminalità. Bergamo seconda in Lombardia, L'Eco di Bergamo, 12 dicembre 2018 |
2017 | Zingonia, omicidio per gestire la piazza dello spaccio: tre condanne a 18 anni | Una macabra esecuzione, per spartirsi il controllo del territorio nella roccaforte dello spaccio. Il 4 gennaio 2017 arrivano le condanne per l'omicidio di Mohamed El Khouman, ucciso a Zingonia l'11 novembre 2015: il tribunale di Bergamo infligge 18 anni in abbreviato ai fratelli Mouhsin, Sahli e Imad Dahak e a Hamza Bereddine. | Zingonia | Alessandra Loche, Marocchino massacrato con il machete Per i 4 imputati condanna a 18 anni, L'Eco di Bergamo, 5 gennaio 2017; Omicidio del machete Quattro condanne a 18 anni, Corriere della Sera - Bergamo, 5 gennaio 2017 |
2017 | Il procuratore: evasione fiscale, a Bergamo "tasso molto alto" | L'evasione fiscale a Bergamo? «Il tasso è molto alto. Abbiamo molte indagini su aziende che emettono fatture per operazioni inesistenti». Lo dichiara Walter Mapelli, procuratore capo di Bergamo, in un'intervista pubblicata il 5 gennaio 2017 su L'Eco di Bergamo. Il magistrato affronta anche il tema della presenza della criminalità organizzata: «Non siamo la Dda e dunque non ho il polso della situazione. Allo stato, non vi è evidenza del radicamento delle 'ndrine perché processi come Infinito o Aemilia, ove vi sono state condanne per associazioni di tipo 'ndranghetistico presenti in Brianza e in Emilia, qui non si stanno celebrando. E però ci sono calabresi e pure bergamaschi che hanno legami con la 'ndrangheta, questo sì». | Provincia di Bergamo | Stefano Serpellini, «L'evasione a Bergamo è alta Nel 2017 faremo più indagini», L'Eco di Bergamo, 5 gennaio 2017 |
2017 | San Paolo d'Argon, faida continua: spari tra auto in corsa | Le due auto corrono veloci, poi s'affiancano: partono gli spari, almeno quattro. La mattina del 5 gennaio 2017, a San Paolo d'Argon, all'altezza della variante della Statale 42, si vivono momenti di panico: a «confrontarsi» sono probabilmente due fazioni di gruppi nomadi attivi nell'area, già coinvolte in azioni criminali simili. Il regolamento di conti lascia sull'asfalto quattro bossoli calibro .380. | San Paolo d'Argon | Katiuscia Manenti, Monica Armeli, Far West sulla statale, spari contro un'auto, L'Eco di Bergamo, 7 gennaio 2017 |
2017 | Bolgare, incendio in discarica: si cercano le cause | Cause da indagare. Nella mattina del 6 gennaio 2017, un rogo s'innesca alla stazione ecologica di Bolgare, in via Ai Dossi. Le fiamme devastano un'area di 70 metri quadrati. | Bolgare | Monica Armeli, Rogo con giallo alla stazione ecologica, L'Eco di Bergamo, 7 gennaio 2017 |
2017 | Caravaggio, lo spaccio per il clan | L'indagine della procura di Lodi è arrivata anche a Caravaggio. Nei guai, denunciato a piede libero, il 12 gennaio 2017 finisce un 24enne italiano con origini egiziane residente nella cittadina della Bassa; nella sua abitazione viene ritrovato un etto di marijuana: secondo l'accusa, quella droga sarebbe stata poi smerciata per conto del clan campano dei Saviano. In totale, l'inchiesta – che ha come epicentro l'area tra il Lodigiano e il Milanese – porta a 22 arresti e al sequestro di sette immobili in Lombardia. | Caravaggio | Maddalena Berbenni, «Spacciava marijuana per il clan» Giovane nei guai, Corriere della Sera - Bergamo, 13 gennaio 2017 |
2017 | Brianza, sequestrata mezza tonnellata di droga: era destinata anche a Bergamo | l'arresto avviene a Muggiò, in Brianza, ma quei tre erano residenti nella Bassa bergamasca. E lì, probabilmente, era diretta gran parte della droga. Il 17 gennaio 2017, tre albanesi vengono fermati dalla Guardia di finanza di Lodi, dopo un pedinamento partito appunto dal Lodigiano: avevano 520 chili di marijuana, divisi in più pacchi su un'auto e un furgone. | Bergamo | Mezza tonnellata di droga Arrestati tre corrieri, Corriere della Sera - Bergamo, 18 gennaio 2017 |
2017 | 24 chili di coca, arriva la sentenza | Nove anni. È la condanna che il tribunale di Bergamo infligge il 17 gennaio 2017 a un 45enne marocchino con casa a Seriate, che nel maggio dell'anno precedente era stato pizzicato nella stessa cittadina bergamasca con 24 chili di coca, arrivata lì dalla Spagna: quella «merce» avrebbe fruttato al dettaglio oltre un milione di euro. | Seriate | Condannato a nove anni per 24 chili di coca pura, Corriere della Sera - Bergamo, 18 gennaio 2017 |
2017 | Bergamo, via Foro Boario: «Non vogliamo pagare il pizzo», scattano le botte | Avrebbero chiesto il pizzo, sono invece finiti in manette. È il destino di tre albanesi residenti tra la Bergamasca e il Milanese, arrestati dagli agenti della questura di Bergamo il 22 gennaio 2017: per l'accusa, avrebbero preso di mira i titolari del «Blue Lounge Bar», in via Foro Boario, in città. I gestori si erano rifiutati di sottostare alle richieste di denaro dei tre albanesi, e per vendetta sarebbero stati picchiati dallo stesso «trio» poi bloccato dalle forze dell'ordine. | Bergamo | Tiziano Tista, Tre arresti per tentata estorsione in un bar, L'Eco di Bergamo, 24 gennaio 2017; Maddalena Berbenni, «Pagateci il pizzo» E distruggono il bar Tre albanesi in carcere, Corriere della Sera - Bergamo, 24 gennaio 2017 |
2017 | Foppolo e Valleve: le perquisizioni e i sindaci indagati | Si allarga il fronte dell'inchiesta. Per le vicende legate a «Brembo Super Ski», la società che gestiva gli impianti di risalita a Foppolo, finita nel mirino degli inquirenti dopo l'incendio doloso del luglio 2016 e dopo il pesante dissesto economico (un buco da 19 milioni di euro), le attenzioni degli inquirenti si posano sui sindaci di Foppolo e Valleve. Il 24 gennaio 2017 viene perquisita la villa di Giuseppe Berera, primo cittadino di Foppolo, indagato, e vengono passati al setaccio per ore anche il municipio e gli uffici della «Brembo Super Ski». Sequestrati cellulari e computer; nell'abitazione di Berera viene rinvenuta anche una carta d'identità in bianco. Il sindaco sarà poi interrogato per cinque ore dalla Guardia di finanza il 7 febbraio 2017, riempiendo venti pagine di verbali. Il 6 marzo 2017, gli inquirenti perquisiranno il municipio di Valleve: anche Santo Cattaneo, il sindaco, è tra gli indagati. | Foppolo, Valleve, Carona | Maddalena Berbenni, Perquisita anche la villa del sindaco, Corriere della Sera - Bergamo, 25 gennaio 2017; Simone Pesce, Inchiesta Foppolo Perquisizione anche a casa del sindaco, 25 gennaio 2017; Inchiesta Foppolo Sotto la lente telefoni e pc, 27 gennaio 2017; Maddalena Berbenni, Berera, la carta d'identità in bianco e la segnalazione che lo inguaia, Corriere della Sera - Bergamo, 27 gennaio 2017; Maddalena Berbenni, Cinque ore di interrogatorio Il pm lo incalza sui conti della società, Corriere della Sera - Bergamo, 8 febbraio 2017; Simone Pesce, Cinque ore dal pm Berera a tutto campo sul caso Foppolo, L'Eco di Bergamo, 8 febbraio 2017; Venti pagine di verbale dall'interrogatorio di Berera, L'Eco di Bergamo, 9 febbraio 2017; Simone Pesce, Blitz in Comune I carabinieri tornano a Valleve, L'Eco di Bergamo, 7 marzo 2017 |
2017 | Dalla Colombia a San Simone, nel segno della droga | Ci sono anche risvolti bergamaschi nella maxi-operazione «Stammer» che il 24 gennaio 2017 porta al fermo di 54 persone: «firmata» dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, l'inchiesta ricostruisce la rotta di circa 8mila chili di cocaina dal Sudamerica all'Europa. Alcuni degli arrestati avevano frequentato la valle Brembana, svelano le carte del decreto di fermo: il 7 gennaio 2016, infatti, i calabresi Antonio Massimiliano Varone e Fulvio Luccisano erano arrivati a Piazza Brembana – dove li attendeva un altro calabrese, Antonio Grillo – col colombiano Harol Yulman Pineda Gomez Da Costa, ritenuto uno degli uomini-chiave dell'inchiesta; il colombiano resterà all’hotel «San Simone» per tutto l'inverno. Al Corriere della Sera - Bergamo, il sostituto procuratore Camillo Falvo spiegherà che parte dei proventi della droga sarebbe servita per «colonizzare la Bergamasca». | San Simone, Piazza Brembana | Armando Di Landro, L'uomo del cartello colombiano e gli affari gestiti da San Simone, Corriere della Sera - Bergamo, 25 gennaio 2017; Fabio Paravisi, «Coi soldi della coca la ‘ndrangheta avrebbe colonizzato la provincia», Corriere della Sera - Bergamo, 26 gennaio 2017 |
2017 | Zingonia: si cerca la droga, spuntano i proiettili | Oltre trenta veicoli e un centinaio di uomini. Il 26 gennaio 2017, Zingonia è nuovamente passata al setaccio da un maxi-blitz dei carabinieri della compagnia di Treviglio e del comando provinciale di Bergamo. Alla ricerca di droga, le forze dell'ordine fanno però un'altra scoperta interessante: nascosto tra la vegetazione attorno a una palazzina del quartiere, trovano uno zainetto con 127 proiettili per fucili e pistole. | Zingonia | Pietro Tosca, Pusher e inquilini abusivi porte aperte con i flessibili E in giardino 127 proiettili, Corriere della Sera - Bergamo, 27 gennaio 2017; Fabrizio Boschi, Nuovo blitz a Zingonia La droga nascosta nei cespugli: 5 arresti, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2017 |
2017 | «Incendio doloso», danni per 60mila euro | La prima ipotesi è che le fiamme siano dolose. È la ricostruzione dell'incendio scoppiato nel cuore della notte tra il 26 e il 27 gennaio 2017 a Sorisole, nel capannone dell'azienda «Geometra Baggi»: finiscono distrutti un muletto telescopico e un autocarro, danni per 60mila euro. | Sorisole | Gabriella Pellegrini, Rogo alla ditta Baggi Distrutti due mezzi, danni per 60 mila euro, L'Eco di Bergamo, 28 gennaio 2017 |
2017 | Furti nei cantieri, l'ombra della ‘ndrangheta | Una spia si è accesa: i furti e gli incendi di mezzi impiegati nel movimento terra, una decina in tutto. È ciò che filtra, il 28 gennaio 2017, dalla relazione che il comando provinciale dei carabinieri di Bergamo ha steso per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. L'Arma parla inoltre dell'esistenza di rapporti di «mutua assistenza nella commissione di reati» da parte di «criminali calabresi» presenti nella Bergamasca, «ma strettamente legati a famiglie malavitose del reggino, del vibonese e del crotonese». Nella propria relazione, il procuratore Walter Mapelli aggiunge: «Viva preoccupazione desta l'attività illecita (dalle estorsioni alle truffe, dall'usura alle bancarotte, alle false fatturazioni) di persone legate – per rapporti parentali, familiari o commerciali – alle 'ndrine calabresi con ripartizione dei profitti con gli esponenti di queste ultime». | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, «Le mani della mafia calabrese sui mezzi rubati nei cantieri», Corriere della Sera - Bergamo 29 gennaio 2017; Giuliana Ubbiali, «Non ci sono ‘ndrine Bergamo è più terra di riciclaggio e transito», Corriere della Sera - Bergamo; 29 gennaio 2017; Stefano Serpellini, La mafia «liquida» si espande a Bergamo, 29 gennaio 2017 |
2017 | «Vicino ai clan»: sequestri e confische per un «nome noto» | Un nome conosciuto in Bergamasca, da tempo. Con accuse pesanti: usura, estorsioni, presunti legami con la 'ndrangheta. Il 7 febbraio 2017, la Direzione investigativa di Brescia esegue sequestri per un valore complessivo di 200mila euro nei confronti di Antonino Scopelliti, calabrese residente a Capriolo, nel Bresciano, ma da decenni attivo anche in Bergamasca, coinvolto in ultimo nelle operazioni «'Nduja» e «Blackmail»: sotto sigilli una villetta e alcuni orologi di valore. Nei giorni precedenti, erano invece andati in confisca due appartamenti di Capriolo a lui riconducibili, per un valore di 300mila euro. | Provincia di Bergamo | Wilma Petenzi, Estorsione e usura, la Dia sequestra beni e immobili per mezzo milione, Corriere della Sera - Brescia, 8 febbraio 2017, Giro di usura ed estorsione Sequestro per 200 mila euro, L'Eco di Bergamo, 8 febbraio 2017 |
2017 | Una "piovra" sul Sebino | Quel gruppo di imprenditori albanesi era già finito nei guai. Ci torna il 9 febbraio 2017, quando la Guardia di finanza di Brescia chiude il cerchio sull'operazione «Laguna 2», che mette nuovamente nel mirino imprenditori e professionisti attivi nel Sebino, tra Bergamo e Brescia, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale. Insieme a Gezim Sallaku, già presidente del Darfo Boario Calcio, ai domiciliari finiscono i suoi fratelli Saimir e Isuf, residenti nel Bresciano, ma anche un commercialista di Riva di Solto con studio a Costa Volpino, Giovanni Marchetti, che secondo le Fiamme gialle avrebbe avuto un ruolo significativo nel «sistema». Scattano anche sequestri per 13,5 milioni di euro. | Costa Volpino, Riva di Solto | Giovanni Arrighetti, Sequestrati beni per 13 milioni, L'Eco di Bergamo, 10 febbraio 2017; Lilina Golia, False fatture e appalti pubblici torna in cella il presidente Sallaku, Corriere della Sera - Brescia, 10 febbraio 2017 |
2017 | Dia di Brescia, i controlli sulle aziende bergamasche | Un presidio importante per il territorio, da Brescia fino al resto della Lombardia orientale. Il 10 febbraio 2017 viene inaugurata la nuova sede della Direzione investigativa antimafia di Brescia, a palazzo Martinengo delle Palle nella città della Leonessa, con competenza anche su Bergamo. Durante la «cerimonia», vengono forniti alcuni dati anche sulla terra orobica: Valerio Valenti, prefetto di Brescia, illustra come nel 2016 gli investigatori abbiano effettuato nove accessi sui cantieri dell'alta velocità Treviglio-Brescia, sui cantieri collegati alla Brebemi e nei parcheggi dell'aeroporto di Orio al Serio; sono state invece quattro le interdittive antimafia emesse nei confronti di aziende bergamasche. | Orio al Serio, Treviglio, Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Mafie in provincia Si allunga la lista dei beni confiscati, L'Eco di Bergamo, 11 febbraio 2017; Lilina Golia, Brescia più sicura con la casa per l'Antimafia, Corriere della Sera - Brescia, 11 febbraio 2017 |
2017 | Rifiuti, intimidazione ad azienda bergamasca nel Lazio | La modalità è quella tipica di certi ambienti: una testa di pecora, mozzata, recapitata fuori da un cancello. Succede il 15 febbraio 2017 a Piedimonte San Germano, provincia di Frosinone: vittima è un'azienda bergamasca, la «Ares Ambiente» di Treviolo. Nel Lazio la società stava operando nel settore dei rifiuti; solo due giorni prima, l'Arpa laziale aveva dato parere favorevole a un impianto di compostaggio che l'azienda bergamasca voleva realizzare in quell'area. La testa mozzata, abbandonata all'esterno dell'impianto che stava per partire, vien ritrovata da un dipendente bergamasco della «Ares». | Treviolo | Armando Di Landro, Testa di pecora fuori dal cancello Un giallo nel business dei rifiuti, Corriere della Sera - Bergamo, 17 febbraio 2017 |
2017 | Minacce e slot «contraffatte», le storie «bergamasche» del boss condannato | «Ti ammazzo, ti faccio a fettine, ti vengo a sparare». A parlare è Nicola «Rocco» Femia, boss della ‘ndrangheta originario di Gioiosa Ionica e «trapiantato» nel Centro Italia, che così si rivolge, inconsapevole di essere intercettato, a una donna bergamasca. Dal 2010, Femia aveva acquisito il controllo della società di proprietà di un bergamasco attiva nella produzione delle schede elettroniche installate nelle slot machine per permetterne la «tracciabilità», e avrebbe dunque così iniziato a produrre schede contraffatte, piegando ai propri fini la società del bergamasco; contemporaneamente, i metodi intimidatori di Femia si estendono a un'altra società «bergamasca», di proprietà di una donna residente in provincia orobica, minacciata appunto di morte. Per queste vicende «bergamasche» e altre ancora, comprese le minacce di morte a Giovanni Tizian, giornalista de L'Espresso, il 22 febbraio 2017 Femia viene condannato a 26 anni e dieci mesi di reclusione. | Bergamo | Tribunale di Bologna, Sentenza nei confronti di Agostino Francesco + 22, n. r. sent. n. 901/2017, Rgnr n. 599/2010, Rgnc n. 1203/2014, presidente Michele Leoni, 22 febbraio 2017, depositata il 19 luglio 2017, pp. 257-277, 621-622 |
2017 | Maxi traffico di coca, condanne pesanti | Secondo l'accusa, erano capaci di smerciare venti chili di coca a settimana tra Bergamo e Brescia. Guadagno stimato: fino a cinque milioni di euro al mese. Il 3 marzo 2017 la corte d'appello di Milano infligge pene pesanti a due fratelli albanesi, Altin e Fatos Bejia, condannati rispettivamente a sette anni e quattro mesi e a sei anni e otto mesi, poiché ritenuti al vertice di una «banda» che si riuniva di frequente tra Osio Sotto e Brembate. Uno dei due sarebbe finito nel giro del narcotraffico dopo il fallimento della propria azienda di trasporti. | Osio Sotto, Brembate | Luca Testoni, Maxi traffico di cocaina 14 anni per i due «principi», L'Eco di Bergamo, 4 marzo 2017 |
2017 | «Mai una gioia», spunta anche un uomo «vicino» alla ‘ndrangheta | La droga per la movida bergamasca. Ma nelle centinaia di pagine della maxi operazione «Mai una gioia» della questura di Bergamo che il 7 marzo 2017 porta a undici arresti (con oltre quaranta indagati) anche tra frequentatori della tifoseria organizzata atalantina, c'è pure un nome noto in ben altri ambienti. Uno dei pusher messi nel mirino degli inquirenti avrebbe infatti fatto diverse visite a casa di Antonio Monaco, detto «Tonino», calabrese residente da tempo a Ponteranica e già citato nelle carte della Direzione distrettuale antimafia di Milano: in passato, era stato indicato come un riferimento della 'ndrangheta da altri personaggi ritenuti vicini alle 'ndrine. | Ponteranica, Bergamo | Armando Di Landro, Giuliana Ubbiali, Ultrà e movida, l'ombra calabrese dietro lo spaccio, Corriere della Sera - Bergamo, 9 marzo 2017 |
2017 | Prostituzione nella Bassa, arrivano le condanne | Si sarebbero spartiti il territorio, anzi i marciapiedi dell'ex Statale 525 tra Dalmine e Boltiere, lucrando su un ampio giro di prostituzione. Il 7 marzo 2017 arrivano le condanne per un gruppo criminale che coinvolgeva albanesi, rumeni e italiani: 12 imputati patteggiano pene da un anno e due mesi a due anni. | Dalmine, Boltiere | Alessandra Loche, Ex statale 525 in «affitto» alle lucciole, patteggiano in 12, L'Eco di Bergamo, 8 marzo 2017 |
2017 | «Mario di Madrid» e quel maxi-carico d'armi | La storia è vecchia. Emerge però solo a distanza di anni, riportata alla luce nel marzo 2017 da un'informativa dei servizi segreti da poco desecretata. Nel 1994, una nave viene fermata dalla Nato nel canale di Otranto con duemila tonnellate di armi a bordo (30mila kalashnikov, cinque milioni di munizioni, 10.800 razzi anticarro): secondo i servizi segreti italiani, ad affittarla era stato Pasquale Claudio Locatelli, narcotrafficante di Almenno San Bartolomeo; del fatto, tuttavia, Locatelli non è mai stato accusato in sede giudiziaria. L'inchiesta che nacque da quel sequestro coinvolse invece un importante uomo d'affari russo, poi però assolto dal tribunale di Torino. | Almenno San Bartolomeo | Luca Bonzanni, Maxi carico di armi Spunta il nome di Pasquale Locatelli, L'Eco di Bergamo, 10 marzo 2017; Vittorio Attanà, «Mai accusato di nulla del genere», L'Eco di Bergamo, 10 marzo 2017 |
2017 | Usura, le richieste agli sportelli d'ascolto. Racket, aumentano le denunce | Hanno messo in fila un anno e mezzo di lavoro. Il dato che ne è venuto fuori, nel marzo 2017, racconta di un fenomeno più diffuso di quanto sembri: fino al dicembre 2016, negli «sportelli RiEmergo», progetto nato grazie a una collaborazione tra le Camere di Commercio Lombarde, SOS Giustizia di Libera e Transparency International, sono arrivate in tutto 116 segnalazioni da vittime di sospetta usura, sospette estorsioni, tentativi di corruzione o concussione. Di questi casi, 13 «denunce» sono arrivate dalla Bergamasca, seconda provincia per numero di segnalazioni in regione, subito dopo Milano. Peraltro, dicono le cifre dell'Istat, le denunce per estorsione sono «esplose» in terra orobica: erano 24 nel 2000 e sono diventate 120 nel 2015, praticamente quintuplicate. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Allarme estorsioni, sono quintuplicate, L'Eco di Bergamo, 12 marzo 2017 |
2017 | «Rifiuti sotto la tangenziale di Orzivecchi», condanna confermata per Locatelli | Condanna confermata, sei anni: è il verdetto emesso il 21 marzo 2017 dalla corte d'appello di Brescia ai danni di Pierluca Locatelli, ex imprenditore edile di Grumello del Monte, accusato di traffico illecito di rifiuti e di frode in forniture pubbliche per la realizzazione della variante di Orzivecchi, nel Bresciano, dando solidità a quanto stabilito in precedenza dal tribunale di Bergamo. L'imputato, nel mirino anche per i lavori sulla Brebemi, ha annunciato ricorso in cassazione. | Grumello del Monte | Armando Di Landro, Locatelli, sei anni anche in appello, Corriere della Sera - Bergamo, 22 marzo 2017; Locatelli, l'Appello conferma i sei anni La difesa non ci sta: «Si va in Cassazione», L'Eco di Bergamo, 23 marzo 2017 |
2017 | Guardia di finanza, i sequestri milionari | 106 evasori totali, proposte di sequestro per 36 milioni di euro, 9 sequestri in base alla normativa antimafia. Sono alcuni numeri del bilancio delle attività della Guardia di finanza di Bergamo nel 2016, presentati il 22 marzo 2017. «Il crimine organizzato a Bergamo? È presente, ma non a livelli preoccupanti. Nonostante questo non abbassiamo la guardia», afferma il comandante provinciale della Fiamme gialle, il colonnello Vincenzo Tomei. Il rischio, però, è che gli uomini dei clan si avvicinino a imprenditori onesti in difficoltà: «A questi ultimi io dico: piuttosto che allearsi con loro e arrivare di sicuro al fallimento, è meglio chiudere l'attività e dedicarsi ad altro», è il consiglio di Tomei. Molto attiva anche la Compagnia di Treviglio, che il 31 marzo 2017 ha presentato per il «capoluogo» della Bassa dati significativi: nel 2016 sono stati sequestrati beni per 7 milioni di euro, scoperti redditi non dichiarati per 93 milioni e «intercettati» 120 chili di droga. | Bergamo, Treviglio | Giuliana Ubbiali, Suv e limousine con targhe straniere Finanza 150.000 di sanzioni, Corriere della Sera - Bergamo, 23 marzo 2017; Fabio Conti, I «furbetti delle targhe» Evasori col bolide estero, L'Eco di Bergamo, 23 marzo 2017; «Meglio chiudere l'attività che allearsi coi mafiosi», L'Eco di Bergamo, 23 marzo 2017; Fabrizio Boschi, Edilizia e facchinaggio Allarme lavoro nero nelle ditte della Bassa, L'Eco di Bergamo, 1 aprile 2017 |
2017 | Usura ed estorsione: «Ragno», condanna definitiva | L'ultima parola l'ha messa la cassazione. Il 22 marzo 2017, la Suprema corte ha confermato la condanna a 11 anni e 11 mesi di reclusione per Giovanni Battista Zambetti, il «Ragno» della val Cavallina, accusato di aver messo in piedi un giro d'usura e le successive estorsioni per recuperare i crediti. L'inchiesta aveva svelato un pesante clima intimidatorio e scarsa collaborazione tanto tra le vittime – solo uno degli imprenditori «usurati» s'è costituito parte civile – che tra gli abitanti delle «roccaforti» degli Zambetti, cioè Spinone al Lago e Monasterolo del Castello. | Spinone al Lago, Monasterolo del Castello | Cassazione, Sezione II Penale, Sentenza sul ricorso proposto da Zambetti Giovanni Battista + 1, nr. 23405/2017, presidente Antonio Prestipino, 22 marzo 2017; Ragno, definitiva la maxi-condanna per le estorsioni, L'Eco di Bergamo, 12 aprile 2017 |
2017 | La droga dal Pakistan a Orio | L'ultima pagina dell'inchiesta è stata scritta il 23 marzo 2017: la Guardia di finanza di Orio al Serio ha arrestato quattro pakistani con l'accusa di essere tra gli organizzatori di un traffico internazionale di eroina dal Pakistan; il chilo e ottocento grammi sequestrato durante le indagini avrebbe poi fruttato sul mercato circa mezzo milione di euro. | Orio al Serio | Katiuscia Manenti, Traffico di eroina dal Pakistan Quattro arresti, L'Eco di Bergamo, 25 marzo 2017; Maddalena Berbenni, L'eroina dei pakistani atterrava a Orio, Corriere della Sera - Bergamo, 25 marzo 2017 |
2017 | Parzanica, lettera minatoria al sindaco | Una lettera con minacce inquietanti, oltre a una cartuccia di fucile. Destinatario della missiva intimidatoria, il 25 marzo 2017, è Olindo Danesi, vicesindaco uscente di Parzanica e candidato alle successive elezioni amministrative. | Parzanica | Margary Frassi, Lettera minatoria al candidato sindaco «Ma io vado avanti», L'Eco di Bergamo, 26 marzo 2017 |
2017 | Lallio, estorsione dal cognome pesante | Il classico copione da estorsione: le difficoltà economiche, un prestito, il recupero credito condito da minacce pesantissime. Con un'ombra pesante che porta fino alle famiglie storiche di Cosa nostra. È lo scenario che il 26 marzo 2017 porta in carcere un pregiudicato siciliano (ma residente in Bergamasca), Nunzio Badalamenti, e ai domiciliari due suoi complici, un bergamasco e un altro siciliano, arrestati dalla Guardia di finanza di Bergamo. Tutto nasce nel 2015. Una donna di Lallio, che lavora nell'ortofrutta del compagno, inizia ad avere problemi di denaro; chiede soldi a un commerciante cinese, suo conoscente, che cederà poi il credito a un artigiano di Cenate Sotto. Quando la donna non riesce a ripagare il debito, così ricostruiscono gli inquirenti, l'artigiano si rivolge a Nunzio Badalamenti, palermitano trasferitosi a Carobbio degli Angeli, cognome pesante e finito già tempo addietro in indagini relative a presunte estorsioni, traffico di droga, associazione mafiosa. Badalamenti avrebbe iniziato un pressing asfissiante, fino alla minaccia più grave: «Ti faccio sparire il figlio». L'epilogo è negli arresti, poi nelle condanne del tribunale di Bergamo: a dicembre 2017 ne arrivano tre, tra cui quella a cinque anni per Badalamenti. | Lallio, Carobbio degli Angeli | Fabio Paravisi, «Ti faccio sparire il figlio» Un anno tra botte e minacce, Corriere della Sera - Bergamo, 30 marzo 2017; Minacce al figlio e botte al compagno Arrestati gli estorsori di una quarantenne, L'Eco di Bergamo, 30 marzo 2017; Prestito e minacce «Uccido tuo figlio» Tre condannati, Corriere della Sera - Bergamo, 12 dicembre 2017; Minacce e botte per riavere i soldi In tre condannati per estorsione, L'Eco di Bergamo, 12 dicembre 2017 |
2017 | Osio Sotto, scovati 133 chili di droga | Quella macchina viaggiava «pesante»: portava infatti 25 chili di droga. La scoperta più grande l'hanno però fatta poco dopo: il 29 marzo 2017 in manette finisce un albanese, bloccato dalla Stradale sull'A4 con un ingente quantitativo di marijuana; la perquisizione nella sua abitazione di Osio Sotto porta alla luce altri 133 chili di stupefacente, divisi tra 43 di marijuana, 84 di hashish e 6 di cocaina. Sul mercato, avrebbero fruttato ben oltre il milione di euro. | Osio Sotto, | Fabio Conti, Confeziona la droga in garage Maxi sequestro di 158 chili, L'Eco di Bergamo, 30 marzo 2017 |
2017 | «Appalto irregolare» per la Salerno-Reggio, nei guai azienda bergamasca | Gli occhi degli inquirenti calabresi si erano posati sul gruppo bergamasco oltre due anni prima, quando un incendio doloso aveva distrutto dei macchinari (e su cui indagò l'Antimafia). Il 3 aprile 2017, invece, in manette finisce Gregorio Cavalleri, 65 anni, titolare della «Cavalleri» di Dalmine, storica azienda di costruzioni bergamasca, al termine dell'operazione «Chaos». Secondo la procura di Vibo Valentia, vi sarebbero state significative irregolarità su un appalto da 60 milioni di euro che la «Cavalleri» s'era aggiudicata per l'ammodernamento di otto chilometri dell'autostrada A3 tra Mileto e Rosarno, in Calabria. Per gli inquirenti, infatti, l'impresa bergamasca avrebbe usato materiali diversi per qualità e quantità rispetto a quanto previsto dal capitolato e avrebbe anche smaltito in modo non corretto i rifiuti della lavorazione, con un illecito profitto stimato in oltre 12 milioni di euro. Le accuse: frode in forniture pubbliche, truffa aggravata, falso ideologico e materiale. Oltre a Gregorio Cavalleri, agli arresti finiscono anche la direttrice amministrativa e l'ex direttore tecnico; ai domiciliari pure cinque funzionari dell'Anas che avrebbero chiuso un occhio. La «Cavalleri» verrà poi dichiarata fallita, con 146 milioni di debiti, nel giugno 2017. | Dalmine | Armando Di Landro, «I camion pesati due volte» In cella i vertici della Cavalleri, Corriere della Sera - Bergamo, 4 aprile 2017; Salerno-Reggio Maxi frode: arrestati i vertici Cavalleri, L'Eco di Bergamo, 4 aprile 2017; Armando Di Landro, «Troppi incidenti, frenate a rischio sul tratto di A3 della Cavalleri», Corriere della Sera - Bergamo, 5 aprile 2017; Inchiesta A3, il rilievo della Polstrada «Asfalto non drenante causò 14 incidenti», L'Eco di Bergamo, 5 aprile 2017; La Cavalleri Ottavio dichiarata fallita 146 milioni di debiti, L'Eco di Bergamo, 14 giugno 2017 |
2017 | La Direzione nazionale antimafia: Brescia e Bergamo, tra criminalità ambientale e droga | Un ufficio che versa in «evidenti difficoltà», ma risultati «di grandissimo pregio». È la fotografia della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, competente anche su Bergamo, tratteggiata nella relazione della Direzione nazionale antimafia «chiusa» il 12 aprile 2017. Molteplici i temi su cui sono al lavoro gli inquirenti: la criminalità ambientale, con «indagini di notevole rilievo», e i traffici internazionali di droga, dove si registra «il ruolo dominante di soggetti di nazionalità albanese ma residenti nel territorio nazionale, alle cui dipendenze operano correi di nazionalità diverse, tra cui italiani e rumeni». Nel distretto di Brescia, «la 'ndrangheta delocalizza ma non colonizza, e crea strutture criminali di tipo mafioso attorno a centri di interesse per tutelarli ed espanderli attraverso il classico reticolo che lega al crimine altre entità: del mondo politico-istituzionale, finanziario, economico». Sono diversi i procedimenti della Dda che riguardano la Bergamasca citati nella relazione; emerge anche il fronte del terrorismo, con operazioni che hanno fatto luce sulla radicalizzazione di alcuni soggetti, anche attivi in terra orobica come imam. | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2015 - 30 giugno 2016, 12 aprile 2017, pp. 525 e ss.; Luca Bonzanni, «Terrorismo, anche Bergamo a rischio radicalizzazione», L'Eco di Bergamo, 23 agosto 2017 |
2017 | Ex Selca, non ci furono irregolarità: assolti | Tutto secondo quanto previsto dalla legge. Il 18 aprile 2017 il tribunale di Brescia assolve con formula piena i fratelli Flavio e Ivano Bettoni, proprietari dell'ex «Selca», dalle accuse sull'illecita gestione dei rifiuti che passavano dall'impianto di Berzo Demo, in Valle Camonica, al confine con la provincia di Bergamo. Per l'accusa, il materiale – e alla «Selca» arrivarono migliaia di tonnellate di rifiuti persino dall'Australia – veniva semplicemente triturato e miscelato con altre materie, per poi essere rivenduto senza essere stato reso inerte. Niente di tutto questo, hanno invece sancito i giudici. | Provincia di Bergamo | Giuseppe Arrighetti, Selca e il traffico di rifiuti che non c'è Assolti i titolari: «Il fatto non sussiste», Corriere della Sera - Brescia, 19 aprile 2017; Giuseppe Arrighetti, Non ci fu traffico illecito di rifiuti: assolti i due titolari dell'ex «fabbrica dei veleni», L'Eco di Bergamo, 19 aprile 2017 |
2017 | Ndrangheta nel Centro Italia, il presunto prestanome bergamasco | Altri risvolti bergamaschi emergono nel processo «Aemilia» sulla ‘ndrangheta nel Centro Italia in corso al tribunale di Bologna. Il 20 aprile 2017, nelle udienze del rito ordinario, è chiamato a deporre il maresciallo Emidio D'Agostino del nucleo investigativo dei carabinieri di Modena, profondo conoscitore e «memoria storica» dei clan in quelle zone. D'Agostino ricorda alcuni «approfondimenti» nati dalle parole di Giuseppe Giglio, «pentito» già condannato in abbreviato a 12 anni e mezzo per associazione mafiosa; ne vien fuori uno spaccato sulle presunte frodi fiscali «carosello» messe in piedi per aiutare una cosca calabrese a evadere l'iva. Secondo il carabiniere, una delle aziende coinvolte nel «sistema» sarebbe stata rilevata, immediatamente dopo un'operazione «sospetta», da un bergamasco trasferitosi nel Veneto; appena rilevata la proprietà, la sede legale dell'azienda viene spostata dal bergamasco a Napoli. Il sentore degli inquirenti è che il bergamasco, comunque non indagato, fosse un prestanome. | Bergamo | Processo «Aemilia», resoconto dell'udienza del 20 aprile, https://www.processoaemilia.com/20-aprile-17; Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Napoli, Fascicolo storico società di capitale Costruzioni Imperial srl, estratto dal Registro Imprese in data 2 maggio 2017; Fascicolo storico società di capitale Elite Trading srl, estratto dal Registro Imprese in data 2 maggio 2017 |
2017 | Caravaggio, il dark web e l'ombra del riciclaggio | La sua competenza sulle criptovalute potrebbe essere stata messa al servizio della criminalità. È l'accusa che la squadra mobile della questura di Lecco avanza nei confronti di un 38enne residente a Caravaggio: l'operazione, chiusa il 28 aprile 2017, mette al centro un giro di droga i cui proventi sarebbero stati ripuliti nel «dark web» dall'informatico bergamasco, grande esperto di bitcoin. L'uomo è stato denunciato a piede libero per riciclaggio ed esercizio abusivo dell'attività finanziaria: occorrerà capire effettivamente quale sia stato il suo ruolo. | Caravaggio | Fabio Paravisi, «Così l'esperto del dark web ripuliva i soldi della droga», Corriere della Sera - Bergamo, 29 aprile 2017; Fabio Conti, Un insospettabile trevigliese il «banchiere» illegale del web, L'Eco di Bergamo, 29 aprile 2017 |
2017 | Il capo della polizia Gabrielli in Commissione antimafia: «Bergamo sotto organico» | La risposta della polizia alla criminalità organizzata e a quella comune passa anche da organici numericamente adeguati. Tra le realtà più in sofferenza c'è Bergamo: lo fa intendere Franco Gabrielli, capo della polizia, nell'audizione del 3 maggio 2017 di fronte alla Commissione parlamentare antimafia. Bergamo è tra gli esempi più importanti, accanto ad altre realtà: «La questione di Foggia, che peraltro cito spesso insieme a Caserta, del sud, ma anche a Bergamo, del nord, o Rimini per altri aspetti, è una di quelle classiche situazioni nella quale non sono insufficienti le persone che si trovano a operare, ma sono assolutamente non più aggiornati gli organici. Stiamo lavorando alla rivisitazione degli organici, perché gli organici del 1989 non fotografano più la situazione. Da questo punto di vista, Foggia, Caserta, Rimini e Bergamo sono tutte realtà che hanno organici al di sotto di quello che dovrebbe essere», dichiara Gabrielli all'Antimafia. | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, XVII Legislatura, Audizione del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, Resoconto stenografico, 3 maggio 2017 |
2017 | Cocaina dalla Spagna a Seriate, un arresto | Secondo l'accusa, sarebbe stato parte di una banda che faceva import di marijuana e cocaina dalla Spagna, per poi smerciarla in tutta la Lombardia. Il 4 maggio 2017 finisce in manette un 29enne residente a Seriate, arrestato insieme ad altre 18 persone al termine di un'indagine condotta dai carabinieri di Milano. | Seriate | Fabio Conti, Cocaina dalla Spagna via camper Blitz: 19 arresti, uno a Seriate, L'Eco di Bergamo, 5 maggio 2017 |
2017 | Malpensa, l'insospettabile corriere della droga di Capriate | Incensurato, ma con dieci chili di coca. A maggio 2017, un insospettabile 30enne di Capriate viene arrestato dalla Guardia di finanza di Malpensa: secondo l'accusa, L'uomo era un corriere della droga al servizio di un'organizzazione più estesa; nei suoi «viaggi» avrebbe trasportato dieci chilogrammi di cocaina. | Capriate San Gervasio | Pino Vaccaro, Arrestato a Malpensa con 10 chili di cocaina, L'Eco di Bergamo, 6 maggio 2017 |
2017 | Trescore, Zandobbio e Urgnano: la faida rom prosegue | Prima la rissa e gli spari, poi il blitz. A maggio 2017, si rinfocola la tensione tra le diverse fazioni di gruppi rom attivi in Bergamasca: il 9 maggio 2017 al confine tra Trescore e Zandobbio scoppia una rissa che porta a cinque denunce a piede libero, mentre negli stessi giorni una rivalità tra gruppi nomadi degenera in un'altra rissa in cui sarebbero stati esplosi colpi di pistola a scopo intimidatorio. Il 19 maggio scatta poi una serie di perquisizioni nelle ville e nelle roulotte di alcuni dei nuclei familiari coinvolti nella «faida», sorta a causa di motivazioni economiche e «passionali»: i carabinieri recuperano tre pistole scacciacani, una pistola a tamburo ad aria compressa, una calibro .38 special e una 9x21. | Trescore Balneario, Zandobbio | Monica Armeli, Violenta rissa in strada, una ferita Fuga in auto. «Sentiti degli spari», L'Eco di Bergamo, 10 maggio 2017; Monica Armeli, Stefano Bani, Lite a Trescore, 5 denunce E spari anche a Urgnano, L'Eco di Bergamo, 11 maggio 2017; Giuliana Ubbiali, Faide tra famiglie nomadi, molotov e spari contro le ville Perquisizioni dei carabinieri, Corriere della Sera - Bergamo, 20 maggio 2017; Pistole e soldi falsi Blitz dei carabinieri nei campi dei clan rom, L'Eco di Bergamo, 20 maggio 2017 |
2017 | Droga, arresti a Filago e Romano | Le accuse per quella «banda» sono pesanti: tentato omicidio, traffico di droga, sfruttamento della prostituzione, rapina, estorsione, porto abusivo di armi. E portano anche a sequestri per 140mila euro. Tra i quaranta indagati ci sono persone residenti a Bergamo: l'11 maggio 2017 la questura di Monza chiude l'operazione «Velarium» e trae in arresto anche un 45enne residente a Filago – accusato di violenza privata nei confronti di un ex cliente – e un 47enne albanese di Romano di Lombardia, nella cui abitazione vengono trovati 40mila euro in contanti. | Filago, Romano di Lombardia | Pino Vaccaro, Operazione antidroga Arresti a Filago e Romano, L'Eco di Bergamo, 12 maggio 2017; Droga e minacce Scovati 40 mila euro, Corriere della Sera - Bergamo, 12 maggio 2017 |
2017 | Treviglio, le cooperative per frodare il fisco e i legami con i clan | Un articolato sistema di cooperative per frodare il fisco. È l'ipotesi tracciata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, competente anche su Bergamo: sotto la lente ci sono due famiglie della Bassa bergamasca e sullo sfondo c'è l'ombra della ‘ndrangheta, per via di alcuni legami parentali e di alcune precedenti condanne. Le società sarebbe state utilizzate per frodi fiscali, dall'elusione dell'Iva alla creazione di falsi crediti, ma anche per gestire manodopera irregolare. Ai due gruppi familiari è contestata la «distrazione» fraudolenta di circa 17 milioni di euro e un'evasione fiscale di circa 8 milioni di euro. L'inchiesta filtra sulla stampa nel maggio 2017. | Provincia di Bergamo | Armando Di Landro, Sistema coop per frodare il fisco «L'ombra della ‘ndrangheta», Corriere della Sera - Bergamo, 13 maggio 2017; Armando Di Landro, Ma sul maxi scontro in tribunale L'avvocato: vittoria nostra, Corriere della Sera - Bergamo, 13 maggio 2017; Armando Di Landro, «Non ci fu aiuto alle cosche» Ma l'inchiesta resta aperta, Corriere della Sera - Bergamo, 16 maggio 2017; Armando Di Landro, Quell'inchiesta sulle coop stroncata dal tribunale «Ci avevano tolto tutto», Corriere della Sera - Bergamo, 18 maggio 2017 |
2017 | Bergamo, via XX Settembre, appartamento sequestrato e svuotato | La procura aveva chiesto e ottenuto il sequestro, puntando alla successiva confisca; in breve tempo, però, l'immobile ha subito un danneggiamento significativo. Durante le indagini sul processo per la bancarotta fraudolenta della «Maxwork», azienda che operava nel lavoro interinale, nel maggio 2017 emerge un particolare significativo: dall'appartamento sequestrato in via XX Settembre al civico 70, nel centro di Bergamo, dove viveva Massimiliano Cavaliere, fondatore della società, sarebbero infatti scomparsi mobili e arredi per un valore di 145mila euro | Bergamo | Armando Di Landro, Sradicati bagni e cucina dalla casa sotto sequestro, Corriere della Sera - Bergamo, 17 maggio 2017; Maxwork Spariti mobili da abitazione in sequestro, L'Eco di Bergamo, 17 maggio 2017 |
2017 | Ricercato per ‘ndrangheta, arrestato a Brusaporto | Soggiornava in un hotel a Brusaporto, poi sono arrivati gli uomini della Mobile di Bergamo ad arrestarlo. Il 15 maggio finisce in manette Pasquale Morelli, 25enne originario di Isola di Capo Rizzuto, con l'accusa di associazione mafiosa – è ritenuto legato al clan Arena e nipote dell'omonimo boss 67enne – e tentata estorsione: era ricercato per l'operazione «Jonny», maxi-inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha fatto luce sulle infiltrazioni dei clan per la gestione del Cara di Crotone. In Bergamasca sarebbe arrivato per lavorare in un'azienda che stava eseguendo opere per le Ferrovie dello Stato. | Brusaporto | «È una nuova leva del clan Arena» Preso a Brusaporto, L'Eco di Bergamo, 23 maggio 2017; Il nipote del boss fermato dalla polizia in un hotel a Bagnatica, Corriere della Sera - Bergamo, 23 maggio 2017 |
2017 | «Pecunia olet», sigilli a 40 immobili in Bergamasca | Un sequestro ingente: il 17 maggio 2017, la Guardia di finanza esegue un decreto di sequestro preventivo firmato dal tribunale di Bergamo ai danni di società immobiliari ritenute riconducibili alla famiglia di Calcio messa al centro dell'indagine «Pecunia Olet», con accuse di riciclaggio internazionale. Il valore dei sigilli si aggira attorno ai 4 milioni di euro e comprende 87 immobili di cui 40 in Bergamasca, e gli altri sparsi tra Brescia, Mantova e Varese. | Calcio | Simone Pesce, Riciclaggio e conti in Svizzera Nuovo sequestro da 4 milioni, L'Eco di Bergamo, 18 maggio 2017; Armando Di Landro, Soldi ripuliti e azioni ai prestanome Scatta il sequestro di 40 immobili, 18 maggio 2017, Corriere della Sera - Bergamo, 18 maggio 2018 |
2017 | Romano di Lombardia, sequestrati 3,5 kg di coca | Il 19 maggio 2017, i carabinieri entrano in un appartamento di Romano di Lombardia: al suo interno trovano tre chili e mezzo di cocaina, che sul mercato avrebbero fruttato decine di migliaia di euro. In manette finisce un albanese di 33 anni; denunciata a piede libero per favoreggiamento una sua connazionale. | Romano di Lombardia | In casa tre chili di cocaina Arrestato giovane albanese, L'Eco di Bergamo, 20 maggio 2017; Mamma con 3 chili di cocaina in casa, Corriere della Sera - Bergamo, 20 maggio 2017 |
2017 | Scomparso nel nulla, confiscati 1,4 milioni | Un anno dopo la misteriosa scomparsa, arriva la confisca. Nel maggio 2017, il tribunale di Bergamo emette un decreto di confisca in sede esecutiva per «asportare» il tesoro di un milione e 400mila euro in contanti trovato tra l'abitazione di Fabrizio Garatti, ex trafficante di droga originario di Costa Volpino che ha fatto perdere le proprie tracce nel maggio del 2016, e il vicino pollaio del padre. Il sentore di chi investiga è che quei soldi non fossero certo «puliti». | Costa Volpino | Armando Di Landro, Confiscato il tesoro del Biscio «Quel milione grazie alla droga», Corriere della Sera - Bergamo, 25 maggio 2017; Armando Di Landro, Scomparso da un anno Ma Garatti fa ricorso contro la confisca del milione di euro, Corriere della Sera - Bergamo, 7 giugno 2017; Armando Di Landro, Garatti, tesoro da 1,4 milioni Ma sulla confisca è battaglia, Corriere della Sera - Bergamo, 9 giugno 2017; Alessandra Loche, Caso «Biscio»: chiesta la revoca della confisca, L'Eco di Bergamo, 9 giugno 2017; Armando Di Landro, La condanna di Garatti c'era Resta la confisca, Corriere della Sera - Bergamo, 21 giugno 2017 |
2017 | Narcotraffico, lo cercavano dal 2009 | Era stato arrestato a Stezzano nel 2000, era stato poi scarcerato, quindi si era dato alla macchia. Su di lui, dal 2009, pendeva un ordine di carcerazione per una condanna da 9 anni e 11 mesi: il 23 maggio 2017, dopo una lunga caccia, l'Interpol, la polizia albanese e i carabinieri di Bergamo arrestano Edmond Stafa, 52enne albanese accusato di traffico di droga. Ai tempi, i carabinieri avevano sequestrato 28 chili di eroina. | Stezzano | Droga, preso in Albania Era latitante dal 2009, L'Eco di Bergamo, 24 maggio 2017 |
2017 | Zingonia al setaccio, la droga nel forziere | La droga stava in cassaforte. Il 25 maggio 2017, l'ennesimo blitz antidroga dei carabinieri della compagnia di Treviglio nei palazzoni di Zingonia porta al sequestro di 17 chili di droga: 11 erano custoditi in un «forziere» all'interno di uno degli appartamenti. | Zingonia | Patrik Pozzi, Zingonia, depositi di droga nelle case vendute all'asta, L'Eco di Bergamo, 26 maggio 2017 |
2017 | «Metodo mafioso», un arresto a Treviglio | A Treviglio era ormai di casa. Il 2 giugno 2017, però, Giuseppe Novembrini, 45enne pregiudicato originario di Gela, torna in carcere: è diventata definitiva una sua condanna a 7 anni per estorsione, aggravata dal metodo mafioso. Coinvolto nel racket gelese, è ritenuto legato al clan Madonia. | Treviglio | Fabio Conti, «Metodo mafioso» in estorsioni e pizzo Abitava a Treviglio, L'Eco di Bergamo, 3 giugno 2017 |
2017 | I carabinieri: «I reati spia ci sono, le condanne no» | Il ritorno dell'eroina. È l'allarme che emerge il 5 giugno 2017 durante la presentazione del bilancio dell'ultimo anno di attività del comando provinciale dei carabinieri di Bergamo. Perché? «Il rapporto tra il costo della cocaina e quello dell'eroina è di quattro a uno», spiega il comandante Biagio Storniolo. Sul tema della presenza dei clan, questo il giudizio di Storniolo: «Di reati-spia ce ne sono tanti e non abbassiamo la guardia. Ma non parlo di mafia se non di fronte a sentenze di condanne definitive, che per ora non ci sono». | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, «Costa un quarto della coca Torna il boom dell'eroina», Corriere della Sera - Bergamo, 6 giugno 2017; Fabio Conti, Reati in calo, tranne le truffe agli anziani Spaccio: preoccupa il ritorno dell'eroina, L'Eco di Bergamo, 6 giugno 2017; Fabio Conti, «La mafia? I reati-spia ci sono Per ora invece niente condanne», L'Eco di Bergamo, 6 giugno 2017 |
2017 | Clusone, proiettile a consigliere comunale | Una busta con un proiettile e un messaggio intimidatorio. È quanto recapitato nel giugno 2017 a Massimo Morstabilini, consigliere comunale di minoranza a Clusone. Il riferimento cui si fa cenno nel bigliettino allegato alla missiva è alla questione dell'ex-Mirage, ex cinema al centro di un nuovo progetto commerciale. | Clusone | Alice Bassanesi, Busta con proiettile a consigliere comunale, L'Eco di Bergamo, 7 giugno 2017 |
2017 | Arrestato a Parma con 13 kg di hashish, abita a Romano di Lombardia | Residente a Romano di Lombardia, ma «pizzicato» in Emilia. Nel giugno 2017, un 37enne marocchino di casa nella Bassa finisce in manette durante un'operazione antidroga dei carabinieri di Parma: fermato in auto, i militari hanno trovato 13,5 chili di hashish. | Romano di Lombardia | Arrestato a Parma con 13 chili di hashish, L'Eco di Bergamo, 9 giugno 2017 |
2017 | Una «banda» dello spaccio nel Nord, arresti nella Bassa | Tre persone, di nazionalità marocchina, agli arresti domiciliari tra Romano di Lombardia e Fontanella. È il bilancio «bergamasco» di un'operazione antidroga della procura di Cremona, chiusa il 13 giugno 2017: secondo l'accusa, erano parte di una banda – altre sei persone sono state destinatarie di provvedimenti di custodia cautelare – dedita allo spaccio di cocaina, eroina e hashish. In totale, sono stati sequestrati 300 grammi di cocaina, 30 di eroina e un etto di hashish. | Fontanella, Romano di Lombardia | Fabio Conti, Spaccio a domicilio Nei guai il «Pantera» e due suoi complici, L'Eco di Bergamo, 14 giugno 2017 |
2017 | Segnalazioni antiriciclaggio omesse, indaga la Dda | Qualcuno avrebbe chiuso un occhio. È la teoria avanzata dalla procura di Brescia, in particolare dalla Direzione distrettuale antimafia, in un'inchiesta trapelata nel giugno 2017 e che vede avanzare l'ipotesi di reato di ostacolo alla vigilanza: secondo gli inquirenti, all'interno di Ubi Banca si sarebbero verificati «sistematici episodi di omissione di segnalazioni per le operazioni sospette» in materia di antiriciclaggio. Otto gli indagati, diverse le perquisizioni. | Provincia di Bergamo | «Ubi Banda, omissioni sistematiche su operazioni a rischio riciclaggio», Corriere della Sera - Bergamo, 17 giugno 2017; Filone bresciano Ubi Indaga l'Antimafia, L'Eco di Bergamo, 16 giugno 2017 |
2017 | Parking Orio, ritornano le fiamme. Dolose | Prima bruciano «solo» due veicoli, il 14 giugno 2017, all'«Azzurro Park». Due giorni dopo, invece, le fiamme sono incessanti: al «Blu Parking» finiscono distrutte 51 vetture, un chiaro incendio doloso. Nei parcheggi a lunga sosta attorno all'aeroporto di Orio al Serio, torna la paura e l'ombra di un racket per gestire un ricco business; già a cavallo del 2011 gli incendi dolosi e gli atti intimidatori, dalle bombe carta alle gambizzazioni, avevano riguardato altre aree di sosta. Per Pier Luigi Maria Dell'Osso, procuratore generale di Brescia, «gli incendi dolosi sono una tipologia di reati-spia su cui ho posto l'accento già da anni», rispetto alla presenza della criminalità organizzata. | Orio al Serio | Fabio Paravisi, Incendi dolosi, due notti di paura I posteggi dell'aeroporto nel mirino, Corriere della Sera - Bergamo, 17 giugno 2017; Armando Di Landro, Tra business e racket, Corriere della Sera - Bergamo, 17 giugno 2017; Katiuscia Manenti, Incendio doloso vicino all'aeroporto In fumo 45 auto, L'Eco di Bergamo, 17 giugno 2017; Il precedente del 2011: dagli ordigni alla gambizzazione, L'Eco di Bergamo 17 giugno 2017; Luca Bonzanni, «Sono attività che fanno gola al crimine: massima allerta», L'Eco di Bergamo, 17 giugno 2017; Armando Di Landro, Aeroporto, i roghi dolosi nei parcheggi La tensione dei residenti sotto la lente, Corriere della Sera - Bergamo, 18 giugno 2017; Stefano Bani, Un altro incendio. «Abbiamo paura», L'Eco di Bergamo, 18 giugno 2017 |
2017 | Seriate, sequestrati 10 kg di coca | Il 15 giugno 2017 i carabinieri si dirigono verso un appartamento disabitato di Seriate, la «soffiata» si rivela giusta: al suo interno ci sono 10 chili e mezzo di cocaina, che al dettaglio avrebbe fruttato circa mezzo milione di euro. Le indagini proseguono per risalire alla «filiera» del traffico. | Seriate | Una soffiata anonima E i carabinieri trovano in casa 10 chili di cocaina, L'Eco di Bergamo, 17 giugno 2017 |
2017 | Trento, l'operazione antidroga della Dda arriva a Bergamo | Da Trento, l'indagine della locale Direzione distrettuale antimafia è arrivata sino a Bergamo: il 20 giugno 2017 viene arrestato un albanese residente a Dalmine, finito in un'inchiesta che porta in totale a 35 misure cautelari per traffico di droga, e nella cui abitazione vengono sequestrate alcune migliaia di euro in contante e alcune decine di munizioni; sfugge invece alla cattura un italiano residente in valle Seriana. | Dalmine | Traffico di droga in tutto il Nord Italia Arrestato albanese, L'Eco di Bergamo, 21 giugno 2017 |
2017 | Clan Hudorovich, confisca a Presezzo | Precedenti per truffe, furti, rapine, e ora la confisca. Il 29 giugno 2017 vengono messi i sigilli a un villino di Presezzo ritenuto riconducibile a Tony Hudorovich, residente nel Comasco, esponente di spicco dell'omonima famiglia di rom; altre confische avvengono poi nel Comasco e nel Varesino, per un valore totale di 600mila euro. | Presezzo | Confiscato il tesoretto del «re» dei rom, L'Eco di Bergamo, 30 giugno 2017 |
2017 | Torre Pallavicina: le ecoballe dalla Campania e il trattamento «fuorilegge» | Dalla Campania, migliaia di tonnellate di rifiuti hanno risalito l'Italia. Una delle destinazioni era l'impianto della «B&B» di Torre Pallavicina: lì, le «ecoballe» dovevano essere trattate prima di essere smaltite. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Brescia non è stato così, ed è anche per questo motivo – l'accusa: traffico illecito di rifiuti – che l'11 luglio 2017 finisce ai domiciliari Paolo Bonacina, amministratore unico della «B&B», coinvolto in un'inchiesta che vede 26 indagati: per i carabinieri che hanno condotto le indagini, sarebbero state smaltite senza rispettare la normativa circa 100mila tonnellate di rifiuti arrivati dalla Campania, con un guadagno stimato di 10 milioni di euro. | Torre Pallavicina | Rifiuti dalla Campania al Nord Due arresti per traffico illecito, L'Eco di Bergamo, 12 luglio 2017; Traffico illecito di rifiuti Imprenditore agli arresti, Corriere della Sera - Bergamo, 12 luglio 2017; Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, XVII Legislatura, Relazione territoriale sulla Regione Campania, relatori Chiara Braga e Renata Polverini, approvata il 28 febbraio 2018, pp. 267-285 |
2017 | Coca dal Sudamerica, arresti a Nembro e Selvino | Giovani, forse insospettabili. Il 15 luglio 2017, però, ci sono anche tre ragazzi tra i 23 e i 25 anni residenti a Selvino e a Nembro tra gli undici arrestati di un'operazione antidroga condotta dalla Guardia di finanza di Malpensa: i tre bergamaschi sono accusati di aver importato 24 chili di marijuana. | Nembro, Selvino | Pino Vaccaro, Cocaina nera e marijuana spedite per via aerea: 11 arresti, L'Eco di Bergamo, 16 luglio 2017 |
2017 | Bariano, il sangue sul controllo dello spaccio: due omicidi | Quattro colpi, calibro 9. Tre al tronco per Abdenassar El Moursali, 23 anni, e uno al volto per Nabil El Karfi, di due anni più grande, entrambi residenti fuori provincia: è così che il 20 luglio 2017 vengono uccisi a Bariano, in riva al Serio, due giovani marocchini. Un'esecuzione spietata, con i colpi esplosi da un solo killer, con tecnica da professionista. La pista è quella del regolamento di conti nel mondo dello spaccio, soprattutto cocaina ed eroina, e in ballo ci sarebbe stato un debito di alcune migliaia di euro: «Era preoccupato, aveva paura di qualcosa», racconterà agli inquirenti la fidanzata di El Moursali. A fine maggio, i due erano sfuggiti a un'operazione antidroga del commissariato di Treviglio. | Bariano | Patrik Pozzi, Bariano, duplice omicidio in riva al Serio «Un regolamento di conti per lo spaccio», L'Eco di Bergamo, 21 luglio 2017; Pietro Tosca, Crivellati di colpi in riva al Serio, Corriere della Sera - Bergamo, 21 luglio 2017; Fabio Paravisi, Esecuzione con quattro colpi calibro 9, Corriere della Sera - Bergamo, 22 luglio 2017; Patrik Pozzi, Un omicidio da professionisti Quattro colpi, tutti a segno, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2017; Fabio Paravisi, «Uccisi per un debito di poche migliaia di euro», Corriere della Sera - Bergamo, 23 luglio 2017; Fabio Conti, Dietro il duplice delitto alcune migliaia di euro per un debito di droga, L'Eco di Bergamo, 23 luglio 2017; Fabio Conti, Bariano, il killer ha agito da solo Le due vittime colte di sorpresa, L'Eco di Bergamo, 24 luglio 2017; Fabio Paravisi, La fidanzata di una delle vittime «Aveva paura», Corriere della Sera - Bergamo, 25 luglio 2017; Fabio Conti, Il duplice omicidio La fidanzata confida «Era preoccupato», L'Eco di Bergamo, 25 luglio 2017; Patrik Pozzi, I due giovani uccisi a Bariano sfuggirono a blitz della polizia, L'Eco di Bergamo, 26 luglio 2017; Uccisi, da autopsie soltanto conferme, L'Eco di Bergamo, 28 luglio 2017 |
2017 | Filago, sequestrati 30 chili di hashish | 30 chili di hashish, divisi in 300 panetti da un etto: è quanto scoprono i carabinieri di Brembate il 21 luglio 2017 in un furgone parcheggiato nel centro di Filago. | Filago | Sorpresa nel furgone: 30 chili di hashish in 300 panetti, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2017 |
2017 | Seriate, frode fiscale: beni sequestrati | Prestanome di alcune «cartiere». È l'accusa con cui è indagato un imprenditore di Seriate, 63 anni, finito in un'inchiesta della Guardia di finanza di Pavia che il 25 luglio 2017 porta ad alcune misure di prevenzione: al bergamasco sono sequestrate quote societarie, un veicolo e beni per un totale di 700mila euro, cioè l'importo che avrebbe evaso. | Seriate | Katiuscia Manenti, Frode fiscale da 7 milioni Denunciato imprenditore, L'Eco di Bergamo, 26 luglio 2017 |
2017 | Hudorovich, sequestrate anche due Ferrari | Hudorovich, sequestrate anche due Ferrari | Grassobbio | Giuliana Ubbiali, Sproporzione tra reddito e ricchezza Hudorovich, sequestrate due Ferrari, Corriere della Sera - Bergamo, 27 luglio 2017 |
2017 | Zingonia, sigilli su altri nove chili di droga | Altri nove chili di droga. È il bilancio dell'ennesimo blitz a Zingonia, eseguito il 28 luglio 2017: cinque persone finiscono in arresto al termine di un'operazione che vede in campo un centinaio di uomini, impegnati a perquisire 35 appartamenti. La droga sequestrata avrebbe fruttato al dettaglio oltre 100mila euro. | Zingonia | Patrik Pozzi, Nuovo blitz ai palazzoni Droga anche nelle pareti, L'Eco di Bergamo, 28 luglio 2017 |
2017 | Dia, la mappa dei clan a Bergamo | Su più province della Lombardia, Bergamo compresa, «si sono registrati gli interessi delle famiglie reggine Facchineri di Cittanova e Feliciano di Oppido Mamertina». Lo scrive la Direzione investigativa antimafia nella relazione diffusa a luglio 2017 e riferita al secondo semestre del 2016. Sono passate in rassegna diverse operazioni che coinvolgono bergamaschi, in diversi business illegali: l'acquisizione illecita di subappalti di opere pubbliche è testimoniata dalle operazioni «Rent» e «Underground» che fanno luce su imprenditori bergamaschi e calabresi ritenuti legati alle cosche Coluccio-Aquino e Piromalli-Bellocco; lo smaltimento illecito dei rifiuti racconta del coinvolgimento di un uomo residente a Bergamo nell'operazione «Bonifica Pasquasia» che mostra legami con Cosa nostra; il riciclaggio emerge dall'operazione «Pecunia Olet» che mette al centro una famiglia di Calcio e presunti legami con il clan di ‘ndrangheta dei Facchineri. | Provincia di Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, 2° semestre 2016; Luca Testoni, L'allarme della Dia «La 'ndrangheta ramifica in Bergamasca», L'Eco di Bergamo, 29 luglio 2017 |
2017 | «Informatico collegato ai clan», bergamasco condannato in Calabria | Era accusato di essere un informatico collegato ai clan, coinvolto nella maxi-operazione «Gambling» della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sui tentativi di infiltrazione nelle scommesse online, e per questo arrestato nel 2015. Il 28 luglio 2017, per Luca Battista Gagni, classe 1970 residente a Costa di Mezzate, arriva la condanna del tribunale di Reggio Calabria: 4 anni e 8 mesi, con rito abbreviato (non gli è stata comunque contestata l'associazione mafiosa). | Costa di Mezzate | Consolato Minniti, “Gambling”, le cosche reggine sepolte da due secoli di carcere, Lacnews24.it, 28 luglio 2017 |
2017 | La Finanza: «Bergamo, le infiltrazioni si possono verificare» | «Bergamo è produttiva, sana, con delle piccole criticità che potrebbero diventare grandi. Abbiamo lavorato molto in questo anno con i sindacati, le associazioni di categoria e con gli enti istituzionali e la nostra attenzione è particolarmente focalizzata su qualsiasi forma di attività economica. Le infiltrazioni si possono verificare magari reinvestendo utili derivanti da attività illecite in un tessuto apparentemente sanissimo come quello di Bergamo». Lo dichiara il colonnello Vincenzo Tomei, comandante provinciale della Guardia di finanza di Bergamo, ospite di Bergamo Tv il 1° agosto 2017. | Bergamo | Fiamme Gialle: «Bergamo città sana Ma attenzione alle infiltrazioni mafiose», L'Eco di Bergamo - edizione online, 2 agosto 2017 |
2017 | Horvat e Nicolini, scacco al «clan» rom | Dichiaravano redditi per 99 euro l'anno, avevano nella propria disponibilità beni per 50 milioni di euro. Il 2 agosto 2017 la Guardia di finanza e i carabinieri di Bergamo chiudono una lunga operazione fatta di accertamenti capillari nei confronti dei membri delle famiglie Horvat e Nicolini, di etnia rom, storicamente insediate nella zona della val Cavallina e dintorni e coinvolte in una lunga faida. 74 le persone «vagliate» dalle forze dell'ordine: 37 dei 41 soggetti maggiorenni hanno riportato un totale di 294 deferimenti all'autorità giudiziaria, la metà dei quali per truffe, usure, appropriazioni indebite e reati simili; i membri maggiorenni della famiglia hanno immatricolato nel corso degli anni circa 1.600 autoveicoli per un valore di 30 milioni di euro e acquistato immobili per 10 milioni. Il tribunale di Bergamo «autorizza» così il sequestro di sette immobili in Bergamasca, dieci autoveicoli e parecchio denaro liquido, oltre a sei provvedimenti di sorveglianza speciale. | Trescore Balneario | Guardia di Finanza - Comando provinciale Bergamo, Comando provinciale Carabinieri Bergamo, Guardia di Finanza e Carabinieri eseguono misure di prevenzione personali e patrimoniali nei confronti di nucleo familiare di etnia gitana, comunicato stampa, 2 agosto 2017; Fabio Conti, Reddito di 99 euro e beni per 50 milioni Sequestro al «clan», L'Eco di Bergamo, 3 agosto 2017; Sparatorie e agguati in strada Una «guerra» lunga due anni, L'Eco di Bergamo, 3 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, I tesori dei rom, Corriere della Sera - Bergamo, 3 agosto 2017; Lo spettro delle faide e quei colpi di pistola, Corriere della Sera - Bergamo, 3 agosto 2017 |
2017 | La faida rom diventa un far west in centro Trescore | Si sono dati un appuntamento, ne è nata una sparatoria da Far West. Sono le 14,30 dell'8 agosto 2017, in piazzale Pertini a Trescore Balneario – dove fino a poco prima s'era tenuto l'affollato mercato – si scatena un finimondo: due Hummer e un'Alfa Romeo 166 convergono a tutta velocità sul piazzale, si speronano e si scontrano, nei dintorni ci sono anche una Fiat Croma e una Mercedes, poi dalle vetture escono alcune persone, che sparano un totale di quindici colpi di pistola 9x21. Vengono rinvenute una pistola calibro 7,65 e una 9x21, mazze e spranghe, in arresto finiscono Elvis e Kevin Nicolini, la madre Angelica Pellerini, oltre al comasco Davide Pellerini (il cui fermo non sarà poi convalidato dal gip): a loro sono contestati i reati di tentato omicidio, rissa, porto abusivo di armi; tra gli indagati ci sono altre dieci persone. Si tratta dell'ennesimo capitolo della faida tra le famiglie Horvat e Nicolini, una tensione acuita anche dai recentissimi sequestri su ville e auto. Le indagini si concentreranno anche su alcuni mutui erogati alle varie famiglie per l'acquisto di immobili «di lusso», il 23 agosto viene poi arrestato Giorgio Nicolini, compagno della Pellerini e padre di Elvis e Kevin: gli inquirenti lo cercavano dal giorno della sparatoria, a cui avrebbe preso parte. | Trescore Balneario | Fabio Paravisi, Scontro tra suv, rissa e spari La faida dei rom continua, Corriere della Sera - Bergamo, 9 agosto 2017; Monica Armeli, Simone Pesce, Spari e feriti: Far West a Trescore, L'Eco di Bergamo, 9 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, L'inferno all'arrivo dell'Hummer In cella mamma, due figli e complice, Corriere della Sera - Bergamo, 10 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, Elvis e Kevin Per il tribunale «Non sono pericolosi», Corriere della Sera - Bergamo, 10 agosto 2017; Simone Pesce, Quattro in cella per la sparatoria a Trescore, L'Eco di Bergamo, 10 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, L'ira dei rom nel video del terrore, Corriere della Sera - Bergamo, 11 agosto 2017; Video inchioda i rom per la sparatoria Altri dieci indagati, L'Eco di Bergamo, 11 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, I fratelli Nicolini finiti in arresto: «Sono stati gli Horvat a sparare» I primi colpi partiti da una Croma, Corriere della Sera - Bergamo, 12 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, «Madre e figli possono rifarlo: in cella», Corriere della Sera - Bergamo, 13 agosto 2017; Alessandra Loche, La sparatoria di Trescore Madre e figli restano in cella, L'Eco di Bergamo, 13 agosto 2017; Armando Di Landro, I mutui sospetti delle famiglia rom, Corriere della Sera - Bergamo, 17 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, Fermato Nicolini. «Vi aspettavo», Corriere della Sera - Bergamo, 24 agosto 2017; Fabio Conti, Far West, preso l'ultimo latitante «Ha potuto contare su appoggi», L'Eco di Bergamo, 24 agosto 2017; Giuliana Ubbiali, Nel video spuntano prima i rivali Faida rom, in campo anche il Ris, Corriere della Sera - Bergamo, 25 agosto 2017; Nicolini resta in carcere «Ma io ero a casa mia», Corriere della Sera - Bergamo, 27 agosto 2017; Simone Pesce, Sparatoria, il capo rom «Non mi sono nascosto Lo dimostrano i selfie», L'Eco di Bergamo, 27 agosto 2017 |
2017 | Bergamo, circolano 20 chili di coca al giorno | Venti chili di cocaina al giorno. È la stima che le forze dell'ordine fanno ad agosto 2017 sulla «polvere bianca» che quotidianamente circola nella Bergamasca, cioè oltre sette tonnellate ogni anno. Ci sono poi le altre droghe: duemila dosi di eroina, 60mila per la cannabis. Un fatturato milionario che concentra sulla provincia orobica rotte che partono dall'intero globo. Lo spaccio vede una sorta di non belligeranza, in particolare perché la domanda è così alta che sul mercato c'è spazio per tutti: la cocaina è in mano soprattutto a bande dell'Est Europa, gli africani gestiscono invece l'hashish. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, Nella Bergamasca circolano 20 chili di cocaina al giorno, L'Eco di Bergamo, 14 agosto 2017; Fabio Conti, Le bande locali e i patti di «non belligeranza», L'Eco di Bergamo, 14 agosto 2017 |
2017 | Valle del Lujo, spunta una discarica abusiva | Una discarica abusiva in riva al torrente Lujo, nei pressi di Albino. È quanto scoperto dai carabinieri forestali e dall'Arpa il 5 settembre 2017: interrati a ridosso del corso l'acqua sono stati rinvenuti rifiuti urbani (con uno «spessore» del materiale di oltre un metro); il terreno è stato posto sotto sequestro. | Albino | Matteo Castellucci, Valle del Lujo, scoperta discarica abusiva sotto terra, Corriere della Sera - Bergamo (edizione online), 7 settembre 2017 |
2017 | Zingonia, accoltellamento per lo spaccio | Il movente della lite è probabilmente il controllo dello spaccio: la sera dell'8 settembre 2017, un 20enne marocchino viene accoltellato a Zingonia, in corso Europa: i carabinieri arresteranno tre suoi connazionali tra i 26 e i 38 anni. | Zingonia | Ventenne accoltellato denunciati tre marocchini, L'Eco di Bergamo, 10 settembre 2017 |
2017 | Palosco, l'intimidazione dei «clan» indiani sfocia in omicidio | È morto a 22 anni, trafitto da un proiettile. Amandeep Singh, indiano residente in Bergamasca, viene ucciso la sera del 10 settembre 2017 a Palosco, nel proprio appartamento di via Spampatti. Forse per errore, forse perché coinvolto in una faida tra «clan» indiani che si trascina da tempo, a suon di aggressioni: chi ha premuto il grilletto voleva intimidirlo, il colpo – uno solo, calibro .380 – è stato sparato da molto lontano, da una trentina di metri. Alcuni nomi vengono subito iscritti nel registro degli indagati, l'omicidio è da inserire in uno sfondo fatto di debiti e ritorsioni (forse anche per questioni della «gestione» del lavoro all'interno della comunità indiana), poi nella notte tra l'11 e il 12 settembre i carabinieri fermano due indiani, Bakhsish Singh di Cavernago e Amanpreet Singh di Chiuduno: il primo è accusato di aver sparato, entrambi stavano progettando la fuga verso la Germania; un terzo connazionale è denunciato per favoreggiamento. Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre scattano poi altri tre arresti nei confronti di cittadini indiani, secondo i carabinieri coinvolti nell'omicidio. Emerge lo spaccato di un gruppo di indiani specializzato in spedizioni punitive, con una struttura gerarchica capeggiata da un boss. | Palosco | Pietro Tosca, «Rivoleva i soldi, l'hanno ucciso», Corriere della Sera - Bergamo, 12 settembre 2017; Giuliana Ubbiali, Quattro indagati per omicidio Intimidazione sfuggita di mano, Corriere della Sera - Bergamo, 12 settembre 2017; Katiuscia Manenti, Ucciso a 22 anni da un colpo di pistola durante una lite, L'Eco di Bergamo, 12 settembre 2017; Dalle mazze da cricket alle pistole, l'escalation di violenza, L'Eco di Bergamo, 12 settembre 2017; Giuliana Ubbiali, Blitz nella notte, due indiani fermati «Pianificavano la fuga in Germania», Corriere della Sera - Bergamo, 13 settembre 2017; Palosco, due indiani fermati: volevano fuggire in Germania, L'Eco di Bergamo, 13 settembre 2017; Giuliana Ubbiali, Faide tra clan indiani Sale la tensione dopo l'omicidio, L'Eco di Bergamo, 14 settembre 2017; Armando Di Landro, Il giovane indiano ucciso per un prestito di 500 euro In carcere tre persone, Corriere della Sera - Bergamo, 16 dicembre 2017; Indiano ucciso sul balcone di casa Altri tre in carcere, L'Eco di Bergamo, 16 dicembre 2017; Giuliana Ubbiali, L'omicidio di Palosco Le spedizioni punitive decise dal boss indiano, Corriere della Sera - Bergamo, 17 dicembre 2017; Fabio Conti, Indiano ucciso, un gruppo armato incaricato delle spedizioni punitive, L'Eco di Bergamo, 17 dicembre 2017; Giuliana Ubbiali, Il boss indiano che girava con lo spray per stordire Da lui il covo dopo il delitto, Corriere della Sera - Bergamo, 19 dicembre 2017; «Sapevo che quella pistola era stata usata per l'omicidio», L'Eco di Bergamo, 19 dicembre 2017 |
2017 | Ndrangheta dal Centro Italia a Bergamo, condanne confermate | Estorsioni ai danni di imprenditori bergamaschi, poi finiti in rovina dopo mesi di minacce e cessioni di denaro per diverse decine migliaia di euro. Il 12 settembre 2017 la corte d'appello di Bologna, nell'ambito del maxiprocesso «Aemilia» sulla ‘ndrangheta nel Centro Italia, conferma le condanne di Antonio Gualtieri, crotonese residente a Reggio Emilia, a 12 anni di carcere per associazione mafiosa ed estorsione, e di Roberta Tattini, consulente fiscale di Bologna, a 8 anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione. Gli episodi «bergamaschi» si sono verificati attorno al 2011 ai danni di impresari con aziende a Lallio e Brembate Sopra. | Lallio, Brembate di Sopra | Corte d'appello di Bologna, Sentenza nella causa penale avverso la sentenza emessa dal Tribunale/Gip di Bologna in data 22 aprile 2016 n. 797 contro Amato Domenico + 59, r. sent. n. 3911/2012, presidente Cecilia Calandra, 12 settembre 2017, depositata il 26 febbraio 2018 |
2017 | Discarica abusiva alla Fara, condannato Locatelli | Gennaio 2009: una frana nel cantiere del parcheggio alla Fara, in Città alta, rende necessario un «tampone». La «Geometra Locatelli» di Grumello del Monte, che aveva in mano il cantiere, lo fa utilizzando materiale proveniente dall'altro cantiere della galleria tra Carvico e Villa d'Adda. Ma quei materiali sono rifiuti, contesterà la procura di Bergamo a Pierluca Locatelli, segnalando anche valori di arsenico, cromo e idrocarburi nel terreno superiori alla norma: il 13 settembre 2017, per l'imprenditore arriva la condanna a un anno e mezzo, emessa dal tribunale di Bergamo, per aver creato una «discarica abusiva»; condanne anche per altri quattro collaboratori. | Bergamo, Villa d'Adda, Carvico | Tiziano Tista, «Discarica abusiva alla Fara» Il giudice condanna Locatelli, L'Eco di Bergamo, 14 settembre 2017; Giuliana Ubbiali, Locatelli condannato, anche alla bonifica, Corriere della Sera - Bergamo, 14 settembre 2017 |
2017 | Foresto Sparso: gli spari, la tentata estorsione, l'arresto | Tentata estorsione aggravata, possesso ingiustificato di armi alterate. Sono le accuse con cui il 13 settembre 2017 finisce in manette Antonio Macrì, 27enne calabrese residente ad Albano Sant'Alessandro, titolare di un'azienda di autotrasporti e legato da vincoli parentali ad almeno una persona vicina agli ambienti di ‘ndrangheta: secondo i carabinieri, il 2 dicembre del 2016 avrebbe esploso alcuni colpi d'arma da fuoco contro l'abitazione di un imprenditore di Foresto Sparso che si era rifiutato di entrare in affari con lui. | Foresto Sparso | Fabio Paravisi, Quattro colpi di fucile contro casa per intimidire imprenditore: in cella, Corriere della Sera - Bergamo, 15 settembre 2017; «Fammi lavorare con te»: al rifiuto spara sulla casa di un imprenditore, L'Eco di Bergamo, 15 settembre 2017; Spari alla casa dell'imprenditore L'arrestato non risponde al gip, L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2017 |
2017 | Bergamo e Brescia, la nuova Terra dei fuochi | «Abbiamo capito che c'è stata proprio un'inversione di rotta, nel senso che dal Sud al Nord viene effettuata questa attività di illecito trattamento e di illecito commercio (di rifiuti, ndr), che ha fatto divenire Brescia e le zone limitrofe una nuova Terra dei fuochi». Sono le parole pronunciate da Sandro Raimondi, procuratore aggiunto di Brescia, il 13 settembre 2017 di fronte alla Commissione d'inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti. La considerazione che riguarda il distretto giudiziario di Brescia, comprendente anche la provincia Bergamo, nasce in particolare dall'inchiesta della Dda locale che alcune settimane prima aveva messo sotto la lente degli investigatori anche la «B&B» di Torre Pallavicina, azienda che gestisce un impianto di trattamento rifiuti. | Provincia di Bergamo, Pallavicina | Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, XVII Legislatura, Audizione del procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Brescia, Sandro Raimondi, Resoconto stenografico, 13 settembre 2017; Luca Bonzanni, Allarme ecomafia I traffici si spostano nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 4 ottobre 2017 |
2017 | Le Fiamme Gialle: mafia a Bergamo, fenomeno presente | «Se arriva un imprenditore da certe regioni, con un investimento importante, senza che si capisca la provenienza delle somme che ha a disposizione, delle domande le polizie locali e i sindaci se le devono porre». «I flussi finanziari anomali vanno controllati perché possono essere la spia di infiltrazioni criminali o di finanziamenti al terrorismo internazionale». «Segnalazioni che hanno trovato conferme? Sì, nel caso di una famiglia che vive ben radicata nella Bassa Bergamasca e che ha eseguito operazioni bancarie non congrue al tenore di vita dichiarato. Abbiamo chiesto la misura di prevenzione alla Dda di Brescia». «Di questi tempi l'evasione fiscale può essere la spia per reati più gravi e il segnale di infiltrazioni mafiose. Non è una provincia inquinata ma il fenomeno è presente». «Qui le modalità sono diverse, meno cruente per non attirare le forze dell'ordine». Sono alcuni passaggi di due interviste al colonnello Vincenzo Tomei durante i suoi ultimi giorni di servizio a Bergamo, pubblicate sul Corriere della Sera - Bergamo e su L'Eco di Bergamo a metà settembre 2017. | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, «Ai sindaci e alle polizie locali dico: segnalateci le attività sospette», Corriere della Sera - Bergamo, 14 settembre 2017; Katiuscia Manenti, «L'evasione spia delle infiltrazioni», L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2017 |
2017 | Riciclaggio: marito e moglie in manette | Era stato lui stesso a rivolgersi alla Guardia di finanza, rivelando di essere coinvolto in un vortice di fatture false e denunciando di aver ricevuto delle minacce. Il 14 settembre 2017, un 47enne originario di Telgate e residente a Carobbio degli Angeli viene arrestato con l'accusa di riciclaggio, insieme alla moglie: i due avrebbero movimentato mezzo milione di euro attraverso un giro di fatture false, in particolare provenienti da aziende edili con sede in Bergamasca. Secondo gli inquirenti, la scelta dell'uomo di collaborare con le Fiamme gialle era originata dalla volontà di «mettersi in proprio». Una decina in tutto le persone indagate per reati vari, residenti tra Bergamo e Brescia. | Telgate, Carobbio degli Angeli | Fabio Paravisi, Fatture false e riciclaggio In carcere marito e moglie, Corriere della Sera - Bergamo, 16 settembre 2017; Fatture false, in cella marito e moglie Erano il bancomat delle «cartiere», L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2017; «Le fatture false per colpa della crisi», Corriere della Sera - Bergamo, 17 settembre 2017; Fatture false I coniugi arrestati rispondono al gip, L'Eco di Bergamo, 17 settembre 2017 |
2017 | Zingonia, il bilancio dei blitz | Dopo sei operazioni ravvicinate, i carabinieri di Bergamo il 19 settembre 2017 tracciano un bilancio sulle indagini dedicate agli «affari» di Zingonia: 32 chili di droga sequestrata, 10 arresti in flagranza, 9 arresti su provvedimenti restrittivi, 97 persone denunciate a piede libero. «Non esistono zone franche», commenta Walter Mapelli, procuratore capo di Bergamo. | Zingonia | Patrik Pozzi, Zingonia, in un anno sequestrati 32 chili di droga di ogni tipo, L'Eco di Bergamo, 20 settembre 2017; Maddalena Berbenni, «Zingonia, nessuna zona franca Ora la palla passa alle istituzioni», Corriere della Sera - Bergamo, 20 settembre 2017 |
2017 | Stezzano, un carico da 240 kg di hashish | Altro sequestro record. Il 19 settembre 2017, i carabinieri arrestano un marocchino 29enne residente a Bergamo: nella sua auto vengono trovati 240 chili di hashish (180 nel baule, 60 nell'abitacolo), erano diretti a Zingonia. | Stezzano, Zingonia, Bergamo | Tiziano Tista, Sulla Lexus con 240 kg di hashish In cella: «Li portavo a Zingonia», L'Eco di Bergamo, 21 settembre 2017; Fabio Paravisi, Preso prima del blitz Portava a Zingonia 240 chili di hashish, Corriere della Sera - Bergamo, 21 settembre 2017 |
2017 | L'Aston Martin del bancarottiere | l'arresto e i primi sequestri erano arrivati a maggio 2016. A settembre 2017, un ultimo risvolto coinvolge un imprenditore lecchese con residenza a Malta e interessi a Bergamo, in carcere per bancarotta fraudolenta, omesso versamento dell'Iva per milioni di euro, distruzione di documentazione contabile: la Guardia di finanza gli sequestra una Aston Martin dal valore di 200mila euro custodita in un garage del centro Bergamo. | Bergamo | È in carcere per bancarotta da maggio In garage Aston Martin da 200 mila euro, L'Eco di Bergamo, 22 settembre 2017; L'Aston Martin del bancarottiere in un box del centro, Corriere della Sera - Bergamo, 22 settembre 2017 |
2017 | Horvat, arresto per ingiurie contro i carabinieri | Le loro famiglie erano tornate nel mirino dopo la sparatoria di Trescore. Un nuovo episodio – stavolta minacce rivolte alle forze dell'ordine – si aggiunge il 22 settembre 2017, quando i carabinieri arrivano a Trescore nella villa di Desiderio e Fardi Horvat per sequestrare delle schede sim utilizzate per una presunta truffa sulla compravendita di una Porsche. Durante la «visita» dei militari nell'abitazione, la tensione si alza, poi si arriverà alle minacce: «Ti spacco la faccia, ci vediamo fuori», avrebbero detto i due Horvat ai carabinieri una volta arrivati al comando provinciale di Bergamo, in via delle Valli. | Trescore Balneario, Bergamo | Minacciano i carabinieri in caserma Rom arrestati per resistenza e ingiurie, L'Eco di Bergamo, 23 settembre 2017; Giuliana Ubbiali, Minacce ai carabinieri, Horvat arrestati, Corriere della Sera - Bergamo, 23 settembre 2017; Giuliana Ubbiali, Minacce ai carabinieri per i telefoni padre e figlio Horvat tornano liberi, Corriere della Sera - Bergamo, 24 settembre 2017; «Abbiamo reagito alle provocazioni dei carabinieri», L'Eco di Bergamo, 24 settembre 2017 |
2017 | L'Arma: «Teniamo monitorati i reati-spia» | «È un fenomeno che non sottovalutiamo e su cui non abbiamo mai abbassato la guardia. Lo sforzo che stiamo facendo è capire se le infiltrazioni siano esistenti e di acclararle: l'obiettivo è ottenere delle sentenze, come nel caso recentissimo di Mantova. Bergamo è un territorio ricco ed è possibile che scateni degli interessi, ma questa è una realtà con forti anticorpi. Teniamo ben monitorati i reati spia per capire se ci sia del vulnus e sviluppare iniziative investigative». Lo dichiara il colonnello Biagio Storniolo in un'intervista a L'Eco di Bergamo pubblicata il 24 settembre 2017, il «suo» saluto dopo due anni come comandante provinciale dei carabinieri. | Provincia di Bergamo | Katiuscia Manenti, «In due anni reati in calo Droga c'è ancora da fare», L'Eco di Bergamo, 24 settembre 2017 |
2017 | Gorlago, rissa tra indiani: spedizione punitiva nella faida | L'ennesimo episodio in una lunga faida. A fine giugno, a Gorlago, in via Alighieri, si scatena una violentissima rissa tra opposte fazioni di gruppi di nazionalità indiana. Il 26 settembre 2017 i carabinieri fanno luce su quell'episodio: vengono arrestati due indiani residenti tra Gorlago e Montello, accusati di tentato omicidio. Secondo gli inquirenti, è stata una spedizione punitiva. | Gorlago, Montello | Rissa di Gorlago, due indiani arrestati: «Volevano uccidere», L'Eco di Bergamo, 27 settembre 2017; Faida fra gruppi indiani Aggressione, due arrestati, Corriere della Sera - Bergamo, 27 settembre 2017 |
2017 | Il sorvegliato speciale del clan e l'auto rubata | Era sottoposto alla sorveglianza speciale, dopo che era stato scarcerato – per decorrenza dei termini – con una sentenza di secondo grado che lo condannava a 11 anni di reclusione per mafia. Il 27 settembre 2017, i carabinieri «pizzicano» Antonio Ciappina, calabrese di Vibo Valentia ritenuto legato al clan Gallico di Palmi e residente a Fornovo, su una Citroen con targa svizzera, risultata rubata: l'auto era guidata dal cognato, Ciappina torna in carcere; per questa vicenda, alcuni mesi dopo sarà condannato a 16 mesi dal tribunale di Bergamo per la violazione dell'obbligo di soggiorno. | Fornovo San Giovanni | Armando Di Landro, Condannato a 11 anni per mafia Era su un'auto rubata: in cella, Corriere della Sera - Bergamo, 29 settembre 2017; Obbligo di soggiorno violato: 16 mesi, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2017 |
2017 | Brembate, 32 chili di eroina e un arsenale | Il 29 settembre 2017, la Guardia di finanza di Como effettua un blitz in un appartamento di Brembate, in via Arnichi. All'interno vi trova 32 chili di eroina, uno dei sequestri più ingenti avvenuto recentemente in Bergamasca. L'appartamento era diventato un laboratorio per la raffinazione della droga, poi venduta al dettaglio in un'ampia area tra Bergamo e Milano. In manette finisce un albanese; le Fiamme gialle risalgono anche a tre pistole e numerose munizioni. | Brembate | Sequestrati 32 chili di eroina Un arresto, L'Eco di Bergamo, 30 settembre 2017; Fabio Paravisi, Arsenale per difendere il deposito di droga, Corriere della Sera - Bergamo, 3 ottobre 2017; Fabio Conti, Armi e munizioni nel covo dell'eroina, L'Eco di Bergamo, 3 ottobre 2017 |
2017 | Riciclaggio, la maxi-inchiesta della Finanza | Almeno 100 milioni di euro. È il giro d'affari di un vortice di fatture false ricostruito dalla Guardia di finanza di Bergamo, che il 13 ottobre 2017 chiude un'importante operazione: tre persone, residenti tra Albano, Capriolo e Bergamo, finiscono ai domiciliari (saranno scarcerati undici giorni dopo) con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all'evasione fiscale. Ma l'inchiesta è ampia, nel mirino finiscono società fittizie a Bergamo, in Bulgaria, in Slovenia, in Galles. 159, in totale, gli indagati: un esercito di prestanome, reclutati anche tra i tossicodipendenti ingaggiati per pochi spiccioli. | Bergamo, Capriolo, Albano Sant'Alessandro | Simone Pesce, Fatture false per 106 milioni, tre arresti, L'Eco di Bergamo, 17 ottobre 2017; Armando Di Landro, I prestanome reclutati tra i tossicodipendenti False fatture e prelievi per 120 milioni, Corriere della Sera - Bergamo, 17 ottobre 2017; Maxi riciclaggio La difesa: molti punti da chiarire, L'Eco di Bergamo, 19 ottobre 2017; Armando Di Landro, I prestanome tra i malati Liberi i tre accusati di evasione, Corriere della Sera - Bergamo, 31 ottobre 2017 |
2017 | Zingonia, scovati due chili di coca | Due chili di cocaina, che sul mercato avrebbero fruttato decine di migliaia di euro. È il bottino di un blitz portato a termine il 16 ottobre 2018 dai carabinieri di Treviglio nell'area di Zingonia: la droga era occultata nella macchina di un 33enne albanese residente nel Comasco, fermato a Verdello e arrestato dagli stessi militari. | Verdello, Zingonia | Laura Arrighetti, Smontano i sedili dell'auto e trovano 2 chili di coca: in cella, L'Eco di Bergamo, 18 ottobre 2017 |
2017 | Bergamasco ucciso in Spagna, 14 arresti: la pista della droga | Un delitto maturato nell'ambito del traffico di droga. A ottobre 2017, la Guardia Civil spagnola chiude una complessa operazione che fa luce sull'omicidio di Claudio Lanfranchi, 49enne di Ardesio con precedenti per droga ucciso ad Alicante (Spagna) il 25 gennaio 2016: in manette finiscono 14 persone (dieci uomini e quattro donne, di nazionalità spagnola, kosovara, romena, bulgara e marocchina), compresa la fidanzata della vittima. | Ardesio | Fabio Paravisi, Latitante ucciso in Spagna Arrestate 14 persone Complice anche la fidanzata, Corriere della Sera - Bergamo, 22 ottobre 2017; Ucciso in Spagna Quattordici arresti C'è anche la fidanzata, L'Eco di Bergamo, 23 ottobre 2017 |
2017 | Subappalti truccati, maxi-condanne bergamasche (ma senza mafia) | Cade l'aggravante mafiosa, ma le pene restano pesanti. Il 24 ottobre 2017 arrivano le prime dodici condanne di primo grado, con rito abbreviato, nell'ambito dell'operazione «Underground» condotta dalla Dda di Milano, che ipotizzava (le accuse erano associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di corruzione, truffa ai danni dello stato, bancarotta fraudolenta, intestazione fittizie) una serie di subappalti truccati legati ad alcune grandi opere lombarde, con ruoli di primo piano per imprenditori bergamaschi. Tra le condanne: 9 anni e 8 mesi a Venturino Austoni di Telgate, 7 anni e 10 mesi a Pierino Zanga di Chiuduno, 8 anni per Pierluigi Antonioli di Trescore. | Telgate, Chiuduno, Trescore Balneario | Luca Testoni, Subappalti truccati in Lombardia La stangata del gup, L'Eco di Bergamo, 25 ottobre 2017; Fabio Paravisi, I subappalti truccati per i lavori all'Expo Piovono condanne, Corriere della Sera - 25 ottobre 2017 |
2017 | Pino Romano, sequestrata la casa | Il suo nome torna alla ribalta a fine ottobre 2017. A Giuseppe «Pino» Romano, calabrese di Briatico, già al centro dell'operazione «'Nduja» sulla ‘ndrangheta in Bergamasca, viene sequestrato l'appartamento dove risiede a Romano di Lombardia, più un magazzino. La misura di prevenzione patrimoniale è disposta dal tribunale di Bergamo su richiesta della procura distrettuale di Brescia, al termine di un'indagine condotta dalla Direzione investigativa antimafia bresciana. I beni, del valore di 160mila euro, sarebbero stati «accumulati» anche grazie a proventi di reati. | Romano di Lombardia | «L'ha comprata grazie ai reati» Casa sequestrata, L'Eco di Bergamo, 1 novembre 2017; «Metodi mafiosi» Via la casa all'estorsore, Corriere della Sera - Bergamo, 1 novembre 2017 |
2017 | Imprenditore bergamasco arrestato per estorsione | Secondo gli inquirenti avrebbe «ingaggiato» due uomini vicini alla cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano-Tegano, riscuotendo da un'azienda fiorentina 70mila euro su un credito totale di 232mila euro. Il 7 novembre 2017, la Guardia di finanza di Firenze arresta Alessandro Santini, imprenditore di Azzano San Paolo attivo nell'azienda di famiglia di import-export di frutta, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e bancarotta preferenziale; in manette anche i due calabresi, uno dei quali condannato in via definitiva nel 1992 per associazione mafiosa, che avrebbero materialmente riscosso il credito. Secondo il gip di Firenze che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare, il «modo di procedere» dell'imprenditore bergamasco era «del tutto abituale e consolidato». «Siamo estranei ai fatti», è la difesa della famiglia del bergamasco. | Azzano San Paolo | Fabio Paravisi, «Metodi mafiosi per riscuotere crediti» Imprenditore in cella I familiari: non c'entra, Corriere della Sera - Bergamo, 8 novembre 2017; Estorsione, in cella titolare di una ditta di ortofrutta, L'Eco di Bergamo, 8 novembre 2017 |
2017 | Carabinieri, il nuovo comandante si presenta: attenzione sulla mafia | A Bergamo c'è infiltrazione mafiosa? «Questo è un argomento su cui punterò molto, vista la mia formazione. Di sicuro in Lombardia la mafia c'è». È un passaggio dell'intervista al colonnello Paolo Storoni, nuovo comandante provinciale dei carabinieri, pubblicata su L'Eco di Bergamo il 14 novembre 2017. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, «Fare rete sociale Così si può vincere il terrorismo», L'Eco di Bergamo, 14 novembre 2017 |
2017 | «Pizzo da 250mila euro», arriva la condanna | C'è il racconto di un imprenditore di Treviolo, a cui sarebbe stato richiesto il «pizzo» per 250mila euro e che avrebbe già versato 20mila euro. L'uomo parla con le forze dell'ordine, nascono le indagini e infine il processo: il 16 novembre 2017 viene così condannato a 4 anni e 8 mesi per estorsione (oltre che per rapina) Giovanni Luordo, 46enne di Battipaglia con residenza ad Arcene, in precedenza già condannato per traffico internazionale di droga (in concorso con persone ritenute non distanti dagli ambienti dei clan campani). l'arresto avvenne l'11 novembre del 2016 appena fuori da un bar di Colognola a Bergamo, quando Luordo s'era dato appuntamento con l'imprenditore per ricevere 5mila euro: all'incontro avevano assistito gli uomini della Guardia di finanza, che lo avevano poi ammanettato; da lì nascerà il processo che porterà poi alla condanna di primo grado. Sullo sfondo, anche minacce e intimidazioni. | Arcene, Bergamo | Armando Di Landro, «Estorsione da 250mila euro» Condannato ex trafficante di droga, 17 novembre 2017, Corriere della Sera - Bergamo; «Metti in busta 5 mila euro, sennò...» Condannato per estorsione e rapina, L'Eco di Bergamo, 17 novembre 2017 |
2017 | Da Crema alle valli bergamasche, scattano le confische | Confische anche in Bergamasca, a Gandosso e Colere. Ci sono anche risvolti orobici nel provvedimento eseguito il 22 novembre 2017 dalla Guardia di finanza di Crema ai danni di Antonio Silvani, artigiano cremasco già arrestato per una serie di presunte estorsioni ai danni dei propri clienti, sparsi tra le province di Cremona e Bergamo: secondo la ricostruzione, L'uomo accettava pagamenti in nero dai clienti, poi alcuni anni dopo li denunciava sostenendo di non essere mai stato pagato, oppure minacciava i clienti per ottenere soldi in cambio della rinuncia alla denuncia. In totale, le Fiamme gialle hanno eseguito la confisca di 25 immobili. | Provincia di Bergamo | Le estorsioni dell'artigiano ai clienti Scatta la confisca di 25 immobili, Corriere della Sera - Bergamo, 23 novembre 2017; «Estorsione» Confiscati immobili a un artigiano, L'Eco di Bergamo, 23 novembre 2017 |
2017 | Gazzaniga, ai domiciliari con 15 chili di droga | Era ai domiciliari perché coinvolto in una vicenda di droga. E nella sua abitazione di Gazzaniga, il 25 novembre 2017, i carabinieri di Fiorano al Serio vanno a fargli visita perché insospettiti da uno strano via-vai, trovandovi dell'altra «merce»: 14 chili in totale, tra marijuana, hashish e coca. Il protagonista della vicenda, un marocchino di 27 anni, è stato così portato in carcere. | Gazzaniga | Ai domiciliari per droga in casa ne ha altri 14 chili, Corriere della Sera, 26 novembre 2017; Ai domiciliari ma in cantina aveva 14 chili di droga, L'Eco di Bergamo, 26 novembre 2017 |
2017 | Torre de' Roveri, intercettato un chilo di coca | Il 5 dicembre 2017, la squadra mobile della questura di Bergamo sequestra un chilo di cocaina tra Torre de' Roveri e Gorle: in manette finiscono due marocchini; sequestrati anche quasi 13mila euro in contanti | Torre de' Roveri, Gorle | Un chilo di coca a casa Due marocchini in cella, L'Eco di Bergamo, 6 dicembre 2017; Presi con un chilo di cocaina, Corriere della Sera - Bergamo, 6 dicembre 2017 |
2017 | Fisco frodato, commercialista del lago in manette (e poi scarcerato) | Lo «schema» era classico: operazioni inesistenti per frodare il fisco. Nei guai, il 5 dicembre 2017, finisce un commercialista di Riva di Solto, arrestato su ordine della procura di Brescia – e poi scarcerato su decisione del gup del tribunale di Bergamo - con l'accusa di aver preso parte a un sistema che avrebbe permesso di sottrarre allo Stato cinquanta milioni di euro, attraverso false fatturazioni e società di comodo. | Riva di Solto | «Frode fiscale da 50 milioni» In cella un commercialista, L'Eco di Bergamo, 7 dicembre 2017; Maddalena Berbenni, False fatture, commercialista nei guai, Corriere della Sera - Bergamo, «Non c'è alcun pericolo di fuga» Commercialista scarcerato, L'Eco di Bergamo, 8 dicembre 2017 |
2017 | «300 euro per ammorbidire i controlli»: in manette ispettore dell'Ats | Avrebbe sostanzialmente chiuso un occhio, in cambio di quei 300 euro. È per questi motivi, secondo la polizia stradale di Bergamo che ha curato le indagini, che il 6 dicembre 2017 finisce in manette Bruno Cortinovis, residente a Nembro, ispettore dell'Ats: l'accusa è di concussione, perché avrebbe indotto la titolare di un bar di Albino a pagargli una tangente per ammorbidire dei controlli. La titolare del locale si è però rivolta alla polizia stradale di Bergamo, che ha poi «pizzicato» lo scambio di denaro tra i due. L'uomo – che nell'interrogatorio di garanzia ha negato ogni addebito – è stato sospeso dal servizio. | Albino, Nembro | Giuliana Ubbiali, Soldi dalla titolare di un bar Arrestato ispettore dell'Ats, Corriere della Sera - Bergamo, 7 dicembre 2017; Chiede 300 euro per controlli «soft» al bar: arrestato, L'Eco di Bergamo, 7 dicembre 2017; «Pressioni dell'ispettore Ats in altri locali», Corriere della Sera - Bergamo, 10 dicembre 2017; L'ispettore arrestato: «Mi ha infilato la busta in tasca», L'Eco di Bergamo, 10 dicembre 2017 |
2017 | Bergamo, quadruplicati i sequestri preventivi | Il «giro d'affari» è quadruplicato, ma ancora non basta. Lo racconta Walter Mapelli, procuratore di Bergamo, a proposito del lavoro quotidiano di Piazza Dante sul fronte dei sequestri preventivi, in un'intervista pubblicata da L'Eco di Bergamo l'8 dicembre 2017: erano stati 5 i milioni sequestrati nel 2016, sono diventati 20 quasi dodici mesi dopo. «Si tratta soprattutto di sequestri per equivalente: 18 dei 20 milioni sequestrati sono frutto di provvedimenti che riguardano reati fiscali» o legati al riciclaggio per reati fiscali. «20 milioni è una cifra più ragionevole, ma siamo comunque lontani dalla potenzialità dell'ufficio». | Provincia di Bergamo | Il «giro d'affari» è quadruplicato, ma ancora non basta. Lo racconta Walter Mapelli, procuratore di Bergamo, a proposito del lavoro quotidiano di Piazza Dante sul fronte dei sequestri preventivi, in un'intervista pubblicata da L'Eco di Bergamo l'8 dicembre 2017: erano stati 5 i milioni sequestrati nel 2016, sono diventati 20 quasi dodici mesi dopo. «Si tratta soprattutto di sequestri per equivalente: 18 dei 20 milioni sequestrati sono frutto di provvedimenti che riguardano reati fiscali» o legati al riciclaggio per reati fiscali. «20 milioni è una cifra più ragionevole, ma siamo comunque lontani dalla potenzialità dell'ufficio». |
2017 | Riti voodoo per la prostituzione nigeriana: due «maman» fermate | Vessazioni psicologiche fortissime, i ricatti, la violenza, la strada. Il racket della prostituzione nigeriana ha ormai preso consistenza anche in Bergamasca, l'ultima conferma arriva nel dicembre 2017 con una serie di arresti. un'inchiesta della squadra mobile di Catania porta prima all'arresto di Evelyn Osazuwa, nigeriana residente a Bonate Sopra, che per l'accusa avrebbe costretto una giovane connazionale a intraprendere il viaggio – in condizioni terrificanti – dalla madrepatria sino Italia, dove poi sarebbe stata costretta a prostituirsi così da ripagare i 40mila euro di «prestito» che Osazuwa avrebbe finanziato alla giovane per giungere nel nostro Paese, anche dietro le pressioni dei riti voodoo. La giovane prostituta ha però trovato il coraggio di denunciare la propria aguzzina; per gli inquirenti, Osazuwa sarebbe al centro di una «rete» molto attiva in Bergamasca. Nei giorni immediatamente successivi, la Direzione distrettuale antimafia di Catania sottoporrà a fermo anche Jessica Usanan, 30enne nigeriana sempre residente in Bergamasca, che grazie all'ausilio di connazionali e di trafficanti attivi sul territorio libico sarebbe riuscita a controllare tutte le fasi della tratta delle schiave sessuali, dal reclutamento al trasferimento in Italia, dove poi le vittime venivano costrette a prostituirsi. | Bonate Sopra | Giuliana Ubbiali, Riti voodoo e traversate sui barconi In cella la «madame» delle nigeriane, Corriere della Sera - Bergamo, 13 dicembre 2017; Riti voodoo per farla prostituire In carcere «maman» nigeriana, L'Eco di Bergamo, 13 dicembre 2017; Arrestate a Roma e Bergamo due donne: hanno schiavizzato e fatto prostituire le migranti sbarcate in Italia, RagusaOggi.it, 24 dicembre 2017; Minacce voodoo Resta in carcere, L'Eco di Bergamo, 27 dicembre 2017 |
2017 | Torre Pallavicina, oltre mezzo quintale di droga | 64 chili di hashish e mezzo chilo di cocaina. È il bilancio di un blitz scattato il 14 dicembre 2017 grazie al lavoro dei carabinieri di Orzinuovi, che hanno seguito per alcuni chilometri alcuni uomini sospetti, e dei carabinieri di Romano di Lombardia anch'essi intervenuti: in un residence di Torre Pallavicina, i militari hanno infatti trovato 64 chili di hashish e mezzo chilo di coca, oltre a 52mila euro in contanti. Al dettaglio, la droga avrebbe fruttato circa 300mila euro. In carcere è finito un 37enne marocchino residente a Torre Pallavicina; obbligo di firma per un connazionale 31enne. | Torre Pallavicina | In casa 64 chili di hashish in una culla: due arresti, L'Eco di Bergamo, 19 dicembre 2017 |
2017 | Ponte San Pietro, i cinque chili di coca e la «montagna» di banconote | Due francesi e un albanese finiscono in manette il 18 dicembre 2017 al termine di un'operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo: i militari li hanno colti in flagranza a Ponte San Pietro mentre stavano «armeggiando» cinque chili di cocaina e 180mila euro in contanti. | Ponte San Pietro | Pietro Tosca, Giuliana Ubbiali, Doppio fondo dell'auto per nascondere cocaina Vale mezzo milione, Corriere della Sera - Bergamo, 19 dicembre 2017 |
2017 | Albino, quei due roghi dolosi | Le fiamme sorgono la prima volta nella serata del 28 ottobre 2017, poi di nuovo il 22 dicembre 2017. Teatro del rogo: la piattaforma ecologica comunale di Albino, in via Partigiani. «Si tratta sicuramente di un incendio doloso. Pensiamo a una possibile ripicca», dichiara il sindaco Fabio Terzi. | Albino | Franco Irranca, Rogo doloso alla discarica Fumo in valle, L'Eco di Bergamo, 30 ottobre 2017; Franco Irranca, Piattaforma ecologica Nuovo rogo sospetto, L'Eco di Bergamo, 24 dicembre 2017; Gisella Laterza, Rogo alla piazzola «Doloso per ripicca Ora le telecamere», Corriere della Sera - Bergamo, 24 dicembre 2017 |
2017 | Carobbio degli Angeli, un incendio sospetto | Forse di origine dolosa. È il sospetto che si cela dietro l'incendio scoppiato nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 2017 a Carobbio degli Angeli: tre automobili e un piccolo furgone sono andati in fumo nel piazzale di una palazzina. | Carobbio degli Angeli | Monica Armeli, Rogo nel piazzale di una palazzina Tre auto distrutte, L'Eco di Bergamo, 29 dicembre 2017 |
2017 | Padova, donna di Caravaggio sorpresa con 3 chili di coca | Tre chili di cocaina. Il 27 dicembre 2017, la Guardia di finanza ferma un'auto all'uscita autostradale di Terme Euganee, nei pressi di Padova: la conducente è una 50enne originaria di Caravaggio da tempo residente in Belgio, nel veicolo vengono scoperti 3,4 chili di cocaina proveniente dai Paesi Bassi. Per gli inquirenti, la droga era destinata alle feste di Capodanno di Padova. | Caravaggio | In auto col figlio e 3 kg di coca: presa, L'Eco di Bergamo, 30 dicembre 2017; In auto il figlio e un carico di cocaina, Corriere della Sera - Bergamo, 30 dicembre 2017 |
2017 | Gorlago, la villetta incendiata e le famiglie della «faida» | Ancora l'ombra delle faide. Nella serata del 30 dicembre 2017, al Busneto di Gorlago finisce in fiamme una villetta disabitata di proprietà degli Horvat, una delle fazioni di un conflitto che nella zona si trascina da tempo: l'innesco potrebbe essere stato doloso. | Gorlago | Monica Armeli, Villetta incendiata al Busneto. A Gorlago l'ombra delle faide, L'Eco di Bergamo, 5 gennaio 2018 |
2017 | Beni confiscati nella bergamasca | Al 31 dicembre 2017 in totale sono 128 i beni confiscati in provincia di Bergamo alle mafie e alla criminalità organizzata. Si tratta di 8 società e 120 immobili, 29 dei quali sono già stati assegnati a comuni, enti o associazioni per il riutilizzo sociale. Il quadro riassuntivo si può vedere nelle tre tabelle seguenti. | Provincia di Bergamo | Dati ricavati dal portale web dell'ANBSC (Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata): www.benisequestraticonfiscati.it |
2016 | Foresto Sparso, rogo sospetto in ex banca | Fiamme nella tarda serata del Capodanno. Succede il 1° gennaio 2016 a Foresto Sparso, nell'ex sede di una filiale bancaria attualmente vuota: all'interno dei locali, sarebbero state ritrovate tracce di materiale infiammabile, mentre una finestra risultava aperta. Si sospetta la natura dolosa del rogo. | Foresto Sparso | Luca Cuni, Fiamme a Capodanno in un'ex filiale bancaria. Forse un rogo doloso, L'Eco di Bergamo, 3 gennaio 2016 |
2016 | Treviglio, immobili verso la confisca | Quei beni erano nell'orbita di Rocco e Domenico Cristodaro, ritenuti dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano i commercialisti del clan dei Mangano, e da gennaio 2016 sono prossimi alla confisca. Si tratta di quattro appartamenti e di due box a Treviglio, in via Pontirolo, formalmente intestati – questa era la tesi dell'accusa – a prestanome dei due professionisti. | Treviglio | Armando Di Landro, «Case della ‘ndrangheta». Nella Bassa scatta la confisca, Corriere della Sera - Bergamo, 12 gennaio 2016; Andrea Gianni, Casa e conti confiscati dall'Antimafia, L'Eco di Bergamo, 12 gennaio 2016 |
2016 | «Abusivismo finanziario» e storie di ‘ndrangheta | Perquisizioni in tutta Italia e anche in Svizzera, una quindicina di arresti, un nome che ritorna. Il 19 gennaio 2016, la Guardia di Finanza di Milano chiude l'operazione «El Cartero», volta a sgominare una presunta associazione a delinquere finalizzata all'abusivismo finanziario. Cuore dell'inchiesta: presunte false fideiussioni per circa un miliardo di euro tra 2013 e 2015. Le misure cautelari colpiscono anche due indagati con residenza in provincia di Bergamo: uno di questi è Vincenzo Cotroneo, nato a Treviglio, già condannato in primo grado a otto anni per 416-bis nel processo «Seveso», operazione contro una vera e propria banca messa in piedi dalla ‘ndrangheta in Brianza. In questa nuova inchiesta, risulta anche il cugino – anch'egli nato a Treviglio, e residente a Caravaggio – di Cotroneo | Treviglio, Caravaggio | Vittorio Attanà, False fideiussioni per un miliardo di euro. Nella Bassa il finanziatore: 15 arresti, L'Eco di Bergamo, 20 gennaio 2016; Armando Di Landro, «Maxi fideiussioni abusive». In cella L'uomo della ‘ndrangheta, Corriere della Sera - Bergamo, 20 gennaio 2016 |
2016 | Bergamasco ucciso in Spagna, la pista della droga | È il 25 gennaio 2016 e tre uomini – così racconterà la testimone – dall'accento napoletano fanno irruzione in un appartamento a Orihuela Costa, dalle parti di Alicante, in Spagna, rovistano nell'appartamento, infine uccidono una persona. È Claudio Lanfranchi, 49enne originario di Ardesio, latitante con precedenti per droga, secondo gli inquirenti aveva avuto contratti con trafficanti a livello internazionale. Per la Guardia civil spagnola, l'omicidio sarebbe maturato nell'ambito di un regolamento di conti. Al «blitz» sopravvive la compagna di Lanfranchi, unica testimone della spietata esecuzione. | Ardesio | Fabio Conti; Bergamasco in Spagna ucciso da 3 incappucciati, L'Eco di Bergamo, 27 gennaio 2016; Fabio Paravisi, «Dov'è nascosta la cocaina?». Partita di droga dietro il delitto, Corriere della Sera - Bergamo, 28 gennaio 2016; Katiuscia Manenti, Giuseppe Arrighetti, Delitto di Alicante, Lanfranchi è morto soffocato: nessuna coltellata era letale, L'Eco di Bergamo, 28 gennaio 2016; Maddalena Berbenni, Quel latitante della valle ammazzato in Spagna da sicari in cerca di droga, Corriere della Sera - Bergamo |
2016 | Estorsioni e droga, qualche numero | 463 chili di droga sequestrati, ottantanove casi di estorsione. Sono alcuni dei numeri riferiti alla Bergamasca nel periodo tra 1° luglio 2014 e 30 giugno 2015 in base a una statistica elaborata dai Carabinieri. Il dato è stato presentato il 30 gennaio 2016 a Brescia nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Sul fronte della criminalità organizzata nella Bergamasca permane «il rischio, data la ricchezza della provincia, del riciclaggio di denaro e del reimpiego dei capitali di provenienza illecita». | Provincia di Bergamo | Vittorio Attanà, Mille furti in meno ma resta l'allarme: ogni giorno sono 74, L'Eco di Bergamo, 31 giugno 2016; Giuliana Ubbiali, Poco personale, l'ex procuratore attacca: «Al ministero incapacità totale di operare», Corriere della Sera - Bergamo, 31 gennaio 2016. |
2016 | Borgo Palazzo, tentata estorsione: in manette una donna | «Se vuoi che non ti accada nulla devi consegnare 500 euro al mese», aveva «spiegato» al titolare di un bar di Borgo Palazzo, a Bergamo. Il 12 febbraio 2016 finisce in manette una donna romana, l'accusa è di estorsione. La donna è la moglie dell'ex titolare dell'attività commerciale, peraltro finito in manette nel marzo del 2014 per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. I carabinieri hanno arrestato la donna mentre riceveva dal gestore del bar la busta contenente la somma di denaro. | Bergamo | Fabio Paravisi, L'ex titolare tenta estorsione al nuovo gestore del «suo» locale, Corriere della Sera - Bergamo, 13 febbraio 2016; Katiuscia Manenti, Estorsione al gestore del bar. Arrestata la moglie dell'ex titolare, L'Eco di Bergamo, 13 febbraio 2016 |
2016 | Sanità lombarda ancora nella bufera: due bergamaschi tra gli indagati | Il 16 febbraio 2016, la sanità lombarda torna nuovamente nella bufera: scatta l'operazione «Smile» coordinata dalla procura di Monza, con accuse di corruzione per politici e imprenditori, e soprattutto l'arresto di Fabio Rizzi, presidente della commissione regionale Sanità, «padre» della nuova riforma sanitaria. Tra la ventina di arrestati c'è anche un imprenditore bergamasco, di Ponte San Pietro, membro del cda di un'azienda con sede ad Almenno San Bartolomeo attiva nella produzione di protesi dentarie; un altro uomo bergamasco, nato a Calcinate e residente in città, commercialista di fiducia di Maria Paola Canegrati, la donna ritenuta al vertice dell'«organizzazione», finisce invece ai domiciliari. Entrambi i bergamaschi sono indagati per associazione a delinquere. | Ponte San Pietro, Almenno San Bartolomeo, Calcinate | Tribunale di Monza, Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza su richiesta del P. M. di applicazione di misura cautelare e decreto di sequestro preventivo nei confronti di Alessandrì Giorgio + 22, giudice Emanuela Corbetta; Armando Di Landro, Le scatole cinesi di Lady Smile. Un impero da 50 milioni di euro, Corriere della Sera - Bergamo, 13 marzo 2016 |
2016 | La locale di Mariano Comense e la droga «bergamasca» | Droga, usura, estorsioni, con la locale di ‘ndrangheta di Mariano Comense sullo sfondo. Il 18 febbraio 2016 scatta l'operazione «Crociata», portata avanti dalla Dda di Milano, con 28 arresti. Tra le pagine dell'ordinanza si ricostruisce anche la cessione di quattro chili di droga a due bergamaschi residenti in provincia: la «merce» sarebbe stata prima consegnata ai due, che successivamente avrebbero voluto restituirla perché «venduta a un prezzo ritenuto eccessivo e comunque diverso da quello ordinariamente praticato ai due, a conferma di come il rapporto di fornitura sia duraturo e pregresso». Proprio nell'ambito di questa indagine, il 16 settembre 2014 veniva arrestato uno dei due bergamaschi, fermato in autostrada da una pattuglia della polizia che lo stava pedinando: era partito dal casello di Bergamo, e all'interno della vettura vengono appunto rinvenuti i quattro chili di droga. | Bergamo | Tribunale ordinario di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di Autolitano Domenico + 30, giudice Andrea Ghinetti, 5 febbraio 2016, pp. 155-58 |
2016 | La relazione della Direzione nazionale antimafia | Fiamme nella tarda serata del Capodanno. Succede il 1° gennaio 2016 a Foresto Sparso, nell'ex sede di una filiale bancaria attualmente vuota: all'interno dei locali, sarebbero state ritrovate tracce di materiale infiammabile, mentre una finestra risultava aperta. Si sospetta la natura dolosa del rogo. | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2014 - 30 giugno 2015, presentata a febbraio 2016, pp. 522-31 |
2016 | Le mafie a Bergamo, parla la Guardia di Finanza | Le parole di Vincenzo Tomei, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, sono un monito a tutta la provincia: «Non c'è allarmismo, ma il fenomeno non lo dobbiamo sottovalutare: del resto dove c'è un'economia sostanzialmente sana, come a Bergamo, si insidia anche la criminalità organizzata», dichiara il 16 marzo 2016, passando in rassegna l'attività dell'ultimo anno. Le mafie agiscono nei settori «tradizionali: la movimentazione terra per la ‘ndrangheta e la ristorazione per la camorra». I sequestri della GdF contro la criminalità organizzata a Bergamo ammontano, per il 2015, a oltre due milioni di euro. | Provincia di Bergamo | Fabio Conti, Il crimine organizzato tra edilizia e locali. In un anno sequestrati 2,1 milioni di euro, L'Eco di Bergamo, 17 marzo 2016; Maddalena Berbenni, Piaga evasori (anche seriali): «Li trattiamo come i mafiosi», Corriere della Sera - Bergamo, 17 marzo 2016 |
2016 | Sei chili di coca in casa, arriva la sentenza | A ottobre del 2014 i carabinieri avevano trovato sei chili di cocaina pura al 94 per cento e oltre 200mila euro in contanti, il 31 marzo 2016 arriva la sentenza di primo grado: Mohamed Ammerti, marocchino residente a Romano di Lombardia, per questa vicenda è stato condannato a cinque anni in rito abbreviato. Nella stessa vicenda erano coinvolti due «corrieri della droga» residenti tra Francia e Olanda, già condannati con patteggiamento a pene tra i quattro e i cinque anni di reclusione. | Romano di Lombardia | Tiziano Tista, Spaccio di cocaina. Condannato a 5 anni, L'Eco di Bergamo, 1 aprile 2016 |
2016 | Romano di Lombardia, scacco al clan della droga | Quindici arresti, cento chili di eroina sequestrati. un'ordinanza di custodia cautelare da mille pagine, un'organizzazione criminale che comunicava attraverso un difficile codice cifrato. Sono i dati dell'operazione antidroga, condotta dai carabinieri di Bergamo, che il 6 aprile 2016 porta allo smantellamento di un gruppo dedito al traffico di stupefacenti, composto prevalentemente da albanesi e marocchini, con «sede» a Romano di Lombardia. Proprio nella cittadina della Bassa, i carabinieri hanno scoperto una «raffineria» di droga, a cui si aggiungono altri due laboratori usati dall'organizzazione a Padova e in Puglia. Secondo gli inquirenti, al vertice del gruppo ci sarebbe Mohamed Ammerti, già coinvolto in inchieste sul traffico di droga. | Romano di Lombardia | Fabio Conti, Traffico di droga, svelato il codice enigma. Sequestrati 100 chili di eroina e 15 arresti, L'Eco di Bergamo, 7 aprile 2016; Fabio Conti, Da pony express a piccolo chimico: «Ho imparato nei film»; Fabio Paravisi, La banda del piccolo chimico con la droga alla tachipirina, Corriere della Sera – Bergamo, 7 aprile 2016 |
2016 | Romano di Lombardia, maxi-sequestro di coca | Ventisei chili di cocaina dall'elevata purezza e tre importanti trafficanti di droga albanesi finiti in manette. È il risultato di un blitz parallelo condotto, sempre il 6 aprile 2016, a Romano di Lombardia dalla Guardia di Finanza di Brescia: ventitré chilogrammi di stupefacente erano occultati nel doppiofondo in un'Audi, altri tre chili e mezzo sono stati recuperati – insieme a una pistola e a un caricatore – nell'abitazione di uno degli arrestati. La droga, probabilmente arrivata dal Belgio, sul mercato avrebbe fruttato due milioni e mezzo di euro. | Romano di Lombardia | Katiuscia Manenti, Nel doppiofondo dell'auto 23 chili di coca: tre arresti, L'Eco di Bergamo, 14 aprile 2016; Fabio Paravisi, Doppiofondo senza chiavi inglesi. Arrestati tre trafficanti milionari, Corriere della Sera – Bergamo, 14 aprile 2016 |
2016 | Albano, il cadavere incaprettato del gestore della sala slot | Prima lo hanno immobilizzato e sequestrato, poi lo hanno ucciso con una barbara esecuzione, con due colpi di pistola. Il 22 aprile 2016, nei boschi attorno ad Albano Sant'Alessandro, viene ritrovato il cadavere di Zinjun Hu, 23 anni, gestore - per conto del cugino, che vive a Bolzano, e di una socia residente a Padova - della sala slot «Las Vegas» di Albano: è incaprettato, le mani e i piedi legati insieme dietro la schiena, e del nastro adesivo a coprirne la bocca. Secondo chi indaga, dietro al delitto si nasconderebbe un intreccio di interessi economici; la modalità dell'esecuzione, invece, fa ipotizzare un «segnale» mandato dalla criminalità organizzata, cinese o «nostrana» . | Albano Sant'Alessandro | Ventisei chili di cocaina dall'elevata purezza e tre importanti trafficanti di droga albanesi finiti in manette. È il risultato di un blitz parallelo condotto, sempre il 6 aprile 2016, a Romano di Lombardia dalla Guardia di Finanza di Brescia: ventitré chilogrammi di stupefacente erano occultati nel doppiofondo in un'Audi, altri tre chili e mezzo sono stati recuperati – insieme a una pistola e a un caricatore – nell'abitazione di uno degli arrestati. La droga, probabilmente arrivata dal Belgio, sul mercato avrebbe fruttato due milioni e mezzo di euro. |
2016 | Verdellino, arresti per droga e richiami di camorra | C'è anche una famiglia campana residente a Verdellino tra gli arrestati nell'operazione antidroga della Squadra mobile di Milano scattata il 27 aprile 2016, volta a sgominare un «canale» di cocaina proveniente dall'Olanda, gestito principalmente dalla malavita albanese, con ramificazione su tutta la Lombardia. Il capofamiglia arrestato in Bergamasca, Angelo Giuseppe Auricchio, originario di Terzigno (Napoli) e già condannato per 416-bis perché ritenuto legato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, secondo gli inquirenti avrebbe un ruolo di rilievo all'interno dell'organizzazione; nella stessa vicenda, finiscono in manette anche la figlia e il convivente, oltre alla compagna di Auricchio e al figlio di lei. | Verdellino | Luca Testoni, Droga albanese via Olanda. A Verdellino uno dei boss, L'Eco di Bergamo, 28 aprile 2016; Fabio Paravisi, Coca nascosta nei tir dall'Olanda a Zingonia. Famiglia arrestata, Corriere della Sera – Bergamo, 28 aprile 2016; Droga, tornano gli albanesi un fiume di coca a Milano, la Repubblica, 28 aprile 2016 |
2016 | Verdello, sequestrati 23 kg di hashish | Quasi ventitré chili di hashish, destinati a rifornire la piazza di Zingonia. Il 12 maggio 2016, i carabinieri del nucleo operativo di Treviglio trovano un'importante partita di droga nell'appartamento di un cittadino marocchino residente a Verdello: lo stupefacente finisce sotto sequestro. | Verdello, Zingonia | Fabio Conti, Sotto il pavimento in cucina c'è la droga: sequestrati 23 kg, L'Eco di Bergamo, 14 maggio 2016 |
2016 | Seriate, recuperati 24 kg di cocaina purissima | Una rotta sempre florida. La via della droga tra Spagna e Bergamasca si conferma cruciale il 18 maggio 2016, quando un controllo casuale dei carabinieri a Seriate porta a un sequestro complessivo di ventiquattro chili di cocaina, occultati tra l'automobile, l'appartamento e il box. In manette finisce un cittadino marocchino, secondo gli inquirenti avrebbe importato la droga dalla Spagna, per poi immetterla sul mercato bergamasco. La sostanza, purissima, avrebbe fruttato ricavi milionari. | Seriate | Fabio Conti, Coca dalla Spagna, sequestrati 24 chili, L'Eco di Bergamo, 21 maggio 2016 |
2016 | Ex trafficante scompare, in casa oltre un milione in contanti | È uscito di casa, è passato dal bar, poi si sono perse le sue tracce. Il 26 maggio 2016, nel pomeriggio, scompare misteriosamente Fabrizio Garatti, impiegato di Pisogne ma originario di Costa Volpino, comune bergamasco a cui è particolarmente legato. Le indagini partono scavando nel suo passato: nel 2009 era stato fermato - e successivamente condannato in primo grado e appello, in attesa della Cassazione - nell'ambito di un'importante operazione antidroga con proiezioni internazionali ed epicentro tra alto Sebino e Val Camonica. Nei giorni successivi alla scomparsa, sotto il pavimento del pollaio del padre viene trovato dagli inquirenti circa un milione e trecentomila di euro in contanti, diviso in mazzette con banconote da cinquecento euro, mentre altri 200mila euro vengono recuperati nelle casseforti dell'appartamento di Garatti a Gratacasolo, frazione di Pisogne. E da una di queste casseforti spunta anche un quaderno in cui, a mano, sono scritti diversi nomi affiancati da alcune cifre: non si esclude la pista dell'usura. | Costa Volpino | Armando Di Landro, Esce dal bar e scompare. Il giallo dell'ex trafficante, Corriere della Sera - Bergamo, 31 maggio 2016; Impiegato scompare. Trovata l'auto col telefonino, L'Eco di Bergamo, 31 maggio 2016; Maddalena Berbenni, Scomparso, un milione nel pollaio, Corriere della Sera - Bergamo, 10 giugno 2016; Maddalena Berbenni, Quei forzieri a casa dello scomparso, Corriere della Sera - Bergamo, 11 giugno 2016; Scomparso, spunta il tesoro nascosto, L'Eco di Bergamo, 11 giugno 2016; Maddalena Berbenni, Nomi e cifre, nella cassaforte gli appunti segreti del «Biscio», Corriere della Sera - Bergamo, 12 giugno 2016; Impiegato sparito, si infittisce il giallo. A casa quaderno con cifre: ipotesi usura, L'Eco di Bergamo, 13 giugno 2016 |
2016 | Usura, sei anni a ingegnere | Condannato – con rito abbreviato – a sei anni e quattro mesi per usura ed evasione fiscale. È la sentenza emessa l'1 giugno 2016 dal tribunale di Bergamo nei confronti di Adriano Maggi, ingegnere gestionale milanese, accusato di aver messo in piedi un pesante giro di usura. Una delle vittime, un imprenditore bergamasco, trovò il coraggio di denunciare, dando il via alle indagini della Guardia di Finanza. Il giudice ha disposto anche il sequestro della quota di proprietà dell'ingegnere dell'abitazione in cui L'uomo vive, oltre al sequestro di un altro immobile e a delle somme depositate su alcuni conti correnti. | Bergamo | Vittorio Attanà, Usura ed evasione fiscale. Sei anni a ingegnere, L'Eco di Bergamo, 2 giugno 2016; Giuliana Ubbiali, Evasione e usura, 6 anni a ingegnere. Ai domiciliari nella casa sequestrata, Corriere della Sera – Bergamo, 2 giugno 2016 |
2016 | «Esattori» calabresi, arriva la condanna | Quattro anni. È la condanna per Raffaele Menniti, 39enne originario di Catanzaro ma domiciliato in Bergamasca, a Lallio, inflitta con rito abbreviato dal Gup di Brescia l'8 giugno 2016: L'uomo era stato arrestato nel 2015 nell'ambito di un'inchiesta contro un gruppo di estorsori di origini calabresi. Secondo l'accusa, Menniti era il «picchiatore» della «banda»; l'accusa aveva chiesto undici anni di reclusione. Nel complesso, il processo ha portato a quattro condanne e un'assoluzione: tra i reati contestati al gruppo, usura, estorsione aggravata, lesioni e incendio. | Lallio | Wilma Petenzi, Riscossione di crediti con minacce. Condannati, Corriere della Sera - Brescia, 9 giugno 2016; «Se non pagate vi facciamo le scarpe di cemento». Per l'estorsore chiesti 11 anni, Corriere della Sera - Bergamo, 1 marzo 2016 |
2016 | Paladina, incendiata auto di avvocato | Un'automobile in fiamme e il sospetto fondato che si tratti di un incendio doloso. Succede l'8 giugno 2016 a Paladina, quando prende fuoco l'Audi di un avvocato residente in paese. Testimoni raccontano di un uomo in fuga negli attimi in cui iniziava il rogo della vettura; accanto al veicolo, anche una mazza da baseball. | Paladina | Bruno Silini, Paladina, rogo doloso per l'auto di un avvocato, L'Eco di Bergamo, 9 giugno 2016 |
2016 | Vittima di estorsione milionaria, un decennio dopo arrestato per truffa | Quasi una decina d'anni prima fu coinvolto, come vittima, in un'estorsione milionaria, portata avanti da uomini legati alla ‘ndrangheta. Il 23 giugno 2016, invece, L'uomo, un imprenditore bergamasco, residente tra Mozzo e la Svizzera e titolare di un'impresa metallurgica con sede a Pontirolo, finisce agli arresti domiciliari nell'ambito di un'operazione della procura di Terni: secondo l'accusa, sarebbe a capo di un'associazione a delinquere dedita a truffe milionarie attraverso il commercio di acciaio di scarsa qualità. Nella stessa inchiesta vengono arrestati anche due bergamaschi, collaboratori dell'imprenditore, residenti tra Calusco e Boltiere; altre due persone bergamasche sono indagate a piede libero. Per gli inquirenti, la «compravendita truffaldina» dell'acciaio scadente sarebbe avvenuta anche attraverso episodi corruttivi. | Mozzo, Calusco d'Adda, Boltiere | Fabio Conti, Acciaio e mazzette, truffa milionaria, L'Eco di Bergamo, 24 giugno 2016; Armando Di Landro, Truffa sull'acciaio, in arresto il patron della Metal Group, Corriere della Sera - Bergamo, 24 giugno 2016; Armando Di Landro, Il patron dell'acciaio in Bulgaria. Torna a Mozzo per i domiciliari, Corriere della Sera - Bergamo, 25 giugno 2016; Katiuscia Manenti, Acciaio e mazzette, i tre bergamaschi non parlano, L'Eco di Bergamo, 30 giugno 2016 |
2016 | Foppolo: il rogo doloso, gli indagati per l'appalto, l'«omertà» | Più inneschi, come opera di professionisti, fuggiti poi in moto, forse persone del posto, e fiamme alte, potenti, che devastano quasi tutto ciò che incontrano. La notte tra il 7 e l'8 luglio 2016, un incendio doloso distrugge l'impianto di risalita della Quarta Baita e parte di quello del Montebello, a Foppolo, entrambe gestite da «Brembo Super Ski», società dei comuni di Foppolo, Carona e Valleve in forte crisi finanziaria, con debiti per quattordici milioni di euro. Sul posto vengono trovati fiammiferi, mozziconi di sigaretta, bottiglie con liquido infiammabile, tracce di pneumatici, persino una bombola del gas, che avrebbe amplificato la distruzione; i danni sono quantificabili in oltre un milione di euro. In autunno, le indagini, oltre che per il rogo doloso, puntano sulla turbativa d'asta in merito ai lavori d'urgenza per una cabinovia (gara d'appalto da 5 milioni di euro): il sospetto, tra chi indaga, è che le fiamme siano state appiccate per velocizzarne l'installazione. Si scava negli assetti societari della ditta che ha vinto il bando (la «Graffer», società Bresciana), peraltro unica partecipante, perché unica azienda con un progetto già pronto nonostante le tempistiche ristrette. A fine 2016, gli indagati sono quattro: il titolare della «Graffer», un avvocato legato all'imprenditore, un'impiegata del comune di Foppolo e Giuseppe Berera, sindaco di Foppolo. Uno degli inquirenti si sofferma sulla scarsa collaborazione della popolazione, parla di «omertà»: «In cinque mesi di indagine non c'è stata una sola persona che si sia offerta di aiutarci, che si sia fatta avanti. Nessuno. E chi è stato convocato spesso ha risposto a fatica. Regna un clima di omertà che non avrei mai immaginato di trovare a certe latitudini», racconta al Corriere della Sera. | Foppolo, Carona, Valleve | Giovanni Ghisalberti, Vittorio Attantà, Rogo doloso nella notte. Distrutte a Foppolo le stazioni delle seggiovie, L'Eco di Bergamo, 9 luglio 2016; Giovanni Ghisalberti, Oltre un milione di danni. Impianti fermi in estate. Stagione sciistica a rischio, L'Eco di Bergamo, 9 luglio 2016; Fabio Paravisi, Piromani in moto. Rogo distrugge gli impianti da sci, Corriere della Sera - Bergamo, 9 luglio 2016; Armando Di Landro, In azione piromani della zona e forse una talpa. Ma è buio sul mandante, Corriere della Sera - Bergamo, 10 luglio 2016; Fabio Paravisi, Volevano distruggere tutto, Corriere della Sera - Bergamo, 10 luglio 2016; Bruno Silini, Impianti bruciati: «È qualcuno che conosce il posto», L'Eco di Bergamo, 11 luglio 2016; Bombola di gas vicina ai motori, ma l'innesco non ha funzionato, L'Eco di Bergamo, 11 luglio 2016; Stefano Serpellini, Appalto della cabinovia. Carabinieri in Comune, L'Eco di Bergamo, 10 novembre 2016; Maddalena Berbenni, Il sospetto: gara d'appalto aggiustata, Corriere della Sera - Bergamo, 10 novembre 2016; Nuova cabinovia. Due indagati per l'appalto, L'Eco di Bergamo, 2 dicembre 2016; Maddalena Berbenni, Foppolo, nel mirino della procura l'ex discesista con base a Lugano, Corriere della Sera - Bergamo, 2 dicembre 2016; Maddalena Berbenni, Foppolo, 4 indagati. C'è anche il sindaco. E la valle inizia a parlare, Corriere della Sera - Bergamo, 22 dicembre 2016; Alessandra Loche, Appalto lampo. Indagato il sindaco di Foppolo, L'Eco di Bergamo, 22 dicembre 2016; Maddalena Berbenni, Foppolo, i misteri, Corriere della Sera - Bergamo, 4 dicembre 2016 |
2016 | Da Reggio Calabria a Bergamo: bingo e appalti in odore di ‘ndrangheta | Nelle 1.800 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare e nelle storie della quarantina di persone arrestate il 19 luglio 2016, ci sono anche importanti intrecci bergamaschi. Li svela l'operazione «Alchemia», portata avanti dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, e tra i cui indagati vi è anche un senatore, Antonio Caridi, esponente di Gal. In terra orobica, l'inchiesta ricostruisce il tentativo (andato poi a vuoto) da parte di uomini vicini alla ‘ndrangheta, attorno al 2010, di mettere le mani sulle sale bingo di Dalmine e Stezzano. Poi, il capitolo degli appalti: nell'operazione finisce in manette un imprenditore romano con residenza a Sorisole, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l'accusa, insieme a un altro socio, sarebbe «sceso a patti con la ‘ndrangheta, consentendo ad aziende riconducibili alle cosche di insinuarsi negli appalti pubblici aggiudicati da Poste e Ferrovie dello Stato attraverso il meccanismo del subappalto». Sequestrate anche alcune società con sede in centro Bergamo. | Stezzano, Dalmine, Bergamo, Sorisole | Tribunale di Reggio Calabria, Sezione dei giudici per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare e sequestro preventivo nei confronti di Raso Giuseppe + 73, giudice Barbara Bennato, 14 luglio 2016, p. 301, pp. 1721-22, pp. 1847-48; Luca Bonzanni, Azzardo e appalti. La ‘ndrangheta si allarga a Bergamo, L'Eco di Bergamo, 7 agosto 2016 |
2016 | «Fiscalmente pericoloso»: maxi sequestro per il commercialista | Giovanni Ghisalberti, Vittorio Attantà, Rogo doloso nella notte. Distrutte a Foppolo le stazioni delle seggiovie, L'Eco di Bergamo, 9 luglio 2016; Giovanni Ghisalberti, Oltre un milione di danni. Impianti fermi in estate. Stagione sciistica a rischio, L'Eco di Bergamo, 9 luglio 2016; Fabio Paravisi, Piromani in moto. Rogo distrugge gli impianti da sci, Corriere della Sera - Bergamo, 9 luglio 2016; Armando Di Landro, In azione piromani della zona e forse una talpa. Ma è buio sul mandante, Corriere della Sera - Bergamo, 10 luglio 2016; Fabio Paravisi, Volevano distruggere tutto, Corriere della Sera - Bergamo, 10 luglio 2016; Bruno Silini, Impianti bruciati: «È qualcuno che conosce il posto», L'Eco di Bergamo, 11 luglio 2016; Bombola di gas vicina ai motori, ma l'innesco non ha funzionato, L'Eco di Bergamo, 11 luglio 2016; Stefano Serpellini, Appalto della cabinovia. Carabinieri in Comune, L'Eco di Bergamo, 10 novembre 2016; Maddalena Berbenni, Il sospetto: gara d'appalto aggiustata, Corriere della Sera - Bergamo, 10 novembre 2016; Nuova cabinovia. Due indagati per l'appalto, L'Eco di Bergamo, 2 dicembre 2016; Maddalena Berbenni, Foppolo, nel mirino della procura l'ex discesista con base a Lugano, Corriere della Sera - Bergamo, 2 dicembre 2016; Maddalena Berbenni, Foppolo, 4 indagati. C'è anche il sindago. E la valle inizia a parlare, Corriere della Sera - Bergamo, 22 dicembre 2016; Alessandra Loche, Appalto lampo. Indagato il sindaco di Foppolo, L'Eco di Bergamo, 22 dicembre 2016; Maddalena Berbenni, Foppolo, i misteri, Corriere della Sera - Bergamo, 4 dicembre 2016 | Misano Gera d'Adda, Bergamo | Giuliana Ubbiali, Sigilli dopo la maxi frode. Spunta quadro da collezione, Corriere della Sera - Bergamo, 10 agosto 2016; Fabio Conti, Reddito di 60 mila euro ma beni e ville di lusso. Scatta maxi sequestro, L'Eco di Bergamo, 21 settembre 2016; Stefano Serpellini, 20 condanne e 17 milioni persi, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2015 |
2016 | Treviglio, rogo doloso devasta appartamento | Il 20 agosto 2016, a Treviglio, in piazza Vallicella, le fiamme si sprigionano in un appartamento. Il fuoco si origina da un cestino della spazzatura sul terrazzo, poi divampa all'interno dell'abitazione, dove sono presenti altri inneschi, in tutto quattro. L'origine del rogo è dolosa, l'inquilino è un cittadino di nazionalità egiziana. | Treviglio | Brucia l'abitazione di un egiziano in centro: c'è il dolo, L'Eco di Bergamo, 21 agosto 2016; Fabrizio Boschi, L'incendio appiccato in quattro punti diversi: «Ma io non ho nemici», L'Eco di Bergamo, 22 agosto 2016 |
2016 | Castelli Calepio, incendio devasta magazzino edile: cause da verificare | Un botto spaventoso, poi le fiamme alte. Nella notte tra il 14 e il 15 settembre 2015, a Castelli Calepio, un incendio devasta il magazzino di un'azienda edile con sede a Credaro. I danni sono ingenti, la dinamica è da verificare. | Castelli Calepio, Credaro | Monica Armeli, Un'esplosione e poi l'incendio. Devastato un magazzino di edilizia, L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2016 |
2016 | Zingonia, due anni d'indagine e mezza tonnellata di droga | un'organizzazione quasi capillare per il controllo della «piazza», ma soprattutto tanta droga. Il 15 settembre 2016 scatta a Zingonia il blitz che corona un'indagine partita dal 2014: vengono arrestate tredici persone, si fa luce su traffici con rotta Marocco-Spagna-Francia-Italia. Complessivamente, nel corso delle indagini è stata recuperata mezza tonnellata di droga. | Zingonia | Vittorio Attanà, Blitz a Zingonia, 13 arresti. Mezza tonnellata di droga, L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2016; Vittorio Attanà, «Il boss coordinava traffici mentre giocava a videopoker», L'Eco di Bergamo, 16 settembre 2016; Giuliana Ubbiali, Blitz contro i capi del narcotraffico, Corriere della Sera - Bergamo, 16 settembre 2016 |
2016 | Da imprenditore a corriere della droga | Per anni, prima della crisi, è stato un imprenditore edile. Il 23 settembre 2016, invece, viene arrestato dalla squadra mobile di Milano: è il destino di un 64enne originario di Gorlago, fermato con undici chili di cocaina pura nascosti sulla sua automobile. Secondo gli inquirenti, avrebbe trasportato la droga dall'Olanda all'Italia. | Gorlago | Fabio Paravisi, Nel vano segreto 11 chili di cocaina. Ex imprenditore finisce in manette, Corriere della Sera - Bergamo, 28 settembre 2016; Fabio Conti, Da imprenditore a corriere della coca, L'Eco di Bergamo, 28 settembre 2016 |
2016 | Gli imprenditori bergamaschi e la ‘ndrangheta, indagini tra Milano e Reggio | Due operazioni distinte, ma con diversi collegamenti, rimettono di nuovo al centro il tema del rapporto tra imprenditoria e criminalità organizzata, anche in Bergamasca. Il 3 ottobre 2016, ci sono anche due bergamaschi, entrambi imprenditori edili, tra le persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta «Underground» condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano: si tratta di un 62enne di Bolgare e di un 59enne di Telgate, più altri due indagati a piede libero (un 52enne di Trescore e un 31enne di Entratico), tutti chiamati a rispondere per associazione a delinquere volta a «commettere una serie indeterminata di reati quali corruzione di privati e pubblici ufficiali per l'acquisizione, in modo diretto e indiretto, della gestione e del controllo di determinate attività economiche attraverso l'aggiudicazione di subappalti di opere pubbliche, reati di natura fiscale, truffe, bancarotte, riciclaggio». Sotto la lente d'ingrandimento finiscono i lavori per alcune importanti opere, tra cui il terminal ferroviario dell'aeroporto di Malpensa. Oltre agli imprenditori lombardi, la Dda punta il dito su alcuni imprenditori calabresi, alcuni «aventi contiguità a un contesto criminale di ‘ndrangheta». I calabresi entrano nelle società bergamasche. Iniziano minacce e intimidazioni, anche pesanti. Contemporaneamente, a Reggio Calabria s'avvia al dunque l'operazione «Rent», con Bergamo al centro, e con storie di aziende orobiche infiltrate dalla ‘ndrangheta, di minacce pesanti, di droga: su trentadue indagati, undici sono bergamaschi. Per il 62enne imprenditore di Bolgare è scattato anche il sequestro di beni per dieci milioni di euro: si tratta della «Locanda Armonia», ristorante di pregio a Trescore Balneario, dal valore di tre milioni, più un capannone a Telgate, un'abitazione a Chiuduno, automobili, gioielli e conti correnti. | Bolgare, Telgate, Trescore Balneario, Entratico, Chiuduno | Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale a carico di Piccoli Salvatore + 13, giudice Alessandra Simion; Banda delle tangenti sui subappalti, Corriere della Sera - Bergamo, 4 ottobre 2016; Luca Testoni, Monica Armeli, ‘Ndrangheta e mazzette per le ferrovie: «Imprenditore di Bolgare il dominus», L'Eco di Bergamo, 4 ottobre 2016; Armando Di Landro, Le amanti e il papà del calabrese nell'azienda orobica infiltrata, Corriere della Sera - Bergamo, 5 ottobre 2016; Armando Di Landro, «Così si sono presi la nostra ditta», Corriere della Sera - Bergamo, 5 ottobre 2016; Luca Testoni, «Sistema tangenti gestito a Bergamo», L'Eco di Bergamo, 5 ottobre 2016; Amanti, rottweiler e avvertimenti sulle tombe: così agiva la «cricca», L'Eco di Bergamo, 5 ottobre 2016; Armando Di Landro, A disposizione della ‘ndrangheta, Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2016; Armando Di Landro, I lavori alla Casa del Sole e le minacce negli uffici, Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2016; Luca Testoni, «Posti in azienda a uomini vicini alle cosche», L'Eco di Bergamo, 26 ottobre 2016; Armando Di Landro, L'uomo della ‘ndrangheta e la prostituta pagata al giudice di una gara canina, Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2016; Armando Di Landro, «Vien fuori l'anima calabrese», Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2016; Armando Di Landro, Il traffico di cocaina gestito nella villa, Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2016; Armando Di Landro, «Se vado alle nozze mi danno il 41 bis», Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2016; Luca Testoni, Cosche a Bergamo. Il nipote del boss e l'assegno sospetto, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2016; Armando Di Landro, Via 10 milioni all'imprenditore Zanga. Sequestrato ristorante per ricevimento, Corriere della Sera - Bergamo, 22 ottobre 2016; Luca Testoni, Subappalti Malpensa. La Finanza sequestra beni per 10 milioni, L'Eco di Bergamo, 22 ottobre 2016 |
2016 | Fiera di Milano, il commissariamento e quei «meeting» a Bergamo | L'11 ottobre 2016, la sezione misure di Prevenzione del tribunale di Milano dispone il commissariamento di un «pezzo» della Fiera di Milano; alla base, un'inchiesta che a luglio aveva portato a undici arresti, anche con accuse di associazione a delinquere, con l'aggravante di favorire Cosa nostra. Tra le carte della procura di Milano, spuntano anche «meeting» in Bergamasca tra gli indagati: nel novembre 2015, due «faccendieri» del gruppo si incontrano più volte in città, tra il casello autostradale e il vicino centro commerciale, parlando di «affari» e scambiandosi degli assegni. | Bergamo | Luca Bonzanni, Caso Fiera di Milano. L'indagine passò da via Autostrada, L'Eco di Bergamo, 13 ottobre 2016; Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di Giardino Massimiliano + 10, giudice Maria Cristina Mannocci, pp. 106-08 |
2016 | Traffico internazionale di droga, bergamasco in manette | Secondo l'accusa era il braccio destro del capo, e per lui avrebbe tenuto i contatti con i narcotrafficanti colombiani, anche per far arrivare della cocaina a una famiglia di ‘ndrangheta. Il 13 ottobre 2016 c'è anche un bergamasco, nato in città nel 1957, tra gli arrestati della Guardia di finanza di Roma che ha sgominato una banda dedita al traffico internazionale di droga. Il bergamasco si trovava già in carcere, in Francia, dove il 20 settembre era stato arrestato perché in possesso di cinque chili di marijuana. | Bergamo | Narcotraffico. Sgominata la banda: 13 arrestati, L'Eco di Bergamo, 14 ottobre 2016 |
2016 | La camorra e il traffico di medicinali: perquisizione a Olmo al Brembo | Da Secondigliano al resto d'Italia, fino a Olmo al Brembo. Il 18 ottobre 2016 scatta un'operazione dei carabinieri di Ferrara che porta all'arresto di sedici persone, con l'accusa di associazione a delinquere con l'aggravante di aver agevolato il clan camorristico napoletano dei Licciardi: alla base dell'inchiesta ci sarebbe un traffico di medicinali rubati, con «colpi» nelle farmacie ospedaliere di diverse regioni italiane, con «bottini» anche nell'ordine di 250mila euro alla volta, e poi rimessi illecitamente sul mercato. Vengono perquisite diverse farmacie: una di queste si trova a Olmo al Brembo. | Olmo al Brembo | Maddalena Berbenni, Il «clan» che rubava medicinali. Caccia ai farmacisti ricettatori, Corriere della Sera - Bergamo, 19 ottobre 2016; Traffico di farmaci. Perquisizioni nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo, 19 ottobre 2016 |
2016 | Il tragico volo da Orio e L'uomo della camorra | L'8 febbraio 1989, un Boeing 707 della Indipendent Air, partito dall'aeroporto di Orio al Serio, impatta contro una collina sulle isole Azzorre: l'incidente è devastante, muoiono tutti i 137 i passeggeri, più i sette membri dell'equipaggio. Nell'ottobre del 2016, spunta un retroscena su quella tragedia: su quel volo ci sarebbe stato un importante uomo della camorra. Lo svela un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare contro Francesco «Sandokan» Schiavone, capo dei Casalesi, e altre sei persone accusate dell'omicidio di Antonio Diana, vigile urbano ucciso nel Casertano nel 1989. Il volo era diretto a Santo Domingo, località dove forse si era rifugiato il boss campano Antonio Bardellino: secondo gli inquirenti, la misteriosa persona imbarcata sull'aereo avrebbe dovuto consegnare a Bardellino un documento messo a disposizione dal vigile urbano poi freddato dal clan. | Orio al Serio | L'uomo del boss sul volo precipitato nelle Azzorre, L'Eco di Bergamo, 19 ottobre 2016 |
2016 | Rogo doloso contro locale aperto da poche settimane | Era aperto da pochissime settimane, e ignoti lo hanno fatto saltare in aria. Nella notte tra il 19 e il 20 ottobre, un incendio di matrice dolosa provoca seri danni al «Cubo Cafè», locale appena trasferitosi da Seriate a Bergamo, in via Oprandi, nel «Centro Galassia». Sul retro del locale, resta una striscia di benzina, ormai nera per la combustione; le telecamere installate nella zona avrebbero ripreso due persone fuggire con un automobile di marca Audi. | Seriate, Bergamo | Fabio Paravisi, Rogo doloso danneggia locale. Era aperto da due settimane, Corriere della Sera - Bergamo, 21 ottobre 2016; Laura Arrighetti, Incendiato il Cubo Cafè. Tracce di benzina e filmati due sospetti, L'Eco di Bergamo, 21 ottobre 2016; Laura Arrighetti, Fiamme al Cubo Cafè, celle telefoniche e video sotto la lente degli inquirenti, L'Eco di Bergamo, 22 ottobre 2016 |
2016 | Le estorsioni della ‘ndrangheta: «Non avevo più soldi per dare da mangiare ai figli» | Il 28 gennaio 2015, oltre centocinquanta arresti. Ad aprile dell'anno dopo, le prime condanne con rito abbreviato. A ottobre 2016, col deposito delle motivazioni, il processo per l'operazione «Aemilia» - importante inchiesta sul radicamento della ‘ndrangheta nel Centro Italia - porta alla luce anche una serie di gravi vicende bergamasche. La sentenza ricostruisce un'attività estorsiva portata avanti da Antonio Gualtieri, importante uomo della mafia calabrese nella zona di Reggio Emilia, condannato a 12 anni per estorsione e 416-bis, contro due imprenditori bergamaschi. Uno di questi, titolare di un'impresa metallurgica di Lallio, si trova in difficoltà nel recuperare un credito maturato con un altro imprenditore bergamasco, con azienda con sede a Brembate Sopra: Gualtieri si inserisce nell'affare, avvia l'attività estorsiva, ben presto assume la gestione dell'azienda di Lallio, e costringe il titolare a versare in totale 130mila euro. Entrambi i bergamaschi subiscono gravi minacce: in un caso si arriva al probabile pedinamento del figlio. L'altro bergamasco, in aula, durante il processo, afferma: «Per un periodo non ho avuto i soldi per dare da mangiare ai miei figli», perché i soldi li doveva dare al boss. Entrambe le aziende bergamasche poi falliranno. Nella sentenza, inoltre, si fa riferimento anche a un «affare» non andato in porto: un tentativo di riciclaggio in Svizzera di denaro proveniente dalla ‘ndrangheta. Gli «intermediari» sarebbero dovuti essere due imprenditori bergamaschi. | Lallio, Brembate di Sopra | Tribunale di Bologna, Gip, Sentenza nel procedimento a carico di Amato Domenico + 70, sent. n. 797/2016, giudice Francesca Zavaglia, 22 aprile 2016, pp. 454-74 e pp. 783- 96; Luca Bonzanni, L'ombra della ‘ndrangheta in Bergamasca: «Così si è impossessata della mia azienda», L'Eco di Bergamo, 21 ottobre 2016; Luca Bonzanni, «Io, taglieggiato, senza soldi per dare da mangiare ai figli», L'Eco di Bergamo, 22 ottobre 2016 |
2016 | Lunardi jr, l'azienda bergamasca, l'accusa di corruzione per le grandi opere | l'accusa è di corruzione, l'indagato è Giuseppe Lunardi, figlio di Pietro Lunardi, già ministro delle Infrastrutture. La vicenda emerge nell'ambito dell'operazione «Amalgama», che il 26 ottobre 2016 porta a trenta arresti in tutta Italia, con accuse di corruzione, tentata estorsione e associazione a delinquere nell'ambito di alcuni appalti per grandi opere. Giuseppe Lunardi risulta amministratore della «Tre Esse Engineering», società con sede a Torre Boldone: secondo l'accusa, avrebbe promesso a Giampiero De Michelis, direttore dei lavori per la tratta dell'alta velocità ferroviaria Milano-Genova, alcune utilità consistite in commesse in favore di società riconducibili allo stesso De Michelis e a Domenico Gallo, imprenditore calabrese, entrambi indagati per associazione a delinquere. Tra le carte dell'inchiesta, accenni alla criminalità organizzata. Intercettato in una conversazione con un altro uomo, De Michelis racconta delle «attività» passate di un collaboratore del cantiere sulla Salerno-Reggio Calabria, già arrestato dalla Dda reggina nel 2012 per 416-bis: quest'ultimo aveva accompagnato alcuni boss della ‘ndrangheta dai vertici di Anas, e agli stessi boss forniva il proprio telefono per delle chiamate riservate. | Torre Boldone | Tribunale ordinario di Roma, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di misura cautelare nei confronti di De Michelis Giampiero + 28, giudice Gaspare Sturzo, 10 ottobre 2016, pp. 208-12 e 374 |
2016 | «Corruzione e smaltimento illecito di rifiuti», imprenditore ai domiciliari | Accusato di associazione a delinquere finalizzata allo smaltimento di rifiuti tossici, in un'inchiesta che vede una decina di persone indagate per concorso esterno in associazione mafiosa. Il 28 ottobre 2016 finisce ai domiciliari un imprenditore calabrese residente da anni a Villa d'Adda e titolare di un'azienda di Medolago attiva nel trattamento di rifiuti. La vicenda verte sulla bonifica dell'ex miniera di Pasquasia, a Enna: L'uomo è tra i vincitori dell'appalto, ma i lavori non partono. Nel 2014 scatta il sequestro del cantiere, l'azienda di Medolago riceve un'interdittiva antimafia, il titolare è accusato di associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti, la società entra in crisi. Per chi indaga, L'uomo avrebbe pagato una tangente da 120mila euro al responsabile dell'appalto: la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ipotizza rapporti più che decennali con imprenditori e soggetti mafiosi siciliani. | Villa d'Adda | Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale a carico di Piccoli Salvatore + 13, giudice Alessandra Simion; Banda delle tangenti sui subappalti, Corriere della Sera - Bergamo, 4 ottobre 2016; Luca Testoni, Monica Armeli, ‘Ndrangheta e mazzette per le ferrovie: «Imprenditore di Bolgare il dominus», L'Eco di Bergamo, 4 ottobre 2016; Armando Di Landro, Le amanti e il papà del calabrese nell'azienda orobica infiltrata, Corriere della Sera - Bergamo, 5 ottobre 2016; Armando Di Landro, «Così si sono presi la nostra ditta», Corriere della Sera - Bergamo, 5 ottobre 2016; Luca Testoni, «Sistema tangenti gestito a Bergamo», L'Eco di Bergamo, 5 ottobre 2016; Amanti, rottweiler e avvertimenti sulle tombe: così agiva la «cricca», L'Eco di Bergamo, 5 ottobre 2016; Armando Di Landro, A disposizione della ‘ndrangheta, Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2016; Armando Di Landro, I lavori alla Casa del Sole e le minacce negli uffici, Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2016; Luca Testoni, «Posti in azienda a uomini vicini alle cosche», L'Eco di Bergamo, 26 ottobre 2016; Armando Di Landro, L'uomo della ‘ndrangheta e la prostituta pagata al giudice di una gara canina, Corriere della Sera - Bergamo, 26 ottobre 2016; Armando Di Landro, «Vien fuori l'anima calabrese», Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2016; Armando Di Landro, Il traffico di cocaina gestito nella villa, Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2016; Armando Di Landro, «Se vado alle nozze mi danno il 41 bis», Corriere della Sera - Bergamo, 27 ottobre 2016; Luca Testoni, Cosche a Bergamo. Il nipote del boss e l'assegno sospetto, L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2016; Armando Di Landro, Via 10 milioni all'imprenditore Zanga. Sequestrato ristorante per ricevimento, Corriere della Sera - Bergamo, 22 ottobre 2016; Luca Testoni, Subappalti Malpensa. La Finanza sequestra beni per 10 milioni, L'Eco di Bergamo, 22 ottobre 2016 |
2016 | Grassobbio, scoppia incendio: cause da verificare | Cause non chiare, dinamica da verificare. Il 31 ottobre 2016 scoppia un incendio nel capannone di un'azienda di Grassobbio attiva nel recupero o nello smaltimento di rifiuti. Già in passato gli stessi impianti erano stati interessati da incendi sospetti o dolosi: il 7 maggio 2013, con un rogo originatosi da punti diversi; il 16 luglio dello stesso anno, per cause «misteriose». | Grassobbio | Scoppia un incendio alla Policarta. Domato in tre ore dai vigili del fuoco, L'Eco di Bergamo, 1 novembre 2016 |
2016 | Cantù, maxi-sequestro di droga: era destinata anche a Bergamo | Il 7 novembre 2016, la Guardia di Finanza di Lecco porta a termine a Cantù un'importante operazione antidroga: vengono sequestrati 325 chili di hashish, e in manette finiscono due trafficanti albanesi. Secondo gli investigatori, la droga era destinata in gran parte al mercato bergamasco. | Cantù | Lecco, sequestrati 325 chili di droga diretta in Bergamasca, BergamoNews.it, 7 novembre 2016 |
2016 | Traffico di droga con base a Monasterolo: arrivano le condanne | Una famiglia condannata per traffico di droga. Il 7 novembre 2016 arriva la sentenza nel processo contro i Rosa di Monasterolo del Castello: otto anni per il padre, dieci anni per il figlio maggiore, quattro per quello minore, e condanne anche per altri imputati. Tra le contestazioni, quattro chili di cocaina ceduti dai Rosa a un agente infiltrato dalla procura, che nel processo testimoniò col volto mascherato e la voce alterata, protetto da un paravento, come nella scena di un film. Cade, invece, l'accusa sul tentativo di importazione di 115 chili di «polvere bianca» dall'Argentina. Nel corso di altre inchieste, gli investigatori avevano ricostruito la vicinanza tra la famiglia e il clan siciliano Badalamenti. | Monasterolo del Castello | Armando Di Landro, Condannato il clan Rosa. Padre, amante e figli nel mercato della cocaina, Corriere della Sera - Bergamo, 8 novembre 2016; Cocaina, condanne per 22 anni alla famiglia Rosa di Monasterolo, L'Eco di Bergamo, 8 novembre 2016 |
2016 | Ciserano, evasione fiscale e false fatture: scattano i sequestri | L'accusa è quella di aver evaso il fisco attraverso fatture false per mezzo milione di euro. È per questo che nel novembre 2016 scatta il sequestro per un villino, un appartamento e un ufficio situati a Ciserano, riconducibili a un imprenditore con azienda avente sede nello stesso comune. | Ciserano | Pietro Tosca, Sigilli alla villa e ai conti di un imprenditore, Corriere della Sera - Bergamo, 9 novembre 2016; Katiuscia Manenti, Fatture false per mezzo milione. Sigilli a villino e appartamento, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2016 |
2016 | Cerete, capannone o discarica di rifiuti speciali? | Per la Forestale, il capannone di quell'azienda era diventato una vera e propria discarica di rifiuti speciali e pericolosi. Su queste basi, l'8 novembre 2016 vengono denunciati due imprenditori bresciani, la cui società ha unità produttiva a Cerete. | Cerete | Francesco Ricci, Rifiuti pericolosi nel capannone. Due denunciati, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2016 |
2016 | I cugini calabresi della Bassa e il metodo mafioso | Per quattro anni hanno gestito un locale in zona centralissima a Treviglio, il paese in cui sono cresciuti. Da qualche tempo, invece, sono iniziati i guai con la giustizia. Guai in odore di ‘ndrangheta. Nel dicembre 2016, per due cugini calabresi residenti nella Bassa sono arrivate nuove accuse: uno dei due avrebbe minacciato di morte un imprenditore nella cui azienda agricola l'altro cugino avrebbe investito duecentomila euro, per un impianto a biomasse. Minacce, schiaffi, botte: la Direzione distrettuale antimafia di Milano avanza l'accusa di estorsione, ma anche di riciclaggio in relazione a un'altra vicenda (legata a Pino Pensabene, boss di ‘ndrangheta), il tutto aggravato dal metodo mafioso allo scopo di avvantaggiare la criminalità organizzata. Entrambi i cugini erano già stati indagati (uno dei due finì anche in carcere, l'altro ai domiciliari) nell'operazione «Seveso», che nel 2014 fece luce su una vera e propria «banca parallela» messa in piedi dalla ‘ndrangheta. | Treviglio | Armando Di Landro, «Quei giovani imprenditori usavano metodi mafiosi», Corriere della Sera - Bergamo, 4 dicembre 2016 |
2016 | Moro, un boss di ‘ndrangheta in via Fani: le rivelazioni del pentito a Bergamo | Quasi quarant'anni dopo, una nuova verità è nero su bianco. Nel dicembre 2016, la Commissione d'inchiesta parlamentare sul sequestro di Aldo Moro pubblica una relazione sul lavoro degli ultimi mesi, con importanti novità. Viene ora accertata la presenza di Antonio Nirta, detto «Due nasi», importante boss della ‘ndrangheta, in via Fani il 16 marzo 1978, durante l'attentato che porta al rapimento del presidente della Dc. Negli ultimi mesi, la Commissione ha ricostruito la vicenda anche grazie al recupero di alcune foto, ma il primo spunto circa questa pista è legato a Bergamo: all'origine ci sono le confessioni di Saverio Morabito, elemento di spicco dei clan calabresi in Lombardia poi diventato collaboratore di giustizia durante la sua permanenza nel carcere di Bergamo, in seguito al suo arresto per le vicende della raffineria di eroina di Rota Imagna, di cui era «referente». | Bergamo, Rota Imagna | Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, XVII Legislatura, Relazione sull'attività svolta, relatore Giuseppe Fioroni, approvata dalla Commissione nella seduta del 20 dicembre 2016, pp. 369- 75; Luca Bonzanni, Dagli interrogatori in via Gleno le nuove verità sul caso Moro, L'Eco di Bergamo, 17 luglio 2016 |
2016 | Madone, 180 chili di droga in casa | Un controllo casuale a un posto di blocco, l'atteggiamento nervoso, il rinvenimento di mezzo chilo di hashish; la sorpresa più grossa, i carabinieri di Brembate, l'hanno però avuta quando si sono recati a Madone, nell'abitazione del cittadino marocchino fermato: lì, il 5 dicembre 2016, i militari recuperano circa 180 chili della stessa droga. | Madone | Fabio Conti, Sequestro record di hashish: 180 chili. Addosso 5 etti, il resto a casa: arrestato. |
2016 | Intimidazioni e tentata estorsione, condannato il «mandante» | Colpi di pistola, una molotov, messaggi minatori. È ciò che subisce, tra ottobre 2010 e aprile 2011, il titolare della discoteca «Bolgia» di Osio Sopra. Il 13 dicembre 2016 arriva la condanna a quattro anni e sei mesi per il presunto autore della tentata estorsione, un bergamasco, commerciante d'auto di Credaro: alla base vi sarebbe un presunto credito nell'acquisto di una Porsche. Le intimidazioni sarebbero state materialmente messe in atto da un ucraino, tutt'ora latitante. | Osio Sopra | Armando Di Landro, Minacce al Bolgia, condannato il mandante, Corriere della Sera - Bergamo, 14 dicembre 2016; Simone Pesce, Spari, bombe molotov e minacce: 4 anni al presunto mandante, L'Eco di Bergamo, 14 dicembre 2016 |
2016 | Azzardo online in orbita ‘ndrangheta, chiesta condanna per informatico bergamasco | Il 22 luglio 2015, l'operazione «Gambling» della procura di Reggio Calabria aveva sferrato un duro colpo agli interessi della ‘ndrangheta nel gioco d'azzardo: una quarantina di arresti e sequestri per oltre un miliardo di euro. Gli interessi dei clan erano giunti sino in Bergamasca, con l'arresto di un 46enne bergamasco residente a Costa di Mezzate, già titolare di alcune società orbitanti nel settore del gioco online e gestore di sale scommesse, definito persona dalle «spiccatissime competenze informatiche che ne aggravano la pericolosità sociale qualificata»; il 14 dicembre 2016, nel processo con rito abbreviato, arriva la richiesta di condanna: il pm Stefano Musolino, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia reggina, chiede per il bergamasco cinque anni di carcere. | Costa di Mezzate | “Gambling”: chiesti 2 secoli di carcere per l'organizzazione di scommesse illecite, Il Dispaccio.it, 14 dicembre 2016; Scommesse, processo “Gambling”: la Procura di Reggio Calabria chiede tre anni di reclusione per superpentito Mario Gennaro, Agipro, 14 dicembre 2016; Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Gip-Gup, Ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di Gennaro Mario + 127, giudice Caterina Catalano, 13 luglio 2015, p. 797 |
2016 | Boltiere, blitz in appartamento: stupefacenti per 100mila euro | Otto chili di droga, tra hashish, marijuana e cocaina, che sul mercato avrebbero fruttato circa 100mila euro. È il «rinvenimento» dei carabinieri di Zingonia e di Osio Sotto il 19 dicembre 2016 in un appartamento di Boltiere: in manette finiscono quattro nordafricani. | Boltiere | Nascosti in casa 8 chili di droga. Quattro in manette a Boltiere, L'Eco di Bergamo, 21 dicembre 2016 |
2016 | Riciclaggio da Bergamo e Brescia sino a Singapore: indagata famiglia di Calcio | Vincenzo Ciarambino, questore di Brescia, usa parole allarmanti: «Dietro questi soldi c'è un'ombra pesante, quella della ‘ndrangheta e delle sue famiglie». Il 20 dicembre 2016 si chiude l'operazione «Pecunia olet», indagine coordinata dalla procura di Bergamo col supporto della Guardia di Finanza e della squadra mobile della questura di Brescia: ci sono sei persone indagate, quattro appartenenti a una famiglia originaria di Calcio, e dieci milioni di euro sequestrati. La somma, secondo l'accusa, sarebbe legata a un vasto giro di riciclaggio che dalla Lombardia, dai cantieri edili bresciani, arriva sino a San Marino, alla Svizzera e a Singapore. L'inchiesta è nata come «costola» di un'indagine su uomini legati alla cosca di ‘ndrangheta dei Facchineri di Cittanova (Reggio Calabria), attivi anche nel Bresciano. | Calcio | Armando Di Landro, Svizzera-Singapore e ritorno. Il viaggio dei soldi da ripulire, Corriere della Sera - Bergamo, 21 dicembre 2016; Armando Di Landro, «C'è l'ombra pesante della ‘ndrangheta», Corriere della Sera - Bergamo, 21 dicembre 2016; Simone Pesce, Tra Singapore e Svizzera scoperto tesoro «riciclato», L'Eco di Bergamo, 21 dicembre 2016 |
2016 | Zingonia, omicidio per lo spaccio: la richiesta delle condanne | Un omicidio maturato nell'ambito della droga, per il controllo di una piazza dello spaccio, a Zingonia, l'11 novembre 2015: morì Mohamed El Khouman, 36 anni, ucciso a colpi di machete, mentre il fratello rimase gravemente ferito. Il 21 dicembre 2016, la pm Carmen Pugliese formula la richiesta di condanna per quattro persone, tre fratelli marocchini e un altro giovane connazionale: vent'anni a testa per l'omicidio e il tentato omicidio, più altri sei per droga. | Zingonia | Alessandra Loche, Ucciso col machete. Chiesti 20 anni per i 4 imputati, L'Eco di Bergamo, 22 dicembre 2016; Ucciso col machete. Il pm chiede 26 anni, Corriere della Sera - Bergamo, 22 dicembre 2016 |
2016 | I numeri della droga in Bergamasca | 911 chilogrammi. È la quantità di droga sequestrata dalle forze dell'ordine in provincia di Bergamo nel 2016, un dato in linea con quanto rintracciato nell'anno precedente. Nel dettaglio, si tratta di 756 chili di hashish, 81 di marijuana e 69 di cocaina. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Dieci anni di guerra ai narcotrafficanti. Scovate 9 tonnellate, L'Eco di Bergamo, 22 gennaio 2017 |
2016 | I numeri del riciclaggio in Bergamasca | Sono 1.895 le «segnalazioni di operazioni sospette» raccolte nel 2016 per la Bergamasca dall'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, l'ufficio antiriciclaggio di Palazzo Koch; rispetto al 2015, l'aumento è del 37%. | Provincia di Bergamo | Banca d'Italia, Unità di informazione finanziaria, Quaderni dell'antiriciclaggio dell'Unità di Informazione Finanziaria. Dati statistici, II semestre 2016, marzo 2017, p. 24; Luca Bonzanni, Riciclaggio di denaro. È allarme: 1.895 casi, L'Eco di Bergamo, 2 aprile 2017 |
2015 | Reinvestire in attività legali | C'è anche il 50% delle quote della “Sei Servizi editoriali” di via Statuto a Bergamo tra i beni sequestrati (per un ammontare complessivo di 8 milioni di euro) il 7 gennaio 2015 dalla Guardia di finanza di Catania al boss “Nuccio” Mazzei, figlio dello storico capomafia Santo, detto “U carcagnusu”, collegato con Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca. Dalle indagini delle Fiamme gialle è emersa la gestione diretta, da parte di Mazzei degli affari della famiglia mafiosa, in particolare finalizzata al «reinvestimento dei proventi derivanti dalle attività illecite (e non soltanto estorsioni, ma anche bancarotte aggravate dal metodo mafioso) nel circuito legale, attraverso l'acquisto di attività economiche, tutte fittiziamente intestate a prestanome». | Bergamo | Fabio Conti, In via Statuto una società del latitante vicino a Brusca, L'Eco di Bergamo, 8 gennaio 2015; Fabio Conti, Mafia in città, nuovi sequestri. In cella il boss vicino a Brusca, L'Eco di Bergamo, 21 maggio 2015 |
2015 | Imprenditori usurati ed usurai | Il 16 gennaio 2015 finiscono agli arresti due imprenditori: il toscano Sergio Vaglini e Angelo Martinelli di Costa Volpino. Secondo gli inquirenti si tratta dei mandanti dell'estorsione ai danni dell'imprenditore edile della provincia di Brescia, che avevano inviato i due “esattori” (Antonino Scopelliti, pregiudicato calabrese contiguo agli ambienti della ‘ndrangheta, e Biagio Proietto, palermitano) arrestati nell'aprile del 2014 nell'area di servizio di Grumello del Monte. Vaglini e Martinelli sono stati vittime di usura e poi sono diventati a loro volta usurai. In una intercettazione telefonica Martinelli chiede all'imprenditore bresciano: «Ma cosa dobbiamo fare per riavere il denaro? Tirare fuori la rivoltella?». Agli arrestati vengono contestati anche altri episodi: un'usura con tasso del 100% a due imprenditori di Rovato (a cui Martinelli e Vaglini avevano prestato 100 mila euro), una tentata truffa ad un allevatore della Bassa bergamasca e una tentata estorsione a un consulente finanziario di Brescia, che si è trovato nelle mani una busta con un proiettile e un messaggio: «La pace della sua famiglia ha un costo chiamato in euro 500.000. Saluti». | Grumello del Monte, Costa Volpino | Stefano Serpellini, Stop al sistema della paura, L'Eco di Bergamo, 17 gennaio 2015; Stefano Serpellini, «Ma il mondo di Scopelliti fa comodo a qualcuno», L'Eco di Bergamo, 17 gennaio 2015; Stefano Serpellini, «Nino», baffoni e auto di lusso. Con le vittime faceva l'amicone, L'Eco di Bergamo, 17 gennaio 2015; Maddalena Berbenni, «Agivano come mafiosi». Otto arresti, Corriere della sera – edizione Bergamo, 17 gennaio 2015; Elisa Riva, «Mena duro, gli sono arrivati i baiocchi». Le minacce dell'usuraio all'impresario, L'Eco di Bergamo, 18 gennaio 2015; Estorsioni agli imprenditori. A processo Scopelliti e altri nove, L'Eco di Bergamo, 17 marzo 2015; Maddalena Berbenni, Estorsioni e usura. Nino Scopelliti condannato a 7 anni e mezzo, Corriere della sera – edizione Bergamo, 20 maggio 2015; Tiziano Tista, Inchiesta «Blackmail», 22 anni in cinque per usura ed estorsioni a imprenditori, L'Eco di Bergamo, 20 maggio 2015; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, 1° semestre 2015, p. 51 |
2015 | La ‘ndrangheta in Emilia e un'azienda di Lallio | Il 28 gennaio 2015 l'Emilia si sveglia con 117 arresti: viene fatta luce sul radicamento, in particolare della cosca dei Grande Aracri originaria di Cutro. Nella vasta mole di carte dell'inchiesta c'è un passaggio che riguarda anche Bergamo. La commercialista Roberta Tattini, indagata per concorso esterno in associazione mafiosa (successivamente condannata in primo grado a otto anni e otto mesi di carcere) e ritenuta la “consulente” del boss Nicolino Grande Aracri, si sarebbe impegnata insieme ad Antoni Gualtieri, altro personaggio molto vicino a Grande Aracri, nel “reperire” società da inserire in joint venture in un progetto per l'energia eolica a Cutro: tra queste aziende vi sarebbe la “Metalma srl” di Lallio, poi coinvolta in attività estorsiva. | Lallio | Tribunale ordinario di Bologna, Sezione dei giudici per le indagini preliminari e l'udienza preliminare, Decreto di sequestro preventivo nel procedimento nei confronti di Abbruzzese Palmina + 118, Rgnr-Dda n. 20604/10, Rggip n. 17375/11, giudice Alberto Ziroldi, 26 gennaio 2015, p. 31; Processo Aemilia, condannata la consulente del boss Roberta Tattini, Il Giorno – edizione Bologna (online), 22 aprile 2016 |
2015 | Arrestato un estorsore di Lallio | C'è anche il 50% delle quote della “Sei Servizi editoriali” di via Statuto a Bergamo tra i beni sequestrati (per un ammontare complessivo di 8 milioni di euro) il 7 gennaio 2015 dalla Guardia di finanza di Catania al boss “Nuccio” Mazzei, figlio dello storico capomafia Santo, detto “U carcagnusu”, collegato con Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca. Dalle indagini delle Fiamme gialle è emersa la gestione diretta, da parte di Mazzei degli affari della famiglia mafiosa, in particolare finalizzata al «reinvestimento dei proventi derivanti dalle attività illecite (e non soltanto estorsioni, ma anche bancarotte aggravate dal metodo mafioso) nel circuito legale, attraverso l'acquisto di attività economiche, tutte fittiziamente intestate a prestanome». | Lallio | Armando Di Landro, «Per te scarpe in cemento». Banda di usurai in arresto, Corriere della sera – edizione Bergamo, 5 febbraio 2015; Wilma Petenzi, Botte e minacce per recuperare crediti. In manette cinque usurai estorsori, Corriere della sera – edizione Brescia, 5 febbraio 2015; Estorsioni e usura. Arrestato a Lallio l'esattore della banda, L'Eco di Bergamo, 5 febbraio 2015; «Se non pagate vi facciamo le scarpe di cemento». Per l'estorsore chiesti 11 anni, Corriere della sera – edizione Bergamo, 1 marzo 2016 |
2015 | Una vendetta delle mafie | Domenica 1 marzo 2015 in via Borgo Palazzo a Bergamo si sente un boato e si vede del fumo nero uscire dal salone “Extrò acconciature”. Dalle indagini emerge che il fidanzato di una delle due parrucchiere del negozio è un ex collaboratore di giustizia. L'uomo, ora non più sotto protezione, in passato ha collaborato con la Direzione distrettuale antimafia di Brescia nelle inchieste sul traffico di stupefacenti. | Bergamo | Vanessa Santinelli, Boato e fiamme nel salone: giallo in Borgo Palazzo, L'Eco di Bergamo, 2 marzo 2015; Fabio Conti, Sigilli al negozio esploso. C'è il dolo: ingenti i danni. «Opera di professionisti», L'Eco di Bergamo, 3 marzo 2015; Borgo Palazzo. Sullo scoppio indaga l'Antimafia, L'Eco di Bergamo, 4 marzo 2015; Armando Di Landro, Rogo, la pista della vendetta per i legami con un ex pentito, Corriere della sera – edizione Bergamo, 4 marzo 2015 |
2015 | Da Savona a Caravaggio e alla Lecco-Bergamo | Il 3 marzo 2015, a seguito degli accertamenti promossi dalla Direzione investigativa antimafia di Genova, il Tribunale di Savona emette un decreto di sequestro preventivo (dal valore complessivo di 10 milioni di euro) nei confronti della “Fotia Group”, azienda operante nel settore edile, in quanto i tre fratelli titolari della società sono ritenuti dall'accusa contigui alla ‘ndrangheta, in particolare alla cosca Bruzzanti-Morabito-Palamara, egemone nell'area del mandamento jonico. Una delle aziende del gruppo, la “Scavo Ter srl”, ha un ufficio amministrativo a Caravaggio; un'altra delle aziende del gruppo, la “Pdf srl”, ha invece in subappalto la movimentazione terra nell'ambito della realizzazione del tunnel San Gerolamo, snodo fondamentale per la realizzazione della Lecco-Bergamo. | Caravaggio, Bergamo | Tribunale di Savona, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Decreto di sequestro preventivo nel procedimento penale nei confronti di Fotia Pietro + 4, Rgnr n. 3690/14, Rggip n. 3713/14, giudice Fiorenza Giorgi, 3 marzo 2015, p. 9, 27 e 35; Christian Dozio, C'è l'ombra della ‘ndrangheta su ditta della Lecco-Bergamo, L'Eco di Bergamo, 15 marzo 2015 |
2015 | In Commissione antimafia si parla di Bergamo | L'11 marzo 2015, la Commissione parlamentare antimafia ascolta Tommaso Buonanno, procuratore della Repubblica di Brescia, e il suo racconto fornisce molte informazioni sulla situazione di Bergamo. Così afferma il magistrato: «La realtà del distretto può essere suddivisa, per quanto riguarda la ‘ndrangheta, in due settori: da una parte Bergamo e Brescia, dall'altra Mantova e Cremona. Nelle province di Bergamo e Brescia l'attività più rilevante è posta in essere dalle famiglie Bellocco e Piromalli. [...] Le indagini che sono state svolte anche nel recente passato hanno interessato i soggetti che fanno capo alla famiglia Bellocco, quindi Condello Giovanni, i figli di Bellocco Giuseppe, Bellocco Domenico e Umberto. L'attività che loro hanno privilegiato è stata quella di tipo imprenditoriale e finanziario, connotata anche da metodi violenti, a volte, relativa al controllo di fatto di imprese che operano nel settore dell'edilizia. [...] La famiglia Bellocco in passato si è contraddistinta anche per i rapporti con soggetti di rilievo che operavano a livello di traffico internazionale. Nel distretto di Brescia e in particolare in provincia di Bergamo, le indagini Narcos e Quito hanno visto il coinvolgimento di un noto personaggio che si chiama Pedemonti Giovanni, di un altro personaggio che si chiama Cerea Maurizio e, più di recente, anche di soggetti ormai inseriti in una posizione di grande rilevanza in questo traffico come Longo Carlo, Giorgi Gianfranco e Marzoli Bruno Claudio. Sempre nelle province di Bergamo e Brescia, si è evidenziato come personaggio di rilevanza Romano Giuseppe, anch'egli appartenente alla ‘ndrangheta. [...] Tra le varie famiglie è stata riscontrata anche la presenza della famiglia Mancuso di Limbadi, nei cui confronti è stato emesso dal tribunale di Monza, sezione delle misure di prevenzione, un provvedimento di sequestro su beni che si trovano in provincia di Bergamo. Quindi, questi soggetti abitano nella provincia di Bergamo. Questo gruppo è dedito, anch'esso, al traffico di sostanze stupefacenti, all'usura e alle estorsioni. Secondo indagini anche recenti fatte dal ROS, risultano presenti in vari centri del distretto di Brescia soggetti di sicura appartenenza a ‘ndrine o a cosche. A Flero è stata individuata la residenza di Mazzaferro Giuseppe, a Rudiano quella di Andronaco Giuseppe; le famiglie Condello e Scopelliti gravitano nei comuni a est di Bergamo, tra cui Calcio, Romano di Lombardia, Ranica, Nembro e Capriolo. La famiglia Schettini, che opera nella parte ovest di Bergamo, nei comuni di Suisio, Dalmine e Villa d'Almè, è collegata storicamente alla famiglia di Coco Trovato, che risiede in provincia di Lecco. La famiglia Romeo opera, insieme con i Condello, sempre nei comuni a ovest di Bergamo ed estende la sua attività nelle province di Como e Milano. La famiglia Scopelliti, collegata sia ai Bellocco che a soggetti riconducibili a cosa nostra, fa riferimento alla persona di Scopelliti Antonino, che è un personaggio già emerso nell'ambito del processo ‘Nduja. [...] nell'ambito dell'attività svolta dalla camorra, si segnala la presenza anche del clan camorristico dei Mazzarella. La sezione autonoma delle misure di prevenzione di Milano ha disposto un provvedimento di sequestro nel comune di Caravaggio, nell'ambito di un procedimento di prevenzione instaurato a carico di Andolfi Carmine, che si presenta con un passato da rapinatore e che in tempi più recenti è divenuto imprenditore edile, non scevro dal ricorrere a metodi intimidatori molto convincenti. [...] Nella Bergamasca si stanno svolgendo indagini connesse all'omicidio Larreta e sono oggetto di indagine appartenenti ad altra famiglia mafiosa, quella di Messina Denaro. Lo sfondo nel quale opera questa famiglia è quello del traffico internazionale di stupefacenti, di hashish in particolare, che interessa il territorio di Bergamo». | Suisio, Dalmine, Villa d'Almè, Calcio, Romano di Lombardia, Ranica, Nembro, Capriolo, Caravaggio | Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, XVII Legislatura, Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brescia, Tommaso Buonanno, Resoconto stenografico, 11 marzo 2015 |
2015 | A Grassobbio distrutte le serre | Un incendio scoppia il 15 marzo 2015 a Grassobbio, distruggendo tre serre, al confine con Zanica. Il rogo è divampato in un'azienda agricola: a bruciare i bancali che si trovavano in un magazzino adiacente alle serre, che sono state completamente distrutte dalle fiamme. | Grassobbio | Daniela Picciolo, Rogo a Grassobbio: in cenere 300 metri quadri di serre, L'Eco di Bergamo, 16 marzo 2015 |
2015 | A Fara Olivana brucia il fienile | Il 20 marzo 2015 un incendio ha distrutto mille quintali di fieno in un cascinale di Fara Olivana. Non si esclude la pista del dolo. | Fara Olivana | Fabrizio Boschi, Rogo in cascina, danni per oltre 14 mila euro: «È un gesto doloso», L'Eco di Bergamo, 22 marzo 2015 |
2015 | Camion sospetti nel nuovo ospedale | Il 13 aprile 2015 la procura di Cremona fa arrestate 12 persone con l'accusa di far parte di una organizzazione mafiosa, capeggiata dal calabrese Giovanni Iannone, ritenuto affiliato alla cosca degli Arena. Iannone avrebbe gestito, attraverso prestanome, svariate società attive nel settore del movimento terra. In questo modo l'organizzazione acquisiva alcune società in fallimento con lo scopo di entrare in possesso dei relativi mezzi pesanti, che venivano poi ceduti a ricettatori italiani e stranieri. Tra i presunti ricettatori c'è un bergamasco: Christian Patelli, 39 anni, di Pianico, in carcere a Bergamo. In un'intercettazione, proprio Patelli riferisce al telefono a Iannone di avere dei buoni agganci con degli albanesi al porto di Bari: «Il comandante della dogana è mio amico - dice - solo di betoniere in tre mesi ne sono passate venti». «Gli indagati, legati alla ‘ndrangheta in maniera piuttosto pesante – spiega il procuratore di Cremona – avevano l'abitudine di insinuarsi anche in appalti per i quali non avevano alcun titolo per operare. Così hanno fatto, nel 2010, anche al cantiere dell'ospedale di Bergamo». In quel periodo, come è stato accertato dalle intercettazioni telefoniche, emerge infatti il transito nell'allora cantiere del nuovo ospedale in costruzione di alcuni camion di società riconducibili agli indagati. «Alcuni degli odierni arrestati - conclude la procura di Cremona - erano stati già condannati per aver impiegato, in altre realtà italiane, cemento con caratteristiche non corrispondenti a quelle di legge. E, visto che i loro camion sono stati senza dubbio utilizzati nel cantiere dell'ospedale Papa Giovanni, nell'ambito di un appalto in realtà assegnato a un'altra ditta, è chiaro che dovremo vederci chiaro ed effettuare alcune verifiche». | Pianico, Bergamo | Simone Bacchetta, “Riciclaggio in edilizia”, 12 arresti. “Non a norma cemento per ospedale Bergamo”, il Fatto Quotidiano – edizione online, 13 aprile 2015; Fabio Conti, Camion della mafia nell'ospedale: «Verifiche sull'uso del cemento», L'Eco di Bergamo, 14 aprile 2015; Federica Bandirali, Simone Bianco, «In nero sul cantiere dell'ospedale». La banda dei camion rubati in cella, Corriere della sera – edizione Bergamo, 14 aprile 2015 |
2015 | Osio Sopra, una faida tra clan nomadi? | Il boato di una bomba carta e otto colpi di pistola scuotono Osio Sopra nella notte tra l'1 e il 2 maggio 2015. Obiettivo del gesto intimidatorio è la villa delle famiglie Hudorovich in via Bonacio. Un anno prima, a poca distanza, in via Abate, era stata incendiata un'automobile appartenente ad altri membri della famiglia Hudorovich. Gli inquirenti sospettano un regolamento di conti tra famiglie rom, in particolare per un matrimonio “saltato” all'ultimo momento. | Osio Sopra | Pietro Tosca, Spari e bomba carta contro la villa dei nomadi, Corriere della sera – edizione Bergamo, 6 maggio 2015; Pietro Tosca, Spari contro i rom. La pista delle nozze mandate all'aria, Corriere della sera – edizione Bergamo, 7 maggio 2015 |
2015 | Una partita di droga destinata a Bergamo | Una “soffiata” arriva in Questura: il 14 maggio 2015 scatta il blitz. A Segrate (in provincia di Milano), la Squadra mobile di Bergamo arresta cinque persone, tra cui un marocchino residente a Cividate al Piano e tre spagnoli, e sequestra 360 chili di hashish che una volta sul mercato avrebbero fruttato 400mila euro: la droga sarebbe stata destinata a rifornire il mercato bergamasco. | Cividate al Piano | Laura Arrighetti, Sventato traffico di hashish. Era destinato a valli e città, L'Eco di Bergamo, 20 maggio 2015 |
2015 | Ad Albano sequestrato appartamento ai Bellocco | Una forte sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio effettivamente posseduto emerge nel corso delle indagini della polizia di Reggio Calabria che hanno portato il 30 aprile 2015 al sequestro di beni per 4,5 milioni di euro nei confronti della cosca della `ndrangheta dei Bellocco di Rosarno. Nell'inchiesta è emerso il radicamento della cosca Bellocco in Emilia Romagna, Lombardia ed in Svizzera: tra i beni sequestrati c'è anche un appartamento e un immobile adibito ad autorimessa ad Albano Sant'Alessandro. | Albano Sant'Alessandro | Katiuscia Manenti, La ‘ndrangheta investiva ad Albano. Sigilli all'abitazione della cosca Bellocco, L'Eco di Bergamo, 1 maggio 2015; Monica Armeli, «Pareva disabitata, ma c'erano dei bimbi», L'Eco di Bergamo, 1 maggio 2015 |
2015 | Interdizioni per Expo e Brebemi | «Negli ultimi tre anni la Dia ha emesso 64 provvedimenti di interdittive antimafia nei confronti di aziende che lavoravano per la realizzazione di Expo e Brebemi». Lo ha detto il 18 maggio 2015 il procuratore generale di Brescia Pier Luigi Dell'Osso. Delle 64 aziende colpite, 31 hanno sede nel distretto della Procura di Brescia. In dettaglio: 15 a Brescia, 11 a Bergamo, 4 a Mantova e una a Cremona. «Si tratta – ha detto Dell'Osso – di aziende che avevano infiltrazioni ‘ndranghetiste». | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, «Mafie, 11 aziende fuori dalle grandi opere», Corriere della sera – edizione Bergamo, 19 maggio 2015 |
2015 | Sequestrata l'ex cava di Strozza | Per ordine della Direzione distrettuale antimafia di Brescia il 4 giugno 2015 viene posta sotto sequestro l'area dell'ex cava di Strozza per una superficie complessiva di circa 200 mila metri quadrati, situata nel territorio comunale di Strozza e in parte in quello di Almenno San Salvatore. Dopo oltre 70 anni di escavazioni, doveva essere oggetto di recupero ambientale. Invece è stata trasformata in una discarica in cui sono stati rilevati alti livelli di arsenico, zinco e idrocarburi. Gli amministratori della “Quarzifera Bergamasca” sono accusati di traffico illecito di rifiuti. | Almenno San Salvatore, Strozza | Fabio Paravisi, Strozza, cava sequestrata: «Traffico illecito di rifiuti», Corriere della sera – edizione Bergamo, 5 giugno 2015; Katiuscia Mannti, Sigilli all'ex cava di Strozza, 6 indagati, L'Eco di Bergamo, 5 giugno 2015 |
2015 | Cortenuova, fiamme sospette in un appartamento | L'ipotesi è quella dell'incendio doloso. Il 10 giugno 2015, un incendio scoppia a Cortenuova all'interno di un appartamento disabitato di proprietà di un'impresa di costruzioni in concordato fallimentare, la “Markethouse srl”. Una persona si sarebbe introdotta da una finestra appiccando le fiamme in bagno. | Cortenuova | Incendio doloso in appartamento, L'Eco di Bergamo, 14 giugno 2015 |
2015 | Una presenza radicata | «Ormai è un dato di fatto che la criminalità organizzata c'è e continua a lavorare. Ci sono personaggi che vivono qui, radicati nella Bergamasca, che hanno legami di parentela con le famiglie mafiose che non vogliono o non possono spezzare. Ci sono persone che qui creano società, si inseriscono in un contesto legale e reinvestono i soldi dell'attività illecita, ripulendoli. Di solito la criminalità sfrutta i settori della ristorazione, del movimento terra, dell'edilizia, tutti quegli ambiti in cui non serve una particolare specializzazione o tecnicismo. Inizialmente contattano gli imprenditori in difficoltà, si offrono di diventare soci e di aiutare l'azienda grazie alla loro grande disponibilità di denaro. Sfruttando anche questo momento di crisi, riescono a inserirsi nelle aziende e poi, piano piano, se ne impadroniscono». Questa analisi della presenza e dell'operato delle mafie in terra orobica è di Vincenzo Tomei, Comandante provinciale della Guardia di Finanza, in un'intervista del 24 giugno 2015. | Provincia di Bergamo | Katiuscia Manenti, Così la mafia si compra le aziende in crisi, L'Eco di Bergamo, 24 giugno 2015 |
2015 | Parking Orio, un nuovo incendio | Tornano le fiamme nel parking dell'aeroporto di Orio. Tra il 13 e il 14 luglio 2015 scoppia un incendio in un ex parcheggio ormai in disuso che serviva lo scalo bergamasco; finiscono distrutte nove automobili e due furgoni (tutti abbandonati): i veicoli erano tutti situati a distanza tra loro, si sospetta la pista dolosa. I parcheggi a pagamento di Orio erano già stati oggetti in passato di atti intimidatori con veicoli bruciati, bombe carta e una gambizzazione. | Orio al Serio | Daniela Picciolo, Orio, raid nell'ex parking. Incendiati 11 veicoli, L'Eco di Bergamo, 15 luglio 2015 |
2015 | Tra Bergamo e Brescia, minacce e riciclaggio | Indagini partite da Bergamo e concluse a Brescia, col contributo della Direzione distrettuale antimafia. Il 16 luglio 2015 si conclude con dieci ordinanze di custodia cautelare un'operazione che va a sgominare un'organizzazione dedita, secondo l'accusa, a riciclaggio, bancarotta fraudolenta e reati contro la pubblica amministrazione, con interessi principalmente nel Bresciano ma anche nella provincia orobica. Al vertice del gruppo vi sarebbero due fratelli albanesi, Gezim e Saimir Sallaku; finiscono sotto sequestro le quote di una decina di società, tra cui due aziende di Costa Volpino (la “Servizi edili srl” e il “Gruppo Gsa”) oltre a 92 tra fabbricati e terreni, per un valore complessivo di otto milioni di euro. L'inchiesta era partita nel 2011 dalle denunce di tre imprenditori bergamaschi minacciati dai fratelli Sallaku. | Costa Volpino | Katiuscia Manenti, Maxi operazione antifrode, 10 indagati. Arrestato il presidente del Darfo Calcio, L'Eco di Bergamo, 17 luglio 2015; Due imprese edili sotto sequestro per un'indagine su reati tributari, Corriere della sera – edizione Bergamo, 17 luglio 2015 |
2015 | Una condanna che richiama la “Blue Call” | Il 20 luglio si chiude con 20 condanne in primo grado il processo - coordinato dalla procura di Bergamo, per un totale di 90 indagati - contro un gruppo di imprenditori accusati di una maxi frode fiscale (si contestava un'evasione di 18 milioni di euro). Tra i condannati c'è anche Emilio Fratto (pena: 5 anni e 5 mesi), già coinvolto - con un ruolo importante secondo l'accusa - nell'operazione Blue Call insieme ad esponenti del clan ‘ndranghetista dei Bellocco; in questa vicenda più recente, Fratto era accusato di aver agevolato l'apertura a Londra di sedi legali di alcune società attraverso prestanome. Già a novembre 2008, per altro, Fratto era stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Bergamo. | Bergamo | Stefano Serpellini, Iva evasa, 20 condanne e 17 milioni persi, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2015; Stefano Serpellini, «Reo di associazione». Ma il commercialista è tra i 26 assolti, L'Eco di Bergamo, 22 luglio 2015; Tribunale civile e penale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale con decreto di sequestro preventivo nei confronti di Bellocco Umberto + 13, Rgnr n. 35322/2012, Rggip n. 9389/2012, giudice Giuseppe Gennari, 12 novembre 2012, p. 36; Giampiero Rossi, La regola. Giorno per giorno la ‘ndrangheta in Lombardia, Laterza, Roma-Bari, 2015, pp. 117-23 |
2015 | Arrestato l'esperto del gioco d'azzardo online | Sono tre le aziende nel settore del gioco d'azzardo legate alla ‘ndrangheta sequestrate il 22 luglio 2015 ad Alzano Lombardo e Bergamo, tutte in mano ad un'unica persona: Luca Gagni, esperto informatico di gioco online. L'uomo, residente a Costa di Mezzate, è una delle 28 persone arrestate nel corso della maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Si tratta di un personaggio di spicco del gruppo, che gestiva l'apertura di nuove sale in tutto il nord Italia e riciclava soldi sporchi attraverso puntate in contanti non tracciate. I magistrati lo definiscono «uomo di grandissima esperienza nel campo». Si stima che in tre anni abbia guadagnato un milione di euro. | Costa di Mezzate | Tribunale di Reggio Calabria, Sezione gip-gup, Ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di Gennaro Mario + 127, Rgnr-Dda n. 7497/14, Rggip-Dda n. 1690/15, giudice Caterina Catalano, 13 luglio 2015; Giuliana Ubbiali, ‘Ndrangheta, in manette «l'informatico di fiducia», Corriere della sera – edizione Bergamo, 23 luglio 2015; Katiuscia Manenti, ‘Ndrangheta e gioco illecito online. Ad Alzano il braccio destro del boss, L'Eco di Bergamo, 23 luglio 2015; La telefonata al socio: «In tre anni ho guadagnato un milione di euro», L'Eco di Bergamo, 23 luglio 2015; Giuliana Ubbiali, «Ho dato anche il sangue. Ho detto: sono qui, usatemi», Corriere della sera – edizione Bergamo, 24 luglio 2015; «I tentacoli arrivati fino a Bergamo», Corriere della sera – edizione Bergamo, 24 luglio 2015 |
2015 | Pasquale Claudio Locatelli a Rebibbia | Il 7 agosto 2015, Pasquale Claudio Locatelli fa ritorno in Italia. Viene infatti trasferito dalla Spagna al carcere romano di Rebibbia: il narcotrafficante originario di Almenno San Bartolomeo deve scontare 26 anni di carcere per una condanna inflittagli dal Tribunale di Milano. | Almenno San Bartolomeo | «Mario di Madrid» rimpatriato in Italia. Deve scontare 26 anni, L'Eco di Bergamo, 8 agosto 2015; Michele Focarete, Rimpatriato il boss Locatelli, fedelissimo di Pablo Escobar, Corriere della sera – edizione Lombardia, 8 agosto 2015 |
2015 | Il subappalto per i restauri dell'Accademia Carrara | Claudio Salini era a capo del Colosso Impregilo Costruzioni Salini, che aveva vinto l'appalto per il restauro dell'Accademia Carrara di Bergamo. Durante l'esecuzione dei lavori Salini contesta alla Cogel, ditta alla quale aveva affidato il subappalto per l'impianto di climatizzazione, di non aver eseguito i lavori a regola d'arte e di conseguenza revoca il contratto. Seguono alcuni episodi di intimidazione nei confronti di Salini, che presenta denuncia ai carabinieri. Finiscono in carcere per tentata estorsione Federico Laugeni, titolare della Cogel, e due complici legati ad ambienti della camorra. Il 16 settembre 2015 Salini avrebbe dovuto testimoniare sulle minacce ricevute, ma il 30 agosto muore a Roma schiantandosi contro un albero mentre era alla guida della sua Porsche. Le indagini, tuttavia, escluderanno la possibilità di una manomissione dell'auto di Salini. | Bergamo | Armando Di Landro, Un giallo la morte di Salini. Minacce sui soldi per la Carrara, Corriere della sera – edizione Bergamo, 5 settembre 2015; Armando Di Landro, «Questi tagliano la testa a me, poi a te», Corriere della sera – edizione Bergamo, 5 settembre 2015; Salini, il giallo tramonta. Lo schianto a 200 all'ora, Corriere della sera – edizione Bergamo, 1 dicembre 2015 |
2015 | Un processo da film, ma è tutto vero | Il 15 ottobre 2015, un processo al Tribunale di Bergamo sembra ricordare scene di un film americano, ma non è finzione. Nel procedimento a carico di Gerardo Rosa, originario di Monasterolo del Castello, ritenuto dall'accusa a capo di un'organizzazione (gli imputati sono in totale diciassette) dedita al traffico internazionale di droga, testimonia un agente infiltrato dagli inquirenti: un passamontagna sul volto, il cappuccio della giacca in testa, protetto da un paravento, sorvegliato dai militari e costretto a parlare da un microfono che ne camuffa la voce. Per alcuni mesi, L'uomo (che in aula viene indicato con un codice e non per nome) ha “collaborato” col gruppo su ordine della magistratura, con lo scopo di smascherarne i traffici. l'accusa sostiene inoltre il tentativo da parte dell'organizzazione di importare quasi una tonnellata di cocaina dall'Argentina. | Monasterolo del Castello | Giuliana Ubbiali, «Io, infiltrato nel clan dei Rosa. Così comprai 4 chili di cocaina», Corriere della sera – edizione Bergamo, 16 ottobre 2015; Stefano Serpellini, L'infiltrato: «Così comprai coca dai Rosa», L'Eco di Bergamo, 16 ottobre 2015; Giuliana Ubbiali, La cocaina sciolta nel vino. L'affare sfumato del clan, Corriere della sera – edizione Bergamo, 27 novembre 2015; Stefano Serpellini, «Manina», «Clinton» e la vecchia mala. Così fallì l'import di coca nascosta nel vino, L'Eco di Bergamo, 27 novembre 2015 |
2015 | Il prestanome amico degli usurai | Alfredo Bordogna, 50 anni, imprenditore con casa in via Martinella a Bergamo, il 27 ottobre 2015 finisce agli arresti domiciliari. Secondo l'accusa il libero professionista bergamasco si sarebbe offerto come prestanome ad alcuni usurai legati all'ndrangheta, aiutandoli ad aggirare la legge sul contrasto all'attività mafiosa. Al bergamasco è intestata la “B.M. Carpenteria e Costruzioni Meccaniche srl” con sede a Bariano e tre società in Svizzera, tutte a Chiasso: la Royal free, la A.s. Maraja, la Miralf, che sono state poste sotto sequestro. | Bergamo | Katiuscia Manenti, ‘Ndrangheta, quattro aziende intestate all'uomo di fiducia dei Bevilacqua, L'Eco di Bergamo, 28 ottobre 2015; Armando Di Landro, Gli usurai della ‘ndrangheta e il cassiere-prestanome (orobico), Corriere della sera – edizione Bergamo, 28 ottobre 2015 |
2015 | Traffico illecito di rifiuti: Locatelli condannato | È sotto processo per le vicende Brebemi, mentre il 3 novembre 2015 arriva una sentenza per una vicenda non troppo diversa. Il Tribunale di Bergamo condanna Pierluca Locatelli, imprenditore di Grumello del Monte già titolare dell'azienda di costruzioni strade “Locatelli”, a sei anni di carcere per traffico illecito di rifiuti e frode in pubbliche forniture nell'ambito del cantiere della tangenziale di Orzivecchi (Brescia). | Grumello del Monte | Tiziano Tista, Locatelli, La procura di Brescia chiede una condanna a sei anni, L'Eco di Bergamo, 23 ottobre 2015; Giuliana Ubbiali, «Scorie di fonderia sotto la strada». Il pm chiede sei anni per Locatelli, Corriere della sera – edizione Bergamo, 23 ottobre 2015; Armando Di Landro, «Locatelli distrutto dalle inchieste», Corriere della sera – edizione Bergamo, 27 ottobre 2015; Locatelli, chiesta assoluzione: «Già bastonato abbastanza», L'Eco di Bergamo, 27 ottobre 2015; Maddalena Berbenni, Orzivecchi, stangata per Locatelli. Sei anni di carcere per le scorie, Corriere della sera – edizione Bergamo, 4 novembre 2015 |
2015 | Zingonia, un morto per il controllo dello spaccio | Un'esecuzione per il controllo dello spaccio nella zona. L'11 novembre 2015, in piazza Affari a Zingonia, Mohamed El Khoumam viene ucciso a colpi di machete, mentre il fratello viene ferito da un colpo d'arma da fuoco. Nell'ordinanza di custodia cautelare che il 5 dicembre porterà all'arresto di tre fratelli marocchini, Mouhsin, Sahli e Imad Dahak, il gip scriverà che si è trattato di un «regolamento di conti derivante da un contrasto fra gruppi contrapposti per lo smercio di droga». | Zingonia | Pietro Tosca, Zingonia, agguato e spari in strada. Uomo ucciso a colpi di machete, Corriere della sera – edizione Bergamo, 12 novembre 2015; Patrick Pozzi, Zingonia, inseguimento in piazza Affari. Spunta un machete, un morto e un ferito, L'Eco di Bergamo, 12 novembre 2015; Pietro Tosca, Regolamento di conti, un commando di dieci persone, Corriere della sera – edizione Bergamo, 13 novembre 2015; Fabio Paravisi, Le quattro piazze dello spaccio. Chi oltrepassa i confini muore, Corriere della sera – edizione Bergamo, 13 novembre 2015; Fabio Conti, Terra bruciata agli assassini. Il movente? Faida e spaccio, L'Eco di Bergamo, 14 novembre 2015; Armando Di Landro, Baby-killer? Età confermata ma la confessione non convince, Corriere della sera – edizione Bergamo, 18 novembre 2015; Giuliana Ubbiali, In carcere i killer del machete: «Confessione per 100 mila euro», Corriere della sera – edizione Bergamo, 5 dicembre 2015; Fabio Conti, Per far confessare il «minore» pagati 100 mila euro al padre, L'Eco di Bergamo, 5 dicembre 2015 |
2015 | Dalmine, regolamento di conti in strada | È un vero e proprio agguato quello che avviene a Dalmine nel pomeriggio del 13 novembre 2015. Un inseguimento fra due auto, una rissa in strada e alcuni colpi d'arma da fuoco esplosi, con una persona ferita di striscio e una accoltellata. Finiscono in manette cinque albanesi con precedenti per droga e sfruttamento della prostituzione e vengono recuperati un sacchetto e uno zainetto: contengono mezzo chilo di cocaina e oltre 100mila euro in contanti. Dietro il regolamento di conti potrebbe esserci il controllo del traffico di droga. | Dalmine | Fabio Paravisi, Altro agguato, coltellate e spari. A Dalmine due feriti: uno grave, Corriere della sera – edizione Bergamo, 14 novembre 2015; Fabio Conti, Agguato in pieno giorno, paura a Dalmine. Due spari e un fendente: 2 feriti, uno grave, L'Eco di Bergamo, 14 novembre 2015; Fabio Paravisi, Dietro l'agguato un affare da 100 mila euro, Corriere della sera – edizione Bergamo, 15 novembre 2015; Vittorio Attanà, Dalmine, cinque arresti per l'agguato. Spunta uno zaino con 220 mila euro, L'Eco di Bergamo, 15 novembre 2015; Fabio Conti, Agguati, al setaccio il crocevia della droga fra Zingonia e Dalmine, L'Eco di Bergamo, 16 novembre 2015 |
2015 | Treviglio, un morto e la lotta tra bande | Un proiettile in pieno volto e uno alla spalla. Muore così Arben Vorti, 29enne albanese, ritrovato cadavere nella sua abitazione di Treviglio il 19 novembre 2015. Vorti era stato arrestato nel 2014 con l'accusa di essere un membro di una banda attiva nelle spaccate dei bar, mentre era indagato anche per sfruttamento della prostituzione e traffico di armi. Gli inquirenti seguono la pista del regolamento di conti fra bande rivali. | Treviglio | Pietro Tosca, Colpo in fronte. Un'esecuzione in casa, Corriere della sera – edizione Bergamo, 20 novembre 2015; Fabio Conti, Sparo in fronte, ucciso in casa. «Un agguato: ha aperto al killer», L'Eco di Bergamo, 20 novembre 2015; Pietro Tosca, L'albanese assassinato forse per uno sgarro a una banda rumena, Corriere della sera – edizione Bergamo, 21 novembre 2015; Fabio Conti, Arben, cellulare al vaglio. I killer forse erano due, L'Eco di Bergamo, 21 novembre 2015; Fabio Conti, L'ultimo arresto un anno fa, per 13 spaccate nei bar, L'Eco di Bergamo, 21 novembre 2015; Fabio Conti, Albanese freddato, sentiti una decina di connazionali, L'Eco di Bergamo, 22 novembre 2015; Alessandra Loche, Novità nel delitto Vorfi. Individuata la pistola che sparò per uccidere, L'Eco di Bergamo, 12 aprile 2016 |
2015 | I prestiti della camorra all'amico dell'ex questore | Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini e imprenditore amico dell'ex questore di Bergamo Fortunato Finolli, avrebbe ricevuto grosse somme di denaro da alcuni finanziatori legati alla camorra, arrestati il 16 novembre 2015 su mandato del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini. «Un imprenditore particolarmente attivo, con innumerevoli interessi», scrive la Direzione Distrettuale Antimafia in riferimento a Cottone. Titolare del marchio Akai, che gestisce una decina di negozi di elettronica (uno si trova anche a Orio al Serio), proprietario anche del marchio Lambretta ritirato dalla Garelli, con cui aveva aperto uno stabilimento a Ghisalba mai decollato, Giovanni Cottone aveva iniziato a muoversi anche come procacciatore d'affari della Maxwork di Bergamo, società di lavoro interinale, poi fallita. In relazione a quest'ultima vicenda, Fortunato Finolli, questore di Bergamo, aveva organizzato nel novembre 2014 un pranzo con l'amico Cottone e il direttore dell'Inps Angelo D'Ambrosio. Obiettivo: chiedere la dilazione, non concessa da D'Ambrosio, su 15 milioni di euro per contributi dovuti da Cottone. Per far fronte ai debiti Cottone si rivolse anche a Vincenzo Guida e Alberto Fiorentino, due esponenti della camorra milanese, poi arrestati dalla Boccassini. Sono state infatti documentate «rate mensili da 75 mila euro», che il debitore, però, «ha puntualmente disatteso». | Bergamo, Orio al Serio, Ghisalba | Armando Di Landro, I pm: prestiti della camorra all'amico dell'ex questore, Corriere della sera – edizione Bergamo, 18 novembre 2015; Armando Di Landro, «Nel negozio a Orio sistemo la tua fidanzata», Corriere della sera – edizione Bergamo, 18 novembre 2015; Gianni Santucci, Il boss: «Portami 50 mila euro in contanti», Corriere della sera – edizione Lombardia, 19 novembre 2015 |
2015 | Levate, una sparatoria all'ora di pranzo | Una ventina di proiettili esplosi, un inseguimento fra automobili e il sospetto di una faida aperta. Il 6 dicembre 2015, all'ora di pranzo, una sparatoria scuote Levate: tra gli inquirenti si ipotizza anche la pista di un regolamento di conti tra clan nomadi. | Levate | Pietro Tosca, Spari tra rom per strada. Proiettile sfiora una donna, Corriere della sera – edizione Bergamo, 6 dicembre 2015; Stefano Bani, Paura a Levate. Spari in strada dalle auto in corsa, L'Eco di Bergamo, 6 dicembre 2015; Katiuscia Manenti, Stefano Bani, Spari a Levate, volevano uccidere. Ma la presunta vittima nega tutto, L'Eco di Bergamo,7 dicembre 2015; Armando Di Landro, «Faida tra rom dietro la sparatoria», Corriere della sera – edizione Bergamo, 8 dicembre 2015 |
2015 | Una bomba ecologica tra Bergamo e Brescia | Il 7 dicembre 2015 arriva un nuovo rinvio per uno dei processi più importanti sul tema delle ecomafie. È quello relativo alle vicende della ex “Selca”, società specializzata nel trattamento dei rifiuti attiva fino al 2010 a Berzo Demo, in Valcamonica, a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia. L'azienda, sorta negli anni Novanta e guidata dai fratelli Flavio e Ivano Bettoni, nel 2002 ottiene da Regione Lombardia (l'assessore all'Ambiente era Franco Nicoli Cristiani) l'autorizzazione per trattare rifiuti pericolosi fino a 150 mila tonnellate annue. Ben presto, però, si scopre che le procedure non sono in regola; nel 2004, su richiesta della procura di Brescia, avviene un primo sequestro di rifiuti, ma nel frattempo le attività dell'azienda continuano: tra settembre 2009 e febbraio 2010, addirittura, arrivano (via nave fino a Porto Marghera, quindi a Berzo Demo tramite 800 tir) 23 mila tonnellate di rifiuti direttamente da una fonderia australiana. Nel 2009, su nuova richiesta della procura bresciana, si arriva al sequestro dei capannoni; l'azienda entra in crisi, e nel 2010 per salvarla si interessa (senza esito favorevole) il gruppo napoletano “Catapano”, il cui leader Guido Catapano sarà arrestato il 29 marzo 2011 insieme ad altre tredici persone per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. La “Selca”, alla fine, fallisce, lasciando un'eredità di rifiuti mai realmente trattati secondo quanto prescritto dalle norme: «Questi rifiuti tossici non erano trattati adeguatamente, la Selca non ha mai avuto la disponibilità di attrezzature. Inoltre, risulta che rivendesse stabilmente i medesimi rifiuti tossici come materie prime secondarie in dettaglio quali combustibili ad acciaierie e cementifici», dichiarerà il procuratore generale di Brescia Pier Luigi Maria Dell'Osso alla Commissione d'inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti. E non poco distante dall'azienda, dove cioè sono abbandonati i rifiuti, scorre il fiume Oglio, che fra Costa Volpino (Bergamo) e Pisogne (Brescia) va a formare il lago d'Iseo. Il processo, tuttavia, va a rilento. E la prescrizione incombe. | Costa Volpino | Giuseppe Arrighetti, Fabbrica di veleni in riva all'Oglio. Arsenico e cianuro minacciano il lago, L'Eco di Bergamo, 1 marzo 2015; Giuseppe Arrighetti, «Riciclavano i rifiuti ma non li ripulivano», in L'Eco di Bergamo, 1 marzo 2015; Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, XVI Legislatura, Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Lombardia, relatori Gennaro Coronella e Daniela Mazzuconi, 12 dicembre 2012, pp. 174-75; Catapano: «Con la Selca c'è solo un rapporto di natura commerciale», BresciaOggi, 27 maggio 2010; Giuseppe Arrighetti, Processo ex Selca. Il pm non c'è. È il terzo rinvio, L'Eco di Bergamo, 8 dicembre 2016; Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, XVII Legislatura, Missione in Lombardia, Audizione del sindaco di Berzo Demo, Giovan Battista Bernardi, Resoconto stenografico, 17 giugno 2015; Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, XVII Legislatura, Missione in Lombardia, Audizione del procuratore generale di Brescia, Pier Luigi Maria Dell'Osso, Resoconto stenografico, 16 giugno 2015; Luca Bonzanni, Tra Bergamo e Brescia, l'altra terra dei fuochi, Stampo Antimafioso.it, 9 novembre 2015 |
2015 | Seriate, liquido infiammabile e camion in fumo | L'ombra è quella del dolo. Nella notte tra 5 e 6 dicembre 2016, le fiamme si sprigionano nell'azienda di autotrasporti “Puglisi” di Seriate: sette camion finiscono distrutti, sui veicoli vengono trovate tracce di liquido infiammabile. | Seriate | Monica Armeli, Rogo a Seriate: distrutti 7 camion, l'ombra del dolo, L'Eco di Bergamo, 7 dicembre 2015 |
2015 | Grumello, sala slot in fiamme | Una sala slot avvolta dalle fiamme. Succede la notte del 17 dicembre 2015 a Grumello del Monte, in via Roma, alla “Cristal”: non si esclude la pista dell'incendio doloso; il locale finisce sotto sequestro. | Grumello del Monte | Fabio Paravisi, Sala slot Cristal devastata da incendio. Indagini: pista dolosa, Corriere della sera – edizione Bergamo, 18 dicembre 2015; Monica Armeli, L'ombra del dolo sul rogo alla sala slot, L'Eco di Bergamo, 18 dicembre 2015 |
2015 | Beni confiscati nella bergamasca | Attualmente sono 30 i beni confiscati alle mafie nel territorio della provincia di Bergamo; si tratta, nel dettaglio, di quattro abitazioni indipendenti o ville, nove appartamenti in condominio, tredici box, una unità immobiliare a destinazione commerciale o industriale, un terreno, a cui si aggiungono due società. Si trovano a: Alzano Lombardo, Berbenno, Bergamo, Brembate, Cornalba, Dalmine, Foppolo, Fornovo, Gorlago, Lovere, Seriate, Suisio e Terno d'Isola. Inoltre, sono diverse decine i beni posti sotto sequestro in attesa dello svolgimento dei processi, che se saranno confermate le accuse, verranno definitivamente confiscati. | Alzano Lombardo, Berbenno, Bergamo, Brembate, Cornalba, Dalmine, Foppolo, Fornovo, Gorlago, Lovere, Seriate, Suisio, Terno d'Isola | Regione Lombardia, Il punto sul tema dei beni confiscati alle mafie in Lombardia, dicembre 2015 |
2014 | «Una storica presenza» | Nella relazione annuale della Direzione annuale antimafia pubblicata nel gennaio 2014, i magistrati annotano che tra Brescia e Bergamo «si annovera una storica presenza di soggetti riconducibili a gruppi di matrice ‘ndranghetista, con interesse prioritario nel traffico di narcotici, nel riciclaggio e nelle estorsioni, soprattutto esponenti delle cosche Bellocco di Rosarno, Piromalli e Molè di Gioia Tauro». | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2012 – 30 giugno 2013, gennaio 2014, p. 144 |
2014 | La copertura di un latitante eccellente | L'11 febbraio 2014 a Roma, in piazza di Spagna, si tiene un incontro tra l'ex ministro Claudio Scajola, Vincenzo Speziali, Daniele Santucci e Giovanni Morzenti, imprenditore di Vilminore di Scalve. Secondo gli inquirenti si tratta di un vertice per continuare a coprire la latitanza a Dubai di Amedeo Matacena, armatore calabrese, ex deputato di Forza Italia, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Morzenti, indagato a piede libero per varie vicende, il 10 maggio 2014 viene condannato per concussione dalla Corte d'appello di Torino a 6 anni e 9 mesi di reclusione. | Vilminore di Scalve | Armando Di Landro, Morzenti, lo scalvino con Scajola al vertice segreto in piazza di Spagna, Corriere della sera – edizione Bergamo, 15 maggio 2014 |
2014 | La banca clandestina | Il 4 marzo 2014 la Dda di Milano chiede e ottiene l'arresto di 40 persone appartenenti a una cosca della ‘ndrangheta della Brianza che avevano costituito una vera e propria “banca clandestina” per riciclare denaro sporco attraverso il prestito usuraio. Tra i fermati ci sono Vincenzo Cotroneo residente a Calvenzano e Ramon Stillitano residente a Misano Gera d'Adda, che con la famiglia fino al 2009 ha gestito una gelateria, un ristorante e un'agenzia viaggi a Treviglio. Sfugge invece alla cattura Maurizio Morabito, residente ad Almé, braccio destro del boss della ‘ndrangheta lombarda Giuseppe Pensabene, al quale fanno capo 39 società, molte delle quali sfilate di mano ad imprenditori usurati o collusi. | Calvenzano, Misano Gera d'Adda, Villa d'Almè, Treviglio | Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Adamo Angela + 46, Rgnr n. 12053/11, Rggip n. 2877/11, giudice Simone Luerti, 12 febbraio 2014 |
2014 | A Fontanella incendiati due autoveicoli | Il 18 marzo 2014 sono stati incendiati due autoveicoli parcheggiati nel cortile della carrozzeria “Dano car” di Fontanella. | Fontanella | Fabrizio Boschi, Due auto in fiamme in una carrozzeria. Si sospetta il dolo, L'Eco di Bergamo, 19 marzo 2014 |
2014 | La banda del Messi d'Albania | Nell'ambiente dello spaccio è noto come il “Messi d'Albania”. In realtà si chiama Bledar Pajana, 38 anni, ed è considerato uno dei più grandi trafficanti di cocaina a livello europeo: basti pensare che era in grado di far arrivare in Italia oltre duecento chili di droga al mese. Il centro d'affari di “Messi” si trovava tra Bergamo e Brescia. Il 27 marzo 2014 viene fermato, in prossimità del casello autostradale di Vercelli, un Tir proveniente dalla Spagna e diretto in provincia di Bergamo, su cui sono nascosti oltre 52 Kg di cocaina, destinata al mercato bresciano. L'11 ottobre 2014, nel corso della medesima indagine, a Roma viene catturato Astrit Pezaku, cittadino albanese residente in provincia di Bergamo, trovato con oltre sei chili di cocaina. Lo stesso giorno le Fiamme Gialle fermano in autostrada A4, nei pressi di Rho, Madrit Pajana, cugino del latitante Bledar Pajana e considerato suo uomo di fiducia. Era partito da Bergamo per una consegna di oltre 13 chili di cocaina trovati nella vettura che stava conducendo. Nel frattempo Bledar Pajana, dopo una lunga e spericolata fuga alla guida di una Range Rover, poi abbandonata a Vigevano, riesce a fuggire. Verrà arrestato il 16 dicembre 2014 nelle vicinanze dell'aeroporto di Eindhoven in Olanda ed estradato in Italia il 20 marzo 2015. | Bergamo | «Messi d'Albania» rientrato in Italia. Gestiva ingente traffico di cocaina, L'Eco di Bergamo – edizione online, 21 marzo 2015; Wilma Petenzi, Sequestrati beni per un milione di euro al «Messi d'Albania», boss della cocaina, Corriere della sera – edizione Brescia, 1 aprile 2015 |
2014 | Da Lecco a Bergamo | In manette, insieme a un pezzo grosso della ‘ndrangheta al Nord come Mario Trovato (fratello di Franco Coco Trovato), ci finiscono pure Marco Rusconi, sindaco di Valmadrera, ed Ernesto Palermo, consigliere comunale a Lecco. Il 2 aprile 2014, al culmine di un'inchiesta condotta dalla Dda di Milano, scattano dieci arresti che fanno nuovamente luce sulla presenza della ‘ndrangheta nel Lecchese. Tra gli affari del gruppo ci sarebbe anche il tentativo di aggiudicarsi la concessione per la gestione del Lido di Paré, località di Valmadrera affacciata sul lago; a tal fine, deve essere costituita una società per partecipare alla gara: il 6 aprile 2011 Ernesto Palermo, interessato all'affare, contatta il commercialista Luca Sebastiano Michele Fusco, con studio a Bergamo in via Martiri di Cefalonia 4. Il 20 aprile 2011, invece, Mario Trovato, Ernesto Palermo e un terzo uomo sono in macchina e passano in una zona in provincia di Bergamo; Trovato chiede al conducente di «passare per un posto ché dovrà vedere una cosa». Chiacchierando, Trovato prosegue: «Queste sono zone buone...». | Provincia di Bergamo | Tribunale di Milano, Sezione del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misure coercitive personali e decreto di sequestro preventivo nei confronti di Trovato Mario + 9, Rgnr n. 35313/09, Rggip n. 7300/09, giudice Alfonsa Maria Ferraro, pp. 227-28 e pp. 422-23 |
2014 | Nell'area di servizio di Grumello | Il 16 aprile 2014 nell'area di servizio di Grumello del Monte sull'A4 vengono arrestati in flagranza di reato Antonino Scoppelliti (già coinvolto nell'operazione ‘Nduja) e Biagio Proietto, mentre cercano di estorcere 31 mila euro (acconto di 500 mila euro poi ridotti a 159 mila) a un imprenditore edile della provincia di Brescia, che si era rivolto però ai carabinieri. | Grumello del Monte | Giuliana Ubbiali, Da Palermo per estorcere soldi a un imprenditore, Corriere della sera – edizione Bergamo, 20 aprile 2014 |
2014 | Il boss della ‘ndrangheta assunto a Bergamo | Il 22 aprile 2014 la Guardia di Finanza perquisisce gli uffici della “Gestitel”, in via Stoppani a Bergamo. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, come riportato da diversi organi di stampa tra cui il Corriere della Sera, la “Gestitel” – una società che appartiene per il 90% a Rtl 102.5 e per il 10% a Claudio Rizzo, imprenditore di origini siciliane – avrebbe avuto a libro paga Nicola Tripodi, boss della ‘ndrangheta di Vibo Valentia attualmente in carcere. Tripodi era un dipendente che in realtà non avrebbe mai lavorato, ma che partecipava alle cene aziendali di Rtl 102.5 in compagnia di Claudio Rizzo e Lorenzo Suraci, patron della radio. L'ipotesi degli investigatori è che alcune assunzioni, compresa ovviamente quella di Tripodi, erano in realtà un modo per effettuare il pagamento del “pizzo” alla ‘ndrangheta. Di conseguenza scattano le perquisizioni anche nelle sedi del colosso radiofonico, comprese quelle di Bergamo e Arcene, per acquisire documenti utili alle indagini. Sotto inchiesta anche la società “Open Space Pubblicità”, con sede a Bergamo, che sarebbe, secondo gli inquirenti, una sorta di “concessionaria con esclusiva” per gli spettacoli organizzati in Calabria da Rtl. In particolare, si cerca di far luce su 3 milioni e 200 mila euro pagati in quattro anni dal Comune di Reggio Calabria a Rtl 102.5 per le dirette estive dal lungomare reggino. | Bergamo | Giuseppe Baldessarro, ‘Ndrangheta, perquisizioni nelle sedi di Rtl, la Repubblica (online), 22 aprile 2014; ‘Ndrangheta, perquisizioni nelle sedi di Rtl. La Radio “Non c'entriamo nulla”, Affaritaliani.it, 22 aprile 2014; Gianpaolo Rossi, Presunto boss tra i dipendenti. Perquisite le sedi di Rtl 102.5, Corriere della sera – edizione Lombardia, 23 luglio 2014; Armando Di Landro, Il boss della ‘ndrangheta era assunto da società di Rtl, Corriere della sera – edizione Bergamo, 23 luglio 2014; Armando Di Landro, Estorsioni e armi. Lo strano dipendente del gruppo Rtl 102.5, Corriere della sera – edizione Bergamo, 24 luglio 2014; Rtl 102.5, sotto la lente dei pm i 3 milioni degli show calabresi, L'Eco di Bergamo – edizione online, 24 aprile 2014; Armando Di Landro, «I clan collegati al titolare di Rtl», Corriere della sera – edizione Bergamo, 29 luglio 2014 |
2014 | A Riva di Solto incendiato un chiosco | Il 4 maggio 2014 un incendio – quasi certamente di origine dolosa – ha raso al suolo il chiosco-bar posato nel 2010 nell'area del Bögn a Riva di Solto. | Riva di Solto | Riva di Solto. Dopo l'incendio doloso, riapre il chiosco del Bogn di Riva: “Affidato a un privato, si rilancia la zona più suggestiva del lago. Partita la pedonalizzazione del centro storico: basta auto, Araberara – edizione online, 5 giugno 2015 |
2014 | L'usuraio in Porsche | Matteo Bul, rom italiano residente a Calcinate, il 12 maggio 2014 è arrivato con la sua Porsche davanti ad un bar del paese. Al gestore del locale, in difficoltà economica, aveva prestato 2.000 euro a fine marzo e avrebbe dovuto incassare 4.000 euro il 30 aprile. Ma il gestore aveva soltanto 2.200 euro. «Mi ha anche minacciato di far sparire mio figlio», ha spiegato la vittima. A quel punto Bul ha preteso la restituzione di 8.000 euro ed è stato arrestato. Nella sua villa a tre piani sono stati trovati arredi lussuosi, 15 orologi Rolex, una cassaforte con dentro 9mila euro in contanti e una ventina di panetti, simili a quelli utilizzati dai trafficanti di droga, ma contenenti solo riso, forse utili per una truffa. | Calcinate | Armando Di Landro, In Porsche a riscuotere i soldi dell'usura. Cimice lo incastra, Corriere della sera – edizione Bergamo, 14 maggio 2014 |
2014 | Sotto la Presolana incendiati automezzi | Il 15 giugno 2014 nei pressi del passo della Presolana un incendio in un magazzino di un'impresa edile ha distrutto completamente due autocarri, tre rulli compressori, due pale meccaniche, un muletto, un camper e una minivettura. La società danneggiata opera nel settore delle costruzioni e delle manutenzioni stradali. Le cause dell'incendio non sono state ancora accertate con sicurezza, ma non si esclude l'ipotesi dolosa. | Castione della Presolana | Brucia un deposito di un'impresa. A Castione mezzi edili in fiamme, L'Eco di Bergamo – edizione online, 16 giugno 2014 |
2014 | Droga marchiata Maserati | Il 30 giugno 2014 in un appartamento di Seriate, utilizzato da un cittadino marocchino residente a Gorlago, vengono sequestrati dodici chili di hashish in panetti con il marchio della Maserati: si tratta di droga destinata al mercato modenese. | Seriate, Gorlago | Seriate, 12 kg di droga in camera. Arrestato 42enne di Gorlago, L'Eco di Bergamo – edizione online, 2 luglio 2014 |
2014 | Intercettazioni per il racket della prostituzione | Il 2 luglio 2014 i carabinieri smantellano un'organizzazione criminale composta da albanesi, romeni e italiani che gestisce il traffico di prostitute sulla strada tra Dalmine e Boltiere: otto persone finiscono in carcere e altre otto agli arresti domiciliari. I tre capi della banda, pur essendo in carcere, riuscivano ad impartire gli ordini, utilizzando uno smartphone e una decina di schede sim. Francesco Dettori, capo della procura di Bergamo spiega: «Sette mesi di intercettazioni, strumento fondamentale per un'attività investigativa seria: abbiamo potuto documentare una rete impressionante di sfruttamento. Spero che non si arrivi alla follia di limitarle». | Dalmine, Boltiere, Osio Sopra, Osio Sotto | Mara Mologni, Bergamo, dal carcere gestivano 100 prostitute. E su Facebook: “Sono trafficante di carne viva”, la Repubblica (online), 2 luglio 2014; Armando Di Landro, Partorisce in ospedale alla mattina. Costretta a prostituirsi poche ore dopo, Corriere della sera – edizione Bergamo, 3 luglio 2014; Armando Di Landro, I telefonini in cella: così i capi gestivano il racket, Corriere della sera – edizione Bergamo, 3 luglio 2014; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, 2° semestre 2014, p. 178 |
2014 | La presenza delle cosche in bergamasca | Il 7 luglio 2014 viene pubblicato il Primo rapporto trimestrale sulle aree settentrionali per la Presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso, a cura dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata dell'Università di Milano. A proposito della provincia di Bergamo viene segnalato che «la relazione annuale della DNA del 2013 indica nella provincia la presenza storica di esponenti dei Bellocco (lo dimostrerebbe anche il fatto che il figlio del capo della famiglia dei Bellocco di Rosarno venne arrestato nell'ambito dell'operazione ‘Nduja dei primi anni 2000), dei Piromalli e dei Molè. Due presenze importanti di interessi ‘ndranghetisti erano state inoltre identificate proprio dall'operazione ‘Nduja sul territorio della provincia a Romano di Lombardia e Val Calepio, entrambe operanti anche in territorio bresciano. Sul territorio risulta anche la presenza della cosca dei Di Grillo-Mancuso». | Provincia di Bergamo | Osservatorio sulla criminalità organizzata, Università degli studi di Milano, Primo rapporto trimestrale sulle aree settentrionali, per la Presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso, maggio 2014, pp. 38–39 |
2014 | Mutui con raccomandazione mafiosa | Il 15 luglio 2014 il Tribunale di Milano dispone un maxi sequestro in tutta la Lombardia: sigilli per 124 immobili che fanno capo a società dei fratelli Rocco e Domenico Cristodaro, con studi contabili nel Cremonese e a Milano; sarebbero i cassieri dei clan calabresi, secondo la Direzione distrettuale antimafia coordinata da Ilda Boccassini. Nell'inchiesta torna spesso il nome di un istituto bancario, il “Credito Bergamasco”, che – scrive il pubblico ministero Alessandra Dolci – in alcuni casi ha concesso mutui per l'acquisto di immobili (in particolare a Treviglio) «grazie alle referenze di Rocco Cristodaro». | Treviglio | Gianni Santucci, Mafia, sequestrato il tesoro dei contabili del clan Mangano, Corriere della sera, 16 luglio 2014; Armando Di Landro, Nove conti sequestrati e mutui sospetti. Il Creberg nel mirino, Corriere della sera – Edizione Bergamo, 16 luglio 2014; |
2014 | Un sodalizio criminale vicino ad ambienti mafiosi | Nel settembre 2014 vengono arrestate 15 persone, tra cui 6 bergamaschi, con l'accusa di associazione per delinquere, evasione fiscale ed usura. Si tratta di Roberto Polese di Martinengo, Maurizio Grazioli nato a Bergamo e residente nel bresciano, Antonio Saba residente a Treviglio, Maurizio Scattini di Sarnico, Felice Veraldi di Casirate d'Adda e Donald Sulo abitante ad Almenno San Bartolomeo. Gli investigatori parlano di un «sodalizio criminale composto da cittadini notoriamente vicino ad ambienti di stampo mafioso». Attraverso prestanome nel campo di imprese edili e evasioni contributive e fiscali milionarie, avevano accumulato soldi che prestavano ad imprenditori in crisi con tassi usurai da 194% a 316% di interessi. | Martinengo, Bergamo, Treviglio, Casirate d'Adda, Sarnico, Almenno San Bartolomeo | Giuliana Ubbiali, Evasione fiscale e usura. «Il sodalizio vicino ad ambienti mafiosi», Corriere della sera – edizione Bergamo, 25 settembre 2014; Wilma Petenzi, Il capo con la pistola, i conti falsi del dottore e la «soffiata» del maresciallo alla Dia, Corriere della sera – edizione Brescia, 25 settembre 2014; Wilma Petenzi, Frode e usura all'ombra della ‘ndrangheta, Corriere della sera – edizione Brescia, 25 settembre 2014; |
2014 | Sei chili di cocaina e 200mila euro in contanti | Ottobre 2014: i carabinieri fanno irruzione in una villetta di Romano di Lombardia abitata da Mohammed Ammerti: nell'abitazione trovano più di 200mila euro in contanti e, nel bagagliaio di una Ford con targa francese appena entrata nel garage, sei chili di cocaina pura al 95%. La procura di Bergamo prosegue le indagini, verificando una sproporzione tra redditi dichiarati e valore dell'immobile: il 19 gennaio 2015 viene così disposto il sequestro della villa, col sospetto che possa essere stata acquistata anche grazie ai proventi della droga. Mohammed Ammerti, fratello di Ahmed, freddato a colpi di pistola nel suo bar di Cortenuova il 13 gennaio 2013, verrà condannato a cinque anni di reclusione con rito abbreviato. | Romano di Lombardia, Cortenuova | Pietro Tosca, Il fratello di Ahmed: «Volevano uccidere ma cercavano me», Corriere della sera – edizione Bergamo, 15 gennaio 2013; Pietro Tosca, Nel doppio fondo 6 chili di coca. L'ombra del Coconut sul traffico, Corriere della sera – edizione Bergamo, 11 ottobre 2014; Fabio Conti, Coca a domicilio per 1 milione: 3 arresti. Anche il fratello dell'ucciso al Coconut, L'Eco di Bergamo, 11 ottobre 2014; Katiuscia Manenti, È in cella per droga: sequestrata la villa, L'Eco di Bergamo, 23 maggio 2015 |
2014 | Un ristorante-bar su tre collegato alla mafia | «Abbiamo ragione di credere che fra Bresciano e Bergamasca sono uno su tre i bar o ristoranti collegati alla mafia». Sono le parole di Sandro Raimondi, procuratore aggiunto della procura di Brescia, pronunciate l'8 ottobre 2014 a Caravaggio durante un incontro promosso da Libera. | Provincia di Bergamo | Patrick Pozzi, Mafia al Nord, ramificata anche in bar e ristoranti, L'Eco di Bergamo, 17 ottobre 2014 |
2014 | Incendi di escavatori e cartucce di fucile | Il 12 ottobre 2014 a Simbario di Vibo Valentia in un cantiere della società “Cavalleri” di Dalmine vengono incendiati 5 mezzi da lavoro utilizzati per realizzare un lotto della strada statale 182. Il 29 ottobre 2014 sotto il tergicristallo dell'auto del direttore del cantiere calabrese verrà ritrovata una cartuccia di fucile esplosa. Il 30 aprile 2015 sarà arrestato un capocantiere della stessa “Cavalleri” con l'accusa di danneggiamento seguito da incendio e tentata estorsione con l'aggravante delle modalità mafiose. | Dalmine | Armando Di Landro, L'appalto da 35 milioni e il rogo. C'è la pista del pizzo non pagato, Corriere della sera – edizione Bergamo, 14 ottobre 2014; Aa. Vv., Il cantiere calabrese della Cavalleri. Altra intimidazione, crescono i controlli, L'Eco di Bergamo, 30 ottobre 2014; Fabio Paravisi, Incendi dolosi e minacce in stile mafioso. Arrestato capocantiere della «Cavalleri», Corriere della sera – edizione Bergamo, 30 aprile 2015; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, 1° semestre 2015, p. 241 |
2014 | Scarsa consapevolezza del fenomeno mafioso | Il 15 ottobre 2014 Gianluigi Dettori, sostituto procuratore di Bergamo, così spiega la scarsa attenzione al fenomeno mafioso in terra orobica: «Non c'è, a proposito della criminalità organizzata, una sufficiente sensibilità investigativa. Scoprire determinate sfaccettature del fenomeno dipende dalla dimestichezza che la magistratura ha con tali reati, e a Bergamo è più difficile che nelle regioni a tradizionale insediamento mafioso. Non si ha quella dimestichezza che spesso si acquisisce anche attraverso una consapevolezza sociale che matura quotidianamente». | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Le organizzazioni criminali in provincia di Bergamo: un modello pluralista, tesi di laurea triennale, Università degli studi di Milano, Facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali, anno accademico 2013/2014, p. 54 |
2014 | A Fontanella tra riciclaggio e commercialisti | Il 28 ottobre 2014, su richiesta della procura di Milano, vengono arrestare 13 persone ritenute appartenenti al clan Mancuso della ‘ndrangheta, che in Lombardia è rappresentato dal presunto boss Antonio Galati. I ricavi delle attività illecite venivano reinvestiti in alcune società, come la “Ta. St.” con sede a Fontanella, che gestiva un bar. Nell'inchiesta è coinvolto anche Paolo Zaninelli, commercialista di Fontanella, che avrebbe lavorato per imprese nel settore del movimento terra riconducibili ad Antonio Galati. | Fontanella | «Intimidazioni e violenza brutale». La ‘ndrangheta arriva in Bergamasca, L'Eco di Bergamo – edizione online, 29 ottobre 2014; Armando Di Landro, Il boss a processo: «Gambizzo i testimoni», Corriere della sera – edizione Bergamo, 29 ottobre 2014; Alessandro Bartolini, ‘Ndrangheta a Milano, da impiegati del fisco ad agenti: 13 in carcere, il Fatto Quotidiano – edizione online, 31 ottobre 2014 |
2014 | Due uomini incappucciati | Nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2014 a Treviglio si sviluppano due incendi, uno nella pizzeria “Tropy&Co” in via Calvenzano e l'altro nelle boutique “Moncashmere” in via Roma. Nel secondo caso l'origine è sicuramente dolosa. Dai filmati delle telecamere di vedono due uomini incappucciati cospargere con liquido infiammabile e appiccare il fuoco all'entrata del negozio di moda in pieno centro cittadino. | Treviglio | Fabrizio Boschi, Due incendi a Treviglio, notte di paura. Filmati gli autori del rogo alla boutique, L'Eco di Bergamo, 31 ottobre 2014; Fabrizio Boschi, I roghi a Treviglio. Dalle telecamere spunta l'auto dei due piromani, L'Eco di Bergamo, 1 novembre 2014 |
2014 | «La Brebemi è servita per interrare rifiuti» | «L'unico scopo al quale fino a questo momento è servita la BreBeMi è stato per interrare rifiuti». È l'importante dichiarazione resa da Roberto Pennisi, sostituto procuratore presso la Direzione nazionale antimafia, durante l'audizione del 4 novembre 2014 alla Commissione d'inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti. «Nel territorio bresciano si concentra un quantitativo estremamente rilevante di attività produttive e di attività produttive che producono rifiuti. Io, che curo da poco il collegamento con Brescia, spesso vado da Brescia a Napoli in ferrovia. La ferrovia corre parallelamente alla BreBeMi e io la vedo sempre vuota. Purtuttavia, a noi la BreBeMi è nota nella misura in cui ha formato oggetto di una validissima indagine della DDA di Brescia anche per traffico illecito di rifiuti. C'è tutto un fenomeno particolarmente complesso, che non si può esaurire in poche battute», ha aggiunto Pennisi. | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, XVII Legislatura, Audizione del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, Resoconto stenografico, pp. 26-27 |
2014 | Un altro incendio sospetto a Calcinate | Il 9 novembre 2014 all'alba brucia la “Green Flor” di Calcinate. Danni per circa un milione di euro. Si esclude un corto circuito perché l'impianto elettrico era scollegato. | Calcinate | Monica Armeli, Calcinate, incendio devasta la «Green Flor», L'Eco di Bergamo, 10 novembre 2014; Monica Armeli, Rogo delle serre. Filmati al setaccio in cerca di indizi, L'Eco di Bergamo, 11 novembre 2014 |
2014 | Cavernago, un tir pieno di droga | Quattrocento chilogrammi di hashish. È quanto scoprono – quasi casualmente – i carabinieri il 15 novembre 2014 a Cavernago: notando alcune persone scaricare un tir, i militari rinvengono l'ingente quantitativo di droga, per un valore che avrebbe raggiunto – una volta sul mercato – i due milioni di euro. Quattro persone vengono tratte in arresto: si tratta di due marocchini residenti tra Seriate e Mornico al Serio, di un francese e di uno spagnolo. I quattro patteggeranno nel febbraio 2015 una condanna a tre anni di reclusione. | Cavernago, Mornico al Serio, Seriate | Fabio Conti, Sul tir hashish per oltre 2 milioni. In cella in 4: avevano 17 telefonini, L'Eco di Bergamo, 16 novembre 2014 |
2014 | Maxi-operazione contro la ‘ndrangheta | Il 18 novembre 2014, nell'ambito dell'operazione Insubria, riguardante tre gruppi appartenenti alla ‘ndrangheta nel comasco e nel lecchese, vengono arrestate 40 persone per associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. Tra questi c'è Marco Condò, residente a Sotto il Monte, mentre Antonio Aldo Corsaro, residente a Palazzago, viene denunciato a piede libero. Nell'inchiesta sono stati riscontrati oltre 500 episodi di intimidazione ai danni di imprenditori e politici locali tra Como e Lecco. Simone Luerti, il Gip del Tribunale di Milano che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, afferma: «Si è superata la logica dell'infiltrazione e ad essa è subentrato il radicamento». | Sotto al Monte, Palazzago | Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di Adduci Angiolino + 43, Rgnr n. 45730/12, Rggip n. 12634/12 Rggip, giudice Simone Luerti, 14 novembre 2014 |
2014 | La gang degli albanesi | La droga, cocaina e marijuana, arrivava dall'Albania via nave, per poi essere smerciata in terra orobica. Il 27 novembre 2014 si chiude un'operazione, coordinata dalla Procura di Bergamo, che vede dieci persone finire in carcere e un'altra decina indagata a piede libero; al vertice dell'organizzazione, ritenuta una “gang albanese”, vi sarebbero i fratelli Ram e Dashamir Pepa. Chi non si piegava alle logiche del clan subiva violente ritorsioni: nel mirino degli inquirenti, oltre a casi di pestaggio, c'è anche uno strano caso di suicidio. Dal carcere, inoltre, Ram Pepa sarebbe riuscito a ottenere “clandestinamente” un cellulare grazie all'intervento del noto pregiudicato calabrese Antonio Monaco, che era residente a Ponteranica. | Ponteranica, Bergamo | Vittorio Attanà, Droga, sgominata la banda degli albanesi. Il boss parlava dal carcere col cellulare, L'Eco di Bergamo, 28 novembre 2014 |
2014 | Un altro tir carico di droga | Il 6 dicembre 2014, a Castelli Calepio, i carabinieri controllano un tir apparentemente carico di fiori. In realtà, i militari scoprono ben altro: undici chili di cocaina proveniente dai Paesi Bassi, per un valore di oltre 400mila euro. Finiscono in manette l'autista, originario di Latina, e un marocchino, sospettato di essere l'acquirente del carico. | Castelli Calepio | Vittorio Attanà, Claudia Mangili, «Fiori dall'Olanda». Ma sul tir spuntano 11 chili di cocaina. Blitz, due arrestati, L'Eco di Bergamo, 9 dicembre 2014 |
2014 | Ambivere, fiamme notturne nel cantiere | Due escavatori e un rullo compressore per movimento terra gravemente danneggiati, per un valore complessivo di circa 200mila euro. Nella notte tra 17 e 18 dicembre 2014, un incendio di probabile natura dolosa divampa in un cantiere edile di Ambivere. | Ambivere | Remo Traina, Appiccano il fuoco a tre macchinari edili, L'Eco di Bergamo, 19 dicembre 2014 |
2014 | Le slot irregolari | Nel 2014, gli occhi della Guardia di Finanza di Bergamo si sono posati spesso sul gioco d'azzardo illecito, con un bilancio non certo lieve: 117 controlli, 13 situazioni irregolari accertate, 47 persone denunciate e 44 slot machine sequestrate. | Bergamo | Gioco illegale e scommesse. Sequestrate 44 slot machine, L'Eco di Bergamo, 15 aprile 2015 |
2014 | Mafie autoctone e sodalizi stranieri | Nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia di Brescia, competente per le province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, datata gennaio 2015 e perciò relativa all'anno appena concluso, si evidenzia la particolare autonomia della ‘ndrangheta operante in questi territori: «Colpisce il fatto che le imponenti indagini che negli ultimi tempi si sono sviluppate sull'asse Reggio Calabria-Milano in materia di ‘ndrangheta, e che hanno colpito i territori di altri Distretti dell'Italia Settentrionale (Torino e Genova), non abbiano investito il territorio del Distretto di Brescia in termini di individuazione nel suo ambito di “locali” strutturati facenti capo al sistema della ‘ndrangheta reggina. In altri termini pare proprio che della Lombardia, intesa non in termini geografici bensì criminali, come distaccamento del crimine reggino in quella Regione, non faccia parte il territorio del Distretto di Brescia». Inoltre la relazione segnala «l'esistenza nel territorio del Distretto di fenomeni criminali organizzati connessi alla presenza di sodalizi di stranieri, spesso di etnie e nazioni diverse ma interagenti tra loro, il cui agire criminale inizia col traffico dei narcotici - svolto in grande stile - e poi prosegue con altre condotte delittuose che si alimentano dei proventi delle prime, proiettandole verso più elevate sfere dell'agire criminoso, sovrapponibile, dal punto delle sue dinamiche, a quello delle mafie autoctone». Infine, la DDA lancia l'allarme sul traffico di rifiuti «consumati ad alto livello, vuoi quanto alla tipologia dei lavori pubblici in cui si sono inseriti, che per la presenza di persone ricoprenti alti ruoli istituzionali raggiunte attraverso pratiche corruttive, le investigazioni in materia ambientale proseguono in un territorio particolarmente esposto a tale tipo di aggressioni criminali. Non meno, ed anzi forse più pericolose di quelle cui tanta attenzione si è dedicata, consumatesi in territorio campano; se non altro perché neppure il bagliore dei fuochi levantisi verso il cielo ha potuto segnalare la presenza di qualcosa di terribile nelle viscere della terra. E proprio per questo è richiesta, e di fatto si svolge, una investigazione di spessore ancora più consistente». | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2013 – 30 giugno 2014, gennaio 2015, pp. 437–39 |
2013 | Slot controllate dalla ‘ndrangheta | Un'operazione antimafia contro le slot truccate e 29 persone in manette, tra cui un bergamasco. Il 23 gennaio 2013, nell'ambito dell'inchiesta Black Monkey condotta dalla Dda di Bologna, viene infatti arrestato anche Giuseppe Mascheretti, residente a Torre de' Roveri. Al vertice dell'organizzazione ci sarebbe Nicola Femia, calabrese ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta, che avrebbe acquisito il controllo di diverse aziende nel settore delle slot, tra cui alcune società attive nella produzione delle schede telematiche riconducibili a Mascheretti; tali schede, tuttavia, non sarebbero state conformi alla legge, bensì capaci di eludere i controlli imposti dal ministero delle Finanze. Lo stesso gruppo di Femia procedeva all'individuazione delle sale gioco dove inserire i terminali illegali, provvedendo successivamente a riscuotere i proventi dell'attività illecita. Nel gennaio 2014 Mascheretti è stato condannato in primo grado con rito abbreviato a un anno e sei mesi di detenzione. | Torre de' Roveri | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2012 – 30 giugno 2013, gennaio 2014, pp. 395-96 e pp. 499-503; Armando Di Landro, Slot machine truccate. Imprenditore arrestato, Corriere della sera – edizione Bergamo, 24 gennaio 2013, Inchiesta Black Monkey, Femia a processo per associazione mafiosa, la Repubblica, 22 gennaio 2014. |
2013 | Dalmine, colpi d'arma da fuoco | Cinque colpi di pistola, tre che finiscono contro un'automobile. Il 26 gennaio 2013, a Dalmine in via Conte Ratti, qualcuno esplode diversi proiettili all'indirizzo di una villa abitata da una famiglia nomade attiva nella vendita di automobili. Si segue la pista dell'atto intimidatorio. | Dalmine | Fabiana Tinaglia, Dalmine, cinque spari nella notte. Si pensa ad una intimidazione, L'Eco di Bergamo – edizione online, 31 gennaio 2013 |
2013 | Il “milionario” di Ponteranica | Nel gennaio 2013 finisce in carcere Tonino Monaco, residente in una villa a Ponteranica. Eugenio Costantino, coinvolto nella vicenda della compravendita di voti in Regione Lombardia, racconta di aver lavorato, a partire dei primi anni ‘90, nella zona di Bergamo in società con esponenti di spicco della famiglia Piromalli, tra cui tale Tonino Monaco, che viene così presentato: «Il mio ex socio Tonino Monaco lo conoscono tutti, è il numero uno in assoluto, poi un giorno te lo presento, lui è milionario ed è lì a Bergamo…». | Ponteranica | Armando Di Landro, Carte scottanti distrutte, il boss si consegna, Corriere della sera – edizione Bergamo, 26 gennaio 2013; Tribunale di Milano, Ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di D'Agostino Giuseppe + 28, Rgnr n. 73990/10, Rggip n. 14548/10, giudice Alessandro Santangelo, 26 settembre 2012, p. 57 |
2013 | Riammessa una ditta nei lavori della Brebemi | Avere parenti in odore di mafia non è una prova delle infiltrazioni criminali e, quindi, non condanna all'esclusione dagli appalti pubblici. È il senso di una sentenza del Tar che nel marzo 2013 rimette in gioco la “Dma” di Castellammare di Stabia nei lavori della Brebemi. Ottenuto un subappalto dalla “Cavalleri”, azienda bergamasca, era stata poi allontanata per due informative antimafia della Prefettura di Bergamo. Il Tar dà ragione all'impresa che aveva presentato un ricorso. | Provincia di Bergamo | Giuliana Ubbiali, Mafia, impresa «assolta», Corriere della sera – edizione Bergamo, 23 marzo 2013 |
2013 | Gang cinese, un arresto anche a Bergamo | Il 20 marzo 2013, le manette scattano anche a Bergamo – oltre che a Milano, Torino, Cuneo e Prato – nell'ambito di una inchiesta della procura di Milano volta a sgominare un'organizzazione cinese dedita al traffico di droga, alle estorsioni e alle rapine. | Bergamo | Fabiana Tinaglia, Traffico di droga, cinesi nel mirino. Arresti anche nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo – edizione online, 20 marzo 2013; Ministero dell'Interno, Dipartimento della pubblica sicurezza, Relazione sull'attività delle forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata nell'anno 2013, febbraio 2015, p. 1072 |
2013 | Pasquale Locatelli, il «Copernico della cocaina» | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2012 – 30 giugno 2013, gennaio 2014, pp. 395-96 e pp. 499-503; Armando Di Landro, Slot machine truccate. Imprenditore arrestato, Corriere della sera – edizione Bergamo, 24 gennaio 2013, Inchiesta Black Monkey, Femia a processo per associazione mafiosa, la Repubblica, 22 gennaio 2014. | Almenno San Bartolomeo | Roberto Saviano, ZeroZeroZero, Feltrinelli, Milano, 2013 |
2013 | La banda del “Ragno”, tra usura e omertà | Un blitz, cinque arresti, un uomo in fuga. Il 17 aprile 2013 scatta un'operazione contro una banda di bergamaschi dedita a usura, estorsioni, rapine (si contesta persino il piano per un'evasione con esplosivo da un carcere sloveno). Secondo l'accusa, a capeggiarla c'è Giambattista Zambetti, originario di Monasterolo al Castello, soprannominato il “Ragno”, storico rapinatore della Val Cavalina, che sfugge alla cattura: riesce ad accorgersi dell'arrivo dei carabinieri grazie alle undici telecamere che circondano la sua villa a Esmate di Solto Collina, scappa nei boschi dietro casa e si consegna dopo due giorni di latitanza. Finisce in manette anche il figlio Mattia, già arrestato per una rapina in Slovenia. Zambetti era amico e “socio” in affari di Giovanni Ghilardi, l'imprenditore di Lonno trovato cadavere a Gessate nel 2010. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe agito nell'usura offrendo prestiti con tassi alle stelle a imprenditori in difficoltà; chi non rispettava le condizioni doveva subire pesanti conseguenze. I magistrati che si sono occupati del caso hanno manifestato il proprio sconcerto nel constatare il clima di omertà che circondava Zambetti: «Abbiamo riscontrato omertà nelle vittime dell'usura,ma genericamente anche nel tessuto locale». | Monasterolo del Castello | Dai furti d'auto alle rapine. Trent'anni passati in carcere, L'Eco di Bergamo, 27 marzo 2015; Maddalena Berbenni, I funghi e la romena del mistero. Quando il Ragno parlò di Ghilardi, Corriere della sera – Edizione Bergamo, 27 marzo 2015; Stefano Serpellini, Estorsioni e usura. Il Ragno rischia un mini ergastolo, L'Eco di Bergamo, 8 aprile 2015; Giuliana Ubbiali, Il «clan Zambetti»: estorsioni e usura, Corriere della sera – Edizione Bergamo, 19 aprile 2013; Giuliana Ubbiali, Fuggito dalla villa con 11 telecamere: «Un intimidatore spregiudicato», Corriere della sera – Edizione Bergamo, 19 aprile 2013; Stefano Serpellini, «Sconcerta il clima di omertà non solo tra le vittime», L'Eco di Bergamo, 19 aprile 2013; Tribunale di Bergamo, Sezione penale del dibattimento, Sentenza nella causa penale contro Zambetti Giov. Battista + 4, sent. N. 1083/15, presidente Antonella Bertoja, 8 aprile 2015 |
2013 | Nella Bergamasca odor di sangue e di soldi sporchi | Il 19 aprile 2013, all'indomani del blitz contro la “banda del Ragno”, sulle colonne dell'edizione bergamasca del Corriere della Sera il giornalista Pino Belleri cerca di aprire gli occhi ai lettori e di scuotere la cittadinanza: «È ora di accettare, senza rassegnazione, l'idea che la Bergamasca non è provincia a tenuta stagna, ma esposta, infiltrata da malavita e generatrice essa medesima di malavita ad alta aggressività e di malaffare. C'è un pezzo di Casal di Principe da noi, è sotto gli occhi di tutti, c'è odor di sangue e di soldi sporchi anche nelle nostre valli e nella nostra pianura. È brutto da constatare e da dire, ma sarebbe sciagurato non voler vedere e non dirselo. E quel che è peggio, se possibile, è verificare che una parte del fetido pasto alla banda (primo, secondo e champagne) veniva garantito da imprenditori immaginiamo rispettabili e invidiati, in gran parte operanti nel settore edile, che chiedevano e ricevano prestiti dai 20.000 ai 500.000 euro con tassi di usura mensili dal 10 al 20 per cento. Una piaga, una vergogna, anche questa, che credevamo peculiare di realtà estranee al nostro tessuto sociale. E sbagliavamo». | Provincia di Bergamo | Pino Belleri, Un vento strano in Val Cavallina, Corriere della sera – edizione Bergamo, 19 aprile 2013 |
2013 | La revoca dei subappalti per la TAV | Nel maggio del 2013 è stata confermata dal Tar la revoca (a seguito di una segnalazione della Prefettura di Bergamo) di due subappalti da oltre 5 milioni di euro per la realizzazione del tratto Brescia-Treviglio della TAV ad un'impresa di Parma per il rischio di infiltrazioni mafiose. | Treviglio | Appalti e mafia. Ditta sospetta fuori dalla Tav., L'Eco di Bergamo, 13 maggio 2013 |
2013 | Grassobbio, due incendi in tre mesi | Il primo incendio scoppia, originandosi da punti diversi, il 7 maggio 2013, poi un secondo rogo s'innesca per cause misteriose il 16 luglio 2013. Succede a Grassobbio, alla “Policarta-Eurorecuperi”, azienda operante nello smaltimento di rifiuti. | Grassobbio | Grassobbio, incendio alla Policarta, Corriere della sera – edizione Bergamo (online), 7 maggio 2013; Maddalena Berbenni, Rogo misterioso nella notte. Cartiera distrutta, operai a casa, Corriere della sera – edizione Bergamo, 17 luglio 2013 |
2013 | Costa Volpino, bar in fiamme e sospetti | Sembra essere dolosa l'origine dell'incendio che il 13 maggio 2013 distrugge il “Barracuda”, locale tra Costa Volpino e Pisogne. I danni, con la devastazione della veranda, ammontano a diverse migliaia di euro. | Costa Volpino | Roberto Clemente, Fiamme devastano il Barracuda. Sul rogo c'è l'ombra del dolo, L'Eco di Bergamo – edizione online, 15 maggio 2013; Alice Biolghini, Le fiamme distruggono il Barracuda Food & Drink. E' un incendio doloso, BergamoNews.it, 14 maggio 2013 |
2013 | Le tangenti agli amministratori | Il 15 maggio 2013 vengono arrestati due bergamaschi (A . G . di Bergamo e Massimo D'Anzuoni di Carvico), che secondo la Dia di Milano erano intermediari del pagamento di tangenti a due Assessori del comune di Trezzano. Si voleva modificare il Pgt, facendo spostare la collocazione di un asilo per realizzare un parcheggio al servizio di un centro commerciale. Nel mese di maggio è invece rinviato a giudizio il costruttore Gianbattista Begnini di Cologno al Serio, con l'accusa di aver concordato con Edoardo Sala, sindaco di Cassano d'Adda nel 2007, il pagamento di una tangente di 50 mila euro per ottenere il permesso di aprire alcuni locali commerciali. | Cologno al Serio | Fabiana Tinaglia, Maxi–blitz anticorruzione, 8 arresti. Mazzette, arrestati due bergamaschi, L'Eco di Bergamo – edizione online, 14 maggio 2013; Armando Di Landro, «Ci sono tante bocche da sfamare», Corriere della sera – edizione Bergamo, 16 maggio 2013; Emanuele Roncalli, Tangenti, il ruolo dei bergamaschi: «Artefici degli accordi corruttivi», L'Eco di Bergamo – edizione online, 15 maggio 2013; Mazzette per l'hotel a Cassano. Il pm chiede 32 mesi per Begnini, L'Eco di Bergamo – edizione online, 25 novembre 2014; Marinella Rossi, Cassano, mazzette all'ex sindaco Sala: «Condannate quegli imprenditori», Il Giorno – edizione Martesana, 25 novembre 2014; Condannato il costruttore Begnini. «Pagò una mazzetta»: 26 mesi, L'Eco di Bergamo – edizione online, 16 dicembre 2014; Barbara Calderola, Tangenti a Cassano, danno d'immagine da mezzo milione, Il Giorno – edizione Martesana, 21 novembre 2015 |
2013 | Il racket dei parcheggi per l'aeroporto | Otto episodi di intimidazione in 15 mesi: dalle rapine ai proiettili sparati alle gambe del gestore, dagli incendi ai veicoli alla bomba carta fatta esplodere davanti all'ingresso del parcheggio. Partendo da questi fatti gli inquirenti il 22 maggio 2013 hanno fatto arrestare tre persone residenti a Bergamo, Brusaporto e Gazzaniga, che hanno tentato – con metodi tipicamente mafiosi – di diventare i gestori di un parcheggio di autoveicoli nei pressi dell'aeroporto di Orio al Serio. | Orio al Serio, Bergamo, Brusaporto, Gazzaniga | Armando Di Landro, Parcheggi a Orio, l'ombra del racket, Corriere della sera – edizione Bergamo, 12 dicembre 2012; Armando Di Landro, «Pressioni per vendere il parking», Corriere della sera – edizione Bergamo, 13 dicembre 2012; Fabio Conti, Racket dei parcheggi di Orio: tre arresti. Le rapine, gli incendi e l'aggressione, L'Eco di Bergamo, 25 maggio 2013; Giuliana Ubbiali, Parking connection a Orio, tre arresti, Corriere della sera – edizione Bergamo, 25 maggio 2013; Armando Di Landro, Il presunto gambizzatore di Orio arrestato a Caserta per camorra, Corriere della sera – edizione Bergamo, 29 maggio 2013; Fly Parking, per i roghi e gli agguati 19 anni di condanne ai 4 imputati, L'Eco di Bergamo, 27 novembre 2014; Fly parking, in appello due assolti e pene ridotte, L'Eco di Bergamo, 5 novembre 2015 |
2013 | Il sequestro della frutta | Il 23 maggio 2013 a Treviglio e a Mozzanica sono poste sotto sequestro due aziende, riconducibili ad Antonio Ciappina, già arrestato a Caravaggio nel giugno 2010, per associazione mafiosa ed estorsione. In realtà della società di Treviglio (la “Diana Pallet”) si sono perse le tracce, mentre a Mozzanica gli inquirenti hanno sequestrato il negozio “Outlet della frutta”, gestito da Stefania Cotugno, moglie di Ciappina. | Treviglio | ‘Ndrangheta, sequestri a Treviglio e Mozzanica, Corriere della sera – edizione Bergamo (online), 23 maggio 2013; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2013, p. 74 |
2013 | Il sequestro di un immobile del boss | Il 24 maggio 2013 a Filago viene sequestrato un immobile riconducibile alle attività del boss mafioso Salvatore Mancuso: si tratta di 3 appartamenti, 1 locale commerciale, 4 box e un terreno. | Filago | Roberto Clemente, Ancora l'ombra della ‘ndrangheta. Palazzina sequestrata a Filago, L'Eco di Bergamo – edizione online, 25 maggio 2013; Armando di Landro, Filago, sequestrata palazzina a boss calabrese dell'usura, Corriere della sera – edizione Bergamo, 25 maggio 2015 |
2013 | l'arresto del “professore” | Il 29 maggio 2013 a Lovere è arrestato (e successivamente rilasciato) Ennio Ferracane, detto il “professore”, perché aveva insegnato fino al 1997 in una scuola media superiore del paese. È accusato di aver fatto da “consulente” a Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo condannato per mafia, nella costituzione di società di comodo che hanno permesso un'evasione fiscale di milioni di euro. | Lovere | Massimo Ciancimino in cella. Arrestato anche il suo consulente orobico, Corriere della sera – edizione Bergamo (online), 29 maggio 2013; Marco Sanfilippo, Arrestato a Lovere il «professore». Tecnico di fiducia di Ciancimino, L'Eco di Bergamo – edizione online, 30 maggio 2013; Marco Sanfilippo, Caso Ciancimino, niente indizi: scarcerato il «professore» di Lovere, L'Eco di Bergamo – edizione online, 6 giugno 2013 |
2013 | Sarnico, salta per aria un negozio di abbigliamento | La nuova gestione aveva preso in mano l'attività solo da un paio di settimane, poi le fiamme. Tra il 9 e il 10 luglio 2013, il negozio di abbigliamento “Icaro” di Sarnico viene distrutto da un rogo molto probabilmente di origine dolosa. Nel 2012 l'attività era finita al centro dell'attenzione dei media per aver dato lavoro a Renato Vallanzasca, che aveva ottenuto il beneficio del lavoro diurno. | Sarnico | Incendio doloso: distrutto «Icaro». Nel negozio lavorò Vallanzasca, L'Eco di Bergamo – edizione online, 10 luglio 2013; Fabio Paravisi, Fuoco al negozio. Ci lavorò Vallanzasca, Corriere della sera – edizione Bergamo, 11 luglio 2013 |
2013 | Un narcotrafficante olandese a Solto Collina | Secondo gli inquirenti, poteva importare una tonnellata di hashish o marijuana al mese. Per Hol Antonides, cittadino olandese con residenza a Riva di Solto, le manette scattano l'11 luglio 2013 all'aeroporto di Orio al Serio, un attimo prima di imbarcarsi su un volo per il Belgio. Probabilmente, sospettano i carabinieri, aveva sentito “il fiato sul collo”: due mesi prima, infatti, i carabinieri avevano arrestato Massimiliano Blam, originario di Darfo Boario, considerato “sodale” di Antonides. Nella stessa organizzazione, capace di muovere ingentissime partite di droga, secondo l'accusa ci sarebbero altri tre uomini originari di Costa Volpino. | Orio al Serio, Riva di Solto, Costa Volpino | Arrestato a Orio grosso trafficante di droga, Corriere della sera – edizione Bergamo (online), 12 luglio 2013; Armando Di Landro, Al boss olandese di Riva di Solto una tonnellata di droga al mese, Corriere della sera – edizione Bergamo, 2 marzo 2014 |
2013 | Jimmy Ruggeri ucciso da due killer | Il 28 settembre 2013, a Castelli Calepio, viene ucciso a colpi di pistola Jimmy Ruggeri, fratello dell'ex presidente dell'Atalanta. Ad agire sono due killer con caschi integrali neri su una moto da fuoristrada. Si sono avvicinati alla vittima: prima il passeggero gli ha sparato dalla moto, poi lo ha raggiunto a piedi e lo ha finito con un colpo alla testa, quando Jimmy Ruggeri era già steso a terra. Un'esecuzione che – almeno in apparenza – evidenzia un classico metodo mafioso. La vittima aveva precedenti penali ed era stato in carcere per frode fiscale. Gli inquirenti registreranno una certa omertà durante le indagini. | Castelli Calepio | Giuliana Ubbiali, Esecuzione in piena regola: quattro spari, uno alla nuca, Corriere della sera – edizione Bergamo, 29 settembre 2013; Maddalena Berbenni, «Il colpo di grazia, come nei film», Corriere della sera – edizione Bergamo, 29 settembre 2013; Armando Di Landro, Un amico di Jimmy: gliel'hanno giurata, Corriere della sera – edizione Bergamo, 5 ottobre 2013; Giuliana Ubbiali, «C'è omertà sull'omicidio di Jimmy Ruggeri», Corriere della sera – edizione Bergamo, 29 settembre 2014; Armando Di Landro, Su Jimmy sentiti 150 testimoni: «L'omertà piaga anche al Nord», Corriere della sera – edizione Bergamo, 30 settembre 2014 |
2013 | Roghi e ordigni sospetti | Il 7 novembre 2013 a Cene viene incendiato il villino di Gianfranco Gamba, imprenditore del settore tessile, tester chiave nell'inchiesta su Benvenuto Morandi, sindaco di Valbondione, operatore finanziario indagato e successivamente arrestato per appropriazione indebita aggravata per svariati milioni di euro. Quattro giorni dopo un rogo viene appiccato anche alla sede della “Stamperia Valseriana”, un fornitore di Gamba. Il 21 gennaio 2014 a Gazzaniga nel giardino della villa della famiglia Gamba viene lanciato un ordigno esplosivo. Il 27 maggio 2014 si ripete lo stesso rituale: nel giardino della villa viene lanciato un altro ordigno esplosivo. | Cene, Valbondione, Gazzaniga | Marta Todeschini, Cene, brucia il villino di Gamba. Nuovo giallo sul caso Valbondione, L'Eco di Bergamo – edizione online, 8 novembre 2013; Monte Bue e stamperia. Doppio rogo in 4 giorni e un dubbio: collegati?, L'Eco di Bergamo, 14 novembre 2013; Gamba, terza intimidazione. È costretto a cambiare casa, L'Eco di Bergamo – edizione online, 27 gennaio 2014; Ancora una bomba a villa Gamba. Nessun ferito, indagano i carabinieri, L'Eco di Bergamo – edizione online, 28 maggio 2014 |
2013 | Rapinatori e piromani | Il 12 dicembre 2013 a Grumello del Monte viene incendiato un magazzino della “Europallets”. Secondo gli inquirenti, prima di appiccare il fuoco, i presunti responsabili – Marco Tassetti di Sorisole ed Ermanno Boffetti di Bergamo, due rapinatori storici arrestati dai carabinieri – si sarebbero appropriati dei documenti contabili. | Grumello del Monte | Grumello, bancali in fumo. Trovate le taniche, l'ombra del dolo, L'Eco di Bergamo – edizione online, 13 dicembre 2013; l'arresto dei piromani di Grumello: «Per noi è la fine di un incubo», L'Eco di Bergamo – edizione online, 24 aprile 2014; Rogo a Grumello: presi i piromani. Sorpresa, sono rapinatori storici, L'Eco di Bergamo – edizione online, 24 aprile 2014 |
2012 | Costa Volpino, bar in fiamme | Per i carabinieri la pista è quella dell'incendio doloso. Nella notte tra 24 e 25 gennaio 2012, le fiamme distruggono il bar “Punto G” di Costa Volpino; già nella mattinata del 24, peraltro, la titolare aveva riscontrato un principio di incendio. | Costa Volpino | Rogo doloso distrugge il bar Punto G a Costa Volpino, BergamoNews.it, 25 gennaio 2012; Roberto Clemente, Costa Volpino, incendio doloso: completamente distrutto un bar, L'Eco di Bergamo – edizione online, 25 gennaio 2012 |
2012 | «O paghi o bruciamo tutto». E qualche mese dopo... | Il 3 febbraio 2012 vengono arrestati Francesco Nocera e Nicholas Montagnese, che il 31 gennaio 2012 avevano cercato di estorcere denaro ai titolari della “M.T. Service” di Suisio. Di fronte ad un rifiuto e alla minaccia di chiamare i carabinieri, Nocera – che era sottoposto ad intercettazione – ha replicato: «Chiamate a chi volete, io vi brucio tutto!». Nella notte tra 26 e 27 dicembre 2012, un rogo dalle cause non chiare scoppia nei pressi della “M.T. Service”: cinque veicoli vengono completamente distrutti dalle fiamme, i danni superano i 50mila euro. Coincidenze? | Suisio | Tribunale civile e penale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale con decreto di sequestro preventivo nei confronti di Bellocco Umberto + 13, Rgnr n. 35322/2012, Rggip n. 9389/2012, giudice Giuseppe Gennari, 12 novembre 2012, pp. 330–31; Tinaglia F., Cinque veicoli in fiamme. Suisio, danni oltre i 50 mila euro, L'Eco di Bergamo – edizione online, 27-12-2012 |
2012 | Il “pizzo” lombardo e bergamasco | Nell'ultimo rapporto di Sos Impresa sono stimati oltre 16 mila i commercianti vittime di estorsioni e usura in Lombardia. Il 20 aprile 2012 a Ponte San Pietro Lino Busà, presidente del coordinamento nazionale di Sos Impresa, ha dichiarato che nella provincia di Bergamo i commercianti vittime di usura ed estorsione sono oltre mille. | Provincia di Bergamo | Intervento Racket e usura in Lombardia e a Bergamo, Ponte San Pietro, 20 aprile 2012 |
2012 | Taleggio, incendiato caterpillar | Il 3 aprile 2012, a Taleggio, nei pressi del cantiere della centrale idroelettrica, le fiamme avvolgono un caterpillar della “Edil Muntil”. Le prime indagini vanno nella direzione della natura dolosa del rogo: il cancello del cantiere è stato forzato e sotto l'escavatore è stato trovato l'innesco per l'incendio. | Taleggio | Marco Sanfilippo, Taleggio: un escavatore in fiamme. L'incendio è stato doloso, L'Eco di Bergamo – edizione online, 4 aprile 2012 |
2012 | Impegnati nell'operazione antidroga a Palermo | Un'indagine che passa anche dalla provincia orobica. Anche la Squadra mobile di Bergamo è infatti impegnata il 9 maggio 2012 nell'operazione Monterrey, coordinata dalla Procura di Palermo, che porta all'arresto di 34 persone e al sequestro di mezza tonnellata di droga. L'inchiesta porta alla luce un gruppo composto da membri di cosa nostra e della camorra, in contatto con narcotrafficanti venezuelani. L'indagine è nata da una segnalazione della Dea, l'agenzia antidroga statunitense. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2012, p. 31 |
2012 | Isso, un incendio sospetto e un precedente | Danni per 100 mila euro, un camion e un rimorchio distrutti, il ricordo di un precedente analogo. Tra il 12 e il 13 maggio 2012, le fiamme scoppiano nella “Autotrasporti Nazionali Mario Cantù” di Isso, con conseguenze pesanti per l'azienda; già nel 2005, un incendio di sospetta natura dolosa aveva mandato in fumo quattro veicoli della stessa società. | Isso | Fabiana Tinaglia, Isso, rogo in una ditta di autotrasporti. Forse c'è il dolo, 100 mila euro di danni, L'Eco di Bergamo – edizione online, 13 maggio 2012; Incendio doloso nella notte, in fiamme quattro mezzi, BergamoNews.it, 13 maggio 2012 |
2012 | La difesa del territorio | Il 23 maggio 2012 al liceo Falcone di Bergamo un poliziotto della Squadra Mobile di Palermo, mostrando agli studenti una mappa della presenza delle famiglie della ‘ndrangheta in bergamasca (Facchineri, Bellocco e Mazzaferro), afferma: «L'unica prevenzione è che ogni cittadino difenda il territorio. Dove ci sono troppi centri commerciali, cinema multisala, ipermercati, dove vengono rilasciate troppe licenze edilizie rispetto al fabbisogno locale, lì ci si deve insospettire». | Bergamo | «Mafia a Bergamo, ecco le famiglie. Vigilate anche voi», L'Eco di Bergamo, 25 maggio 2012 |
2012 | Gli usurai bergamaschi | Il 27 giugno 2012 la Dia di Milano arresta quattro pregiudicati accusati di estorsioni ed usura. L'imprenditore Augusto Agostino, già coinvolto in vicende di ‘ndrangheta, li chiamava “il gruppo dei bergamaschi”. Erano capeggiati da Dario Pandolfi, nato a Palosco e residente a Montello. Sono stati sequestrati diversi immobili, tra i quali un ufficio commerciale e tre appartamenti nel comune di Brembate e successivamente un appartamento a Fara Gera d'Adda. | Fara Gera d'Adda, Palosco, Brembate, Montello | Fabio Conti, Usura sull'asse Bergamo–Milano. La Dia sequestra 2,5 milioni di euro, 21 dicembre 2012; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2012, pp. 122-23 |
2012 | Armi e droga | Il 28 giugno 2012 in Lombardia vengono arrestate 22 persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga e al commercio illegale di armi. Nelle operazioni sono state coinvolte le province di Bergamo, Varese e Milano. | Provincia di Bergamo | Fabiana Tinaglia, Droga e armi in Lombardia. Maxi operazione nella Bergamasca, L'Eco di Bergamo – edizione online, 28 giugno 2012 |
2012 | Carobbio degli Angeli, spari contro casa | Sei colpi di pistola contro casa. Il 10 luglio 2012, diversi proiettili vengono esplosi contro l'abitazione di un commercialista di Carobbio degli Angeli: gli inquirenti seguono la pista dell'atto intimidatorio. | Carobbio degli Angeli | Carobbio, sei colpi di pistola contro casa di un commercialista, BergamoNews.it, 11 luglio 2012 |
2012 | Ndranghetista trova rifugio a Bergamo | Con un volo era atterrato all'aeroporto di Orio al Serio, poi aveva trovato rifugio in provincia di Bergamo per qualche giorno. Angelo Macrì, latitante della ‘ndrangheta ricercato per omicidio (nel 2016 verrà condannato in Appello all'ergastolo), viene arrestato il 3 agosto 2012 in Friuli, ma la caccia all'uomo era partita proprio dalla provincia bergamasca, dove i carabinieri lo hanno monitorato, pedinando anche le persone a lui vicine; inizialmente sfuggito alla cattura, la sua fuga finisce a Latisana, in provincia di Udine. | Orio al Serio | Ndrangheta: arrestato in Friuli latitante Angelo Macrì, AGI, 3 agosto 2012; Reggio: omicidio Frisina, ergastolo confermato in Appello ad Angelo Macrì, Strill.it, 29 febbraio 2016 |
2012 | La piazza di Bergamo | Il 9 ottobre 2012 viene arrestato Domenico Zambetti, Assessore regionale alla casa, con l'accusa di aver comprato dai clan della ‘ndrangheta 4 mila voti di preferenza. In una telefonata intercettata il boss Ernesto Costantino afferma: «Lì abbiamo sempre guadagnato bei soldi, no? Adesso ci riprendiamo la piazza di Bergamo». | Bergamo | Tribunale di Milano, Ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di D'Agostino Giuseppe + 28, Rgnr n. 73990/10, Rggip n. 14548/10, giudice Alessandro Santangelo, 26 settembre 2012, p. 82 |
2012 | Verdellino, autofficina in fiamme | Tra 16 e 17 ottobre 2012, a Verdellino, il capannone di un'autofficina viene avvolto dalle fiamme, arrecando gravi danni alla struttura e coinvolgendo anche sei veicoli. L'ipotesi è di un'origine dolosa del rogo; il capannone, peraltro, nei mesi precedenti era finito nel mirino delle forze dell'ordine per episodi di ricettazione e lavoro nero. | Verdellino | Fabiana Tinaglia, Verdellino, brucia un capannone. Danni ingenti, si sospetta il dolo, L'Eco di Bergamo – edizione online, 17 ottobre 2012 |
2012 | Droga della ‘ndrangheta, arresti anche a Bergamo | Cinquantadue ordinanze di custodia cautelare tra Milano, Varese e Bergamo. È il bilancio di un'operazione conclusa dal Ros dei carabinieri il 18 ottobre 2012 contro un'organizzazione dedita al narcotraffico internazionale, con l'aggravante delle finalità mafiose. Il gruppo sarebbe collegato a cosche reggine della ‘ndrangheta, il particolare col clan Pelle; la droga veniva importata da Colombia ed Ecuador. | Provincia di Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, luglio-dicembre 2012, p. 98 |
2012 | Pino Romano ancora in manette | Un nuovo arresto. Per Giuseppe “Pino” Romano, già coinvolto nell'operazione ‘Nduja, le manette scattano ancora il 28 novembre 2012, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Brescia. Secondo l'accusa, Romano avrebbe preso parte - insieme ad Antonio Seminara, anch'egli indagato nell'ambito dell'operazione ‘Nduja - a un'attività estorsiva ai danni di un'impresa di costruzioni di Orzinuovi (Brescia). Nelle intercettazioni, secondo gli inquirenti Pino Romano si sarebbe quasi “vantato” delle pesanti condanne gravanti sulle sue spalle. | Romano di Lombardia | Wilma Petenzi, Romano il boss «pericoloso», Corriere della sera – edizione Bergamo, 29 novembre 2012; Wilma Petenzi, «I soldi o spariamo». La ‘ndrangheta nei cantieri bresciani, Corriere della sera – edizione Brescia, 29 novembre 2012 |
2012 | l'operazione Blue Call e i nomi “bergamaschi” | Dalla provincia di Milano a Bergamo, il richiamo è veloce. Nell'autunno 2010, la “Blue Call”, importante azienda di Cernusco sul Naviglio che opera nel ramo dei call center (quell'anno, il fatturato sarà di 13 milioni di euro), inizia a subire pressioni estorsive da parte di un clan di Isola Capo Rizzuto; i due titolari, Andrea Ruffini e Tommaso Veltri, scelgono allora di chiedere la protezione di un altro clan di ‘ndrangheta: il consiglio arriva direttamente da un commercialista loro consulente, Emilio Fratto, che li mette in contatto con il clan dei Bellocco, in particolare con Umberto Bellocco, già coinvolto nell'operazione ‘Nduja; un ruolo importante sarà inoltre esercitato da Carlo Antonio Longo, calabrese ritenuto il “procacciatore” d'affari dei Bellocco al Nord, in quel periodo con residenza in via XX settembre a Bergamo, già arrestato nel 2002 per un'inchiesta sul traffico di cocaina in Bergamasca (nonché “sfiorato” dalla stessa operazione ‘Nduja) insieme a Rocco Panetta, altro personaggio coinvolto nell'affare della “Blue Call”. In breve tempo, però, la situazione precipita: i Bellocco acquisiscono rapidamente quote della società, estromettono i vecchi proprietari e “spolpano” l'azienda. Nel novembre 2012 magistratura e forze dell'ordine chiudono il cerchio: scattano 23 arresti; Fratto finirà in manette solo nell'agosto 2013, quando sarà catturato a Londra. | Bergamo | Tribunale civile e penale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale con decreto di sequestro preventivo nei confronti di Bellocco Umberto + 13, Rgnr n. 35322/2012, Rggip n. 9389/2012, giudice Giuseppe Gennari, 12 novembre 2012; Giampiero Rossi, La regola. Giorno per giorno la ‘ndrangheta in Lombardia, Laterza, Roma-Bari, 2015, pp. 117-23 |
2012 | Il rapporto della Commissione parlamentare | Un approfondito lavoro sulla situazione della provincia di Bergamo. È ciò che emerge dalla lettura della relazione sulla Lombardia presentata in Commissione d'inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti il 12 dicembre 2012. Sono stati toccati i temi dell'inchiesta sulla Brebemi, sulla discarica di amianto di Cappella Cantone, sui rapporti della “Locatelli” con la “P&P” della cosca Paparo, nonché molte altre operazioni minori sul tema della criminalità ambientale. Viene inoltre sottolineata la dichiarazione di Silvia Bonardi, sostituto procuratore della Repubblica di Brescia, che nell'audizione del 27 marzo 2012 ha riferito dell'esistenza di rapporti «anomali» tra Locatelli e alcuni dirigenti dell'Arpa di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, XVI Legislatura, Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lombardia, 12 dicembre 2012; la dichiarazione di Silvia Bonardi è a p. 181 |
2012 | Bergamo ricicla i soldi della camorra | Il 18 dicembre 2012 a Bergamo viene arrestato Umberto Ambrosio con l'accusa di riciclare per la camorra i soldi delle attività criminali. Ad Ambrosio facevano capo otto società soprattutto nel settore della moda e gestiva negozi e locali a Bergamo, Albino, Calusco, Ciserano, Clusone, Curno, Osio Sotto e Romano. L'Eco di Bergamo titola: Camorra e ditte, Bergamo crocevia. | Bergamo, Albino, Calusco d'Adda, Ciserano, Clusone, Curno, Osio Sotto, Romano di Lombardia | Tribunale di Napoli, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, VIII sezione, Ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di Bifulco Biagio + 35, giudice Egle Pilla; Fabio Conti, Camorra e ditte, Bergamo crocevia, L'Eco di Bergamo, 20 dicembre 2012 |
2011 | Carobbio, una villetta in fiamme | Evidenti tracce di liquido infiammabile. È quello che scoprono i vigili del fuoco in una villetta di Carobbio degli Angeli in cui il 13 febbraio 2011 scoppia un incendio. Secondo gli inquirenti, l'incendio doloso potrebbe essere maturato nell'ambito di una rivalità tra famiglie nomadi. | Carobbio degli Angeli | Fabiana Tinaglia, Rogo doloso in una villa a Carobbio. Pompieri al lavoro tutta la notte, L'Eco di Bergamo – edizione online, 14 febbraio 2011; Faida tra famiglie rom, incendiata villetta nel bergamasco, AGI, 14 febbraio 2011; Guerra tra rom, rogo doloso e casa inagibile, BergamoNews.it, 13 febbraio 2011 |
2011 | Un ricercato della Sacra corona unita a Bergamo | Ricercato come appartenente alla Sacra corona unita, aveva trovato rifugio a Bergamo. Poi, il 15 febbraio 2011, la scelta di costituirsi direttamente al carcere di via Gleno: finisce così la latitanza di Gaetano Leo, originario di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi; la moglie di Leo, peraltro, avrebbe gestito un ristorante nella nostra provincia. | Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2010 – 30 giugno 2011, dicembre 2011, p. 527; Sacra corona unita, ricercato si costituisce a Bergamo, BergamoNews.it, 16 febbraio 2011 |
2011 | L'allarme di Mario Draghi | L'11 marzo 2011 Mario Draghi a proposito delle disposizioni anti riciclaggio dichiara: «il sistema finanziario italiano si sta gradualmente conformando alla disciplina: siamo passati da 12.500 segnalazioni nel 2007 a 37.000 nel 2010. Professionisti e altri operatori sono meno solerti: i potenziali segnalanti avvocati, notai, commercialisti, sarebbero diverse centinaia di migliaia, ma nel 2010 sono pervenute solo 223 segnalazioni». Inoltre, Mario Draghi ha affermato che tra il 2004 e il 2009 le denunce per associazione mafiosa in Lombardia sono concentrate per 4/5 nelle province di Milano, Bergamo e Brescia. | Provincia di Bergamo | Per una cultura della legalità: seminari interuniversitari sulle mafie nelle regioni settentrionali, Le mafie a Milano e nel Nord: aspetti sociali ed economici, intervento del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, Università degli studi di Milano, 11 marzo 2011, p. 3 |
2011 | Le diottrie di Ettore Pirovano | Il Presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano, nonché senatore della Lega Nord, interpellato a proposito delle parole di Mario Draghi ribatte: «La mafia a Bergamo? Io in provincia non ho mai visto una coppola». | Provincia di Bergamo | Libera: “A Bergamo la mafia è di casa”. Ma la Lega: “Mai vista una coppola”, Affaritaliani.it, 14 marzo 2011 |
2011 | La mafia dei subappalti | A metà marzo del 2011 si tiene un incontro tra il prefetto di Bergamo Camillo Andreana e i rappresentanti dei sindacati confederali. A chiedere il confronto in Prefettura sono le organizzazioni sindacali dopo la conferma del Ministero degli Interni dell'allontanamento, per sospetti legami con associazioni malavitose, di 13 imprese che erano entrate nella catena dei subappalti dei cantieri di Brebemi e Pedemontana. | Bergamo | Brebemi e Pedemontana: Prefetto incontra sindacati: “Vigileremo”, Il Giorno, 17 marzo 2011 |
2011 | Di fronte alla carovana antimafie | L'1 aprile 2011 la Carovana internazionale antimafie fa tappa a Bergamo e viene ricevuta dal presidente del Consiglio Comunale, il leghista Guglielmo Redondi, il quale afferma: «La legalità è nella nostra cultura di bergamaschi, scalfita però dall'arrivo di altre culture nazionali e internazionali, che stanno minando il nostro vivere civile. La speranza è legata all'assetto federale, che faciliterà il controllo e l'isolamento delle ‘mele marce'». Nella stessa sede il sindaco Tentorio dichiara: «Ho comunque molta fiducia nei bergamaschi, che hanno valori contrari e impermeabili alla mafia». La carovana fa poi tappa a Treviglio, dove Sabino Del Balzo, direttore del Consorzio BBM, che provvede alla realizzazione del tracciato autostradale, dichiara: «Nei cantieri Brebemi l'infiltrazione mafiosa è completamente assente». L'Eco di Bergamo titola: «Bergamo è impermeabile alla mafia» e «Nei cantieri Brebemi nessuna infiltrazione». | Treviglio, Bergamo | Benedetta Ravizza, «Bergamo è impermeabile alla mafia», L'Eco di Bergamo, 2 aprile 2011; Fabrizio Boschi, «Nei cantieri Brebemi nessuna infiltrazione», L'Eco di Bergamo, 2 aprile 2011 |
2011 | Bergamo, un incendio sospetto | Qualcuno, probabilmente, ha scavalcato la recinzione e ha cosparso diversi veicoli di liquido infiammabile, prima di appiccare il fuoco. Nella notte tra 20 e 21 aprile 2011, un incendio di probabile origine dolosa scoppia nell'officina “Festa & Crippa” di Bergamo, in via dell'Industria, quartiere Colognola. Il rogo distrugge due automobili e un furgone. | Bergamo | Emanuele Roncalli, Rogo doloso da «Festa & Crippa». Danni ad auto, moto e un furgone, L'Eco di Bergamo – edizione online, 21 aprile 2011 |
2011 | Professionisti contro dilettanti | Nel giugno 2011 nell'aula bunker di Ponte Lambro inizia il processo Infinito, con alcuni episodi riferiti anche alla provincia di Bergamo. Nando dalla Chiesa scrive: «Ne avete letto qualcosa sui giornali? Si parla della colonizzazione della Lombardia, ma noi rimuoviamo il processo, non ci interessa, non lo consideriamo importante. Perciò disperatamente continuo a lanciare il mio allarme: loro sono dei professionisti e noi siamo dei dilettanti. La differenza, purtroppo, sta prima di tutto qui». | Provincia di Bergamo | Nando dalla Chiesa, Come ti oscuro il processo alla ‘ndrangheta del Nord, il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2011 |
2011 | Investimenti mafiosi in ogni settore | Nella Relazione della Commissione parlamentare antimafia, presentata il 12 luglio 2011, si legge: «Le audizioni delle autorità di contrasto riferiscono di un ventaglio di attività di riciclaggio che copre ormai gran parte delle attività produttive: si va da attività tradizionalmente controllate dalle mafie come il settore edilizio e le attività connesse (movimento terra, scavi, trasporto dei materiali di scavo) o il settore degli appalti pubblici, in particolare quelli concessi da Comuni dell'hinterland milanese; al settore immobiliare, ove ai capitali mafiosi italiani si assommano ingenti capitali russi e cinesi di provenienza sospetta; al settore delle forniture di prodotti alimentari, in particolare ortofrutticoli (il mercato ortofrutticolo è tradizionale dominio della famigerata ‘ndrina Morabito-Bruzzaniti- Palamara di Africo); al settore dei locali pubblici (sale giochi, bar, locali di ristorazione) e dei locali notturni, con i servizi connessi (in particolare, quelli di sicurezza); al campo dei servizi alle imprese e al commercio, quali facchinaggio, pulizia e trasporti; alle frodi nei finanziamenti pubblici nazionali e comunitari; alle attività connesse ai generi di lusso (noleggio di barche ed autovetture, compravendita di opere d'arte, ecc.). Il quadro d'insieme è quello di mafie pronte ad investire su ogni settore utile e pronte a selezionare anche nuove attività, sulle quali minori siano i controlli preventivi e le attività di repressione, fino ad arrivare ad influenzare le quotazioni dei titoli in borsa». | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare d'Inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, XVI Legislatura, Relazione sulla prima fase dei lavori della Commissione, con particolare riguardo al condizionamento delle mafie sull'economia, sulla società e sulle istituzioni del Mezzogiorno, relatore Giuseppe Pisanu, 25 gennaio 2012, pp. 81-82 |
2011 | Cologno al Serio, rogo in discarica | Oltre alle fiamme, anche una telecamera di sicurezza manomessa e disattivata. Nella sera del 29 luglio 2011, un rogo di probabile natura dolosa divampa nella piattaforma ecologica di Cologno al Serio, bruciando diversi rifiuti e una Apecar. | Cologno al Serio | Marco Sanfilippo, Cologno, incendio doloso alla stazione ecologica, L'Eco di Bergamo – edizione online, 30 luglio 2011 |
2011 | Calcinate, villetta data alle fiamme | Per i carabinieri, quello scoppiato tra 14 e 15 agosto 2011 in una villetta di Calcinate abitata da una famiglia sinti, sarebbe un incendio doloso. Qualcuno avrebbe forzato l'entrata del garage, per poi raggiungere il soggiorno e appiccare le fiamme. | Calcinate | Emanuele Roncalli, Calcinate, fiamme in una villetta. I carabinieri: «Rogo doloso», L'Eco di Bergamo – edizione online, 16 agosto 2011 |
2011 | Avvertimenti incendiari | Nella notte tra il 4 e 5 settembre 2011 a Foresto Sparso viene lanciato un ordigno incendiario contro l'abitazione di un imprenditore di origini calabresi impegnato nel settore edile, che in precedenza era stato coinvolto in un'inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta calabrese nella Bergamasca e nel Bresciano. | Foresto Sparso | Foresto Sparso, bomba contro casa di imprenditore, Il Giorno – edizione Bergamo, 5 settembre 2011; Attentato incendiario a imprenditore già assolto in processo di ‘Ndrangheta, BergamoNews.it, 4 settembre 2011 |
2011 | Telgate, una porta forzata e un incendio sospetto | L'indizio è una porta forzata: secondo i carabinieri sarebbe la traccia lasciata da chi ha appiccato l'incendio. Un rogo probabilmente doloso scoppia il 28 ottobre 2011 nell'azienda “Omniasale” di Telgate, le fiamme distruggono un muletto e danneggiano un camion. | Telgate | Marco Sanfilippo, Incendio doloso alla Omniasale. Brucia muletto, rovinato camion, L'Eco di Bergamo – edizione online, 29 ottobre 2011 |
2011 | Bonate Sopra, un cantiere e due incendi | Due incendi a distanza di nove ore l'uno dall'altro. E sempre nello stesso cantiere. C'è il sospetto del dolo all'origine dei due roghi che il 30 ottobre 2011 scoppiano in un cantiere edile di Bonate Sopra. | Bonate Sopra | Marco Sanfilippo, Bonate Sopra: ombra di dolo. Due roghi in 9 ore in un cantiere, L'Eco di Bergamo – edizione online, 31 ottobre 2011 |
2011 | Il maxi processo lombardo | Il 19 novembre 2011 viene emessa la prima sentenza per il processo Infinito con 110 condanne, con pene fino a 16 anni di reclusione come per Alessandro Manno, capo della locale di Pioltello. «Un procedimento gigantesco», lo ha definito il pm Alessandra Dolci, «a tal punto, che anche io ho perso il conto del numero dei faldoni»: oltre cinquecento per migliaia di pagine. | Provincia di Bergamo | Davide Milosa, ‘Ndrangheta in Lombardia, 110 condanne e 5 assoluzioni per il maxi–processo, Il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2011 |
2011 | Ponte Nossa, pizzeria in fumo | Una volta domate le fiamme, i vigili del fuoco scoprono un contenitore con liquido infiammabile, a pochi passi dal luogo del rogo. Una telecamera avrebbe ripreso due uomini avvicinarsi alla saracinesca, prima di forzarla. L'ombra del dolo si staglia sull'incendio scoppiato nella notte del 29 novembre 2011 nella pizzeria d'asporto “Pino's Pizza” di Ponte Nossa, mandata completamente in fumo da mani ignote. | Ponte Nossa | Emanuele Roncalli, Ponte Nossa, incendio doloso. Distrutta una pizzeria da asporto, L'Eco di Bergamo – edizione online, 29 novembre 2011; Incendio doloso distrugge pizzeria d'asporto, BergamoNews.it, 29 novembre 2011 |
2011 | Corruzione, rifiuti e amianto | Il 30 novembre 2011, al termine di un'indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, finiscono in manette dieci persone, tra cui Franco Nicoli Cristiani, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia, e l'imprenditore Pierluca Locatelli, bergamasco di Grumello del Monte, titolare del colosso “Locatelli spa”. l'accusa si focalizza su due principali vicende: da un lato, una mazzetta da 100 mila euro consegnata da Locatelli a Nicoli Cristiani per “accelerare” l'iter per la realizzazione di una discarica d'amianto a Cappella Cantone (Cremona); dall'altro, il presunto smaltimento illecito di rifiuti tossici sotto il manto stradale della Brebemi nei cantieri di Fara Olivana con Sola e Cassano d'Adda dove Locatelli era attivo. Per la discarica di amianto, Nicoli Cristiani patteggerà due anni, mentre Locatelli sarà condannato in primo grado alla stessa pena con rito abbreviato. | Fara Olivana, Grumello del Monte | Vittorio Attanà, Rifiuti illeciti sotto la Brebemi e bustarelle. Dieci arresti, L'Eco di Bergamo, 1 dicembre 2011; Vittorio Attanà, Le intercettazioni: «Sotto la Brebemi è una discarica», L'Eco di Bergamo, 2 dicembre 2011; Andrea Gianni, Cappella Cantone. Il gup condanna Locatelli e la moglie, L'Eco di Bergamo, 30 ottobre 2014; Andrea Gianni, «Cava di Locatelli, Regione approvò atto illegittimo», L'Eco di Bergamo, 4 dicembre 2015 |
2011 | Il sistema cooperativo della ‘ndrangheta | Nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia del dicembre 2011 si legge: «Passate attività di indagine nei confronti di personaggi affiliati alla ‘ndrangheta calabrese presenti nel bergamasco e nel bresciano, hanno evidenziato come tali soggetti abbiano fatto riferimento alle cosche dei luoghi di provenienza per risolvere le reciproche controversie e per ricevere direttive sulle varie attività da svolgere, non esitando ad associarsi tra loro a seconda delle diverse esigenze operative. Alla presenza di tali gruppi è legato il fenomeno delle estorsioni ad alcune attività commerciali, in particolare locali notturni e dei recuperi crediti svolti facendo leva sulla forza di intimidazione derivante dall'appartenere alla criminalità meridionale. Tali gruppi criminali sono inoltre particolarmente attivi nel settore dell'edilizia ove svolgono anche l'attività di intermediazione abusiva di manodopera, attraverso cui riescono ad inserirsi nelle attività imprenditoriali e ad acquisire la gestione dei cantieri edili». | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2010 – 30 giugno 2011, dicembre 2011, p. 128 |
2011 | Ecomafie: l'eccellenza lombarda | Dal Rapporto Ecomafie 2012 di Legambiente emerge che la Lombardia è la quarta regione per il ciclo illegale dei rifiuti con 340 infrazioni. La bergamasca si piazza al secondo posto tra le province lombarde: dopo Milano con 92 violazioni accertate, c'è Bergamo con 64 illeciti nel corso del 2011. Ciclo del cemento irregolare, escavazioni illegali, abusivismo edilizio, appalti pubblici truccati: sono alcune tipologie di reati in cui le mafie svolgono un ruolo di primo piano. La provincia di Bergamo nella classifica lombarda di questi fatti illeciti è al terzo posto: dopo Sondrio e Varese, Bergamo viene segnalata per 51 casi. | Provincia di Bergamo | Legambiente, Ecomafia 2012. Le storie, i numeri e le inchieste della criminalità ambientale. Lombardia, 2012, pp. 31-38 |
2010 | Bergamo, incendiata rivendita di autoveicoli | Sei veicoli danneggiati da un rogo molto probabilmente doloso, oltre a un gommone e a un vicino laboratorio di restauri. Il 16 gennaio 2010, le fiamme si sprigionano all'interno della rivendita “Essegi Autoveicoli” a Bergamo, tra via Correnti e via Martinella. La polizia nota segni di effrazione sul cancello e alcune bottiglie contenenti liquido infiammabile abbandonate nelle vicinanze. | Bergamo | Katiuscia Manenti, Incendio doloso in concessionaria. Distrutti camper, furgoni e auto, L'Eco di Bergamo – edizione online, 17 gennaio 2010 |
2010 | Tre tonnellate di droga | Sedici ordinanze di custodia cautelare per 14 marocchini e 2 italiani, oltre a 53 denunce in stato di libertà. Con questo bilancio, il 21 gennaio 2010, si conclude un'operazione coordinata dalla procura di Bergamo, che va a sgominare un'organizzazione dedita al traffico di droga: vengono sequestrate nel complesso tre tonnellate di hashish, oltre a sette chili di cocaina. Lo stupefacente proveniva da Spagna, Francia, Olanda e Marocco. | Bergamo | Roberto Clemente, Bergamo, 3 tonnellate di hashish sequestrate dalla Gdf: 16 arresti, L'Eco di Bergamo – edizione online, 21 gennaio 2010; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2010, p. |
2010 | Racket della prostituzione tra Dalmine e Mozzo | Giovani ragazze dell'Est Europa vittime del racket della prostituzione. Il 22 gennaio 2010 finisce in manette un albanese ritenuto a capo di un racket della prostituzione attivo tra Mozzo e Dalmine. Le ragazze sfruttate sarebbero state controllate anche attraverso delle microspie; la banda è stata sgominata grazie alla scelta di una prostituta di collaborare con le forze dell'ordine. nell'ambito dell'operazione sono state sequestrate anche pistole e munizioni. | Mozzo, Dalmine | Roberto Clemente, Lucciole controllate con microspie. Arrestato il capo del racket, L'Eco di Bergamo – edizione online, 22 gennaio 2010; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2010, p. 339 |
2010 | Bergamasco ucciso a Gessate | Il 10 febbraio 2010 a Gessate nel baule della sua Land Rover, viene ritrovato il corpo di Giovanni Ghilardi, imprenditore di Lonno di Nembro (coinvolto ma infine assolto per una rapina a Udine nel 1991, bottino da un miliardo di lire), ucciso con due proiettili alla testa. Il colpevole dell'esecuzione non è ancora stato individuato, ma le indagini hanno fatto luce su un giro di usura. Se ne interessa anche la Direzione distrettuale antimafia di Milano, che mette sotto la lente d'ingrandimento possibili legami con la ‘ndrangheta. | Nembro | Leila Codecasa, Ucciso nel bagagliaio. Mistero sul movente. Sparito il cellulare, Corriere della sera, 12 febbraio 2010; Marco Sanfilippo, Delitto Ghilardi: ombra dell'usura sull'intricato giallo di Gessate, L'Eco di Bergamo – edizione online; Paola Fucilieri, Rapina da un milione dietro l'omicidio, Il Giornale, 12 febbraio 2010; Paola Fucilieri, Imprenditore ucciso, l'ombra dell'usura, Il Giornale, 24 ottobre 2010; Paola Fucilieri, Delitto Ghilardi, in manette due imprenditori usurai, Il Giornale, 12 novembre 2012; Giuliana Ubbiali, Quell'omicidio intrecciato con le indagini per usura, Corriere della sera – edizione Bergamo, 11 ottobre 2012; Fabio Conti, Usura sull'asse Bergamo-Milano. La Dia sequestra 2,5 milioni di euro, L'Eco di Bergamo, 21 dicembre 2012 |
2010 | Quando il capo è bergamasco | Il 22 febbraio 2010 la Guardia di Finanza smantella un clan mafioso lombardo, specializzato nell'estorsione, nell'usura e nel trasferimento illecito di capitali all'estero. A capo dell'organizzazione c'era Giovanni Marchetti, residente a Calvenzano, arrestato insieme a Claudio Ricci, residente a Romano di Lombardia, che faceva da prestanome nel settore dell'edilizia. | Calvenzano, Romano di Lombardia | Mafia e camorra, oltre 100 arresti in Italia, Ansa, 22 febbraio 2010; Mafia in Lombardia, in cella due bergamaschi, L'Eco di Bergamo, 23 febbraio 2010; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2010, p. 103 |
2010 | Droga, maxisequestri e arresti | Con le trenta ordinanze di custodia cautelare emesse nel marzo 2010 dal Tribunale di Bergamo, si conclude una vasta operazione antidroga condotta dalla magistratura bergamasca: viene smantellata un'organizzazione con cellule operative in Marocco, Spagna e Olanda e centro di spaccio in Lombardia; nel complesso vengono sequestrate 23 tonnellate di hashish, 17 chilogrammi di cocaina e oltre due milioni di euro. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2010, p. 363 |
2010 | Gli ambulanti in bocca ai Pesce | Il 28 aprile 2010 Alberto Petullà, abitante a Seriate, finisce in manette perché collegato alla ‘ndrangheta, in particolare alla cosca dei Pesce, in relazione al commercio ambulante di prodotti alimentari in Lombardia. | Seriate | Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Direzione distrettuale antimafia, Fermo di indiziato di delitto e sequestro preventivo d'urgenza nei confronti di Sibio Domenico + 9, Rgnr n. 4302/06, procuratore della Repubblica Michele Prestipino, 22 novembre 2010; Marco Sanfilippo, Operazione anti ‘ndrangheta. Un arrestato anche a Seriate, L'Eco di Bergamo – edizione online, 28 aprile 2010 |
2010 | Fornovo, incendio nel cantiere della Brebemi | Il 10 maggio 2010, un rogo distrugge due scavatori e una ruspa, avvolti dalle fiamme in un cantiere della Brebemi a Fornovo San Giovanni. Si suppone la natura dolosa dell'incendio. | Fornovo San Giovanni | Alberto Ceresoli, Fornovo: al cantiere Brebemi scavatori incendiati dai vandali, L'Eco di Bergamo – edizione online, 11 maggio 2010 |
2010 | Pellegrini stupefacenti | Il 12 maggio 2010 ad Almenno San Bartolomeo viene sequestrata una casa in cui è raffinata la droga smerciata nel Nord Italia. Il personaggio chiave dell'inchiesta è un sudamericano che, lavorando come portinaio in un convento di suore di Milano, in realtà organizza i viaggi di corrieri della droga dalla Colombia, mascherandoli come pellegrini in Italia per un periodo di preghiera. | Almenno San Bartolomeo | Marco Sanfilippo, Raffineria di droga ad Almenno. Corrieri mascherati da pellegrini, L'Eco di Bergamo – edizione online, 12 maggio 2010; Finti pellegrini narcotrafficanti, 30 arresti. Decisiva raffineria sequestrata ad Almenno, BergamoNews.it, 11 maggio 2010 |
2010 | Arresto per mafia | L'1 giugno 2010 a Caravaggio è stato arrestato Antonio Ciappina, ritenuto appartenente alla ‘ndrangheta, con l'accusa di associazione mafiosa ed estorsione. | Caravaggio | Alberto Ceresoli, Operazione contro la ‘ndrangheta. Un arresto anche a Caravaggio, L'Eco di Bergamo – edizione online, 8 giugno 2010 |
2010 | Centinaia di affiliati | Il 13 luglio 2010 scatta l'operazione “Infinito”: sono stati emessi provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di 160 persone residenti in Lombardia. Il Procuratore di Milano Ilda Boccassini ha dichiarato che ognuno dei “locali” e dei “mandamenti” di ‘ndrangheta, colpiti al nord, poteva contare su centinaia di affiliazioni. Tra le pagine dell'inchiesta, numerosi i riferimenti alla Bergamasca. | Provincia di Bergamo | Maxi blitz contro la ‘ndrangheta. «Stava per mettere le mani anche su Expo», Corriere della sera – edizione online, 13 luglio 2010 |
2010 | Usura tra Brescia e Bergamo | Una rete di usurai con epicentro Brescia, ma operativa anche a Bergamo così come a Mantova, Reggio Emilia, Pordenone, Parma, La Spezia. È ciò che emerge da un'operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia e culminata il 22 luglio 2010 in sette arresti: i tassi d'interesse arrivavano fino al 2.900%. | Bergamo | Antonino Mirabile, Sette arresti per usura a Brescia. Indagini svolte anche a Bergamo, L'Eco di Bergamo - edizione online, 22 luglio 2010; Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2009 – 30 giugno 2010, dicembre 2010, p. 506 |
2010 | Spirano, fiamme all'esterno di un ristorante | Nella notte tra l'1 e il 2 agosto 2010, le fiamme divampano all'esterno del ristorante “Tijuana” di Spirano. Va a fuoco un'automobile parcheggiata appena fuori dal locale e alcuni tavolini allestiti all'esterno. Alcuni testimoni raccontano di aver notato un veicolo allontanarsi a tutta velocità dopo lo scoppio dell'incendio. I vigili del fuoco ritroveranno i resti di una bottiglia incendiaria. | Spirano | Fabiana Tinaglia, Incendio doloso a Spirano. Danneggiato l'esterno del Tijuana, L'Eco di Bergamo – edizione online, 3 agosto 2010; Incendio doloso, nel mirino il Tijuana, BergamoNews. it, 2 agosto 2010 |
2010 | Bergamo, incendio nello studio di ingegneria | Le fiamme nello studio di un ingegnere. Poco distante, una tanica per la benzina. Tra il 27 e il 28 agosto 2010, un rogo di probabile natura dolosa scoppia nell'ufficio di un libero professionista di Bergamo, in via Crescenzi. | Bergamo | Marco Sanfilippo, Via Crescenzi: incendio doloso in ufficio di libero professionista, L'Eco di Bergamo – edizione online, 28 agosto 2010 |
2010 | Preso a Romano l'ex boss del “clan dei giostrai” | Finisce a Romano di Lombardia, in località Pascolo, il 23 settembre 2010, la latitanza di Orlando Held, esponente di spicco del “clan dei giostrai”. Sulla sua testa pendeva una condanna all'ergastolo per sequestro di persona a scopo di estorsione, omicidio e rapine ed era evaso nel 2004 durante un ricovero all'ospedale San Martino di Genova. Il clan dei giostrai è stato accusato di aver messo a segno diciannove sequestri di persona tra 1975 e 1983, alcuni dei quali hanno coinvolto la provincia di Bergamo: si tratta dei rapimenti dell'industriale Ivo Antonini, rapito in Veneto e liberato il 22 maggio del 1975 nel piazzale della Malpensata di Bergamo (riscatto: un miliardo di lire) e del sequestro dell'imprenditore veronese Aldo Mirandola, rilasciato dai carcerieri il 19 dicembre 1975 a Madone (riscatto: 700 milioni di lire), oltre all'uccisione di Gianfranco Lovati Cottini, proprietario terriero residente tra il veneziano e il bergamasco (più precisamente a Zandobbio), rapito e trovato morto a Pozzolengo (Brescia) il 14 agosto 1975. | Romano di Lombardia | Ricalcano il piano che già servì a rapire il presidente del Verona, l'Unità, 10 maggio 1975; Una BMW rubata a Bergamo l'auto dei rapitori dell'industriale di Verona?, L'Eco di Bergamo, 11 maggio 1975; Sequestro Antonini: fermato un fratello del ricercato, L'Eco di Bergamo, 3 agosto 1975; L'istruttoria sul rapimento Antonini, in L'Eco di Bergamo, 11 agosto 1975; Giorgio Cecchetti, Catturata la banda dei giostrai, la Repubblica, 9 gennaio 1994; Roberto Nardi, Il luna park costruito sul sangue, Corriere della sera, 9 gennaio 1994; Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, XIII Legislatura, Relazione sui sequestri di persona a scopo di estorsione, relatore Alessandro Pardini, 7 ottobre 1998, p. 17; Fabiana Tinaglia, Blitz a Romano di Lombardia. Arrestato latitante pluriomicida, L'Eco di Bergamo – edizione online, 25 settembre 2010; Sequestri e omicidi: Bergamo, arrestato latitante ‘banda giostrai', AGI, 25 settembre 2010 |
2010 | In una banca bergamasca | Nei primi giorni di ottobre del 2010 nella sede di Desio di un istituto di credito bergamasco vengono sequestrati circa 500.000 euro sul conto corrente intestato a Annunziato Moscato, capo della “locale” di Desio, che verrà condannato a 11 anni di carcere per associazione mafiosa nella sentenza di primo grado del processo Infinito. | Desio | Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Sentenza nel procedimento contro Albanese Giuseppe Domenico + 118, Rgnr n. 72991/10, Rggip n. 4042/11 + Rggip 3063/11 + Rggip n. 10530, giudice Roberto Arnaldi, 19 novembre 2011, p. 848 |
2010 | Intimidazioni ai titolari del “Bolgia” | Intimidazioni continue: una molotov, colpi di pistola, proiettili, messaggi minatori e soprattutto una richiesta di pagamento di diverse centinaia di migliaia di euro. A partire dall'ottobre del 2010, i due titolari del “Bolgia”, nota discoteca di Osio Sopra, subiscono le richieste estorsive di Mychailo Azarov, ucraino che sarà arrestato per questi motivi nell'aprile del 2011 e successivamente condannato a tre anni di reclusione. Dietro Azarov, tuttavia, c'è il sospetto di mandanti italiani. | Osio Sopra | Intimidazioni contro titolare del Bolgia. Ucraino condannato a tre anni, BergamoNews.it, 15 ottobre 2011; Armando Di Landro, Minacce al titolare del Bolgia. A processo l'intrigo ucraino, Corriere della sera – edizione Bergamo, 6 aprile 2016; Vittorio Attanà, Intimidazioni al titolare del Bolgia. A processo il presunto mandante, L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2016 |
2010 | Filago, incendiato camion | Il 16 ottobre 2010, un incendio scoppia nella cabina di un camion parcheggiato nei pressi di un'officina di Filago. Un testimone nota un uomo a volto coperto intento a cospargere di benzina il veicolo. | Filago | Roberto Clemente, Fiamme in officina a Filago: nel cortile brucia un autocarro, L'Eco di Bergamo – edizione online, 17 ottobre 2010 |
2010 | Droga tra Lecco, Monza, Bergamo e Milano | Il 24 novembre 2010, al termine di un'inchiesta coordinata dalla Procura di Lecco, viene smantellata un'organizzazione attiva nel narcotraffico composta da 17 marocchini e 5 italiani, attiva tra Lecco, Monza, Bergamo e Milano. Un elemento di particolare rilievo dell'operazione è che il gruppo era guidato da una giovane donna, evento insolito per la criminalità magrebina. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, luglio-dicembre 2010, p. 425; Corrado Cattaneo, Fiumi di droga nei bar della Brianza. Scattati quindici arresti, Il Giorno – edizione Lecco, 25-11-2010 |
2010 | Sparatoria fra bande, un morto a Mornico | Una sparatoria che lascia sull'asfalto un morto. Succede il 3 dicembre 2010 a Mornico, a morire è Ervis Tafa, 24enne albanese, ferito a colpi di pistola e finito a badilate. Per l'omicidio, il romeno Ion Serban verrà condannato sia in primo grado che in appello a 18 anni: secondo la ricostruzione degli inquirenti, il delitto sarebbe maturato nell'ambito di una lotta fra bande rivali dedite allo sfruttamento della prostituzione proprio nell'area attorno a Mornico. | Mornico | Cesare Zapperi, Sparatoria tra albanesi. Un morto, Corriere della sera, 4 dicembre 2010; Roberto Clemente, L'omicidio di Mornico al Serio: 8 fermati, sono tutti giovani, L'Eco di Ber- gamo – edizione online, 30 settembre 2011; Marco Sanfilippo, Uccise albanese a Mornico. Chiesto ergastolo per romeno, L'Eco di Bergamo – edizione online, 17 marzo 2012; Emanuele Roncalli, Sparatoria di Mornico: il romeno condannato a 18 anni e 8 mesi, L'Eco di Bergamo – edizione online; Mornico, omicidio. Pena confermata, Corriere della sera, 24 marzo 2013; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, luglio-dicembre 2011, p. 223 |
2010 | Stabilmente colonizzati | Nella relazione del 2010 della Direzione nazionale antimafia si legge: «La ‘ndrangheta si è diffusa non attraverso un modello di imitazione, nel quale gruppi delinquenziali autoctoni riproducono modelli di azione dei gruppi mafiosi, ma attraverso un vero e proprio fenomeno di “colonizzazione”, cioè di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso in Lombardia. Qui la ‘ndrangheta ha messo radici». | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2009 - 30 giugno 2010, dicembre 2010, p. 916 |
2009 | La ‘ndrangheta di terza generazione | Nel 2009 il magistrato Manlio Minale parla di «terza generazione» della ‘ndrangheta in Lombardia: la prima si sarebbe occupata di droga ed estorsioni, la seconda avrebbe assunto il ruolo di socio occulto in alcune aziende, mentre oggi sarebbe il tempo di una nuova generazione che, superata la fase di intermediazione parassitaria, agisce in proprio sul mercato. | Provincia di Bergamo | Maxi blitz contro la ‘ndrangheta. «Stava per mettere le mani anche su Expo», Corriere della sera – edizione online, 13 luglio 2010 |
2009 | Alla conquista delle imprese bergamasche | Da un'intercettazione ambientale del 2 gennaio 2009 si apprende che gli Oppedisano della locale ‘ndrina di Erba miravano a “prendersi” la Bergamo Scavi, ditta di movimento terra della Valle Calepio, che dichiarerà fallimento un anno dopo: «con i soldi che ha questo di Bergamo può fare anche il ponte di Messina», si legge nell'intercettazione di una conversazione tra due membri del clan. | Castelli Calepio | Tribunale civile e penale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare e contestuale sequestro preventivo nei confronti di Strangio Salvatore + 4, Rgnr n. 47816/2008, Rggip n. 682/2008, giudice Giuseppe Gennari, 6 luglio 2010, pp. 58–72. |
2009 | Zingonia, incendiato studio legale | Non solo aziende. A volte gli incendi dolosi colpiscono anche gli studi legali. Succede il 7 gennaio 2009 a Zingonia, quando le fiamme distruggono gli uffici degli avvocati Lombardo e Contelmi. Chiara la dinamica: cancello e tapparella forzati e fuoco originatosi da punti diversi. | Zingonia | Bucia studio legale. Incendio doloso, Bergamonews.it, 7 gennaio 2009; Incendio doloso distrugge ufficio legale a Bergamo, AGI, 8 gennaio 2009 |
2009 | La mafia della contraffazione | La Guardia di Finanza nel febbraio del 2009 disarticola un'associazione a delinquere dedita alla contraffazione ed alla commercializzazione di capi di abbigliamento ed accessori di note griffe italiane ed estere. L'organizzazione, radicatasi nel gallaratese, era attiva anche nelle province di Milano, Lecco, Novara, Verbania, Brescia e Bergamo. Le attività investigative concludono con la denuncia di 69 persone, il sequestro di articoli di abbigliamento contraffatti per un ammontare complessivo di oltre 2 milioni di pezzi, nonché con l'individuazione di 4 opifici. Tra i coinvolti anche soggetti contigui alla camorra ed alla ‘ndrangheta. | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2009 – 30 giugno 2010, dicembre 2010, p. 298 |
2009 | “Suggerimenti” bergamaschi | Nel 2009 scatta un'operazione coordinata dalla Dda di Milano che fa luce sulla vicenda della ditta di movimento terra “P&P”, controllata secondo gli inquirenti dal clan calabrese dei Paparo, accusata di aver ottenuto subappalti nella costruzione della quarta corsia dell'autostrada A4 Milano-Bergamo e nei cantieri lombardi dell'Alta velocità ferroviaria, aggirando la normativa antimafia. Dalle intercettazioni telefoniche emerge che nel 2006 un dirigente della “Locatelli spa” di Grumello del Monte, impegnata a Melzo in un cantiere dell'alta velocità, suggerisce a Romualdo Paparo, fratello di Marcello Paparo (ritenuto dall'accusa il capo del clan), come ingannare eventuali controlli di polizia ai suoi camion nei cantieri: «Schiaffaci due targhette Locatelli, no?». Nelle conversazioni si parla di documenti contraffatti per aggirare la legge antimafia. Nel cantiere dei Paparo è stato trovato un lanciarazzi anticarro in dotazione alla Nato. | Grumello del Monte, Bergamo | Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, XVI Legislatura, Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lombardia, relatori Gennaro Coronella e Daniela Mazzuconi, 12 dicembre 2012, pp. 63-68; Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Paparo Marcello + 30, Rgnr n. 10354/2005, Rggip n. 2810/05, giudice Caterina Interlandi, 3 settembre 2009 |
2009 | Incendiati i mezzi di aziende bergamasche | Nella notte del 9 febbraio 2009, un incendio di probabile origine dolosa scoppia in un cantiere stradale a Rozzano, in provincia di Milano. Finiscono in fumo alcuni mezzi di due aziende bergamasche: si tratta di un'asfaltatrice di proprietà della “Suardi spa” di Predore e di una fresatrice di proprietà della “Sangalli spa” di Mapello; la sera del 7 marzo 2009, inoltre, lo stesso mezzo della “Sangalli spa” viene dato ancora alle fiamme all'interno di un'officina di S. Zeno Naviglio (in provincia di Brescia), dove era in attesa di essere riparata. | Mapello, Predore | Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Direzione distrettuale antimafia, Richiesta per l'applicazione di misure cautelari nei confronti di Agostino Fabio + 159, procuratore aggiunto Ilda Boccassini, Rgnr n. 43733/06, pp. 269-70 |
2009 | Cortenuova, incendiata discoteca | Una discoteca distrutta dalle fiamme. È il 2 marzo 2009, un incendio divampa al “Cosmopolitan” di Cortenuova con danni ingenti. I vigili del fuoco riscontrano segni di effrazione all'ingresso del locale: la pista è quella di un rogo doloso. La discoteca era gestita dai fratelli Mohammed e Ahmed Ammerti: il primo finirà nei guai per traffico di droga negli anni seguenti, mentre il secondo verrà ucciso nel gennaio 2013 da un commando che farà irruzione nel suo bar. | Cortenuova | Alberto Campoleoni, Cortenuova rogo doloso alla discoteca Cosmopolitan, L'Eco di Bergamo – edizione online, 3 marzo 2009; Incendio doloso danneggia la discoteca Cosmopolitan, BergamoSera.com, 3 marzo 2009; Pietro Tosca, Il fratello di Ahmed: «Volevano uccidere ma cercavano me», Corriere della sera – edizione Bergamo, 15 gennaio 2013 |
2009 | Un arresto in Spagna: legato alla ‘ndrangheta? | Un bergamasco in Spagna per conto della ‘ndrangheta? È il sospetto della Direzione investigativa antimafia. Il 5 marzo 2009 Ettore Facchinetti, nato a Sorisole, viene arrestato dalla polizia spagnola a Caldes de Montbui: ricercato per traffico di droga, è sospettato di avere dei legami con la ‘ndrangheta, inserito in una rete di smistamento della cocaina tra la penisola iberica e l'Italia. | Sorisole | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2009, p. 126 |
2009 | Cocaina e hashish, scatta l'operazione antidroga | Cocaina e hashish da Spagna, Olanda e Marocco, con destinazione Brescia e in parte anche Bergamo, Milano, Torino, Novara e Genova. Il 6 marzo 2009, il Tribunale di Brescia esegue un'ordinanza di custodia cautelare che sgomina un'organizzazione dedita al narcotraffico composta da marocchini e italiani; nel complesso è stato sequestrato un quintale di droga. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2009, pp. 300-01 |
2009 | Padova, incendio contro azienda edile bergamasca | Il 28 marzo 2009 un rogo di probabile origine dolosa distrugge due pale meccaniche dell'impresa edile “Siep” di Medolago, impegnata in alcuni lavori a Monselice, in provincia di Padova, con danni quantificabili in diverse migliaia di euro. | Medolago | Incendio doloso, bruciano due scavatrici di una ditta di Medolago, Bergamonews.it, 29 marzo 2009 |
2009 | Da Bergamo a Trapani | Il 7 maggio 2009 Michele De Gregorio viene arrestato a Trapani dalla Guardia di Finanza per il possesso di oltre mezzo chilo di cocaina. Cinque giorni prima in un'intercettazione telefonica De Gregorio aveva detto: «Io arrivo alle 8 a Bergamo…però poi devo andare via subito». | Bergamo | Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Sentenza nel procedimento contro Albanese Giuseppe Domenico + 118, Rgnr n. 72991/10, Rggip n. 4042/11 + Rggip 3063/11 + Rggip n. 10530, giudice Roberto Arnaldi, 19 novembre 2011, pp. 564–66 |
2009 | Brembilla, 200mila euro in fumo | Dodici carrelli elevatori e due furgoni andati in fumo, danni per 200mila euro. Sulla scena, tracce di liquido infiammabile. Succede il 17 maggio 2009 a Brembilla, ai danni dell'azienda “Bg Carrelli”, vittima di un incendio molto probabilmente doloso. | Brembilla | Roberto Clemente, Rogo doloso a Brembilla, in fumo 12 carrelli elevatori, L'Eco di Bergamo – edizione online, 18 maggio 2009 |
2009 | Segrate, fiamme contro azienda bergamasca | Il 22 maggio 2009, all'interno di un cantiere di Segrate, un incendio doloso distrugge un container della “Biffi spa”, azienda di Villa d'Adda, nel 2008 già sotto inchiesta per una discarica abusiva di rifiuti. | Villa d'Adda | Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Direzione distrettuale antimafia, Richiesta per l'applicazione di misure cautelari nei confronti di Agostino Fabio + 159, procuratore aggiunto Ilda Boccassini, Rgnr n. 43733/06, pp. 277 |
2009 | La droga per i clan di Ragusa passa da Bergamo | Da Padova, Napoli e Bergamo sino a Vittoria, in Sicilia. È il traffico di cocaina smantellato dai carabinieri con un'operazione culminata il 29 maggio 2009 in otto arresti: finiscono in manette anche personaggi ritenuti affiliati ai clan Piscopo e Dominante attivi in provincia di Ragusa. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2009, p. 65 |
2009 | Lo sfruttamento della prostituzione | Nei primi mesi del 2009 scatta a Bergamo un'operazione di polizia grazie alla quale viene sgominata una banda composta da albanesi, romeni e italiani con diramazioni in altre aree del Nord: l'accusa è di sfruttamento della prostituzione, con controllo delle ragazze e ritorsioni e violenze in caso di ribellione; le giovani, provenienti dall'Europa Orientale, entravano in Italia grazie a documenti falsi procurati dai referenti dell'organizzazione in Albania. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio-giugno 2009, p. 265 |
2009 | “Nonni” da accompagnare | Da un'intercettazione telefonica si apprende che il 5 giugno 2009 Pasquale Varca e Aurelio Petrocca, della locale ‘ndrina di Erba, accompagnano «i nonni» ad un casello autostradale di Tortona, affidandoli a Carmine Verterame, e poi si sono diretti a Bergamo. «I nonni» in realtà erano due latitanti: Paolo Lentini e Antonio Morelli, arrestati la sera stessa. | Bergamo | Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Sentenza nel procedimento contro Albanese Giuseppe Domenico + 118, Rgnr n. 72991/10, Rggip n. 4042/11 + Rggip 3063/11 + Rggip n. 10530, giudice Roberto Arnaldi, 19 novembre 2011, pp. 646–48 |
2009 | Arzago, incendiato ristorante | Il 4 agosto 2009, a finire avvolto dalle fiamme è il ristorante “Bouganville” di Arzago d'Adda. Benzina sparsa in punti diversi e due taniche rinvenute a poca distanza dal luogo dell'incendio: la pista è quella di un rogo doloso. | Arzago d'Adda | Fabiana Tinaglia, Arzago, incendio al «Bouganville». È doloso, il ristorante è inagibile, L'Eco di Bergamo – edizione online, 6 agosto 2009 |
2009 | Mezza tonnellata di hashish sul tir | Nella notte tra il 23 e il 24 settembre 2009, un autotrasportatore 44enne di Verdello finisce in manette con l'accusa di traffico internazionale di droga: nel tir aveva mezza tonnellata di hashish. Il veicolo proveniva dalla Francia; il carico avrebbe fruttato tre milioni di euro. | Verdello | Fabiana Tinaglia, Hashish, tir con mezza tonnellata. Avrebbe fruttato 3 milioni di euro, L'Eco di Bergamo – edizione online; Bergamo, sequestrati 500 kg di hashish. Arrestato corriere della droga, Il Giorno – edizione online, 24 settembre 2009 |
2009 | Il corriere della droga diretto a Bergamo | Un corriere della droga in manette con 123 chilogrammi di hashish sul proprio camion proveniente dalla Francia. Succede il 1° ottobre 2009, quando i carabinieri arrestano a Claviere, in provincia di Torino, un autotrasportatore romeno diretto a Bergamo: l'accusa è di traffico internazionale di stupefacenti. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, luglio-dicembre 2009, p. 341; Roberto Clemente, Ancora hashish: i carabinieri fermano corriere con 123 chili, L'Eco di Bergamo – edizione online, 1 ottobre 2009 |
2009 | Immobili sequestrati a Valleve | Il 12 ottobre 2009 vengono emesse 75 ordinanze di custodia cautelare per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro che aveva come centro il quartiere di Quarto Oggiaro di Milano. Nell'operazione condotta dai carabinieri sono stati sequestrati diversi negozi e immobili, anche a Valleve in alta Valle Brembana. | Valleve | Operazione anti-droga, sequestrati immobili a Valleve, BergamoNews.it, 12 ottobre 2009 |
2009 | Droga tra Marocco, Spagna, Olanda e Bergamo | Nel novembre 2009, le forze dell'ordine concludono un'inchiesta coordinata dalla procura di Bergamo, che smantella gruppi criminali di diversa etnia (magrebini, spagnoli, francesi, italiani, un olandese e un croato) in contatto tra loro per il commercio di hashish e cocaina da Marocco, Spagna e Olanda; la droga giungeva in Italia via tir. Vasta l'area interessata dai traffici dell'organizzazione: Bergamo, Milano, Monza, Bologna, Prato, Pisa, Torino, Vercelli, Pistoia, Firenze, Genova, oltre a Olanda, Francia e Spagna. | Provincia di Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, luglio-dicembre 2009, pp. 318-19 |
2009 | La mappa della ‘ndrangheta lombarda | Il 5 novembre 2009 Giovanni Di Muro, imprenditore edile che da una ventina di anni viveva nella bergamasca a Treviglio, è stato ucciso con quattro colpi di pistola davanti allo stadio di San Siro a Milano in pieno giorno. Già indagato e interrogato dai magistrati dalla DDA nel dicembre 2008, Giovanni Di Muro aveva contribuito a delineare il quadro della presenza dell'ndrangheta in Lombardia. | Treviglio | Davide Carlucci, San Siro, esecuzione in strada. Ucciso un imprenditore edile, la Repubblica, 6 novembre 2009; Fabio Conti, Quattro spari in strada. Costruttore di Treviglio assassinato a Milano, L'Eco di Bergamo, 6 novembre 2009; Fabio Conti, Indagato dalla Dia, aiutò gli investigatori, L'Eco di Bergamo, 6 novembre 2009 |
2009 | Nei cantieri delle grandi opere | Il 13 novembre 2009 in un'intervista al Corriere della Sera Gianfranco Bonacina, presidente della Cassa Rurale di Treviglio, riferendosi alle Grandi Opere (Brebemi, Pedemontana e Alta Velocità), afferma che Treviglio rischia «di esporsi al rischio di infiltrazioni mafiose. Bisogna che ogni cittadino diventi sentinella del territorio in cui vive. Se la malavita dovesse avere il sopravvento sarebbe un disastro». | Treviglio | Claudio Del Frate, «Capitale delle grandi opere, ma nel mirino dei clan», Corriere della sera – edizione Lombardia, 13 novembre 2009 |
2009 | Il boss era in (via) libertà a Parre | Il 5 dicembre 2009 il boss mafioso Gaetano Fidanzati viene arrestato a Milano. Da qualche tempo viveva a Parre, in via Libertà, in un villino di proprietà di Graziano Bianchi, già condannato per terrorismo, usura e spaccio di soldi falsi. Il 21 settembre 2010 anche Bianchi verrà arrestato a Milano. | Parre | Cesare Giuzzi, Da Milano alla villa in montagna. L'ultimo covo del boss della mafia, Corriere della sera, 10 dicembre 2009; Emanuele Biava, Il rifugio del capomafia nella villa dietro gli alberi, L'Eco di Bergamo, 10 dicembre 2009; Emanuele Biava, Il boss riconosciuto in tv dai cittadini di Parre. Così si è trovata la villa, L'Eco di Bergamo, 11 dicembre 2009 |
2009 | Rifiuti, una frode da 185 milioni di euro | Una frode fiscale da 185 milioni di euro nel settore dei rifiuti ferrosi. È la scoperta della Procura di Bergamo e della Guardia di Finanza orobica, al termine di un'operazione che si conclude il 28 dicembre 2009 con sette persone indagate per reati che vanno dall'associazione a delinquere alla frode fiscale e al traffico illecito di rifiuti: l'organizzazione, con sede nella provincia di Bergamo, operava in tutta Italia. | Cisano Bergamasco | Katiuscia Manenti, Rifiuti ferrosi, la Finanza scopre frode da 185 milioni: 7 indagati, L'Eco di Bergamo, 28 dicembre 2009; Legambiente, Il caso Lombardia. Le storie, i numeri, le inchieste, le proposte, in Rapporto Ecomafia 2010, p. 23 |
2008 | Il sequestro della Calcestruzzi | Nel gennaio del 2008 la sede della “Calcestruzzi SpA” a Bergamo viene perquisita dalle forze dell'ordine. nell'ambito di un'indagine della magistratura siciliana, quattro persone vengono arrestate, tra cui l'amministratore delegato della “Calcestruzzi”, Mario Colombini, accusato di truffa, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di avere agevolato l'attività della mafia in Sicilia. La “Calcestruzzi”, presente su tutto il territorio nazionale con 10 direzioni di zona, 250 impianti di betonaggio, 23 cave e 21 impianti di selezione di inerti, viene posta sotto sequestro. Il provvedimento riguarda i beni materiali e immobili, il capitale sociale, le strutture informatiche in uso dalla società, per un valore complessivo che ammonta a circa 600 milioni di euro. | Bergamo | Katiuscia Manenti, Inchiesta sul cemento impoverito. 14 arresti tra la Sicilia e Bergamo, L'Eco di Bergamo, 27 aprile 2010; Mafia/ Cemento impoverito, arresti boss e manager calcestruzzi, Affaritaliani.it, 27 aprile 2010; Carabinieri, Comando provinciale di Caltanissetta, e Guardia di Finanza, Comando provinciale di Caltanissetta, Comunicato operazione “Doppio colpo”, 28 aprile 2010, pp. 1-5; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, 1° semestre 2008, pp. 41-43; Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2007 – 30 giugno 2008, dicembre 2008, pp. 416-428; Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2012 – 30 giugno 2013, gennaio 2014, p. 701. |
2008 | La mappa della ‘ndrangheta | Durante la XV legislatura (2006-2008), la Commissione parlamentare antimafia dedica particolare attenzione allo studio della ‘ndrangheta, disegnando una vera e propria mappa della presenza della mafia calabrese: per quanto riguarda l'area tra Bergamo, Brescia e Pavia, le famiglie più attive sono i Bellocco e i Facchineri. | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, XV Legislatura, Relazione annuale sulla ‘ndrangheta, relatore Francesco Forgione, 19 febbraio 2008, p. 208 |
2008 | Lo spaccio nel bar dei Manno | Il 27 febbraio 2008 l'autovettura guidata da Mario Niglia, residente ad Antegnate, viene fermata dai carabinieri nel paese di Mozzanica. A bordo c'è oltre mezzo chilo di cocaina. Lo stupefacente fu consegnato a Niglia nel bar di Pioltello gestito dalla famiglia Manno. | Antegnate | Igor Greganti, Da Antegnate a Milano per acquistare cocaina, L'Eco di Bergamo, 7 giugno 2012; Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Sentenza nel procedimento contro Albanese Giuseppe Domenico + 118, Rgnr n. 72991/10, Rggip n. 4042/11 + Rggip 3063/11 + Rggip n. 10530, giudice Roberto Arnaldi, 19 novembre 2011, p. 399-400; Corte d'appello di Milano, Sezione prima penale, Sentenza nel procedimento penale nei confronti di Albanese Giuseppe Domenico + 108, sent n. 2909/13, presidente Rosa Luisa Polizzi, 23 aprile 2013, pp. 755–56 |
2008 | Un altro garage pieno di droga | Nel marzo del 2008 in un garage in via Rosolino Pilo nel quartiere Valtesse di Bergamo i carabinieri trovano 917 chili di hashish. A dirigere il traffico di droga c'è Pasquale Locatelli, nativo di Almenno San Bartolomeo, che verrà arrestato nel maggio 2010 in Spagna. Locatelli è considerato tra i più importanti narcotrafficanti europei, paragonabile a Roberto Pannunzi. | Bergamo | Traffico di droga internazionale. Arrestato ex Ros, L'Eco di Bergamo, 6 aprile 2011; Armando Di Landro, L'hashish nel box dell'ex carabiniere. Al corriere 10 anni, Corriere della sera – edizione Bergamo, 2 dicembre 2012; Armando Di Landro, Celle e gps incastrano il boss dei narcos, Corriere della sera – edizione Bergamo, 14 novembre 2013 |
2008 | Tentate estorsioni a Nembro, Alzano e Azzano | Un gruppo di estorsori composto da nove persone di etnia rom, con richieste di pizzo fino a 18mila euro. Per molti imprenditori, il periodo della paura è finito il 30 aprile 2008, quando il Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo ha arrestato il capobanda. L'inchiesta è partita dalla segnalazione di una delle vittime, un imprenditore di Nembro. Tra le vittime, anche imprenditori di Azzano San Paolo, Alzano Lombardo e Vaprio d'Adda, ma il clan ha operato anche in altre zone della Lombardia e del Veneto. | Nembro, Azzano San Paolo, Alzano Lombardo | Cesare Zapperi, Imprenditori ricattati dagli zingari, Corriere della sera, 1 maggio 2008 |
2008 | Tre incendi in due anni contro la stessa azienda | Dopo tre incendi in un anno e mezzo, il titolare non ha dubbi: «Ormai ci troviamo chiaramente di fronte ad un atto intimidatorio». A finire nel mirino dei piromani, tra 2007 e 2008, è l'impresa stradale “Bertoli” di Clusone: l'ultimo episodio avviene tra l'8 e il 9 maggio 2008, quando a Rovetta vengono incendiati alcuni automezzi dell'azienda. Nell'ultimo sopralluogo, i carabinieri hanno ritrovato stracci inzuppati di carburante. | Rovetta | Alberto Ceresoli, Rovetta: incendio doloso distrugge cinque automezzi, L'Eco di Bergamo – edizione online, 9 maggio 2008 |
2008 | Il summit della ‘ndrangheta al matrimonio | L'8 giugno 2008 a Brusaporto presso il rinomato ristorante “Da Vittorio” si festeggia un matrimonio. Lo sposo si chiama Giuseppe Manno ed è il nipote di Alessandro Manno, capo della locale di Pioltello. Al matrimonio sono presenti i principali esponenti della ‘ndrangheta lombarda. | Brusaporto | Tribunale ordinario di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura coercitiva con mandato di cattura nei confronti di Agostino Fabio + 159, Rgnr n. 43733/2006, Rggip n. 8265/2006, giudice Andrea Ghinetti, 5 luglio 2010, pp. 219–20. |
2008 | L'assalto al portavalori | Il 9 giugno 2008 un commando armato di Kalashnikov assale un furgone portavalori sull'autostrada A4 Milano-Venezia nel comune di Seriate e rapina 1 milione e 800 mila euro. Dalle indagini emergerà che i componenti del commando erano vicini ad un clan mafioso pugliese, in particolare al sodalizio garganico dei Li Bergolis-Romito e ai gruppi della criminalità cerignolese. | Seriate | Assalto al portavalori in A4, sette arresti, Bergamonews.it, 13 novembre 2009; Emanuele Roncalli, Assalto al portavalori in A4. Così la Mobile ha preso la banda, L'Eco di Bergamo – edizione online, 13 novembre 2009; Marco Sanfilippo, Rapina al portavalori nel 2008. Cinque condannati a otto anni, 12 novembre 2010; Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, luglio-dicembre 2009, p. 265 |
2008 | La capitale della ‘ndrangheta | «La vera capitale della ‘ndrangheta è Milano», ha dichiarato il giudice Vincenzo Macrì al Corriere della Sera in una intervista del 15 giugno 2008. | Provincia di Bergamo | «‘Ndrangheta, Milano peggio di Catanzaro», Corriere della sera, 15 giugno 2008 |
2008 | Usare le vittime per altre estorsioni | Nel 2008 Luigi Bonanno, luogotenente dei Lo Piccolo in Lombardia, manda a chiedere un “obolo” da un milione e mezzo di euro a G.O., un industriale della bergamasca. A fare da tramite sono due imprenditori: uno è un fornitore di metalli, l'altro un costruttore che opera tra Zingonia e Sesto San Giovanni. Per convincere G.O. a pagare il “pizzo”, gli altri due imprenditori raccontano degli incendi e delle minacce che essi stessi hanno già subìto. | Zingonia, Bergamo | Davide Carlucci, Roghi in cantiere, pizzo nei negozi. I clan all'assalto dell'economia, la Repubblica, 13 luglio 2008; Maxiestorsione a bergamasco. Boss in cella, L'Eco di Bergamo, 24 dicembre 2009; Cesare Giuzzi, Frodi fiscali, rifiuti e «zanza». Il business dei rottami, Corriere della sera, 20 novembre 2013 |
2008 | Nella bergamasca centinaia di mafiosi | Nel luglio 2008 nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova (zona di competenza della DDA con sede a Brescia) erano pendenti 171 procedimenti penali nei confronti di 2.663 indagati per reati collegati alle attività di stampo mafioso. Quindi, soltanto per la provincia di Bergamo si tratta di centinaia di persone. | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2007 – 30 giugno 2008, dicembre 2008, p. 393 |
2008 | La locale di Desio e l'usura bergamasca | C'è anche un'attività usuraria posta in essere contro una donna titolare di un bar-trattoria a Mornico al Serio tra le accuse mosse dalla Dda di Milano nei confronti di Domenico Pio, considerato un personaggio di spicco all'interno della locale di ‘ndrangheta di Desio. L'usura si concretizza nel 2008, per un valore di alcune migliaia di euro. Anche il figlio della bergamasca è vittima dell'usura e delle minacce di ritorsioni di Domenico Pio; in una conversazione del 23 luglio 2008, Pio esclama: «Mi sa che oggi ti picchio un'altra volta, ti scasso tutto». In una successiva conversazione del 28 luglio, Pio ribadisce: «Ti devi solo impiccare sennò ti impicco io». | Mornico | Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Direzione distrettuale antimafia, Richiesta per l'applicazione di misure cautelari nei confronti di Agostino Fabio + 159, procuratore aggiunto Ilda Boccassini, Rgnr n. 43733/06, pp. 2976-81 |
2008 | La ristrutturazione delle case Aler | Alla fine di luglio del 2008 i muratori che stanno ristrutturando le case Aler in via Carnovali a Bergamo abbandonano il cantiere, perché la “Emini Costruzioni”, con sede ad Aversa, non riusciva più a pagare gli stipendi. Francesco Emini, proprietario dell'impresa, dal 1999 al 2006 ha versato ogni mese 25mila euro al clan dei casalesi come “assicurazione” per continuare a lavorare senza subire ritorsioni. | Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2009 - 30 giugno 2010, dicembre 2010, p. 827 |
2008 | Desio, discarica orobica | Nel settembre 2008 vengono sequestrati, tra Desio, Seregno e Briosco, 65.000 mq di terreno dov'erano stati disseminati 178.000 metri cubi di rifiuti tossici e nocivi provenienti soprattutto dalla provincia di Bergamo. Venti gli indagati, tra i quali imprenditori e industriali che si sono affidati alla ‘ndrangheta per lo smaltimento dei rifiuti. Alcuni rifiuti speciali sono stati smaltiti illegalmente nella “Cava dell'Isola srl” di Medolago. | Medolago | Mario Portanova, Giampiero Rossi, Franco Stefanoni, Mafia a Milano. Sessant'anni di affari e delitti, Melampo, Milano, 2011, pp. 397-98 |
2008 | Verdello, incendiata una villetta | Il 15 settembre 2008, un incendio doloso provoca un'esplosione all'interno di una villetta di Verdello, abitata da una delle famiglie nomadi Hudorovich da anni insediate in Bergamasca. | Verdello | Villetta incendiata, l'ombra del dolo, Bergamonews.it, 15 settembre 2008 |
2008 | Droga e collegamenti con la ‘ndrangheta | Droga nel Sebino tra Bergamo e Brescia e l'ombra della ‘ndrangheta. Il 28 ottobre 2008 scattano sette arresti, eseguiti dai carabinieri di Bergamo e Brescia tra Costa Volpino, Artogne, Darfo e Pisogne, che vanno a smantellare un'organizzazione attiva nel narcotraffico con agganci con la famiglia crotonese degli Onorato, legata alla cosca Serraino-Libri. In precedenza, nell'ambito delle indagini, nel giugno 2007 era stato scoperto un deposito di cocaina a Lovere. | Costa Volpino, Lovere | Droga della ‘ndrangheta sul Sebino, QuiBrescia.it, 28 ottobre 2008; Droga: arresti a Bergamo, traffico legato a ‘ndrangheta, AGI, 28 ottobre 2008 |
2008 | O l'usura o la vita | Il 4 novembre 2008 Nicodemo Filippelli, affiliato alla ‘ndrangheta lombarda, riceve un sms da Vincenzo Copia, titolare della società “Tempo & Affari” di Bergamo: «Ciao, me ne servono mille, te li posso rendere settimana prossima». In totale Copia ha ricevuto 20.000 euro e ne ha restituiti circa 40.000 il mese successivo, a seguito delle minacce di Filippelli: «Non farmi venire lì se no ti disfo la vita». | Bergamo | Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Direzione distrettuale antimafia, Richiesta per l'applicazione di misure cautelari nei confronti di Agostino Fabio + 159, procuratore aggiunto Ilda Boccassini, Rgnr n. 43733/06, pp. 669-70; Tribunale di Milano, Ufficio del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura coercitiva con mandato di cattura nei confronti di Agostino Fabio + 159, Rgnr n. 43733/06, Rggip n. 8265/06, giudice Andrea Ghinetti, 5 luglio 2010, p. 141 |
2008 | Il camorrista con residenza in Bergamasca | Aveva la residenza in provincia di Bergamo, ma in realtà era tornato in Campania. Colpito da un ordine di esecuzione della carcerazione per una condanna a 14 anni e mezzo di carcere, il 10 novembre 2008 il camorrista Vincenzo Cuomo sceglie di costituirsi a Modena. | Bergamo | Emanuele Roncalli, Si costituisce boss della camorra residente a Bergamo, 10-11-2008; Si costituisce boss della camorra: risiede in Bergamasca, BergamoNews.it, 10 novembre 2008 |
2008 | Una discarica abusiva nel Parco dell'Adda | Una discarica abusiva all'interno del Parco dell'Adda, in territorio di Villa d'Adda, utilizzata per depositare rifiuti speciali pericolosi: eternit, oli, scarti di plastica e altro ancora. È la scoperta che fanno i carabinieri del comando provinciale di Bergamo e del Nucleo operativo ecologico di Brescia il 14 novembre 2008, al termine di appostamenti e indagini. Sequestrata un'area di 8mila metri quadrati e denunciato il legale rappresentante della “Biffi spa”, società di Villa d'Adda all'epoca colosso della realizzazione di impianti sportivi in erba artificiale e successivamente fallita. | Villa d'Adda | Legambiente, Il caso Lombardia: le ecomafie del nord, in Rapporto Ecomafia 2009. I numeri e le storie della criminalità ambientale, pp. 32-33; Emanuele Roncalli, Scoperta discarica abusiva nel Parco dell'Adda, L'Eco di Bergamo, 14 novembre 2008; Maxi discarica abusiva nel Parco dell'Adda. Imprenditore indagato, BergamoNews.it, 14 novembre 2008 |
2008 | Tra aeroporti e boschi | Nel 2008 Giancarlo Tarquini, magistrato, dichiara che il territorio tra Milano e Verona, dove ci sono quattro aeroporti internazionali (tra cui Bergamo Orio al Serio), «è un crocevia del traffico di droga». Inoltre, dal bresciano le organizzazioni mafiose ricevono pistole, fucili, mitragliatori e kalashnikov. Da una intercettazione telefonica risulta che la ‘ndrangheta prova le armi nei boschi tra Brescia e Bergamo. | Orio al Serio | Fabio Abati, Igor Greganti, Il distretto dei compari, Narcomafie, luglio 2009 |
2008 | Il 2008 della criminalità ambientale | Sono numerosi gli episodi di criminalità ambientale registrati in provincia di Bergamo da Legambiente nel 2008 e inclusi nel Rapporto Ecomafia 2009. Ad aprile, la Guardia di Finanza emette 40 denunce per gestione illecita di rifiuti e frode fiscale nei confronti di amministratori e autotrasportatori di un'azienda di Ciserano operante nel trattamento dei rifiuti. A maggio, a Bonate Sotto la Forestale scopre un terreno agricolo di 900 metri quadri divenuto deposito abusivo di rifiuti pericolosi e non pericolosi. A giugno, a Capriate viene sequestrata una discarica abusiva di amianto. Il rapporto registra che «la lunga sequenza di reati ambientali e il trend di crescita registrato in questi territori sono probabilmente sintomo di una cultura imprenditoriale che fa del tentativo di riduzione dei costi, in particolare quelli relativi allo smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi, il principale mezzo per aumentare i profitti, una via illecita e dannosa per la collettività, che ne paga il costo in termini ambientali e di salute. Molte realtà imprenditoriali sembrano infatti scegliere la via del reato ambientale come strumento di profitto, in sostituzione di un modo di fare impresa virtuoso, fatto di innovazione, competizione, idee e lavoro». In totale sono almeno sette le operazioni di rilievo condotte in Bergamasca nel 2008. | Bonate Sotto, Capriate San Gervasio | Legambiente, Il caso Lombardia: le ecomafie del nord, in Rapporto Ecomafia 2009. I numeri e le storie della criminalità ambientale, pp. 32-40 |
2007 | Stezzano, sequestrate le quote del Bingo | Un nuovo colpo al clan Coco Trovato. Il 10 gennaio 2007 scatta una nuova operazione contro uno dei clan di ‘ndrangheta più radicati in Lombardia e le indagini arrivano anche in Bergamasca: viene infatti sequestrata la società “Diamante srl”, che detiene alcune quote del Bingo di Stezzano; la società è riconducibile a Federico Pettinato, imprenditore lecchese ritenuto dagli inquirenti vicino al clan. | Stezzano | Direzione investigativa antimafia, Relazione del Ministro dell'Interno al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia, 1° semestre 2007, p. 106; ‘Ndrangheta: scoperto il tesoro dei boss, La Provincia di Lecco, 12 gennaio 2007; ‘Ndrangheta: sequestrati a Milano immobili, AGI, 11 gennaio 2007; Tribunale di Milano, Sezione del giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misure coercitive personali e decreto di sequestro preventivo nei confronti di Trovato Mario + 9, Rgnr n. 35313/09, Rggip n. 7300/09, p. 14 |
2007 | Come in un film americano: due morti in Valcalepio | Il 25 aprile 2007 Leone Signorelli, collaboratore di giustizia e in regime di semilibertà, viene ucciso con tre proiettili davanti a casa a Tagliuno di Castelli Calepio. L'11 settembre 2007 Giuseppe Realini, amico e testimone dell'omicidio di Signorelli, viene ammazzato con tre colpi di arma da fuoco, sparati dalla stessa arma utilizzata per uccidere Signorelli. Gli omicidi sono stati compiuti dai killer della ‘ndrangheta, eseguendo gli ordini arrivati dalla famiglia Escobar in Colombia. | Castelli Calepio | Stefano Serpellini, Quel delitto voluto da mamma Escobar, L'Eco di Bergamo, 8 giugno 2012; Stefano Serpellini, C'è una tonnellata di droga dietro i delitti di Signorelli e Realini, L'Eco di Bergamo, 15 maggio 2013; Traffico di droga dalla Colombia sino al Trentino via Telgate, L'Eco di Bergamo, 28 settembre 2004; Monica Armeli, Fabio Conti, Ucciso in un agguato davanti a casa, L'Eco di Bergamo, 26 aprile 2007; Fabio Conti, Ucciso per vendetta da killer professionisti, L'Eco di Bergamo, 27 aprile 2007; Quei 700 mila euro spariti nel nulla. Un nuovo movente per la morte di Signorelli, L'Eco di Bergamo, 14 settembre 2007; Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2013 – 30 giugno 2014, gennaio 2015, p. 441. |
2007 | Dal cielo petali di rosa al funerale del capo nomade | Il suo funerale, nel giugno 2007, non è passato inosservato. Per l'ultimo saluto a Franco Hudorovich, nome di spicco all'interno del clan nomade, spentosi all'ospedale di Zingonia, giungono persone da tutta Italia; durante il corteo funebre, un elicottero sparge petali di rosa. Nel giugno 2010 la sua tomba (sulla lapide è raffigurata anche una Mercedes) nel cimitero di Osio Sotto verrà profanata: sparirà il Rolex d'oro con cui Franco Hudorovich era stato sepolto. | Osio Sotto | Rubato un Rolex dalla bara del re dei Rom, Bergamonews. it, 7 luglio 2010 |
2007 | Narco bergamasco arrestato in Paraguay | Nel 1998 era stato arrestato in Colombia, nel luglio 2007 finisce in manette in Paraguay. Zeno Longhi, originario di Treviolo, precedenti per droga, era latitante da due anni: nel 2005 era sfuggito all'arresto nell'ambito dell'operazione ‘Nduja. Tuttavia, non rientrerà in Italia prima del 2012; nel paese sudamericano, Longhi sarebbe stato coinvolto in un'inchiesta per riciclaggio. | Treviolo | ‘Ndrangheta, bergamasco arrestato in Paraguay, L'Eco di Bergamo, 1 agosto 2007; Pepe Vargas, Mafioso italiano sería investigado por lavado de dinero en Paraguay, , 31 luglio 2007 |
2007 | Rogno, tre incendi e il sospetto dell'imprenditore | Un primo incendio nel luglio 2006, poi un nuovo rogo il 5 agosto 2007. Succede alla Pan Chemicals di Rogno, azienda con commesse in tutto il mondo. Dopo il secondo incendio, che creerà danni per oltre 100mila euro, il titolare lancerà l'allarme: «Non può essere un caso che furiosi incendi si sviluppino nei nostri capannoni sempre nei giorni di festa, alle prime luci dell'alba e quando la temperatura non è particolarmente alta». Un terzo incendio si svilupperà nell'aprile del 2008. | Rogno | Roberto Clemente, Rogno, rogo in un'azienda chimica, L'Eco di Bergamo – edizione online, 5 agosto 2007; Emanuele Roncalli, Rogno, terzo rogo alla Pan Chemicals. Due operai colti da malore, L'Eco di Bergamo – edizione online, 5 aprile 2008 |
2007 | L'usura dentro una scuola | Nell'estate del 2007 in un sotterraneo di una scuola milanese si e tenuto un incontro tra alcuni latitanti della ‘ndrangheta e due imprenditori. Oggetto della riunione: la restituzione di un prestito di 700 mila euro accordato dai clan agli imprenditori, uno dei quali «aveva un forte accento bergamasco o bresciano». | Provincia di Bergamo | Processo “Infinito”. Il pentito: soldi depositati in banca bergamasca, BergamoNews.it, 3 aprile 2012 |
2007 | Costa Volpino, furgoni incendiati | Due furgoni incendiati, un terzo danneggiato. Poco più in là, quattro bottiglie di plastica vuote, ma con tracce di liquido infiammabile. Nella notte tra 13 e 14 settembre 2007, un incendio danneggia alcuni autoveicoli di proprietà della carpenteria “2 M” di Costa Volpino. La dinamica sembrerebbe riconducibile a un incendio doloso. | Costa Volpino | Roberto Clemente, Rogo doloso brucia due furgoni, L'Eco di Bergamo – edizione online, 14 settembre 2007 |
2007 | Sfugge al blitz e si costituisce a Bergamo | Il giorno prima era sfuggito al blitz, 24 ore dopo, il 10 ottobre 2007, sceglie di costituirsi a Bergamo. È durata solo un giorno la latitanza di Luca Valerio Conti, colpito da un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla procura di Catania per colpire una trentina di presunti appartenenti al potente clan Santapaola: il gruppo era accusato a vario titolo di estorsioni e traffico di droga; sequestrati beni immobili e conti correnti per dieci milioni di euro. Nel 2009 Conti verrà condannato con rito abbreviato a tre anni e quattro mesi di reclusione. | Bergamo | Mafia: sfuggito a blitz a Catania si costituisce a Bergamo, AGI, 10 ottobre 2007; Alberto Campoleoni, Mafia, latitante si costituisce a Bergamo, L'Eco di Bergamo – edizione online, 10 ottobre 2007; Letizia Carrara, Scure sul clan Santapaola, maxisequestro di beni, Giornale di Sicilia, 11 ottobre 2007; Mafia, droga e pizzo: 14 condanne, La Sicilia, 10 febbraio 2009 |
2007 | Il riciclaggio nella sanità | Nel novembre 2007 a Vigolo la società “Makeall” presentava il progetto di ristrutturazione dell'ex colonia delle suore Orsoline, per trasformarla in una Residenza sanitaria assistenziale con 148 posti letto da accreditare presso la Regione Lombardia. I tre milioni di euro per l'acquisto della struttura erano frutto di estorsioni ed usura del clan dei Filippelli, e venivano ora reinvestiti socialmente. | Vigolo | Mario Portanova, Giampiero Rossi, Franco Stefanoni, Mafia a Milano. Sessant'anni di affari e delitti, Melampo, Milano, 2011, p. 416; Claudia Mangili, Margary Frassi, La ‘ndrangheta e gli usurai sotto le ceneri dell'ex colonia, L'Eco di Bergamo, 8 marzo 2013. Interessante l'aneddoto che racconta di come nel 1992 Mario Chiesa, il primo arrestato di «Mani pulite», fosse interessato all'acquisto del complesso: cfr. Margary Frassi, «Nel ‘92 la voleva Mario Chiesa. Poi Tangentopoli», L'Eco di Bergamo, 8 marzo 2013; Tribunale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Augusto Agostino + 53, Rgnr n. 12686/2006, Rggip n. 2298/2006, giudice Franco Cantù Rajnoldi, 20 aprile 2009, pp. 64-65 e p. 84. |
2007 | Blitz contro la ‘ndrangheta, un arresto a Pognano | C'è anche un campano residente a Pognano tra le 19 persone arrestate il 21 novembre 2007 nell'ennesima operazione contro il clan di Franco Coco Trovato operativo nel Lecchese. Per sfuggire alla perquisizione nel suo appartamento, ha tentato di lanciarsi dal balcone, rimediando tuttavia una frattura al piede. | Pognano | ‘Ndrangheta: arriva Gdf, si lancia dal balcone; piede rotto, AGI, 21 novembre 2007; ‘Ndrangheta a Lecco/Operazione della Gdf “Ferrus Equi”: 19 arresti, Affaritaliani.it, 21 novembre 2007; Emanuele Roncalli, Blitz della GdF di Lecco, 19 arrestati, L'Eco di Bergamo – edizione online, 21 novembre 2007 |
2006 | San Pellegrino, gli bruciano auto, casa e fienile | L'incendio dell'automobile, poi le fiamme all'abitazione e al fienile. Succede il 6 gennaio 2006 a San Pellegrino, nella frazione Santa Croce: nel mirino finisce un agricoltore. Vanno in fumo cento quintali di fieno. | San Pellegrino Terme | Bergamo: prima gli bruciano l'auto poi la casa e il fienile, AGI, 7 gennaio 2006 |
2006 | Caravaggio, arrestato latitante della camorra | L'11 gennaio 2006, a Caravaggio, viene arrestato Franco Paoletti, latitante dal novembre 2004 e ricercato per associazione a delinquere di stampo camorristico, nonché nipote del boss Massimo Scarpa (esponente di spicco della Nuova camorra organizzata); Paoletti era stato individuato in Bergamasca già dall'agosto del 2005. | Caravaggio | Camorra: latitante arrestato nel bergamasco, AGI, 11 gennaio 2006 |
2006 | «Bergamo e Brescia: la ‘ndrangheta in casa» | C'è un importante approfondimento dedicato all'operazione ‘Nduja nella relazione conclusiva di minoranza della Commissione parlamentare antimafia nella XIV legislatura, presentata il 18 gennaio 2006, con la ricostruzione delle attività delle cosche capeggiate secondo l'accusa da Pino Romano e dai fratelli Bellocco: «Nel mese d'ottobre 2005 è toccato alle province di Bergamo e Brescia la triste scoperta di avere “in casa” due potenti cosche affiliate alla ‘ndrangheta: i Romano e i Bellocco, talmente agguerriti da essere pronti a dar vita ad una nuova stagione di sequestri di persone nell'entroterra bresciano». | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, XIV Legislatura, Relazione conclusiva di minoranza, relatore Giuseppe Lumia, 18 gennaio 2006, pp. 400-01 |
2006 | Treviolo: fiamme, taniche e liquido infiammabile | Il 22 gennaio 2006, un incendio doloso viene appiccato a Treviolo, danneggiando un discount di ceramiche, per poi propagarsi nella struttura adiacente, il capannone di uno scultore. Nei pressi del negozio di ceramiche, i carabinieri trovano tracce di liquido infiammabile e soprattutto una tanica. I danni ammontano a oltre 150mila euro. | Treviolo | Roberto Clemente, Rogo doloso: danni per almeno 150 mila euro, L'Eco di Bergamo – edizione online, 23 gennaio 2006 |
2006 | Calcinate, un incendio e l'azienda in fumo | Fiamme che divampano da due punti distinti e il sospetto che il rogo sia di natura dolosa. Il 17 aprile 2006, un incendio devasta la “Ipa Precast” di Calcinate, azienda operante nel settore dei prefabbricati a uso ferroviario. I danni sono ingenti, con ripercussioni anche sull'occupazione dei dipendenti. | Calcinate | Incendio doloso in fabbrica: Bergamo, 40 operai rischiamo posto, AGI, 18 aprile 2006 |
2006 | Treviolo, discobar dato alle fiamme | Un vetro rotto, l'ingresso nel locale, le fiamme appiccate. Nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2006, un incendio doloso devasta il discobar “Maria Bonita” a Treviolo. L'indomani, i vigili del fuoco ritroveranno anche il tappo di una tanica all'interno della struttura. | Treviolo | Emanuele Roncalli, Treviolo, incendio doloso in discoteca, L'Eco di Bergamo – edizione online, 6 luglio 2006; Incendio doloso devasta discobar, Corriere della sera, 7 luglio 2006 |
2006 | Dalla Spagna a Bergamo, operazione antidroga | Dalla Spagna, la droga giungeva sul mercato bergamasco e bresciano. Il 9 novembre 2006 scatta un'importante operazione condotta dalla procura di Brescia e dal Ros dei carabinieri di Brescia; l'accusa principale è traffico internazionale di stupefacenti: vengono arrestate 24 persone tra Bergamo, Brescia, Torino, Milano e Cagliari, due restano latitanti. La rete del narcotraffico è stata ricostruita dagli investigatori grazie a due collaboratori di giustizia, tra cui una donna spagnola; sequestrate nel complesso tre tonnellate di hashish. Si tratta di un'inchiesta che nasce grazie alle attività di investigazione iniziate nell'ambito dell'operazione ‘Nduja, che un anno prima aveva portato a smantellare due presunte cosche di ‘ndrangheta attive tra bergamasca e bresciano. | Bergamo | Roberto Clemente, Carabinieri, droga dalla Spagna a Bergamo e Brescia: 26 arresti, L'Eco di Bergamo – edizione online, 9 novembre 2006; Droga: operazione Murcia, 24 arresti eseguiti dai Ros Brescia, AGI, 9 novembre 2006 |
2006 | La pistola e l'operazione anti-'ndrangheta | Il 26 dicembre 2006, a Bergamo, a bordo di una Mini Cooper rubata, viene sequestrata una pistola calibro 9 mm con matricola abrasa: qualche tempo più tardi si scoprirà che quella pistola apparteneva ad Antonio Esposito, residente a Busto Garolfo (Milano), arrestato il 23 aprile 2009 nell'ambito dell'operazione Bad Boys e indagato per 416 bis, poiché sospettato di appartenere al locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo; in primo grado Esposito sarà condannato a otto anni. | Bergamo | Tribunale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Augusto Agostino + 53, Rgnr n. 12686/2006, Rggip n. 2298/2006, giudice Franco Cantù Rajnoldi, 20 aprile 2009, p. 82 |
2006 | Le operazioni antidroga tra Bergamo e Brescia | Più di 150 indagati, un nome “noto” come quello di Antonino Scopelliti, presenza storica tra le province di Bergamo e Brescia, e collegamenti col clan Bellocco, già insediato nella nostra provincia come evidenziato dall'operazione ‘Nduja. È ciò che emerge da una delle operazioni antidroga citate nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia pubblicata nel dicembre 2006: si tratta in realtà di un'inchiesta divisa in più filoni, che ha portato anche a confische di beni d'ingentissimo valore e focalizzato la sinergia i tra gruppi attivi tra Brescia e Milano e i narcos colombiani. In un'altra operazione, avviata dalla procura di Bergamo e successivamente riunita con un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, si è fatta luce su un traffico di cocaina, eroina ed ecstasy con ramificazioni in Ungheria, Spagna e Svezia, con collegamenti anche con la Sacra corona unita. Un'altra inchiesta, infine, ha fatto luce su un'organizzazione dedita al narcotraffico operante tra Cagliari, Sassari e Nuovo, ma con proiezioni anche tra Bergamo e Brescia, dove gli appoggi erano albanesi, calabresi e siciliani. | Provincia di Bergamo | Direzione nazionale antimafia, Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Direzione nazionale antimafia nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2005 – 30 giugno 2006, dicembre 2006, pp. 375-76 e p. 386 |
2006 | La ‘ndrangheta tra Bergamo e Brescia | Più di 150 indagati, un nome “noto” come quello di Antonino Scopelliti, presenza storica tra le province di Bergamo e Brescia, e collegamenti col clan Bellocco, già insediato nella nostra provincia come evidenziato dall'operazione ‘Nduja. È ciò che emerge da una delle operazioni antidroga citate nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia pubblicata nel dicembre 2006: si tratta in realtà di un'inchiesta divisa in più filoni, che ha portato anche a confische di beni d'ingentissimo valore e focalizzato la sinergia i tra gruppi attivi tra Brescia e Milano e i narcos colombiani. In un'altra operazione, avviata dalla procura di Bergamo e successivamente riunita con un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, si è fatta luce su un traffico di cocaina, eroina ed ecstasy con ramificazioni in Ungheria, Spagna e Svezia, con collegamenti anche con la Sacra corona unita. Un'altra inchiesta, infine, ha fatto luce su un'organizzazione dedita al narcotraffico operante tra Cagliari, Sassari e Nuovo, ma con proiezioni anche tra Bergamo e Brescia, dove gli appoggi erano albanesi, calabresi e siciliani. | Provincia di Bergamo | Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Fratelli di sangue, Mondadori, edizione Piccola Biblioteca Oscar Milano, aprile 2010, pp. 203-05; l'edizione originale è Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Fratelli di Sangue, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, dicembre 2006 |
2005 | Isso, tir in fiamme | La notte del 10 aprile 2005, quattro motrici di tir e diversi cassoni finiscono in fiamme a Isso, danneggiando un'azienda di autotrasporti e arrecando danni per mezzo milione di euro. Le fiamme sarebbero divampate in quattro punti differenti: il sospetto è che la natura sia dolosa. | Isso | Incendio doloso in ditta di trasporti, Corriere della sera, 11 aprile 2005 |
2005 | L'incendio e i sospetti dell'imprenditore | «Potrei avere dei sospetti» racconta l'imprenditore. Il 29 agosto 2005, un incendio distrugge il fienile di una cascina a Martinengo, nella frazione Cortenuova di Sopra. Lo stesso titolare dell'azienda agricola non esclude la pista dolosa. | Martinengo | Roberto Clemente, Martinengo, rogo in un fienile: danni ingenti. Il titolare: «Potrebbe essere doloso», L'Eco di Bergamo – edizione online, 30 agosto 2005 |
2005 | l'operazione ‘Nduja: due cosche nella Bergamasca | l'operazione scatta il 7 ottobre 2005 dopo anni di indagini: 34 persone finiscono agli arresti, in totale gli indagati saranno oltre un centinaio. È l'operazione ‘Nduja, la più importante inchiesta antimafia condotta sulla provincia di Bergamo. Secondo l'impianto accusatorio, a partire dal 2000 avrebbero operato tra Bergamasca e Bresciano due cosche di ‘ndrangheta, quella capeggiata da Pino Romano con “sede” a Romano di Lombardia, e quella legata alla potentissima ‘ndrina dei Bellocco, originaria di Rosarno e attiva in terra orobica con “sede” tra Carobbio degli Angeli e Grumello del Monte, dove hanno vissuto i fratelli Domenico e Umberto Bellocco, “rampolli” della cosca, “affidati” a un imprenditore calabrese residente a Carobbio (che in un'intercettazione afferma: «Là a Bergamo, almeno nella zona dove sono io, in tutti quei paesini là non si muove niente senza ordine mio, là i bergamaschi mi conoscono quasi tutti») perché in Calabria «davano troppi fastidi»; in entrambi i gruppi criminali, inoltre, si registra la presenza di pregiudicati bergamaschi e bresciani, alcuni formalmente titolari di imprese edili. Secondo i magistrati, i due clan sarebbero stati attivi nelle estorsioni, nell'intermediazione abusiva di manodopera (in alcuni casi sono gli stessi imprenditori a richiedere al clan la manodopera), nel traffico di armi e di stupefacenti. Le intimidazioni agli imprenditori della zona si fanno frequenti: finiscono nel mirino soprattutto titolari di night club del Bresciano, ma nel dicembre del 2002 viene anche collocato un finto ordigno nei pressi del parcheggio di una nota discoteca di Carobbio degli Angeli, allo scopo di indurre il titolare a porsi sotto l'”ala protettrice” dei Bellocco. Per chi non si piegava alle richieste del clan, le minacce erano pesantissime: «Adesso mi fai l'assegno di tutto il lavoro, sennò ti brucio qua dentro, dentro l'ufficio, con tutti! Con tutte le segretarie!», si legge in un'intercettazione dove il sodale dei Bellocco si rivolge così a un imprenditore a cui aveva “piazzato” della manodopera. In un altro caso, paradigmatico del sistema criminale instauratosi, un imprenditore edile vittima delle minacce del clan Bellocco decide di rivolgersi a Pino Romano per porre fine alle vessazioni subite dall'altro clan. Romano, in questo modo, prenderà l'imprenditore sotto la propria “protezione” dietro un compenso di 150 milioni di lire; l'imprenditore si dimostrerà ben lieto di accettare l'intervento di Romano. Tutto avviene, secondo l'accusa, in stretta simbiosi con le dinamiche calabresi. Nelle intercettazioni, Pino Romano afferma che «sono trent'anni che sono qua, qua non devo rendere conto a nessuno». Nella stessa inchiesta finiscono anche alcuni episodi di usura che vedono come protagonista Antonino Scopelliti, “nome noto” nel mondo criminale bergamasco e bresciano. In primo e secondo grado, le condanne sono pesanti e confermano il 416-bis per diversi imputati (oltre vent'anni a Pino Romano); nel 2011, tuttavia, la Cassazione riscontra un vizio di forma nelle richieste di intercettazioni disposte dalla procura, annullando la condanna d'appello e disponendo il rifacimento del processo con l'esclusione di numerose conversazioni: cade così il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, e complice anche la prescrizione, le condanne (molte tramutate in assoluzioni) si fanno più lievi. Durante il processo, tuttavia, il clima di paura non si è attenuato: nessuna delle vittime si è costituita parte civile, e molti dei testimoni hanno “sminuito” le evidenze dimostrate dalle conversazioni intercettate. | Romano di Lombardia, Carobbio degli Angeli, Grumello del Monte | Tribunale di Brescia, Sezione indagini preliminari e udienza preliminare, Ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di Agugiaro Mauro + 48, Rgnr n. 6599/01, Rggip n. 5664/02, giudice Lorenzo Benini, 22 settembre 2005; Corte d'appello di Brescia, Sezione seconda penale, Sentenza nella causa penale trattata con il rito camerale contro Ascone Vincenzo + 25, sent. n. 285/08, presidente Aurelia Del Gaudio, 22 febbraio 2008; Corte suprema di Cassazione, Prima sezione penale, Sentenza sul ricorso proposto da Caratozzolo Giuseppe + 11, sent. n. 768/11, presidente Umberto Giordano, 20 giugno 2011 |
2005 | La droga sull'asse Colombia-Calabria-Bulgaria | C'è anche Rocco Perre, calabrese originario di Platì ma residente a Bergamo, tra le persone arrestate il 20 ottobre 2005 nell'ambito di un'operazione antidroga che smantella un traffico di cocaina sulla rotta Colombia-Gioia Tauro-Bulgaria. Il canale era gestito da uomini legati alle famiglie di ‘ndrangheta Piromalli-Molè, con Perre a ricoprire un ruolo di elevata responsabilità. nell'ambito delle indagini sono stati sequestrati 80 chili di cocaina. | Bergamo | Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, XIV Legislatura, Relazione conclusiva, relatore Roberto Centaro, 20 gennaio 2006, Tomo I, p. 216; ‘Ndrangheta: operazione ‘Mar Nero', polizia ha eseguito 16 arresti, Adnkronos, 20 ottobre 2005 |
2005 | Operazioni finanziarie sospette | Sono 92 le operazioni finanziarie sospette segnalate rilevate dalla Direzione investigativa antimafia in provincia di Bergamo nel corso del secondo semestre del 2005. In totale, in Lombardia sono state 1.239: al primo posto c'è la provincia di Milano con 755 operazioni sospette, seguita da Brescia (179) e Bergamo (92). | Provincia di Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Attività svolta e risultati conseguiti, 2° semestre 2005, p. 90 |
2004 | In una serra di Telgate | Il 22 gennaio 2004 le forze dell'ordine sequestrano un carico di pasta di coca destinato al trattamento presso una raffineria impiantata in una serra a Telgate. Finiscono in manette Leone Signorelli, bergamasco di Castelli Calepio, due calabresi e tre colombiani. Anni dopo, la vicenda avrà conseguenze di sangue. | Telgate | Tiziano Tista, Alessandro Baldelli, Telgate, nella serra una raffineria di cocaina, L'Eco di Bergamo, 25 gennaio 2004 |
2004 | Pontida, ritrovato un cadavere carbonizzato | Il 29 gennaio 2004, nei boschi attorno a Pontida, viene ritrovato carbonizzato nel bagagliaio della sua Mercedes il cadavere del bergamasco Diego Losa, pregiudicato con precedenti per usura, droga e rapina. Il caso verrà archiviato senza che le indagini individuino i colpevoli della morte; tra le piste seguite senza successo dagli inquirenti, quella del regolamento di conti. | Pontida | Fabiana Tinaglia, Il Dna scioglie i dubbi. È Losa il morto carbonizzato di Pontida, L'Eco di Bergamo – edizione online, 11 marzo 2004; Caso Losa, riaperte le indagini, BergamoNews.it, 27 ottobre 2008; Roberto Clemente, Trovato bruciato nell'auto nel 2004. È un altro delitto senza colpevoli, L'Eco di Bergamo – edizione online, 19 gennaio 2012 |
2004 | Rapine della ‘ndrangheta: un colpo anche a Calcio | C'è anche una rapina ai danni della filiale di Calcio del Credito cooperativo di Calcio e Covo, avvenuta il 24 settembre 2004, tra i colpi contestati a una gang di rapinatori orbitanti vicino al clan Bellocco di Rosarno: anche per questa vicenda, che aveva fruttato un bottino di 20mila euro, il 19 marzo 2005 scattano tredici ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Reggio Calabria. | Calcio, Covo | ‘Ndrangheta: clan Bellocco, sgominata la gang delle rapine, AGI, 19 marzo 2005; Calcio: l'ombra della Ndrangheta dietro la rapina alla Banca Coop del settembre 2004, L'Eco di Bergamo – edizione online, 19 marzo 2005 |
2004 | Bergamo e Brescia, le attività dei Bellocco | Nella relazione del Dipartimento di pubblica sicurezza sulle attività di polizia relative al 2003, presentata in Parlamento nell'ottobre 2004, in provincia di Bergamo si rileva «la presenza stabile di alcuni soggetti affiliati o collegati a gruppi e famiglie della criminalità organizzata del sud Italia». Sono stati documentati «interessi della famiglia Bellocco di Rosarno nelle province di Bergamo e Brescia nel settore delle estorsioni, dei pubblici appalti e del traffico di stupefacenti». | Provincia di Bergamo | Ministero dell'Interno, Dipartimento della pubblica sicurezza, Relazione al Parlamento sull'attività delle forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata nell'anno 2003, ottobre 2004, p. 155 |
2004 | Don Ciotti: i beni confiscati in bergamasca | Nel dicembre del 2004 in una sala del Teatro Donizetti di Bergamo in un incontro organizzato dal Coordinamento provinciale di Libera, don Luigi Ciotti, fondatore dell'Associazione, racconta l'episodio storico della colonizzazione di Corleone da parte di bergamaschi e bresciani e presenta pubblicamente il prospetto dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata in provincia di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Luca Bonzanni, Le organizzazioni criminali in provincia di Bergamo: un modello pluralista, tesi di laurea triennale, Università degli studi di Milano, Facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali, anno accademico 2013/2014, p. 66 |
2003 | Dalmine, brucia un'azienda agricola | Il 22 febbraio 2003, qualcuno sfonda la recinzione e si introduce in un'azienda agricola di Dalmine, nella frazione di Sforzatica, appiccando il fuoco: vanno in fumo 700 quintali di fieno. | Dalmine | Incendio doloso in azienda agricola, Corriere della sera, 23 febbraio 2003 |
2003 | La relazione della Commissione antimafia | Sono le cosche dei Facchineri, dei Bellocco e dei Mazzaferro i gruppi della ‘ndrangheta più attivi tra Bergamo e Brescia. Lo sottolinea la Commissione parlamentare antimafia nella relazione annuale presentata il 30 luglio 2003. | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, XIV Legislatura, Relazione annuale, relatore Roberto Centaro, 30 luglio 2003, p. 40 |
2003 | Bonate Sopra, incendio sospetto in un'azienda | Il 4 ottobre 2003 un incendio scoppia all'interno di un'azienda termosanitaria alle Ghiaie di Bonate Sopra, partendo dall'interno dei locali ed estendendosi sino al piazzale esterno, dove danneggia anche alcuni automezzi. Si tratterebbe di un rogo di origine dolosa. | Bonate Sopra | Fabiana Tinaglia, Incendio doloso a Bonate Sopra, L'Eco di Bergamo – edizione online, 4 ottobre 2003 |
2003 | Arresti e sequestri tra Lecco e Bergamo | Tre diversi clan della malavita organizzata sgominati, 35 persone arrestate, beni sequestrati per un valore di un milione di euro: è il bilancio di una vasta operazione antidroga che interessa le province di Lecco, Bergamo, Milano e Como nell'ottobre del 2003. Tra i nomi delle persone arrestate spicca quello di Emiliano Trovato, 32 anni, figlio del boss già condannato all'ergastolo. Finiscono in carcere anche tre residenti in provincia di Bergamo. | Bergamo | Angelo Panzeri, Scoperti tre clan della droga, 35 arresti, Corriere della sera, 16 ottobre 2003 |
2003 | Calusco e Carvico, due incendi nella stessa notte | Due incendi di probabile natura dolosa nella stessa notte, a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro. Succede il 13 dicembre 2003 a Carvico: è data alle fiamme la saracinesca di un'impresa edile; a Calusco d'Adda, finisce nel mirino un'agenzia immobiliare. | Calusco d'Adda, Carvico | Ugo Negrini, Due incendi di natura dolosa a Carvico e Calusco, L'Eco di Bergamo – edizione online, 14 dicembre 2003 |
2002 | Narcotrafficante bergamasco freddato a Bergamo | Cinque colpi di pistola appena sceso dall'auto. Oliviero Carminati, pregiudicato bergamasco 57enne, muore così il 15 novembre 2002, freddato in via Carducci a Bergamo. Nome noto nel traffico di droga a Bergamo, nel 1986 era stato condannato a 9 anni per aver gestito un “giro” di cocaina, con un'organizzazione composta da una ventina di persone. Gli inquirenti seguiranno la pista del regolamento di conti, ma il delitto verrà archiviato nel 2005: i colpevoli non saranno mai individuati. | Bergamo | Franco Cattaneo, Carabinieri in giacca bianca «servono» al ristorante e catturano il boss del traffico di cocaina a Bergamo, Corriere della sera, 4 luglio 1984; Mino Carrara, Paolo Doni, Via Carducci, ore 20.40: appuntamento con il killer, L'Eco di Bergamo,16 novembre 2002; Nell'86 condannato a 9 anni: era un boss del traffico di coca; Fabiana Tinaglia, Delitto in via Carducci. Caso archiviato, L'Eco di Bergamo - versione online, 24 febbraio 2005 |
2002 | Cocaina in orbita ‘ndrangheta | Personaggi ancora in odore di ‘ndrangheta. E di nuovo droga: nel novembre 2002, in provincia di Bergamo (con “centrale operativa” a Presezzo) scattano diversi arresti – eseguiti dal Gruppo operativo antidroga della Guardia di Finanza di Venezia – nei confronti di persone di origine calabrese residenti in terra orobica; nell'inchiesta sono coinvolti anche alcuni bergamaschi. Finiscono sotto sequestro diversi chili di cocaina, importata dalla Colombia e smerciata tra Lombardia e Veneto. In manette anche Carlo Antonio Longo e Rocco Panetta, calabresi orbitanti in Bergamasca, che saranno arrestati una decina d'anni dopo per le vicende della “Blue Call”, vicenda emblematica della forza di penetrazione della ‘ndrangheta nell'economia lombarda. | Presezzo | Droga, sgominata banda di trafficanti, L'Eco di Bergamo, 9 novembre 2002; Paolo Doni, Traffico di cocaina, a Presezzo il vertice dell'organizzazione, L'Eco di Bergamo, 15 novembre 2002 |
2002 | La cosca dei Mazzaferro | Nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia sulle “Attività Svolte e Risultati Conseguiti” nel 1° semestre 2002 si legge: «In Lombardia sono presenti altresì ramificazioni della cosca Mazzaferro, che si occupano principalmente della gestione del traffico di sostanze stupefacenti, oltre che di estorsioni e traffico di armi. Dette articolazioni sono emerse a Milano, Como, Bergamo, Pavia e Varese». | Provincia di Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Attività svolta e risultati conseguiti, 1° semestre 2002, p. 46 |
2001 | Capodanno di sangue, omicidio ad Albano | Il 1° gennaio 2001 Albano Sant'Alessandro si risveglia con un omicidio. La vittima è Giulio Rossi, pregiudicato 70enne con precedenti per rapina, associazione a delinquere ed estorsione. Pare un regolamento di conti, ma i colpevoli non verranno mai identificati. | Albano Sant'Alessandro | Bergamo. Regolamento di conti? Settantenne assassinato con 4 colpi di pistola, la Repubblica, 2 gennaio 2001; Andrea Biglia, Cesare Zapperi, Tre delitti nel paese del benessere, Corriere della sera, 3 gennaio 2001 |
2001 | Armi e droga dai Balcani, legami con la camorra | Droga e armi dall'ex Jugoslavia, Bergamo come epicentro e la camorra come riferimento. Il 16 marzo 2001, al termine di un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, scattano diversi arresti in Bergamasca: finiscono in manette un croato residente a Dalmine e un napoletano residente a Rogno, mentre un bergamasco di Brembate e un calabrese con residenza a Bergamo finiscono ai domiciliari; altre persone sfuggono alla cattura. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe importato armi e droga dai Balcani sfruttando il caos creato dalla guerra, creando successivamente legami e contatti con la camorra e con altre organizzazioni criminali. Nell'indagine è coinvolto anche Vincenzo Cuomo, camorrista titolare di alcuni negozi di abbigliamento in città a Bergamo, già arrestato a Zingonia nel 1984. | Brembate, Dalmine, Rogno, Bergamo, Zingonia | Sgominata organizzazione internazionale dedita a droga e armi, AGI, 16 marzo 2001 |
2001 | Boss della ‘ndrangheta si costituisce a Bergamo | L'11 settembre 2001 si costituisce presso il carcere di Bergamo Rocco Stagno, latitante ricercato per 416-bis e condannato a cinque anni di reclusione. È un importante personaggio della ‘ndrangheta in Lombardia: secondo le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia nel 1996, Stagno era il capo società della locale maggiore di Seregno. | Bergamo | Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Direzione distrettuale antimafia, Richiesta per l'applicazione di misure cautelari nei confronti di Agostino Fabio + 159, procuratore aggiunto Ilda Boccassini, Rgnr n. 43733/06, pp. 3224 |
2001 | In un garage di Dalmine | Nel settembre del 2001 in un garage di Dalmine la squadra mobile di Bergamo sequestra un carico di cocaina proveniente dalla Spagna e un laboratorio attrezzatissimo per la raffinazione della droga. Al vertice della banda degli spacciatori ci sono due pregiudicati siciliani, appartenenti al clan Santapaola, arrestati insieme a quattro complici residenti in bergamasca: Igor Giassi residente a Dalmine e proprietario del box, Salvatore Martines di Nembro, Roberto Stroppa di Dalmine e Giulio Rizzi di Scanzorosciate. Un'operazione importante che dimostra che esistono stretti collegamenti tra la criminalità siciliana e la delinquenza bergamasca. | Dalmine, Scanzorosciate, Nembro | Cesare Zapperi, Cocaina dalla Spagna. Sei arresti a Bergamo, Corriere della sera, 26 settembre 2001 |
2000 | Isso, Capodanno con rogo doloso | Tracce di liquido infiammabile, il sospetto della pista dolosa. La notte di Capodanno del 2000, un rogo devasta un'azienda tessile a Isso. | Isso | Incendio doloso devasta azienda nel Bergamasco, Corriere della sera, 2 gennaio 2000 |
2000 | Ricercato per ‘ndrangheta, arrestato a Bottanuco | Dalla Calabria a Bottanuco. Finisce in provincia di Bergamo il 7 febbraio 2000 la latitanza di Giuseppe Oppedisano, ritenuto un esponente della ‘ndrangheta, ricercato dal marzo 1999 per associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio e droga. Oppedisano viene catturato mentre si trovava in un bar; gli verranno sequestrati anche documenti falsi, un kalashnikov e numerose munizioni. | Bottanuco | ‘Ndrangheta: latitante arrestato in Lombardia dai carabinieri, AGI, 7 febbraio 2000; Gioacchino Saccà, Caffè ‘indigesto' per Giuseppe Oppedisano, Gazzetta del Sud, 8 febbraio 2000 |
2000 | A Bergamo incendiata l'auto di Lea Garofalo | Nel marzo del 2000 in via Mosé del Brolo a Bergamo vicino al condominio “Primavera” vengono incendiate 5 autovetture: una appartiene a Lea Garofalo. Si scoprirà che l'incendio è stato causato dalla famiglia Cosco, clan appartenente alla ‘ndrangheta, per punire Lea di aver lasciato il compagno (Carlo Cosco) e per non aver portato la figlia Denise a visitare il padre finito in carcere. Nel 2002 Lea Garofalo diventerà testimone di giustizia. Il 24 novembre 2009 Lea verrà rapita, torturata e uccisa dai Cosco. | Bergamo | Corte di assise d'appello di Milano, Sezione seconda, Sentenza contro Cosco Carlo + 5, sent. n. 35/13, presidente Anna Conforti, 29 maggio 2013, p. 8 e p. 51 |
2000 | Droga sull'asse Albania-Bergamo | Dall'Albania a Bergamo. Nei primi mesi del 2000, la Direzione investigativa antimafia mette a segno l'operazione Danubio Blu 2, grazie alla quale si riesce a delineare lo scenario operativo e il modello organizzativo della criminalità organizzata albanese operante in Italia: nell'ambito delle indagini, nel maggio del 2000 vengono sequestrati a Bergamo 18 chili di eroina, con l'arresto di un cittadino albanese. | Bergamo | Direzione investigativa antimafia, Attività svolta e risultati conseguiti, 1° semestre 2000, p. 36 |
2000 | Il siciliano di Sarnico e la convivente uccisi | Uccisi a colpi di pistola. I cadaveri bruciati all'interno della loro automobile. Modalità tipiche del crimine organizzato. Succede il 29 agosto 2000, quando a Erbusco (Brescia) è ritrovata una Fiat Punto data alle fiamme: dentro vi sono i cadaveri di Giuseppe Leonardo Leonardi, imbianchino siciliano residente a Sarnico, e della convivente Alena Koldelacova, ballerina in un night club del Bresciano. Gli omicidi resteranno irrisolti, ma le indagini faranno luce su un giro di estorsioni nel mondo dei locali notturni. | Sarnico | Paolo Doni, Lo spunto: l'omicidio rimasto insoluto, L'Eco di Bergamo, 14 ottobre 2005 |
2000 | Tra 1999 e 2000, a Bergamo estorsioni raddoppiate | Praticamente raddoppiate. È l'allarmante dato sul numero di estorsioni denunciate in provincia di Bergamo tra luglio 1999 e giugno 2000, passate da 65 a 129. | Provincia di Bergamo | Reati in aumento nella provincia di Bergamo, AGI, 12 gennaio 2001 |
1999 | Mafia cinese, l'inchiesta bergamasca | Il 16 aprile 1999 si chiude con 36 arresti in tutta Italia un'operazione condotta dai carabinieri di Bergamo contro la mafia cinese. Oltre alle persone finite in manette, si aggiungono altre 32 denunce e oltre 500 provvedimenti di espulsione. Le indagini si estendono complessivamente in 28 province dell'Italia Settentrionale e portano alla luce un traffico di clandestini dalla Cina, successivamente impiegati in numerosi laboratori-dormitorio (ne vengono sequestrati 24). L'inchiesta è iniziata grazie alla liberazione di una giovane cinese sequestrata dai suoi connazionali. | Bergamo | Mafia cinese in Italia: 36 arresti e 567 espulsi, AGI, 16 aprile 1999; Mafia cinese, 36 arresti e 567 espulsi, Corriere della sera, 17 aprile 1999 |
1999 | Grumello del Monte, ucciso un commercialista | La sera del 21 ottobre 1999, a Grumello del Monte, viene ucciso con quattro proiettili calibro 7,65 Fabio Belotti, commercialista con studio ad Albano Sant'Alessandro: l'ultimo colpo, in pieno petto, pare il timbro di un'esecuzione. Due anni più tardi finirà sotto processo una persona ritenuta dagli inquirenti il presunto killer: già arrestato nel 1986 nell'inchiesta sulla pista bergamasca del riciclaggio dei soldi della ‘ndrangheta provenienti dai sequestri di persona, l'imputato sarà successivamente assolto per l'omicidio di Belotti. | Grumello del Monte, Almenno San Bartolomeo | Andrea Biglia, Commercialista ammazzato davanti a casa, è giallo, Corriere della sera, 23 ottobre 1999; Andrea Biglia, Ucciso perché conosceva il killer. L'agguato al commercialista doveva essere solo un avvertimento, Corriere della sera, 24 ottobre 1999; Andrea Biglia, Bergamo, un'unica pista per due delitti fotocopia, Corriere della sera, 28 novembre 1999; Cesare Zapperi, L'omicidio del nipote di Citaristi. Arrestato il marito dell'amica, Corriere della sera, 8 ottobre 2001; Commercialista ucciso. Assolti gli imputati, Corriere della sera, 29 maggio 2004; Omicidi irrisolti, La pista passionale crolla, due assolti, Corriere della sera - Edizione Bergamo, 8 settembre 2012; Cesare Malnati, Trentuno arrestati in tutta Italia. Riciclavano i soldi della ‘ndrangheta?, L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 1986 |
1999 | Albano Sant'Alessandro, freddato un geometra | L'ultima pallottola gli arriva nella schiena, quasi come fosse un'esecuzione. Il 26 novembre 1999, Marco Ghilardi, geometra di Cenate Sotto, viene ucciso a colpi di fucile di fronte al suo studio ad Albano Sant'Alessandro. Nel gennaio 2000, con modalità analoghe, a Brescia verrà ucciso un altro geometra, Basilio Rossi. Gli omicidi resteranno senza colpevole. | Albano Sant'Alessandro | Cesare Zapperi, Agguato, ucciso un geometra, Corriere della sera, 27 novembre 1999; Andrea Biglia, Bergamo, un'unica pista per due delitti-fotocopia, Corriere della sera, 28 novembre 1999; Seconda esecuzione nella zona in pochi mesi. Nuovo giallo a Bergamo. Geometra assassinato, la Repubblica, 28 novembre 1999; Giuliana Ubbiali, Omicidi irrisoli, Marco Ghilardi. Fucilate al capo cantiere. Lo sgarro va in archiviazione, Corriere della sera – edizione Bergamo, 8 settembre 2012; il collegamento con l'omicidio di Basilio Rossi è stato avanzato nel documentario La leonessa e la piovra, realizzato dai giornalisti Fabio Abati e Igor Greganti nel 2006 |
1998 | Bergamo e Brescia, la piaga dell'usura | L'usura, una piaga «destinata a estendersi, un cancro da arrestare prima che diventi incontenibile». È l'allarme lanciato il 30 gennaio 1998 da Marcello Torregrossa, procuratore generale della Corte d'appello di Brescia, all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Tra Bergamo e Brescia si è infatti registrato un importante aumento dei casi di usura, ma probabilmente le denunce sono di gran lunga inferiori agli episodi avvenuti realmente. Secondo Confesercenti Bergamo, inoltre, nella zona di Treviglio circa il 40% dei commercianti conosce la presenza dell'usura, che però «non viene denunciata come dovrebbe», specifica Claudio Re, segretario di Confesercenti Bergamo. | Provincia di Bergamo | Cesare Zapperi, Paura e omertà, le denunce sono ancora poche, Corriere della sera, 31 gennaio 1998 |
1998 | Bergamasco arrestato per droga in Colombia | Il 24 aprile 1998, all'aeroporto di Cartagena, in Colombia, le manette scattano per il bergamasco Zeno Longhi, arrestato insieme a un altro lombardo. La polizia colombiana li trova in possesso di oltre otto chili di cocaina, pronta per essere “importata” in Italia. Agli inizi degli anni Duemila, Longhi sarà coinvolto nell'operazione ‘Nduja che andrà a colpire due presunte cosche di ‘ndrangheta attive nella Bergamasca. | Bergamo | Cartagena, due lombardi arrestati in aeroporto con otto chili di cocaina, L'Eco di Bergamo, 26 aprile 1998 |
1998 | Una faida per il controllo dello spaccio? | Il 4 luglio 1998 un cittadino marocchino residente a Calusco d'Adda, Abdel Majid Benachac, viene ucciso con due colpi di pistola alla schiena a Capriate: si tratta di un omicidio che rientrerebbe nell'ambito di un regolamento di conti all'interno di un piccolo gruppo di trafficanti di droga; l'indomani infatti viene ucciso a Mapello anche un altro marocchino, Mohamed El Kamili, residente in paese. Qualche settimana prima, il 23 maggio 1998, la morte di Mohamed El Assaq a Brembate potrebbe essere collegato alla “faida”. | Calusco d'Adda, Brembate | Cesare Zapperi, “Giustiziato” con due colpi alla schiena, Corriere della sera, 5 luglio 1998; Cesare Zapperi, Due “esecuzioni” in 24 ore, Corriere della sera, 7 luglio 1998; Cesare Zapperi, Giustiziati per uno sgarro, Corriere della sera, 8 luglio 1998; Cesare Zapperi, Giovane marocchino ucciso a coltellate in piazza, Corriere della sera, 24 maggio 1998 |
1998 | Indagato per usura, ucciso in strada a Calolziocorte | Fino a poco tempo prima gestiva il ristorante “Bellavista” di Ponte San Pietro, mentre l'ultimo arresto (per droga) risaliva al febbraio del 1996. Il 19 agosto 1998, invece, Agostino Rusconi, origini calabresi e residenza a Calolziocorte, titolare anche di un'impresa edile, viene ritrovato cadavere, massacrato a colpi di pietra. Al momento della morte, Rusconi era sotto processo per usura e il suo nome era collegato ad alcuni esponenti della ‘ndrangheta (il suo nome compare nel libro Metastasi di Gianluigi Nuzzi): secondo gli inquirenti, l'omicidio sarebbe maturato in un regolamento di conti all'interno della criminalità organizzata operante nel lecchese. | Ponte San Pietro | Michele Focarete, Ammazzato in strada a colpi di pietra, Corriere della sera, 20 agosto 1998; Usura: Lecco, ucciso presunto ‘strangolatore di aziende', AGI, 19 agosto 1998; Omicidio Rusconi, fra gli indagati anche un pregiudicato di Airuno, AGI, 3 dicembre 2001; Gianluigi Nuzzi, Claudio Antonelli (con), Metastasi. Sangue, soldi e politica tra nord e sud. La nuova ‘ndrangheta nella confessione di un pentito, Chiarelettere, 2010, pp. 39-49. |
1997 | A Bergamo sono attive le mafie più rappresentative | Nel 1997 la Prefettura di Bergamo fa notare come, proprio nelle zone cosiddette “tranquille”, occorra tenere gli occhi ben aperti perché esiste «un complesso di indizi, emersi qui e là nel tempo, circa la reale sussistenza e consistenza del fenomeno mafioso, con una caratteristica che è però tipica delle zone apparentemente “tranquille”. In esse non si registrano manifestazioni eclatanti di dominio criminale sul territorio, quali si dispiegano nelle terre d'origine, tuttavia si avverte che il fenomeno mafioso è presente e si giova proprio della tranquillità dei luoghi per poter operare, per così dire, al sicuro, in uno stretto legame con la madrepatria. I mafiosi sono sparpagliati un po' dappertutto, ma hanno l'abitudine di concentrarsi in alcune località. L'emigrazione siciliana e calabrese si era concentrata in alcuni comuni, ora facenti parte della provincia di Lecco come Calolziocorte e in altri comuni della bassa pianura bergamasca come Treviglio, Verdellino, Verdello, Calcio, Martinengo. Altra emigrazione campana e calabrese s'era collocata nei comuni contigui alla provincia di Brescia e prospicienti il lago di Iseo. [...] Sinteticamente ma significativamente si può affermare che in questa provincia sono presenti propaggini dei gruppi più rappresentativi della mafia italiana, da cosa nostra alle ‘ndrine tirreniche e ioniche dei sequestri e della droga, con qualche significativa presenza della camorra». | Provincia di Bergamo | Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, Osservatorio socio-economico sulla criminalità, L'infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia di alcune regioni del Nord Italia, 23 febbraio 2010, pp. 65-66 |
1997 | Solidi legami tra ‘ndrangheta e Bergamo | Il 13 giugno 1997 Annamaria Cancellieri, Prefetto di Bergamo, scrive alla Commissione antimafia: «Non si può trascurare l'indizio che deriva direttamente dall'essersi compiuti in zona […] efferati sequestri di persona decisamente ricollegabili alla ‘ndrangheta aspromontana (Rossi di Montelera, Panattoni, Moretti, Valota, Bolis, Albini). Né si può sottacere la connessione indiretta di molti sequestri di persona con il territorio bergamasco, perché vi è stata rubata l'auto utilizzata dai sequestratori, o vi è stato liberato l'ostaggio (Brega, Ghirardelli, Schiatti), o vi è stata rintracciata qualche banconota del sequestro, o infine vi è stato identificato il telefonista e così via». Dal 1977 c'erano stati oltre 25 sequestri di persona per i quali era possibile con sicurezza «stabilire una connessione diretta od indiretta con il territorio della provincia. Ora, ove si rifletta sulla tipologia particolare del suddetto crimine e sulle condizioni che necessariamente lo sorreggono in termini di preparazione e di complicità in tutte le fasi, non può sfuggire che ‘basi' forti e solidi legami intercorrono tra la provincia di Bergamo e quella reggina». | Provincia di Bergamo | Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, Osservatorio socio-economico sulla criminalità, L'infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia di alcune regioni del Nord Italia, 23 febbraio 2010, pp. 65-66 |
1997 | Direttori di banca, usura e odore di ‘ndrangheta | Dieci persone in manette, tra cui il direttore della filiale del “Credito Bergamasco” di Bottanuco e il vicedirettore di quella di Nembro, oltre a diversi imprenditori e “prestanome”. Il 9 luglio 1997, la Guardia di Finanza di Bergamo chiude il cerchio su un'organizzazione sospettata di usura, frodi fiscali e reati fallimentari, attiva tra Bergamo e Brescia con un giro d'affari di decine di miliardi di lire. Chi avanzava qualche sospetto sulla regolarità di alcuni movimenti finanziari subiva ritorsioni pesanti, come capitato al vicedirettore dello sportello del “Credito Bergamasco” di Bottanuco, la cui automobile viene misteriosamente data alle fiamme. Tra gli arrestati c'è Francesco Condello, originario di Reggio Calabria ma residente a Capriolo, ritenuto dalle forze dell'ordine un riferimento della ‘ndrangheta tra Bergamasco e Bresciano, ma anche due imprenditori edili successivamente coinvolti nell'operazione ‘Nduja. | Bottanuco, Nembro | Ezio Roberti, Sgominata la gang dell'usura, Corriere della sera, 10 luglio 1997; Ezio Roberti, Bergamo, la “dolce vita” degli uomini d'oro tra yacht e maxitruffe, Corriere della sera, 11 luglio 1997; della vicenda si fa cenno anche in Tribunale di Brescia, Sezione indagini preliminari e udienza preliminare, Ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di Agugiaro Mauro + 48, Rgnr n. 6599/01, Rggip n. 5664/02, giudice Lorenzo Benini, 22 settembre 2005, pp. 239-40 |
1997 | Gli ultimi sequestri | Dopo un lungo periodo di “calma”, i sequestri di persona messi in atto da individui legati alla ‘ndrangheta ricominciano sul finire degli anni Novanta. L'11 dicembre 1997, a Milano, viene rapita Alessandra Sgarella, imprenditrice la cui famiglia è titolare di un'importante società di trasporti internazionali; sarà rilasciata il 4 settembre 1998, ma sul versamento del riscatto resta un alone di mistero. Anche Bergamo è interessata dalle indagini: tra i sequestratori c'è infatti Giuseppe Anghelone, ritenuto il basista del sequestro, autotrasportatore della ditta “Tecno Bertola” di Zingonia, azienda in contatto proprio con l'impresa della famiglia Sgarella. In precedenza, il 18 giugno 1997, a Manerbio (Brescia), era stato invece rapito l'imprenditore Giuseppe Soffiantini, liberato successivamente il 9 febbraio 1998 dietro il pagamento di un riscatto di 5 miliardi di lire: i soldi del riscatto, pagato in dollari americani (2,77 milioni di dollari, pari appunto a 5 miliardi di lire) sono stati ritirati dalla sede della Banca popolare di Bergamo. | Zingonia | Aspromonte, sulle tracce dei rapitori della Sgarella, la Repubblica (online), 26 giugno 1998; Luca Fazzo, Sequestro Sgarella, 7 arresti, la Repubblica, 27 giugno 1998; Luigi Ferrarella, Sequestro Sgarella, undici condanne. I giudici: ora si faccia luce sul riscatto, Corriere della sera, 11 maggio 2001; Condannati i rapitori di Alessandra Sgarella, L'Eco di Bergamo, 11 maggio 2001; Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari, XIII Legislatura, Relazione sui sequestri di persona a scopo di estorsione, relatore Alessandro Pardini, 7 ottobre 1998, pp. 64-78 e pp. 134-37 |
1996 | Ancora droga e legami con la ‘ndrangheta | Dodici arresti, tra cui il titolare di un ristorante di Ponte San Pietro e quello di un night club a Dalmine. Ancora droga, ancora trame che collegano Bergamo con la malavita calabrese, ma anche con quella sarda. Il 16 febbraio 1996, al termine di un'inchiesta condotta dalla procura bergamasca, scattano dodici arresti per traffico di stupefacenti (in particolare cocaina, nell'ordine di un paio di chili al mese), a cui si aggiungono otto persone denunciate a piede libero: ci sono bergamaschi, siciliani, sardi, calabresi, sospettati di essere legati alla criminalità organizzata mafiosa. | Dalmine, Ponte San Pietro | Traffico di cocaina, 12 arresti, L'Eco di Bergamo, 17 febbraio 1996 |
1995 | Curno, una rapina per convincerlo a pagare il pizzo? | Il 25 giugno 1995, a Curno, alcuni malviventi s'introducono nella villa di un imprenditore attivo nel divertimento notturno. Sembra una rapina, invece per gli investigatori sarebbe un avvertimento per convincere il titolare del locale a versare cinque milioni di lire al mese per garantirsi la protezione: scattano quattro avvisi di garanzia per estorsione. | Curno | Estorsioni, il racket della notte, Corriere della sera, 23 luglio 1995 |
1995 | Un latitante a Redona | Otto mesi di latitanza, poi il passo falso. Agostino Lentini, sospettato di essere un esponente della mafia siciliana e indiziato per alcuni omicidi, viene arrestato il 24 ottobre 1995 a Bergamo: si era rifugiato da alcuni conoscenti nel quartiere cittadino di Redona. | Bergamo | Franco Cattaneo, Catturato a Bergamo il latitante mafioso Agostino Lentini, Corriere della sera, 25 ottobre 1995 |
1994 | Le valli orobiche: una zona sicura | Nella relazione – presentata nel gennaio del 1994 – dalla Commissione parlamentare antimafia si legge: «La provincia di Bergamo è ritenuta, dagli esponenti della criminalità, una zona di transito piuttosto sicura, che offre ampie possibilità di mimetizzazione. In particolare, le valli sono facilmente accessibili (sono frequentate intensamente soltanto nel periodo delle vacanze) ed è, quindi, agevole affittare delle abitazioni dove trattare affari o, come è stato scoperto, impiantare delle raffinerie». | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, XI Legislatura, Relazione sulle risultanze dell'attività del gruppo di lavoro incaricato di svolgere accertamenti su insediamenti e infiltrazioni di soggetti ed organizzazioni di tipo mafioso in aree non tradizionali, relatore Carlo Smuraglia, 13 gennaio 1994, pp. 172–74 |
1994 | Tra pizze, droga e killer | Il 25 aprile 1994 nel quartiere di Redona a Bergamo viene ucciso da alcuni sicari con cinque colpi di pistola Eduardo Canzano, coinvolto in un traffico di droga. Canzano, ex titolare della pizzeria “La Conchiglia” di via XXIV Maggio a Bergamo nella zona degli Ospedali Riuniti, da due anni era proprietario di una ditta di import-export. Abitava in un appartamento del condominio Albatros in via Goisis a Bergamo. Ritenuto dagli inquirenti «un personaggio a cui non fare sgarri», dietro il suo omicidio si scopre una ritorsione maturata nel traffico internazionale di droga. | Bergamo | Franco Cattaneo, Bergamo, agguato nella notte, Corriere della sera, 26 aprile 1994; Egidio Genise, Redona, ucciso a colpi di pistola, L'Eco di Bergamo, 26 aprile 1994; Cesare Malnati, Una spietata esecuzione, ma perché?, L'Eco di Bergamo, 26 aprile 1994; Riccardo Nisoli, Bergamo crocevia della camorra, Corriere della sera, 27 aprile 1994; Egidio Genise, Forse ucciso per uno sgarro, L'Eco di Bergamo, 27 aprile 1994; Arturo Zambaldo, Arrestato per il delitto di Redona, L'Eco di Bergamo, 3 maggio 1994; Franco Cattaneo, Preso il killer del pizzaiolo, Corriere della sera, 3 maggio 1994; Omicidio di Redona. Condanna confermata, L'Eco di Bergamo, 13 gennaio 1996 |
1994 | Osio Sotto, cento kalashnikov per la ‘ndrangheta | Dopo averlo tenuto d'occhio per lungo tempo, i carabinieri intervengono a Osio Sotto. Bloccano il camion e scoprono un arsenale: trovano un centinaio di kalashnikov, un migliaio di cartucce e persino due lanciamissili con quattro razzi anticarro. Succede il 20 maggio 1994, quando la procura di Bergamo chiude un'inchiesta coordinata con la direzione distrettuale antimafia di Bologna: il carico di armi sarebbe stato destinato a rifornire l'arsenale della ‘ndrangheta. nell'ambito della stessa inchiesta, le forze dell'ordine sequestreranno anche una tonnellata di hashish. | Osio Sotto | Franco Cattaneo, Droga e kalashnikov per la ‘ndrangheta, Corriere della sera, 21 maggio 1994 |
1994 | La ‘ndrangheta a Como, ma anche a Bergamo | un'ordinanza di custodia cautelare che colpisce quasi trecento persone e tracce che portano fino a Bergamo. Il 15 giugno 1994 scatta l'operazione ribattezzata “I fiori della notte di san Vito”, coordinata dalla procura di Milano, che va a colpire soprattutto il clan di ‘ndrangheta capeggiato da Giuseppe Mazzaferro, attivo almeno dalla seconda metà degli anni Settanta prevalentemente nel Comasco: secondo quanto emerso dalle indagini, le attività del gruppo si sarebbero comunque estese anche alla provincia di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Tribunale ordinario di Milano, Quarta sezione penale, Sentenza nella causa penale contro Mazzaferro Giuseppe + 144, sent. n. 2991/97, presidente Paolo Carfì, 21 ottobre 1997, p. 34 |
1994 | l'arresto di “Mario di Madrid” | Un'operazione gigantesca per incastrare il narcotrafficante bergamasco. Il 6 settembre 1994 le manette scattano di nuovo ai polsi di Pasquale Claudio Locatelli, originario di Almenno San Bartolomeo e diventato dalla fine degli anni Ottanta uno dei più importanti nomi nel mercato della droga europeo. Il bergamasco viene arrestato a Madrid (il suo soprannome, non a caso, è “Mario di Madrid” o “Diabolik”) al termine di un'indagine a cui partecipano la Dea americana, lo Sco della polizia italiana e l'intelligence francese; viene addirittura creata una banca di copertura alle Antille per “invitare” Locatelli a fare affari con manager e banchieri sotto copertura. Alla fine, gli investigatori arrivano a Locatelli: le manette scattano all'interno di un ristorante in cui si trovava in compagnia di un sostituto procuratore di Brindisi (che verrà poi ritenuto estraneo ai fatti). Nell'operazione Dinero, questo il nome in codice, emergono contatti con la criminalità organizzata italiana e vengono sequestrati oltre trenta milioni di dollari in contanti, quattro navi (Locatelli negli anni aveva costruito una vera e propria flotta navale) e opere d'arte. | Almenno San Bartolomeo | Franco Cattaneo, Trappola per il boss della coca, Corriere della sera, 9 settembre 1994; Marina Garbesi, Il padrino invisibile, la Repubblica, 17 dicembre 1994; Francesco La Licata, «La Stangata» beffa i narcos, La Stampa, 17 dicembre 1994; Dino Martirano, In trappola la holding della coca, Corriere della sera, 17 dicembre 1994; Roberto Saviano, ZeroZeroZero, Feltrinelli, Milano, 2013, pp. 243-79 |
1994 | Bergamo, incendiato un negozio di abbigliamento | Danni per duecento milioni di lire. È la stima delle conseguenze dell'incendio doloso, appiccato tramite una molotov, che il 1° dicembre 1994 distrugge lo “Strike”, un negozio di abbigliamento a Bergamo, in via Baioni, nel quartiere di Valtesse. | Bergamo | Riccardo Nisoli, A Bergamo molotov contro una boutique. Ultima azione del racket delle estorsioni, Corriere della sera, 2 dicembre 1994 |
1993 | Da Catanzaro a Bergamo | Il 19 marzo 1993 a Romano di Lombardia e a Zingonia, vengono arrestati i calabresi Giuseppe Romano e Gaetano Cacopardo, ritenuti il mandante e l'esecutore dell'attentato dinamitardo che il 4 febbraio 1993 aveva distrutto il municipio di Briatico, in Calabria. | Zingonia, Romano di Lombardia | Riccardo Nisoli, Bergamo, seconda casa della mafia, Corriere della sera, 28 marzo 1993; Tentata strage: due in carcere, L'Eco di Bergamo, 25 marzo 1993; Una bomba esplode in un comune del Vibonese, tre feriti, la Repubblica, 5 febbraio 1993; Ordigno al tritolo esplode nel municipio di Briatico. Tre feriti fra gli impiegati, l'Unità, 5 febbraio 1993 |
1993 | Bergamo seconda casa della mafia | Il 27 marzo 1993 viene arrestato il latitante Carmelo Collodoro, luogotenente di Giuseppe Madonia, a Cepino di S. Omobono Imagna, dove si era stabilito con la famiglia. Nascondeva le partite di eroina, interrandole in buche scavate nei boschi vicini al santuario della Madonna della Cornabusa. Il Corriere della Sera esce con il titolo Bergamo, seconda casa della mafia. | Sant'Omobono Terme | Riccardo Nisoli, Bergamo, seconda casa della mafia, Corriere della sera, 28 marzo 1993; Preso un latitante sospetto mafioso, L'Eco di Bergamo, 28 marzo 1993 |
1993 | I kalashnikov per la camorra passano da Bergamo | Lungo l'Autostrada A4 Milano-Venezia, vicino al casello di uscita per Bergamo: è qui che il 28 maggio 1993 il nucleo dei Ros dei carabinieri di Bergamo intercettano un'automobile, nel cui baule scoprono quattordici kalashnikov provenienti dall'ex Cecoslovacchia dopo essere passati dalla Svizzera. L'”ordine” era destinato al clan camorristico degli Schiavone; in manette finiscono un bresciano e un napoletano, sospettati di essere habitué del traffico di armi sulla rotta che passa anche da Bergamo. | Bergamo | Kalashnikov sequestrati a Bergamo, la Repubblica, 29 maggio 1993; Franco Cattaneo, Bergamo, kalashnikov in odore di camorra, Corriere della sera, 29 maggio 1993 |
1993 | Un altro latitante a Bergamo | Lo cercavano in Calabria, lo hanno trovato a Bergamo. Il 29 maggio 1993, i carabinieri arrestano in terra orobica Franco Pugliese, latitante ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta, ricercato nell'ambito di un'operazione contro le cosche degli Arena e dei Maesano, attive nei dintorni di Isola Capo Rizzuto. Aveva trovato rifugio a Bergamo con la convivente. | Bergamo | Bergamo, preso latitante della ‘ndrangheta, Corriere della sera, 30 maggio 1993 |
1993 | ‘Ndrangheta in Lombardia, Bergamo inclusa | Centinaia di arresti e di indagati, un colpo durissimo alla ‘ndrangheta in Lombardia. Nel giugno 1993 scatta l'operazione Wall Street (che vedrà successive “retate” fino al 1994), indagine coordinata dal pm milanese Armando Spataro, contro i clan Coco Trovato e Flachi, insediati tra Milano e Lecco e attivi nel traffico di droga, nell'usura e nelle estorsioni. Si fa luce anche su una spietata serie di omicidi che ha insanguinato la Lombardia negli anni immediatamente precedenti. Nell'inchiesta, in carcere dal 1992, è coinvolto con un ruolo di primo piano Antonio Schettini: nato a Portici (Napoli) e legato inizialmente alla famiglia camorristica Ascione, ma presto diventato un nome importantissimo nella ‘ndrangheta lombarda. Braccio destro del boss Franco Coco Trovato, Schettini al momento dell'arresto abitava a Suisio ed era titolare del bar pizzeria “'O Scugnizzo” a Calusco d'Adda. Accusato di 59 omicidi (tra cui quello di Roberto Cutolo, figlio di Raffaele Cutolo, capo della Nuova camorra organizzata), Schettini successivamente collaborerà con la giustizia. | Calusco d'Adda | Franca Gerosa, Lecco, i conti in tasca alla ‘ndrangheta, sequestrate 50 società e conti miliardari, Corriere della sera, 15 giugno 1993; Luca Fazzo, Roberto Leone, E a Milano esplose la guerra di mafia, la Repubblica, 16 giugno 1993; Radiografia di una guerra, Corriere della sera, 16 giugno 1993 ; Maddalena Berbenni, Una casa accoglienza nella villa di Schettini, boss da 59 omicidi, Corriere della sera, 21 settembre 2015; |
1993 | Da Bergamo alla Germania, tra droga e armi | A volte anche organizzazioni rivali possono sedere allo stesso tavolo. Dopo due anni di indagini condotte dalla procura di Bergamo, il blitz dei carabinieri del Ros scatta il 15 giugno 1993: 23 persone finiscono in manette con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, con “commercio” di hashish, eroina e cocaina e collegamenti tra Italia e Germania. Tra gli arrestati ci sono bergamaschi, campani sospettati di essere vicini alla camorra e siciliani ritenuti contigui a Cosa nostra. Finiscono sotto sequestro oltre quaranta chili di droga, nonché diverse armi destinate all'”export” in Germania. | Provincia di Bergamo | Riccardo Nisoli, Eroina, mafia e camorra: 23 arresti, Corriere della sera, 16 giugno 1993 |
1993 | Treviglio, due attentati in ventiquattro ore | In ventiquattro ore, tra 19 e 20 agosto 1993, un negozio di mobili di Treviglio è oggetto di un attentato dinamitardo: nel primo caso, il timer s'inceppa; nel secondo caso, saltano saracinesca e vetrate. Ma Claudio Re, segretario della Confesercenti, sul Corriere della sera minimizza: «In passato, nella Bergamasca, si è scoperto che molti episodi simili a questo non avevano alcun collegamento con il racket. Qui, semmai, ci sono cani sciolti, balordi che leggono i giornali e diventano “apprendisti del pizzo”». | Treviglio | Riccardo Nisoli, Treviglio, racket in azione, Corriere della sera, 21 agosto 1993 |
1993 | Città Alta, un bar salta in aria | Il boato di un'esplosione, le fiamme, il sospetto di un detonatore. Il 10 settembre 1993, in Città Alta salta per aria il bar “Contarini”, affacciato su piazza Vecchia. Le prime ipotesi fanno pensare a un'origine dolosa dell'incendio. | Bergamo | Franco Cattaneo, Bergamo, salta in aria un bar, Corriere della sera, 10 settembre 1993 |
1993 | Il magazzino dei narcos ad Albano Sant'Alessandro | La rete si dirama tra il Milanese e la Calabria, tra l'Italia e la Colombia, ma uno dei magazzini più importanti è ad Albano Sant'Alessandro. I carabinieri del Ros di Bergamo lo tengono d'occhio, quel deposito in via Tonale, poi preparano la trappola. Quando il 25 settembre 1993 quattro automobili sbucano dal magazzino per imboccare l'autostrada, al casello di Seriate l'operazione prende forma: i militari arrestano cinque persone tra lombardi, campani e calabresi, tra cui Rocco Trimboli, originario di Platì, ritenuto legato all'omonima e potente ‘ndrina; nel bagagliaio dei veicoli, oltre quaranta chili di droga (in particolare coca colombiana, per un valore di circa due miliardi di lire), sei di esplosivo e diversi detonatori. È la conferma che l'asse ‘ndrangheta-narcos colombiani ben conosceva anche la provincia bergamasca. | Albano Sant'Alessandro | Franco Cattaneo, Spezzata l'alleanza Colombia-mafia, Corriere della sera, 26 settembre 1993 |
1992 | Bergamo: magazzino della droga | Raffaele De Blase, procuratore generale di Brescia, all'inaugurazione dell'anno giudiziario del 1992 dichiara: «Bergamo può essere diventata magazzino della droga di Milano. Taluni arresti sono indizi di un traffico internazionale». Alla procura erano in corso 12 inchieste per grosse partite di stupefacenti sequestrate: 1.886 chili di cocaina e 2.200 chili di eroina. | Provincia di Bergamo | Riccardo Nisoli, «Bergamo, magazzino-droga di Milano», L'Eco di Bergamo, 10 gennaio 1992 |
1992 | Stezzano, il raid punitivo della mala del Brenta | Il 25 gennaio 1992 un commando armato fa irruzione in un campo nomadi di Stezzano: gli obiettivi del gruppo sono Dindo Hudorovich, capo di un clan insediatosi nella Bergamasca e attivo in tutto il Nord, e Antonio Braidic, sodale di Hudorovich. Improvvisamente giungono anche i carabinieri, ne nasce uno spaventoso conflitto a fuoco che lascia a terra alcuni feriti. Il movente della notte di follia è inquietante: il commando armato è composto da emissari della mala del Brenta, la mafia veneta attiva a partire dagli anni Settanta e capeggiata da Felice Maniero, giunti sino alle porte di Bergamo per punire Hudorovich, “reo” di aver “tirato un bidone” su una partita di armi del valore di quasi un miliardo di lire, una vicenda che sarebbe arrivata a toccare interessi persino nell'ex Jugoslavia. | Stezzano | Luca Fazzo, Cinzia Sasso, Assalto al campo nomadi: ‘Vi daremo una lezione', la Repubblica, 26 gennaio 1992; Franco Cattaneo, Un raid della mafia del Brenta, Corriere della sera, 30 gennaio 1992; Riccardo Nisoli, Il Dna incastra il Rambo del Brenta, Corriere della sera, 29 dicembre 1993; Giorgio Cecchetti, Si pente Maniero, Faccia d'angelo, la Repubblica, 22 febbraio 1995 |
1992 | “Il pizzo contagia Bergamo” | Una ventina di attentati incendiari in tre mesi e un grido d'allarme: il 5 marzo 1992, il Corriere della sera titola Il pizzo contagia Bergamo. Solo nei giorni precedenti l'articolo, si segnalano incendi dolosi tra Treviglio, Calolziocorte, Valbrembo e Villa di Serio. Nei mesi precedenti, inoltre, quattro commercianti hanno denunciato al numero verde antiracket, istituito dalla Confesercenti, casi di “taglieggiamento”. | Treviglio, Valbrembo, Villa di Serio, Calolziocorte (ex BG) | Franco Cattaneo, Il “pizzo” contagia Bergamo, Corriere della sera, 5 marzo 1992 |
1992 | Carenno, una sequela di atti intimidatori | Una bomba carta contro l'hotel di proprietà del sindaco. Succede il 13 marzo 1992 a Carenno, località allora appartenente alla provincia di Bergamo: nel mirino c'è Franco Carenini, primo cittadino del piccolo comune della valle San Martino. Per gli inquirenti, è l'ennesimo episodio di intimidazione verificatosi nella zona: il 25 gennaio dello stesso anno, diversi negozi del paese furono colpiti da colpi di pistola esplosi da un'auto in corsa; a inizio anno, la cascina del fratello del sindaco era stata data alle fiamme. | Carenno (ex BG) | Attentato danneggia l'hotel di un sindaco, Corriere della sera, 14 marzo 1992 |
1992 | Un boss di Cosa nostra in hotel a Bergamo | Quando gli agenti della questura di Bergamo lo arrestano, in sua compagnia trovano un importante personaggio condannato nel primo Maxiprocesso. Il 30 gennaio 1992, all'hotel “San Marco” di Bergamo finisce in manette l'imprenditore edile siciliano Giovanni Pilo, ricercato perché deve scontare una condanna definitiva a tre anni e otto mesi; nella stanza dell'albergo in città alloggiava insieme a Filippo Nania, membro di spicco di Cosa nostra. | Bergamo | Mafia: Dia sequestra beni per 50 milioni euro a Palermo, AGI, 15 luglio 2004; Virgilio Fagone, Mafia. In cella il costruttore Giovanni Pilo, Giornale di Sicilia, 16 luglio 2004; Riccardo Arena, Cade l'accusa in appello. Assolto il costruttore Pilo, Giornale di Sicilia, 5 maggio 2007 |
1992 | Da Capriate a Boltiere | Il 10 giugno 1992 Fedele Cugliari, latitante, viene ucciso a revolverate lungo la strada che da Capriate San Gervasio porta a Boltiere. Condannato all'ergastolo per la sparatoria di Sant'Onofrio (Epifania del ‘91) nel Vibonese, Cugliari si era stabilito a Zingonia. Pensava di sottrarsi alla giustizia dello Stato e alla vendetta della ‘ndrangheta, ma viene scovato dai killer prima che dalle forze dell'ordine. | Capriate San Gervasio, Boltiere, Zingonia | Egidio Genise, Assassinato mentre viaggiava in moto, L'Eco di Bergamo, 11 giugno 1992 |
1992 | La cocaina tra ananas e Taleggio | L'11 giugno 1992 in una villetta di Olda di Taleggio, grazie ad un carabiniere infiltrato nel clan mafioso del boss Gaetano Fidanzati, viene scoperta una raffineria di cocaina. La pasta di cocaina da raffinare arrivava dalla Colombia in barattoli di succo d'ananas. | Taleggio | Luca Fazzo, Blitz nella raffineria di Cosa Nostra, la Repubblica, 12 giugno 1992 |
1992 | Da Mondragone a Bergamo, la coca della camorra | Una dozzina di arresti e un bel po' di droga. Il 4 luglio 1992 i carabinieri di Bergamo mettono a segno un'importante operazione antidroga che collega Mondragone (in provincia di Caserta, all'epoca roccaforte del clan La Torre, vicino ai Casalesi) alla Bergamasca, con particolare riferimento alla zona tra Scanzorosciate e Pedrengo. Finiscono in manette personaggi campani sospettati di essere vicini alla camorra, ma anche diversi bergamaschi: per l'accusa, avrebbero organizzato un significativo “giro di cocaina”, non esitando a compiere pesanti ritorsioni contro chi avesse conteso loro il “predominio” sulla propria zona. | Pedrengo, Scanzorosciate | Riccardo Nisoli, Bergamo, cocaina in odore di camorra. In cella 10 emissari al Nord della mala, Corriere della sera, 5 luglio 1992 |
1992 | Carvico, due capannoni incendiati | Due miliardi e mezzo di lire, una quarantina di operai senza lavoro. Il 18 luglio 1992, a Carvico, un incendio doloso distrugge due capannoni di un'azienda operante nel montaggio di apparecchiature elettroniche. Per l'allora pm Mario Conte, sono «allarmanti campanelli d'allarme». | Carvico | Riccardo Nisoli, Fuoco in fabbrica, è il racket, Corriere della sera, 19 luglio 1992 |
1992 | L'Amministratore del casinò di San Pellegrino | Il 25 agosto 1992, a Tarquinia, in provincia di Viterbo, viene rinvenuto il cadavere - strangolato con un cavo elettrico e successivamente carbonizzato - di Tiziano Righetti, amministratore delegato della “Società casinò municipale” di San Pellegrino Terme. La società era stata acquistata poco tempo prima da un personaggio in odore di camorra e le modalità dell'omicidio di Righetti fanno ipotizzare inizialmente agli inquirenti la pista mafiosa. In realtà, l'origine del delitto sarebbe da ricondurre ad un affare di orologi preziosi non andato a buon fine. | San Pellegrino Terme | Ucciso e bruciato il manager del casinò, la Repubblica, 6 settembre 1992; Cadavere trovato a Tarquinia. L'omicidio dovuto a uno «sgarro»?, l'Unità, 6 settembre 1992 |
1992 | Da Napoli a Bergamo: il bottino delle rapine | Nell'ottobre del 1992, in pochi giorni finiscono in manette Nunzio Gullà, palermitano residente a Bergamo, già titolare di una società finanziaria in città, e il napoletano Antonio De Maria. Secondo la procura di Bergamo avrebbero organizzato un sistema per ripulire i proventi di alcune rapine messe a segno nelle zone di Napoli, con un giro d'affari di alcune centinaia di milioni di lire. Per gli inquirenti potrebbe esserci l'ombra della camorra. | Bergamo | Riccardo Nisoli, Riciclaggio di denaro sporco fra Bergamo e Napoli: due arresti, L'Eco di Bergamo, 29 ottobre 1992; Riciclaggio di denaro: chiesto il giudizio per i due indagati, L'Eco di Bergamo, 15 gennaio 1993 |
1992 | I magazzinieri di Telgate | Il 28 ottobre 1992 in una villa a Telgate vengono arrestate tre persone, tra cui due coniugi che fungevano da magazzinieri: custodivano armi e droga. | Telgate | Franco Cattaneo, La mafia spa a Bergamo: armi, droga e riciclaggio, Corriere della sera, 29 ottobre 1992 |
1991 | L'arsenale di Treviglio | Il 20 agosto 1991, a Soverato, in Calabria, Massimiliano Sestito uccide l'appuntato dei carabinieri Renato Lio, che lo aveva fermato per un controllo ad un posto di blocco. Sestito era già stato arrestato per traffico di droga e detenzione di banconote false ed è ricercato in Svizzera per una rapina; poche ore dopo il delitto vengono perquisite una villa a Osio Sopra, acquistata da Sestito nei giorni immediatamente precedenti all'omicidio, e un appartamento a Treviglio, considerato il covo del pregiudicato. Dal doppio fondo di un armadio emerge un arsenale: venti coltelli, quattro pistole calibro 9 (con cinquecento proiettili), un fucile Winchester a pompa (con duecento cartucce) e una mitragliatrice Uzi dotata di silenziatore (con duecento pallottole). | Treviglio, Osio Sopra | Danilo Chirico, Alessio Magro, Dimenticati. Vittime della ‘ndrangheta, Roma, Castelvecchi, 2010, pp. 235-38 |
1991 | Il laboratorio di Predore | Il 3 dicembre del 1991 in una villetta a Predore viene scoperto un laboratorio per raffinare la cocaina, impiantato da due “tecnici” colombiani. La Guardia di Finanza di Bergamo sequestra sei quintali di semilavorato, che sarebbero stati trasformati in almeno 300 chili di cocaina purissima. | Predore | Scoperta sul lago d'Iseo la prima raffineria di coca, la Repubblica, 4 dicembre 1991 |
1991 | Due omicidi in Brianza | Il 2 dicembre 1991, a Caponago, in Brianza, vengono ritrovati i corpi di due persone freddate a colpi di pistola. Si tratta di Natale Cofone, calabrese residente a Cremona, e Riccardo Mologni, 38enne residente a Gavarno di Nembro. I due, pregiudicati, sarebbero stati uccisi nell'ambito di un regolamento di conti maturato nel mondo delle bische: a casa di Mologni verranno sequestrati 150 milioni di lire in contanti. | Nembro | Uccisi in auto a colpi di pistola, Corriere della sera, 3 dicembre 1991; Giusi Fasano, Uccisi dal racket delle bische, Corriere della sera, 4 dicembre 1991 |
1990 | La prima raffineria di eroina | Il 21 maggio 1990 a Rota Imagna viene scoperta la più importante raffineria di eroina del Nord Italia. Tra gli arrestati c'è Saverio Morabito, poi diventato collaboratore di giustizia, che dichiara ai magistrati: «La morfina base fu scaricata da un camion nella prima area di servizio dell'autostrada Milano-Venezia. Ogni chilo di eroina bianca sarebbe stata scambiata in America con 25 chili di cocaina». La raffineria viene ideata da Roberto Pannunzi (già presente nel ‘77 a San Pellegrino Terme) con l'aiuto dal clan Sergi (stabilitosi nel frattempo a Buccinasco), che a Rota Imagna fa arrivare due chimici del clan dei Marsigliesi. | Rota Imagna, San Pellegrino Terme | Egidio Genise, Mafiosi e marsigliesi nell'organizzazione della raffineria di eroina di Rota Imagna?, L'Eco di Bergamo, 24 maggio 1990; Corte d'Assise di Milano, Corte d'Assise di Milano, Quarta sezione, Sentenza nella causa penale a carico di Agil Fuat + 132, sent. n. 16/1997, presidente Renato Samek Lodovici, 11 giugno 1997; Roberto Saviano, ZeroZeroZero, Feltrinelli, Milano, 2013, pp. 243-79. |
1990 | Un cadavere in fondo al lago | Il corpo era in fondo al lago probabilmente da cinque anni. Il 26 ottobre 1990, a Sarnico, viene recuperato un cadavere in avanzato stato di decomposizione: si scoprirà che sono i resti di Antonio Camasso, 31enne nativo di Mondragone (Caserta) e residente a Darfo Boario, scomparso nel 1985. La pista degli inquirenti è quella di un omicidio maturato in un regolamento di conti: nel 1984 era stato arrestato nell'ambito di un'operazione contro una banda dedita al recupero crediti. Il delitto resterà tuttavia irrisolto. | Sarnico | Cesare Malnati, «Giallo del lago»: identificata la vittima. È un giovane di Boario scomparso nel 1985, L'Eco di Bergamo, 6 novembre 1990; Cesare Malnati, Una strana coincidenza e 13 milioni spariti, L'Eco di Bergamo, 6 novembre 1990; Egidio Genise, La riscossione di «crediti difficili» all'origine del «giallo del lago»?, L'Eco di Bergamo, 7 novembre 1990; Il «giallo» del lago. Assassini senza nome, L'Eco di Bergamo, 31 agosto 1991; Franco Cattaneo, Sgominata a Bergamo l'«Anonima taglieggiatori» che riscuoteva crediti minacciando i negozianti, Corriere della sera, 17 giugno 1984 |
1989 | Due fratelli campani uccisi: ombre di camorra | Il 23 settembre 1989 due cadaveri vengono recuperati sulla sponda bergamasca del lago d'Iseo, vicino a Tavernola. Si tratta dei corpi di due fratelli, Vincenzo e Fabio Pisano, originari di Caserta e trasferitisi a Sant'Omobono in Valle Imagna da alcuni mesi, scomparsi il 3 settembre e uccisi a colpi di pistola. I due hanno precedenti penali e sono ritenuti vicini agli ambienti della camorra. Per l'omicidio vengono arrestati due bergamaschi; il movente pare sia un regolamento di conti per una partita di droga o di armi. Durante il processo, invece, il fratello delle vittime apre un nuovo scenario: «Fabio ed Enzo avevano ricevuto l'incarico di uccidere un certo Sarino da parte di un pezzo grosso della nuova camorra organizzata, uno che si vantava di avere eliminato più di una persona scomoda e che terrorizzava i miei fratelli». I due bergamaschi saranno assolti in primo grado e condannati (uno per omicidio, l'altro per soppressione di cadavere) in appello. | Tavernola Bergamasca | Andrea Biglia, Due fratelli uccisi dalla mala, Corriere della sera, 24 settembre 1989; Franco Cattaneo, Il racket della droga ha ordinato l'esecuzione dei due fratelli trovati morti nel lago d'Iseo, Corriere della sera, 26 settembre 1989; Franco Cattaneo, Giallo del lago d'Iseo, 5 arrestati. Droga e armi incastrano il killer, Corriere della sera, 21 ottobre 1989; Pietro Barachetti, Quel delitto firmato camorra, Corriere della sera, 2 agosto 1990; Pietro Barachetti, A una svolta il giallo del Sebino, 25 novembre 1990; Pietro Barachetti, I due fratelli ripescati nel lago d'Iseo. Assolto il giovane imputato di omicidio, Corriere della sera, 30 novembre 1990; Riccardo Nisoli, Per il duplice delitto del lago 27 anni all'imputato di Telgate, L'Eco di Bergamo, 6 giugno 1991 |
1989 | Narcotrafficante bergamasco arrestato in Francia | È nato ad Almenno San Bartolomeo nel 1952 e dopo i primi traffici internazionali di auto rubate è diventato un importantissimo narcotrafficante. Nel marzo 1989 il bergamasco Pasquale Claudio Locatelli viene arrestato in Costa Azzurra, dove nella sua villa di Saint-Raphaël vengono trovati quaranta chili di cocaina: aveva avviato un importante canale per l'approvvigionamento di droga; finiscono in manette altri quattro italiani. Nel corso degli anni il nome di Locatelli tornerà di nuovo alla ribalta delle cronache. | Almenno San Bartolomeo | Bergamasco il boss della coca francese, Corriere della sera, 25 marzo 1989; Giancarlo Lora, In una villa sequestrata cocaina per 40 miliardi, l'Unità, 24 marzo 1989 |
1989 | Tentate estorsioni nella Bassa bergamasca | «Un'attività in senso lato mafiosa», così viene descritta dal giudice istruttore l'organizzazione incriminata. Il 6 giugno 1989 cinque calabresi residenti nella Bassa bergamasca vengono arrestati per episodi di estorsione, armi e droga, con richieste di pagamenti e ritorsioni per chi non si fosse piegato al loro volere. A capeggiare il gruppo c'è Giuseppe “Pino” Romano, originario di Briatico (nel Vibonese), ma residente a Romano di Lombardia, che negli anni successivi sarà nuovamente protagonista di vicende criminali. | Romano di Lombardia | Estorsioni, armi, droga: sei in carcere accusati di associazione a delinquere, L'Eco di Bergamo, 7 giugno 1989; A Palazzo di Giustizia, L'Eco di Bergamo, 28 febbraio 1990 |
1989 | L'evasione di Pasquale Claudio Locatelli | Un'evasione in grande stile. Il 2 settembre 1989 Pasquale Claudio Locatelli, narcotrafficante originario di Almenno San Bartolomeo, riesce a sfuggire alle forze dell'ordine francesi. Mentre è detenuto nel carcere di Grasse, si rompe un braccio e viene trasferito all'ospedale di Lione. Durante il viaggio, tre uomini armati e incappucciati bloccano il furgone cellulare su cui viaggiava Locatelli, immobilizzano i gendarmi e liberano Locatelli, che farà perdere le sue tracce per qualche anno. | Almenno San Bartolomeo | Franco Cattaneo, Trappola per il boss della coca, Corriere della sera, 9 settembre 1994; Roberto Saviano, ZeroZeroZero, Feltrinelli, Milano, 2013, p. 250 |
1988 | A Valleve si scopre il riciclaggio | Nel 1988 Antonino Carollo, residente ad Albairate (Milano), è a capo di una struttura criminale dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Il ricavato viene reimpiegato in attività edilizie mediante 30 società finanziarie ed immobiliari. Nel 1990 finisce sotto processo anche un tecnico del comune di Valleve, dove era stato realizzato un insediamento turistico. | Valleve | Marina Morpurgo, Ex sindaci, favorirono la mafia–spa, l'Unità, 19 settembre 1990; Avvisi di garanzia a pubblici amministratori per operazioni immobiliari con denaro «sporco», L'Eco di Bergamo, 19 settembre 1990; Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, X Legislatura, Relazione sulle risultanze dell'attività del gruppo di lavoro incaricato di svolgere indagini sulla criminalità organizzata e, in particolare, sul riciclaggio di proventi illeciti in provincia di Milano, 22 maggio 1991, pp. 22-23 |
1987 | Al tavolo della discoteca “Il Capriccio” | Secondo quanto riportato dal Corriere della sera alla fine degli anni Ottanta intorno ad un tavolo della discoteca “Il Capriccio” di Arcene si sarebbero riuniti i vertici della ‘ndrangheta trapiantata in Lombardia. Si tratta del boss Franco Coco Trovato, del suo braccio destro Antonio Schettini, di Giuseppe De Stefano rampollo della più potente famiglia della ‘ndrangheta reggina e degli uomini dei clan Mancuso e Tripodi, tra i quali Vittorio Foschini. Si discute di come trasformare i locali notturni in piazze dello spaccio. Foschini, che nel 1995 diventerà collaboratore di giustizia, ai magistrati racconterà che in quegli anni la discoteca era il quartier generale della ‘ndrangheta in Lombardia, luogo in cui riunirsi e in cui “svagarsi” con donne che «venivano messe a disposizione». Il proprietario della discoteca è Lorenzo Suraci, che nel 1987 acquista, anche con lo scopo di pubblicizzare il locale, “Radio trasmissioni lombarde”, radio locale che poi diventerà il network nazionale di RTL 102,5. Foschini racconta che la discoteca era frequentata anche da tre uomini della famiglia Madonia, storico clan mafioso, poiché a quei tempi si era sancita un'alleanza tra mafia palermitana e ‘ndrangheta per lo spaccio della droga. Uno dei tre era Saverio Stendardo, esperto di impianti elettrici e telefonia, che secondo alcuni collaboratori di giustizia avrebbe fornito i telecomandi utilizzati per la strage di Capaci. Stendardo era un dipendente di Rtl che, secondo la testimonianza di un collega di lavoro, aveva «una particolare capacità di persuasione nell'acquisto delle frequenze, poiché riusciva a convincere anche il venditore più riottoso». | Arcene | Armando Di Landro, Il boss della ‘ndrangheta era assunto da società di Rtl, Corriere della sera – Edizione Bergamo, 23 aprile 2014; Armando Di Landro, «Al Capriccio si trafficava droga», Corriere della sera – Edizione Bergamo, 26 luglio 2014; Armando Di Landro, «I clan collegati al titolare di Rtl», Corriere della sera – Edizione Bergamo, 29 luglio 2014 |
1986 | Il ritorno dei sequestri | L'ultimo significativo colpo di coda della stagione dei sequestri in bergamasca si ha il 5 giugno 1986, quando a Bergamo è rapita Nicoletta Moretti, giovane figlia di un industriale attivo nel settore dei mangimi; sarà rilasciata dai suoi carcerieri l'1 novembre a Caponago, in Brianza, senza il versamento di alcun riscatto. A mettere in atto il sequestro è un clan legato alla ‘ndrangheta, insediatosi nell'hinterland milanese. | Bergamo | Amanzio Possenti, Ragazza rapita a Bergamo davanti a decine di persone, La Stampa, 10 giugno 1986; Pantaleone Sergi, Per vendetta parlano le donne delle cosche. Anonima in trappola, la Repubblica, 22 marzo 1987; Roberto Clemente, Sequestro Moretti: si apre il processo, in L'Eco di Bergamo – edizione online, 23 aprile 2008; Roberto Clemente, Rapimento Moretti: la sentenza. Forti condannato a vent'anni, in L'Eco di Bergamo – Edizione online, 21 luglio 2008 |
1986 | Il riciclaggio passa (anche) da Bergamo | Una trentina d'arresti in tutta Italia, ma l'epicentro è Bergamo. Il 24 febbraio 1986 si chiude un'operazione condotta dalla procura di Bergamo contro un'organizzazione dedita al riciclaggio (soprattutto in Svizzera) dei riscatti di numerosi sequestri di persona messi a segno dalla ‘ndrangheta negli anni precedenti. Sono nove i bergamaschi finiti in carcere: uno di questi è Gerardo Rosa, originario di Monasterolo del Castello, che negli anni seguenti sarà coinvolto in vicende di traffico di droga. | Monasterolo del Castello | Cesare Malnati, Trentuno arrestati in tutta Italia. Riciclavano i soldi della ‘ndrangheta?, L'Eco di Bergamo, 27 febbraio 1986; Tra un mese il processo alla banda che riciclava denaro e titoli falsi, L'Eco di Bergamo, 21 ottobre 1986; Al via un altro maxi– processo. La difesa tenta di bloccarlo, L'Eco di Bergamo, 22 novembre 1986; Processo per denaro falso tocca a Roma per competenza, L'Eco di Bergamo, 9 maggio 1987 |
1984 | Un camorrista di spicco arrestato a Zingonia | È considerato un capo della Nuova famiglia, l'organizzazione camorristica che negli anni Ottanta si contrappone alla Nco di Raffaele Cutolo, e i carabinieri lo arrestano a Zingonia: il 20 gennaio 1984 finisce così la latitanza di Vincenzo Cuomo, membro di spicco della criminalità campana, che dal 1982 si era trasferito con la famiglia in una villetta a Verdellino; anche il padre, Antonino Cuomo, considerato vicinissimo ad Antonio Bardellino, avrebbe trovato rifugio a Bergamo. | Verdellino, Zingonia, Bergamo | Sandro Vavassori, Catturato un boss della «nuova famiglia». Aveva aperto una filiale nel Bergamasco, Corriere della sera, 21 gennaio 1984 |
1984 | Estorsioni calabro-bergamasche | Riscossione crediti, estorsioni e ritorsioni per chi non avesse pagato. Sono le accuse che il 16 giugno 1984 portano all'arresto di otto persone in provincia di Bergamo: a capeggiare il gruppo c'è Antonino Scopelliti, calabrese insediatosi tra la provincia di Bergamo e di Brescia, ritenuto vicino alla ‘ndrangheta; l'organizzazione comprende anche diversi bergamaschi, tra cui Leone Signorelli, che nel 2007 sarà freddato da sicari della ‘ndrangheta su ordine dei narcos colombiani. Secondo l'accusa, alcuni degli imprenditori taglieggiati avrebbero abbandonato per lunghi periodi la propria residenza, così da sfuggire ai propri aguzzini. | Castelli Calepio | Sgominata a Bergamo banda di esattori della ‘ndrangheta, l'Unità, 17 giugno 1984; A Palazzo di Giustizia. Domani il processo per gli episodi di estorsione nella zona di Castelli Calepio, L'Eco di Bergamo, 11 luglio 1984 |
1984 | Le bische della “Bergamo bene” | Non ci sono solo le “bische volanti”. In un panorama di gioco d'azzardo diffuso, Bergamo si segnala anche per un giro di “bische di lusso”, su cui nella prima metà degli anni Ottanta fa luce la Procura di Bergamo: nel mirino dei magistrati finiscono medici, industriali, avvocati, persino un conte (Achille Caproni, erede della famiglia proprietaria dell'azienda aeronautica) e un marchese, ma soprattutto personaggi del mondo dello spettacolo e della televisione, tra cui Emilio Fede (condannato in primo grado e assolto in appello) e Flavio Briatore (che, in vista del processo, si rifugerà alle Isole Vergini sino a un'amnistia nel 1990). | Provincia di Bergamo | Emanuele Montà, Interrogati Emilio Fede e Loredana Bertè: «Roulettes truccate? Non sappiamo nulla», La Stampa, 23 giugno 1983; Bische, per Fede e altri 22 chiesto il rinvio a giudizio, La Stampa, 20 dicembre 1984; Amanzio Possenti, Fede rinviato a giudizio per le bische clandestine, 9 gennaio 1985; Enrico Bonerandi, Un anno e 10 mesi a Fede per le bische clandestine, la Repubblica, 28 novembre 1986; Scandalo delle bische clandestine. Assolto in appello Emilio Fede, la Repubblica, 14 novembre 1987; Briatore, L'uomo che è finito contro un muro, il Fatto Quotidiano – edizione online, 28 settembre 2009 |
1982 | Malavita bergamasca da esportazione | La malavita autoctona bergamasca si è segnalata per innumerevoli colpi all'estero. Dopo le rapine, il grande salto è rappresentato dai sequestri di persona, messi a segno anche oltre i confini italiani. Il più clamoroso è quello che vede cadere nelle mani di una banda bergamasca Antonia van der Valk, moglie di un magnate olandese del settore alberghiero: tenuta prigioniera tra il 26 novembre e il 17 dicembre 1982, sarà liberata dietro il pagamento di un riscatto astronomico di sei milioni di franchi svizzeri, due milioni di marchi tedeschi e due milioni di fiorini olandesi. | Zandobbio | L'anonima sequestri emigrata in Olanda, Stampa sera, 21 dicembre 1982 |
1979 | Il rapimento a Zanica e il riciclaggio svizzero-cinese | Un sequestro bergamasco che fa luce su un vasto giro di riciclaggio. Il 21 maggio 1979 viene rapito a Zanica l'industriale Francesco Doneda, rilasciato poi il 24 giugno dopo il pagamento di 400 milioni di lire di riscatto; a mettere a segno l'operazione, un gruppo di pugliesi “trapiantati” a Milano, coinvolti in un altro paio di sequestri. Da queste indagini, la magistratura bergamasca scopre un importante canale per ripulire il denaro sporco dei sequestri. Grazie alla “regia” di Tang Sik Che, cinese che gestisce attività di import-export nel Brindisino, e ad alcuni professionisti attivi in Svizzera, sarebbero state portate in terra elvetica somme ingenti provenienti dai riscatti di diversi rapimenti messi a segno dalla criminalità organizzata a partire dalla seconda metà degli anni Settanta. | Zanica | Cesare Malnati, Due dei sei indiziati per il «riciclaggio» organizzarono anche il rapimento di Doneda?, L'Eco di Bergamo, 7 agosto 1979; Adolfo Caldarini, Il commercialista svizzero è forse legato al cinese capo di una banda di riciclatori, La Stampa, 17 novembre 1979; Ugo Guadalaxara, Processata la «banda del cinese» che riciclava i soldi dei riscatti, La Stampa, 13 novembre 1980; Arnaldo Giuliani, Un'incredibile storia di miliardi sporchi e merletti svizzeri con la regìa d'un cinese, Corriere della sera, 18 febbraio 1980 |
1978 | Il palermitano di Trescore che lavora con i calabresi | Tra i vari soggiornanti obbligati giunti in Bergamasca, qualche nome tornerà alla ribalta durante la stagione dei sequestri di persona. Come il palermitano Giuseppe Saladino, confinato a Trescore Balneario, che sceglie di rimanere in Val Cavallina anche dopo la fine della pena. Tra anni Settanta e anni Ottanta, Saladino è indiziato di tre rapimenti, la cui matrice è riconducibile alla criminalità calabrese: accusato ma poi assolto per il sequestro dell'industriale Piero Albini (rapito a Bergamo l'11 dicembre 1978 e liberato il 3 giugno 1979 dietro il pagamento di 800 milioni di lire di riscatto), è invece condannato per i casi che riguardano l'imprenditore Roberto Valota (originario proprio di Trescore, “prelevato” l'11 gennaio 1982 e rilasciato il 10 febbraio dello stesso anno, riscatto di 850 milioni di lire) e la moglie di un commerciante piemontese, Wally Camarda Tiboni (rapita sul Lago Maggiore il 19 ottobre 1981 e rilasciata il 7 novembre dello stesso anno dietro il pagamento di 600 milioni di lire); nei casi Valota e Tiboni, messi a segno dalla stessa “banda”, vi è anche il coinvolgimento di un sudafricano residente sempre a Trescore. | Trescore Balneario | Cesare Malnati, Prima udienza per il sequestro Albini, contestato l'esito della perizia fonica, L'Eco di Bergamo, 19 aprile 1980; Cesare Malnati, Tre calabresi arrestati per il sequestro Valota. La prigione scoperta in una casa di Cusano Milanino, L'Eco di Bergamo, 19 febbraio 1982; Altri tre calabresi e un bergamasco arrestati per il sequestro Valota, L'Eco di Bergamo, 6 marzo 1982; Giorgio Francinetti, Sequestro Valota: in Appello condannati i sei assolti a Bergamo, L'Eco di Bergamo, 22 giugno 1984; Claudio Cerasuolo, Pene confermate (meno due) ai rapitori di Wally Camarda, La Stampa, 7 novembre 1985 |
1977 | Da San Siro al lago d'Iseo | Il sequestro di Vittorio Di Capua, gestore dell'ippodromo di San Siro, è un buco nero. L'avvocato viene rapito nel marzo del 1977 e ritrovato cadavere nell'ottobre dello stesso anno: la sua salma affiora dalle acque del lago d'Iseo, nella zona di Tavernola Bergamasca, non più trattenuta sul fondo dal blocco di cemento cui era stata legata dopo l'omicidio. La famiglia Di Capua aspetta invano il ritorno di Vittorio, pur avendo pagato 300 milioni di lire per il riscatto, e i sequestratori non vengono mai individuati. Gli investigatori ipotizzano che il delitto Di Capua sia da collegare anche alla mano della ‘ndrangheta: una ritorsione violenta dopo il rifiuto dell'avvocato di accordarsi per cedere gli ippodromi di San Siro alla criminalità organizzata. | Tavernola Bergamasca | Elio Spada, Marcio nel mondo dell'ippica, manette per tre noti fantini, l'Unità, 16 dicembre 1981; Susanna Marzolla, Milano: dietro l'arresto dei tre fantini tutto il mondo della malavita organizzata, La Stampa, 18 dicembre 1981 |
1977 | Il più grande narcotrafficante europeo | Il 31 maggio 1977 i poliziotti della Questura di Bergamo perquisiscono il “Grand Hotel” di San Pellegrino alla ricerca di Vincenzo Macrì, boss della ‘ndrangheta. All'epoca l'Hotel era gestito da Roberto Pannunzi, che in seguito verrà considerato il più grande narcotrafficante europeo. | San Pellegrino Terme | Corte d'Assise di Milano, Quarta sezione, Sentenza nella causa penale a carico di Agil Fuat + 132, sent. n. 16/1997, presidente Renato Samek Lodovici, 11 giugno 1997, pp. 1723-24 |
1977 | Un omicidio nella “bisca” a Curno | Se a Milano gli anni Settanta e Ottanta sono gli anni delle bische e del gioco d'azzardo controllato pienamente dalla malavita, a Bergamo la situazione è più improvvisata, quasi “anarchica”. Non mancano tuttavia episodi di sangue: il 24 luglio 1977, in una bisca a cielo aperto allestita a Curno, un commando armato composto da personaggi qualificatisi come “emissari” del boss milanese Francis Turatello, apre il fuoco sulla folla, uccidendo uno dei giocatori. | Curno | Ugo Guadalaxara, Battaglia di gangster (Turatello). Un morto e 40 persone rapinate, Stampa sera, 25 luglio 1977 |
1975 | Calolziocorte, da Cosa nostra alla ‘ndrangheta | Negli stessi anni in cui a Calolziocorte staziona Gerlando Alberti, anche la ‘ndrangheta mette gli occhi su questa piccola cittadina, oggi appartenente alla provincia di Lecco, ma sino al 1992 facente parte della provincia di Bergamo. Complice una posizione “strategica”, vicina a centri come Bergamo, Lecco, Como e Milano, ma non troppo distante dalla Svizzera, e complice anche una forte immigrazione calabrese, a Calolziocorte si “insedia” nel 1975 una delle prime locali di ‘ndrangheta del Nord Italia. Fondata nel 1975 dal boss Raffaele Iaconis e presentata ufficialmente all'annuale riunione di Polsi (“meeting” di tutti i gruppi di ‘ndrangheta sparsi in Italia e nel mondo) l'8 settembre dello stesso anno, la locale calolziese entra presto nella “camera di controllo” creata dal boss Giuseppe Mazzaferro per “coordinare” l'azione della criminalità calabrese in Lombardia. Dopo decenni di attività, la locale di Calolziocorte subirà un duro colpo nel novembre 2014 con l'operazione “Insubria” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. «Calolzio ha tutto! Non pecca di presunzione, non pecca di abusi, non pecca di niente! Non dà la possibilità di lamentarsi», racconta Antonino Mercuri, l'ultimo capolocale di Calolziocorte, intercettato dalla magistratura milanese, sottolineando l'affidabilità degli ‘ndranghetisti calolziesi; ancora in anni recenti, le conversazioni captate dagli investigatori hanno mostrato come il ricordo della cerimonia di Polsi del 1975 fosse tramandato con enfasi ai membri più giovani del gruppo criminale. | Calolziocorte (ex BG) | Lucio Buonanno, Rino Marrone, Chi sono e cosa fanno i confinati che il ministero vuole trasferire, Giornale di Bergamo, 25 marzo 1974; Tribunale di Milano, Ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari a carico di Adduci Angiolino + 39, Rgnr n. 45730/23, Rggip n. 12634/12, giudice Simone Luerti, 14 novembre 2014; Andrea Gianni, ‘Ndrangheta al Nord, infLitti 162 anni, L'Eco di Bergamo, 27 maggio 2015; Cristian Dozio, In città stupore e paura: «Un ritorno al passato», La Provincia di Lecco, 19 novembre 2014 |
1975 | A Rossino arrestato il boss Gerlando Alberti | Il 20 dicembre 1975, a Rossino di Calolziocorte, viene arrestato Gerlando Alberti, capomafia del quartiere di Porta Nuova a Palermo. Il boss operava da anni nel territorio calolziese, dove aveva trovato rifugio. «A Calolziocorte si nascondono pregiudicati di tutte le risme», raccontava un ufficiale dei carabinieri ad un cronista del Giornale di Bergamo già nel marzo del 1974. | Bergamo | Cfr. Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, VII Legislatura, Relazione sul traffico mafioso di tabacchi e stupefacenti nonché sui rapporti tra mafia e gangsterismo italo–americano, Allegato n. 2, Cenni biografici su Gerlando Alberti, relatore Michele Zuccalà, 1976; Alberti presunto capo della «nuova mafia» arrestato in una villetta a Calolziocorte, L'Eco di Bergamo, 21 dicembre 1975 |
1974 | La banda calabro-bergamasca | Nel gennaio 1974 viene rapito lo studente Pierangelo Bolis a Ponte San Pietro. Verrà rilasciato il mese successivo a Cinisello Balsamo, dopo il pagamento di un riscatto di mezzo miliardo di lire. Questo rapimento è un caso esemplare, poiché viene effettuato da una banda “calabro-bergamasca”. Infatti, nel febbraio 1976 verranno condannati Domenico Barbaro di Platì, considerato il capo della componente calabrese della banda e già in soggiorno obbligato nella Bergamasca, Francesco Perre (originario della Calabria) e Domenico Giglio di Pedrengo, Paolino Sergi, calabrese residente a Torre Boldone, Silvio Chiesa di Bonate Sopra e Luciano Mangili di Ponte San Pietro. Gran parte del provento del riscatto viene reinvestito da Barbaro in Australia, dove è radicata da decenni la presenza delle ‘ndrine Barbaro, Perre e Sergi. | Ponte San Pietro, Pedrengo, Bonate Sopra, Torre Boldone | Una giovane di Mozzo arrestata per correità nel rapimento Bolis, L'Eco di Bergamo, 12 maggio 1974; Sequestro Bolis: altri due arresti, l'Unità, 13 maggio 1974; Tonino Raffa, Fermati alcuni pregiudicati a Reggio Calabria. Erano stati in soggiorno obbligato in Lombardia, L'Eco di Bergamo, 5 maggio 1974; Tonino Raffa, Tradotti stanotte a Monza i due calabresi fermati a Platì coi soldi del riscatto Bolis, L'Eco di Bergamo, 6 maggio 1974; Carabinieri di Reggio Calabria, Legione Carabinieri di Catanzaro, Gruppo di Reggio Calabria, Associazione per delinquere a sfondo mafioso di 120 persone operanti nella fascia Sud del versante jonico della provincia di Reggio Calabria e in altre del Nord e Centro Italia, vol. I, 1981, pp. 301-307, cit. in Pino Arlacchi, La mafia imprenditrice. Dalla Calabria al centro dell'inferno, il Saggiatore, Milano, 2007, p. 155; Mario Bariona, Altri due arrestati con i denari del riscatto di Pierangelo Bolis, Stampa Sera, 6 maggio 1974; Pierluigi Spagnolo, L'ascesa della ‘Ndrangheta in Australia, Altreitalia, n. 40, gennaio–giugno 2010; Francesco Forgione, Mafia Export. Come ‘ndrangheta, Cosa nostra e camorra hanno colonizzato il mondo, Milano, Baldini&Castoldi, 2009, pp. 208-10; Tribunale civile e penale di Milano, Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale e contestuale sequestro preventivo nei confronti di Barbaro Domenico + 16, Rgnr n. 41849/07, Rggip n. 8183/07, giudice Giuseppe Gennari, 26 ottobre 2009 |
1974 | Il soldato valoroso e quelli che scappano dal confino (II) | Da Calusco, nel 1974 fuggirà un altro soggiornante obbligato: si tratta di Raffaele D'Onofrio, appena scarcerato da Trani e giunto in bergamasca da appena sette ore, che sarà nuovamente arrestato negli anni successivi a Napoli per richieste di pizzo a commercianti partenopei. | Calusco d'Adda | Pino Arlacchi, Gli uomini del disonore. La mafia siciliana nella vita del grande pentito Antonino Calderone, Mondadori, Milano 1992, pp. 143-44; L'inchiesta sui rapimenti, L'Eco di Bergamo, 19 marzo 1974; Sequestrate banconote per alcuni milioni. Provengono dal riscatto dello studente?, L'Eco di Bergamo, 14 maggio 1974; «‘O barone» in galera con 5 taglieggiatori, l'Unità, 26 agosto 1979 |
1974 | La cella bergamasca del sequestro di Riboli | C'è anche un risvolto bergamasco nella tragica fine di Emanuele Riboli, una delle pagine più drammatiche nella storia dei sequestri di persona in Italia. Studente 17enne, figlio di un industriale varesino, Riboli è rapito il 15 ottobre 1974 e mai più rilasciato dai suoi rapitori. Nonostante il versamento di un acconto di oltre 200 milioni di lire, il ragazzo morirà durante il sequestro e il suo cadavere dato in pasto ai maiali. Prima di essere trasportato in Aspromonte (la banda di sequestratori era composta da persone vicine alla ‘ndrangheta), Riboli sarebbe stato tenuto prigioniero per qualche tempo in una “cella” allestita in provincia di Bergamo. | Provincia di Bergamo | Marco Fortunato, Le organizzazioni mafiose in provincia di Varese, tesi di laurea triennale, Università degli studi di Milano, Facoltà di Scienze politiche, anno accademico 2010/2011, p. 23; Danilo Chirico, Alessio Magro, Dimenticati. Vittime della ‘ndrangheta, Roma, Castelvecchi, Roma, 2010, p. 63 |
1974 | La Commissione antimafia “ascolta” Bergamo | L'allarme sui sequestri di persona a Bergamo impressiona anche la Commissione parlamentare antimafia. Il 16 luglio 1974 è infatti ascoltato Giammaria Galmozzi, giudice istruttore presso il Tribunale di Bergamo: si parlerà dei sequestri Rossi di Montelera, Panattoni e Bolis. | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, VII Legislatura, Testo delle dichiarazioni del dottor Giammaria Galmozzi, giudice istruttore presso il Tribunale di Bergamo, 16 luglio 1974 |
1972 | I primi sequestri di persona | Il 18 dicembre 1972 a Vigevano viene rapito l'industriale Pietro Torielli, che verrà rilasciato ad Opera dopo il pagamento di un riscatto di un miliardo e 250 milioni di lire. È il primo sequestro di persona in Lombardia. Tra i condannati con sentenza definitiva c'è Luciano Liggio, arrestato il 16 maggio 1974 a Milano. In seguito il giudice Turone riesce a individuare la prigione in cui è stato tenuto prigioniero Torielli: un cascinale a Treviglio di proprietà di Giacomo Taormina, palermitano giunto nel “capoluogo” della Bassa nel 1970 in soggiorno obbligato, sospetto appartenente alla mafia siciliana. Proprio in quel blitz viene liberato Luigi Rossi di Montelera, sequestrato il 14 novembre 1973 a Torino e prigioniero proprio nella cascina di Taormina, che nel frattempo era rimasto nella Bassa anche dopo la fine della pena (avviando un'attività nel commercio di suini, acquistando parecchi terreni e “ricongiungendosi” con i suoi numerosi fratelli). Nel 1973 a Bergamo Alta, per la prima volta in Italia, è sequestrato un bambino: Mirko Panattoni di 8 anni, che verrà liberato a Pontida, dietro il pagamento di un riscatto di 300 milioni di lire. In circa vent'anni, i sequestri di persona in Lombardia sono stati 158. | Treviglio, Pontida, Bergamo | Umberto Zanatta, Il sequestro di Torielli fu organizzato da una gang mafiosa che sta a Milano, Stampa Sera, 10 febbraio 1973; Umberto Zanatta, Per la polizia il boss mafioso scomparso è il “cervello” della banda di Vigevano, Stampa Sera, 10 febbraio 1973; Mauro Brutto, Per il sequestro di Pietro Torielli le indagini alla Procura di Milano, l'Unità, 12 febbraio 1973; Forse un clan mafioso ha ordinato direttamente di rapire il Torielli, l'Unità, 13 febbraio 1973; Francesco Fornari, Guerra aperta tra i due clan mafiosi dopo il rilascio di Pietro Torielli, La Stampa, 14 febbraio 1973; Amanzio Possenti, Incredibile! Da quattro mesi chiuso nel sotterraneo della cascina abitata, L'Eco di Bergamo, 15 marzo 1974; Mario Portanova, Giampiero Rossi, Franco Stefanoni, Mafia a Milano. Sessant'anni di affari e delitti, Melampo, Milano, 2011, p. 45 |
1971 | Il soldato valoroso e quelli che scappano dal confino (I) | All'inizio del 1971, a Calusco d'Adda giunge in soggiorno obbligato Damiano Caruso, spietato killer della mafia siciliana, definito dal pentito Antonino Calderone come «il soldato più valoroso» del clan Di Cristina, nonché come un «pazzo», già membro del gruppo di fuoco che dà vita alla tremenda “strage di viale Lazio”, cinque morti e due feriti, in compagnia di Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella. Il nome di Caruso, peraltro, figura anche tra i sospettati per l'omicidio di Mauro De Mauro, giornalista de L'Ora scomparso a Palermo il 16 settembre 1970 e mai più ritrovato. Già nell'agosto del 1971, tuttavia, Caruso fa perdere le proprie tracce da Calusco; durante il periodo di confino, però, intrattiene rapporti con Giacomo Taormina, prima di finire ucciso a Milano, nel giugno del 1973, in una spietata faida di sangue. A ordinare l'omicidio è Luciano Liggio, all'epoca grande capo di Cosa Nostra. | Calusco d'Adda | Pino Arlacchi, Gli uomini del disonore. La mafia siciliana nella vita del grande pentito Antonino Calderone, Mondadori, Milano 1992, pp. 143-44; L'inchiesta sui rapimenti, L'Eco di Bergamo, 19 marzo 1974; Sequestrate banconote per alcuni milioni. Provengono dal riscatto dello studente?, L'Eco di Bergamo, 14 maggio 1974; «‘O barone» in galera con 5 taglieggiatori, l'Unità, 26 agosto 1979 |
1971 | Liggio a Bergamo col giubbotto antiproiettile | Luciano Liggio a Bergamo. Nel maggio 1971, infatti, la “Primula rossa di Corleone” è condannata al soggiorno obbligato per cinque anni ad Albino. Alla Val Seriana, tuttavia, il boss preferirà l'area milanese, dove sarà a lungo attivo, pur non disdegnando di frequentare un barbiere in centro Bergamo: particolare interessante, anche tra una rasatura e l'altra non manca di indossare - come ricorderà ancora in anni recenti il titolare del negozio - un giubbotto antiproiettile. | Bergamo | Luciano Liggio per cinque anni in soggiorno obbligato ad Albino, L'Eco di Bergamo, 10 maggio 1971; Pier Carlo Capozzi, Addio al Gino. Fu il parrucchiere di divi e calciatori, L'Eco di Bergamo, 14 ottobre 2015 |
1971 | Dal Sud al Nord | Tra il 1961 e il 1971, attraverso l'istituto del soggiorno obbligato, in Lombardia arrivano 372 persone sottoposte a sorveglianza speciale, soprattutto per indagini di mafia; in provincia di Bergamo sono “confinati” 61 individui: è il dato più elevato che si registra in Italia. | Provincia di Bergamo | Commissione parlamentare antimafia, VI Legislatura, Relazione finale, capitolo quarto, Le ramificazioni territoriali della mafia |
1965 | Il (futuro) “numero tre” di Cosa nostra a Romano | Tra 1965 e 1978, a Romano di Lombardia si stabilisce Mariano Tullio Troia, colui che dopo l'arresto di Totò Riina diventerà il “numero tre” di Cosa nostra. Giunto nella Bassa bergamasca in soggiorno obbligato per tre anni, Mariano Tullio Troia diventa ben presto uno dei referenti delle cosche palermitane in Lombardia, scegliendo di rimanere in terra orobica anche dopo la fine della pena; sempre a Romano, nel 1975 nascerà il figlio Massimo Giuseppe Troia, anch'egli successivamente inquisito per la sua appartenenza a Cosa nostra. Dal 1978, tuttavia, Mariano Tullio Troia si dà alla latitanza: sarà arrestato nel 1998, accusato di essere il «regista» di una quarantina di omicidi. | Romano di Lombardia | Ricercato in tutta Italia. Da Romano manca da 15 anni, L'Eco di Bergamo, 16 marzo 1993; Felice Cavallaro, Catturato il boss regista di 40 omicidi, Corriere della sera, 16 settembre 1998; Maria Elena Madonia, Gennaro Favilla, Palermo. Il recupero alla legalità dei beni confiscati tra conoscenza e azione, Centro studi ed iniziative culturali Pio La Torre, Palermo, 2011, p. 72; Corte d'appello di Palermo, Seconda sezione penale, Sentenza nel procedimento penale contro Bonanno Luigi + 12, sent. n. 4020/2011, presidente Daniele Marraffa, 23 novembre 2011, p. 4 |
1964 | Da Mussomeli a Lovere | La presenza di mafiosi in terra bergamasca ha radici molto lontane. Si comincia nel 1964 a Lovere, dove viene inviato il primo mafioso in soggiorno obbligato, il boss siciliano Giuseppe Genco Russo, detto “il patriarca” di Mussomeli. Mentre l'opinione pubblica tende a sottovalutare il problema, don Andrea Spada, direttore de L'Eco di Bergamo, il 28 febbraio 1964 scrive sulla prima pagina del quotidiano: «È vero, fortunatamente si tratta di un mondo [la mafia, nda] geograficamente e socialmente lontano, che stentiamo addirittura a concepire, che avremmo desiderato non vedere qui neppure rappresentato simbolicamente; ma è un mondo che ci appartiene, che, volere o no, ci tocca. È una piaga che non può più dolere solo in Sicilia, che riguarda tutti, che potrà essere risanata solo se tutto il paese lavorerà per scoraggiarla, naturalmente con i siciliani di buona volontà in testa». | Lovere | Lovere scelto come «soggiorno obbligato» per Genco Russo, implicato nella mafia, L'Eco di Bergamo, 25 febbraio 1964; Franco Rho, L'arrivo di Genco Russo fa parlare molto tra noi di una piaga che sembrava su un altro pianeta, L'Eco di Bergamo, 26 febbraio 1964; Andrea Spada, L'aria di Lovere per Genco Russo, L'Eco di Bergamo, 28 febbraio 1964 |