Bergamo, 10 Dicembre 2013 | di don Adriano Peracchi
Sapore di umanità
A ricordo di Nelson Mandela
Madiba
gigante della riconciliazione,
in questo scorcio di anno 2013 si è fermato
sazio di giorni e di vita vissuta in pienezza.
È motivo di orgoglio
appartenere a questa umanità
che ci riserva sorprese
come Mandela.
Quasi come un torrente di acqua che scorre
nei sotterranei della storia
e riaffiora in tanti rivoli di sorgenti
che vanno a rigenerare
le attese di giustizia e di fraternità
che trasudano da una terra
arida e arsa.
Così Mandela uscendo dalla prigione
l’11 febbraio1990
dopo 27 anni
ci lasciò tutti incantati
invitando i suoi nemici attorno a un tavolo della verità
per iniziare a disinquinare la convivenza umana
dalla tentazione della vendetta e della sopraffazione.
E così diede avvio a una stagione di perdono e di riconciliazione
riassunta in una frase di Edmund Tutu, suo amico da sempre
“Ha reso il mondo migliore fino ad oggi
risorgendo dalla sofferenza”.
E poi la sorpresa di invitare il proprio carceriere
alla cerimonia di inaugurazione della presidenza.
Non c’è cornice religiosa che ti possa contenere
ma è certo che hai contribuito a espandere i polmoni
di una umanità in affanno
come i grandi profeti di un tempo e di oggi
sulle orme di quel palestinese
che camminando sulla terra
ha dato spessore a una umanità
che non conosce confini.